Introduzione Il seguente lavoro si prefigge l’obiettivo di esaminare nello specifico la funzione di una particolare tipologia di elementi, ovvero gli elementi paesistici, che compare nelle rappresentazioni di una determinata classe di...
moreIntroduzione
Il seguente lavoro si prefigge l’obiettivo di esaminare nello specifico la funzione di una particolare tipologia di elementi, ovvero gli elementi paesistici, che compare nelle rappresentazioni di una determinata classe di rilievi, sviluppatasi nel periodo tra la fine della repubblica e l’inizio dell’impero romano, ovvero la classe dei rilievi “decorativi”.
La volontà di analizzare il ruolo degli elementi paesistici nelle raffigurazioni sui rilievi decorativi nasce dall’interesse per l’analisi di uno specifico rilievo, rinvenuto in uno scavo ottocentesco, nel complesso abitativo di Villa Jovis nell’Isola di Capri. Il rilievo, ascrivibile alla prima età imperiale, era stato oggetto di poche trattazioni e classificato come un rilievo con scena paesistica, una tipologia di raffigurazioni che si ritrova in gran numero a partire dalla tarda repubblica. La ricerca si è indirizzata quindi a tentare di capire se il monumento potesse essere o meno inserito nella tipologia dei rilievi decorativi con scene paesistiche. Per giungere ad un esatto inquadramento della tipologia del rilievo la ricerca si è dapprima focalizzata su due diversi ambiti.
In prima istanza ci si è concentrati sull’analisi della tipologia di rilievi in cui l’esempio di Capri dovrebbe essere collocato, ovvero il genere dei rilievi decorativi. L’analisi ha cercato di circoscrivere i limiti della classe e ha al contempo cercato di capire le tipologie di rappresentazione che potevano trovarsi in questo genere. La ricerca si è dimostrata in partenza difficoltosa poiché la classe nella storia degli studi, fino agli anni ‘60, era stata accostata alle categorie, già individuate per i rilievi greci, dei rilievi votivi e funerari, poiché presentava determinati elementi in comune con queste tipologie. I rilievi di questo genere furono definiti decorativi poiché malgrado condividessero con i rilievi votivi e funerari greci simili rappresentazioni, sembravano non avere una funzione particolare, diversa da quella puramente decorativa, poiché l’ambito in cui erano collocati era l’ambito privato, ovvero ambienti importanti per rappresentanza e visibilità delle dimore dell’aristocrazia romana. Per questo motivo le diverse analisi condotte su questa classe di rilievi sono sempre state caratterizzate da uno studio solo stilistico degli elementi compositivi della scena senza che fosse indagato se, dato che le rappresentazioni su questa tipologia di rilievi sono per la maggior parte di tema sacrale, anche il rilievo nella sua forma potesse avere una valenza sacra malgrado la collocazione non lo fosse.
Si è proceduto quindi ad analizzare nello specifico le tipologie di rappresentazioni che potevano comparire su questi rilievi, analizzando anche quanto influsso in queste nuove creazioni provenisse dalle rappresentazioni nell’arte greca. Al contempo si è cercato di fornire un’analisi dei differenti contesti dove il genere dei rilievi decorativi poteva trovare collocazione. L’importanza dell’analisi del contesto d’esposizione è anche motivata dalla constatazione che numerosi esempi, che possono essere ricondotti alla tipologia, sono rilievi senza contesto di rinvenimento confluiti direttamente nelle collezioni museali.
L’altra direzione della ricerca si è invece focalizzata ad analizzare il ruolo del paesaggio e dei suoi elementi caratteristici nelle raffigurazioni antiche, per cercare di comprendere se essi fossero funzionali, necessari alla scena oppure solo meramente decorativi.
L’interesse degli studiosi per il genere paesistico parte da un lavoro di Th. Schreiber , della fine del diciannovesimo secolo, dove lo studioso tentò di raggruppare una serie di rilievi con elementi del paesaggio a supporto della sua tesi che voleva riconoscere la genesi dell’interesse per la rappresentazione più marcata e dettagliata del paesaggio nell’arte ellenistica, in particolare nell’arte alessandrina. Le ricerche successive mostrarono che numerosi rilievi raggruppati dallo studioso erano in realtà copie romane, ma l’entrata in scena ad un certo periodo della storia dell’arte greca del paesaggio in maniera così preponderante e marcata spinse comunque numerosi studiosi a sostenere l’esistenza del “problema” del rilievo paesistico: era possibile individuare un centro propulsore di questa tendenza o essa era solo una diretta conseguenza degli sviluppi e delle innovazioni artistiche?
In base a queste considerazioni di partenza si è analizzato in primo luogo come fosse concepito il paesaggio dagli antichi ed in che modo essi lo rappresentassero nelle loro arti figurative. Inoltre si è anche cercato di chiarire se il paesaggio rappresentato dagli antichi fosse un paesaggio reale oppure basato su elementi indicatori del paesaggio, i famosi topia citati da Vitruvio e Plinio . Si è anche analizzato se nello specifico caso dei rilievi decorativi la rappresentazione del paesaggio fosse solo funzionale all’ambientazione della scena o se gli elementi del paesaggio diventassero anche portatori di un diverso significato.
Per giungere a risultati completi e soddisfacenti l’indagine è partita dall’analisi di rappresentazioni del paesaggio nei monumenti dell’arte greca, per volgersi poi a considerare come la raffigurazione di elementi paesistici venga recepita nell’arte romana. L’analisi puntuale di esempi di rilievi conservati ha permesso di constatare che nelle rappresentazioni a carattere paesaggistico dall’età ellenistica in poi compaia incisivamente un determinato tipo di tema scenico, che sono le rappresentazioni idillico-bucoliche. Gran parte dell’analisi su questa tipologia di rappresentazioni è stata dedicata a quei rilievi che, ascrivibili al primo periodo imperiale, mostrano rappresentazioni in cui ad essere raffigurata è una un’ambientazione rurale. La domanda alla quale si è cercato di rispondere era se la scena rappresentata trasmettesse negli animi degli osservatori antichi anche tematiche connesse alla politica augustea oppure si trattasse solamente di scene “di genere” esposte dai proprietari delle abitazioni per mostrare una condizione di felicità che aspiravano ad attuare anche per loro stessi anche attraverso l’esposizione di determinate immagini. L’analisi dettagliata della presenza degli elementi paesistici nelle raffigurazioni è servita come base per cercare di evidenziare se fossero o meno gli elementi del paesaggio a farsi portavoce di tematiche sociali e politiche augustee, connesse con il periodo di pace introdotto per tutti i membri della società romana, l’aurea aetas, o se invece fosse al contrario la scena rappresentata a trasmetterle.
La constatazione che nel genere dei rilievi decorativi con rappresentazioni di paesaggi del periodo augusteo vi fosse un’alternanza tra immagini che rappresentavano tematiche più innovative e immagini più fedeli alla tradizione precedente secondo una chiara e precisa volontà di richiamare tematiche e repertori già codificati in precedenza ha promosso anche un’indagine volta a chiare se il ruolo degli elementi del paesaggio cambiasse anche in base alla rappresentazione in questi differenti tipi di rilievi.
La ricerca si è infine focalizzata nello specifico sull’analisi del rilievo proveniente da Capri. L’indagine su un particolare elemento dell’arredo di una residenza imperiale costituisce un punto di vista di estremo interesse poiché com’è ovvio le dimore degli imperatori sono luoghi di esibizione e sperimentazione in ambito artistico e per le modalità dell’abitare; ambientazioni che diventano inevitabilmente anche modelli da imitare da parte di membri della corte e di singoli privati nelle loro case di città e ville d’otium. Dopo una puntuale descrizione e analisi del contesto di rinvenimento si è cercato di constatare se il rilievo in analisi condividesse con i rilievi decorativi il contesto di impiego ed esposizione. Si è analizzato, in base alle constatazioni generali del ruolo del paesaggio nell’arte romana, il ruolo che gli elementi del paesaggio presenti nella scena svolgono; è stata avanzata anche un’indagine delle unità figurative che compongono la scena e un’analisi stilistica per cercare di fornire una datazione basata sia sulla datazione del contesto di rinvenimento ma anche sullo stile del rilievo. La ricerca si chiude con una proposta di interpretazione della scena, in quanto, sebbene diversi studi ne abbiano avanzate diverse, l’esegesi della scena è sempre stata alquanto ipotetica e controversa.
La possibilità di effettuare uno studio particolareggiato e analitico del rilievo è derivata anche dalla visione diretta e autoptica del monumento, conservato nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e attualmente esposto al pubblico in occasione della mostra “Augusto e la Campania” in svolgimento presso il Museo. Si desidera quindi ringraziare il Museo Archeologico Nazionale di Napoli nella persona della dott.ssa Valeria Sampaolo e la Soprintendenza dei beni Archeologici di Napoli nella persona della dott.ssa Teresa Elena Cinquantaquattro che, con il permesso di studio concessomi, mi hanno consentito di concludere questa ricerca.