Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
Roberta Fidanzia
Femminile e maternità
Questo breve saggio nasce dalla felice occasione di confronto
sul tema della maternità artificiale offertami dalla lettura del
volume di Francesca Angelini Profili costituzionali della
procreazione medicalmente assistita e della surrogazione di
maternità1.
Come si evince dal titolo, quello di Angelini è un volume di
taglio squisitamente giuridico, in particolare di tipo
costituzionale, sui cosiddetti diritti procreativi, con interessanti
incursioni sui temi del femminismo giuridico e di riflessione
sociale. Non essendo una giurista, men che meno una
costituzionalista, questo mio contributo sarà basato su alcune
riflessioni scaturite dalle molteplici sfaccettature che tale
tematica presenta ed è costruito seguendo con attenzione lo
svolgersi della riflessione giuridica dell’autrice, ricca e foriera di
numerose sollecitazioni che vanno anche oltre il dato giuridico,
la norma e l’interpretazione della stessa.
Il presupposto, infatti, della sua articolata ricostruzione, ricca di
riferimenti, è l’assunzione del punto di vista del femminismo
giuridico. Leggere quindi il dettato normativo e la sua
successiva evoluzione attraverso precise lenti interpretative che
1 F. ANGELINI, Profili costituzionali della procreazione medicalmente assistita e
della surrogazione di maternità. La legge 40 del 2004 e la sua applicazione fra
volontà ed esigenze di giustizia, Editoriale Scientifica, 2020.
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
pongano la donna al centro del discorso procreativo o, come
sottolinea sin da subito l’Autrice, riproduttivo; la donna e la sua
capacità intrinseca di generare. È sotto questa luce che si deve, a
mio avviso, leggere questa corposa ricerca, che si muove lungo
due direttrici principali: la procreazione medicalmente assistita
(PMA) e la surrogazione di maternità.
Per prima cosa dobbiamo osservare che da accadimento
puramente ‘naturale’, la procreazione è divenuta oggetto di
artifici scientifici e, quindi, di scelta. Le nuove tecniche
riproduttive permettono infatti il concepimento di un figlio
anche quando questo non sarebbe possibile per mezzo di unione
sessuale tra uomo e donna.
L’avvento della procreazione medicalmente assistita ha
determinato un’evoluzione anche sul piano concettuale. In
concomitanza con altre trasformazioni economiche, sociali e
culturali che attraversano la nostra società, la PMA ha infatti
rimesso in discussione chi/che cosa costituisca una famiglia e il
significato stesso delle nozioni di genitorialità e filiazione.
Rimangono, dunque, aperti vari problemi che impongono un
ripensamento con riferimento al modello di famiglia, di
genitorialità e all’affermata esistenza di un diritto alla libertà
procreativa. Come sottolinea anche Daniela Milani2, le diverse
correnti del femminismo hanno accolto in modo diverso
l’avvento delle nuove tecnologie riproduttive, considerate come
capaci di ampliare i diritti delle donne ma anche di aprire nuove
forme di assoggettamento e sfruttamento.
Cfr. D. MILANI, Veluti si Deus daretur: la legge n. 40 del 2004 sulla
procreazione medicalmente assistita dal dibattito parlamentare all’articolato,
Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, Fascicolo 1, aprile 2015.
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
Rescindendo il nesso fisiologico fra sessualità e riproduzione, le
tecniche di procreazione medicalmente assistita hanno conferito
a uomini e donne un potere di intervento sulla generazione
capace non solo di alterare la natura delle cose, per come fino ad
allora conosciuta, ma anche di scalfire, mettendoli in
discussione, modelli sociali e familiari dati ormai per acquisiti.
Questo evento ha indubbiamente acuito anche in Italia il
bisogno di definire per via legislativa i limiti di legittimità del
ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.
Come sottolinea Angelini, pur nella strenua difesa dei rispettivi
convincimenti, favorevoli e contrari sembravano infatti
accomunati dall’esigenza di colmare un vuoto normativo che,
oltre ad avallare implicitamente tutte le tecniche praticabili,
accordava in via di fatto ai centri privati inopportuni, quanto
rischiosi, spazi di autonomia3.
Il 5 gennaio 1995 veniva annunciata una proposta di legge di
iniziativa popolare recante il Riconoscimento di personalità
giuridica ad ogni essere umano, la quale mirava a modificare
l’art. 1 del Codice civile al fine di anticipare, dalla nascita al
concepimento, il momento in cui il soggetto acquisisce la
capacità giuridica. Detta proposta, sottoscritta da quasi 200
mila cittadini, fu depositata alla Camera il 20 luglio dello stesso
anno e, benché non sia mai divenuta legge, riveste per il tema
trattato un significato fondamentale. Con essa si è infatti
immediatamente palesato che qualsiasi discussione in materia di
fecondazione assistita non sarebbe potuta avvenire ignorando le
questioni poste dallo statuto morale e giuridico dell’embrione4.
Cfr. F. ANGELINI, op. cit., p. 118.
Cfr. C. FLAMIGNI e M. MORI, La fecondazione assistita dopo dieci anni di
legge 40. Meglio ricominciare da capo!, Ananke, 2014, p. 40.
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
Questioni non risolte in termini assoluti neppure dalla legge n.
194 del 1978, che ha sì disciplinato – legittimandola –
l’interruzione volontaria della gravidanza, ma lo ha fatto solo a
certe condizioni, dettate dall’esigenza di contemperare fra loro
due interessi confliggenti: quello della donna, che è già persona,
alla sua salute e quello del concepito, che persona deve ancora
diventare.
Anche il Comitato Nazionale per la Bioetica ha formulato
numerosi pareri, tra cui di rilievo quello del 22 giugno 1996 –
Identità e statuto dell’embrione umano (http://www.governo.it/
bioetica/pdf/25.pdf) – con cui si è riflettuto sulla questione
ontologica dell’embrione partendo dal presupposto che
qualunque discussione bioetica relativa all’embrione, come
scrive Francesco D’Agostino, «dovesse preliminarmente
prendere le mosse da una adeguata risposta alla domanda sulla
natura dell’embrione»5. Seppure la discussione avvenuta in seno
al Comitato abbia registrato divergenze di opinione sui punti più
controversi, di cui si dà debitamente conto nelle dichiarazioni
suppletive, il documento – osserva ancora D’Agostino – sancisce
un «atteggiamento bioetico fondamentale» che fa dell’embrione
«uno di noi»6.
Il 2 febbraio 2002 alcuni docenti delle cinque facoltà di Medicina
e Chirurgia degli atenei di Roma hanno sottoscritto in occasione
di un convegno sul tema L’Embrione come paziente, svoltosi alla
Sapienza, un documento sulla soggettività dell’embrione che
riportava ancora una volta al centro dell’attenzione la questione
relativa al suo statuto ed in cui il neoconcepito viene presentato
come una realtà biologica definita, ovvero come un individuo
5 Identità e statuto dell’embrione umano, Comitato Nazionale per la Bioetica,
22 giugno 1996, Presentazione di Francesco D’Agostino.
6 Idem.
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
totalmente umano in sviluppo, che autonomamente, momento
per momento, senza alcuna discontinuità, attualizza la propria
forma per stadi successivi, realizzando, per intrinseca attività un
disegno presente nel suo stesso patrimonio genetico 7.
Nel 2004 si arriva alla L. 40, su cui non mi soffermerò, passando
invece alle conseguenze di quello che viene definito dall’Autrice
e da molti interpreti come il triste destino di quella che viene
considerata una legge sbagliata.
Il fallimento, segnato sin dall’origine e reso evidente dal
referendum abrogativo del 2005, anche se fallito anch’esso, e
dalle successive modifiche operate dalle sentenze della Corte
Costituzionale e dai tribunali ordinari, ottimamente ricostruite
nel volume in esame, induce alcuni interpreti a domandarsi se
quello che possiamo definire il peccato originale che vizia questa
legge non dipenda solo dal fatto di aver imposto una particolare
visione etica, quella cattolica – secondo l’accusa più diffusa e
sposata dall’autrice – quanto piuttosto dal non aver
sufficientemente ricercato un «punto di equilibrio sostenibile tra
accompagnamento e orientamento, da parte della legislazione,
dell’ethos collettivo», come viene espresso nella Relazione di
minoranza della 12a Commissione permanente – Igiene e
Sanità8.
Punto di equilibrio che secondo l’interpretazione dell’Autrice
dovrebbe riconoscere le diverse esigenze individuali dei soggetti
coinvolti e dovrebbe adeguarsi al mutato sentire comune della
società civile, nella quale molte condizioni sono variate insieme
7 Cfr. https://www.culturacattolica.it/scienze/bioetica/embrione/l-embrionecome-paziente-il-congresso-2002
8 Relatori Tonini, Bettoni, Brandani, Carella, D’Amico, Di Girolamo, Franco
Vittoria, Mascioni e Viani, comunicata alla Presidenza il 19 settembre 2003,
p. 6 (consultabile sul sito del Senato all’indirizzo http://tinyurl.com/pcbt92u).
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
alla tipologia di relazioni umane e di coppia, adattandosi ed
aprendosi alle più ampie interpretazioni in particolare degli artt.
3 e 32 della nostra Carta Costituzionale.
Tornando alla Legge 40 e allo smantellamento dei suoi pilastri
fondamentali, nel 2011, quindi prima che cadesse in Italia il
divieto di eterologa, il Comitato Nazionale di Bioetica, preso
atto della raccomandazione del 2010 del Comitato Direttivo per
la Bioetica del Consiglio d’Europa che suggeriva anche agli Stati
che vietavano l’eterologa di predisporre norme a tutela dei
diritti d’identità del nato, si esprime con un parere9 che può
essere sintetizzato, come schematizza Carla Faralli10, nei
seguenti punti:
- Si raccomanda ai genitori di rivelare ai figli la modalità del
concepimento attraverso forme appropriate, anche per evitare
che eventuali test genetici possano svelare tardivamente il
segreto, suscitando reazioni imprevedibili;
- Si ribadisce che la struttura presso la quale è stata compiuta la
procreazione medicalmente assistita custodisca in appositi
registri i dati genetici del donatore/donatrice necessari per un
eventuale trattamento diagnostico/terapeutico del bambino.
Riconoscendo, dunque, quello che forse possiamo definire come
il diritto alla propria identità di cui è naturalmente titolare
ciascun essere umano.
Al fine di rendere più chiaro il percorso che s’intende seguire in
questa ricostruzione, si ritiene utile riepilogare rapidamente e
“Conoscere le proprie origini biologiche nella procreazione medicalmente
assistita eterologa”.
10 Cfr. C. FARALLI, Problemi emergenti in Italia in tema di procreazione
medicalmente assistita, Revista de Bioética y Derecho. Perspectivas Bioéticas,
n. 42 del 2018, pp. 127-141, www.bioeticayderecho.ub.edu
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
schematicamente i contenuti delle tre sentenze della Corte
Costituzionale richiamate dall’Autrice.
- Sentenza 191/2009: eliminati divieto di produrre solo tre
embrioni e obbligo di impiantarli tutti. Ne deriva che si
producono molti più embrioni per aumentare le possibilità, ma
non tutti vengono impiantati11 e quelli che non lo sono non
possono essere soppressi. Si apre la necessità, dunque, della loro
conservazione (crioconservazione), che porta ad ulteriori
conseguenze: non si può condurre ricerca scientifica sugli
embrioni e siccome non possono essere soppressi, restano in
questa condizione sospesa potenzialmente per decenni. Nel 2017
era calcolata la cifra di circa 87.000 embrioni congelati12, cifra
ottenuta per differenza con quelli scongelati). Naturalmente nel
2022 la cifra è sicuramente di molto superiore.
- Sentenza 162/2014: si apre alla procreazione medicalmente
assistita eterologa.
- Sentenza 96/2015: si apre l’accesso a coppie fertili ma con
patologie genetiche (con dei limiti ed elenchi lacunosi).
Alla luce, quindi, di questi documenti sembra legittimo chiedersi
che cosa rimanga della legge 40.
Se questo smantellamento, come sostengono alcuni interpreti
compresa l’Autrice, è stato dovuto in primis al deficit di
ragionevolezza dell’articolato dipendente dalla decisione di
recepire a colpi di maggioranza una determinata visione morale,
senza sforzarsi di ricercare un punto di equilibrio tra i diversi
interessi coinvolti, è da rilevare che di questa funzione si è
investita la Corte costituzionale che – forte della mancata
conferma della legge 40 in sede referendaria – ha operato i suoi
Cfr. L. LODEVOLE, Embrioni «abbandonati», Aracne 2016.
Cfr. A. MORRESI, Embrioni congelati, la città sospesa, https://www.
avvenire.it/vita/pagine/embrioni-congelati-la-citt-dimenticata
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
bilanciamenti, agendo, come scrive Lorenza Violini, a mo’ di
«giudice legiferante»13.
La determinazione di avere un figlio – come asserisce la Corte
costituzionale italiana – “concernendo la sfera più intima ed
intangibile della persona umana, non può essere coercibile
qualora non vulneri altri valori costituzionali”. E secondo
Stefano Rodotà “l’autodeterminazione nella vita e nel corpo
rappresenta il punto più intenso ed estremo della libertà
esistenziale”14.
Sul tema dell’autodeterminazione si è soffermata con molta
attenzione la lettura del femminismo giuridico. Le diverse
correnti del femminismo, infatti, hanno accolto in modo molto
diverso l’avvento delle nuove tecnologie nel campo della
riproduzione. Si è argomentata la capacità di tali tecniche, da un
lato, di ampliare i diritti e le libertà di scelta e
autodeterminazione delle donne, dall’altro, di aprire nuove
frontiere di assoggettamento e sfruttamento dei corpi delle
donne15.
Sul rapporto tra tecnica e fini soggettivi-individualiindividualistici, come noto, si è soffermato tra gli altri lo storico
e sociologo Christopher Lasch16 che offre una descrizione critica
del modello di relazioni sociali affermatosi negli Stati Uniti,
società pervasa da una radicalizzazione dell’individualismo che
sfocia in una guerra di tutti contro tutti, alla vana ricerca della
felicità stretti nella preoccupazione narcisistica per il sé. Nella
Cfr. L. VIOLINI, La Corte e l’eterologa: i diritti enunciati e gli argomenti
addotti a sostegno della decisione, Osservatorio Costituzionale, luglio 2014.
14 Sentenza 19 febbraio 2013, ricorso n. 19010/07.
15 Cfr. C. FARALLI , op. cit.
16 Cfr. C. L ASCH, La cultura del narcisismo. L’individuo in fuga dal sociale in
un’età di disillusioni collettive, Bompiani 1981.
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
società del narcisismo ogni azione è volta alla realizzazione di un
obiettivo per affermare la propria immagine nella società.
Questo dà impulso a processi razionalizzati, indirizzati al fine,
che si avvalgono della tecnica, e di relazioni utilitaristiche in cui
l’altro è strumento a servizio, quindi sacrificabile.
In stretto collegamento con il concetto dell’altro come
“strumento a servizio di” si può considerare il discorso sulla
surrogazione di maternità o come si usa dire più recentemente
sulla “gestazione per altri”.
Negli Stati Uniti questa tecnica pare acquisire legittimazione
sociale per permettere all’individuo adulto il soddisfacimento del
desiderio di avere un figlio, e quindi di affermarsi come genitore,
soggetto titolato e in grado di avere un figlio “biologicamente
proprio”. La gravidanza o gestazione per altri (gpa) viene
presentata dai suoi promotori anche per ottenere riconoscimento
del diritto ad avere un figlio attraverso l’accesso egualitario alla
tecnologia, nonostante l’impossibilità di ottenerlo in modo
naturale. L’accettazione sociale della gravidanza per altri -che è
un modo diverso e ancora più soft del termine surrogazione di
maternità per definire l’utero in affitto- poggia sulla priorità
data da una parte al legame genetico e dall’altra su una
svalutazione della relazione corporea e sensoriale della
gravidanza. Questo elemento della relazionalità madre-figlio è
messo bene in evidenza in questo volume, già come
anticipazione nella seconda parte e molto ben articolato nella
terza. L’Autrice, infatti, sottolinea come la surrogazione
interrompa bruscamene l’esperienza unica della relazione madrefiglio. Esiste un limite preciso nella nostra Carta Costituzionale
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
ed è quello del rispetto della dignità umana che ha ripercussioni
anche sulla possibilità di disporre del proprio corpo 17.
La gestazione per altri guarda al corpo della donna solo nel
senso della sua capacità biologica sterilizzando – espressione
forte ma a parere di chi scrive molto indovinata dell’Autrice – la
sua capacità relazionale. La donna può non sentirsi madre pur
facendo esperienza della gravidanza? Intelligenza e sfera
emotiva sono scindibili?
Assumendo favorevolmente queste posizioni si viene a negare
l’equivalenza tra corpo e persona – art. 32 Costituzione
Italiana18 – che si pone a fondamento dell’inviolabilità della
persona espressa anche nell’inviolabilità del corpo.
Sul tema della relazione e del suo rilievo in campo bioetico, è interessante
sottolineare il significato che viene riconosciuto alla cura e al suo rapporto
con la giustizia. Si tratta, infatti, di concetti che s’integrano tra loro, non
avendo il carattere dell’autosufficienza. Come scrive Laura Palazzani “La
cura non sostituisce la giustizia e non la nega. Se la negasse porterebbe alla
disuguaglianza e la cura rischierebbe di divenire affermazione del potere del
più forte sul più debole […]. È sempre più evidente l’importanza di una
valorizzazione della relazione interpersonale, dell’attenzione e dell’empatia
che nasca da una motivazione interiore (che non si limiti al fare, ma pensi
all’essere), nell’impegno verso l’altro e verso il bene dell’altro”. Su queste
riflessioni sarebbe forse opportuno soffermare l’attenzione per evidenziare la
necessità di “porre l’accento sulla complementarità uomo/donna e
sull’interdipendenza madre/nascituro nel riconoscimento della responsabilità
della madre nei confronti di chi è debole, contro il desiderio di onnipotenza
del controllo tecnologico sul corpo e sulla sessualità”. Cfr. L. PALAZZANI,
Donne e bioetica, in Di un altro genere: etica al femminile, a cura di Paola Ricci
Sindoni e Carmelo Vigna, Vita e Pensiero, 2008, pp. 174-176.
18 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno
può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per
disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti
dal rispetto della persona umana”.
17
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
La gpa in Italia fa molto discutere, sia a livello politicoistituzionale, sia a livello mediatico e della società civile. La
possibilità di usare il corpo di una donna, in un’altra parte del
mondo, per crescere un feto e ritirare il bambino pronta
consegna al parto desta – ancora forse per poco – sorpresa e
incredulità, a volte sdegno, in ambito teoretico preoccupazione,
e in ambito politico opposizione soprattutto da parte di alcuni
gruppi femministi e pro-vita19.
Da una parte si registrano crescenti pressioni per il
riconoscimento della genitorialità via surrogazione da parte dei
movimenti per i diritti delle famiglie omosessuali, accompagnate
da una contestuale diffusione nei mezzi di comunicazione della
narrazione della gpa come dono e cooperazione tra persone. La
gravidanza per altri dunque potrebbe farsi strada e raggiungere
un certo grado di accettazione anche nel nostro Paese,
sottolineando però che in riferimento alla genitorialità, in tal
caso sarà necessario prendere atto che la certezza sancita
dall’antico brocardo mater semper certa si sgretola moltiplicando
le figure di riferimento: la madre genetica – cui risale l’ovocita
fecondato –, la madre biologica – che conduce a gestazione –, la
madre sociale – che assume la responsabilità genitoriale del nato
–, il padre anagrafico, il padre biologico – il donatore – e sarà
19 Si tratta, infatti, di prendere atto che si parla in questi casi di adottare
soluzioni scientifiche alla gestione della natalità, nel senso di limitarla o di
incentivarla, trasformando il significato della vita come valore intrinseco di
ciascun essere umano dal concepimento alla morte naturale, in un mezzo per
il soddisfacimento di desideri altrui. Molto interessante è la lettura di una
“genitorialità a comando”, i cui dati economici prosperano da una parte sul
rifiuto della vita e dall’altra esattamente sul versante opposto. Cfr. G.
BRAMBILLA – F. FAGGIOLI, Uova d’oro. L’eugenetica, il grande affare della
salute riproduttiva e la nuova bioschiavitù femminile, Editori Riuniti university
press, 2016, p. 95.
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
quanto mai necessario e opportuno bilanciare tra i diritti/doveri
di queste diverse figure20.
In Italia c’è anche un’altra specificità di cui tenere conto, ed è la
particolare centralità della figura della madre nella società, sia
nella famiglia tradizionale sia nella società emergente di famiglie
ricomposte, single, e coppie di fatto. La madre21 è centrale anche
nel discorso femminista che recentemente ha riacquisito forza
con le mobilitazioni contro la violenza maschile e per frenare la
riforma dell’affidamento condiviso dei figli. Questa centralità
della madre, molto ben evidenziata anche dall’Autrice quando
afferma che compito del femminismo di oggi è di premere per il
riconoscimento della specificità delle donne, potrebbe arginare lo
smantellamento simbolico della gravidanza e della relazione
madre-figlio e, come scrive anche Daniela Bandelli22,
sedimentare la condanna sociale della separazione tra madre e
figlio per la realizzazione di un desiderio di terzi.
Inoltre, c’è da dire che il discorso sulla gestazione per altri è
fortemente adulto-centrico: se ne parla come una transazione tra
soggetti di diritti e soggetti economici; il terzo soggetto che
nasce da tale pratica – un bambino –, è espunto dalla
discussione. Della sua esistenza intrauterina, della sua nascita,
della sua salute, del suo legame con la gestante, non ci si
preoccupa. Il bambino non è il protagonista della
Cfr. C. FARALLI, op. cit., p. 13.
Sul tema del femminile e della maternità, di grande rilievo il volume di A.
ALES BELLO, Sul femminile. Scritti di antropologia e religione, a cura di
Michele D’Ambra, Città Aperta Edizioni, 2004.
22 Utero in affitto. USA, la cultura narcisista rende accettabile la maternità
surrogata, reperibile all’indirizzo https://francescomacri.wordpress.com/
2019/08/05/utero-in-affitto-usa-la-cultura-narcisista-rende-accettabile-lamaternita-surrogata/
20
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
rappresentazione, che invece appare come una mera faccenda di
adulti, una pianificazione, un accordo in cui gameti e geni,
capacità gestazionale, desiderio di un figlio, desiderio di aiutare
chi non ne può avere e desiderio/necessità di guadagno, vengono
scambiati consapevolmente dalle parti, con l’assistenza di
esperti medici e legali.
Per concludere e tirare un po’ le somme di queste osservazioni,
quello che si evidenzia e preme sottolineare è l’assenza dal piano
di studio giuridico e dall’attenzione scientifica del ‘frutto’, del
‘prodotto finito’ di queste tecniche: il nato. Tralasciando tutto il
percorso:
fecondazione
omologa,
eterologa,
embrioni
crioconservati, embrioni malati, ecc. Si prenda, dunque, in
esame per un momento il risultato del successo medico di queste
tecniche. Si ritiene non si possa fare a meno, interrogandosi in
profondità, di confrontarsi con questo dato di realtà, di cercare
di comprendere e condividere il suo sentire.
Dal discorso giuridico, che si estrinseca in interpretazioni
normative e procedurali che riguardano e coinvolgono
necessariamente soggetti esistenti – embrioni, genitori biologici e
genitori sociali –, vengono trascurati i soggetti futuri, ovvero i
nati; se ci si pone la questione del diritto o meno di un figlio nato
da eterologa di conoscere i dati personali dei genitori biologici,
questione non risolta allo stesso modo nei vari paesi, perché non
si ascolta la testimonianza del risultato di tali tecniche
riproduttive, ora che possono parlare? Non si dà voce alle
centinaia di migliaia di uomini e donne nati da eterologa, che
oggi desiderano di essere ascoltati nella loro richiesta di
giustizia. E per i quali è necessario compiere un atto di
assunzione di responsabilità.
Esistono numerose piattaforme che raccolgono testimonianze da
tutto il mondo di uomini e donne nati da eterologa o
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
surrogazione. Ad esempio, https://anonymousus.org/ si presenta
come “una zona di sicurezza per approfondimenti reali e onesti
sulla riproduzione di terze parti (donazione di sperma e ovociti e
maternità surrogata)”. E dove “Tutte le storie sono fornite in
modo anonimo perché «l’anonimato nella riproduzione nasconde
la verità, ma l’anonimato nella narrazione aiuta a rivelare la
verità»23”.
La piattaforma http://searchingformyspermdonorfather.org/ è al
servizio delle persone che cercano di entrare in contatto con i
loro padri donatori di sperma e altri parenti. È diffusa in
Australia, USA, Canada e Regno Unito. Questi, ad esempio,
suggeriscono di effettuare un’analisi preliminare del DNA
attraverso la piattaforma https://www.familytreedna.com/.
La piattaforma http://www.donorchildren.com/ si presenta come
“Il primo social network mondiale per persone concepite da
‘donatori’, sperma/ovulo/embrione/surrogati ‘donatori’ e
genitori sociali di persone DC che collegano la famiglia biologica
23 “Miriamo a condividere le esperienze di persone la cui vita è stata
influenzata dalla riproduzione di terzi, preservando la dignità e la privacy dei
narratori e dei loro cari”. E dove “Tutte le storie sono fornite in modo
anonimo perché «l’anonimato nella riproduzione nasconde la verità, ma
l’anonimato nella narrazione aiuta a rivelare la verità»”. La fondatrice,
Alana Stewart, afferma di essere nata attraverso quello che considera l’«atto
violento di comprare e vendere un figlio». Vi sono numerose testimonianze di
quanto la scelta effettuata dai genitori relazionali abbia influito sulla
definizione dell’identità dei figli. C’è chi scrive “Fate attenzione a ciò che
desiderate. Questo è un modo terribile per portare nuova vita nel mondo” o
ancora “chiunque voglia degradare le donne usandole come oggetti sessuali
con la pornografia, disconoscere i bambini che non vuole per sé, mettere
incinta tante sconosciute (…) e mai una volta in vita sua verificare se i suoi
figli siano sani, felici, vivi (…) è il maschio peggiore e più disgustoso del
pianeta. Il problema è che lui pensa di aver appena offerto un servizio
all’umanità”.
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
e la comunità DC per supporto e per creare un corpo
demografico che possa avere voce in capitolo nei media, nella
ricerca accademica e per creare un cambiamento legislativo”.
https://donorsiblingregistry.com/ Il Donor Sibling Registry
(DSR) è stato creato nel settembre 2000 da Wendy Kramer e
suo figlio Ryan. Certi che altri discendenti di donatori avrebbero
avuto la stessa curiosità di Ryan per le sue origini genetiche, ma
anche sapendo che purtroppo non esisteva alcuno sbocco
pubblico per il contatto del consenso reciproco tra persone nate
da donazioni anonime di sperma o ovociti, questo sito è stato
avviato come il logico passo successivo per fare quei
collegamenti24.
Esistono principalmente piattaforme nordamericane, ma ve ne
sono anche di europee. Ed è necessario riflettere sul fatto che fra
anonimato, mercato in crescita e sviluppi tecnologici, la
fecondazione eterologa pone già problemi di una certa serietà,
soprattutto nei paesi dove questa pratica è stata possibile sin
dall’inizio. Ad esempio, laddove non vi sono dei limiti precisi alle
donazioni, vi possono essere anche – senza esagerazione –
duecento persone nate da uno stesso donatore e che frequentano
la stessa zona geografica. Questo naturalmente ha un’incidenza
rilevante e crescente sul tema della ‘salute pubblica’, poiché
potenzialmente – e vi sono casi già occorsi – si possono formare
coppie di coniugi costituite da fratelli, con le conseguenze
genetiche che ben si possono immaginare su eventuali nati da
consanguinei. Senza considerare lo shock emotivo e relazionale
“Continueremo a pensare e dialogare in modo approfondito, rigoroso e
critico su come far progredire questo settore in modo più etico e responsabile,
considerando i bisogni e i diritti di tutte le parti interessate, ma soprattutto i
bisogni e i diritti delle persone concepite dai donatori”.
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Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile
che una rivelazione di questo genere potrebbe comportare sui
soggetti coinvolti.
In conclusione, lo slancio prometeico della modernità ha
prodotto l’idea secondo cui ogni cosa è in linea di principio
realizzabile, senza però individuare il percorso esistenziale lungo
il quale sia moralmente raccomandabile procedere. Questa stessa
dinamica emancipatrice consegna all’uomo contemporaneo un
mondo la cui complessità a volte e non di rado presenta aspetti
molto oscuri che insistono e pervadono soprattutto le relazioni
tra scienza, tecnica e società25.
Cfr. A. CAMORRINO, Scienza e tecnica nella società tardomoderna. Rischi e
opportunità della «cultura dell’illimitato», ne Il limite come canone
interpretativo. Riflessioni e ambiti di applicazione a confronto, a cura di
Donatella Pacelli, FrancoAngeli 2019, https://series.francoangeli.it/
index.php/oa/catalog/view/460/267/2212.
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