QUADERNI FIORENTINI
per la storia del pensiero giuridico moderno
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(2013)
RICARDO MARCELO FONSECA, Introducción téorica a la historia del derecho,
Madrid, Editorial Dykinson, 2012 (con pref. di Paolo Cappellini);
tit. orig. Introdução teórica à história do direito (trad. in castigliano
di Adela Mora Cañada, Rafael Ramis Barceló y Manuel Martínez
Neira).
Si riproducono di seguito gli interventi tenuti nell’Università degli Studi
di Macerata il 13 febbraio 2013, in occasione della presentazione del
volume.
MASSIMO MECCARELLI
QUESTIONI DI METODO PER LA STORIA DEL DIRITTO
IN UN RECENTE LIBRO D’OLTREOCEANO
Nel panorama storiografico attuale la Introducción teórica a la
historia del derecho di Ricardo Marcelo Fonseca è un libro originale;
particolarmente felice ritengo sia stata l’iniziativa di Adela Mora Cañada, Rafael Ramis Barceló, Manuel Martínez Neira, di proporre all’attenzione dei lettori europei una versione in lingua castigliana di questa
opera (1). Il libro si presta tanto a una lettura ipertestuale attenta ai
riferimenti e ai rinvii, espliciti e impliciti, teorici e culturali, quanto ad
una lettura che ne considera la vocazione, per i fini che si pone, per i
destinatari a cui si rivolge. Si può cogliere inoltre in queste pagine
l’impegno per una “territorializzazione teorica” di una disciplina in
emersione, come è la storia del diritto in Brasile.
I saggi che compongono il volume puntano a svolgere con il
lettore un gioco discorsivo fatto di sollecitazioni tematiche e spostamenti di oggetto; mirano a interrogare e a spingere il lettore verso
continue ristipulazioni della propria idea della storia del diritto e della
fenomenologia del giuridico: la riflessione metodologica sulla storia
giuridica è posta al centro di una preoccupazione per il diritto; la ricerca
di una prospettiva di senso per la storia del diritto — una linea che
(1) L’edizione originale ha visto la luce in Brasile, nel 2009 a Curitiba per i tipi
di Juruá, con il titolo Introdução teórica à história do direito.
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l’Autore ha avuto modo di sostenere anche in opere recenti (2) — funge
da momento demistificatorio nei confronti degli ancoraggi positivistici
e formalistici della scienza giuridica di oggi.
L’intento dell’autore è di mettere in discussione gli approcci alla
dimensione storica del fenomeno giuridico derivanti dalla persistenza di
paradigmi interpretativi e metodologici tipici del positivismo storico.
Viene così svolta e argomentata una severa critica ad una « visione
paralizzante della storia » [p. 17], che la immagina come concatenazione di premesse che « spiegano » il presente, fungendo da « combustibile per una glorificazione del positivismo giuridico vigente » [p. 65], e
che ne fa strumento per ricavare una « conoscenza giuridica “corretta”
(dogmatica) del futuro » [p. 17]. La storia del diritto che dalle pagine
di Fonseca persuasivamente emerge si propone, al contrario, come
opportunità per la scienza del diritto di oggi, di « spiegare e porre i
problemi criticamente » [p. 18].
Il libro offre un itinerario tra le discipline filosofiche e storiche del
Novecento — confrontandosi con la scuola degli Annales, il materialismo storico, le analisi di Michel Foucault sul problema della storia,
della verità e del potere, e quelle di Walter Benjamin sulla temporalità
e il diritto — per collocare la (questione della) storia del diritto nel
quadro di saperi capaci di complicare « la visione del passato dell’uomo » [p. 19]. Due i tratti che colpiscono in quest’impostazione:
l’eterogeneità degli interlocutori teorici prescelti e la relativa marginalità
che questi assegnano al problema giuridico nel proprio sistema di
pensiero.
L’eterogeneità dei percorsi seguiti permette alla trattazione di
mantenersi a prudente distanza dal rischio di derive astraenti per la
elaborazione di teorie o filosofie della storia; più realisticamente, proponendo un’introduzione teorica, il libro, piuttosto che indicare un
modello di storia del diritto, punta a provocare nel giurista un punto di
vista consapevole sul problema della storia del diritto oggi.
Sul rilievo di questa impostazione realistica nello svolgimento di
una “teoria della storia del diritto”, torneremo a riflettere più avanti:
Ora vogliamo piuttosto soffermarci sul secondo profilo di originalità,
cioè sul posizionamento della questione storico-giuridica ottenuto passando dall’esterno della dimensione giuridica.
Si tratta di un approccio convincente. La storia del diritto infatti
non sembra necessitare di una fondazione epistemologica forte, che ne
giustifichi la ragion d’essere dal suo interno (e in termini di autosuffi(2) Si vedano R.M. FONSECA, O deserto e o vulcão - Reflexões e avaliações sobre
a História do Direito no Brasil, in « Forum Historiae Iuris », 23. Oktober 2012,
http://www.forhistiur.de/zitat/1206fonseca.html, ma anche R.M. Fonseca (Org.), Nova
História brasileira do direito. Ferramentas e artesanias, Curitiba, Juruá, 2012.
DISCUSSIONI
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cienza); piuttosto ha bisogno di una opzione per una epistemologia
dialogica e variabile, costruita su una molteplicità di registri, che
permetta, in base al tema e alla fase storica, di cogliere il senso (che è
essenzialmente giuridico, anche se profondamente connesso alle dinamiche sociali) delle dimensioni integrate del diritto.
Per la storia del diritto, diversamente da quanto può accadere per
altre discipline, la contaminazione disciplinare riveste il valore di una
metodologia atta a favorire la scoperta di nuovi risultati. Oggi, in una
fase di ridefinizione dei saperi giuridici, oltre che di trasformazione del
diritto, la storia del diritto funge da osservatorio prezioso per il giurista.
Questo spiega anche il rilievo crescente che la disciplina ha in realtà
culturalmente vivaci come il Brasile. La costellazione concettuale richiamata dal libro (la questione del potere, il positivismo giuridico, il
formalismo, la circuitazione tra il problema della verità e del disvelamento, la temporalità, la storicità, la struttura sociale, la geostoria) è
individuata insomma in funzione di una riflessione sul problema giuridico, anche quando (apparentemente) se ne allontana.
La rilevanza dei temi è stata già verificata in passato con ricerche
sul campo e oggi conosce conferme. Si pensi, ad esempio, all’idea della
geostoria che Fonseca ripropone nella sua lettura della Scuola degli
Annales. La prospettiva globale come fattore d’interpretazione dei
fenomeni storici, include a sua volta quella della lunga durata, delle
cronologie ampie come arco adeguato per coglierne svolgimenti e
discontinuità e favorire analisi congiunturali e strutturali. Tutto ciò è
preso in considerazione da Fonseca per mettere in discussione una
storia del diritto ancora troppo funzionale ad un sapere giuridico
formalistico che separa i fatti dalla norma e opta per un registro
meramente descrittivo. Superare la “mera descrizione” significa produrre argomenti per sottolineare la necessità, oltre che l’opportunità, di
considerare la complessità che sta intorno al problema giuridico, come
aspetto decisivo per la comprensione dello stesso. L’obiettivo è di
guardare (anche) dalla storia del diritto alla società politica, con un’attenzione foucaultianamente microfisica del politico, riscoperto in una
complessità di articolazioni concrete e rilevanti per il diritto, al di sotto
della copertura astratta dello Stato.
Seguendo le sollecitazioni del libro, l’apertura di orizzonti in
direzione geostorica, tanto più se applicata alla scala europea, mostra
anche ulteriori possibilità di impiego, perché induce ad un ripensamento dei confini territoriali e dei tagli cronologici di riferimento per le
nostre domande storico-giuridiche. Una prospettiva globale può, insomma, essere utile a fare una storia del diritto europea; è una linea
storiografica questa che ha già conosciuto alcuni significativi svolgimen-
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ti (3) e su cui la storiografia giuridica si sta interrogando con rinnovate
riflessioni metodologiche (4).
La costellazione concettuale di riferimento, abbiamo osservato, è
costruita in modo strumentale, per favorire un’indagine disvelante i
livelli profondi della storia del diritto e, con essa, del diritto. In questo
senso “l’introduzione” di Fonseca è quasi un invito a riprodurre anche
su altri versanti l’approccio tendente a stabilire nessi storiografici e
concettuali tra la storia del diritto e altri saperi.
Ad esempio, un terreno che oggi sembra molto fertile per
svolgere una riflessione critica con la (ma anche sulla) storia del diritto,
potrebbe essere quello della giustizia considerata come questione che
sta alla base dei processi di manifestazione del giuridico e dunque come
categoria di incardinamento della esperienza giuridica. La storia della
giustizia è un campo di azione sul quale hanno operato, anche in
(3) Si pensi ad esempio a A.A. CASSI, Ius commune tra vecchio e nuovo mondo.
Mari, terre, oro nel diritto della Conquista, (1492-1680), Milano, Giuffrè, 2004; L. NUZZO,
Il linguaggio giuridico della conquista. Strategie di controllo nelle Indie spagnole, Napoli,
Jovene, 2004; ID., Dall’Italia alle Indie. Un viaggio nel diritto comune, in « Rechtsgeschichte », 12 (2008), pp. 102-124; B. CLAVERO, Freedom’s Law and Indigenous Rights.
From Europe’s Oeconomy to the Constitutionalism of the Americas, Berkeley, Robbins
Collection Publications, 2005; TH. DUVE, Sonderrecht in der Frühen Neuzeit. Studien zum
ius singulare und den privilegia miserabilium personarum, senum und indorum in Alter
und Neuer Welt, Frankfurt am Main, Klostermann, 2008; M. LORENTE SARIÑENA, La
Nación y las Espanas: representación y territorio en el constitucionalismo gaditano,
Madrid, UAM, 2010; M. LORENTE, J.M. PORTILLO (dirs.), El momento gaditano: la
Constitución en el orbe hispanico (1808-1826), Madrid, Cortes Generales, 2012.
Guardando poi al campo delle riviste si possono ricordare i due volumi che i
« Quaderni fiorentini » hanno dedicato al tema L’Europa e gli “Altri”. Il diritto coloniale
fra Otto e Novecento (n. 33-34, 2004-2005); gli approfondimenti di « Rechtsgeschichte »
sul Bicentenario dell’indipendenza dei Paesi latino-americani (n. 16 del 2010) e su
Modelos de derecho privado social en Europa y América Latina en la primera mitad del
siglo XX (n. 20, 2013); i dossiers comparsi in « Clio@Themis » su Histoires des cultures
juridiques. Circulations, connexions et espaces transnationaux du droit (n. 2, 2009) o su
Chantiers de l’histoire du droit colonial (n. 4, 2011).
(4) Guardando ancora alle riviste si vedano il n. 5, 2102 di « Clio@Themis »
dedicato a Ecrire l’histoire du droit: rompre avec les schémas nationaux? Un dialogue
franco-britannique, e l’unità tematica che la rivista « Forum Historiae Iuris » dedica a
Nuovomondo: paradigmi, tendenze e rilevanza della storiografia giuridica latinoamericana
( http://www.forhistiur.de/index_de.htm). Si pensi, infine, al denso saggio programmatico di TH. DUVE, Von der europäischen Rechtsgeschichte zu einer Rechtsgeschichte
Europas in globalhistorischer Perspektive, in « Rechtsgeschichte - Legal History » Rg 20
(2012) 18-71 (http://rg.rg.mpg.de/article_id/800).
DISCUSSIONI
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America (5), sia la storia generale che la storia del diritto, convergendo
in certi casi in lavori comuni (6) e pervenendo a significativi contributi
di sintesi (7).
Parlando di una storia delle dimensioni giuridiche della giustizia,
ho avuto modo di sostenere (8) che questo può essere un luogo di
“territorializzazione” per la storia del diritto e un possibile terreno di
incontro tra le due sponde dell’Oceano: si tratta di guardare, da storici
del diritto, sia alla giustizia come problema che interroga il diritto
agendo su di esso come attribuzione dialettica di senso, sia alla giustizia
come complesso di regole, procedure, apparati, dispositivi, poteri, per
gestire il punto di tenuta tra strumenti giuridici e domanda di giustizia.
È questa una prospettiva che impone il superamento di una concezione
monodimensionale del diritto e spinge verso la ricerca di un dialogo con
le altre scienze sociali e umanistiche. Anche quello della giustizia
(5) Ad esempio si vedano T. HERZOG, Upholding Justice: Society, State, and the
Penal System in Quito (1650-1750), Ann Arbor, University of Michigan Press, 2004; L.S.
HUNOLD, J.M. NUNES MENDONÇA (orgs.), Direitos e justiças no Brasil, São Paulo, Unicamp, 2006; J.R. NARVAEZ, Historia social del derecho y de la justicia, Mexico, Porrua,
2007; A. AGÜERO, Castigar y perdonar cuando conviene a la república: la justicia penal de
Córdoba del Tucumán, siglos XVII y XVIII, Madrid, Centro de Estudios Políticos y
Constitucionales, 2008; I. MARIN TELLO, Delitos, pecados y castigos. Justicia penal y orden
social en Michoacan 1750-1810, Morelia, Univ. Michoacana de San Nicolas de Hidalgo,
2008; J.R. DE LIMA LOPES (org.), O Supremo Tribunal de Justicia do Imperio, 1829-1889,
São Paulo, Saraiva, 2010.
(6) Si pensi a Criminalità e giustizia in Germania e in Italia. Pratiche giudiziarie
e linguaggi giuridici tra tardo medioevo ed età moderna, a cura di M. Bellabarba, G.
Schwerhoff, A. Zorzi, Bologna, il Mulino / Berlin, Duncker u. Humblot, 2001; Pratiques
sociales et politiques judiciaires dans les villes de l’Occident à la fin du Moyen Âge, dir. J.
Chiffolaeau, C. Gauvard, A. Zorzi, Rome, Ecole française de Rome, 2007; Procesos,
inquisiciones, pruebas, Eds. E. Conte, M. Madero, Buenos Aires, Manantial, 2009; La
giustizia criminale nell’Italia moderna (XVI-XVIII sec.), a cura di M. Cavina, Bologna,
Patron, 2012.
(7) Limitandoci al campo italiano per la storia generale ricordiamo P. PRODI,
Una storia della giustizia. Dal pluralismo dei fori al moderno dualismo tra coscienza e
diritto, Bologna, il Mulino, 2000; M. VALLERANI, La giustizia pubblica medievale, Bologna,
il Mulino, 2005; M. BELLABARBA, La giustizia nell’Italia moderna, Bari-Roma, Laterza,
2008; A. PROSPERI, Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine, Torino, Einaudi,
2008. Nel campo della storia del diritto ricordiamo D. QUAGLIONI, La giustizia nel
Medioevo e nella prima età moderna, Bologna, il Mulino, 2004; M. SBRICCOLI, Storia del
diritto penale e della giustizia, Milano, Giuffrè, 2009.
(8) Si permetta qui di rinviare a M. MECCARELLI, La storia del diritto in America
Latina e il punto di vista europeo. Prospettive metodologiche di un dialogo storiografico,
in « Forum Historiae iuris », 24. August 2009 (http://www.forhistiur.de/zitat/
0908meccarelli.htm).
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dunque sembra poter rappresentare un terreno sul quale porre domande nuove al diritto, tramite la storia giuridica tanto della giustiziaapparato quanto della giustizia-discorso (9), proprio nel senso che
Fonseca ci invita a considerare di una storia del diritto capace di dare
fondazioni critiche ai problemi.
Tale osservazione non serve certo per evidenziare una lacuna
nella scelta della costellazione concettuale di riferimento del libro che
qui si discute; tutt’altro. Il valore della “introduzione” di Fonseca sta
infatti nella ‘riproducibilità’ dell’approccio critico proposto, nell’invito
ad una ricerca di senso che può conoscere molteplici svolgimenti. Per
noi giuristi europei ciò si traduce in un invito a misurarci nuovamente
col problema dei nostri strumenti di lavoro e con gli obiettivi della
nostra ricerca, legando indissolubilmente riflessioni sul metodo e sull’oggetto. È proprio questo, del resto, che permette di conseguire
margini di comprensione della storicità del diritto; oggetto questo tanto
sfuggente quanto essenziale per comprendere il fenomeno giuridico
nella sua valenza attuale. Come ci ricorda Fonseca già dall’avvio della
sua riflessione, è opportuno pensar o fazer para não fazer sem pensar.
FRANCESCO MIGLIORINO
HIGHWAY AND BYWAYS
Un titolo e la sua immagine
Quando prendiamo un libro da uno scaffale o lo liberiamo dal
suo involucro postale, prima ancora di leggerlo ci confrontiamo con la
sua esistenza ‘corporea’. Lo facciamo scorrere fra le nostre mani, lo
giriamo e lo rigiriamo. Mettiamo in opera una manovra di avvicinamento: prima, la Quarta (nobilissimo genere letterario) che mira a catturare
l’interesse del lettore, poi, uno sguardo rapido — quasi svogliato — al
profilo dell’Autore. Per tornare finalmente alla copertina, dove campeggia in bella mostra un titolo (in capitale), accompagnato di solito da
un’immagine.
Da qui vorrei cominciare: dal titolo e dall’immagine.
Il titolo del bel libro di Ricardo Fonseca è davvero inconsueto
(9) Per un’esaustiva ricognizione metodologica si leggano le pagine di P. COSTA,
Di che cosa fa storia la storia della giustizia? Qualche considerazione di metodo, in Storia
della giustizia e storia del diritto. Prospettive europee di ricerca, a cura di L. Lacchè e M.
Meccarelli, Macerata, Eum, 2012, pp. 17-43. Si veda anche, Penale, giustizia, potere.
Metodi, ricerche, storiografie. Per ricordare Mario Sbriccoli, a cura di L. Lacchè et alii,
Macerata, Eum, 2007.