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In questa bozza, che farà parte di un futuro lavoro più compiuto, analizziamo due interessanti inni a Vayu, per scoprire il concetto della triade Vento, Respiro, Spirito che anima la religiosità indiana ancor oggi. Gli inni sono stati... more
In questa bozza, che farà parte di un futuro lavoro più compiuto, analizziamo due interessanti inni a Vayu, per scoprire il concetto della triade Vento, Respiro, Spirito che anima la religiosità indiana ancor oggi. Gli inni sono stati tradotti dal sanscrito da Kenan Digrazia. Il commento, pure di Digrazia, è comparativo delle tradizioni religiose Occidentali ed Orientali, seguendo la consueta via, per il secondo inno, di un commento tradizionale ed olistico che si affronti il componimento stanza per stanza.
Non vogliamo scadere nel comparazionismo, per cui siamo sempre consci delle rispettive differenze e particolarità delle visioni affrontate, ma non per questo non possiamo andare alla scoperta di una possibile tradizione primordiale comune, per lo meno, dal punto di vista degli invarianti concettuali metafisici espressi.
Per la seconda volta in Italia, dopo Tommaso Iorco, quest'importantissimo inno del Rg Veda viene tradotto in lingua corrente italiana. Tradotto dal sanscrito originale, appoggiandosi alla versione inglese di Ralph T. H. Griffith (1896) ed... more
Per la seconda volta in Italia, dopo Tommaso Iorco, quest'importantissimo inno del Rg Veda viene tradotto in lingua corrente italiana. Tradotto dal sanscrito originale, appoggiandosi alla versione inglese di Ralph T. H. Griffith (1896) ed anche alla parziale traduzione di Raimon Panikkar in "Veda-Mantramañjarī" BUR, 2016, da lui operata solo relativamente alle strofe più importanti. Segue commento dell'autore, Kenan Digrazia, che fa propria la tesi di come ci si trovi, in quest'inno, di fronte alla testimonianza dell'unicità monoteistica dei culti antichi, precisamente in quella fase storica ove emerge il politeismo come trasformazione successiva. Il commento è anche formativo-spirituale, nel rispetto della tradizione indiana, e comparativo con la tradizione biblica occidentale.
Naturalmente si tratta di un lavoro sintetico, essendo che i temi e le suggestioni di quest'inno potrebbero occupare almeno 300 pagine di analisi dettagliata, strofa per strofa.
In questo numero: I cakra nell’insegnamento di Yoga Ācārya Ananda Balayogi Bhavanani (ICYER, Ananda Ashram, Pondicherry, India). La sezione si è arricchita con approfondimenti dedicati ai singoli cakra, nei quali Śrīguru illumina in modo... more
In questo numero:
I cakra nell’insegnamento di Yoga Ācārya Ananda Balayogi Bhavanani (ICYER, Ananda Ashram, Pondicherry, India).
La sezione si è arricchita con approfondimenti dedicati ai singoli cakra, nei quali Śrīguru illumina in modo competo e diffuso il pieno significato dei cakra, inquadrandoli nella più ampia dimensione del Sanatana Dharma.
L’insegnamento di questo grande Guru si colloca nell’ininterrotta catena iniziatica (Śiṣya-Guru-Pāraṃpara) della vivente Tradizione rappresentata dal Rishiculture Gitananda Yoga.

I Sūtra di Patañjali e i Veda, a cura del dott. Kenan Digrazia.
Siamo lieti di ospitare nel nostro sito un contributo particolarmente significativo del dott. Kenan Digrazia.
Nel saggio sono raccolti quattro approfondimenti volti a stimolare una riflessione più ampia nei praticanti e nei conoscitori dello Yoga. Si tratta di gettare nuova luce su passaggi spesso considerati a torto come “oscuri” o “magici” dagli studiosi nel libro III degli Yoga Sūtra di Patañjali, il testo a fondamento del Darśana dello Yoga, una cui lettura quotidiana accompagnata da attenta meditazione si rende indispensabile per chiunque voglia progredire in modo completo nel cammino del “soggiogamento” dei sensi per ottenere la mokṣa del proprio puruṣa.

Yoga per tutte le Stagioni 3 – In piedi
La terza di 5 pratiche per tutte le stagioni, i momenti e le situazioni della vita.
Lo yoga si adatta alle esigenze dell’individuo, permettendo di continuare a muoversi -in armonia con la respirazione consapevole- e secondo le proprie possibilità del momento.
Con la pratica giornaliera anche di pochi minuti, più volte al giorno, si potrà individuare ciò che dà più beneficio.
In questo saggio è nostra intenzione raccogliere quattro approfondimenti volti a stimolare una riflessione più ampia nei praticanti e nei conoscitori dello Yoga. Si tratta di gettare nuova luce su passaggi spesso considerati a torto come... more
In questo saggio è nostra intenzione raccogliere quattro approfondimenti volti a stimolare una riflessione più ampia nei praticanti e nei conoscitori dello Yoga. Si tratta di gettare nuova luce su passaggi spesso considerati a torto come “oscuri” o “magici” dagli studiosi nel libro III degli Yoga Sūtra di Patañjali, il testo a fondamento del Darśana dello Yoga. Andremo a rintracciare le direttrici esegetiche dei sūtra analizzati in quei termini sanscriti che ricorrono pure nei Veda, situati alla base di tutta la sapienza e la spiritualità indica.
In this essay it is our intention to collect four insights aimed at stimulating a broader reflection in practitioners and connoisseurs of Yoga. It is a question of shedding new light on passages often wrongly considered as "dark" or "magical" by scholars in Book III of Patañjali's Yoga Sutras, the text underlying the Darśana of Yoga.  We will go to trace the exegetical guidelines of the sutras analyzed in those Sanskrit terms that also recur in the Vedas, located at the base of all the wisdom and spirituality indica.
In contemporary epistemological research it is gradually emerging the fact that the relativistic interpretation of Lorentz transformation (LT) started from Einstein's early criticism of the notion of "simultaneity" and Minkowski's... more
In contemporary epistemological research it is gradually emerging the fact that the relativistic interpretation of Lorentz transformation (LT) started from Einstein's early criticism of the notion of "simultaneity" and Minkowski's invariance of the space-time interval should be considered as playing a different role than that of the LT under a Newtonian physics background, i.e., in classical wave propagation theories (Voigt). In this paper we summarize the nature of the deep shift between LT before 1905 (LTC , wave propagation models) and LT after Einstein's article on Annalen der Physik [11] (LTR , relativistic particle physics), pointing out the hypothesis that this difference should be ascribed to the presence of a third postulate in Special Relativity, not attributable to the other two and well distinct from them: the invariance of the space-time interval, also necessary for the foundation of the entire relativistic dynamics.-According to Einstein, Special Relativity is different from Newtonian mechanics only by the postulate of invariance of the light velocity c in vacuum (II postulate), the first one (I postulate), the principle of Galilean relativity, remaining unchanged. We see in this paper that the two postulates (I and II) are not sufficient in order to establish Special Relativity. A well-known remarkable difference between Lorentz (LT) and Galilean (GT) transformations lies in the way the relativity principle, common to both, is implemented-without (Galilean) or with (LT) upper bound for all boost velocities. We read at p. 322 in [1]: "However, this (...) is only one aspect of the historical path; another aspect, of which the existing literature gives no clear account, concerns the different roles played by LT in describing either classical wave propagation phenomena or relativistic particle physics". From the mathematical side, both LT C and LT R are described by the same well-known formalism. An exhaustive discussion about the mathematical properties of LT together with a historical account can be found in Klein, [2]. LT C was first deduced by Voigt's work [3] in 1887 through his description of wave propagation, and it is still a common mathematical tool for the comprehension of the classical Doppler shift effect [4]. H. A. Lorentz himself [5] recognised the anteriority of Voigt's contributions in 1909 [6]. However, Klein's aforementioned work does not distinguish explicitly the physical difference between the classical interpretation of Voigt's transformation and the relativistic one. This difference is clearly pointed out in [1] for the first time. The invariance of the relativistic interval as a third postulate in S. Relativity Digrazia K., Pagano E. V.
Scopo del presente lavoro è riportare una sintesi delle discussioni intorno alla natura metafisica del simbolo dei cicli cosmici, avvenute nell’ottobre del 2020, tra Kenan Digrazia, dottore in fisica ed epistemologia all’Università degli... more
Scopo del presente lavoro è riportare una sintesi delle discussioni intorno alla natura metafisica del simbolo dei cicli cosmici, avvenute nell’ottobre del 2020, tra Kenan Digrazia, dottore in fisica ed epistemologia all’Università degli studi di Catania, anche traduttore dal sanscrito ed esperto di simbologia indiana, ed il maestro di Yoga Marco Sebastiani, già traduttore degli Yoga Sūtra di Patañjali (Porto Seguro Editore, 2020), laureato in antropologia religiosa alla Sapienza di Roma e caporedattore di Yoga Magazine Italia. Il dialogo, “trasferito” in forma di piccolo saggio, si svolge a più livelli, su un piano filosofico, teologico ed epistemologico, con il contributo dell’esposizione comparata dei modelli di cosmologia antica e moderna.
L’articolo include il contributo di Kenan Digrazia:
La mistica della Gāyatrī
ed i link all’insegnamento di Sūrya Namaskāra di Yogacharya Ananda Balayogi Bhavanani e Śrī Svāmī Sivananda
The best known Hindu mantra with commentary by Kenan Digrazia. "There is nothing more sublime than the Gāyatrī" affirm the authoritative and ancient laws of Manu (II, 83). In fact, if we wanted to synthesize the entire Hindu spiritual... more
The best known Hindu mantra with commentary by Kenan Digrazia. "There is nothing more sublime than the Gāyatrī" affirm the authoritative and ancient laws of Manu (II, 83). In fact, if we wanted to synthesize the entire Hindu spiritual constellation in a single mantra, surely no one else would be more in our case than the Gāyatrī, which flows every day, morning and evening without stopping, from the lips of countless crowds of faithful, yogis and of ascetics scattered throughout the world, since ancient times. Through this short paper, we wish to provide, to those who will have the patience to follow us on our little journey, an introduction to a "treasure chest" of little known knowledge, especially in the West. In this way, we like to think that we can increase, even if only slightly, the spiritual knowledge and, consequently, the degree of awareness of the reader's journey in relation to this very important mantra.
Il più noto mantra induista con il commento di Kenan Digrazia. «Non c'è nulla di più sublime della Gāyatrī» affermano le autorevoli ed antiche leggi di Manu (II, 83). In effetti, se volessimo sintetizzare l'intera costellazione spirituale... more
Il più noto mantra induista con il commento di Kenan Digrazia. «Non c'è nulla di più sublime della Gāyatrī» affermano le autorevoli ed antiche leggi di Manu (II, 83). In effetti, se volessimo sintetizzare l'intera costellazione spirituale induista in un solo mantra, sicuramente nessun altro farebbe più al caso nostro della Gāyatrī, che sgorga ogni giorno, mattina e sera senza sosta, dalle labbra di innumerevoli folle di fedeli, di yogin e di asceti sparsi in tutto il mondo, sin da epoche remotissime. Attraverso questo breve scritto, desideriamo fornire, a chi avrà la pazienza di seguirci nel nostro piccolo viaggio, un'introduzione ad uno "scrigno" di conoscenze scarsamente note, sopratutto in Occidente. In tal modo, ci piace pensare di poter accrescere, anche se di poco, la conoscenza spirituale e, di conseguenza, il grado di consapevolezza del cammino del lettore in relazione a questo mantra importantissimo.
Presentazione sommaria del secondo libro di K. Digrazia dopo “Attimi multiformi”, questa volta scritto “a quattro mani” in collaborazione con il prof. E. Casagrande. In questo volume si esplora in modo innovativo e secondo percorsi... more
Presentazione sommaria del secondo libro di K. Digrazia dopo “Attimi multiformi”, questa volta scritto “a quattro mani” in collaborazione con il prof. E. Casagrande. In questo volume si esplora in modo innovativo e secondo percorsi pedagogici il contributo apportato al concetto moderno di “induismo” da parte dei riformisti del Rinascimento Bengalese. Analizzeremo il loro apporto filosofico e il loro smarcarsi dalla continuità della Tradizione vedica e brahmanica alternando storia, biografia e traduzioni dal sanscrito! Link per l’acquisto: https://www.amazon.it/Riformismo-hindu-Colonialismo-tradizione-protagonisti/dp/B09ZL4FX4B
Il lavoro presenta una rassegna dei punti essenziali della teoria della relatività speciale di Einstein, approfondendo le fasi precedenti alla sua formulazione ed accennando anche ad alcuni suoi aspetti che, specialmente lungo il corso... more
Il lavoro presenta una rassegna dei punti essenziali della teoria della relatività speciale di Einstein, approfondendo le fasi precedenti alla sua formulazione ed accennando anche ad alcuni suoi aspetti che, specialmente lungo il corso dei primi decenni del secolo scorso, hanno suscitato interpretazioni controverse, riviste alla luce delle più recenti pubblicazioni nel settore. Dopo un'introduzione generale alla tesi, nella quale vengono presentati per sommi capi la materia e gli scopi dell'opera, nel primo capitolo si accenna ai presupposti storici ed epistemologici dell'articolo di Einstein del 1905. Vengono esposte le principali problematiche concettuali della fisica classica, così come presentatesi nel corso della storia: ad esempio, l'incompatibilità tra il principio galileiano di addizione delle velocità e la costanza della velocità di propagazione di un'onda elettromagnetica piana, ottenuta dalle equazioni di Maxwell. Sono citate anche alcune esperienze che usualmente vengono assunte come riconoscimento della teoria, tra le quali, come caso storico, quella di Michelson-Morley sulla rivelazione del “vento d'etere”, che suscita problematiche ancora attuali. Si accenna, infine, ai contributi dei vari studiosi sulla formulazione del pensiero del fisico tedesco, in particolare a quelli di H. Poincaré. Nel secondo capitolo, si passa ad esporre la formulazione dei due postulati sui quali si basa la teoria, seguendo il ragionamento dello stesso Einstein, corredato da alcune testimonianze estratte da appunti didattici e dalla lettura di conferenze da lui tenute. Un paragrafo importante viene dedicato al concetto della simultaneità e delle trasformazioni di Lorentz, alla luce di considerazioni epistemologiche (ad esempio, Reichenbach) e di considerazioni recenti e presenti in letteratura sul concetto di simultaneità, ove si evidenza come il ragionamento sulla simultaneità di Einstein vada considerato anche sotto ipotesi non balistiche di propagazione dei segnali luminosi, con correzioni opportune per l'effetto Doppler. Inoltre, si fa notare come le trasformazioni di Lorentz mutino di significato a seconda che le si consideri all'interno del paradigma della fisica classica (trasformazioni di Voigt), o di quello della fisica relativistica. Nel primo caso, si tratta della correlazione di due eventi distinti (fronti d'onda), nel secondo, del medesimo evento rappresentato da due sistemi di riferimento inerziali distinti. Il garante dell'unicità dell'evento, in relatività speciale, è l'invarianza dell'intervallo spazio-temporale, che mostreremo non potersi ricavare in modo chiaro solo dai due postulati di Einstein. Si tratta quindi di considerare esplicitamente all'interno della teoria le considerazioni sul rapporto di casualità nei diagrammi di Minkowski dello spazio-tempo. Sia che si parli di casualità assoluta (simultaneità metrica), di invarianza dell'intervallo, o di unicità dell'evento, si postula sempre una terza relazione tra gli eventi fisici (l'invarianza dell’intervallo relativistico) per giungere alle trasformazioni di Lorentz, nell'interpretazione relativistica. Non si potrà poi non dedicare una qualche attenzione alle conferme sperimentali della teoria, descritte storicamente e quantitativamente, nonché ad alcuni fraintendimenti concettuali suscitati, in alcuni casi (paradosso dei gemelli ed equivalenza massa-energia), da tali esperienze. Il terzo capitolo verte invece su alcune considerazioni epistemologiche alla teoria, evidenziando le posizioni “operazioniste” di P. W. Bridgman e “relazionali” di E. Cassirer. Si accennerà, inoltre, all'argomento, sempre centrale, della teoreticità dell'osservazione, nonché del dialogo tra fisica e metafisica, che influenza giocoforza i programmi di ricerca teorici e sperimentali. Dopo le conclusioni, segue una sezione appendice, che raccoglie alcune utili dimostrazioni correlate agli argomenti esposti, e la bibliografia finale, relativa a titoli di approfondimento e di ampliamento della materia trattata, sia fisici che filosofici.