Marco Zanuso

ABSTRACT
La fabbrica di Merlo nella provincia di Buenos Aires (1954-1961) testimonia un esito significativo del rapporto di collaborazione tra l’architetto Marco Zanuso e Adriano Olivetti. Le esigenze di flessibilità funzionale del ciclo produttivo portano il progettista a concepire un modulo strutturale replicabile in base alle necessità dell’azienda. L’elemento connotante del progetto è una trave circolare cava su tre pilastri, con estremità a sbalzo, in cui la geometria risolve il problema delle distribuzioni impiantistiche; se ne riscontra il ruolo preminente anche nella coeva realizzazione della fabbrica Olivetti a Guaralhos, in Brasile. Le caratteristiche del sistema strutturale consentono una flessibile organizzazione del lavoro, permettendo di creare unità indipendenti nello spazio libero. Zanuso sottolinea l’attinenza del “modulo oggetto” a un prodotto di design, nel quale le strutture in c.a.p. configurano schemi funzionali ed elementi tecnici che richiamano il tema della serialità.

The Merlo factory in the province of Buenos Aires (1954-1961) testifies to a relevant outcome of the collaboration between the architect Marco Zanuso and Adriano Olivetti. The requirements for flexibility in the productive cycle leads Zanuso to design a modular structure, replicable according to company’s needs. In this project, the connoting technical element is a circular, cantilevered hollow beam in concrete, burdening on three columns. The beam geometry solves the problem of plant distributions, playing a relevant role as well as in the contemporary Olivetti factory in Guaralhos, Brazil. The structural system allows creating independent work units and, thus, a flexible organization of activities. Zanuso underlines that the “module” is comparable to a design product, where structures in pre-stressed concrete configure functional layouts and define technical elements recalling the seriality in production.

Il saggio, pubblicato sul catalogo Milano 1950 – 1959. Il rinnovamento della pittura in Italia, catalogo, Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1997, pp. 101-116, è la mia prima ricognizione sul problema del rapporto tra arte contemporanea e architettura negli anni cinquanta. Dagli interventi in ceramica di Fontana per Menghi e Zanuso in via Senato 11 (1947), al Cinema Arlecchino (1948), fino alle collaborazioni di Somaini per il padiglione Soggiorno (1954) oggi biblioteca del parco), il saggio traccia una panoramica degli interventi di artisti contemporanei nelle architetture milanesi in un solo decennio ponendo in evidenza il ruolo attivo delle Triennali. Da questa ricerca sono nate le mie ricerche successive sugli interventi di Crippa e Dova al Qt8 e su Campigli e l'architettura, su Gio Ponti e gli artisti, su Fontana e l'architettura nel dopoguerra, e infine su  Dino Basaldella e l'architettura, ricerche pubblicate successivamente.

This study, confronting new documents, highlights Lamberto Vitali’s involvement in the design and then construction of the Pinocchio Park in Collodi, giving great prominence to the innovating commitment of architect
Marco Zanuso. The whole design history is then reread in the context of a progressive strengthening of the connections between the Tuscan environment and the advanced Milanese context, clearly indicating the connections of Rolando Anzilotti and Lamberto Vitali with the contemporary reality of European and American theme parks. Between the gestation and construction of Pinocchio’s Park (1951-1972), experimental hypotheses for the use of innovative materials and automation systems, have given way to increasingly vernacular requests, due to the local administration and the role played by the different Tuscan personalities who have alternated in the various phases of expansion of the complex.  The same architect Marco Zanuso, in an interview in 2000, invited us to go beyond the final result of this park, broadening the vision, to grasp a surprising wealth of ideas at its base «on theevel of imagination and participation».

All'indomani della Seconda guerra mondiale, la cultura materiale Italiana affronta la sfida della ricostruzione In uno scenario generale di arretratezza tecnologica rispetto agli altri paesi europei. Tuttavia, sarà proprio la permanenza del carattere artigianale del processi operativi nella costruzione a costituire la specificità di alcune delle opere realizzate In questo periodo, rivelando una precisa "Via italiana" dell'intendere il rapporto tra forma e struttura. Una traiettoria che vedrà il cemento armato come Indiscusso protagonista. All'Interno di questo quadro generale, li libro sceglie di Indagare più da vicino la costruzione per l'Industria analizzando alcune fabbriche, capannoni e depositi interessati da un forte sperimentalismo sulle tecniche di prefabbricazione cementizie. In questa direzione, alcune esperienze dell'Ingegnere Aldo Favlnl e delrArchltetto Marco Zanuso mostrano al lettore, attraverso uno sguardo incrociato, come Il pensiero artigianale sia capace di mediare l'impatto dell'Industrializzazione edilizia. In una dimensione più ordinarla del tema progettuale, che individua nella campata lo strumento attraverso il quale rinnovare strutture essenziali, costituite da travi e pilastri, il libro ricostruisce Il processo che, tra cultura del progetto e cultura industriale, dà vita ai prototipi strutturali del due autori. euro 38,00 (i.i.

The technological issue of the relationship between mechanical services and structural research in the architecture of 20th century became certainly one of the most important lines for development and innovation of Modern architectural style. With respect to this topic, the paper analyses, as a key of interpretation, the role of installations to determine the relationship between envelope and structural layout in the construcitve logic of the framework. In this sense the paper highlights on the type of single-storey factories built in Italy between 1950 and 1975, analysing some built works by Marco Zanuso and Aldo Favini through the archival records. These works show how this type of building gain to paradigmatic innovations, transforming the tectonic joint into an integrated device, whose form was the result of the definition of the mechanical components as technical writing.

The paper investigates the impact of the building industrialization in the Italian architectural culture of the Second Post-war. The technological underdevelopment of the Italian scene becomes an opportunity for architects and engineers to imagine new design paradigms which stem from an artisanal way of using materials. In the North of Italy, the issue of the relationship between design and industrial culture is crucial in a part of the Angelo Mangiarotti, Gino Valle and Marco Zanuso’s work. Their ‘know-how’ deals with as much the universal and generic language of industrialisation as the archaic and anonymous rural building tradition. Focusing on the Zanuso’s experience as designer to industry, the author seeks out a Tectonics of reinforced concrete structural precast. Between Fifties and Seventies, albeit Italy embodies the metaphorical South in the European scene of technological progress, apart from the school of structural engineers by Nervi, Morandi and Musmeci, a different ‘made in Italy’ takes hold. It aims to a possible balance between the craftsman and the industrial culture.

Nell’ultimo anno, spinti dal tentativo di interrompere la catena di trasmissione virale, abbiamo accelerato il processo di interruzione dello scambio fra ambiente domestico e naturale che era già in atto. È evidente che, se la natura lì fuori è prodotta da noi ma è anche il prodotto del quale facciamo parte, il nostro esistere comporta quindi empatia, alterità, somiglianza e differenza. In tal senso, la scelta di tornare a sporcarsi (il verbo polo rispetto a distanziarsi in questa sezione del libro completo) tira in ballo ragionamenti profondi sul rapporto tra domestico e selvatico. Se da un lato la "casa urban"a, con la sua chiusura di interno verso esterno rappresenta il polo in cui il primo termine è contrapposto al secondo, dall’altro lato la "casa vacanza" rappresenta il polo opposto in cui domestico e selvatico convivono in un rapporto di vicendevole appoggio di compensazione.

Il paper illustra gli esiti di un'esperienza rivolta, come primo livello di destinatari, agli studenti dell'insegnamento di Informatica Grafica del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Edile-Architettura dell'Università di Salerno e incentrata sul tema della rappresentazione di dati integrati mediante un approccio di tipo BIM. In particolare, sfruttando le peculiarità di una didattica a distanza imposta dall'emergenza sanitaria in corso, incentrata su una triangolazione "Sud Italia-Sudamerica-Sudafrica" è stata testata la capacità di scambio e interazione internazionale e interuniversitaria tra docenti e studenti chiamati, in questa situazione, a sviluppare attività grafiche di gruppo. Il caso studio selezionato è la Coromandel House, in Sudafrica, di Marco Zanuso-considerato tra i padri fondatori del design industriale italiano-per la quale sono stati realizzati modelli intesi quali contenitori di informazioni. Il metodo proposto ha previsto in una prima fase una modellazione cooperativa e l'elaborazione di render mediante applicativi user friendly. Gli elaborati grafici prodotti e la documentazione esistente sono poi confluiti in un database informativo collegato al modello 3D, secondo un approccio di tipo OpenBIM in grado di rendere il modello accessibile e facilitare così uno scambio culturale e formativo continuo.