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Note di sala per il concerto dell'ensemble Stile Galante.
Note di sala.
Teatro Ponchielli. Cremona, 14 giugno 2021
La Cappella Regia Sabauda ha radici antiche e, essendo nata soprattutto a scopo di rappresentanza, vantava la presenza dei musicisti più famosi dell'epoca. Tuttavia, per diversi motivi, la Regia Cappella è stata poco studiata in tempi... more
La Cappella Regia Sabauda ha radici antiche e, essendo nata soprattutto a scopo di rappresentanza, vantava la presenza dei musicisti più famosi dell'epoca. Tuttavia, per diversi motivi, la Regia Cappella è stata poco studiata in tempi recenti, soprattutto a causa della difficoltà di accesso a fonti e testimoni musicali. Il Settecento rappresenta un punto di svolta per la Cappella: dal 1714 entrarono in vigore riforme che prevedevano l'ampliamento dell'organico, portando alla formazione della compagine che, con qualche piccola modifica, si manterrà immutata fino alla soppressione della Cappella (1870). Inoltre, proprio in questo periodo vengono a consolidarsi le nuove 'strategie dell'apparenza' del potere di corte, regolate da cerimoniali, e oggi testimoniate dalle musiche scritte per la Cappella Regia. La mia relazione mira a riportare all'attenzione la ricca eredità dei testi musicali della Regia Cappella di questo particolare periodo storico, e ad evidenziare lo stretto rapporto tra questa istituzione musicale e i cerimoniali di corte. In particolare, prenderò come caso di studio la musica sacra di Giovanni Antonio Giay, maestro di cappella tra il 1732 e il 1764. La produzione sacra di Giay è particolarmente importante perché rappresenta l'unico modo per conoscere in maniera approfondita lo stile del compositore. Giay era infatti noto all'epoca soprattutto come operista, come testimoniato dai numerosi libretti che sono giunti fino a noi, ma purtroppo la maggior parte delle musiche appare oggi dispersa. In questa sede saranno prese in considerazione due partiture inedite: la Profetia di Nabuccodonosor, per il Sabato Santo (ms. 50. L-4) del 1741 e l'Hinno per la Sindone (ms. 51. G ter-49). Questi testimoni musicali sono interessanti perché ricchi di annotazioni di prassi esecutiva, ed inoltre testimoniano gli stilemi e l'uso musicale particolare della Cappella Regia di Torino.
The Biblioteca Antoniana is one of the fundamental institutions for the study of the music that was composed for the Cappella Musicale in the Saint Anthony Basilica in Padua. The Biblioteca houses a large part of the original corpus of... more
The Biblioteca Antoniana is one of the fundamental institutions for the study of the music that was composed for the Cappella Musicale in the Saint Anthony Basilica in Padua. The Biblioteca houses a large part of the original corpus of the musical archive preserved in the Veneranda Arca del Santo, which includes autographs and copies of the music to be performed during the masses in the Basilica, in accordance with the prescriptions of the Cappella's Capitulars. The aim of this work is to shed light on the liturgical context in which Tartini's concertos (which are mainly preserved in the Biblioteca Antoniana) were performed. As a case study, I will take in consideration the D17 Concerto. This work is attested by seven witnesses-including one autograph-that show how it was reworked several times, yielding at least three different versions. A detached score of one of the manuscripts contains an interesting annotation by Giulio Meneghini, who was Tartini's pupil and, from 1765, his successor as first violin in the Cappella. Meneghini mentions the solemn celebrations in which the concerto was to be performed. The dates are well after Tartini's death, specifically between 1779 and 1818. By combining philological surveys of the witnesses and the analysis of archival data, the present study delineates the different phases of the tradition of Tartini's D17 Concerto, and determines its relation with the evolution of the orchestral ensemble and the changing musical taste at the Basilica.
Keynotes to presentation