ebrei in Italia

La presenza ebraica in Calabria è ormai da considerarsi millenaria e costitutiva della nostra memoria e della nostra storia e non è da escludere che essa risalga al primo secolo dell’era volgare o ancora prima. In questo lunghissimo periodo di convivenza sicuramente ha conosciuto periodi luminosi, come anche purtroppo decenni e secoli drammatici forieri di sofferenza, così come quelli evidenziati da questo studio. Una presenza ebraica che affonda le sue radici nella leggenda e che aspetta l’impegno degli addetti ai lavori per una sempre maggiore documentata conoscenza.

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La "triade Borgia", composta dal pontefice Alessandro VI e dai suoi figli Cesare e Lucrezia, caratterizzò la vita politica e religiosa della penisola italiana nel periodo compreso tra il 1480 e il 1520.
Nel mondo giudaico Alessandro VI è considerato un protettore degli ebrei, per aver egli mostrato comprensione verso i profughi sefarditi che giunsero a Roma nel giugno 1493 a seguito dell'espulsione dal regno bipartito di Spagna. In realtà l'ambiguo pontefice rivelò tratti di severità verso la comunità israelitica romana, alternati a momenti di conciliazione, approfittando non di rado della sua ricchezza economica e tassandola per finanziare le campagne militari del figlio Cesare.

Il protestantesimo è una branca del cristianesimo sorta nel XVI secolo per riformare la Chiesa cattolica, la cui dottrina e la prassi erano considerate deviate e non più conformi alla parola di Dio. Questo movimento religioso, originato dalla predicazione dei riformatori Jan Hus, Martin Lutero, Huldrych Zwingli, Giovanni Calvino e John Knox determinò enormi risvolti politici nelle nazioni dell'Europa centrale e in altre che, per via di alleanze strategiche e dinastiche, erano legate alla cultura espressa in lingua tedesca. Sotto il termine "protestantesimo" si riunisce un variegato universo di chiese ed organizzazioni ecclesiastiche, alcune delle quali molto diverse tra loro.

Nel proprio testamento, Aron Rovighi citava la biblioteca come parte dei beni da destinare in eredità, senza specificarne la composizione; così i periti incaricati dai successori stilarono un inventario di 608 pezzi, tra libri, tomi, opuscoli, pergamene, valutati in totale 4.000 lire modenesi, che trattavano prevalentemente di religione, esegesi, cabala, feste e ricorrenze, assieme al mobile che li conteneva e che si trovava nella dimora del defunto, a Carpi in strada Maestra, al numero 641.

Nella diaspora europea, il ruolo della trasmissione della cultura e delle tradizioni giudaiche è stato assunto dalla scuola elementare condotta dal rabbino o da un suo aiutante: in tal modo, la cultura risultava strettamente connessa alla religione, rendendo sfumata la distinzione con l'istruzione laica. Qui si tratterà delle caratteristiche dell'istruzione ebraica a Carpi.

Il 1859 fu un anno di svolta per gli israeliti che fino a quel momento erano stati sudditi della casa d'Este. Gli sconvolgimenti politici avevano investito l'ebraismo della penisola, coinvolto nelle rivoluzioni terminate con l'unificazione e la nascita del regno d'Italia, ma furono anche essenziali per la storia degli ebrei estensi e aveva fine il loro secolare legame con la casata principesca.

LLe vicende della piccola comunità ebraica di Sabbioneta e il suo sviluppo culturale all’epoca della dominazione del duca Vespasiano Gonzaga, nella seconda metà del XVI secolo. Nel territorio mantovano l’arte della stamperia era di dominio ebraico e a Sabbioneta si approfittò anche dello scarso potere che aveva la Chiesa, ostacolata nei suoi propositi di controllo. Gli artigiani della stampa ebraica insediati a Sabbioneta lavorarono in un ambiente ricco di opportunità, sia culturali che commerciali, grazie allo spirito moderno apportato alla città dalle innovazioni urbanistiche intraprese da Vespasiano, in quello che è stato il “Rinascimento sabbionetano”. A cominciare dall’epoca dei prestatori di denaro, la cittadina ha ospitato alcuni studiosi di esegesi religiosa giudaica e di mistica cabbalistica, senza mai rinchiuderli in un ghetto. Ugualmente gli ebrei videro con favore l’avvento della dominazione napoleonica, portatrice di libertà e poi aderirono al risorgimento italiano. Di questa piccola comunità, vissuta in pace e in prosperità, oggi rimangono poche testimonianze materiali: la sinagoga di recente restaurata è una di queste.

Angelo Mordechai Donati, nato a Modena il 3 febbraio 1885, discendeva da una importante famiglia ebraica, le cui origini risalgono al XVI secolo.  Nel 1927 batté il record mondiale di volo in altitudine. Fu amministratore di molte società tra cui la Rinascente. Partecipò alla Conferenza di Pace di Versailles nella delegazione ebraica. Trasferitosi in Francia operò, durante la Seconda Guerra Mondiale, per la sicurezza dei sui correligionari.

Il Centro di ateneo per la storia della resistenza e dell'età contemporanea e l'Università di Padova ospitano la presentazione del volume "Il figlio del rabbino". Ne discutono Fulvio Cortese, Gadi Luzzatto Voghera e Giovanni Focardi. Presiede Giuseppe Zaccaria

Estratto dal volume: "Il Marzocco. Carteggi e cronache fra Ottocento e Avanguardie (1887-1913)". Atti del seminario di studi (12-13-14 dicembre 1983). L'articolo  tratteggia la figura di Angiolo Orvieto e del fratello Adolfo, fondatori della rivista fiorentina "Il Marzocco", nel contesto della società ebraica italiana di fine '800.