Tempietto di San Pietro in Montorio

This study focuses on the sole surviving primary document concerning Bramante's Tempietto, the inscribed foundation stone bearing the date 1502 and identifying the patrons as Ferdinand of Aragon and Isabel of Castile. Examination of the inscription's unusual form and content, facilitated by new information concerning the stone's discovery in 1628 and results of a recent restoration, reveals a sophisticated program of epigraphical recovery that illuminates the Tempietto as a Spanish royal commission.  The honored treatment the stone received in 1628 when it was prominently installed in the renovated crypt chapel, and again in 1804, demonstrates how the epigraph has shaped understanding of this singular work of Renaissance architecture.

La chiesa di San Pietro in Montorio occupa un posto di assoluto rilievo tra gli edifici religiosi di Roma nel XV secolo, per novità delle soluzioni architettoniche e decorative (felice esempio di dialogo tra influssi diversi), per l’autorevolezza della committenza (i sovrani di Spagna e, in parte, di Francia), per la storia del sito (tradizionalmente legata al martirio dell’apostolo). L’iter progettuale che ha prodotto l'opera è assai complesso, in un ambiente popolato da attori con ruoli, interessi e obiettivi differenti. La progressiva messa a fuoco di questo ambiente lascia scoprire una inaspettata centralità del luogo, tanto più sorprendente se si considera il suo isolamento (allora come oggi) rispetto alla città. Una centralità nuova non solo nel panorama della storia dell’architettura ma anche in quello della storia sociale. Nello stesso tempo la chiesa di San Pietro in Montorio è, pur nella sua peculiarità, un esempio tipico delle consuetudini progettuali e costruttive del Quattrocento romano. Un episodio emblematico anche rispetto alla questione attributiva che, come nella quasi totalità degli esempi ad esso contemporanei, resta irrisolta. Valutazioni stilistiche e comparative conducono ad individuare una influenza urbinate e un probabile progetto di Baccio Pontelli (attivo a Roma nel 1482-1483 e, saltuariamente, fino al 1492), già dubitativamente riferito da Giorgio Vasari, considerando però decisivi gli apporti delle maestranze coinvolte, come spesso accade nel periodo esaminato e anche quando la realizzazione si protrae a lungo nel tempo: la cronologia della fabbrica occupa infatti quasi interamente l’ultimo trentennio del XV secolo a causa di numerose interruzioni e cambiamenti di programma.

Il saggio approfondisce la storia delle vicende architettoniche del complesso monumentale di San Pietro in Montorio dal XV secolo ad oggi. Si esamina il progetto per il tempietto, attribuito da Serlio a Bramante, e si pubblicano alcuni disegni inediti del XIX secolo con ipotesi ricostruttive del cortile circolare intorno al sacello, rimasto irrealizzato.

Il Tempietto di Bramante è una delle opere più studiate della Storia dell’Architettura e probabilmente una delle più “misurate”. Numerosi sono i rilievi pubblicati che nel corso degli anni hanno ormai consolidato un riferimento metrico e geometrico che l’applicazione delle nuove tecnologie di 3D capturing di fatto possono solo confermare. Tuttavia, la disponibilità di un modello numerico 3D (nuvola di punti) consente ora agevolmente di confrontare e verificare direttamente ipotesi differenti perseguendo l’obiettivo ultimo di qualunque Rilievo: raggiungere la cosiddetta conoscenza profonda dall’oggetto e ricostruirne l’idea progettuale. In questo quadro, il presente contributo intende discutere il tema del “tracciato regolatore” del Tempietto sia per ciò che riguarda il modulo con cui è stato progettato, sia per l’impianto geometrico di base che ha guidato il tracciamento degli elementi fondamentali.

El tempietto di San Pietro in Montorio, proyectado por Donato Bramante a comienzos del siglo XVI en Roma, y con el que se contribuyó a fijar el lenguaje de la Renovatio Urbis del epicentro del catolicismo y, de modo general, del Renacimiento pleno, se analiza como elocuente ejemplo de las mudanzas que afectan a una obra arquitectónica y su imagen, en las que se suceden intenciones que son olvidadas y en ocasiones prevalecen otras de apropiación.

Self-evident proof has been released by Scott Lund showing that Leonardo da Vinci painted the Mona Lisa as a personification of Bramante's Tempietto in Rome. The Prado copy of the iconic painting provides corroborating detail that the partial pillars on the wall behind the Mona Lisa figure, and the chair she sits on, were taken directly from the architecture of the chapel.

Cassandra D'Amario, a schoolgirl in Rome, became the first person in history to knowingly pose for a photograph at the secret location where the Mona Lisa was envisioned by Leonardo da Vinci. Her picture was taken August 2, 2016, at the Tempietto of Bramante atop the Janiculum hill near the Vatican. The spot was discovered by investigative historian Scott Lund as part of his extensive research known as the Mona Lisa Code ®️.

Mona Lisa landscape hides images connected with the cult site of Roman Childbirth goddess Diana. Three Owls and St. Christopher carrying the Christ Child are seen hidden in the rock formations of the Mona Lisa's left landscape. Investigative historian Scott Lund has identified these startling images drawn by Da Vinci at the end of a land survey line extending from the Vatican to the primary cult site of the Childbirth goddess Diana at Lake Nemi near Rome.