JOBS Act

The paper was written in 2016, and is intended to be updated to that date, as it was not possible to intervene during printing.
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In such a rapidly developing world, crowdfunding is gaining in popularity. The present chapter provides the reader with an overview of the topic in different geographical contexts, bearing in mind the financial markets' perspective and zooming in on one of its main forms: equity crowdfunding. First, it outlines a comprehensive picture on platforms' characteristics, then, after a comparative analysis on its functioning, the chapter focuses on a groundbreaking experience: in fact, Italian law represents the very first (at least European) nation in which a specific regulation on that topic was implemented.
Lastly, comments, suggestions for policymakers and ideas for further research are developed.

L’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, primo riferimento in materia di controllo a distanza dei lavoratori, è stato recentemente modificato con D.lgs. n. 151 del 14 settembre 2015, in attuazione della legge delega per il riordino dei rapporti di lavoro, c.d. Jobs Act 2. L’articolo descrive la disciplina del controllo a distanza del lavoratore mediante le nuove tecnologie prima di novella, secondo le interpretazioni fornite dalla Suprema Corte e dal Garante per la protezione dei dati personali, e ripercorre il processo legislativo che ha portato alla modifica (con particolare attenzione all’analisi svolta presso le Camere ed alle osservazioni del Garante per la protezione dei dati personali), per giungere all’analisi del testo novellato nell’ottica di un confronto con la disciplina previgente.

Ciberspazio e diritto, vol. 16, n. 53 (2-2015), Mucchi Editore, Modena, pp. 357-384.

L'ipertesto del Jobs Act che si pubblica è relativo agli otto decreti attuati­vi emanati nel 2015 (nn. 22, 23, 80, 81, 148, 149, 150, 151). Ogni decreto è stato estratto dal sito http://www.normattiva.it e indica dopo l'intitolazione la data di vigenza coincidente con quella di estrazione. Non si è pubblicata la legge delega, ma si è mantenuto il preambolo di ogni decreto con il link alle corrispondenti disposizioni della legge (delega) 10 dicembre 2014, n. 183 cosicché, laddove fosse utile avere il riscontro con il testo della delega, essa è agevolmente raggiungibile in navigazione ipertestuale.

I link alla normativa richiamata o modificata dai decreti del jobs act puntano al testo vigente prima delle modificazioni da esso apportate in modo che sia possibi­le effettuare i raffronti. È sempre possibile ottenere il testo emendato o vi­gente a una specifica data mediante navigazione dalla stessa pagina. (Clic­care sull'icona in alto a sinistra e quindi su – i campi risulteranno già compilati con chiave di vigenza alla data attuale – e infine su CERCA: si otterrà così il testo vigente alla data di consultazione.)

Il testo è preceduto da un Indice – Sommario ipertestuale, navigabile con il comando CRTL+click, un Indice Analitico (non navigabile), un Elenco Ipertestuale (alfa­betico generale) delle opere citate (di libero accesso), i cui link puntano ai siti esterni da cui sono scaricabili. Sotto la voce 'Bibliografia open access disponibile on line' riportata subito dopo le epigrafi dei decreti sono elencate, in ordine alfabetico, le trattazioni che riguardano principalmente gli argomenti disciplinati dallo specifico decreto. Un elenco di articoli riferibili perlopiù all'impianto genera­le della riforma è riportato qui appresso.

Per la segnalazione di errori, omissioni o di nuove pubblicazioni da inserire nell'ipertesto scrivere a direttore@temilavoro.it.



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We examine firm lifecycles of 3,081 IPOs from 1996-2012. We find that small IPOs have a different lifecycle than other, larger companies. Within five years of an IPO, only 55% of small IPOs remain listed on a public exchange, compared to 61.3% and 67.1% for middle and large capitalized companies, respectively. Small IPOs largely either voluntarily or involuntarily delist while medium and large-sized companies largely exit the markets through takeover transactions. Those small companies that remain listed largely fail to grow, remaining in the small capitalized category. We use our findings to examine various theories explaining the decline of the small IPO. We find only minor evidence that regulatory changes caused the decline of the small IPO. The decline appears instead to be more attributable to the historical unsuitability of small firms for the public markets. Absent economic or market reforms which change small firm quality, further regulatory reforms to enhance the small IPO market are thus likely to be either ineffective or bring firms into the public markets which lack the horsepower to remain publicly listed.

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This essay analyses the “conciliation proposal” introduced by art. 6 d. lgs. 23/2015 describing its procedural aspects and legal effects from the point of view of the freedom of will to be accorded to fired worker and employer. Arguing the revocable nature of the employers’ proposal, the author underlines that the prescription to subscribe the transaction before a selected office is aimed at promoting an agreement covering all aspects of the ceased employment relationship.
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l presente scritto è destinato al volume a cura di Gaetano Zilio Grandi e Marco Biasi, Commentario breve alla riforma “jobs act”, Cedam, 2015, 307 - 337

Maria Pia Iadicicco Jobs Act e riforma costituzionale: riflessioni su alcune linee di congiunzione
Sommario: 1. Premessa. 2. Il protagonismo del Governo e il marginale ruolo del Parlamento nel procedimento di approvazione del Jobs Act. 3. Sollecitazioni esterne e ricadute interne di una comune strategia di riforma a forte matrice economica. 4. Obiettivo governabilità: la com-binazione tra previsioni della nuova legge elettorale per la Camera dei deputati e riforma cos-tituzionale. 5. La decretazione d'urgenza e il procedimento legislativo con voto a data certa nel nuovo testo costituzionale: considerazioni di ordine sistematico. 6. Le " parole non dette " : altre combinazioni problematiche e il possibile perpetrarsi di pratiche abusive in tema di pro-duzione normativa.

Periodico: Lavoro e previdenza oggi
Anno: 2018 - Volume: 45 - Fascicolo: 11/12 - Pagina iniziale: 684 - Pagina finale: 690

Tribunale di Roma, ord. 6 agosto 2018, n. 75870/2018, est. Rossi Ricadono nel campo di applicazione del d.lgs. 23/2015 solo le ipotesi di nuove assunzioni o le ipotesi di contratti a tempo determinato stipulati prima dell'entrata in vigore del "Jobs Act" che abbiano subito una "conversione" in senso tecnico in data successiva al 7 marzo 2015, per via giudiziale o stragiudiziale. Non sono invece comprese nella nuova disciplina le ipotesi di "trasformazione", di fatto o con manifestazione esplicita di volontà, del rapporto stipulato in data antecedente, quando il rapporto semplicemente prosegua, senza interruzione, oltre tale data. Lavoro a tempo determinato-Regime Applicabile-Jobs Act-Trasformazione consensuale-Prosecuzione del rapporto-Applicabilità-Esclusione L'intenzione travisata del Jobs Act: conversione non vuol dire trasformazione A cura di Riccardo Fratini Dottorando di Ricerca Università degli studi di Roma "Tor Vergata" Sommario: 1. Il caso. 2. I dossier di valutazione e i lavori parlamentari. 3. Il criterio teleologico travisato. 4. Un caso analogo. 5.-Conclusioni 1. Il lavoratore impugnava il licenziamento per giusta causa, chiedendo la reintegra ed il risarcimento del danno medio tempore, in subordine chiedendo anche la tutela indennitaria. La resistente eccepiva in via preliminare l'applicabilità del d.lgs. 23/2015, dato che il lavoratore era stato assunto prima in data 22 ottobre 2014 a tempo determinato, con successiva trasformazione in tempo indeterminato dopo il 7 marzo 2015, quindi sotto il vigore della nuova legge cosiddetta "a tutele crescenti". Il Tribunale riteneva che l'eccezione preliminare di parte resistente fosse infondata, dato che l'art.1 del d.lgs 23/2015 si applicava letteralmente a "i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto" e "nei casi di conversione, successiva all'entrata in vigore del presente decreto, di contratto a tempo determinato o di apprendistato in contratto a tempo indeterminato". A detta del giudicante non potrebbe condividersi la interpretazione secondo cui il termine "conversione" andrebbe inteso in senso lato, ricomprendente tutte le ipotesi in cui un contratto a tempo determinato venga trasformato in contratto a tempo indeterminato, in quanto così si finirebbe per ricomprendere anche ipotesi che indubitabilmente andrebbero riportate, come genesi, ad epoca precedente al 7 marzo 2015 e che comunque la legge delega n. 183/2014 non avrebbe previsto. Il termine "conversione" richiamerebbe l'omonima figura giuridica che si rinviene nell'art. 1424 cod. civ. e nell'art. 32, c. 5, L. 183/2010 e dovrebbe tenersi conto di tale puntualizzazione, contenuta nel d.lgs. 23/2015, che faceva riferimento solo alle "nuove assunzioni" per circoscrivere il campo di applicazione del contratto a tutele crescenti.

In Judgment No. 194/2018, the Italian Constitutional Court has applied Art. 24, European Social Charter, as interposed parameter, in order to declare Art. 3.1, D.Lgs. 23/2015 unconstitutional, for the part that establishes a fixed and predetermined indemnity in favour of the worker, in case of unjustified dismissal. Art. 24 ESC has been interpreted in accordance with the European Committee of Social Rights’ decision in Finnish Society of Social Rights v. Finland, even though the Committee’s decisions are not considered binding by this Court, but just authoritative.  The application of the ESC norm has been made possible mainly through Art. 117.1 Italian Constitution, which binds the Italian legislator to comply with international obligations, consistently with a recent constitutional precedent (Judgment No. 120/2018). Although ILO Convention No. 158/1982 is inapplicable in the Italian legal system, as the State has not signed it, the Court refers to it, by emphasising that Art. 24 ESC is inspired by that Convention, which is, at the same time, in line with the right to work protected under Art. 35.3 Italian Constitution that “promotes and encourages international agreements and organisations which have the aim of establishing and regulating labour rights”.

L' Autrice si sofferma sulle modifiche introdotte dal d. lgs. 23/2015 in riferimento alla tutela dei lavoratori e delle lavoratrici ingiustamente licenziati, ponendo in luce come  il parametro di riferimento individuato dal legislatore ovvero la retribuzione utile ai fini del tfr costituisca una scelta volta ad incrementare quella brutale monetizzazione al ribasso, ratio dell'intero provvedimento legislativo.

Il presente articolo è il frutto di una ricerca condotta per calcolare gli effetti prodotti dal Jobs act sull'occupazione. Attingendo a diverse fonti ufficiali si è potuto dimostrare, con riguardo al periodo 2015/2016, che i risultati fatti registrare dalla riforma del lavoro, cavallo di battaglia dell'esecutivo Renzi, si sono rivelati modesti e principalmente viziati dal potente slancio fornito dalle decontribuzioni  sulle assunzioni a tempo indeterminato.