Renato De Fusco

Il saggio individua quattro tipi di avanguardia in architettura, quella dei maestri, la seconda legata al mito dell'arte nella vita, la terza alla tecnologia, la quarta alla contestazione globale. Quest'ultima, secondo l'autore, esprime meglio delle altre l'idea dell'avanguardia

The essay, written in collaboration with F. Sbandi, speaks about industrial district of San Leucio in Caserta. This center, stated in political history as an episode of the Borbonic reign, in the history of the lawful ordinance because of its singular "socialist" constitution, in the industry for its textile production, it is examinated by the authors essentially for its architectural and urbanistic aspects. Other than the documentation with regards to its setting, San Leucio is framed in a Utopic setting and considered, in a certain way, an anticipation of the community conceived by Owen and Fourier.

Una breve storia dell'arte Dal paleolitico al XX secolo (Introduzione) Che nella nostra età dell'informazione vi sia l'esigenza di una breve storia dell'arte, distinta dalle ricerche specialistiche, dai manuali scolastici, dalla scarsa offerta televisiva e informatica, è convinzione molto diffusa e sentita; non solo, ma se non si trova una nuova forma di divulgazione della vicenda artistica, questa rischia la più grande indifferenza da parte del pubblico. Finalità di questo libro è la riduzione della storia dell'arte a una serie d'idee e immagini comprensibili e memorizzabili dal maggior numero di persone; tuttavia la sua brevità è condizione necessaria ma non sufficiente: affinché la storia che qui proponiamo abbia anche un senso e una caratteristica propri è necessario che il suo essere breve non sia una mera semplificazione, ma il frutto di una elaborazione, di una «riduzione culturale». Con tale espressione intendiamo un «artificio storiografico» che corrisponde al principio per cui la realtà dell'arte presenta opere diverse uniche e irripetibili, mentre la natura del nostro pensiero intende e apprende solo ciò che è, o appare, riconducibile a un denominatore comune Questo generale principio diventa applicabile quando si traduce nel costruire «ad arte» una serie di linee omogenee (schemi, modelli, parametri ecc.) che tendono a unificare le diversità proprie degli artisti e delle opere. D'altra parte, per l'ampio arco di tempo percorso da questo saggio, è necessario tenere conto dell'assunto per cui «l'arte è tutto ciò che gli uomini chiamano arte», come ci dice l'estetica più avvertita, volendo significare che l'arte, le tendenze, i moti del gusto sono feno-meni che si trasformano nel tempo, concepiti diversamente in ogni età; ecco perché bisogna ricavarli dallo studio della storia. Questa non si configura solo nella continuità o nella discontinuità, ma in entrambe le dimensioni: vi sono momenti storici dal carattere continuo espressi da opere e tendenze tipiche ed emblematiche, quasi costanti alternati da momenti contrassegnati da opere estremamente originali, paradigmatiche, che aprono nuovi cicli del gusto, che fanno appunto da modello per la produzione successiva. In altri miei saggi storici ogni capitolo corrispondente a un periodo è stato diviso in due parti: l'una dedicata alla interpretazione delle opere e l'altra a «costruire» un contesto mediante la periodizzazione, le teorie del momento considerato, la sua storia politico-economica, i moti del gusto, gli usi e costumi ecc. Il tutto ricondotto a quella visione unitaria citata sopra. Qui questa articolazione non è possibile; l'ampio arco di tempo, la diversa interpretazione nei secoli della materia stessa, il variare delle concezioni non consentono di trattare le idee e le opere da una sola costante visuale. In particolare, come conciliare il principio citato secondo il quale «l'arte è tutto ciò che gli uomini chiamano arte», che presuppone un continuo cambiamento nel

A post-war description that responds to the needs of the so-called mass consumer society. Considering historical implications, politics, sociology and techniques induce the retention of architecture that expired in the mass media group, however which, in the well-known heterodirect world, have had the assigment of transmitting messages. It's in this communication aspects that critical culture can intervene in a corrective way. Thus, it's necessary to react to the significances of architecture, in order to resolve its semantic crisis and to give new life to its instrumental and subordinate role. The concluding chapters of the book are dedicated to the new indications of semiology, which show us how we can operate in that way.

Review: E. Garroni in «Paese sera»; S. Tavares in the Portughese journal «Protéria»; B. Zevi in «L'Espresso».

The first to speak about symbolic furniture was Sergio Bettini, refering to those designed by Le Corbusier: «In my opinion – he wrote – it's the major quality of these armchairs by Le Corbusier that are "marked", in which the two symbolic chains, time and space, ("geometry" and "function"; or, if you want to quote Pascal directly, "esprit de géométrie" and "esprit de finesse") are brought about by "the word" of Le Corbusier, to coincide with an impecible equilibrium». But it was the author of this essay that gave the first reading on semiology applied to furniture design and to document the production of Le Corbusier in the environment of his time.

Summary of studies that the author for over thirty years has dedicated both to the general theme of city centers and to that particular of Naples. The text calls into question the concept of the proposed General Plan replaced the so-called "City Mosaic"; reiterates the distinction between "center" and "old town", assuming the latter as a central subject of the whole essay. For the renovation and innovation of Neapolis greek-roman propose two initiatives: the mass in light of all the archaeological and, as a function primarily of the ancient quarter, creating in it a citadel of studies to complement the functions crafts , tertiary and residential buildings currently exist. The theoretical framework of the book is accompanied by an indication of the project: leave unchanged the Hippodamus network of roads and the creation of large courtyards (the cloisters lay to distinguish them from those made in the past by religious orders) within that network, solving even the old-new relationship with the creation of a new type of building.

In design practice and critical discourse on architecture recur words such as "historicism", "structuralism", "semiotics", "hermeneutics" and others, par del'arte indicate the basics of building. In this essay short and concise, these principles are identified and described in the clearest way possible, or within the reach of everyone, from university professor to the student, by the professional engineer construction site, from the historic to the letters. The theories serve not only par give greater cultural dignity to the discipline, but also for the purposes of strictly practical, because without theory is not realized any practice, especially in a time of uncertainty and confusion as the current one. Usually each from these principles is dedicated a monographic essay, here. on the contrary, are studied and exhibited together in order to allow differences and comparisons, the result is a theoretical-practical manual suitable to be consulted per-item or read in its entirety. In short, the author's objective is to give the most information in the shortest number of pages and especially to contribute to the formation of a general idea of architecture.

A quaterly review focused on critical contemporary art, published by Edizioni Il Centro – until January 1996 –, by Electa Napoli – until September 2012 –, and then by Grafica Elettronica.
Continuously directed by Renato De Fusco since 1964, «Op. cit.» collects more than 45 years of prestigious and international critical essays on architecture, design and visual arts