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Femminile e maternità

2022, Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile

Per prima cosa dobbiamo osservare che da accadimento puramente ‘naturale’, la procreazione è divenuta oggetto di artifici scientifici e, quindi, di scelta. Le nuove tecniche riproduttive permettono infatti il concepimento di un figlio anche quando questo non sarebbe possibile per mezzo di unione sessuale tra uomo e donna. L’avvento della procreazione medicalmente assistita ha determinato un’evoluzione anche sul piano concettuale.

Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile Roberta Fidanzia Femminile e maternità Questo breve saggio nasce dalla felice occasione di confronto sul tema della maternità artificiale offertami dalla lettura del volume di Francesca Angelini Profili costituzionali della procreazione medicalmente assistita e della surrogazione di maternità1. Come si evince dal titolo, quello di Angelini è un volume di taglio squisitamente giuridico, in particolare di tipo costituzionale, sui cosiddetti diritti procreativi, con interessanti incursioni sui temi del femminismo giuridico e di riflessione sociale. Non essendo una giurista, men che meno una costituzionalista, questo mio contributo sarà basato su alcune riflessioni scaturite dalle molteplici sfaccettature che tale tematica presenta ed è costruito seguendo con attenzione lo svolgersi della riflessione giuridica dell’autrice, ricca e foriera di numerose sollecitazioni che vanno anche oltre il dato giuridico, la norma e l’interpretazione della stessa. Il presupposto, infatti, della sua articolata ricostruzione, ricca di riferimenti, è l’assunzione del punto di vista del femminismo giuridico. Leggere quindi il dettato normativo e la sua successiva evoluzione attraverso precise lenti interpretative che 1 F. ANGELINI, Profili costituzionali della procreazione medicalmente assistita e della surrogazione di maternità. La legge 40 del 2004 e la sua applicazione fra volontà ed esigenze di giustizia, Editoriale Scientifica, 2020. 63 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile pongano la donna al centro del discorso procreativo o, come sottolinea sin da subito l’Autrice, riproduttivo; la donna e la sua capacità intrinseca di generare. È sotto questa luce che si deve, a mio avviso, leggere questa corposa ricerca, che si muove lungo due direttrici principali: la procreazione medicalmente assistita (PMA) e la surrogazione di maternità. Per prima cosa dobbiamo osservare che da accadimento puramente ‘naturale’, la procreazione è divenuta oggetto di artifici scientifici e, quindi, di scelta. Le nuove tecniche riproduttive permettono infatti il concepimento di un figlio anche quando questo non sarebbe possibile per mezzo di unione sessuale tra uomo e donna. L’avvento della procreazione medicalmente assistita ha determinato un’evoluzione anche sul piano concettuale. In concomitanza con altre trasformazioni economiche, sociali e culturali che attraversano la nostra società, la PMA ha infatti rimesso in discussione chi/che cosa costituisca una famiglia e il significato stesso delle nozioni di genitorialità e filiazione. Rimangono, dunque, aperti vari problemi che impongono un ripensamento con riferimento al modello di famiglia, di genitorialità e all’affermata esistenza di un diritto alla libertà procreativa. Come sottolinea anche Daniela Milani2, le diverse correnti del femminismo hanno accolto in modo diverso l’avvento delle nuove tecnologie riproduttive, considerate come capaci di ampliare i diritti delle donne ma anche di aprire nuove forme di assoggettamento e sfruttamento. Cfr. D. MILANI, Veluti si Deus daretur: la legge n. 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita dal dibattito parlamentare all’articolato, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, Fascicolo 1, aprile 2015. 2 64 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile Rescindendo il nesso fisiologico fra sessualità e riproduzione, le tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno conferito a uomini e donne un potere di intervento sulla generazione capace non solo di alterare la natura delle cose, per come fino ad allora conosciuta, ma anche di scalfire, mettendoli in discussione, modelli sociali e familiari dati ormai per acquisiti. Questo evento ha indubbiamente acuito anche in Italia il bisogno di definire per via legislativa i limiti di legittimità del ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Come sottolinea Angelini, pur nella strenua difesa dei rispettivi convincimenti, favorevoli e contrari sembravano infatti accomunati dall’esigenza di colmare un vuoto normativo che, oltre ad avallare implicitamente tutte le tecniche praticabili, accordava in via di fatto ai centri privati inopportuni, quanto rischiosi, spazi di autonomia3. Il 5 gennaio 1995 veniva annunciata una proposta di legge di iniziativa popolare recante il Riconoscimento di personalità giuridica ad ogni essere umano, la quale mirava a modificare l’art. 1 del Codice civile al fine di anticipare, dalla nascita al concepimento, il momento in cui il soggetto acquisisce la capacità giuridica. Detta proposta, sottoscritta da quasi 200 mila cittadini, fu depositata alla Camera il 20 luglio dello stesso anno e, benché non sia mai divenuta legge, riveste per il tema trattato un significato fondamentale. Con essa si è infatti immediatamente palesato che qualsiasi discussione in materia di fecondazione assistita non sarebbe potuta avvenire ignorando le questioni poste dallo statuto morale e giuridico dell’embrione4. Cfr. F. ANGELINI, op. cit., p. 118. Cfr. C. FLAMIGNI e M. MORI, La fecondazione assistita dopo dieci anni di legge 40. Meglio ricominciare da capo!, Ananke, 2014, p. 40. 3 4 65 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile Questioni non risolte in termini assoluti neppure dalla legge n. 194 del 1978, che ha sì disciplinato – legittimandola – l’interruzione volontaria della gravidanza, ma lo ha fatto solo a certe condizioni, dettate dall’esigenza di contemperare fra loro due interessi confliggenti: quello della donna, che è già persona, alla sua salute e quello del concepito, che persona deve ancora diventare. Anche il Comitato Nazionale per la Bioetica ha formulato numerosi pareri, tra cui di rilievo quello del 22 giugno 1996 – Identità e statuto dell’embrione umano (http://www.governo.it/ bioetica/pdf/25.pdf) – con cui si è riflettuto sulla questione ontologica dell’embrione partendo dal presupposto che qualunque discussione bioetica relativa all’embrione, come scrive Francesco D’Agostino, «dovesse preliminarmente prendere le mosse da una adeguata risposta alla domanda sulla natura dell’embrione»5. Seppure la discussione avvenuta in seno al Comitato abbia registrato divergenze di opinione sui punti più controversi, di cui si dà debitamente conto nelle dichiarazioni suppletive, il documento – osserva ancora D’Agostino – sancisce un «atteggiamento bioetico fondamentale» che fa dell’embrione «uno di noi»6. Il 2 febbraio 2002 alcuni docenti delle cinque facoltà di Medicina e Chirurgia degli atenei di Roma hanno sottoscritto in occasione di un convegno sul tema L’Embrione come paziente, svoltosi alla Sapienza, un documento sulla soggettività dell’embrione che riportava ancora una volta al centro dell’attenzione la questione relativa al suo statuto ed in cui il neoconcepito viene presentato come una realtà biologica definita, ovvero come un individuo 5 Identità e statuto dell’embrione umano, Comitato Nazionale per la Bioetica, 22 giugno 1996, Presentazione di Francesco D’Agostino. 6 Idem. 66 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile totalmente umano in sviluppo, che autonomamente, momento per momento, senza alcuna discontinuità, attualizza la propria forma per stadi successivi, realizzando, per intrinseca attività un disegno presente nel suo stesso patrimonio genetico 7. Nel 2004 si arriva alla L. 40, su cui non mi soffermerò, passando invece alle conseguenze di quello che viene definito dall’Autrice e da molti interpreti come il triste destino di quella che viene considerata una legge sbagliata. Il fallimento, segnato sin dall’origine e reso evidente dal referendum abrogativo del 2005, anche se fallito anch’esso, e dalle successive modifiche operate dalle sentenze della Corte Costituzionale e dai tribunali ordinari, ottimamente ricostruite nel volume in esame, induce alcuni interpreti a domandarsi se quello che possiamo definire il peccato originale che vizia questa legge non dipenda solo dal fatto di aver imposto una particolare visione etica, quella cattolica – secondo l’accusa più diffusa e sposata dall’autrice – quanto piuttosto dal non aver sufficientemente ricercato un «punto di equilibrio sostenibile tra accompagnamento e orientamento, da parte della legislazione, dell’ethos collettivo», come viene espresso nella Relazione di minoranza della 12a Commissione permanente – Igiene e Sanità8. Punto di equilibrio che secondo l’interpretazione dell’Autrice dovrebbe riconoscere le diverse esigenze individuali dei soggetti coinvolti e dovrebbe adeguarsi al mutato sentire comune della società civile, nella quale molte condizioni sono variate insieme 7 Cfr. https://www.culturacattolica.it/scienze/bioetica/embrione/l-embrionecome-paziente-il-congresso-2002 8 Relatori Tonini, Bettoni, Brandani, Carella, D’Amico, Di Girolamo, Franco Vittoria, Mascioni e Viani, comunicata alla Presidenza il 19 settembre 2003, p. 6 (consultabile sul sito del Senato all’indirizzo http://tinyurl.com/pcbt92u). 67 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile alla tipologia di relazioni umane e di coppia, adattandosi ed aprendosi alle più ampie interpretazioni in particolare degli artt. 3 e 32 della nostra Carta Costituzionale. Tornando alla Legge 40 e allo smantellamento dei suoi pilastri fondamentali, nel 2011, quindi prima che cadesse in Italia il divieto di eterologa, il Comitato Nazionale di Bioetica, preso atto della raccomandazione del 2010 del Comitato Direttivo per la Bioetica del Consiglio d’Europa che suggeriva anche agli Stati che vietavano l’eterologa di predisporre norme a tutela dei diritti d’identità del nato, si esprime con un parere9 che può essere sintetizzato, come schematizza Carla Faralli10, nei seguenti punti: - Si raccomanda ai genitori di rivelare ai figli la modalità del concepimento attraverso forme appropriate, anche per evitare che eventuali test genetici possano svelare tardivamente il segreto, suscitando reazioni imprevedibili; - Si ribadisce che la struttura presso la quale è stata compiuta la procreazione medicalmente assistita custodisca in appositi registri i dati genetici del donatore/donatrice necessari per un eventuale trattamento diagnostico/terapeutico del bambino. Riconoscendo, dunque, quello che forse possiamo definire come il diritto alla propria identità di cui è naturalmente titolare ciascun essere umano. Al fine di rendere più chiaro il percorso che s’intende seguire in questa ricostruzione, si ritiene utile riepilogare rapidamente e “Conoscere le proprie origini biologiche nella procreazione medicalmente assistita eterologa”. 10 Cfr. C. FARALLI, Problemi emergenti in Italia in tema di procreazione medicalmente assistita, Revista de Bioética y Derecho. Perspectivas Bioéticas, n. 42 del 2018, pp. 127-141, www.bioeticayderecho.ub.edu 9 68 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile schematicamente i contenuti delle tre sentenze della Corte Costituzionale richiamate dall’Autrice. - Sentenza 191/2009: eliminati divieto di produrre solo tre embrioni e obbligo di impiantarli tutti. Ne deriva che si producono molti più embrioni per aumentare le possibilità, ma non tutti vengono impiantati11 e quelli che non lo sono non possono essere soppressi. Si apre la necessità, dunque, della loro conservazione (crioconservazione), che porta ad ulteriori conseguenze: non si può condurre ricerca scientifica sugli embrioni e siccome non possono essere soppressi, restano in questa condizione sospesa potenzialmente per decenni. Nel 2017 era calcolata la cifra di circa 87.000 embrioni congelati12, cifra ottenuta per differenza con quelli scongelati). Naturalmente nel 2022 la cifra è sicuramente di molto superiore. - Sentenza 162/2014: si apre alla procreazione medicalmente assistita eterologa. - Sentenza 96/2015: si apre l’accesso a coppie fertili ma con patologie genetiche (con dei limiti ed elenchi lacunosi). Alla luce, quindi, di questi documenti sembra legittimo chiedersi che cosa rimanga della legge 40. Se questo smantellamento, come sostengono alcuni interpreti compresa l’Autrice, è stato dovuto in primis al deficit di ragionevolezza dell’articolato dipendente dalla decisione di recepire a colpi di maggioranza una determinata visione morale, senza sforzarsi di ricercare un punto di equilibrio tra i diversi interessi coinvolti, è da rilevare che di questa funzione si è investita la Corte costituzionale che – forte della mancata conferma della legge 40 in sede referendaria – ha operato i suoi Cfr. L. LODEVOLE, Embrioni «abbandonati», Aracne 2016. Cfr. A. MORRESI, Embrioni congelati, la città sospesa, https://www. avvenire.it/vita/pagine/embrioni-congelati-la-citt-dimenticata 11 12 69 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile bilanciamenti, agendo, come scrive Lorenza Violini, a mo’ di «giudice legiferante»13. La determinazione di avere un figlio – come asserisce la Corte costituzionale italiana – “concernendo la sfera più intima ed intangibile della persona umana, non può essere coercibile qualora non vulneri altri valori costituzionali”. E secondo Stefano Rodotà “l’autodeterminazione nella vita e nel corpo rappresenta il punto più intenso ed estremo della libertà esistenziale”14. Sul tema dell’autodeterminazione si è soffermata con molta attenzione la lettura del femminismo giuridico. Le diverse correnti del femminismo, infatti, hanno accolto in modo molto diverso l’avvento delle nuove tecnologie nel campo della riproduzione. Si è argomentata la capacità di tali tecniche, da un lato, di ampliare i diritti e le libertà di scelta e autodeterminazione delle donne, dall’altro, di aprire nuove frontiere di assoggettamento e sfruttamento dei corpi delle donne15. Sul rapporto tra tecnica e fini soggettivi-individualiindividualistici, come noto, si è soffermato tra gli altri lo storico e sociologo Christopher Lasch16 che offre una descrizione critica del modello di relazioni sociali affermatosi negli Stati Uniti, società pervasa da una radicalizzazione dell’individualismo che sfocia in una guerra di tutti contro tutti, alla vana ricerca della felicità stretti nella preoccupazione narcisistica per il sé. Nella Cfr. L. VIOLINI, La Corte e l’eterologa: i diritti enunciati e gli argomenti addotti a sostegno della decisione, Osservatorio Costituzionale, luglio 2014. 14 Sentenza 19 febbraio 2013, ricorso n. 19010/07. 15 Cfr. C. FARALLI , op. cit. 16 Cfr. C. L ASCH, La cultura del narcisismo. L’individuo in fuga dal sociale in un’età di disillusioni collettive, Bompiani 1981. 13 70 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile società del narcisismo ogni azione è volta alla realizzazione di un obiettivo per affermare la propria immagine nella società. Questo dà impulso a processi razionalizzati, indirizzati al fine, che si avvalgono della tecnica, e di relazioni utilitaristiche in cui l’altro è strumento a servizio, quindi sacrificabile. In stretto collegamento con il concetto dell’altro come “strumento a servizio di” si può considerare il discorso sulla surrogazione di maternità o come si usa dire più recentemente sulla “gestazione per altri”. Negli Stati Uniti questa tecnica pare acquisire legittimazione sociale per permettere all’individuo adulto il soddisfacimento del desiderio di avere un figlio, e quindi di affermarsi come genitore, soggetto titolato e in grado di avere un figlio “biologicamente proprio”. La gravidanza o gestazione per altri (gpa) viene presentata dai suoi promotori anche per ottenere riconoscimento del diritto ad avere un figlio attraverso l’accesso egualitario alla tecnologia, nonostante l’impossibilità di ottenerlo in modo naturale. L’accettazione sociale della gravidanza per altri -che è un modo diverso e ancora più soft del termine surrogazione di maternità per definire l’utero in affitto- poggia sulla priorità data da una parte al legame genetico e dall’altra su una svalutazione della relazione corporea e sensoriale della gravidanza. Questo elemento della relazionalità madre-figlio è messo bene in evidenza in questo volume, già come anticipazione nella seconda parte e molto ben articolato nella terza. L’Autrice, infatti, sottolinea come la surrogazione interrompa bruscamene l’esperienza unica della relazione madrefiglio. Esiste un limite preciso nella nostra Carta Costituzionale 71 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile ed è quello del rispetto della dignità umana che ha ripercussioni anche sulla possibilità di disporre del proprio corpo 17. La gestazione per altri guarda al corpo della donna solo nel senso della sua capacità biologica sterilizzando – espressione forte ma a parere di chi scrive molto indovinata dell’Autrice – la sua capacità relazionale. La donna può non sentirsi madre pur facendo esperienza della gravidanza? Intelligenza e sfera emotiva sono scindibili? Assumendo favorevolmente queste posizioni si viene a negare l’equivalenza tra corpo e persona – art. 32 Costituzione Italiana18 – che si pone a fondamento dell’inviolabilità della persona espressa anche nell’inviolabilità del corpo. Sul tema della relazione e del suo rilievo in campo bioetico, è interessante sottolineare il significato che viene riconosciuto alla cura e al suo rapporto con la giustizia. Si tratta, infatti, di concetti che s’integrano tra loro, non avendo il carattere dell’autosufficienza. Come scrive Laura Palazzani “La cura non sostituisce la giustizia e non la nega. Se la negasse porterebbe alla disuguaglianza e la cura rischierebbe di divenire affermazione del potere del più forte sul più debole […]. È sempre più evidente l’importanza di una valorizzazione della relazione interpersonale, dell’attenzione e dell’empatia che nasca da una motivazione interiore (che non si limiti al fare, ma pensi all’essere), nell’impegno verso l’altro e verso il bene dell’altro”. Su queste riflessioni sarebbe forse opportuno soffermare l’attenzione per evidenziare la necessità di “porre l’accento sulla complementarità uomo/donna e sull’interdipendenza madre/nascituro nel riconoscimento della responsabilità della madre nei confronti di chi è debole, contro il desiderio di onnipotenza del controllo tecnologico sul corpo e sulla sessualità”. Cfr. L. PALAZZANI, Donne e bioetica, in Di un altro genere: etica al femminile, a cura di Paola Ricci Sindoni e Carmelo Vigna, Vita e Pensiero, 2008, pp. 174-176. 18 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. 17 72 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile La gpa in Italia fa molto discutere, sia a livello politicoistituzionale, sia a livello mediatico e della società civile. La possibilità di usare il corpo di una donna, in un’altra parte del mondo, per crescere un feto e ritirare il bambino pronta consegna al parto desta – ancora forse per poco – sorpresa e incredulità, a volte sdegno, in ambito teoretico preoccupazione, e in ambito politico opposizione soprattutto da parte di alcuni gruppi femministi e pro-vita19. Da una parte si registrano crescenti pressioni per il riconoscimento della genitorialità via surrogazione da parte dei movimenti per i diritti delle famiglie omosessuali, accompagnate da una contestuale diffusione nei mezzi di comunicazione della narrazione della gpa come dono e cooperazione tra persone. La gravidanza per altri dunque potrebbe farsi strada e raggiungere un certo grado di accettazione anche nel nostro Paese, sottolineando però che in riferimento alla genitorialità, in tal caso sarà necessario prendere atto che la certezza sancita dall’antico brocardo mater semper certa si sgretola moltiplicando le figure di riferimento: la madre genetica – cui risale l’ovocita fecondato –, la madre biologica – che conduce a gestazione –, la madre sociale – che assume la responsabilità genitoriale del nato –, il padre anagrafico, il padre biologico – il donatore – e sarà 19 Si tratta, infatti, di prendere atto che si parla in questi casi di adottare soluzioni scientifiche alla gestione della natalità, nel senso di limitarla o di incentivarla, trasformando il significato della vita come valore intrinseco di ciascun essere umano dal concepimento alla morte naturale, in un mezzo per il soddisfacimento di desideri altrui. Molto interessante è la lettura di una “genitorialità a comando”, i cui dati economici prosperano da una parte sul rifiuto della vita e dall’altra esattamente sul versante opposto. Cfr. G. BRAMBILLA – F. FAGGIOLI, Uova d’oro. L’eugenetica, il grande affare della salute riproduttiva e la nuova bioschiavitù femminile, Editori Riuniti university press, 2016, p. 95. 73 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile quanto mai necessario e opportuno bilanciare tra i diritti/doveri di queste diverse figure20. In Italia c’è anche un’altra specificità di cui tenere conto, ed è la particolare centralità della figura della madre nella società, sia nella famiglia tradizionale sia nella società emergente di famiglie ricomposte, single, e coppie di fatto. La madre21 è centrale anche nel discorso femminista che recentemente ha riacquisito forza con le mobilitazioni contro la violenza maschile e per frenare la riforma dell’affidamento condiviso dei figli. Questa centralità della madre, molto ben evidenziata anche dall’Autrice quando afferma che compito del femminismo di oggi è di premere per il riconoscimento della specificità delle donne, potrebbe arginare lo smantellamento simbolico della gravidanza e della relazione madre-figlio e, come scrive anche Daniela Bandelli22, sedimentare la condanna sociale della separazione tra madre e figlio per la realizzazione di un desiderio di terzi. Inoltre, c’è da dire che il discorso sulla gestazione per altri è fortemente adulto-centrico: se ne parla come una transazione tra soggetti di diritti e soggetti economici; il terzo soggetto che nasce da tale pratica – un bambino –, è espunto dalla discussione. Della sua esistenza intrauterina, della sua nascita, della sua salute, del suo legame con la gestante, non ci si preoccupa. Il bambino non è il protagonista della Cfr. C. FARALLI, op. cit., p. 13. Sul tema del femminile e della maternità, di grande rilievo il volume di A. ALES BELLO, Sul femminile. Scritti di antropologia e religione, a cura di Michele D’Ambra, Città Aperta Edizioni, 2004. 22 Utero in affitto. USA, la cultura narcisista rende accettabile la maternità surrogata, reperibile all’indirizzo https://francescomacri.wordpress.com/ 2019/08/05/utero-in-affitto-usa-la-cultura-narcisista-rende-accettabile-lamaternita-surrogata/ 20 21 74 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile rappresentazione, che invece appare come una mera faccenda di adulti, una pianificazione, un accordo in cui gameti e geni, capacità gestazionale, desiderio di un figlio, desiderio di aiutare chi non ne può avere e desiderio/necessità di guadagno, vengono scambiati consapevolmente dalle parti, con l’assistenza di esperti medici e legali. Per concludere e tirare un po’ le somme di queste osservazioni, quello che si evidenzia e preme sottolineare è l’assenza dal piano di studio giuridico e dall’attenzione scientifica del ‘frutto’, del ‘prodotto finito’ di queste tecniche: il nato. Tralasciando tutto il percorso: fecondazione omologa, eterologa, embrioni crioconservati, embrioni malati, ecc. Si prenda, dunque, in esame per un momento il risultato del successo medico di queste tecniche. Si ritiene non si possa fare a meno, interrogandosi in profondità, di confrontarsi con questo dato di realtà, di cercare di comprendere e condividere il suo sentire. Dal discorso giuridico, che si estrinseca in interpretazioni normative e procedurali che riguardano e coinvolgono necessariamente soggetti esistenti – embrioni, genitori biologici e genitori sociali –, vengono trascurati i soggetti futuri, ovvero i nati; se ci si pone la questione del diritto o meno di un figlio nato da eterologa di conoscere i dati personali dei genitori biologici, questione non risolta allo stesso modo nei vari paesi, perché non si ascolta la testimonianza del risultato di tali tecniche riproduttive, ora che possono parlare? Non si dà voce alle centinaia di migliaia di uomini e donne nati da eterologa, che oggi desiderano di essere ascoltati nella loro richiesta di giustizia. E per i quali è necessario compiere un atto di assunzione di responsabilità. Esistono numerose piattaforme che raccolgono testimonianze da tutto il mondo di uomini e donne nati da eterologa o 75 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile surrogazione. Ad esempio, https://anonymousus.org/ si presenta come “una zona di sicurezza per approfondimenti reali e onesti sulla riproduzione di terze parti (donazione di sperma e ovociti e maternità surrogata)”. E dove “Tutte le storie sono fornite in modo anonimo perché «l’anonimato nella riproduzione nasconde la verità, ma l’anonimato nella narrazione aiuta a rivelare la verità»23”. La piattaforma http://searchingformyspermdonorfather.org/ è al servizio delle persone che cercano di entrare in contatto con i loro padri donatori di sperma e altri parenti. È diffusa in Australia, USA, Canada e Regno Unito. Questi, ad esempio, suggeriscono di effettuare un’analisi preliminare del DNA attraverso la piattaforma https://www.familytreedna.com/. La piattaforma http://www.donorchildren.com/ si presenta come “Il primo social network mondiale per persone concepite da ‘donatori’, sperma/ovulo/embrione/surrogati ‘donatori’ e genitori sociali di persone DC che collegano la famiglia biologica 23 “Miriamo a condividere le esperienze di persone la cui vita è stata influenzata dalla riproduzione di terzi, preservando la dignità e la privacy dei narratori e dei loro cari”. E dove “Tutte le storie sono fornite in modo anonimo perché «l’anonimato nella riproduzione nasconde la verità, ma l’anonimato nella narrazione aiuta a rivelare la verità»”. La fondatrice, Alana Stewart, afferma di essere nata attraverso quello che considera l’«atto violento di comprare e vendere un figlio». Vi sono numerose testimonianze di quanto la scelta effettuata dai genitori relazionali abbia influito sulla definizione dell’identità dei figli. C’è chi scrive “Fate attenzione a ciò che desiderate. Questo è un modo terribile per portare nuova vita nel mondo” o ancora “chiunque voglia degradare le donne usandole come oggetti sessuali con la pornografia, disconoscere i bambini che non vuole per sé, mettere incinta tante sconosciute (…) e mai una volta in vita sua verificare se i suoi figli siano sani, felici, vivi (…) è il maschio peggiore e più disgustoso del pianeta. Il problema è che lui pensa di aver appena offerto un servizio all’umanità”. 76 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile e la comunità DC per supporto e per creare un corpo demografico che possa avere voce in capitolo nei media, nella ricerca accademica e per creare un cambiamento legislativo”. https://donorsiblingregistry.com/ Il Donor Sibling Registry (DSR) è stato creato nel settembre 2000 da Wendy Kramer e suo figlio Ryan. Certi che altri discendenti di donatori avrebbero avuto la stessa curiosità di Ryan per le sue origini genetiche, ma anche sapendo che purtroppo non esisteva alcuno sbocco pubblico per il contatto del consenso reciproco tra persone nate da donazioni anonime di sperma o ovociti, questo sito è stato avviato come il logico passo successivo per fare quei collegamenti24. Esistono principalmente piattaforme nordamericane, ma ve ne sono anche di europee. Ed è necessario riflettere sul fatto che fra anonimato, mercato in crescita e sviluppi tecnologici, la fecondazione eterologa pone già problemi di una certa serietà, soprattutto nei paesi dove questa pratica è stata possibile sin dall’inizio. Ad esempio, laddove non vi sono dei limiti precisi alle donazioni, vi possono essere anche – senza esagerazione – duecento persone nate da uno stesso donatore e che frequentano la stessa zona geografica. Questo naturalmente ha un’incidenza rilevante e crescente sul tema della ‘salute pubblica’, poiché potenzialmente – e vi sono casi già occorsi – si possono formare coppie di coniugi costituite da fratelli, con le conseguenze genetiche che ben si possono immaginare su eventuali nati da consanguinei. Senza considerare lo shock emotivo e relazionale “Continueremo a pensare e dialogare in modo approfondito, rigoroso e critico su come far progredire questo settore in modo più etico e responsabile, considerando i bisogni e i diritti di tutte le parti interessate, ma soprattutto i bisogni e i diritti delle persone concepite dai donatori”. 24 77 Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile che una rivelazione di questo genere potrebbe comportare sui soggetti coinvolti. In conclusione, lo slancio prometeico della modernità ha prodotto l’idea secondo cui ogni cosa è in linea di principio realizzabile, senza però individuare il percorso esistenziale lungo il quale sia moralmente raccomandabile procedere. Questa stessa dinamica emancipatrice consegna all’uomo contemporaneo un mondo la cui complessità a volte e non di rado presenta aspetti molto oscuri che insistono e pervadono soprattutto le relazioni tra scienza, tecnica e società25. Cfr. A. CAMORRINO, Scienza e tecnica nella società tardomoderna. Rischi e opportunità della «cultura dell’illimitato», ne Il limite come canone interpretativo. Riflessioni e ambiti di applicazione a confronto, a cura di Donatella Pacelli, FrancoAngeli 2019, https://series.francoangeli.it/ index.php/oa/catalog/view/460/267/2212. 25 78