Books by Paola Molino
Special Issue of Annali dell’Istituto storico italo-germanico in Trento / Jahrbuch des italienisc... more Special Issue of Annali dell’Istituto storico italo-germanico in Trento / Jahrbuch des italienisch-deutschen historischen Instituts in Trient 45,2 (2019)
https://www.rivisteweb.it/issn/0392-0011
Foucault’s Panopticon and Orwell’s Big Brother popularized the suggestive idea that we are consta... more Foucault’s Panopticon and Orwell’s Big Brother popularized the suggestive idea that we are constantly being observed from above or by a single central institution, yet many fundamental services in society like security, the rule of law and healthcare have relied in the past and still today rely at least partially on observations made and communicated by regular citizens who neither observe ‘from above’ nor are representatives of any particular institution. The concept of cultures of vigilance, developed by an interdisciplinary group of scholars based at the University of Munich,
aims to grasp the complex involvement of ordinary people in tasks set by society in the past and in the present. It thus shifts the attention from institutions and their norms to services rendered by people who willingly report what they have seen, heard or sometimes smelt. Acting in such a way often meant (and still means) walking a thin line between reporting on others and complying with civic duties.
Alla fine del XVI secolo, l’erudito olandese Hugo Blotius tentò di realizzare a Vienna il progett... more Alla fine del XVI secolo, l’erudito olandese Hugo Blotius tentò di realizzare a Vienna il progetto di un Museo del genere umano e di una Biblioteca imperiale universale. Assumendo per un trentennio la carica di bibliotecario di corte diede invece vita al primo nucleo della biblioteca imperiale asburgica.
Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase ancora poco nota della loro storia.
Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo.
Alla fine del XVI secolo, l’erudito olandese Hugo Blotius tentò di realizzare a Vienna il progett... more Alla fine del XVI secolo, l’erudito olandese Hugo Blotius tentò di realizzare a Vienna il progetto di un Museo del genere umano e di una Biblioteca imperiale universale. Assumendo per un trentennio la carica di bibliotecario di corte diede invece vita al primo nucleo della biblioteca imperiale asburgica.
Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase ancora poco nota della loro storia.
Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo.
Alla fine del XVI secolo, l’erudito olandese Hugo Blotius tentò di realizzare a Vienna il proget... more Alla fine del XVI secolo, l’erudito olandese Hugo Blotius tentò di realizzare a Vienna il progetto di un Museo del genere umano e di una Biblioteca imperiale universale. Assumendo per un trentennio la carica di bibliotecario di corte diede invece vita al primo nucleo della biblioteca imperiale asburgica.
Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase ancora poco nota della loro storia.
Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo.
Prefazione | Open Access (https://www.viella.it/libro/9788867288885/4020)
1. Hugo Blotius: un viaggiatore, un bibliotecario, un archivio
2. «ligt da expediert»: un impero di carte
3. Intellettuali, spazi, pubblici
1. Preludio
2. Lo spazio dei libri
1. Tre richieste all’imperatore: tempo, denaro e spazio
2. Intorno al convento dei frati minoriti
3. Nelle mani del Klosterrat
4. Convivenza forzata
5. Allestire e arredare
3. Il mestiere dei libri | Open Access (https://www.viella.it/libro/9788867288885/4021)
1. «In toga, stilo et calamo»: il catalogo De Turcis et contra Turcas
2. «Come salamandre nel fuoco»
3. Una bibliografia utile
4. Il Consilium a Rodolfo II
5. De officio bibliothecarii
6. Librari prima e dopo la stampa
7. Poco più di un guardarobiere
8. Der hinterlassene Bibliothekar
9. «Sua Maestà quella sappia ch’io sonno del tutto ruinato»
10. Nelle tasche del bibliotecario
11. La riscoperta della biblioteca
4. L’ordine dei libri
1. Premessa: il Museum generis humani Blotianum
2. Theatra mundi, musei universali, biblioteche:
passaggi di episteme
3. Fotografie di biblioteche
4. Per nome, cognome e…
5. Dalle Pandectae al nomenclator
6. Tra formazione e informazione
7. Tracce di cataloghi
8. Quaestiones bibliothecariae
9. Quale metodo?
10. A quante mani?
11. Alla ricerca di un coadjutor
5. Il pubblico dei libri
1. Curare, vigilare, disciplinare
2. «Basta con i prestiti notturni!»: il controllo sulla circolazione dei volumi
3. La biblioteca circolante di Rodolfo II
4. Servire la respublica litteraria: Tycho Brahe e Johannes Kepler in biblioteca
5. Fra pubblico e privato
6. Usi e abusi della biblioteca imperiale
7. Una biblioteca a molte dimensioni
6. Sipario
Bibliografia
Indice dei nomi
PhDthesis by Paola Molino
The thesis deals with the first organisation and uses of the Imperial library in Vienna between 1... more The thesis deals with the first organisation and uses of the Imperial library in Vienna between 1575 and 1604. At the core of this work there is the cultural and political experience of the first librarian, the Dutch scholar Hugo Blotius (1534-1608), attracted to Vienna during the “tolerant” age of Maximilian II, but in charge until the end of the reign of his successor, Rudolf II. From 1583 the Imperial court was no longer in Vienna but in Prague, so that the study of the library involves discussions about the moving centres and peripheries in early modern central Europe. The thesis is divided into four parts that correspond to larger analytical issues. In the first part, the problem of the relationship between early modern “intellectuals” and the production and construction of their legacy is tackled through the experience of Hugo Blotius before settling in Vienna (1570-1574). The problem is crucial since it is mainly through the sources produced by Blotius or connected to him that we are able to reconstruct the history of the imperial library. The second part deals with the urban and courtly dimensions of Vienna and here some specificities of its cultural institutions and the dynamics of patronage are singled out, with particular attention to the complicated transition between the reign of Maximilian II and that of Rudolf II. The third part of this work focuses on the micro-spatial dimension of the library (the Minorite cloister where this was placed) and tries to reconstruct how this space might have influenced the main activity that Blotius carried out while in Vienna, namely the drawing up of library catalogues. Finally I sketch some uses of the library, and some types of users, basing on lists of loans and scholarly correspondence, that is a way to reflect upon the rise of “publics” of late Sixteenth-century cultural institutions. In the second volume of the thesis the “materials” used for the text are collected, such as a selection of Hugo Blotius private correspondence, his Consilia, the documents from the archives, and his notes on the organisation of the library.
Papers/Articles by Paola Molino
This article reconstructs and compares the geography of information of the Fugger Zeitungen. By c... more This article reconstructs and compares the geography of information of the Fugger Zeitungen. By comparing the famous German collection of newsletters with two other manuscript collections (those of the Dukes of Urbino and the Grand Dukes of Tuscany), it seeks to understand
how the avvisi and Zeitungen were edited and translated in a time in which an independent newsletter market was developing to meet the information needs of the German-speaking public.
The article attempts to reconstruct the content and the context of a Consilium (advice) addressed... more The article attempts to reconstruct the content and the context of a Consilium (advice) addressed from the Imperial librarian in Vienna, Hugo Blotius, to the Emperor of the Holy Roman Empire Rudolf II in 1579. In the text the author points out at a number of morbi and possible treatments for the Imperial library. In so doing, he discusses some of the crucial issues related to the management of late Renaissance libraries, such as the increase of the collections, and the professionalization of the librarians. Through the comparison with other advices written by librarians and scholars in the same period, the article tries to contextualise some of Blotius’ ideas, in order to propose some more general conclusions about the organisation of libraries in a time of change for the culture of books, such as the 16th century. In the Appendix, the edition of the manuscript, preserved in Vienna in the Section of Manuscripts and Old prints of the Austrian National library, is proposed, thanks to the contribution of Dr. Christian Gastgber.
Der Aufsatz rekonstruiert die Entstehung und die wichtigsten Inhalte des Consilium, adressiert vom kaiserlichen Bibliothekar in Wien, Hugo Blotius, an den Kaiser des Heiligen Römischen Reiches, Rudolf II., im Jahre 1579. Es handelt sich um einen bisher unveröffentlichten Text, in dem der Autor, durch die Identifizierung einer Reihe von Krankheiten und geeigneten Lösungsvorschlägen für die kaiserliche Bibliothek, einige der wichtigsten Fragen zur Verwaltung von Bibliotheken der späten Renaissance, wie das Wachstum der Sammlungen und die Professionalisierung von Bibliothekaren, diskutiert. Der Text wird, wenn möglich, mit Texten anderer Bibliothekare und Gelehrte seiner Zeit verglichen. So versucht der Aufsatz einige der Vorschläge einzuordnen und empfiehlt allgemeine Hypothesen zur Bibliotheksorganisation in einer Zeit des tiefgreifenden Wandels für die Buchkultur. Im Anhang wird, dank des wertvollen Beitrages von Dr. Christian Gastgeber, die Edition der Handschrift von Blotius veröffentlicht, die sich in der Sammlung von Handschriften und alten Drucken der Österreichischen Nationalbibliothek in Wien befindet.
Erebea Revista de Humanidades y Ciencias Sociales Núm. 2 (2012), pp. 127-158
"Este artículo intenta reconstruir los “usos” de la Biblioteca Imperial de Viena al final del s... more "Este artículo intenta reconstruir los “usos” de la Biblioteca Imperial de Viena al final del siglo XVI, fundamentalmente el legado inédito del bibliotecario alemán Hugo Blocio, su correspondencia personal y su Hebdomas Bibliothecaria. La biblioteca distaba de ser una institución representativa
de la corona imperial, como la Kunstkammer
de Praga, pues sus usos dependían de la específica configuración espacial y de las condiciones políticas de la ciudad de Viena,
así como de las inclinaciones intelectuales
de sus bibliotecarios. En definitiva, se trata de una biblioteca al servicio de los miembros de la corte imperial, estudiantes y diplomáticos entre Viena y Praga, o una parte de la República de las Letras europea.
This article seeks to reconstruct the uses of the Imperial Library in Vienna at the end of the sixteenth century. The study draws mainly on the unpublished legacy of the Dutch librarian Hugo Blotius, specifically
on his personal correspondence and Hebdomas Bibliothecaria. The Library was far from being a representative institution of the Imperial Crown (such as the Kunstkammer
in Prague), and its uses depended on the specific spatial configuration and the political conditions of the city of Vienna,
and on the intellectual cast of its librarian.
As a result, the Library was mainly a circulating one for the members of the Imperial Court, and for scholars and diplomats
moving between Vienna and Prague, and thus was a part of the European republic
of letters."
Bibliothecae.it, Aug 2012
Between June 1575 and January 1608, the Dutch scholar Hugo Bloius, praefectus of the Habsburg col... more Between June 1575 and January 1608, the Dutch scholar Hugo Bloius, praefectus of the Habsburg collection in Vienna, attempted to provide the library with alphabetic and subjects catalogues, according to the example of Conrad Gessner’s Bibliotheca Universalis. For this purpose, in June 1576, he contacted Josias Simler and Johann Jakob Frisius in Zurich, authors of the last edition of the Bibliotheca Universalis. In the letters Blotius introduced his plan of library organisation and asked for advices in the making of the catalogues. In this way the collaboration between the Viennese and Swiss laboratories of knowledge organisation started, due to last at least until the end of the 80’s. This collaboration allows highlighting not only Hugo Blotius’ activity in the making of catalogues but also introducing a broader reflection on the ways how knowledge was systematised in the late 16th century libraries.
Zwischen Juni 1575 und dem Jahr 1608 versuchte der Holländer Hugo Blotius, praefectus der habsburgischen Sammlung in Wien, die Bibliothek mit alphabetischen Verzeichnissen und Klassifikationen nach der Methode von Conrad Gessner zu versehen. Zu diesem Zweck kontaktierte er im Juni 1576 seine Züricher Kollegen Josias Simler und Johann Jakob Frisius, die Autoren der neuesten Auflage der Bibliotheca Universalis, um Ratschläge zur Erstellung des Kataloges zu erhalten und um ihnen seinen Entwurf der Bibliotheksorganisation zu präsentieren. So begann die Zusammenarbeit zwischen dem Züricher und dem Wiener Bibliotheksaufbau, die mindestens bis Ende der achtziger Jahre dauern sollte und es nicht nur ermöglichte einige der Katalogisierungsaktivitäten von Blotius und seinen Mitarbeitern genauer zu beleuchten, sondern auch eine umfangreichere Betrachtung der Methoden zur Wissensorganisation in den Bibliotheken des späten 16. Jahrhunderts erlaubte.
Fra il giugno del 1575 e il 1608, l’olandese Hugo Blotius, praefectus della collezione asburgica di Vienna, cercò di dotare la biblioteca di indici alfabetici e per classi disciplinari, di stampo gessneriano. Per questo motivo, nel giugno del 1576, contattava i colleghi di Zurigo Josias Simler e Johann Jakob Frisius, autori dell’ultimo aggiornamento della Bibliotheca Universalis, alla ricerca di consigli sulla redazione del catalogo e per presentargli il suo piano di organizzazione della biblioteca. Ebbe iniziò così una collaborazione fra il cantiere bibliografico tigurino e quello viennese che durò almeno fino alla fine degli anni Ottanta e che consente non soltanto di far luce su alcuni aspetti dell’attività catalografica di Blotius e dei suoi aiutanti, ma anche di avviare una riflessione più ampia sulle modalità dell’organizzazione del sapere nelle biblioteche tardo cinquecentesche
Codices manuscripti, Jan 1, 2006
The paper (delivered in German) attempts to compare the careers and the monumenta (the legacies) ... more The paper (delivered in German) attempts to compare the careers and the monumenta (the legacies) of three courtiers of the late 16th century Vienna, namely Hugo Blotius, Johannes Sambucus and Jacopo Strada. Aim of the paper is to show the possible different choices of three scholars in the same courtly framework, that of the Imperial court in Vienna, subject to very specific features and “restrictions”. Diachronically analized, the three careers of Blotius, Sambucus and Strada show also a rise of professionalization at the Habsburg court. Finally, the different positions and choices made by the three scholars during their Viennese years are also reflected in the different destinies of their collections.
In June 1575 both Maximilian II and his cousin Philipp II entrusted two scholars with the organiz... more In June 1575 both Maximilian II and his cousin Philipp II entrusted two scholars with the organization of their new court libraries: the Dutch Hugo Blotius (1534-1608) was given the official title of Praefectus Bibliothecae in Vienna and Benito Arias Montano (1527-1598) was appointed librero mayor of the library that was in the process of being built at the Escorial. Despite the differences in the their careers and educations the two scholars shared a common intellectual background and had similar projects as regards as the scientific organization of the disciplines in the two court libraries. Nevertheless, the conditions of rising of the two libraries were very different: whereas Philipp II was building his monumental palace in the isolated monastery of the Escurial, the Imperial library in Vienna was lodged in the narrow space of the Minorite Monastery right in the center of the city; and whereas the long life of Philipp II assured a consistency in his cultural agenda, the sudden death of Maximilian II in Regensburg in 1576 and the transfer of the Imperial court to Prague will deeply redefine the meaning of the Imperial library in Vienna. Following the research that I have done on the organizations of the sciences, of the spaces, and the uses of the Imperial library in Vienna between 1575 and 1608, my paper will attempt to sketch a comparison between the two libraries at the end of the 16th century on three main levels: that of the organizations of the sciences in the library, of its uses by the kings and the members of the court, and the attention devoted by the crown to the general maintenance of the library. As we shall see, the study of the two court libraries will allow us to study the two very different court societies of Vienna and Madrid (Escurial) from a particular angle, shading light on crucial political and confessional issues.
The paper focuses on the tension between location and circulation of knowledge from the laborator... more The paper focuses on the tension between location and circulation of knowledge from the laboratory of a court library at the end of the 16th century. In order to clarify this tension I take as example the catalogue of the Imperial library in Vienna entitled "In favour and against the Turks" drawn up by the Imperial librarian Hugo Blotius in 1576. In the paper I try to reconstruct both the channels of this catalogue's circulation and the political reasons underpinning its creation. As a result, the tensions between location and circulation is analysed under the perspective of the tension between knowledge and power.
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Books by Paola Molino
https://www.rivisteweb.it/issn/0392-0011
aims to grasp the complex involvement of ordinary people in tasks set by society in the past and in the present. It thus shifts the attention from institutions and their norms to services rendered by people who willingly report what they have seen, heard or sometimes smelt. Acting in such a way often meant (and still means) walking a thin line between reporting on others and complying with civic duties.
Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase ancora poco nota della loro storia.
Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo.
Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase ancora poco nota della loro storia.
Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo.
Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase ancora poco nota della loro storia.
Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo.
Prefazione | Open Access (https://www.viella.it/libro/9788867288885/4020)
1. Hugo Blotius: un viaggiatore, un bibliotecario, un archivio
2. «ligt da expediert»: un impero di carte
3. Intellettuali, spazi, pubblici
1. Preludio
2. Lo spazio dei libri
1. Tre richieste all’imperatore: tempo, denaro e spazio
2. Intorno al convento dei frati minoriti
3. Nelle mani del Klosterrat
4. Convivenza forzata
5. Allestire e arredare
3. Il mestiere dei libri | Open Access (https://www.viella.it/libro/9788867288885/4021)
1. «In toga, stilo et calamo»: il catalogo De Turcis et contra Turcas
2. «Come salamandre nel fuoco»
3. Una bibliografia utile
4. Il Consilium a Rodolfo II
5. De officio bibliothecarii
6. Librari prima e dopo la stampa
7. Poco più di un guardarobiere
8. Der hinterlassene Bibliothekar
9. «Sua Maestà quella sappia ch’io sonno del tutto ruinato»
10. Nelle tasche del bibliotecario
11. La riscoperta della biblioteca
4. L’ordine dei libri
1. Premessa: il Museum generis humani Blotianum
2. Theatra mundi, musei universali, biblioteche:
passaggi di episteme
3. Fotografie di biblioteche
4. Per nome, cognome e…
5. Dalle Pandectae al nomenclator
6. Tra formazione e informazione
7. Tracce di cataloghi
8. Quaestiones bibliothecariae
9. Quale metodo?
10. A quante mani?
11. Alla ricerca di un coadjutor
5. Il pubblico dei libri
1. Curare, vigilare, disciplinare
2. «Basta con i prestiti notturni!»: il controllo sulla circolazione dei volumi
3. La biblioteca circolante di Rodolfo II
4. Servire la respublica litteraria: Tycho Brahe e Johannes Kepler in biblioteca
5. Fra pubblico e privato
6. Usi e abusi della biblioteca imperiale
7. Una biblioteca a molte dimensioni
6. Sipario
Bibliografia
Indice dei nomi
PhDthesis by Paola Molino
Papers/Articles by Paola Molino
how the avvisi and Zeitungen were edited and translated in a time in which an independent newsletter market was developing to meet the information needs of the German-speaking public.
Der Aufsatz rekonstruiert die Entstehung und die wichtigsten Inhalte des Consilium, adressiert vom kaiserlichen Bibliothekar in Wien, Hugo Blotius, an den Kaiser des Heiligen Römischen Reiches, Rudolf II., im Jahre 1579. Es handelt sich um einen bisher unveröffentlichten Text, in dem der Autor, durch die Identifizierung einer Reihe von Krankheiten und geeigneten Lösungsvorschlägen für die kaiserliche Bibliothek, einige der wichtigsten Fragen zur Verwaltung von Bibliotheken der späten Renaissance, wie das Wachstum der Sammlungen und die Professionalisierung von Bibliothekaren, diskutiert. Der Text wird, wenn möglich, mit Texten anderer Bibliothekare und Gelehrte seiner Zeit verglichen. So versucht der Aufsatz einige der Vorschläge einzuordnen und empfiehlt allgemeine Hypothesen zur Bibliotheksorganisation in einer Zeit des tiefgreifenden Wandels für die Buchkultur. Im Anhang wird, dank des wertvollen Beitrages von Dr. Christian Gastgeber, die Edition der Handschrift von Blotius veröffentlicht, die sich in der Sammlung von Handschriften und alten Drucken der Österreichischen Nationalbibliothek in Wien befindet.
de la corona imperial, como la Kunstkammer
de Praga, pues sus usos dependían de la específica configuración espacial y de las condiciones políticas de la ciudad de Viena,
así como de las inclinaciones intelectuales
de sus bibliotecarios. En definitiva, se trata de una biblioteca al servicio de los miembros de la corte imperial, estudiantes y diplomáticos entre Viena y Praga, o una parte de la República de las Letras europea.
This article seeks to reconstruct the uses of the Imperial Library in Vienna at the end of the sixteenth century. The study draws mainly on the unpublished legacy of the Dutch librarian Hugo Blotius, specifically
on his personal correspondence and Hebdomas Bibliothecaria. The Library was far from being a representative institution of the Imperial Crown (such as the Kunstkammer
in Prague), and its uses depended on the specific spatial configuration and the political conditions of the city of Vienna,
and on the intellectual cast of its librarian.
As a result, the Library was mainly a circulating one for the members of the Imperial Court, and for scholars and diplomats
moving between Vienna and Prague, and thus was a part of the European republic
of letters."
Zwischen Juni 1575 und dem Jahr 1608 versuchte der Holländer Hugo Blotius, praefectus der habsburgischen Sammlung in Wien, die Bibliothek mit alphabetischen Verzeichnissen und Klassifikationen nach der Methode von Conrad Gessner zu versehen. Zu diesem Zweck kontaktierte er im Juni 1576 seine Züricher Kollegen Josias Simler und Johann Jakob Frisius, die Autoren der neuesten Auflage der Bibliotheca Universalis, um Ratschläge zur Erstellung des Kataloges zu erhalten und um ihnen seinen Entwurf der Bibliotheksorganisation zu präsentieren. So begann die Zusammenarbeit zwischen dem Züricher und dem Wiener Bibliotheksaufbau, die mindestens bis Ende der achtziger Jahre dauern sollte und es nicht nur ermöglichte einige der Katalogisierungsaktivitäten von Blotius und seinen Mitarbeitern genauer zu beleuchten, sondern auch eine umfangreichere Betrachtung der Methoden zur Wissensorganisation in den Bibliotheken des späten 16. Jahrhunderts erlaubte.
Fra il giugno del 1575 e il 1608, l’olandese Hugo Blotius, praefectus della collezione asburgica di Vienna, cercò di dotare la biblioteca di indici alfabetici e per classi disciplinari, di stampo gessneriano. Per questo motivo, nel giugno del 1576, contattava i colleghi di Zurigo Josias Simler e Johann Jakob Frisius, autori dell’ultimo aggiornamento della Bibliotheca Universalis, alla ricerca di consigli sulla redazione del catalogo e per presentargli il suo piano di organizzazione della biblioteca. Ebbe iniziò così una collaborazione fra il cantiere bibliografico tigurino e quello viennese che durò almeno fino alla fine degli anni Ottanta e che consente non soltanto di far luce su alcuni aspetti dell’attività catalografica di Blotius e dei suoi aiutanti, ma anche di avviare una riflessione più ampia sulle modalità dell’organizzazione del sapere nelle biblioteche tardo cinquecentesche
https://www.rivisteweb.it/issn/0392-0011
aims to grasp the complex involvement of ordinary people in tasks set by society in the past and in the present. It thus shifts the attention from institutions and their norms to services rendered by people who willingly report what they have seen, heard or sometimes smelt. Acting in such a way often meant (and still means) walking a thin line between reporting on others and complying with civic duties.
Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase ancora poco nota della loro storia.
Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo.
Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase ancora poco nota della loro storia.
Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo.
Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase ancora poco nota della loro storia.
Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo.
Prefazione | Open Access (https://www.viella.it/libro/9788867288885/4020)
1. Hugo Blotius: un viaggiatore, un bibliotecario, un archivio
2. «ligt da expediert»: un impero di carte
3. Intellettuali, spazi, pubblici
1. Preludio
2. Lo spazio dei libri
1. Tre richieste all’imperatore: tempo, denaro e spazio
2. Intorno al convento dei frati minoriti
3. Nelle mani del Klosterrat
4. Convivenza forzata
5. Allestire e arredare
3. Il mestiere dei libri | Open Access (https://www.viella.it/libro/9788867288885/4021)
1. «In toga, stilo et calamo»: il catalogo De Turcis et contra Turcas
2. «Come salamandre nel fuoco»
3. Una bibliografia utile
4. Il Consilium a Rodolfo II
5. De officio bibliothecarii
6. Librari prima e dopo la stampa
7. Poco più di un guardarobiere
8. Der hinterlassene Bibliothekar
9. «Sua Maestà quella sappia ch’io sonno del tutto ruinato»
10. Nelle tasche del bibliotecario
11. La riscoperta della biblioteca
4. L’ordine dei libri
1. Premessa: il Museum generis humani Blotianum
2. Theatra mundi, musei universali, biblioteche:
passaggi di episteme
3. Fotografie di biblioteche
4. Per nome, cognome e…
5. Dalle Pandectae al nomenclator
6. Tra formazione e informazione
7. Tracce di cataloghi
8. Quaestiones bibliothecariae
9. Quale metodo?
10. A quante mani?
11. Alla ricerca di un coadjutor
5. Il pubblico dei libri
1. Curare, vigilare, disciplinare
2. «Basta con i prestiti notturni!»: il controllo sulla circolazione dei volumi
3. La biblioteca circolante di Rodolfo II
4. Servire la respublica litteraria: Tycho Brahe e Johannes Kepler in biblioteca
5. Fra pubblico e privato
6. Usi e abusi della biblioteca imperiale
7. Una biblioteca a molte dimensioni
6. Sipario
Bibliografia
Indice dei nomi
how the avvisi and Zeitungen were edited and translated in a time in which an independent newsletter market was developing to meet the information needs of the German-speaking public.
Der Aufsatz rekonstruiert die Entstehung und die wichtigsten Inhalte des Consilium, adressiert vom kaiserlichen Bibliothekar in Wien, Hugo Blotius, an den Kaiser des Heiligen Römischen Reiches, Rudolf II., im Jahre 1579. Es handelt sich um einen bisher unveröffentlichten Text, in dem der Autor, durch die Identifizierung einer Reihe von Krankheiten und geeigneten Lösungsvorschlägen für die kaiserliche Bibliothek, einige der wichtigsten Fragen zur Verwaltung von Bibliotheken der späten Renaissance, wie das Wachstum der Sammlungen und die Professionalisierung von Bibliothekaren, diskutiert. Der Text wird, wenn möglich, mit Texten anderer Bibliothekare und Gelehrte seiner Zeit verglichen. So versucht der Aufsatz einige der Vorschläge einzuordnen und empfiehlt allgemeine Hypothesen zur Bibliotheksorganisation in einer Zeit des tiefgreifenden Wandels für die Buchkultur. Im Anhang wird, dank des wertvollen Beitrages von Dr. Christian Gastgeber, die Edition der Handschrift von Blotius veröffentlicht, die sich in der Sammlung von Handschriften und alten Drucken der Österreichischen Nationalbibliothek in Wien befindet.
de la corona imperial, como la Kunstkammer
de Praga, pues sus usos dependían de la específica configuración espacial y de las condiciones políticas de la ciudad de Viena,
así como de las inclinaciones intelectuales
de sus bibliotecarios. En definitiva, se trata de una biblioteca al servicio de los miembros de la corte imperial, estudiantes y diplomáticos entre Viena y Praga, o una parte de la República de las Letras europea.
This article seeks to reconstruct the uses of the Imperial Library in Vienna at the end of the sixteenth century. The study draws mainly on the unpublished legacy of the Dutch librarian Hugo Blotius, specifically
on his personal correspondence and Hebdomas Bibliothecaria. The Library was far from being a representative institution of the Imperial Crown (such as the Kunstkammer
in Prague), and its uses depended on the specific spatial configuration and the political conditions of the city of Vienna,
and on the intellectual cast of its librarian.
As a result, the Library was mainly a circulating one for the members of the Imperial Court, and for scholars and diplomats
moving between Vienna and Prague, and thus was a part of the European republic
of letters."
Zwischen Juni 1575 und dem Jahr 1608 versuchte der Holländer Hugo Blotius, praefectus der habsburgischen Sammlung in Wien, die Bibliothek mit alphabetischen Verzeichnissen und Klassifikationen nach der Methode von Conrad Gessner zu versehen. Zu diesem Zweck kontaktierte er im Juni 1576 seine Züricher Kollegen Josias Simler und Johann Jakob Frisius, die Autoren der neuesten Auflage der Bibliotheca Universalis, um Ratschläge zur Erstellung des Kataloges zu erhalten und um ihnen seinen Entwurf der Bibliotheksorganisation zu präsentieren. So begann die Zusammenarbeit zwischen dem Züricher und dem Wiener Bibliotheksaufbau, die mindestens bis Ende der achtziger Jahre dauern sollte und es nicht nur ermöglichte einige der Katalogisierungsaktivitäten von Blotius und seinen Mitarbeitern genauer zu beleuchten, sondern auch eine umfangreichere Betrachtung der Methoden zur Wissensorganisation in den Bibliotheken des späten 16. Jahrhunderts erlaubte.
Fra il giugno del 1575 e il 1608, l’olandese Hugo Blotius, praefectus della collezione asburgica di Vienna, cercò di dotare la biblioteca di indici alfabetici e per classi disciplinari, di stampo gessneriano. Per questo motivo, nel giugno del 1576, contattava i colleghi di Zurigo Josias Simler e Johann Jakob Frisius, autori dell’ultimo aggiornamento della Bibliotheca Universalis, alla ricerca di consigli sulla redazione del catalogo e per presentargli il suo piano di organizzazione della biblioteca. Ebbe iniziò così una collaborazione fra il cantiere bibliografico tigurino e quello viennese che durò almeno fino alla fine degli anni Ottanta e che consente non soltanto di far luce su alcuni aspetti dell’attività catalografica di Blotius e dei suoi aiutanti, ma anche di avviare una riflessione più ampia sulle modalità dell’organizzazione del sapere nelle biblioteche tardo cinquecentesche
1- What are the differences between writing a biography and base a research on biographical sources?
2- How reliable is to reconstruct the history of the Imperial library mainly –but not only- through the sources produced by his librarian?
3- How this choice influences the kind of history I am writing, which are the problems I tackle thanks to this sources and which are those that, on the contrary, are implicitly and necessarily neglected?
Gli occhiali degli storici: prospettive di storia moderna e contemporanea. Prerequisiti: Non è richiesto alcun prerequisito, ma disponibilità e interesse per l'apprendimento della materia. Conoscenze e abilità da acquisire: Gli studenti acquisiranno una conoscenza della diversità storica delle società europee ed extraeuropee, attraverso i principali temi che hanno riguardato l'età moderna e gli albori di quella contemporanea. Queste conoscenze saranno funzionali a comprendere le società attuali, evitando interpretazioni teleologiche, ma collocando le stesse all'interno delle loro eredità spaziali e temporali, in una prospettiva di lungo periodo. Modalita' di esame: Studenti frequentanti 8 CFU: esame scritto (tre domande aperte sui temi trattati a lezione presenti nel manuale e una domanda in forma di paper su uno dei percorsi tematici a scelta fra quelli proposti durante il corso, da approfondirsi attraverso la lettura di una monografia) 4 CFU in storia moderna e contemporanea: esame orale. Gli studenti che hanno conseguito 4 CFU in storia contemporanea (ad esempio se vengono da altri corsi di laurea) possono decidere se frequentare solo il primo modulo (fino all'8 maggio 2017) e sostenere l'esame orale sul corso e il manuale, oppure frequentare entrambi i moduli e sostenere l'esame soltanto sul secondo modulo, portando il materiale delle lezioni 21-30) e una monografia a scelta fra quelle indicate nella lista. Gli studenti che hanno conseguito 4 CFU in storia moderna (ad esempio corso del Prof. Paolo Preto) frequentano il secondo modulo portando all'esame i materiali della parte di approfondimento (lezioni 21-30) e una monografia a scelta fra quelle indicate nella lista. Studenti non frequentanti 8 CFU: esame scritto (tre domande aperte sui temi presenti nel manuale e una sul libro di Parker, Charles H., Relazioni globali nell'età moderna. Una domanda in forma di paper su una monografia a scelta fra quelle indicate nella lista) 4 CFU in storia moderna e contemporanea: esame orale, gli studenti possono scegliere se sostenere la parte generale sul manuale e la monografia di Parker (vedi sopra) oppure sono tenuti a concordare con la docente un programma da non frequentante su uno dei percorsi di approfondimento fra quelli proposti, anche di storia contemporanea. Criteri di valutazione: La prova di esame sarà valutata in base alla pertinenza e completezza delle risposte e alla capacità di individuare gli aspetti più importanti delle tematiche proposte. Gli studenti dovranno in particolare focalizzarsi sulle coordinate spaziali e temporali; sugli elementi culturali, sociali o economici; sulle continuità e cambiamenti all'interno dei principali ambiti trattati. Contenuti del corso: Il corso si articolerà in due parti. La prima parte (40 ore) è un'introduzione di base all'età moderna, con particolare attenzione ad alcuni processi chiave che hanno condotto all'età contemporanea. Nella seconda parte (20 ore) si affronteranno i seguenti percorsi tematici: 1) La famiglia e le istituzioni educative fra età moderna e contemporanea 2) Stato, impero, nazione 3) Scoperta, conquista e colonizzazione 4) Razza, genere e nascita dell'opinione pubblica
Giuseppe Marcocci, Università della Tuscia, Viterbo
Discussant: Nicholas Mithen
The early global period (1400-1700) witnessed an explosion of information about new people and lands all around the world. Scholars have variously labelled this complex and multi-directional process, often resorting to the notion of ‘discovery’. A number of books and treatises of ethnography and geography, maps and collections shows the attempts to convert this confused information into knowledge.
Much less attention has been paid to the parallel emergence of a rupture in the historical understanding, shared by a variety of written cultures from Asia to Europe and the Americas: the interaction among peoples of the world having always ignored each other, was soon associated with the discovery of the multiplicity of the past.
In Europe and its overseas empires, curiosity for the past played a special role in making the invention of a new historiography possible. While endorsing current models, this historiography reshaped them in a global perspective. In so doing, it became alternative to canonical histories of cities, kingdoms and republics, that have been usually identified with the Renaissance historiography. In fact, this intellectual reaction produced a set of works that can be considered world histories.
This paper explores the relationship between curiosity and historiography in the slow and challenging development of new patterns in order to investigate and connect to each other a number of disordered materials about the past of the world. To what extent was it possible to grasp the history of countries and populations unknown until recent times? When and how did historians shift from curiosity for the fragments of an exotic past to their inclusion in a more or less coherent historical narrative? And in which way had they to organize their information, being it authentic or forged, so that readers could understand it?
Many answers were given to these questions. However, all these answers as a whole show that the main point was not much the quantity of information one could possess and accumulate, but the morphology of the historical discourse. Cultural background and personal experience had a decisive influence on the innovative solutions that different authors found. Before official versions gratifying political and religious powers prevailed in the late sixteenth century, the world historians that will be considered in this paper, dealt creatively with a composite body of unknown languages, non-alphabetic scripts and archaeological finds, revealing a peculiar common ground between antiquarianism and historiography.
Readings:
Peter Burke, “America and the Rewriting of World History,” in Karen O. Kupperman (ed.), America in European Consciousness, 1493-1750 (Chapel Hill & London: University Press of North Carolina, 1995) 33-51;
Sanjay Subrahmanyam, “On World Historians in the Sixteenth Century,” Representation 91, 1 (2005): 26-57.
American Fruit and European Knowledge in the West Indies, 16th-17th centuries.
Gregorio Saldarriaga, Villa I Tatti. The Harvard University
Discussant: Charlotte Bellamy
During the discovery and settlement of America, in the European imagination, fruit had an ambiguous character: at the same time was a symbol of status, a sensual pleasure and a dangerous food. Faced with the novelty and abundance found in the New World, Europeans had to pay special attention, because the vegetal threat became increasingly latent. There were three risks: the real one—there is toxic fruit in America—; the cultural/medical one—it was necessary to identify their humoral features in order to know how to eat them—; and, finally, the one regarding status—it was necessary to reestablish the principles of social and ethnic stratification with the new products and the new subaltern groups—. For the purposes of this presentation I will only consider the last two, because it will allow us to understand how, since the end of the 15th Century until the beginning of the 17th Century, European ideas and knowledge were tested in America, when faced with the unknown, in an interaction where medicine, diet, natural history (taxonomy) and cooking melted.
Reading:
Allen J. Grieco, The Social Politics of Pre-Linnaean Botanical Classification, in I Tatti Studies: Essays in the Renaissance, Vol. 4 (1991), pp. 131-149
Not Crazy About Monsters. Where the Curiosity of the Academy of the Curious Ended
Fabian Krämer (LMU-Munich)
Discussant: José Juan Bentran Coello
Founded in 1652, the programme of the Academia Naturae Curiosorum (today the German National Academy of the Sciences Leopoldina) was considerably revised less than twenty years later. At the heart of this reform lay the Miscellanea curiosa, the journal that »the Curious« established in 1670. The »epistemic genre« (Gianna Pomata) they chose for the articles in the Miscellanea curiosa was the observatio. Writing an observatio implied singling out a nugget of experience and documenting it in writing.
In the first half-century of its existence, rare things of nature figured prominently in the Miscellanea curiosa. Physicians from all over Europe sent in a seemingly endless stream of reports on monsters. This was increasingly considered as problematic by leading members and functionaries of the academy. Their reluctance to accept ever more observationes on monsters for publication in the Miscellanea curiosa cannot be fully accounted for by reference to the fact that preternatural phenomena seemed to be almost ubiquitous in the learned discourse of the period. The Curiosi could not but note that monsters were still often interpreted as prodigies bearing divine messages. As such they had the potential to cause unrest and disorder among the populace.
Reading:
Neil Kenny, The Uses of Curiosity in Early Modern France and Germany. Oxford: Oxford University Press, 2004, esp. 3.4.1 (Academies and learned societies).
Before and around 1600, the horizons of Christian humanists started to widen up to the four parts of the world. In this, the confrontation with the Christian and Muslim Orient played a special role, in that it combined the geopolitical requirements of “neighbour knowledge” with a kind of antiquarian scholarship applied to the Biblical past. In the decades after Trent, Rome entered this global ecosystem with a specific political and theological agenda aiming at the collection, dissemination and “accommodation” of various types of knowledge.
SESSION II: DIGITAL HUMANITIES IN THE HISTORY OF SCHOLARSHIP
Several diffrent techniques, disciplines and approaches are labelled under the heading of Digital Humanities. They range from the digitization and standardized description of historical source material through AI-informed techniques of character recognition and information extraction to methods of data analysis and visualization. But how do these individual dimensions play out in early modern intellectual history?
Follows at 18.30 BOOK LAUNCH “REASSEMBLING THE REPUBLIC
OF LETTERS IN THE DIGITAL AGE“ (THOMAS WALLNIG)
Aula STO-01
Intervengono
Rémi Dewière (EUI-Firenze), Anatomia di un sultano saheliano: Mobilità e pratica del potere del Borno all'epoca moderna (XVI secolo)
Alessandro Buono (Università di Pisa), Registrare per riconoscere?
Identificare e dimostrare l’identità personale in un impero di antico regime
(Spagna e America Spagnola, XVII secolo)
Chiara Lucrezio Monticelli (Università di Roma Tor Vergata), Rappresentazioni e pratiche imperiali nella Roma napoleonica
Rispondono agli interventi gli studenti che hanno frequentato il corso di Storia dell' Europa moderna. Tutti gli altri studenti, colleghi, assegnisti, e dottorandi interessati sono invitati a partecipare.
nell’ambito dei Seminari del Centro di Storia Culturale, diretto dalla Prof. Carlotta Sorba,
Mario Infelise, Filippo De Vivo e Paola Molino discuteranno i due volumi di recente pubblicazione:
F. de Vivo, A. Guidi and A. Silvestri, (eds.), Fonti per la storia degli archivi degliantichi Stati italiani, Roma, 2016.
http://151.12.58.123/dgagaeta/pdf.php?file=Fonti/5815a7df0acdd.pdf
P. Molino, L’Impero di carta. Storia di una biblioteca e di un bibliotecario, Vienna 1575-1608, Roma, 2017.
https://www.viella.it/libro/9788867288885
Modera la discussione Carlotta Sorba
Incontra l'autore!
Il seminario è rivolto a studenti, dottorandi, post-doc e a tutti gli
interessati.
Ogni sessione ha la durata di circa 3 ore.
L’obiettivo è di incontrare l’autore di una ricerca di storia
connessa/ storia globale dell’età moderna e discuterne insieme.
Gli studenti di magistrale che frequentano gli incontri possono
conseguire 2 CFU ai fini dello Stage/Tirocinio (dietro
presentazione di una breve relazione).
Gli incontri si tengono presso la Sala del Caminetto – ALA
NORD II PIANO
Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e
dell’Antichità – Via del Vescovado 30, Padova
Dopo gli incontri sarà possibile cenare insieme all’autrice/autore
Director: Mario Infelise (Università Ca’ Foscari, Venezia)
Coordinador: Rafael Valladares (EEHAR-CSIC)
Participan:
Paola Molino (Ludwig-Maximilians-Universität München): Avvisi manoscritti e geschriebene Zeitungen: due lenti sullo spazio informativo europeo del tardo Cinquecento.
Carmen Espejo Cala (Universidad de Sevilla): Redes de noticias entre Italia y España: una aproximación desde la historia global al periodismo de la primera Edad Moderna.
Antonio Castillo Gomez (Universidad de Alcalá): Del edicto al libelo. Información, propaganda y opinión pública en la ciudad hispánica de la temprana Edad Moderna.
Sede: Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma-CSIC, Via di S. Eufemia 13, 00187 Roma (Sala de Seminarios)
Fecha y hora: miércoles 9 de marzo de 2016, 16:00 h.
libraries gained a representative function, and were increasingly presented as repositories, in which books should be well ordered, thus information retrievable. However, how catalogues could actually guide users in accessing this knowledge and for whom these were conceived, was a much more complex question. Furthermore, the narrative of the “useful library” often contrasted with that of the “secret archive”, in which relevant documents were generally stocked in the very moment in which they ceased to fulfil a practical, administrative function, and started a new life as legal or historical sources. Archivists felt often compelled to draw up summaries of the most relevant of these sources, in order to limit if not avoid the direct access to the original documents, whereas librarians attempted to compile encyclopaedic catalogues aiming to display the universality of the holding, suggesting thus a broader use of
the library. Being both institutions at the core of a real explosion of written texts in the early modern times, this lecture ultimately will propose to rethink their intersecting histories, on the
basis of different classification criteria, the practices of knowledge management, and their actual “utility” in the pre-modern societies.
Roger Chartier's book recently released in English (and soon in Spanish and in French) could offer us the opportunity to discuss about the process of publication of the works that framed their readers' representations of the past or of the world. Linking cultural history, textual criticism and bibliographical studies, dealing with canonical works – like Cervantes' Don Quixote or Shakespeare's plays – as well as lesser known texts, Roger Chartier identifies the fundamental discontinuities that transformed the circulation of the written word between the invention of printing and the definition, three centuries later, of what we call 'literature'.
In so doing, Roger Chartier put forward a connected history of textual practices which throws new light on the textual techniques of the early modern period, and which destabilizes a very teleological definition of literature, book and even text. By examining a vast range of places and practices, which interest both book historians, literary historians, art historians, historians of science and knowledge, we might learn more about our own varied methodological techniques and practices.
In this explanatory workshop, we would like to invite participants to discuss and to explore the question of the materiality of text in their fields. This issue was long associated with the question of the relations between history and communication or history and literature. The textuality was perceived as something of a minor player, considered largely for its role in the dissemination and vernacularisation of a given body of texts and knowledge.
Location:
Theatre, Badia Fiesolana
Affiliation:
Department of History and Civilization
Type:
Conference
Contact:
Kathy Wolf Fabiani - Send a mail
Organiser:
Prof. Stephane Van Damme - EUI - Department of History and Civilization
Speaker:
Prof. Roger Chartier - Website - Collège de France
In this paper I will have as a starting point the results of the indexing and mapping of the Fuggerzeitungen carried out in the framework of a research project that started in Vienna in spring 2011. Starting from these results, I first empirically analyse the differences between the Italian and German newsletters in the Fugger collection in order to investigate whether or not they can be considered the same information media in two different languages. Second, I focus in more detail on the geographical provenance and coverage of handwritten newsletters in the second half of the 16th century. In order to understand how specific the geography of the Fuggerzeitungen was, and more generally how the geography of information changed in the time period covered by the Fuggerzeitungen, I compare this collection with two others: that of the Dukes of Urbino preserved in the Vatican library and the Avvisi gathered by the Grand Dukes of Tuscany preserved in the Archivio Mediceo del Principato in Florence. Finally, I consider the bilingualism of the Fugger collection from the point of view of translation. I analyse the content of the Italian and German newssheets in more detail in order to understand how the Avvisi and Zeitungen were edited and translated, at a time in which an independent newsletter market was developing on the other side of the Alps, to meet the information needs of the German-speaking public.
The transnational and multidisciplinary workshop aims to generate scholarly debates on these questions. It will gather scholars working on correspondence and network projects to discuss methods and research tools, to foster collaboration and to explore the potential of these projects. In addition to showcasing important projects, we will ask if it is possible to envisage a large-scale, common scheme to integrate/merge all these various projects in a single platform of early modern correspondence and networks; and if not, what are the main constraints (funding, copyrights, data protection, languages, divergent ideas, dissimilar software and tools).
The workshop will bring together leaders of well-known early modern correspondence projects and experts in the use of digital tools for historical research to discuss these issues.
h 17-19
The journal is open to contributions in all fields studying the history of textual practices, hermeneutics and philology, philological controversies, and the intellectual and global history of writing, archiving, tradition-making and publishing. Neither confined to any discipline nor bound by any geographical or temporal limits, Philological Encounters takes as its point of departure the growing concern with the global significance of philology and the potential of historically conscious and politically critical philology to challenge exclusivist notions of the self and the canon. Philological Encounters welcomes innovative and critical contributions in the form of articles as well as review articles, usually of two or three related books, and preferably from different disciplines.
Philological Encounters is a publication of the research program Zukunftsphilologie: Revisiting the Canons of Textual Scholarship ( Forum Transregionale Studien Berlin)
History Research Seminar organised by the University of Warwick and Ca’ Foscari
Date and Time: Monday 18th November, 16.30-18.30
Location: Aula Milone, 3rd floor, Palazzo Malcanton Marcorà, Ca’ Foscari
Speakers: Rosa Salzberg (University of Warwick) and Paul Nelles (Carleton University)
Respondents: Giulia Delogu (Ca’ Foscari), Paola Molino (Università degli studi di Padova), Lucio Biasiori (Scuola Normale Superiore, Pisa)
While the pre-modern centuries have long been portrayed as static and self-contained, it is now acknowledged that Europe from the Middle Ages onwards saw increasing flows of people and goods. Movement also connected the continent more closely to other parts of the world. This seminar presents recent work that challenges dominant notions of the ‘fixed,’ immobile nature of pre-modern cultures through study of the inter-connected material, social, and cultural dimensions of mobility. The speakers will present their recent research, on mobility and hospitality in early modern Venice (Salzberg), and on the movement of people, words and objects in the global Jesuit network (Nelles). They will also discuss their forthcoming edited collection which explores how ‘the mobilities paradigm’ is influencing the field of early modern history, through case studies which chart the technologies and practices that both facilitated and impeded movement in diverse spheres of social activity such as language-learning, communication, transport, politics, religion, medicine, and architecture.
The seminar will be held in English.
However, there is still much to know about the practical experience – the physicality and materiality - of mobility in this period; for instance, about the spaces through which mobile people passed (which became important sites of encounter and exchange), the forms of transport they used, the physical, mental and emotional ‘baggage’ that they carried with them. How was access to and experience of mobility shaped by the traveller’s class, gender, religion and age? How did Renaissance authorities, both at city and state level, respond to this mobility, attempting to enable, harness or control it? How, exactly, did mobility facilitate communication and cultural exchange, across and beyond the continent? And how does studying people’s movements shed new light on the great changes of the period, from the transmission of Renaissance culture to Europe’s contact with the rest of the world?
Nessun altro aspetto ha caratterizzato più a fondo e più a lungo l’istituzione accademica padovana rispetto alla sua celebre libertas. Dalla fondazione nel 1222 alle dispute accademiche sulla mortalità dell’anima, dagli anni in cui in cattedra sedeva Galileo Galilei – al cui insegnamento nel volume è riservato ampio spazio – ai moti del 1848 sino alla Resistenza, la libertas padovana ha rappresentato un riferimento costante per chiunque abbia corso il pericolo di essere limitato nel corpo quanto nel proprio intelletto.
La libertas è tuttavia un termine ambiguo, impiegato in questi otto secoli per indicare fenomeni e concetti diversi, talvolta quasi opposti. Il volume mira quindi a ricostruire la sua lunga storia, prestando attenzione alle istituzioni, agli spazi, alle pratiche e ai conflitti che più hanno costellato questa lunga evoluzione.
I saggi raccolti nell’opera dimostrano da punti di vista diversi ma costantemente intrecciati come la Patavina libertas sia stata fondamentale per l’affermarsi di alcune delle libertà individuali che oggi sono considerate inalienabili. La libertà religiosa, la libertà politica e il diritto a una libera speculazione scientifica ebbero nella città di Padova e nel suo antico Studio una fase di profonda maturazione, i cui benefici non smettono di influire sulle nostre vite al principiare di questo nono secolo.