- EDUCATION AND TRAINING Dates: from 2001 Name of organisation: Seconda Università degli Studi di Napoli- Facoltà di L... moreEDUCATION AND TRAINING
Dates: from 2001
Name of organisation: Seconda Università degli Studi di Napoli- Facoltà di Lettere e Filosofia – Department: Conservation of Cultural Heritage
Title of Qualification: Associate Professor of History of Art Techniques; History of Restoration
TEACHING EXPERIENCE
Dates: from 2002
Name of Organisation: Scuola di Alta Formazione – Opificio delle Pietre Dure - Firenze
Dates: from 2003
Name of Organisation: Corso di Laurea in Tecnologia per la Conservazione dei Beni Culturali, Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Università degli Studi di Firenze
Dates: from 2007
Name of Organisation: Scuola di Specializzazione in Storia dell'Arte Medievale e Moderna SUN-Suororsola Benincasa, Napoli
OTHER WORK EXPERIENCE
Dates: from 1995 to 1999
Name of Organisation: Bayerisches Landesanmt fuer Denkmalpflege, Munich – Restaurierung Abteilung, Bayerisches Nationalmuseum - Munich
SELECTED PUBLICATIONS
BOOKS
1992, Lessico del Restauro, Fire L'attimo fuggente. Storie di collezionisti e mercanti nze, Nardini
2002,, Bergamo, Lubrina
2002, Dizionario del Restauro e della Diagnostica, Firenze, Nardini
2006, Giovanni Secco Suardo. Alle origini del restauro moderno, Firenze,Edifir
2009, Materiali e procedimenti esecutivi della pittura murale, in collaborazione con Deodato Tapete, Padova, il Prato
2011, Dizionario del Restauro. Tecniche Diagnostica Conservazione, texts by Cristina Giannini, Roberta Roani, Marcello Picollo, Giancarlo Lanterna, Deodato Tapete; preface by Giorgio Bonsanti, Firenze, Nardini
ESSAYS IN BOOKS
2010, “Rimote all'occhio”. Le pitture di Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi, in: La pintura mural de Giordano, Bruxelles, Brepols
2010, Arturo Cividini, un estrattista-restaurador a Catalunya, in: La Princesa savia. Les pintures de santa Caterina de la Seu d'Urgell. Barcelona, Museu Nacional d'Art de Catalunya
2004, Eine Kunstreise des Grafen Secco Suardo in der Mitte des 19. Jahrhundert nach Dresden, in: Italiensehnsucht, Deutscher Kunstverlag, Munich
ARTICLES
1996, “Sotto lo scialbo”. Firenze e la tutela del patrimonio artistico alle soglie dell'Unità, in: Bollettino dell'Accademia degli Euteleti di San Miniato
2010, “A lomos de una mula”. Franco Steffanoni, restaurador en Cataluna. Historia de una técnica de restauracion inventada en Bérgamo y exportada a Europa, in: Butlleti del Museu Nacional d'Art de Catalunya
INTERNATIONAL PROCEEDINGS
2012 (under review), TAPETE D., GIANNINI C., FRATINI F., The Florentine art of painting on tile in the fifteenth-sixteenth centuries: Evidences from the examination of artworks by Fra Bartolommeo, in: The Renaissance Workshop, The Materials and Techniques of Renaissance Art, London May 2012
MEMBERSHIP
Amici dell'Opificio delle Pietre Dure, Firenze
Consulta Italiana degli Storici dell'Arte
Società Italiana di Studi della Critica d'Arte
LANGUAGE SKILLS
German, Englishedit
Ugo Procacci and Umberto Baldini. A new way to approach a painting
Research Interests:
Giornata di Studi su Ulisse Forni, Opificio delle Pietre Dure Firenze, Ottobre 2017
Research Interests:
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Información del artículo Il Museo episcopale di vic: una raccolta storica in un edificio d' avanguardia.
Research Interests:
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Since the fifteenth century, in the Italian art, roof tiles, terracotta and, more generally, brick materials were adopted as artistic support for mobile paintings, curiously exploiting materials and techniques of mural painting. The small... more
Since the fifteenth century, in the Italian art, roof tiles, terracotta and, more generally, brick materials were adopted as artistic support for mobile paintings, curiously exploiting materials and techniques of mural painting. The small size and the low cost of these materials, jointly with easy availability as construction elements left over from building works, presumably favoured their use by artists for (self-)portraits, sacred and mythological representations. Both the application of pigments onto moist plasters following the typical procedure of fresco technique and the execution of details, even the entire depicted subject, by means of secco techniques, seem to testify a strict relationship with the coeval mural painting, as suggested by the evidence that the artists who experienced this type of mobile painting were also expert fresco painters (e.g., Andrea del Sarto, Pontormo, Giovanni da San Giovanni, Il Volterrano). The significant number of painted tiles preserved in th...
Research Interests:
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I presented this book edited by Prof Vittore Collina
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In una recente intervista rilasciata al Giornale dell'Arte, Alfio del Serra ricordava le difficoltà in cui si dibattevano, nei giorni immediatamente successivi al 4 novembre del '66, i restauratori che lavoravano al fianco di Ugo... more
In una recente intervista rilasciata al Giornale dell'Arte, Alfio del Serra ricordava le difficoltà in cui si dibattevano, nei giorni immediatamente successivi al 4 novembre del '66, i restauratori che lavoravano al fianco di Ugo Procacci, Soprintendente alle Gallerie di Firenze (una carica che, ricordiamolo, comportava anche la responsabilità sui territori di Prato, Pistoia e Arezzo) e Umberto Baldini, Direttore di quel Gabinetto di Restauro, ubicato nei locali della Vecchia Posta che era stato trascinato via dalle acque dell'Arno, e di cui Cristina Acidini, ha evocato stamani il profilo professionale ed umano. Fra i tanti, tempestivi aiuti giunti a Firenze, Del Serra ricordava che dalla Germania erano stati inviati dei potenti essiccatori. Questo episodio, noto attraverso le relazioni sugli affreschi alluvionati, stese da Giovanni Massari alla fine di gennaio e nel maggio del 1967, e inviate a Bruno Molajoli, allora Presidente della Commissione per la Conservazione delle Opere d'arte alluvionate e al Ministero della Pubblica Istruzione (da cui dipendevano ancora tutte le istituzioni preposte alla tutela del patrimonio), è solo un frammento della complessa rete di interventi, che la Repubblica Federale e in particolare lo Stato Bavarese misero prontamente in atto a favore della città toscana. L'episodio è significativo perché sottolinea il coraggio con cui Procacci e i suoi collaboratori accettarono contributi tecnici, nonostante i possibili rischi dell'impiego di strumenti nati con finalità diverse rispetto a quello che avrebbero avuto negli ambienti storici di Firenze. Nel caso degli essiccatori (concepiti per l'edilizia moderna col fine di sveltire l'abitabilità degli ambienti), si trattava di gestirne e controllarne l'uso, dando direttive precise sulla direzione dei getti di aria calda per evitare di danneggiare le pareti affrescate per eccesso di salificazione, e di fare un monitoraggio continuo della temperatura e dell'umidità relativa, in spazi che potevano raggiungere e superare i 10 metri di altezza. La difficoltà di organizzare una simile rete di verifiche con le forze disponibili era evidente. Procacci e i suoi erano ben consapevoli della responsabilità che si assumevano, ma anche dell'urgenza di agire in maniera mirata e metodica in quella che rischiava di diventare una situazione di completo caos, nella quale buona volontà e impegno umani dovevano essere coordinati e sorretti da una logica ferrea, che solo una mentalità scientifica poteva esprimere. Non è un caso che le loro figure siano state giustamente messe in relazione con l'istituirsi dell'alleanza fra scienza e restauro, e con la nascita del restauro scientifico inteso come impiego di strumenti che possano garantire un controllo diretto e continuo durante le varie fasi del lavoro.