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Anno LXII - NN. 1-4 Gennaio-Dicembre 2014 STUDI ROMANI Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB - ROMA RIVISTA TRIMESTRALE DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI STUDI ROMANI DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE ROMA - PIAZZA DEI CAVALIERI DI MALTA, 2 - TEL. 06/574.34.42 STUDI ROMANI RIVISTA TRIMESTRALE DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI STUDI ROMANI ONLUS DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE 00153 ROMA - PIAZZA DEI CAVALIERI DI MALTA N. 2 - TELEFONO 06/574.34.42/5 - Fax 06/574.34.47 www.studiromani.it e-mail: studiromani@studiromani.it Direttore responsabile: PAOLO SOMMELLA Comitato Scientifico: SANDRO BENEDETTI - VINCENZO DE CAPRIO - LETIZIA ERMINI PANI DANIELA GALLAVOTTI CAVALLERO - LUDOVICO GATTO - MICHEL GRAS JOSEP GUITART I DURAN - BRUNO LUISELLI - MARIO MAZZA EUGENIO RAGNI - PAOLO SOMMELLA - ROMOLO AUGUSTO STACCIOLI Redazione: MASSIMILIANO GHILARDI - LETIZIA LANZETTA Hanno collaborato alla redazione del fascicolo: DANIELA CAVALLO - RICCARDO MONTALBANO In copertina: Il chiostro dell’ex convento di S. Alessio sede dell’Istituto (disegno di A. TAMBURLINI) ABBONAMENTO 2014: € 40,00 (estero € 65,00) L’abbonamento decorre dal primo fascicolo dell’annata - Per le rimesse in denaro effettuare i versamenti sul c.c.p. n. 25770009 intestato all’Istituto Nazionale di Studi Romani. Stampa: Tip. «TIFERNO GRAFICA» S. a R. L. - Città di Castello Reg. Stampa Tribunale di Roma n. 172 del 20 aprile 1984 STUDI ROMANI ANNO LXII - NN. 1-4 GENNAIO-DICEMBRE 2014 SOMMARIO SAGGI E STUDI . 5 DANIELE MANACORDA, Marcella Minore e i sepolcri della sua familia (con le tavv. I-VI f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 GABRIELE BARTOLOZZI CASTI, Le origini del pellegrinaggio. Egeria e Demetria donne in cammino (con le tavv. VII-XIV f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . 32 RICCARDO MONTALBANO - ALESSANDRA AVAGLIANO, La cosiddetta domus Caeliorum in Piazza della Pilotta. Testimonianze d’archivio inedite sui ritrovamenti (con le tavv. XV-XXV f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51 JORDINA SALES CARBONELL, Implantación de iglesias en edificios de espectáculos romanos: orígenes de un proceso de medievalización de la ciudad antigua . . . . . 71 JUAN ANTONIO CABRERA MONTERO, Dos episodios conflictivos entre el episcopado hispano y la Sede apostólica de Roma durante el s. VII . . . . . . . . . . 103 SALVATORE FALLICA, Sviluppo e trasformazioni della chiesa e del monastero di S. Lorenzo in Panisperna a Roma (con le tavv. XXVI-XXXIII f.t.) . . . . . . . . . 117 FABRIZIO FEDERICI, Battaglie per la tutela nella Roma barocca: Francesco Gualdi e la difesa delle «memorie antiche» (con le tavv. XXXIV-XXXIX f.t.) . . . . . . . 149 GIULIANA ZANDRI, La Liberazione di Pietro dal carcere: vicende di un’opera giovanile del Domenichino nella basilica romana di San Pietro in Vincoli (con le tavv. XLXLI f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173 GIOVANNINA ANNARUMMA, Il convento dell’Annunziata (con le tavv. XLII-LI f.t.) . . 190 ANGELO D’AMBROSIO, Il cibo fra regole e bilanci. L’alimentazione dei gesuiti a Roma secoli XVI-XIX . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209 JÖRG GARMS, Il ruolo dell’impero e degli stati tedeschi nella Roma barocca (con le tavv. LII-LV f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 232 MARIA BARBARA GUERRIERI BORSOI, L’architetto e ingegnere Agostino Martinelli tra incarichi amministrativi, produzione letteraria e attività professionale (con le tavv. LVI-LXIV f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 242 ALESSANDRO MAZZA, Villa dei Tre Orologi a Roma: la vicenda di uno sconosciuto complesso seicentesco (con le tavv. LXV-LXIX f.t.) . . . . . . . . . . . 263 MARIATERESA PACE, Le “mazzarinette” alla Camera dei Deputati (con le tavv. LXXLXXVII f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 297 GABRIELE FEDERICI, Giuseppe Rolandi a Roma: il viaggio di uno studente nella Città Eterna nel 1837 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 306 GIANLUCA MANDATORI, Un inedito autografo mommseniano alla contessa Ersilia Caetani Lovatelli (con la tav. LXXVIII f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . 317 GIANLUCA KANNÈS, Lo studio di Giulio Monteverde in Piazza Indipendenza a Roma (con le tavv. LXXIX-LXXXII f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . 332 ENRICO SILVERIO, Il Convegno Augusteo del 1938 nel quadro del bimillenario della nascita di Augusto attraverso i documenti d’archivio e le pubblicazioni dell’Istituto Nazionale di Studi Romani (con le tavv. LXXXIII-XC f.t.) . . . . . . . . . . 358 RAFFAELE FARINA, Il primo imperatore cristiano. La svolta e la pace costantiniana . 4 SOMMARIO PREMIO «CULTORI DI ROMA» 2014 LA REDAZIONE, Filippo Coarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 426 PAOLO SOMMELLA, A proposito degli inventari dell’Archivio Storico dell’Istituto Nazionale di Studi Romani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 428 PAOLO SOMMELLA - ANNA MARIA LIBERATI, Emissione di un francobollo commemorativo del Bimillenario della morte dell’imperatore Augusto (con le tavv. XCI-XCII f.t.) . 430 DANIELE MANACORDA, Fori Imperiali: temi e nodi per una riconciliazione delle prospettive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 433 FRANCESCO ARCARIA, Sacra privata e ius civile. A proposito di un libro recente sui rituali domestici e gli istituti giuridici in Roma antica . . . . . . . . . . . . 440 NOTE E INTERVENTI RECENSIONI ALESSANDRO PERGOLI CAMPANELLI, Cassiodoro. Alle origini dell’idea di restauro (Gianluca Pilara); ANDREA LONARDO, Il potere necessario. I vescovi di Roma e il governo temporale da Sabiniano a Zaccaria (604-752) (Gianluca Pilara); SOFIA BOESCH GAJANO - TOMMASO CALIÒ - FRANCESCO SCORZA BARCELLONA - LUCREZIA SPERA, Santuari d’Italia. Roma (Luisa Covello); ANGELO MICHELE PIEMONTESE, La Persia istoriata in Roma (Maria Vittoria Fontana); DANIELA CANDILIO - MATILDE DE ANGELIS D’OSSAT (a cura di), La collezione di antichità Pallavicini Rospigliosi (Gianluca Mandatori); FABRIZIO VISTOLI (a cura di), Tomba di Nerone: toponimo, comprensorio e zona urbanistica di Roma capitale. Scritti tematici in memoria di Gaetano Messineo (Luisa Chiumenti); FABRIZIO VISTOLI (a cura di), La riscoperta della via Flaminia più vicina a Roma: storia, luoghi, personaggi (Alessandro Locchi); STEFANO COLONNA, Hypnerotomachia Poliphili e Roma. Metodologie euristiche per lo studio del Rinascimento (Maurizio Calvesi); ALESSIA LIROSI, I monasteri femminili a Roma tra XVI e XVII secolo (Eleonora de Longis); GIUSEPPE ANTONIO GUAZZELLI - RAIMONDO MICHETTI - FRANCESCO SCORZA BARCELLONA (a cura di), Cesare Baronio tra santità e scrittura storica (Eleonora de Longis); MARIA BARBARA GUERRIERI BORSOI, Raccogliere “curiosità” nella Roma barocca. Il museo Magnini Rolandi e altre collezioni tra natura e arte (Giuseppe Finocchiaro); SIMONA BENEDETTI (a cura di), Architetture di Carlo Rainaldi nel quarto centenario della nascita (Marcello Villani); RENATA SABENE, La Fabbrica di San Pietro in Vaticano. Dinamiche internazionali e dimensione locale (Donatella Strangio); ANDREINA RITA, Biblioteche e requisizioni librarie a Roma in età napoleonica: cronologia e fonti romane (Rosanna De Longis); MARIA ROSARIA COPPOLA, La fabbrica del Vittoriano, Scavi e scoperte in Campidoglio (1885-1935) (Giuseppina Alessandra Cellini); LUIGI ALONZI, Economia e finanza nell’Italia moderna. Rendite e forme di censo (secoli XV-XX) (Paolo Tedesco) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 461 Vita dell’Istituto Nazionale di Studi Romani: Corpo accademico e organi direttivi al 30 dicembre 2014 – Assemblee dei Soci – Il «Premio Cultori di Roma» – Il «Certamen Capitolinum»: l’esito del LXV e il bando del LXVI – L’LXXXVIII anno accademico dei Corsi – Nuove pubblicazioni (LA REDAZIONE) . . . . . . . . . . . . 527 ENRICO SILVERIO IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 NEL QUADRO DEL BIMILLENARIO DELLA NASCITA DI AUGUSTO ATTRAVERSO I DOCUMENTI D’ARCHIVIO E LE PUBBLICAZIONI DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI STUDI ROMANI Estratto da: STUDI ROMANI Anno LXII, nn. 1-4 - Gennaio-Dicembre 2014 IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 NEL QUADRO DEL BIMILLENARIO DELLA NASCITA DI AUGUSTO ATTRAVERSO I DOCUMENTI D’ARCHIVIO E LE PUBBLICAZIONI DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI STUDI ROMANI (*) di ricostruire la genesi, le modificazioni e l’organizzazione A del Convegno Augusteo del 1938 è necessario preliminarmente L FINE ricordare come esso si sia posto a chiusura delle manifestazioni per il Bimillenario della nascita di Augusto, organizzate a partire dal 1930 dall’allora Istituto di Studi Romani. Sino dal principio le celebrazioni si erano prefisse di coprire tre precisi settori di intervento: a) tutela e valorizzazione delle vestigia augustee a Roma, con particolare riguardo all’Augusteo ed all’Ara Pacis Augustae, nonché nelle regioni d’Italia e «nell’Impero», cioè nelle ex province romane ora Stati nazionali, b) iniziative editoriali in seguito elaborate come pubblica( ) * Il presente contributo costituisce l’adattamento per la stampa di alcuni aspetti di una ricerca sulla genesi e l’organizzazione del Convegno Augusteo avviata, mentre continuavo a svolgere ricerche relative alla Sala XXVI della Mostra Augustea della Romanità, per impulso del Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, prof. Paolo Sommella, e svolta sui materiali dell’Archivio storico dell’Istituto e sulle sue pubblicazioni. La ricerca, eseguita nel corso dell’anno 2012, venne suscitata in vista delle iniziative dell’Istituto in occasione del Bimillenario della morte di Augusto nel 2014. Sono grato al prof. Paolo Sommella per avermi allora coinvolto nelle attività dell’Istituto e per avermi indirizzato verso un così fecondo campo di indagine, che consente di poter meglio apprezzare la vastità, la complessità e l’interrelazione tra le diverse manifestazioni del Bimillenario Augusteo del 1937-1938. Sono altresì grato al personale dell’Istituto Nazionale di Studi Romani per la costante ospitalità ed amicizia dimostrate, che mi hanno consentito di svolgere le ricerche nel migliore dei modi possibili, ed in particolare al direttore dott.ssa Letizia Lanzetta, al direttore associato dott. Massimiliano Ghilardi ed al responsabile dell’Archivio e della Biblioteca dott.ssa Laura Bertolaccini. IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 359 zione di un «Corpus delle vestigia augustee», c) una serie di conferenze spesso denominate nei documenti d’archivio «conferenze celebrative del Bimillenario Augusteo» e destinate infine a tenersi negli a.a. 1936-1937 e 1937-1938 dei Corsi Superiori di Studi Romani (1). Alla vigilia dell’inaugurazione del Bimillenario del 1937-1938, dal programma delle celebrazioni spicca tuttavia per la sua assenza proprio il Convegno Augusteo, come ben si evince anche dalla lettura della pubblicazione L’Istituto di Studi Romani per la celebrazione del Bimillenario Augusteo, nell’edizione recante in copertina e nel frontespizio la data del 23 settembre 1937 (2). Si tratta del giorno inaugurale dell’«anno bimillenario», a sua volta coincidente con la data d’inaugurazione della Mostra Augustea della Romanità. Dal complesso delle pubblicazioni e, soprattutto, dei materiali d’archivio esaminati, emerge infatti come l’illustrazione di temi augustei in sedi diverse rispet(1) Vd. più approfonditamente infra. Le espressioni «Corpus delle vestigia augustee», «conferenze celebrative del Bimillenario Augusteo», «anno bimillenario» ed i riferimenti all’«Impero» si rinvengono in numerosi documenti d’Archivio consultati e segnalati infra nelle note. In queste ultime e nel testo ho rispettato l’impiego delle maiuscole così come di volta in volta se ne rinviene l’uso nelle fonti archivistiche e nella bibliografia esaminate, benché esso non sia sempre univoco ed anzi appaiano non poche varianti. Analogamente, nella trascrizione delle fonti ho mantenuto, ove ricorrente, tanto il sottolineato quanto l’uso del maiuscolo per interi sostantivi o nomi propri. Nell’indicazione delle fonti dell’Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani ho impiegato le seguenti abbreviazioni: AINSR = Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani; AG = Affari Generali; b. = busta; CCM = Congressi, Convegni e Mostre; CSSR = Corsi Superiori di Studi Romani; f. = fascicolo; RSM= Registri, schedari, materiali di grande formato, rotoli e ritagli; s. = serie; sott. = sottofascicolo; sub sott. = sub sottofascicolo. Ove non diversamente indicato, i riferimenti alla corrispondenza in partenza dall’Istituto di Studi Romani, usualmente a firma di Carlo Galassi Paluzzi, sono da intendersi rivolti alle relative veline. Nell’indicazione del titolo dei fascicoli e dei sottofascicoli, ho riportato di volta in volta o il titolo che si rinviene sul fascicolo o sul sottofascicolo medesimo o l’indicazione che è annotata negli inventari, consultabili presso l’Istituto Nazionale di Studi Romani, in ragione della maggiore descrittività dell’uno o dell’altra. Sull’Archivio dell’Istituto vd. C. LODOLINI TUPPUTI, L’Archivio storico dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, EAD., L’Archivio storico dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. II: I Corsi superiori di Studi Romani (1926-1987) ed EAD., L’Archivio storico dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. III: Le sezioni (1933-1971), tutti in «Studi Romani», rispettivamente XLIII (1995), 3-4, pp. 438-442, XLIV (1996), 1-2, pp. 213-239 e XLIV (1996), 3-4, pp. 517-538. Nell’indicazione delle fonti dell’Archivio Centrale dello Stato in Roma ho impiegato le abbreviazioni d’uso corrente. (2) L’Istituto di Studi Romani per la celebrazione del Bimillenario Augusteo, Roma 1937. Tre copie di questa pubblicazione, di cui esistono – oltre a quella qui presa in considerazione – anche un’edizione qualificata come «provvisoria» ed una realizzata alla fine dell’«anno bimillenario» e comprendente pure il Convegno Augusteo, sono ora conservate in AINSR, s. CCM, b. 212, f. 21. Cfr. infra nota 20. 360 ENRICO SILVERIO to al progettato «Corpus delle vestigia augustee», fosse stata affidata sino dal principio alla serie di conferenze inserite nei Corsi Superiori piuttosto che ad un unico, grandioso ma isolato evento. Questa stessa ragione è forse ed almeno in parte anche alla base dell’abbandono del progetto, pur in principio accolto favorevolmente, di inserire nelle celebrazioni anche un Congresso Internazionale di Archeologia (3). Peraltro, nella sua configurazione definitiva, il Convegno Augusteo non si concretizzò in effetti come un incontro di studi ma come un incontro di studiosi italiani ed esteri, invitati a presenziare ai maggiori eventi di chiusura dell’«anno bimillenario» ed a visitare luoghi d’interesse augusteo i cui scavi erano stati particolarmente ripresi negli ultimi anni. È quindi necessario, per meglio definire il Convegno Augusteo, soffermarsi brevemente sullo sviluppo dell’idea delle celebrazioni augustee e sul relativo programma (4). Sul progetto, presto abbandonato, relativo al Congresso Internazionale di Archeologia, vd. infra anche per i riferimenti alla documentazione d’Archivio. Neppure si deve dimenticare la coincidenza temporale tra i festeggiamenti del Bimillenario Augusteo ed un ulteriore evento organizzato dall’Istituto: il V Congresso Nazionale di Studi Romani, tenuto a Roma tra il 24 ed il 30 aprile 1938, dedicato proprio al tema La missione dell’Impero di Roma nella storia della civiltà e destinato a figurare tra le iniziative del Bimillenario del 1937-1938, come si evince anche da L’Istituto di Studi Romani per la celebrazione, cit., pp. 12-15. Circa i legami tra il V Congresso Nazionale di Studi Romani ed il Bimillenario Augusteo vd. AINSR, s. CCM, b. 123, f. 3 Preliminari, sott. Presidenza del Consiglio. È interessante notare come il V Congresso Nazionale, inizialmente in programma sino dal 1936 per il periodo 24-30 settembre 1937, venisse in seguito – per impulso dell’Istituto – posticipato in primo luogo per evitare la sovrapposizione con le cerimonie inaugurali della Mostra Augustea della Romanità: vd. diffusamente nei singoli fascicoli che compongono la citata b. 123 della s. CCM ed in particolare vd. il f. 8 Giunta Direttiva, sott. Giglioli G.Q. per lo scambio di lettere tra C. Galassi Paluzzi e G. Q. Giglioli sul punto. Circa il tema fondamentale del V Congresso Nazionale vd. ancora infra nel testo e nota 38. Successivamente le nuove date del Congresso, 9-14 maggio 1938, dovettero essere ulteriormente modificate: vd. per le ragioni il verbale della Giunta Direttiva del V Congresso Nazionale di Studi Romani in AINSR, s. CCM, b. 123, f. 9 Giunta Direttiva. Verbali delle Sedute, sott. Verbale del 22-1-1937 ed ivi pp. 1-2 del verbale. (3) (4) Una sorta di preliminare delle attività destinate a concretizzarsi in occasione delle celebrazioni del Bimillenario Augusteo è già rinvenibile all’interno del I Congresso Nazionale di Studi Romani, tenutosi in Roma dal 21 al 26 aprile 1928 e dedicato al tema fondamentale L’ordinamento nazionale degli Studi Romani in Italia. Ci si riferisce ad una relazione di Giulio Q. Giglioli in cui lo studioso, ricollegandosi all’esperienza della Mostra Archeologica del 1911 nelle Terme di Diocleziano e ricordando la recente inaugurazione del Museo dell’Impero Romano nella sede del Convento di Sant’Ambrogio, distingueva tra il compito e le potenzialità del Museo e quelle dell’Archivio. In particolare, quest’ultimo sarebbe dovuto divenire il luogo di elezione per una catalogazione centrale e generale dei documenti archeologici pertinenti l’antichità romana: vd. G. Q. GIGLIOLI, Organizzazione della raccolta dei documenti IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 361 È in occasione del II Congresso Nazionale di Studi Romani, svoltosi a Roma dal 24 al 29 aprile 1930 e dedicato al tema fondamentale Mezzi e metodi: la creazione dello Schedario Centrale di Bibliografia Romana, che, sulla base del largo consenso riscontrato anche all’estero in occasione del Bimillenario Virgiliano e nel clima dell’«Italia nuova», appare per la prima volta l’idea di un articolato progetto per la celebrazione del Bimillenario Augusteo. Ci si riferisce alla relazione di Giulio Q. Giglioli Per il secondo millenario di Augusto, culminata con la proposizione e l’approvazione di un ordine del giorno che costituirà la base dei programmi per il Bimillenario (5). Successivamente, nel periodo intercorrente tra il II ed il III Congresso Nazionale di Studi Romani, il programma delle iniziative per il Bimillenario Augusteo venne affinato, mentre su proposta di Giglioli la Presidenza del Consiglio, tra maggio e giugno 1932, approvava la realizzazione della Mostra Augustea della Romanità, un evento in principio non previsto e del quale Giglioli veniva nominato direttore generale, definendo altresì, su indicazioni dello stesso Giglioli, un Comitato Ordinatore della Mostra all’interno del quale era an- archeologici della romanità, in Atti del I Congresso Nazionale di Studi Romani, I, Roma 1929, pp. 63-74 (71-74). L’espressione «anno bimillenario» per indicare il periodo dal 23 settembre 1937 al 23 settembre 1938 ricorre – come evidenziato supra in nota 1 – nelle fonti dell’epoca: vd. ad esempio L’inizio delle celebrazioni del Bimillenario Augusteo, in «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», V (1937), 20-21, p. 1. (5) Vd. G. Q. GIGLIOLI, Per il secondo millenario di Augusto, in Atti del II Congresso Nazionale di Studi Romani, I, Roma 1931, pp. 277-280 (280), fondamentale per inquadrare correttamente sino da ora il valore del Bimillenario del 1937-1938 nell’ideologia dell’Italia fascista e del suo rapporto con Roma antica: «Il II Congresso Nazionale di Studi Romani, udita la relazione del Prof. Giulio Q. Giglioli, acclama l’idea di festeggiare il secondo millenario della nascita dell’Imperatore Augusto e fa sua la proposta del relatore di compiere per tale occasione le seguenti opere: 1° - Isolamento e sistemazione definitiva del Mausoleo di Augusto; 2° - Scavo definitivo, ricomposizione e degno collocamento in Roma dell’Ara Pacis; 3° - Restauro e studio di altri monumenti augustei dell’Italia e dell’Impero; 4° - Pubblicazione di una serie di monografie di carattere scientifico che illustrino la storia e la civiltà di Augusto, dell’Italia e del mondo romano, al principio dell’Impero; 5° - Promozione di cicli di conferenze in Roma ed in altri centri italiani, incaricando la Presidenza dell’Istituto di Studi Romani di farsi centro presso le varie autorità di tali iniziative in modo che i festeggiamenti riescano solenni, degni di Augusto e dell’Italia nuova». Su G. Q. Giglioli vd. ora soprattutto M. BARBANERA, s.v. Giglioli, Giulio Quirino, in «Dizionario Biografico degli Italiani», LIV, Roma 2000, pp. 707-711 e cfr. la complessiva definizione della sua figura di uomo e di studioso contenuta in A. PASQUALINI, L’antiquaria di gesso: passato e futuro del Museo della Civiltà Romana all’EUR, in «Mediterraneo Antico», IX (2006), 2, pp. 631-646 (636, nota 25). 362 ENRICO SILVERIO che Carlo Galassi Paluzzi fondatore e futuro presidente dell’Istituto di Studi Romani (6). Scriveva in proposito G. Q. GIGLIOLI, La Mostra Augustea della Romanità, in Atti del III Congresso Nazionale di Studi Romani, a cura di C. Galassi Paluzzi, I, Bologna 1935, pp. 135-143 (135): «La costituzione d’una sezione della vita romana era stata infatti da me progettata (e ne riferii al I Congresso di Studi Romani) come complemento indispensabile del Museo dell’Impero e a questo scopo avevo già iniziato la raccolta del materiale. Fu solo in seguito che si concretò in me l’idea dell’importanza singolare che una mostra della Romanità poteva assumere in occasione del bimillenario della nascita del fondatore dell’Impero e tale idea ebbi l’onore di manifestare a S.E. il Capo del Governo in un’udienza che mi concedè il 18 maggio dell’anno passato». In realtà non mancarono alcuni dissapori, destinati a rientrare, tra G. Q. Giglioli e C. Galassi Paluzzi circa l’ascrivibilità dell’idea della Mostra al Museo dell’Impero Romano o all’Istituto di Studi Romani ed anche in merito alla decisione del suo inserimento nelle manifestazioni del Bimillenario. Per un quadro del problema vd. soprattutto il carteggio del 15 e 16 gennaio 1932 tra Antonio M. Colini, all’epoca ispettore archeologo del Governatorato di Roma e componente la Commissione Direttiva del Museo dell’Impero Romano, e C. Galassi Paluzzi, in AINSR, s. CCM., b. 213, f. 35, sott. Carteggio con i membri della Commissione, sub sott. Colini; il verbale della Giunta Direttiva dell’Istituto del 12 febbraio 1932 in AINSR, b. 213, f. 35, sott. Lettere di convocazione e copie verbali, sub sott. Lettere di convocazione, ed il carteggio tra G. Q. Giglioli e C. Galassi Paluzzi in AINSR, s. CCM, b. 213, f. 34, sott. Bimillenario Augusteo. Mostra Romanità. Giglioli, con particolare riguardo alle lettere del 7, 8, 11 e 13 luglio 1932. Si veda poi il verbale della riunione nel luglio 1932 dal Comitato Ordinatore della Mostra in AINSR, s. CCM., b. 213, f. 35, sott. Lettere di convocazione e copie verbali, sub sott. Copie verbali, ed il verbale n. 1, in data 20 dicembre 1933, della Commissione Direttiva per il Bimillenario in AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Bimillenario Augusteo. Commissione Direttiva. Verbali. Un ulteriore spunto di attrito fu comunque rappresentato dalla carta intestata della Mostra, che avrebbe infine riportato la doppia intestazione “Museo dell’Impero Romano - Istituto di Studi Romani”, ma che in principio recava la sola indicazione del primo Ente: vd. la lettera del 20 marzo 1933 di C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli in AINSR, s. CCM. b. 213, f. 35, sott. Carteggio con i membri della Commissione, sub sott. Giglioli. Sull’intera vicenda vd. in particolare F. SCRIBA, Augustus im Schwarzhemd? Die Mostra Augustea della Romanità in Rom 1937/38, Frankfurt am Main-Berlin 1995, pp. 52-60. Sulla Mostra Augustea della Romanità, la cui trattazione si sovrappone talvolta a quella dell’intero Bimillenario e viceversa, vd. soprattutto A. M. LIBERATI SILVERIO, La Mostra Augustea della Romanità, in Dalla mostra al museo. Dalla Mostra archeologica del 1911 al Museo della civiltà romana, a cura di G. Pisani Sartorio - D. Mancioli - A. M. Liberati Silverio - V. Fioravanti, Catalogo della Mostra di Roma, Museo della Civiltà Romana, giugno-dicembre 1983, Venezia 1983, pp. 77-90; G. PISANI SARTORIO, La Mostra Augustea della Romanità (1937-1938), il Palazzo delle Esposizioni e l’ideologia della romanità e A. M. LIBERATI SILVERIO, La Mostra Augustea della Romanità. L’allestimento della facciata, il progetto e l’organizzazione delle sale, il consuntivo della manifestazione, l’eredità, entrambi in Il Palazzo delle Esposizioni, a cura di R. Siligato - M. E. Tittoni, Catalogo della Mostra di Roma, Palazzo delle Esposizioni, 12 dicembre 1990 - 14 gennaio 1991, Roma 1990, rispettivamente pp. 219-221 e pp. 223-227; F. SCRIBA, Augustus im Schwarzhemd ?, cit.; ID., Il mito di Roma, l’estetica e gli intellettuali negli anni del consenso: la Mostra Augustea della Romanità 1937/38, in «Quaderni di storia» 41 (gennaio-giugno 1995), pp. 67-84; ID., The sacralization of the Roman past in Mussolini’s Italy. Erudition, aesthetics, and religion in the Exhibition of Augustus’ Bimillenary in 1937-1938, in «Storia della Storiografia», 30 (1996), pp. 19-29; ID., Die Mostra (6) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 363 Uno degli argomenti di maggiore interesse del Convegno Augusteo è la presenza ed il ruolo degli studiosi stranieri nel Bimillenario: presenza e ruolo che erano stati già discussi negli anni dell’ideazioAugustea della Romanità in Rom 1937/38, in Faschismus und Gesellschaft in Italien. Staat Wirtschaft - Kultur, hrsg. von J. Petersen - W. Schieder, Köln 1998, pp. 133-157; J. W. ARTHURS, (Re)Presenting Roman History in Italy, 1911-1955, in Nationalism Historiography and the (Re)Construction of the Past, ed. by C. Norton, Washington 2007, pp. 27-41 (33-35); A. ARGENIO, Il mito della romanità nel ventennio fascista, in Il mondo classico nell’immaginario contemporaneo, a cura di B. Coccia, Roma 2008, pp. 81-177 (131-138); F. MARCELLO, Mussolini and the idealization of Empire: the Augustan Exhibition of Romanità, in «Modern Italy», XVI (2011), 3, pp. 223-247; E. SILVERIO, Un’interpretazione dell’idea di Roma. La Sala XXVI della Mostra Augustea della Romanità, in «Studi Romani», LIX (2011), 1-4, pp. 307-331; J. ARTHURS, Excavating Modernity. The Roman Past in Fascist Italy, Itacha-New York 2012, passim ed in modo particolare il cap. 4; A. M. LIBERATI, Romanità e Fascismo. Il ruolo del mito di Roma nella genesi del Museo della Civiltà Romana, in Le mythe de Rome en Europe: modèles et contre-modèles, éds. J. C. D’Amico - A. Testino Zafiropoulos - P. Fleury - S. Madeleine, Actes du Colloque de Caen, Université de Caen Basse-Normandie, 27-29 novembre 2008, Caen 2012, pp. 341-358; EAD., Le musée-témoin d’une civilisation disparue: le musée de la Civilisation romaine, in Lieux de mémoire, musées d’histoire, éds. E. Pénicaut - G. Toscano, Actes du Colloque de Paris, Institut national du patrimoine, 18-19 juin 2009, Paris 2012, pp. 117-125; A. GIARDINA, Augusto tra due bimillenari, in AVGVSTO, a cura di E. La Rocca - C. Parisi Presicce - A. Lo Monaco - C. Giroire - D. Roger, Catalogo della Mostra di Roma, Scuderie del Quirinale, 18 ottobre 2013 - 9 febbraio 2014, Milano 2013, pp. 57-72 (passim) e M. CARLI, Esibire il passato imperiale. L’immagine della romanità nelle mostre fasciste del 1937, in «Visual History» I (2013), pp. 11-35 (16-19). Su Carlo Galassi Paluzzi vd. ora soprattutto B. COCCIA, Carlo Galassi Paluzzi. Bibliografia e appunti biografici, Roma 2000 e A. VITTORIA, L’Istituto di Studi Romani e il suo fondatore Carlo Galassi Paluzzi dal 1925 al 1944, in Il classico nella Roma contemporanea. Mito, modelli, memoria, Atti del Convegno di Roma, Istituto Nazionale di Studi Romani, 18-20 ottobre 2000, a cura di F. Roscetti con la collaborazione di L. Lanzetta e L. Cantatore, II, Roma 2002, pp. 507-537. Su A. M. Colini vd. Antonio Maria Colini, archeologo a Roma. L’opera e l’eredità, a cura di M. Buonocore - G. Pisani Sartorio, Atti del Convegno di Roma, Sala della Protomoteca Capitolina, 18 novembre 1998, in «Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia», LXX (1997-1998), pp. 1-317. Quanto alla denominazione del gruppo di lavoro della Mostra Augustea della Romanità, essa figura essere quella di “Comitato Ordinatore” negli atti governativi della sua istituzione, vd. ACS, PCM, anni 1937-’39, f. 14/1, n. 918, sott. 2 Comitato ordinatore della Mostra, b. 2493, mentre invece altrove – senza possibilità di confusione con altri gruppi di lavoro di cui pure facevano taluni degli studiosi che prestavano la loro opera per la Mostra – compare quella di “Commissione Direttiva”: vd. ad esempio in AINSR, s. CCM., b. 213, f. 35, sott. Lettere di convocazione e copie verbali, sub sott. Copie verbali. Nel Catalogo della Mostra si parlerà poi soltanto di “Commissione Direttiva”: vd. G. Q. GIGLIOLI, Presentazione, in Mostra Augustea della Romanità, I, a cura di R. Vighi - C. Caprino, Catalogo della Mostra di Roma, Palazzo delle Esposizioni, 23 settembre 1937 - 23 settembre 1938, Roma 19384 (definitiva), pp. XI-XXII (XX-XXI), nonché Mostra Augustea della Romanità, I, cit., pp. XXV e XXVII. La Mostra Augustea della Romanità venne comunque prorogata e chiusa solennemente il 6 novembre 1938: vd. ACS, PCM, anni 1937-’39, f. 14/1, n. 918, sott. 12 Cerimonie di chiusura della Mostra, b. 2494 e cfr. infra nota 28. 364 ENRICO SILVERIO ne e programmazione del Corpus delle vestigia augustee e delle conferenze celebrative. La partecipazione di studiosi stranieri era infatti un tema tanto ineludibile quanto problematico, poiché si trattava di conciliare contemporaneamente diverse istanze, tra loro intrecciate ma potenzialmente confliggenti. Il Bimillenario infatti non venne mai percepito soltanto quale semplice ricorrenza storica, ma anzi sino dal principio fu inteso come evento da attualizzare per rimarcare il legame tra l’antico e l’«Italia nuova». Così, nel caso della partecipazione degli stranieri, irrinunciabile da un punto di vista scientifico, occorreva valutare non solo la dimensione “nazionale” ed universale della ricorrenza, ma anche la posizione nei confronti dei sistemi democratici di un regime totalitario che si richiamava a Roma antica. A prevalere, sino appunto dalla preparazione del Corpus e delle conferenze celebrative, non sarà una chiusura preventiva o assoluta rispetto agli studiosi stranieri, quanto piuttosto la necessità di selezionare costoro tra quelli che fossero o tendenzialmente più vicini alla politica italiana o comunque di chiara ed indiscussa fama e comunque sempre, per quanto possibile, rapportando ogni contatto al piano dei rapporti personali tra studiosi, onde evitare che gli stranieri si trasformassero in una sorta di altrettanti rappresentanti ufficiali dei rispettivi Paesi. Contemporaneamente, però, come si dirà, ciò non impedì mai agli organizzatori del Bimillenario di vantare la presenza di studiosi stranieri, accordando loro un particolare risalto. Di notevole interesse è quindi la relazione tenuta da Galassi Paluzzi al III Congresso Nazionale di Studi Romani, svoltosi a Roma tra il 22 ed il 27 aprile 1933 sui due temi fondamentali La celebrazione del Bimillenario Augusteo e La rinascita dello studio e dell’uso della lingua latina (7). Sino (7) C. GALASSI PALUZZI, Per la pubblicazione di un «Corpus» delle vestigia augustee e per un ciclo di conferenze celebrative del Bimillenario Augusteo, in Atti del III Congresso Nazionale di Studi Romani, a cura di C. Galassi Paluzzi, I, Bologna 1935, pp. 277-281. L’idea di «vestigia» era peraltro abbastanza ampia e comprendeva «anche tutto quanto le arti figurative in genere, nonchè l’epigrafia, la numismatica, la glittica, ci hanno conservato e ci vanno svelando» circa la «grande epopea augustea», vd. ibidem, p. 277. Quest’idea ampia di «vestigia» sembra in parte sovrapporsi a quella di «memorie augustee» espressa negli appunti della seduta del 7 gennaio 1933 della Sezione Antichità riunita in vista del III Congresso Nazionale di Studi Romani, presenti Giglioli, Pietro Romanelli e Colini: «Le memorie augustee possono essere quelle che hanno un diretto riferimento alla persona di Augusto e quelle che invece, sia pure indirettamente, a lui e da lui si sono ispirate»: vd. AINSR, s. CCM, b. 212, f. 22, sott. B.A. CORPUS. Preliminari. Sedutina in cui sono presenti considerazioni in realtà pertinenti svariati aspetti del Bimillenario e quindi non solo del Corpus. La circostanza che le «ve- IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 365 da questa occasione si stabiliva come lo studio e l’illustrazione delle materie augustee sarebbe spettato, quasi naturalmente, agli studiosi italiani cioè agli eredi diretti, nella prospettiva dell’epoca, di Roma e dell’Italia antica. Il ricorso agli stranieri, invece, sarebbe dovuto essere solo eventuale, legato a competenze scientifiche universalmente riconosciute e comunque non avrebbe dovuto riguardare tre temi: a) Augusto, la sua dipendenza da Cesare e la fondazione del principato, b) «cosa l’opera di Augusto abbia significato per l’unificazione dell’Italia», c) «i rapporti tra l’Italia augustea e l’Italia di oggi» (8). Si stigia augustee» tendessero ad identificarsi con le «memorie augustee» di carattere non solo monumentale risulta ad esempio anche da AINSR, s. CCM, b. 212, f. 24, sott. B.A. Corpus. Verbali delle Sedute (della Commissione Direttiva), sub sott. Verbale della seduta del 9 luglio 1935. Il progetto di pubblicazione del Corpus delle vestigia augustee, così come originariamente ideato, fu in realtà gravato da numerose difficoltà nonostante l’elargizione di contributi da parte del Ministero dell’Educazione Nazionale e del Banco di Roma: vd. AINSR, s. CCM, b. 212, f. 25. Alcune delle ricerche vennero comunque edite nelle serie dei Quaderni dell’Istituto ed infine, non casualmente, in L’Istituto di Studi Romani per la celebrazione, cit., p. 1, non compare comunque la menzione del Corpus ma più genericamente si parla di «volumi illustranti la figura e l’opera di Augusto». Sul progetto del Corpus vd. anche s. CCM, b. 209, f. 5, sott. Bimillenario Augusteo. Udienza D 1935. (8) Vd. C. GALASSI PALUZZI, Per la pubblicazione, cit., pp. 278 e 280-281. Circa il ruolo degli studiosi stranieri e con riguardo al Corpus vd. il verbale n. 1 del 20 dicembre 1933 della Commissione Direttiva per il Bimillenario Augusteo in AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Bimillenario Augusteo. Comissione Direttiva. Verbali, ed ivi p. 3. In precedenza la questione della partecipazione degli studiosi stranieri alle celebrazioni del Bimillenario era stata affrontata sino dal febbraio 1932 e impostata in modo abbastanza più drastico, disponendo cioè che le conferenze celebrative fossero eseguite solo da studiosi italiani ed ipotizzando un’azione diplomatica tesa a suscitare celebrazioni augustee anche all’estero ad opera di studiosi esteri: vd. AINSR, s. CCM, b. 215, f. 35, seduta della Giunta Direttiva del 12 febbraio 1932, pp. 4-5. Le ragioni di tale orientamento iniziale venivano ufficialmente identificate nell’originaria previsione di sole dieci conferenze, nella conseguente difficoltà di scelta degli stranieri, nell’immancabile questione delle spese ed infine nella possibilità di suscitare «incomprensioni e malumori» tra gli stranieri esclusi. Maggiore apertura è invece testimoniata dagli appunti della già citata seduta del 7 gennaio 1933 della Sezione Antichità riunita in vista del III Congresso Nazionale di Studi Romani in cui, con riferimento all’intero complesso delle celebrazioni, si legge al primo punto la raccomandazione, relativa ai rapporti con l’estero, di invitare «piuttosto studiosi che istituzioni (per quanto riguarda l’Estero)»: vd. AINSR, s. CCM, b. 212, f. 22, sott. B.A. CORPUS. Preliminari. Sedutina e cfr. supra, nota 7. È interessante notare come in seguito l’Istituto tentasse comunque, di concerto con il Ministero degli Affari Esteri, di progettare la partecipazione di insegnanti statunitensi di scuola superiore alle celebrazioni attraverso la promozione di manifestazioni da tenersi negli U.S.A. Il progetto non giunse a realizzazione. Il relativo carteggio, indirizzato anche a Giglioli, va dall’aprile al luglio 1937 ed è consultabile in AINSR, s. CCM, b. 212, f. 20, sott. Stati Uniti. Pressoché nello stesso periodo, l’Istituto collaborava stabilmente nel fornire alle rappresentanze diplomatiche all’estero i necessari sussidi per l’esecuzione di incontri celebrativi del Bimillenario. In 366 ENRICO SILVERIO tratta di temi in larga parte destinati a ripresentarsi nell’organizzazione del Convegno Augusteo e specie quando esso si configurava ancora come incontro di studi e quindi sembra qui opportuno evidenziare, sino dalla prima metà degli anni Trenta, le ragioni, le origini e gli sviluppi di scelte destinate a ripresentarsi. Terminato il III Congresso, è possibile osservare in che modo l’Istituto si apprestasse alla redazione del programma del Bimillenario in vista della presentazione dello stesso al capo del Governo. Venne infatti creata una commissione composta da Roberto Paribeni, Giglioli, Galassi Paluzzi, allora direttore dell’Istituto, e da Pietro Tricarico, direttore generale delle Belle Arti (9). In particolare, al principio del questo contesto è altamente significativo che quale sorta di modello di conferenza da tenersi all’estero su Augusto fosse trasmesso il testo della conferenza di Giuseppe Bottai, L’Italia di Augusto e l’Italia di oggi: vd. ad es. AINSR, s. CCM, b. 216, f. 53 e f. 54, sott. Arabo Saudiano, sott. Australia, sott. Austria e sott. Bolivia. La conferenza venne tenuta sabato 20 febbraio 1937 nell’ambito dell’XI a.a. dei Corsi Superiori di Studi Romani, 1936-1937, inauguratosi presso l’Oratorio borrominiano della Chiesa Nuova il 12 dicembre 1936 alla presenza del principe di Piemonte, dello stesso Bottai quale ministro dell’Educazione Nazionale e del governatore di Roma. Nell’occasione la prolusione venne affidata a Carlo Formichi che parlò su Roma nell’opera Shakespeare, un tema tutt’altro che privo di risvolti ideologico-politici: vd. la cronaca dell’evento in L’inaugurazione dell’XI Anno Accademico dei Corsi Superiori di Studi Romani, in «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», V (1937), 1, pp. 1-2. Il testo di Bottai venne poco dopo pubblicato come n. I dei Quaderni Augustei. Studi italiani: vd. G. BOTTAI, L’Italia di Augusto e l’Italia di oggi, Roma 19372. La genesi e l’organizzazione della conferenza, cui assistette anche la Principessa Maria di Savoia, è ampiamente documentata ed è anzi possibile rilevare come fosse stato Galassi Paluzzi a proporre la conferenza a Bottai con il titolo che poi divenne definitivo e ad identificare minutamente gli stessi argomenti che avrebbero dovuto essere trattati: vd. ampiamente AINSR, s. CSSR, b. 48, f. 5 1937. La figura e l’opera di Augusto. Conferenza di S.E. Bottai in cui si rinviene anche una nota biografica del ministro, in sostanza presentato come il modello dell’ “uomo nuovo” fascista, del “romano della modernità” capace di fondere pensiero e azione. In seguito Bottai inaugurerà il XIII a.a., 1938-1939, dei Corsi con la prolusione Roma nella scuola italiana: vd. AINSR, s. CSSR, b. 80, f. 1 e G. BOTTAI, Roma nella scuola italiana, Roma 1939. Sul rapporto tra Bottai e l’Istituto di Studi Romani vd. R. VISSER, Da Atene a Roma, da Roma a Berlino. L’Istituto di Studi Romani, il culto fascista della romanità e la «difesa dell’umanesimo» di Giuseppe Bottai (1936-1943), in Antike und Altertumswissenschaft in der Zeit von Faschismus und Nazionalsozialismus, Kolloquium Universität Zürich 14.-17. Oktober 1998, hrsg. von B. Näf unter Mitarbeit von T. Kammasch, Mandelbachtal-Cambridge 2001, pp. 111-123 e J. NELIS, La ‘fede di Roma’ nella modernità totalitaria fascista: il mito della romanità e l’Istituto di Studi Romani tra Carlo Galassi Paluzzi e Giuseppe Bottai, in «Studi Romani», LVIII (2010), 1-4, pp. 359-381. Cfr. la lettera di convocazione da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 14 dicembre 1933 in AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Giglioli. Tuttavia già in data 18 febbraio 1931 Galassi Paluzzi, in relazione all’ordine del giorno votato nel II Congresso Nazionale, sollecitava Giglioli a stilare un «programma, diciamo, pratico, da sottoporre al nostro Presidente e (9) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 367 verbale n. 1 del 20 dicembre 1933 (10) viene evidenziata la necessità di operare sulla base di un programma articolato nei seguenti punti: la Mostra Augustea della Romanità, la ricostruzione dell’Ara Pacis, l’isolamento dell’Augusteo, un organico programma di scavi del mondo imperiale eseguito a cura delle RR. Soprintendenze, la pubblicazione di un Corpus delle vestigia augustee (11), ed infine un ciclo di conferenze celebrative del Bimillenario Augusteo. In seguito, di notevole interesse appare il verbale n. 2 del 28 dicembre 1933. Dopo la lettura della relazione di Galassi Paluzzi, il conte Francesco Pellati, presente in sostituzione del direttore generale delle Belle Arti e rappresentante, peraltro, dell’Italia all’interno del Comitato Direttivo dei Congressi Internazionali di Archeologia, «fa presente tutta l’opportunità di vedere svolgere uno dei detti Congressi in Roma e in occasione del Bimillenario Augusteo» (12). Gli altri commissari presenti, lo stesso Galassi Paluzzi e Giglioli, approvano. Tuttavia, pochi giorni dopo, la prospettiva del Congresso Internazionale di Archeologia organizzato e patrocinato dall’Istituto di Studi Romani venne fortemente ridimensionata e sostanzialmente accantonata, come documentato dalla lettera di Galassi Paluzzi a Pellati del 29 gennaio 1934 titolata, per quanto qui di interesse, Bimillenario augusteo / Congr. Intern. La ragione, come presentata da Galassi Paluzzi, consistette nella circostanza che il Congresso non si sarebbe limitato ai soli temi di interesse romano, rientranti nell’attività dell’Istituto, ma sarebbe stato di più vasta portata e quindi tale da interessare piuttosto il R. Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte (13). In seguito alla lettera del 29 gennaio 1934 ed al poi alle autorità competenti per poter vedere realizzate tutte le tue proposte»: vd. AINSR, s. CCM, b. 209, fasc. 2, sott. Giglioli. (10) AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Bimillenario Augusteo. Commissione Direttiva. Verbali, verbale n. 1 del 20 dicembre 1933. (11) Su questo progetto vd. AINSR, s. CCM, b. 212, ff. 22-27 e C. GALASSI PALUZZI, Per la pubblicazione, cit., pp. 277-280. (12) AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Bimillenario Augusteo. Commissione Direttiva. Verbali, verbale n. 2 del 28 dicembre 1933, p. 3. Quanto alle conferenze celebrative, dalla p. 2 del verbale emerge come Galassi Paluzzi presentasse il programma per la parte a lui affidata e come questo coincidesse in sostanza con il contenuto della relazione tenuta nel III Congresso Nazionale. AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Pellati, lettera da C. Galassi Paluzzi a F. Pellati del 29 gennaio 1934, p. 2: «[…] Roma e la latinità sono due temi così vasti che già bastano a soverchiare le forze di un Istituto e non sarebbe quindi né possibile né giusto che l’Istituto di (13) 368 ENRICO SILVERIO successivo scambio epistolare del mese di febbraio, non ricorre più la menzione del Congresso Internazionale di Archeologia in rapporto alle celebrazioni del Bimillenario Augusteo, benché l’idea di una riunione di studiosi fosse destinata a ripresentarsi in forme diverse. Pochi mesi dopo, approvato dalla presidenza del Consiglio il programma delle celebrazioni del Bimillenario (14), il Museo dell’Impero Romano e l’Istituto di Studi Romani si vedevano affidato anche «il compito di attendere al coordinamento delle varie manifestazioni per la celebrazione Augustea e alla esecuzione del relativo programma» (15). Il tema della presenza degli studiosi stranieri veniva trattato nella riunione dell’8 maggio 1935, presenti Galassi Paluzzi, Paribeni e GiStudi Romani patrocinasse ed organizzasse un Congresso Internazionale che non fosse soltanto limitato, come dianzi dicevo, ai problemi di interesse romano ma investisse tutti i campi dell’archeologia; […]». Tuttavia Galassi Paluzzi non poteva, naturalmente, esprimere immediatamente un rifiuto netto e definitivo della proposta e quindi egli così terminava la lettera indirizzata a Pellati: «Comunque è necessario che Ella voglia, con la Sua abituale cortesia, precisarmi il carattere e i limiti del Congresso Internazionale che dovrebbe aver luogo in occasione del prossimo Bimillenario Augusteo., (sic) in modo da potere con maggiore chiarezza comprendere come e quanto l’Istituto di Studi Romani potrebbe avere l’onore di partecipare alla importantissima iniziativa». Il seguente carteggio, che consta di due lettere, si rinviene in una diversa collocazione archivistica: AINSR, s. CCM, b. 209, f. 4, sott. Bimillenario Augusteo. Varie. Congresso Int. di Archeologia. La prima lettera, da F. Pellati a C. Galassi Paluzzi, è datata 4 febbraio 1934, costituisce la replica a quella del 29 gennaio ed è un tentativo di patrocinare l’idea del Congresso in occasione del Bimillenario e, allo stesso tempo, di sostenere la sua compatibilità con le attività dell’Istituto. Dopo aver ricordato la mancata celebrazione del VI Congresso a Stoccolma, Pellati scriveva infatti tra l’altro: «Io ho pensato allora che, saltato il turno del 33-34, il VI avrebbe potuto essere rinviato al 37-38, e che allora nessuna città era più indicata di Roma a tenerlo, Roma che celebrerà allora il bimillenario di Augusto, anche se il Congr. arch. Int. non comprende solo la Civiltà romana ma anche quelle protostoriche, orientali, greca e cristiana. Comunque, Roma è sempre il centro del mondo antico; […]». La seconda lettera, da C. Galassi Paluzzi a F. Pellati, è datata 24 febbraio e con essa Galassi Paluzzi, preso atto anche di quanto versato nella lettera del 4 febbraio ribadiva che per patrocinare il Congresso Internazionale sarebbe stato maggiormente adatto il R. Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte. Tuttavia conveniva sull’opportunità di tenere il Congresso Internazionale durante il Bimillenario Augusteo e, non escludendo la partecipazione o un patrocinio dell’Istituto, invitava Pellati a scegliere un giorno utile per una riunione cui avrebbe partecipato anche G. Q. Giglioli quale presidente della Sezione Antichità dei Congressi Nazionali di Studi Romani ed in cui raggiungere «conclusioni definitive» circa la partecipazione dell’Istituto all’iniziativa proposta da Pellati. (14) AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Giglioli, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 28 marzo 1934. (15) AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Bimillenario Augusteo. Commissione Direttiva. Verbali, verbale n. 3 del 6 aprile 1934, p. 1. IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 369 glioli. In particolare furono discussi i temi da fare svolgere agli studiosi stranieri nelle conferenze celebrative e la loro programmazione negli a.a. 1936-1937 e 1937-1938 dei Corsi Superiori: si tratta di problemi le cui soluzioni appaiono mosse, nelle loro linee essenziali, dalle stesse ragioni che presiederanno alla soluzione di questioni in larga parte analoghe e destinate a presentarsi durante la preparazione del Convegno Augusteo. Gli stranieri avrebbero dovuto illustrare gli studi augustei svolti nelle rispettive Nazioni nel corso degli ultimi venti anni, i monumenti augustei eventualmente presenti in esse ed a loro sarebbe stata affidata «(quando si sia perfettamente sicuri dei loro sentimenti) l’illustrazione dell’influenza che l’opera di Augusto ha avuto nello svolgimento della civiltà presso questa o quella Nazione» (16). Nella successiva riunione del 22 maggio 1935, presenti Galassi Paluzzi, Paribeni e Giglioli, il programma delle conferenze venne maggiormente delineandosi (17) e nella riunione del 9 luglio 1935 AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Bimillenario Augusteo. Commissione Direttiva. Verbali, verbale dell’8 maggio 1935, pp. 1 e 3. In precedenza il tema era stato affrontato anche nella riunione del 14 aprile 1934. Vd. AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Bimillenario Augusteo. Commissione Direttiva. Verbali, verbale del 14 aprile 1934, pp. 5-6 (il verbale è privo di numerazione, ma si tratta di quello relativo alla seduta n. 4): «[…] Galassi Paluzzi infine riassume quanto da lui esposto in seno al Congresso per promuovere un ciclo di conferenze dedicate ad illustrare l’epopea di Augusto, conferenze affidate a studiosi di tutto il mondo. La Commissione concorde approva che si affidino a studiosi italiani i tre temi suggeriti da Galassi Paluzzi. Si ha quindi un primo scambio di idee in merito agli studiosi stranieri da invitare e si nominano: / Per la Francia: Carcopino - Homo - Durry / Per la Polonia: Zielinski. Stante l’ora tarda si rimanda ad un’altra seduta la compilazione dello schema per il ciclo di conferenze e l’indicazione dei nomi dei conferenzieri. La seduta è tolta alle 19,30». Sui temi indicati da Galassi Paluzzi, vd. supra nel testo e nota 8. Un riferimento, nei mesi precedenti alla riunione dell’8 maggio 1935, al ruolo che gli studiosi stranieri avrebbero dovuto avere all’interno delle conferenze celebrative è contenuto ad esempio nella lettera di C. Galassi Paluzzi a R. Paribeni del 12 febbraio 1935 in AINSR, s. CCM, b. 212, f. 22, sott. B.A. Corpus. Preliminari. Paribeni = s. CSSR, b. 47, f. 4, sott. 1936-1937. Preliminari, sub. sott. 1936-1937. Paribeni: «Per quanto riguarda invece gli studiosi stranieri, mi sembrerebbe opportuno che ad essi, più che seguire quanto si è fatto per il Bimillenario Oraziano (per il quale abbiamo chiesto soltanto di parlare di Orazio nelle letterature dei vari paesi) si chiedesse di parlare, qui in Roma, o delle memorie augustee esistenti nella loro patria, o della influenza che l’opera di Augusto ha avuto nello sviluppo delle varie civiltà nazionali, oppure sugli studi d’interesse augusteo nei vari paesi». Identica lettera venne indirizzata in pari data a P. Tricarico, vd. AINSR, s. CCM. b. 212, f. 22, sott. B.A. Corpus. Preliminari. Tricarico = s. CSSR, b. 47, f. 4, sott. 1936-1937. Preliminari, sub. sott. 1936-1937. Tricarico, ed a G. Q. Giglioli, per il quale vd. AINSR, s. CSSR, b. 47, f. 4, sott. 1936-1937. Preliminari, sub. sott. 1936-1937. Giglioli. (16) (17) AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Bimillenario Augusteo. Commissione Direttiva. Verbali, verbale del 22 maggio 1935, p. 4 = s. CCM, b. 212, f. 24, B.A. Corpus. Verbali del- 370 ENRICO SILVERIO si definì che gli studiosi stranieri chiamati a partecipare a questa parte delle celebrazioni sarebbero stati scelti tra quelli che già in passato avevano collaborato con l’Istituto (18). Conseguentemente, con lettera del 19 luglio 1935 Galassi Paluzzi trasmetteva a Giglioli l’elenco di tali studiosi stranieri affinché gli fosse utile «per la scelta dei conferenzieri» (19). Il piano completo delle conferenze e dei partecipanti, italiani e stranieri, venne successivamente elaborato e quindi inserito nella pubblicazione L’Istituto di Studi Romani per la celebrazione del Bimillenario Augusteo. Tuttavia, come si è già segnalato, nell’edizione di questa pubblicazione recante in copertina e nel frontespizio la data del 23 settembre 1937 nulla ancora emergeva rispetto all’organizzazione o addirittura all’idea di un Convegno Augusteo (20). Vedrele Sedute (della Commissione Direttiva), sub. sott. Verbale della seduta del 22-5-1935, ivi p. 4 del verbale. (18) AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Bimillenario Augusteo. Commissione Direttiva. Verbali, verbale del 9 luglio 1935, p. 6 = s. CCM, b. 212, f. 24, B.A. Corpus. Verbali delle Sedute (della Commissione Direttiva), sub. sott. Verbale della seduta del del 9 luglio 1935, ivi p. 6 del verbale. AINSR, s. CCM, b. 209, f. 2, sott. Giglioli, lettera di C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 19 luglio 1935 e cfr. il contenuto del verbale del 9 luglio 1935 indicato supra ed in nota 18 per la collocazione. È da evidenziare anche la lettera da G. Q. Giglioli a C. Galassi Paluzzi datata 16 settembre 1935 che, facendo seguito a quanto sinora descritto, esprime la posizione del primo rispetto ai temi che i conferenzieri stranieri avrebbero dovuto trattare. Giglioli scriveva di ritenere che gli studiosi stranieri, salve eccezioni dovute alla particolare competenza in specifici campi, non avrebbero dovuto trattare se non dell’evoluzione che, nei rispettivi Paesi, avevano avuto gli studi sulla figura di Augusto. In caso contrario, cioè affidando argomenti «politici» antichi a studiosi stranieri moderni, si sarebbe rischiato di confondere la Nazione moderna con il contesto antico e così pretendere ad esempio di «far trattare da un Greco moderno la battaglia di Filippi o quella d’Azio che furono azioni di guerra civile tra Romani». Inoltre, gli stranieri «– dato il clima politico attuale – evidentemente farebbero una trattazione nazionale e perfino anti-romana». Esisteva poi il rischio che essi avrebbero trasposto nell’attualità le “rivalità” antiche, come sarebbe potuto accadere, continuava Giglioli, se a Jerome Carcopino fosse stata affidata la trattazione della difesa della frontiera renana contro i Germani: vd. AINSR, s. CSSR, b. 47, f. 4, sott. 1936-1937. Preliminari, sub. sott. 1936-1937. Giglioli, in cui oltre all’originale vergato a mano esiste una copia dattilografata. (19) Tre copie di questa pubblicazione sono conservate in AINSR, s. CCM, b. 212, f. 21. Ibidem, pp. 4-5 vengono indicati i corsi di letture e le conferenze di interesse augusteo per gli a.a. 1936-1937 e 1937-1938 dei Corsi Superiori di Studi Romani: si tratta, per ciascuno dei due anni accademici, di un ciclo dedicato a La figura e l’opera di Augusto e di uno dedicato a Gli studi stranieri sulla figura e l’opera di Augusto e sulla fondazione dell’Impero Romano. Inoltre, ibidem, p. 15, è presente un cenno a sopralluoghi e visite «ai luoghi sacri alla figura e all’opera di Augusto». Non credo si sia qui in presenza di un riferimento, eventualmente indiretto, al Convegno Augusteo. Infatti alla data della stampa dell’edizione della pubblicazione qui considerata, il Convegno non aveva ancora assunto la sua configurazione de(20) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 371 mo subito però come la Mostra Augustea della Romanità, inaugurata essa stessa il 23 settembre 1937, divenisse l’occasione per favorire un incontro internazionale destinato a trasformarsi proprio nel Convegno Augusteo. Nell’Archivio le testimonianze circa le origini e le primissime fasi del progetto che avrebbe condotto al Convegno Augusteo non sono molte e tra di esse quelle maggiormente risalenti, datate tra la fine di luglio e l’agosto 1937, sono in un carteggio tra C. Galassi Paluzzi ed Arnaldo Momigliano relativo a diverse iniziative del Bimillenario. Si tratta soprattutto delle prime quattro lettere di una serie che giunge, limitandoci all’argomento del Convegno Augusteo, sino al 15 ottobre 1937 ed in cui osserviamo come Momigliano rispondesse, in modo particolare, alle richieste del presidente dell’Istituto circa la segnalazione di studiosi «possibili partecipanti a un convegno augusteo». Contemporaneamente è interessante notare come le veline conservate in Archivio delle lettere spedite dall’Istituto siano già titolate Bimillenario Aug. / Convegno Mondiale, salvo la prima del gruppo di quelle di nostro interesse, datata 30 luglio 1937, titolata Bimill. Augusteo / adunata mondiale. Con essa, facendo seguito ad un precedente colloquio che non parrebbe aver lasciato tracce apprezzabili ma che dal complesso delle evidenze d’archivio potrebbe datarsi tra la fine di maggio ed il mese di giugno 1937, Galassi Paluzzi trasmetteva a Momigliano un elenco di possibili studiosi stranieri da invitare affinché lo storico avanzasse suggerimenti ed osservazioni. Nel far ciò, scriveva il presidente dell’Istituto, occorreva che Momigliano tenesse conto del fatto che «noi desideriamo riunire i rappresentanti veramente più illustri della scienza mondiale che da un punto di vista storico o archeologico o artistico si siano occupati della figura dell’opera e dell’epoca di Augusto». La replica di Momigliano è dafinitiva, che pure in effetti lo rese in parte qualcosa di molto simile ad una visita «ai luoghi sacri alla figura e all’opera di Augusto». Si è piuttosto in presenza di un riferimento a generiche e possibili iniziative future, come parrebbe confermato da L’inizio delle celebrazioni del Bimillenario Augusteo, in «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», V (1937), 20-21, p. 1. Anche da questa pubblicazione, ibidem, nonché dal complesso di quanto versato nel successivo fascicolo di ottobre-novembre 1937, p. 8, si evince peraltro come l’Istituto tendesse a fare rientrare nell’alveo delle celebrazioni anche altri cicli di conferenze, come quelli dedicati a Le grandi strade del mondo romano, al Limes romano, a Roma e le Province oppure a L’Impero di Roma nelle monete e nelle medaglie, quest’ultimo indicato anche come L’Impero di Roma nella sua moneta. 372 ENRICO SILVERIO tata 4 agosto 1937 ed esprime alcune perplessità dovute ai nomi segnalati, proponendone diversi o ulteriori: in effetti, come risulta dal carteggio, per errore allo storico era stato inviato un elenco in parte diverso da quello che avrebbe dovuto essergli sottoposto. La successiva lettera del presidente dell’Istituto a Momigliano del 7 agosto 1937 conferma implicitamente, tra l’altro, l’esistenza di almeno un colloquio precedente alla lettera del 30 luglio e vale comunque a chiarire lo scopo del Convegno ed i criteri posti a base della scelta dei possibili invitati. Infatti, replicando alle osservazioni dello storico circa i nomi presenti nella lista acclusa alla precedente lettera da lui inviata, dopo aver dato atto dell’errore di cui sopra s’è detto, il presidente dell’Istituto scriveva: «[…] mi sembrava di averle detto che nell’invitare degli studiosi eminenti in occasione della celebrazione del Bimillenario Augusteo, noi intendevamo non limitare la celebrazione a quella pura e semplice della figura di Augusto, ma di dare, naturalmente, particolarissimo risalto a questa figura facendo in modo però che il significato della celebrazione non avesse escluso la glorificazione dell’Impero in genere». Inoltre: «[…] pur volendo soprattutto invitare gli storici propriamente detti di Augusto e dell’Impero, non vogliamo però naturalmente escludere (sempre se ci sarà possibile far venire tanta gente) quegli studiosi che in modo eminente si sono distinti sia nel campo degli studi giuridici o letterari, o filologici ecc., co[n] riferimento alla epopea augustea, o, più latamente, all’Impero». Nei mesi seguenti all’ottobre 1937, che peraltro conducono alla “svolta razziale” nella politica del regime fascista, il carteggio con Momigliano su questi aspetti del Convegno cessa ed infine la questione degli studiosi stranieri da invitare sarà affrontata soprattutto con l’aiuto di G. Q. Giglioli. Ciò che interessa rilevare è però soprattutto il fatto che almeno dal mese di luglio 1937 si stesse lavorando al futuro Convegno ed anzi sembra possibile che di esso avessero già parlato C. Galassi Paluzzi e G. Bottai, nonché forse lo stesso G. Q. Giglioli, in un incontro del 21 giugno 1937 o, in seguito, a luglio, durante una seduta della neo-costituita Commissione per il Coordinamento delle manifestazioni del Bimillenario Augusteo, di cui è possibile sia stata un precedente la riunione del 21 giugno (21). (21) Quanto alle prime fasi del progetto del Convegno Augusteo, rilevo anzitutto come la consultazione del registro di protocollo della manifestazione permetta di giungere a ritroso IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 373 Mentre si andava svolgendo il carteggio tra C. Galassi Paluzzi ed A. Momigliano, il 10 agosto 1937 Albert W. Van Buren inviava solo al 15 luglio 1938, data prima della quale evidentemente il Convegno non dovette avere un protocollo dedicato: vd. AINSR, s. RSM, Protocolli, CCM, quaderno 6 Convegno Augusteo, da cui risulta anche che l’ultima lettera munita di questo protocollo fu quella, n. 1007, da C. Galassi Paluzzi ad E. Strong del 15 maggio 1939, circa la quale vd. infra nel testo e nota 111. Circa il carteggio tra C. Galassi Paluzzi ed A. Momigliano vd. soprattutto AINSR, s. CCM, b. 223, f. 70, sott. Momigliano in cui, tuttavia, oltre alla prima lettera del presidente dell’Istituto non se ne rinviene un’altra, questa volta di Momigliano, che però, essendo citata in una di Galassi Paluzzi del 9 settembre 1937, sappiamo essere stata datata 2 settembre. L’intero carteggio, che giunge – in questo sottofascicolo – sino al 15 ottobre 1937, riguarda anche i Corsi Superiori di Studi Romani, la correzione delle bozze della relazione di Momigliano per gli Atti del IV Congresso Nazionale di Studi Romani e la partecipazione dello storico al V Congresso Nazionale. La velina della lettera di C. Galassi Paluzzi ad A. Momigliano del 30 luglio 1937 è invece in AINSR, s. CSSR, b. 64, f. 14, sott. A. Momigliano, all’interno del quale, peraltro, un appunto a matita rossa vergato nel retro di un biglietto di invito all’inaugurazione del IX a.a. dei Corsi Superiori di Studi Romani avverte che «La pratica continua nell’archivio del “Bimillenario Augusteo”». La lettera di Momigliano datata 2 settembre 1937 è invece in AINSR, s. CCM. b. 129, f. 25, sott. Momigliano e con essa lo storico spiegava la difficoltà di trattare in sede di comunicazione da tenersi nel V Congresso Nazionale di Studi Romani l’amplissimo tema proposto da C. Galassi Paluzzi con una lettera del 10 agosto 1937, cioè l’«influsso dell’impero nella storia dei popoli dell’Oriente ellenico». Per le ragioni di cui sopra, le veline di alcune lettere componenti il carteggio si rinvengono anche in altre collocazioni: vd., oltre a quelle già segnalate, AINSR, s. CSSR, b. 64, f. 9, sott. 1937-38 Momigliano. […]. Non è da escludersi che dopo l’ottobre 1937 l’aiuto di Momigliano per la selezione dei nomi non fosse più richiesto sia per le vicissitudini del progetto del Convegno – circa le quali vd. infra nel testo e nelle note – sia a causa della difficoltà dello storico ad “allinearsi” ai criteri informatori della manifestazione sotto il profilo della selezione dei nomi, che del resto pare rinvenirsi diffusamente nel carteggio contenuto soprattutto in AINSR, s. CCM, b. 223, f. 70, sott. Momigliano. I nomi proposti da A. Momigliano in una lettera a C. Galassi Paluzzi del 4 agosto 1938 a fronte dell’elenco inviato dall’Istituto – ma in realtà solo in parte coincidente con quello approntato – erano: per la Francia J. Gagé, per la Germania W. Weber, H. Berve, H. Siber e, a parte, E. Norden, circa il quale egli annotava che «è probabile tuttavia che ragioni politiche ne sconsiglino l’invito». Per l’Inghilterra venivano invece segnati H. Last e W. W. Tarn ed inoltre M. P. Charlesworth e R. Syme, mentre per gli Stati Uniti erano indicati M. I. Rostovtzeff – che nell’elenco inviato dall’Istituto figurava invece alla voce Russia – ed A. D. Nock. Ulteriori studiosi, proposti in una lettera del 3 ottobre 1937, erano: per l’Inghilterra H. Stuart Jones, per gli Stati Uniti F. B. Marsh, per la Germania V. Kahrstedt, per la Francia M. Besnier, per la Svezia M. P. Nilsson, per la Danimarca Fr. Poulsen e per la Svizzera F. Stähelin: vd. in AINSR, s. CCM, b. 223, f. 70, sott. Momigliano. Circa la riunione del 21 giugno 1937 tra C. Galassi Paluzi e G. Bottai vd. invece infra nota 27. Circa la costituzione di una Commissione per il Coordinamento delle manifestazioni del Bimillenario Augusteo, vd. in AINSR, s. CCM, b. 209, f. 4, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, la lettera di G. Bottai a C. Galassi Paluzzi datata 28 giugno 1937. Una prima riunione avrebbe dovuto tenersi il giorno giovedì 1° luglio 1937 ma, a mezzo telegramma – vd. ibidem – venne rinviata al venerdì 2 luglio 1937. Resta, naturalmente, il problema di comprendere a chi si debba l’idea del Convegno Augusteo. Esistono numerosi elementi che paiono portare a ritenere si trattasse essenzialmente dello stesso 374 ENRICO SILVERIO a Galassi Paluzzi una lettera che consente di rintracciare, nell’Archivio dell’Istituto, un’altra significativa traccia dell’ideazione di quello che sarebbe divenuto il Convegno Augusteo (22). A poco più di un mese di distanza dall’inaugurazione della Mostra Augustea della Romanità, infatti, lo studioso americano scriveva da Berlino al presidente dell’Istituto per domandare informazioni circa la partecipazione di studiosi stranieri alla cerimonia, facendosi sostanzialmente portavoce dei timori degli studiosi inglesi i quali, non avendo ricevuto alcun invito, temevano che «forse non sarebbero ben accolti se venissero» (23). Van Buren, inoltre, riferiva in particolare il caso di Hugh Last, peraltro pochi giorni prima ricordato a Galassi Paluzzi anche da MomiC. Galassi Paluzzi, sostenuto da G. Q. Giglioli, piuttosto che di Giuseppe Bottai: vd. infra nel testo e nelle note. Per quanto riguarda invece le ragioni che dovettero spingere C. Galassi Paluzzi ad interpellare proprio A. Momigliano, esse devono con tutta probabilità ravvisarsi nell’intendere il carteggio relativo al Convegno come il seguito di un precedente scambio relativo ad un dattiloscritto inviato all’Istituto e trasmesso in visione allo storico. Restituito il dattiloscritto, con lettera del 14 maggio 1937 A. Momigliano scriveva al presidente dell’Istituto per dirgli, tra l’altro, di non esitare ad inviare in visione altre opere che fossero pervenute. C. Galassi Paluzzi il giorno 21 maggio, nella replica, in una lettera la cui velina riporta anche una titolatura che, emendata dai refusi, è Istituto-collaboratori-Momigliano, domandava quando lo storico pensasse di venire a Roma dal momento che desiderava parlargli: vd. queste lettere in AINSR, s. CCM, b. 129, f. 25, sott. Momigliano, che conserva l’originale della lettera del 14 maggio, e s. CCM, b. 210, f. 10, sott. Speciale, ove la lettera del 14 maggio è presente in copia. Poiché dalla lettera del 30 luglio 1937 di C. Galassi Paluzzi citata supra sappiamo che dovette avvenire un colloquio con A. Momigliano – anche se non sappiamo se personale o telefonico – in cui si parlò del Convegno, non è impossibile che le lettere del 14 e 21 maggio 1937 ne siano la premessa. Se così fosse, allora ciò varrebbe anche quale ulteriore elemento a favore dell’ideazione del Convegno da parte di Galassi Paluzzi, essendo questo colloquio – auspicato già in data 21 maggio 1937 – probabilmente antecedente o almeno pressoché contemporaneo alle riunioni con Bottai e, tra gli altri, con Giglioli delle quali s’è detto sopra ed essendo inoltre l’inizio del carteggio che seguì il colloquio con Momigliano antecedente al carteggio intercorso tra agosto e settembre 1937 tra C. Galassi Paluzzi e G. Q. Giglioli relativamente alla manifestazione destinata ad evolversi come Convegno Augusteo, sul quale vd. subito infra nel testo. (22) AINSR, s. CCM, b. 212, f. 20, sott. Inghilterra, lettera di A. W. Van Buren a C. Galassi Paluzzi del 10 agosto 1937. (23) Ibidem, p. 1: «Ho sentito durante questa ultima settimana che qualcuno dei nostri colleghi inglesi sarebbe ben lieto di assistere alle commemorazioni di questo settembre, solo che, non avendo ricevuto degli inviti, son rimasti nel dubbio che forse non sarebbero ben accolti se venissero. Son sicurissimo che tale dubbio manca assolutamente di motivazione, anzi che l’intervento dei colleghi inglesi riuscirebbe particolarmente grato in quell’occasione: ma ho pensato che qualche cenno in questo senso da parte dei dirigenti la commemorazione sarebbe cosa gradita in quelli (sic) ambienti e senza dubbio potrebbe indurre diversi dei nostri amici a fare il viaggio di Roma in quell’occasione. […]». IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 375 gliano e che aveva già partecipato ai Corsi Superiori di Studi Romani (24), e auspicando che «da parte dei dirigenti la commemorazione» pervenisse un «cenno» idoneo a fugare quei timori, così concludeva riferendosi sia al Bimillenario Augusteo che al V Congresso Nazionale di Studi Romani: «Nella fiducia che mi vorrà perdonare l’ardire, e con i più sentiti auguri di ogni successo, tanto per il Bimillenario Augusteo quanto per il prossimo Congresso di Studi Romani, mi creda, Sempre devotissimo suo, A. W. Van Buren» (25). Ricevuta la lettera, Galassi Paluzzi dovette da un lato rendersi immediatamente conto come i criteri scelti per la selezione degli invitati all’inaugurazione della Mostra rischiassero di estendere all’ambito accademico la tensione internazionale in atto, ma dall’altro comprese anche che non avrebbe potuto rispondere immediatamente. Infatti Van Buren aveva evidenziato un problema in grado di gettare un’ombra sull’intera celebrazione del Bimillenario e che in definitiva, essendo legato alla sua dimensione attualizzante e politica, era idoneo a svilirne i contenuti scientifici. Profittando della coincidenza tra la data della lettera di Van Buren ed il mese di agosto, Galassi Paluzzi dovette decidere di prendere tempo per consigliarsi anche con Giglioli e pertanto il giorno 13 fece rispondere con una breve nota in cui si dava atto della ricezione della lettera datata 10 agosto, e si comunicava che il presidente dell’Istituto, «date le vacanze estive», non avrebbe potuto rispondere prima della fine del mese di agosto (26). Lo stesso giorno 13, Galassi Paluzzi scriveva a Giglioli trasmettendogli in (24) Sulla partecipazione di H. Last ai Corsi Superiori di Studi Romani, vd. C. GALASPALUZZI, I Corsi Superiori di Studi Romani, Roma 1943, p. 22. Il nome di H. Last avrebbe dovuto figurare anche nell’elenco di studiosi inviato da C. Galassi Paluzzi ad A. Momigliano ma, con altri, non vi fu incluso per un errore del personale dell’Istituto nella preparazione e spedizione dell’elenco stesso. Vd. AINSR, s. CCM, b. 223, f. 70, sott. Momigliano, lettera da A. Momigliano a C. Galassi Paluzzi del 4 agosto 1937 per la segnalazione di H. Last e lettera da C. Galassi Paluzzi ad A. Momigliano del 7 agosto 1937 per la chiarificazione dell’equivoco sorto in esito alla spedizione di un elenco di studiosi in sostanza diverso da quello preparato. SI (25) AINSR, s. CCM, b. 212, f. 20, sott. Inghilterra, lettera di A. W. Van Buren a C. Galassi Paluzzi del 10 agosto 1937, p. 2. (26) AINSR, s. CCM, b. 212, f. 20, sott. Inghilterra, biglietto dall’Istituto di Studi Romani ad A. W. Van Buren del 13 agosto 1937. È lo stesso Galassi Paluzzi a spiegare a Giglioli, sempre in data 13 agosto 1937, di aver fatto rispondere dando atto dell’impossibilità di fornire un riscontro sino alla fine del mese di agosto 1937: vd. AINSR, s. CCM, b. 212, f. 20, sott. Inghilterra, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 13 agosto 1937, p. 1. 376 ENRICO SILVERIO copia la lettera dell’«amico prof. Van Buren», ne qualificava il contenuto come molto importante e si soffermava in particolare su H. Last. Soprattutto è però determinante fare rilevare come Galassi Paluzzi, sostanzialmente proponesse sino da quel momento di radunare gli studiosi stranieri non all’inizio ma alla chiusura del Bimillenario. Al fine di corroborare questa sua proposta, Galassi Paluzzi richiamava il contenuto di un precedente “accenno” che il ministro dell’Educazione Nazionale, «l’amico Bottai», aveva rivolto a lui stesso ed almeno anche a Giglioli (27). (27) AINSR, s. CCM, b. 212, f. 20, sott. Inghilterra, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 13 agosto 1937, p. 1. «Caro Giglioli, […]. Ciò che dice il Van Buren è molto importante. Non so se tu credi, dopo quanto ci ha accennato l’amico Bottai, di rispondere che saremo lieti di adunare gli eminenti colleghi stranieri, ma che ci riserviamo di farlo non all’inizio ma alla chiusura dell’anno Bimillenario. […]». Al Convegno Augusteo sono state dedicate alcune pagine soprattutto da F. SCRIBA, Augustus im Schwarzhemd?, cit., pp. 229-234, secondo cui, ibidem, p. 229, «Möglicherweise war der ‘Convegno’ ursprünglich eine idee des neuen Erziehungsministers Giuseppe Bottai». Credo che tale ipotesi possa essere rivista. Infatti se da un lato è vero che l’ “accenno” di Bottai menzionato da Galassi Paluzzi – che però non mi pare citato da F. Scriba – resta del tutto indeterminato, dall’altro è però ancor più vero che il complesso delle vicende relative all’organizzazione del Convegno Augusteo e taluni documenti dell’Istituto che non mi pare siano stati esaminati, o quantomeno citati, da F. Scriba in relazione a tale manifestazione – quali ad esempio il carteggio con A. Momigliano e con A. W. Van Buren o gli atti e la corrispondenza in AINSR, s. CCM, b. 227, f. 84 –, portano a ritenere che la primitiva idea del Convegno sia da attribuirsi a Galassi Paluzzi e forse anche allo stesso Giglioli, pur essendo immediatamente fatta propria da Bottai, che dovette comprenderne tutti i risvolti e le potenzialità. È possibile che l’ “accenno” di Bottai abbia avuto luogo nel corso di un incontro in cui evidentemente dovette trattarsi anche di una riunione internazionale di studiosi e che sino dal quel momento, cioè presumibilmente dall’estate del 1937 e comunque dopo o quasi contemporaneamente al colloquio, ma prima della corrispondenza con Momigliano ed evidentemente anche prima del ricevimento della lettera di A. W. Van Buren, a fronte di una necessità o opportunità evidenziatagli dai due studiosi, Bottai desse allo stesso tempo anche come direttiva generale quella di tenere il futuro Convegno alla fine del Bimillenario. Quanto alla possibile datazione di tale incontro, sappiamo ad esempio che C. Galassi Paluzzi dovette incontrare G. Bottai presso il Ministero dell’Educazione Nazionale il 21 giugno 1937: vd. AINSR, s. AG, b. 51, f. 27 Ministero Educazione Nazionale (19291937), lettera di Erberto Guida, capo di Gabinetto del Ministero dell’Educazione Nazionale, a C. Galassi Paluzzi del 16 giugno 1937 e replica di C. Galassi Paluzzi a E. Guida del 17 giugno 1937 in cui, sotto la titolatura si legge «(Ringraziato per comunicazione udienza concessa)». Visto il contenuto di alcune lettere datate poco dopo tale appuntamento, è possibile che l’argomento principale dell’incontro sia stato una concessione di fondi dal Ministero all’Istituto e che, dunque, Giglioli non avesse avuto motivo di essere presente. Ove così fosse non è comunque impossibile che già in quella data tra Galassi Paluzzi e Bottai si parlasse di un incontro destinato ad evolversi come il Convegno Augusteo o che in quella sede fossero poste le basi per l’ “accenno” che sarebbe stato fatto alla presenza anche di Giglioli. Sappiamo inoltre che pochi giorni dopo venne costituita una Commissione di Coordinamento del- IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 377 La lettera di risposta di Giglioli è datata solo 3 settembre 1937, cioè appena venti giorni prima dell’inaugurazione della Mostra. Giglioli concordava circa l’opportunità di rispondere che gli studiosi stranieri che avessero voluto venire a Roma di loro iniziativa durante l’apertura della Mostra Augustea della Romanità sarebbero stati «sempre graditi», mentre sulla questione degli inviti all’inaugurazione della Mostra chiariva che di ciò era competente il Governo. Infine, concordava con Galassi Paluzzi anche circa la prospettazione di un incontro di studiosi da tenersi alla fine del Bimillenario (28). le manifestazioni per il Bimillenario Augusteo di cui facevano parte anche Galassi Paluzzi e lo stesso Giglioli. La prima riunione di questa commissione avrebbe dovuto aver luogo il 1° luglio 1937 ma venne posticipata al seguente giorno 2: le occasioni per trattare di quello che sarebbe divenuto il Convegno Augusteo, insomma, non erano di certo mancate. Esse precedono di poco l’avvio dei contatti epistolari con Momigliano da parte di Galassi Paluzzi circa i possibili studiosi stranieri da invitare e probabilmente sono addirittura successive o pressoché contemporanee ad un contatto tra i due, personale o telefonico, sullo stesso tema ed in cui l’idea del Convegno venne presentata allo storico piemontese: cfr. supra nota 21 anche per il valore di tali circostanze a favore dell’ascrivibilità dell’ideazione del Convegno a Galassi Paluzzi. Inoltre, sempre a favore di quest’ultima ipotesi, il fatto che il ministro si limitasse, pochi mesi dopo, a registrare il diniego di Mussolini ad un primo progetto del Convegno e che, nonostante questo diniego, fosse invece proprio Galassi Paluzzi a riproporre più volte il progetto anche forzando una certa inattività di Bottai, mi sembra indicativo per rivedere l’ipotesi espressa da F. Scriba: vd. infra nel testo per i necessari riscontri. Ancora circa l’ascrivibilità dell’idea del Convegno a Galassi Paluzzi e Giglioli, ed in modo particolare al primo, riveste una particolare importanza un progetto, anche economico, senza data ma collocabile nel settembre-ottobre del 1937 ed in cui la manifestazione non figura ancora «sotto gli auspici del Ministero dell’Educazione Nazionale», come invece avrebbe dovuto essere se l’iniziativa fosse stata ideata dal ministro Bottai: vd. ancora infra nel testo e cfr. note 43-45. È anche possibile che l’idea del Convegno fosse emersa nel corso di una riunione tra Bottai, Galassi Paluzzi e Giglioli – quella in cui dovette avvenire l’ “accenno” del primo – e quindi immediatamente e tenacemente difesa e perseguita da Galassi Paluzzi, che dovette rendersi conto del suo potenziale: tale idea mi è stata espressa dalla prof.ssa Maria Teresa Galassi Paluzzi Tamassia, figlia del fondatore dell’Istituto, con cui ho discusso il problema e che ringrazio per la disponibilità anche rispetto alla consultazione dell’Archivio personale di C. Galassi Paluzzi. Terminata la ricerca dello scrivente per conto della Presidenza dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, cenni al Convegno Augusteo sono poi stati pubblicati in J. NELIS - M. GHILARDI, L’Istituto di Studi Romani et la figure d’Auguste. Sources d’archives et perspectives de recherche 1937/1938-2014, in «Studi Romani» LX (2012), 1-4, pp. 333-339 (336338). Per le ragioni esposte infra nel testo e nelle note, non mi pare di poter concordare con talune datazioni proposte in tale intervento e relative all’ideazione ed alle prime fasi del progetto del Convegno Augusteo: vd. ibidem, p. 336, nota 17 e p. 337, nota 23. AINSR, s. CCM, b. 212, f. 20, sott. Inghilterra, lettera da G. Q. Giglioli a C. Galassi Paluzzi del 3 settembre 1937: «Caro Galassi, al Prof. Van Buren circa quanto scrive nella sua da Berlino del 10 agosto, sono d’accordo con te che sia opportuno rispondere che i colleghi di qualunque nazione vorranno venire a Roma dopo l’apertura della Mostra di loro iniziativa, (28) 378 ENRICO SILVERIO Il contenuto della lettera venne sostanzialmente fatto proprio da Galassi Paluzzi che il 13 settembre 1937, cioè a dieci giorni dall’inaugurazione della Mostra Augustea della Romanità, indirizzava a Van Buren una lettera di risposta alla sua del 10 agosto. La lettera, in larga parte, omessi i saluti personali, consisteva in effetti in una trascrizione di quella di Giglioli (29). Quest’ultima venne infatti ricevuta – o visionata – da Galassi Paluzzi proprio il giorno 13 settembre, come risulta dal poscritto di una lettera di pari data indirizzata a Giglioli e relativa ad altri aspetti dell’organizzazione delle manifestazioni per il Bimillenario: le riduzioni ferroviarie e la propaganda per la Mostra Augustea della Romanità nonché i progressi nelle pratiche relative alle emissioni di serie di francobolli commemorativi del Bimillenario, comprese quelle per l’Africa italiana e le Isole italiane dell’Egeo (30). La saranno sempre graditi. Inviti per la cerimonia inaugurale sono stati diramati unicamente dal Governo Italiano ai Governi stranieri e naturalmente la Direzione della Mostra è completamente estranea alle designazioni dei rappresentanti delle varie Nazioni. Confidiamo tuttavia di avere noi stessi il piacere di adunare i nostri eminenti colleghi e probabilmente alla chiusura dell’anno Augusteo nel settembre 1938. Cordialissimi saluti. G.Q. Giglioli». Circa gli inviti per l’inaugurazione della Mostra Augustea della Romanità, vd. ACS, PCM, anni 1937-’39, f. 14/1, n. 918, sott. 3 Inaugurazione 23/9/1937 XV, b. 2493. Tanto la cerimonia di inaugurazione che quella di chiusura della Mostra Augustea della Romanità furono, naturalmente, occasioni ufficiali estremamente significative per l’affermazione e la celebrazione della continuità tra Roma antica e l’Italia moderna. La cerimonia di apertura venne riportata nel “giornale sonoro” LUCE n. B1175 con un servizio della durata di ben 4,35 minuti: vd. http://www. archivioluce.com/archivio/jsp/schede/videoPlayer.jsp?tipologia=&id=&physDoc=14709&db =cinematograficoCINEGIORNALI&findIt=false&section=/. Ampio risalto venne dato anche alla cerimonia di chiusura, circa la quale vd. il “giornale sonoro” LUCE n. B1404 in http://www.archivioluce.com/archivio/jsp/schede/videoPlayer.jsp?tipologia=&id=&physDoc =16719&db=cinematograficoCINEGIORNALI&findIt=false&section=/. Le parole di questo servizio ricordavano la progettata stabilizzazione della Mostra all’interno dell’edificio in via di costruzione nella zona delle Tre Fontane nell’ambito dell’E 42. In quella sede la Mostra Augustea della Romanità avrebbe dovuto infatti assumere forma duratura come Mostra della Romanità. Quest’ultima, in effetti, a causa degli eventi bellici non vide mai la luce mentre, dopo una prima inaugurazione nel 1952, nell’edificio per essa progettato venne definitivamente inaugurato nel 1955 il Museo della Civiltà Romana. Circa i collegamenti tra l’E 42, Ostia ed il Convegno Augusteo vd. infra note 106 e 111. (29) AINSR, s. CCM, b. 212, f. 20, sott. Inghilterra, lettera da C. Galassi Paluzzi ad A. W. Van Buren del 13 settembre 1937. È da rilevare come questo carteggio fosse ancora titolato come Mostra Augustea della Romanità. Partecipazione studiosi stranieri e non ancora Convegno Augusteo o Convegno Mondiale: cfr. infra e vd. supra circa la titolatura della lettera del 30 luglio 1937 da C. Galassi Paluzzi ad A. Momigliano. AINSR, s. CCM, b. 215, f. 44, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 13 settembre 1937: «Ricevo ora la tua lettera del 3 corr. a proposito della richiesta del Prof. Van Buren e ti ringrazio di quanto mi hai comunicato». Circa l’emissione di francobolli comme(30) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 379 circostanza che Galassi Paluzzi si fosse affrettato a rispondere a Van Buren non appena ricevuto un riscontro da Giglioli, testimonia l’importanza delle questioni sollevate dallo studioso americano e la piena comprensione della loro portata da parte del vertice dell’Istituto. Non casualmente, infatti, nello stesso periodo in cui si svolgeva la seconda parte del carteggio appena descritto, l’Istituto di Studi Romani intratteneva una fitta corrispondenza con Giuseppe Bottai, all’epoca ministro dell’Educazione Nazionale, con lo stesso Giglioli e, come già ricordato, con A. Momigliano: tale corrispondenza ruotava proprio attorno all’organizzazione di un Convegno Mondiale Augusteo da celebrarsi a chiusura del Bimillenario. Un primo documento d’archivio da esaminarsi a questo punto è quindi una lettera da Galassi Paluzzi a Bottai datata 7 settembre 1937 (31). Innanzitutto è da rilevare che, in relazione agli argomenti trattati, la missiva venne titolata non solo come Corsi ’38 R.O.C.E.R. Bottai, ma anche come BIMILLENARIO AUGUSTEO Convegno Mondiale e che nella velina conservata il contenuto della comunicazione venne così sunteggiato: morativi nel Regno, nell’Africa italiana, cioè Libia ed Africa orientale italiana, e nelle Isole italiane dell’Egeo, nonché circa la convenzione con la Direzione Generale delle Poste e Telegrafi quanto al sovrapprezzo di taluni valori, da destinarsi per il 70% a favore della Mostra Augustea della Romanità e per il 30% a favore dell’Istituto, ed infine per gli introiti economici da ciò derivanti oltre che per le relative tasse ed imposte, vd. AINSR, s. CCM, b. 215, ff. 44-48. Sui francobolli emessi in occasione del Bimillenario Augusteo del 1937-1938 ed in generale sulla valenza dei francobolli come veicolo dell’idea fascista della romanità, vd. ora M. TORELLI, Archeologia e fascismo. Creazione e diffusione di un mito attraverso i francobolli del regime, in Repensar la Escuela del CSIC en Roma. Cien años del memoria, Editores R. Olmos - T. Tortosa - J. P. Bellón, Madrid 2010, pp. 385-405 e, nell’ambito dell’LXXXVIII a.a. dei Corsi Superiori di Studi Romani, il ciclo di conferenze di A. M. LIBERATI, La storia attraverso i francobolli tra anniversari e ideologia nell’Italia degli anni ’30 del Novecento: 1. L’Italia “romana” tra Virgilio e Orazio; 2. L’Italia dell’impero e della guerra tra Augusto e Livio, su cui vd. «Rassegna d’informazioni dell’Istituto Nazionale di Studi Romani», LXXXI (2013), 10-12, p. 8. La genesi, la storia ed il significato delle emissioni filateliche realizzate in occasione del Bimillenario del 1937-1938 per il Regno d’Italia, le Isole italiane dell’Egeo e l’Africa italiana sono oggetto, attraverso l’analisi delle fonti contenute nell’Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, di un contributo di A. M. Liberati e dello scrivente in corso di stampa su questo periodico. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 7 settembre 1937. F. SCRIBA, Augustus im Schwarzhemd?, cit., p. 229, nota 39, trattando del Convegno Augusteo, nel citare questa lettera specifica come essa sia «unter Bezugnahme auf ein Schreiben Bottais vom 25.08». Quest’ultima comunicazione, tuttavia, non si riferisce al Convegno Augusteo, ma ai Corsi Superiori di Studi Romani. (31) 380 ENRICO SILVERIO «(espone [Galassi Paluzzi, n.d.a.] progetto in occasione bimillenario augusteo e prega fissare colloquio)» (32). In secondo luogo è poi da evidenziare che sino dalle prime righe della lettera emerge come il ministro dell’Educazione Nazionale, presumibilmente a fronte di una necessità espressa da Galassi Paluzzi e da Giglioli nel corso dell’incontro ove ebbe luogo l’ “accenno” di cui si è detto, avesse dato incarico all’Istituto di procedere alla formulazione di un progetto relativo al Convegno (33). Immediatamente dopo Galassi Paluzzi, a titolo di premessa rispetto alle proposte da avanzare, ricordava quanto lo stesso Bottai aveva espresso in merito all’argomento del Convegno. Questo, infatti, avrebbe dovuto essere «un altamente significativo omaggio della scienza internazionale alla figura e all’opera di Augusto, nonché al contributo recato dall’Impero di Roma allo sviluppo della Civiltà» (34). Prima di procedere oltre e dare conto delle proposte formulate da Galassi Paluzzi, è necessario notare un elemento che emerge dalle stesse parole del presidente dell’Istituto: il Convegno Mondiale, in questa fase, avrebbe dovuto essere un convegno di studi e non una semplice riunione di studiosi. La circostanza non è priva di peso per la storia dell’organizzazione del Convegno Augusteo ed essa merita di essere fatta sino da ora rilevare per essere poi ripresa più avanti. Galassi Paluzzi procedette quindi ad indicare a Bottai quanto si era sino ad allora fatto o organizzato dall’Istituto per realizzare le celebrazioni del Bimillenario attraverso «i contributi recati dalla viva voce di studiosi» (35), indicando sostanzialmente le conferenze celebrative teAINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 7 settembre 1937, p. 1. (32) Ibidem: «Poiché molto cortesemente hai voluto dare all’Istituto di Studi Romani l’onorifico incarico di formulare un progetto in merito ad un “convegno mondiale” di studiosi che dovrebbero adunarsi in occasione della chiusura della celebrazione del Bimillenario Augusteo, sottopongo al tuo giudizio alcuni dati di fatto ed alcune proposte in merito». Cfr. supra nota 27. (33) (34) Ibidem: «Premesso che, come tu stesso hai indicato, l’argomento del predetto convegno dovrebbe essere un altamente significativo omaggio della scienza internazionale alla figura e all’opera di Augusto, nonché al contributo recato dall’Impero di Roma allo sviluppo della Civiltà, dovremo innanzitutto annotare tra i dati di fatto quello che, appunto, già si è fatto, o si è in procinto di fare in Italia e all’estero al proposito». Cfr. supra nota 27. Non è escluso che questi caratteri del Convegno fossero stati espressi da Galassi Paluzzi e Giglioli nel corso dell’incontro in cui ebbe luogo l’ “accenno” di Bottai e subito fatti propri da questi, in modo non dissimile da quanto era accaduto tra Giglioli e Mussolini per la Mostra Augustea della Romanità. (35) Ibidem. IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 381 nute nei Corsi Superiori durante gli a.a. 1936-1937 e 1937-1938, nonché il V Congresso Nazionale di Studi Romani da tenersi ad aprile 1938 (36). Galassi Paluzzi peraltro ricordava che le iniziative dell’Istituto avrebbero coinvolto «numerosissimi ed eminenti studiosi stranieri» (37). A questo punto, evidentemente per evitare che il Convegno Mondiale si risolvesse in un duplicato di iniziative già svolte o già programmate, Galassi Paluzzi proponeva di far diventare, con alcuni adeguamenti, il tema del Convegno quello del V Congresso Nazionale. Questa soluzione peraltro, avrebbe “bilanciato”, in un quadro internazionale non favorevole per l’Italia, la presenza di studiosi italiani e di studiosi stranieri, alle cui «discutibili affermazioni» si sarebbe potuto efficacemente controbattere (38). Galassi Paluzzi, prima di chiedere a (36) Ibidem, p. 2. (37) Ibidem, p. 3. Ibidem, p. 3: «Rammentati i dati di fatto, mi permetto di sottoporre al tuo giudizio una proposta: e cioè l’opportunità di fare diventare tema di quello che potrebbe chiamarsi “Convegno mondiale Augusteo” il tema stesso del prossimo V Congresso Nazionale di Studi Romani, sia pure con qualche opportuna variante quale ad esempio “L’impero di Roma e lo sviluppo della civiltà (sic). Si potrebbero scegliere taluni problemi fondamentali sui quali gli studiosi di tutto il mondo verrebbero invitati a riferire, avendo, intanto, già la certezza che su ciascun problema si avrebbero delle eccellenti relazioni italiane, e un nutrito numero di studiosi pronti a rispondere eventualmente a discutibili affermazioni straniere». Il progetto, come si dirà, non venne accettato. Quanto al tema fondamentale del V Congresso Nazionale, esso nel programma scientifico allegato alla domanda prescritta dalla normativa dell’epoca e datata 15 giugno 1936, trasmessa al Governo tramite Prefettura in pari data, veniva indicato come relativo «allo studio dell’influenza che la creazione dell’Impero romano ha avuto nello sviluppo della civiltà mondiale, con particolare riguardo alla geniale opera creatrice di Cesare e alla monumentale opera sistematrice di Augusto»: vd. AINSR, s. CCM, b. 123, f. 3 Preliminari, sott. R. Prefettura e sott. Programma scientifico e f. 7 Programma scientifico, piano finanziario e Giunta Direttiva. Successivamente, tuttavia, nel corso della riunione della Giunta Direttiva del V Congresso Nazionale di Studi Romani del 22 gennaio 1937, C. Galassi Paluzzi richiamava «l’attenzione della Giunta su la necessità di precisare tempestivamente quale dovrà essere il tema fondamentale del Congresso». Rammentate quindi le iniziative che nel 1938 si sarebbero svolte nel quadro del Bimillenario Augusteo, il presidente dell’Istituto così concludeva: «sembra a lui opportuno riferire il tema fondamentale alla ricorrenza bimillenaria, provocando un chiarimento sul significato del concetto di Impero, (sic) Quindi, a suo giudizio, la opportunità di contribure (sic) a quest’opera di chiarificazione attraverso una serie di relazione (sic) da svolgersi nella varie Sezioni e delle quali dà un primo cenno». L’idea tuttavia non piacque né a P. de Francisci né a G. Q. Giglioli ed anzi il primo trovò «che i termini nei quali il tema è stato posto sono troppo generici; teme che non si raggiungano precisi obiettivi disputando intorno al “concetto” di Impero». Infine, su proposta di de Francisci, venne approvato che il tema fondamentale fosse “La funzione dell’Impero romano nella storia della civiltà”: vd. AINSR, s. CCM, b. 123, f. 9 Giunta Direttiva. Verbali delle Sedute, sott. Verbale del 22-1-1937 ed ivi pp. 2-3 del verbale nonché le diverse redazioni (38) 382 ENRICO SILVERIO Bottai un appuntamento per discutere dei temi esposti nella lettera, si soffermava su alcuni particolari relativi al numero dei relatori, alle spese di viaggio e soggiorno ed alla pubblicazione degli Atti (39). Di nostro interesse sono soprattutto il progettato ricevimento in Campidoglio alla presenza del capo del Governo e la prevista visita alla Mostra Augustea della Romanità: eventi entrambi che verranno riproposti anche quando sarà accantonata questa prima idea di un Convegno Mondiale, nel cui ambito agli studiosi italiani sarebbe comunque spettato, come già per altre iniziative del Bimillenario, di fare risaltare gli aspetti di continuità dell’Italia moderna con Roma antica (40). Successivamente, il giorno 9 settembre 1937, Galassi Paluzzi inviava a Giglioli una copia della lettera indirizzata a Bottai, che descriveva come relativa al «convegno mondiale di studiosi che dovrebbero adunarsi in occasione della chiusura del Bimillenario Augusteo» (41), mentre il successivo 25 ottobre domandava a Bottai un appuntamento per esporre una relazione pertinente il «Convegno Mondiale Augusteo» alla luce di un recente colloquio avuto con il ministro stesso e che probabilmente dovette essere quello richiesto con la lettera del 7 settembre (42). Si colloca in que- e minute degli annessi «APPUNTI PER LA I a SEDUTA DELLA GIUNTA DIRETTIVA». Considerato tutto questo, non escluderei che con la proposta formulata a Bottai il 7 settembre 1937 Galassi Paluzzi mirasse forse, tenuto conto dell’accento posto sull’ “impero” piuttosto che sulla “funzione dell’impero”, a recuperare anche almeno in parte l’approccio che aveva caldeggiato pochi mesi prima nella riunione del 22 gennaio. (39) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 7 settembre 1937, pp. 4-5. (40) Ibidem, p. 4. «In sede di relazioni, gli studiosi italiani, dovrebbero mettere in evidenza la continuità della Storia di Roma nel campo del diritto, della lingua, dell’arte, delle istituzioni sociali ecc. Facendo risaltare ciò che è rimasto non soltanto vivo e vitale ma addirittura insopprimibile dell’opera creata da Roma si conferirebbe al Convegno un valore ed un interesse attuale. Così nell’organizzare i vari sopralluoghi si dovrebbe cogliere l’occasione per fare ammirare ai rappresentanti della Scienza mondiale venuti per il convegno, le più importanti creazioni e le maggiori affermazioni del Regime nelle varie parti d’Italia». Si tratta di criteri in larga parte espressi già per altre manifestazioni del Bimillenario in cui erano stati coinvolti studiosi stranieri o comunque ispirati dai medesimi principi, come nel caso delle conferenze celebrative del Bimillenario: vd. supra note 8 e 16. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 9 settembre 1937 = s. CSSR, b. 64, f. 14, sott. Giglioli, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 9 settembre 1937. (41) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 25 ottobre 1937. Sappiamo peraltro come Galassi Paluzzi già almeno dal 15 ottobre 1937 chiedesse di essere ricevuto da Bottai e come (42) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 383 sta fase il duplicato di un promemoria «per S.E. Bottai» relativo al «CONVEGNO MONDIALE AUGUSTEO», con annesso preventivo di spese, privo di data ma che evidenze interne consentono di collocare, quantomeno sotto il profilo della redazione, tra settembre ed ottobre 1937 (43). Il Convegno, che nel progetto non figura ancora, come sarà in seguito, «sotto gli auspici del Ministero dell’Educazione Nazionale» e neppure – quanto a questo – sotto quelli della Presidenza del Consiglio, avrebbe dovuto svolgersi alla fine dell’anno augusteo, avrebbe potuto essere affidato alle cure dell’Istituto, vista la sua organizzazione del V Congresso Nazionale il cui tema fondamentale era molto simile, avrebbe dovuto «adunare insigni personalità scientifiche di ogni parte del mondo» e quindi «assumere l’alto significato di un omaggio della Scienza internazionale alla figura e all’opera di Augusto, nonché di un riconoscimento del contributo recato dall’Impero di Roma allo sviluppo della civiltà» (44). Venivano prospettate due l’incontro richiesto, tuttavia, non potesse avere luogo immediatamente: vd. AINSR, s. AG, b. 51, f. 27 Ministero Educazione Nazionale (1929-1937), appunto interno del 15 ottobre 1937 e lettera del 18 ottobre 1937 da C. Galassi Paluzzi alla Segreteria particolare del ministro dell’Educazione Nazionale. Di conseguenza, con la lettera del 25 ottobre Galassi Paluzzi chiese nuovamente di essere ricevuto. Nella velina d’archivio il contenuto della comunicazione è così sunteggiato: «(chiede udienza per presentare relazione)». Nel frattempo era infatti in preparazione il promemoria relativo ad un Convegno Mondiale Augusteo sul quale vd. infra nel testo e nota 43. AINSR, s. CCM, b. 227, f. 84. Il documento conserva anche il preventivo di spese del Convegno ed alla p. 3, alla voce «2) Viaggi Congressisti extra Europei», vi è un chiaro riferimento «alle tariffe vigenti al mese di settembre 1937-XV». Al fine della datazione del duplicato del promemoria, del promemoria stesso, e dell’annesso preventivo non attribuirei grande peso al fatto che la carta intestata in cui il primo è versato non rechi tra i titoli di Vittorio Emanuele III anche quello di imperatore d’Etiopia, ben potendosi trattare del caso di un reimpiego di vecchia carta intestata per un uso interno all’Istituto. Da un appunto non troppo leggibile e vergato a matita, sembrerebbe di capire che il promemoria fosse poi presentato a Bottai il 3 novembre 1937: si tratta allora evidentemente della relazione che Galassi Paluzzi intendeva presentare al ministro nel corso di un appuntamento richiesto sino almeno – cfr. nota precedente – dal 15 ottobre 1937, data entro cui il promemoria e l’annesso preventivo di spese dovettero quindi essere sostanzialmente ultimati. Del promemoria esistono anche delle minute ed esiste anche una ulteriore copia del preventivo di spese e quattro minute di questo, tra loro successive, su cui vd. infra nota 45. Da un appunto interno spillato alla fine della seconda in ordine di tempo di queste minute, risulta come il documento fosse ancora in preparazione al 23 settembre 1937. Sempre nel f. 84 della b. 227 la nota interna n. 63, datata 28 settembre 1937, intitolata «Convegno mondiale augusteo. Preventivo finanziario» si riferisce inoltre pressoché sicuramente alla redazione del documento di cui sopra. (43) (44) AINSR, s. CCM, b. 227, f. 84, promemoria relativo al “Convegno Mondiale Augusteo,” p. 1. Inoltre, ancora ibidem, pp. 1-2: «Si dovrebbero scegliere taluni problemi fonda- 384 ENRICO SILVERIO manifestazioni solenni in occasione del Convegno, «una in Campidoglio alla presenza di S.E. il Capo del Governo e un’altra alla “Mostra Augustea della Romanità”». Si consigliava poi una serie di sopralluoghi «alle più importanti vestigia augustee tornate in luce nelle varie parti d’Italia», evidenziando l’opportunità di una serie di Convegni locali «in modo da ottenere che gli studiosi stranieri invitati potessero nel più largo modo venire a contatto con gli studiosi di ogni parte d’Italia». Inoltre il Convegno Mondiale Augusteo avrebbe dovuto avere un carattere di attualità, dovendo mettere in evidenza, specie ad opera degli studiosi italiani, la continuità tra Roma antica e l’Italia moderna e dovendo illustrare agli stranieri «le più importanti creazioni e le più importanti affermazioni del Regime nelle varie parti d’Italia» (45). Gli studiosi stranieri avrebbero dovuto essere 40, di cui 27 eumentali riferentisi ai complessi aspetti dell’influenza esercitata da Roma sullo sviluppo della civiltà, invitando studiosi di tutto il mondo a riferire a (sic) a discutere sulla base di altrettante apposite relazioni. Per ciascun tema bisognerebbe avere la certezza di poter contare su delle eccellenti relazioni di studiosi italiani, e su un nutrito numero di studiosi nostri pronti ad intervenire eventualmente alle discussioni, in modo da non lasciare libero campo all’intervento e alla discussione promossa dagli studiosi stranieri». (45) Ibidem, pp. 2-3 e cfr. p. 4. Seguiva un articolato preventivo di spese per viaggi, soggiorni, organizzazione, stampa degli Atti per un totale di L. 348.846. Proventi per L. 40.000 avrebbero dovuto venire dalle quote di iscrizione, fissate a L. 1.000 a persona, e per L. 15.000 dalla vendita degli Atti, stimata in numero di 150 copie, a L. 100 la copia. Il medesimo f. 84 della b. 227 della s. CCM conserva anche quattro minute, tra loro successive – come si evince proprio dalle successive correzioni – ma non datate, di un «CONVEGNO MONDIALE. Spese previste per l’organizzazione», poi «CONVEGNO MONDIALE AUGUSTEO. Preventivo di spese» in cui il totale di queste ultime era stimato, in quelle che si direbbero essere state la prima e la seconda minuta in ordine di tempo, in L. 264.000. Il riferimento, sempre in queste due minute, ai costi sostenuti per il IV Congresso Nazionale di Studi Romani, il confronto tra le successive correzioni ed il confronto con altri documenti presenti nel fascicolo, per i quali vd. infra nota 51, dimostrano che si tratta delle minute del preventivo annesso al progetto del settembre-ottobre 1937. Tale particolare attenzione, unitamente agli altri elementi già segnalati, potrebbe costituire un ulteriore indizio idoneo a rafforzare l’ascrivibilità dell’idea del Convegno a C. Galassi Paluzzi piuttosto che a G. Bottai. In quella che è possibile individuare come la seconda in ordine di tempo delle quattro minute, una correzione a penna inserisce il riferimento alle tariffe vigenti al mese di settembre 1937, cfr. supra nota 43, e consente, insieme con altre evidenze, l’approssimativa fissazione di un termine ante quem per la formazione della prima e forse della seconda minuta. Più in particolare, la seconda si presenta infatti come una trascrizione della prima ma con correzioni a penna di C. Galassi Paluzzi. Si riferisce forse a queste correzioni l’appunto che si rinviene ora spillato alla fine della seconda minuta e siglato da C. Galassi Paluzzi in cui si legge «riparlare / tra stasera / e domani / [illegibile, n.d.a.] / 23/9 / C(arlo) G(alassi) P(aluzzi)». L’appunto, evidentemente, fornisce inoltre ulteriori elementi di datazione nel senso già più volte indicato. Tuttavia, se esso conferma in generale la stesura del documento tra settembre ed IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 385 ropei e 13 extra-europei, provenienti ad esempio anche da Cina, Giappone, India, Brasile e Sud Africa. Il progetto non era tuttavia destinato a buon fine, poiché con lettera datata 20 novembre Bottai comunicava a Galassi Paluzzi che «S.E. il Capo del Governo, esaminato il progetto del Convegno Mondiale Augusteo, non ha ritenuto di dare seguito alla cosa, in considerazione delle molte iniziative che sono state già prese per la celebrazione del bimillenario» (46). L’atteggiamento della Presidenza del Consiglio e dunque il diniego di Mussolini, non scoraggiarono tuttavia né Galassi Paluzzi né Giglioli, evidentemente memori anche delle questioni sollevate da Van Buren. Galassi Paluzzi, infatti, in una lettera del 24 novembre indirizzata a Bottai, prendendo atto dell’accantonamento del progettato Convegno Mondiale Augusteo, faceva presente anche a nome di Giglioli «tutta l’opportunità di inserire nel calendario del Regime le varie manifestazioni nazionali che si avranno per celebrare il secondo millenario di Augusto» (47) e domandava quindi quando lui e Giglioli avrebbero potuto essere ricevuti al fine di discutere in merito al programma delle celebrazioni. Nella velina conservata in Archivio si legge, aggiunto a penna sul testo a macchina: «ove, naturalmente, tu reputassi opportuna la preghiera che ti rivolgo». Galassi Paluzzi e Giglioli avrebbero trovato in Bottai un interlocutore tutto sommato disponibile e sarebbero riusciti in ogni caso a dare vita ad un Convegno Augusteo. Infatti, avendo nel frattempo ricevuto «l’onorifico incarico di progettare un Calendario Augusteo», già con lettera del 13 dicembre Galassi Paluzzi scriveva nuovamente al ministro dell’Educazione Nazionale ottobre 1937, nulla sembra in grado di dire in particolare circa la stesura della prima minuta, che potrebbe essere stata anche abbastanza precedente rispetto alla seconda. Tutto ciò, comunque, manifestando una notevole attenzione da parte dell’Istituto, sembra rafforzare ancor più l’idea dell’ascrivibilità dell’idea del futuro Convegno a C. Galassi Paluzzi ed a G. Q. Giglioli ed anzi, parrebbe, al primo in modo particolare. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da G. Bottai a C. Galassi Paluzzi del 20 novembre 1937. (46) (47) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 24 novembre 1937. Pochi giorni dopo, il presidente dell’Istituto scriveva a Bottai domandando un appuntamento allo scopo di «riferirti ulteriormente in merito a ciò che ha formato materia del nostro ultimo colloquio». Si trattava verosimilmente delle cerimonie di chiusura del Bimillenario Augusteo: vd. AINSR, s. AG, b. 51, f. 27 Ministero Educazione Nazionale (1929-1937), lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 4 dicembre 1937. 386 ENRICO SILVERIO proponendo alcune iniziative tra cui, ancora una volta, il Convegno, che in questa fase veniva riproposto di nuovo come incontro di studi, benché di più contenute dimensioni (48). Nei primi mesi del 1938, tuttavia, le iniziative progettate non dovettero avere particolare seguito. Infatti Galassi Paluzzi, prendendo spunto dalla visita di Hitler alla Mostra Augustea della Romanità, evidenziando la ristrettezza dei tempi, il 7 maggio 1938 domandava al ministro quali attività egli ritenesse di affidare all’Istituto ed al Museo dell’Impero Romano (49). In pari AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 13 dicembre 1937, pp. 3-4: «Riferendomi all’eventuale possibilità di adunare, sia pure in proporzioni assai ridotte, il convegno che si era progettato, avrei pensato di chiamare a raccolta solo i rappresentanti di quei Paesi che già un tempo fecero parte del mondo augusteo, e limitare così il numero dei rappresentanti dei Paesi stranieri a non più di 12 persone, limitando a soli quattro giorni a Roma la permanenza degli stessi, si potrebbe adunare questo Convegno e pubblicarne gli Atti ufficiali con una spesa non superiore alle lire 70.000. Attendo di sapere quanto crederai di decidere per poter eventualmente iniziare l’opera di organizzazione». Quanto alle altre manifestazioni, con riferimento agli scavi ed alle sistemazioni archeologiche, Galassi Paluzzi, assunti gli «opportuni accordi», proponeva per il 23 marzo 1938, anniversario della fondazione dei “Fasci di combattimento”, una cerimonia connessa all’attività di scavo e di sistemazione archeologica della domus Augustana; per una data dal 1° giugno l’inaugurazione della Curia restaurata; l’inizio dei lavori per le Terme di Baia in una data a partire dal 21 aprile e per il 15 settembre, ricorrendo il II centenario dell’avvio degli scavi, la ripresa dell’attività ad Ercolano. Venivano proposte inoltre attività incentrate sull’Arco di Augusto a Rimini, e presso l’Augusteo e l’Ara Pacis Augustae. Il Convegno Augusteo figurava, con il V Congresso Nazionale, tra le «Adunate». Il presidente dell’Istituto cercava di dare conto di «Commemorazioni» e «Pubblicazioni» anche di altri Istituti di cultura. Una velina della lettera del 13 dicembre 1937 è anche in AINSR, s. CCM, b. 211, f. 18, sott. Generalità, ed insieme ad essa è un appunto relativo al “Calendario Augusteo” in cui figura anche, al sesto posto, la voce «CONVEGNO RIDOTTO». (48) (49) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 7 maggio 1938: «Caro Amico, ieri, dopo la visita del Führer alla Mostra Augustea, Giglioli ebbe a rammentarmi che tu cortesemente ci convocasti, or è qualche tempo, presso di te per stabilire anche quali avrebbero potuto essere le manifestazioni di chiusura dell’Anno Augusteo. Poiché siamo ormai quasi alla metà di maggio, e poiché durante i mesi estivi non è facile organizzare delle manifestazioni, vorrei permettermi di chiederti se hai preso delle determinazioni al proposito, ed eventualmente se avresti da affidare qualche compito all’Istituto di Studi Romani e al Museo dell’Impero. Nell’attesa di quanto crederai di comunicare, ti prego di gradire i miei migliori saluti. (C. Galassi Paluzzi)». Hitler visitò la Mostra Augustea della Romanità il 6 ed il 7 maggio 1938, accompagnato la prima volta da Mussolini e la seconda da Ciano: vd. G. Q. GIGLIOLI, Mostra Augustea della Romanità. Relazione morale e finanziaria (1932-1938), Roma 1943, p. 137. Vd. inoltre la cronaca della visita del giorno 6 maggio 1938 nei “giornali sonori” LUCE che trattano del viaggio di Hitler in Italia, ora consultabili presso http://www.archivioluce.com/ archivio/jsp/schede/videoPlayer.jsp?tipologia=&id=&physDoc=2820&db=cinematografico DOCUMENTARI&findIt=false&section=/. IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 387 data Galassi Paluzzi trasmetteva a Giglioli copia della stessa lettera, che definiva come pertinente ad «una ulteriore eventuale partecipazione dell’Istituto di Studi Romani e del Museo dell’Impero alle manifestazioni di chiusura del Bimillenario Augusteo» (50). Non giungendo risposta da Bottai, ma avendo nel frattempo Galassi Paluzzi avuto notizia da Giglioli che questi aveva parlato il giorno 11 con il ministro circa le manifestazioni di chiusura del Bimillenario Augusteo, il presidente dell’Istituto in data 13 maggio 1938 scriveva ancora una volta a Bottai predisponendo, anche sulla base delle indicazioni emerse l’11 maggio, un programma di massima comprendente il «progettato convegno con partecipazione del mondo scientifico internazionale». Galassi Paluzzi faceva riferimento al «particolareggiato programma tecnico e finanziario» inoltrato al Ministro «or sono alcuni mesi» e, rammentando le difficoltà organizzative, logistiche e la ristrettezza dei tempi per il Convegno, sollecitava direttive specificando come del contenuto della lettera fosse a conoscenza anche Giglioli. È probabilmente in questo momento che il Convegno iniziò a configurarsi come incontro di studiosi e non come convegno di studi e ciò si dovette forse a Bottai, o comunque tale determinazione dovette emergere nel corso del colloquio tra il ministro e Giglioli dell’11 maggio 1938. Sembra comunque che Galassi Paluzzi tentasse ancora per qualche giorno di far valere la sua originaria proposta, come proverebbero i richiami a precedenti programmi tecnici e finanziari e le minute di nuovi programmi in cui sono ancora comprese le spese per la stampa degli Atti del Convegno (51). È interessante notare come il presidente dell’Istituto evi(50) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 7 maggio 1938. (51) Vd. innanzitutto l’appunto interno manoscritto datato 11 maggio 1938 spillato ad una velina della lettera del 13 maggio in AINSR, s. AG, b. 51, f. 28, sott. VI-4-a. Ministero Educ. Naz. (1938-39): «On. Giglioli. Ha parlato oggi con S.E. Bottai delle manifestazioni di chiusura dell’anno augusteo. / Vi sarà l’inaugurazione dell’Ara Pacis ripristinata e il convegno (sottolineato due volte, n.d.a.) – e di cui in un primo tempo si era abbandonata l’idea – di eminenti personalità delle maggiori Nazioni. / S.E. Bottai ha detto che il Presidente e l’on. Giglioli preparino un programma di quelle che potrebbero essere le giornate dei partecipanti / (voltare) / Oltre l’inaugurazione dell’Ara Pacis potrà esservi la visita alla Mostra, una gita ad Ostia ecc. Anche per le personalità da invitare (studiosi e persone rappresentative per il posto occupato, come i Direttori dei grandi Musei) potrebbe predisporsi un elenco ad abundantiam. / La data potrà essere o il 23 settembre o oltre». Vd. quindi AINSR, s. CCM, b. 227, f. 84 = s. AG, b. 51, f. 28, sott. VI-4-a. Ministero Educ. Naz. (1938-39), lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 13 maggio 1938. È interessante notare come il programma versato nella lette- 388 ENRICO SILVERIO denziasse lo scarso tempo a disposizione, visto il numero degli inviti da rivolgere, che andavano indirizzati anche a «quelle personalità scientifiche che rispondendo alle richieste del Direttore Generale della Mostra Augustea della Romanità, hanno favorito questa grande manifestazione». Ben presto ciò avrebbe imposto di limitare gli invitati dei Paesi extra-europei, prediligendo quelli già presenti a Roma (52). ra del 13 maggio 1938, pur intervenendo dopo la lettera del 13 dicembre 1937 e pur cogliendo gli elementi emersi nel colloquio dell’11 maggio, che comunque traevano origine anche dalla lettera del 13 dicembre 1937, cerchi di recuperare comunque molte delle idee del progetto primitivo non approvato da Mussolini, come nel caso di possibili visite a manifestazioni augustee in diversi luoghi d’Italia o nel caso dell’invito agli studiosi «non solo d’Europa, ma anche d’America o di Estremo Oriente o dell’Australia (come nel primitivo progetto era previsto)». Il programma proposto dal presidente dell’Istituto riguardava in generale le «manifestazioni di chiusura dell’anno augusteo» e prevedeva l’inaugurazione dell’Ara Pacis e la sistemazione dell’Augusteo, una visita alla Mostra Augustea della Romanità da parte dei partecipanti al Convegno, una manifestazione nella Curia restaurata, «ad esempio, un’adunanza del Senato», una visita alle memorie augustee della Campania, la celebrazione del II centenario degli scavi di Ercolano e la visita agli scavi di Pompei, l’eventuale visita ad altri siti in Italia secondo lo sviluppo del Convegno, una visita alla Domus Augustana, una visita ad Ostia con ricevimento offerto dal ministro, un concerto di musiche classiche e melodrammatiche ispirate a soggetti di interesse romano, da tenersi nella sede dell’Istituto, ed infine la solenne chiusura dell’«anno bimillenario» in Campidoglio seguita da un ricevimento offerto dal governatore di Roma. Sempre nel f. 84 della b. 227 si rinviene un promemoria privo di data ed intitolato «CONVEGNO INTERNAZIONALE AUGUSTEO» in cui, a differenza del precedente ricordato supra nel testo, il Convegno è ormai posto «sotto gli auspici del Ministero dell’Educazione Nazionale ed è promosso, per incarico ricevuto, dall’Istituto di Studi Romani e dal Museo dell’Impero». Il riferimento al fatto che «lo scarso tempo rimasto a disposizione e le gravosissime spese relative non consentirebbero di invitare studiosi dell’Estremo Oriente o dell’Australia, e di vari Stati dell’America del Nord e del Sud», viceversa ancora contemplati come possibili invitati nella lettera del 13 maggio, pare comunque consentire di collocare il documento in una data successiva a quest’ultima. Nel medesimo fascicolo sono presenti anche un altro piano organizzativo-finanziario del Convegno e le relative minute. Evidenze interne pertinenti ai paesi di provenienza degli studiosi esteri paiono consentire di collocare quest’ultimo piano in una data successiva al maggio 1938. Il documento è inoltre sicuramente afferente al promemoria da ultimo citato ed è da notare come in una prima minuta fosse ancora contemplata la voce «Pubblicazione atti» – per la quale si prevedevano L. 10.000 a fronte delle originarie L. 29.000 del progetto del settembre-ottobre 1937 – poi non ricorrente in una successiva minuta. Nella lettera del 13 maggio 1938, Galassi Paluzzi fa riferimento ad un secondo progetto redatto per il Convegno: si tratta di un progetto successivo a quello del settembre-ottobre 1937 e che credo sia da identificarsi in quello versato nella lettera del 13 dicembre 1937, non rinvenendosene altri, benché in effetti esso non fosse un vero e proprio progetto quanto piuttosto il tentativo di riproporre l’idea del Convegno in termini più contenuti e dopo che era intervenuto il diniego di Mussolini: vd. supra note 45 e 48. AINSR, s. CCM, b. 227, f. 84 = s. AG, b. 51, f. 28, sott. VI-4-a. Ministero Educ. Naz. (1938-39), lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 13 maggio 1938, p. 3 e cfr. nota precedente. (52) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 389 Come si apprende da una successiva lettera di Galassi Paluzzi a Giglioli del 31 maggio 1938, un incontro con Bottai ebbe effettivamente luogo dopo la lettera del 13 maggio. All’esito di tale incontro, il presidente dell’Istituto domandava a Giglioli di collaborare ad indicare i nomi degli studiosi delle varie Nazioni da invitarsi al Convegno, scegliendo tra quelli «che, o per particolare autorità o per essersi più degli altri distinti nel collaborare alla migliore riuscita della Mostra, fosse indicato invitare» (53). Non giungendo risposta da Giglioli, a seguito di un colloquio con Antonio M. Colini, principale collaboratore di Giglioli anche nella Mostra Augustea della Romanità in qualità di segretario della stessa, Galassi Paluzzi con lettera datata 2 giugno 1938 domandava a Giglioli: a) una risposta sui nominativi degli studiosi stranieri da invitare, b) a quali categorie di studiosi italiani estendere gli inviti, c) quali pubblicazioni fosse più opportuno offrire ai convenuti (54). Giglioli rispondeva in pari data con due lettere, la prima dedicata agli studiosi stranieri, la seconda invece a quelli italiani. Nella prima si rinvengono considerazioni relative agli «stati minori» ed agli «stati più importanti», insieme con le osservazioni di Giglioli stesso alla lista di Stati e di nominativi di studiosi già fornita da Galassi Paluzzi (55). Tra di essi una menzione a parte meri- (53) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 31 maggio 1938. Gli allegati citati nel corpo del testo ed indicati in calce non sono acclusi alla velina della lettera conservata all’interno del fascicolo 58 della busta 220. Cfr. inoltre AINSR, s. CCM, b. 227, f. 84 = s. AG, b. 51, f. 28, sott. VI4-a. Ministero Educ. Naz. (1938-39), lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 13 maggio 1938, in cui il presidente dell’Istituto, dopo aver evidenziato il breve tempo che restava a disposizione per quanto riguardava gli inviti agli «studiosi non solo d’Europa ma anche d’America o di Estremo Oriente o dell’Australia», aggiungeva: «[…] tanto più dovendosi tener presente che agli studiosi da invitare vanno aggiunti i Direttori di quei Musei e quelle personalità scientifiche che rispondendo alle richieste del Direttore Generale della Mostra Augustea della Romanità, hanno favorito questa grande manifestazione». (54) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 2 giugno 1938. (55) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da G. Q. Giglioli a C. Galassi Paluzzi del 2 giugno 1938: «Quanto ai nomi mi sembra che in massima parte vadano bene: io però riterrei opportuno di sopprimere gli inviti per gli stati minori (p.es. Finlandia, Irlanda, Egitto) e di invitare invece per gli stati più importanti due o più studiosi. Poiché non è possibile a mio parere paragonare stati di mediocrissima partecipazione scientifica come la maggior parte dei Balcanici con le pochissime nazioni egemoniche che si sentirebbero offese di essere trattate con lo stesso stile della Società delle Nazioni». Nel testo «trattate» era originariamente sottolineato, ma il relativo tratto di macchina da scrivere venne 390 ENRICO SILVERIO ta la Russia, che nel 1937-1938 è evidentemente la Russia bolscevica, con tutti gli evidenti problemi che una tale circostanza comportava all’interno di un evento come il Bimillenario della nascita di Augusto. Nella lista di nomi trascritta da Giglioli con le sue osservazioni e redatta sulla base di quella inviatagli da Galassi Paluzzi, alla voce «Russia» non corrisponde alcun nominativo di studioso, ma il direttore generale della Mostra Augustea annota: «Non la inviterei. Rostovzeff (sic) potrebbe essere invitato a parte se é (sic) in Europa». In questo caso pare evidente che, diversamente da altri casi citati nella stessa lettera (56), l’esclusione della Russia da parte di Giglioli non fosse motivata dal suo rientrare tra gli «stati minori» ma dall’essere lo Stato in cui si era incarnata quell’ideologia comunista che il fascismo si proponeva di combattere e debellare e poiché ciò rendeva la Russia una sorta di nemico naturale dell’Italia, allora a maggior ragione essa avrebbe dovuto essere tenuta lontana da una celebrazione in cui l’Italia intendeva tanto commemorare la nascita del primo imperatore quanto riaffermare la sua missione di civiltà nel mondo, identificandosi ed anzi superando Roma antica (57). Certo una qualche partecipazione russa sarebbe stata auspicabile, vista anche la stessa poi eliminato a penna. Alcune osservazioni di Giglioli sono di particolare interesse. Per quanto riguarda il Belgio, a P. Faider egli annota «preferirei Mayence», per la Francia, invece, a L. Homo lo studioso consigliava di aggiungere anche J. Formigè, così come per la Germania a G. Rodenwaldt e ad R. Egger, accanto al cui nome è in effetti riportato «(Vienna)», Giglioli consigliava di invitare anche E. Kornemann. Per l’Inghilterra a M. Wheeler sarebbe stato da aggiungere I.A. Richmond, mentre per la Jugoslavia accanto N. Vulic veniva consigliata la presenza di V. Hoffiler e per l’Olanda oltre a A. W. Bywank avrebbe aggiunto Schnjder. Per la Turchia Giglioli non proponeva un nome diverso da quello di S. Talip ed annotava «Ottimo ma a Costantinopoli ha una posizione di quinto ordine». Nel testo «quinto ordine» è correzione a penna di un originale «secondo piano». Per quanto riguarda l’Ungheria, accanto al nome di J. Huszti, Giglioli scriveva: «Sostituirei Alföldi». Lo studioso non avanzava osservazioni in merito ai nomi proposti per Bulgaria, Cecoslovacchia, Danimarca, Grecia, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Stati Uniti, Svezia, Svizzera ed Africa Francese, cioè rispettivamente Y. Todorov, J. Vazny, K. Johansen, A. Orlandos, H. Shetelig, T. Zieliski, de Figueredo oppure J. Leite de Vasconcellos, A. Radulescu, A. W. Van Buren, A. Boethius, F. Olivier e L. Poinssot. Per l’Egitto, accanto al nome di Sami Gabra, Giglioli scriveva «non lo inviterei», mentre la nota «non inviterei la Nazione» è riportata accanto alla Finlandia ed all’Irlanda, per le quali erano stati proposti i nomi di J. Sundwall e di J. Dalton. In ogni caso, nel finale della lettera Giglioli annotava che: «Per i nomi da me aggiunti occorrerebbe avere naturalmente il nulla osta degli Esteri». Su quest’ultimo aspetto vd. anche infra, nota 106. (56) Cfr. nota precedente. Si rammenti il valore in tal senso della conferenza L’Italia di Augusto e l’Italia di oggi tenuta da G. Bottai: cfr. supra nota 8. (57) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 391 derivazione romana e bizantina dell’impero della “Terza Roma” russa abbattuto proprio dai bolscevichi nel 1917 (58). In questo senso la figura di M. I. Rostovtzeff appariva di notevole suggestione, essendo legata al passato impero zarista cancellato dalla Rivoluzione ed essendo oltretutto strettamente intrecciata con la Mostra Augustea della Romanità, alla quale lo studioso russo, all’epoca docente a Yale, aveva prestato un valido aiuto per quanto riguardava Doura Europos (59). (58) Mi sembra opportuno ricordare l’attenzione rivolta dall’Istituto ai rapporti tra Roma e l’Oriente che, pur ufficialmente e programmaticamente caratterizzata da un’impostazione del tutto incentrata su Roma, fu nondimeno densa di una vivace e ricca produzione scientifica. A questo tema, anch’esso tutt’altro che indifferente all’attualità politica oltre che al dibattito accademico, fu infatti dedicato interamente il IV Congresso Nazionale di Studi Romani, svoltosi a Roma tra il 19 ed il 25 ottobre 1935, il cui tema fondamentale fu appunto Lo studio dei rapporti intercorsi nei secoli fra Roma e l’Oriente ed i cui Atti, in 5 volumi, videro la luce proprio nel 1938 per le cure dello stesso Galassi Paluzzi. Il tema era peraltro stato già affrontato, nella sede dei Congressi Nazionali di Studi Romani, da Carlo Cecchelli in una comunicazione tenuta nel I Congresso: vd. C. CECCHELLI, Il problema dell’«Oriente o Roma» alla luce delle scoperte e degli studi attuali, in Atti del I Congresso Nazionale di Studi Romani, I, Roma 1929, pp. 667-681, in cui lo studioso rigettava l’impostazione della questione nei termini “Roma o Oriente” a favore di un approccio – già da altri suggerito ed ora difeso con forza – secondo la formula «Roma ed Oriente». Inoltre, concludeva Cecchelli, ibidem, p. 681, «dobbiamo pur confessare che vi è stata un’arte romana universale, una ‘römische reichskunst’ come la chiamava il Wickhoff, la quale, forte di tutti gl’insegnamenti, ha impiantato nel mondo quelle basi su cui s’evolverà la grande arte monumentale cristiana del Medioevo». In ogni caso l’approccio sintetizzato nella formula «Roma ed Oriente» contraddistinguerà l’atteggiamento dell’Istituto di Studi Romani, di cui C. Cecchelli fu tra i maggiori collaboratori per la materia delle antichità cristiane e dell’alto medioevo, alla questione. Per un quadro dell’attività svolta dall’Istituto riguardo tale particolare aspetto e sino alle soglie delle celebrazioni del Bimillenario Augusteo, vd. C. GALASSI PALUZZI, Gli Studi Romani e i rapporti tra Roma e l’Oriente, Roma 1936 ed ID., L’Istituto di Studi Romani, Roma 19415, p. 52. (59) Vd. ad esempio AINSR, s. CCM, b. 213, f. 35, sott. Lettere di convocazione e copie verbali, sub sott. Copie dei verbali, verbale del 15 ottobre 1934, p. 7 – all’interno di un brano della relazione periodica presentata a Mussolini – e verbale del 15 gennaio 1935, p. 4: «[…] il Prof. Rostovtzeff non solo facilita con grande liberalità la raccolta delle riproduzioni relative al prezioso materiale che viene alla luce a Dura Europos negli scavi da lui diretti, ma ha offerto alla Mostra di ospitare un architetto, se essa volesse inviarlo, per la raccolta dei dati relativi ai plastici, non essendovi rilievi sufficientemente esatti. Si decide di accettare l’offerta e di inviare per una ventina di giorni sul posto l’architetto Gismondi». Per un approccio all’atteggiamento di M. I. Rostovtzeff nei confronti dell’impero ed alla luce della Social and Economic History of Roman Empire, pubblicata nel 1926, vd. ora S. RODA, Il modello della repubblica imperiale romana fra mondo antico e mondo moderno.“Fecisti patriam diversis gentibus unam”, Noceto 2011, pp. 146-153 e pp. 231-232 per una necessaria bibliografia di riferimento. Vd. anche, con esclusivo riguardo agli aspetti rimarcati nel presente contributo, Rostovtzeff e l’Italia a cura di A. Marcone, Napoli 1999 e P. G. MICHELOTTO, Italia 1923: sei lettere di Rostovtzeff a “Zveno”, in «Studi Ellenistici», XVI (2005), pp. 423-510. 392 ENRICO SILVERIO Galassi Paluzzi era ben cosciente dell’importanza scientifica e “politica” dello studioso e ciò perlomeno da quando aveva ricevuto una lettera di Paribeni datata 24 luglio1935 relativa alle proposte di temi e di oratori stranieri per le conferenze celebrative del Bimillenario: in essa, alla voce «America», figurava anche «Michele Rostowtzew (sic)» e per lui si proponeva il tema Studi americani intorno ad Augusto. Copia di questa lettera di Paribeni venne inviata da Galassi Paluzzi a Giglioli l’11 settembre 1935 affinché quest’ultimo fornisse il suo parere e le proprie eventuali proposte (60). Successivamente, l’11 settembre 1936 Galassi Paluzzi scriveva a Rostovtzeff proponendogli la partecipazione all’XI a.a. dei Corsi Superiori, 1936-1937, proprio nell’ambito del ciclo che «verrà dedicato ad illustrare la figura e l’opera di Augusto e l’influenza che la creazione dell’Impero Romano ha avuto nello sviluppo della civiltà mondiale» (61). In particolare, il tema che si chiedeva di svolgere allo studioso russo era Gli studi russi sulla figura e l’opera di Augusto e sulla fondazione dell’Impero Romano (62). Con una lettera che dalla replica di Galassi Paluzzi sap- AINSR, s. CSSR, b. 47, f. 4, sott. Preliminari, sub sott. Giglioli, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli dell’11 settembre 1935. Vd. ibidem anche il sollecito da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 22 giugno 1936. (60) (61) AINSR, s. CSSR, b. 49, f. 8, sott. 1936-1937. Russia, lettera da C. Galassi Paluzzi a M. Rostowtzew (sic) dell’11 settembre 1936. In linea generale, cfr. supra nel testo e note 8 e 16, era stato stabilito di domandare agli studiosi stranieri di svolgere relazioni illustrative degli studi augustei realizzati nei rispettivi Paesi negli ultimi vent’anni. Solo in alcuni casi si sarebbero potuti domandare interventi diversi: «(quando si sia perfettamente sicuri dei loro sentimenti) l’illustrazione dell’influenza che l’opera di Augusto ha avuto nello svolgimento della civiltà presso questa o quella Nazione». A prescindere dal tema proposto, che è indice di una certa cautela, nel caso di Rostovtzeff un ruolo notevole avranno avuto i suoi sentimenti nei confronti dell’U.R.S.S. che, insieme al suo valore scientifico, ne facevano un perfetto “studioso russo” da invitarsi alle cerimonie ed alle iniziative del Bimillenario. Vd. inoltre infra nota 65. Gli interventi degli studiosi stranieri alle conferenze celebrative del Bimillenario Augusteo ed in generale ai Corsi Superiori di Studi Romani degli a.a. 1936-1937 e 1937-1938 sarebbero stati in molti casi raccolti in diverse serie dei Quaderni dell’Istituto. AINSR, s. CSSR, b. 49, f. 8, sott. 1936-1937. Russia, lettera da C. Galassi Paluzzi a M. Rostowtzew (sic) dell’11 settembre 1936. In C. GALASSI PALUZZI, Gli Studi Romani e i rapporti, cit., p. 21 rinveniamo ulteriori elementi che sono significativi tanto della costante attenzione al tema dei rapporti tra Roma e l’Oriente che alla pianificazione ed alla profondità degli studi intrapresi e suscitati dall’Istituto in tale specifica materia anche durante il periodo delle celebrazioni augustee: «In modo organico e per dare una prima concreta realizzazione alle proposte che avevo formulate nell’ultimo Congresso, si sta organizzando per il prossimo undicesimo Anno Accademico dei predetti Corsi Superiori di Studi Romani un ciclo di conferenze dedicato agli Studi e scoperte sull’archeologia e l’arte del tardo Impero e i problemi (62) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 393 piamo datata 27 settembre 1936, Rostovtzeff dichiarava che non gli sarebbe stato possibile svolgere né la conferenza sopra ricordata né un’altra dal titolo Studi Russi sulla archeologia e l’arte del tardo Impero (63). Il 17 ottobre 1936 Galassi Paluzzi insisteva molto garbatamente affinché l’insigne studioso, «vedendo la possibilità di venire a Roma», volesse garantire la sua partecipazione alle conferenze celebrative dell’a.a. 1937-1938 «parlando non solo degli studi sulla figura dell’arte orientale e dell’arte barbarica. A tale ciclo sono stati invitati a voler partecipare eminenti cultori di questi studi di ogni Paese. Ecco l’elenco degli studiosi ai quali abbiamo chiesto l’onore della loro collaborazione: […], M. Rostovzeff (sic) (Russia) […]. In questo ciclo noi vorremmo che i più autorevoli studiosi dei vari Paesi esponessero ciascuno, in altrettante sintetiche rassegne, gli studi che nelle varie Nazioni sono stati pubblicati intorno al problema preso ad esaminare. Poiché prima di passare alla discussione (che potrà essere fatta negli anni futuri) è necessario rendersi conto obbiettivamente dello stato degli studi desideriamo far fare preventivamente queste rassegne le quali dovrebbero perciò, avere un carattere schiettamente informativo anziché polemico. Questo primo ciclo, che dovrà svolgersi, come detto, nel 1937-XV, sarà seguito negli anni successivi da altri cicli, dei quali i primi due saranno dedicati a Roma e Bisanzio e a Roma e il mondo mussulmano». Inoltre circa l’approccio al tema dell’impero medievale da parte dell’Istituto reputo dover ricordare la serie di lezioni tenute da Paolo Brezzi nel 1942 e 1943 e dedicate a Roma e l’Impero medioevale all’interno del settore Roma Cristiana dei Corsi Superiori di Studi Romani: vd. C. GALASSI PALUZZI, I Corsi Superiori, cit., p. 38. Vd. naturalmente anche O. BERTOLINI, Roma di fronte a Bisanzio e ai Longobardi, Bologna 1941 e, nonostante sia stato pubblicato dopo la fine della presidenza di C. Galassi Paluzzi, vd. ancora P. BREZZI, Roma e l’Impero medievale, Bologna 1947, che costituiscono rispettivamente i volumi IX e X della Storia di Roma curata dall’Istituto. È significativo di quanto già accennato circa la prospettiva di ricerca dell’Istituto proprio il fatto che la monumentale Storia di Roma fosse presentata, con parole pronunciate da Mussolini, come «la finalmente romana e italiana Storia di Roma», a significare appunto un ben preciso orientamento di ricerca: vd ad es. La “Storia di Roma„. Prossimo inizio delle pubblicazioni, in «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», VI (1938), 6, p. 1. Per quanto riguarda invece l’attenzione verso il mondo musulmano, vd. C. GALASSI PALUZZI, I Corsi Superiori, cit., p. 31 relativamente al ciclo Roma e il mondo islamico svolto all’interno del settore La Roma dei Cesari. Circa i titoli di queste conferenze relative all’a.a. 1937-1938, il XII dei Corsi Superiori, vd. però già «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», V (1937), 22-23, pp. 5, 10 e 26 (il fascicolo è interamente dedicato alla presentazione del XII a.a.), ove esse sono poste tuttavia all’interno della partizione Roma nella vita e nell’arte e dove il problema dei rapporti intercorsi tra Roma ed il mondo islamico è significativamente definito «attualissimo». Reputo opportuno ricordare che all’interno del Corsi Superiori di Studi Romani venivano identificati «tre fondamentali settori del quadrante»: Roma dei Cesari, Roma Cristiana e Roma ormai nuovamente Capitale d’Italia, che tendeva ad identificarsi con Roma Sabauda e Littoria e con Roma di Mussolini, mentre una «quarta grande partizione» era Roma nella vita e nell’arte, «irreducibile nell’ambito di precise distinzioni cronologiche o sistematiche»: vd. C. GALASSI PALUZZI, I Corsi Superiori, cit., pp. XVI-XVII. (63) Cfr. nota precedente. La lettera di M. I. Rostovtzeff del 27 settembre 1936 non è conservata in AINSR, s. CSSR, b. 49, f. 8, sott. 1936-1937. Russia. 394 ENRICO SILVERIO e l’opera di Augusto, ma dell’influenza che dalla sua grande opera è derivata – sia pure indirettamente – al mondo slavo». Di notevole interesse, sotto il profilo dei rapporti con gli studiosi stranieri durante il Bimillenario e quindi anche durante il Convegno Augusteo, è quanto aggiunto da Galassi Paluzzi subito dopo: «Se invece Ella volesse trattare un altro tema, noi saremmo sempre lieti anche se qualche volta non si dovesse essere pienamente d’accordo» (64). Con un’altrettanto garbata lettera datata 8 novembre 1936 Rostovtzeff rinviava ogni decisione alla primavera del 1938 (65). Il nome di Rostovtzeff non veniva quindi depennato dalla lista dei conferenzieri delle conferenze celebrative del Bimillenario all’interno del ciclo Gli studi stranieri sulla figura e l’opera di Augusto e sulla fondazione dell’Impero Romano, come risulta da un elenco databile al 27 febbraio 1937 (66). L’interesse di Galassi Paluzzi per la partecipazione di Rostovtzeff alle iniziative del Bimillenario è stato quindi costante giungendo sino allo stesso Convegno Augusteo, come testimoniato anche da una lettera di Giglioli del 7 giugno 1938 (67). In- (64) AINSR, s. CSSR, b. 49, f. 8, sott. 1936-1937. Russia, lettera da C. Galassi Paluzzi a M. Rostovtzeff del 17 ottobre 1936. (65) AINSR, s. CSSR, b. 49, f. 8, sott. 1936-1937. Russia, lettera da M. Rostovtzeff a C. Galassi Paluzzi dell’8 novembre 1936: «Disgraziatamente non posso fare progetti per un tempo così lontano. Sono troppo vecchio. D’altra parte non so niente sul tema. Non leggo le lingue slave e sono privo dell’uso di libri russi. Non dico che sarà impossibile per me di venire a Roma nell’estate dell’anno venturo. Ma non posso dirlo prima della primavera del 1938». Nell’ambito dei Corsi Superiori del 1937-1938 il ruolo che avrebbe dovuto essere di Rostovtzeff venne infine ricoperto da mons. Alessandro Sipiaghin, presentato come studioso «che era stato membro della Duma Imperiale», il quale tenne una conferenza nell’ambito del ciclo Gli studi stranieri sulla figura e l’opera di Augusto e sulla fondazione dell’Impero romano, che si inseriva nelle celebrazioni del Bimillenario Augusteo: vd. «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», V (1937), 22-23, pp. 7-8 e 19, nonché A. SIPIAGHIN, Riflessi della fondazione dell’Impero romano sulla storia e sulla vita della Russia, Roma 1938. Su tale collaborazione ai Corsi Superiori dell’a.a. 1937-1938 vd. AINSR, s. CSSR, b. 65, f. 16, sott. Russia. Sipiaghin aveva già preso parte al IV Congresso Nazionale di Studi Romani, cui era intervenuto quale rappresentante del Pontificio Collegio Russicum: vd. A. SIPIAGHIN, Il Pontificio Collegio Russicum e la chiesa russa cattolica di S. Antonio Abate, in Atti del IV Congresso Nazionale di Studi Romani, a cura di C. Galassi Paluzzi, I, Roma 1938, pp. 501-505. (66) AINSR, s. CSSR, b. 47, f. 4, sott. Rapporti con gli Enti, lettera di C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 27 febbraio 1937, ivi nell’allegato. (67) In un gruppo di appunti contenenti brevissime note utili ad inquadrare scientificamente e politicamente gli studiosi stranieri da invitare, conservato in AINSR, b. 223, f. 70, M. I. Rostovtzeff è succintamente indicato come «Ammiratore del Duce e del Fascismo»: caratteristiche che, insieme al valore scientifico ed alla sua provenienza russa ma non sovietica, lo rendevano un invitato davvero ideale. IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 395 fatti in questa comunicazione, dedicata proprio all’organizzazione del Convegno ed in particolare ai suoi aspetti economici, Giglioli in finale scriveva: «Con l’occasione ti comunico che il prof. Michele Rostovzeff (sic) è giunto oggi a Roma e abita all’Hotel de la Ville» (68). Lo studioso venne quindi invitato al Convegno Augusteo, ma rispose il 31 luglio 1938 rammaricandosi di non poter intervenire ed esprimendo con significative parole la sua gratitudine verso gli organizzatori della Mostra Augustea della Romanità per la realizzazione di un tale «splendidissimo corso di Storia Romana» (69). (68) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da G. Q. Giglioli a C. Galassi Paluzzi del 7 giugno 1938. Quanto agli aspetti economici del Convegno, Giglioli ribadiva quanto già da lui evidenziato nella seconda lettera inviata a C. Galassi Paluzzi il 2 giugno 1938, circa la quale vd. infra nel testo, sostenendo che «bisogna fare in modo che il viaggio degli studiosi italiani venga fatto a spese del Ministero dell’Educazione Nazionale sotto forma di trasferta poichè altrimenti pochissimi saranno quelli disposti a anzi in grado di (queste ultime quattro parole aggiunte a penna, n.d.a.) sobbarcarsi alla spesa occorrente per venire a Roma». Quanto invece alla partecipazione di Rostovtzeff, ancora il 23 luglio l’appunto interno n. 241 rivolto a C. Galassi Paluzzi e conservato in AINSR, s. CCM, b. 223, f. 70, informa che «A proposito degli Stranieri da invitare, (G. Q. Giglioli, n.d.a.) pensa che si dovrebbe mandare la lettera che si invia a tutti anche al prof. Rostovzeff (sic) e al prof. Boethius, pnr (sic) essendo certi che non verranno». I nomi di M. I. Rostovtzeff e di A. Boethius sono sottolineati ed accanto, con grafia che pare essere di C. Galassi Paluzzi, vi è l’annotazione «certamente, ma ciò era già previsto». In effetti Boethius il 28 luglio 1938 comunicherà di non poter intervenire: vd. AINSR, s. CCM, b. 223, f. 74. Per Rostovtzeff vd. invece infra nel testo. Il f. 70 della b. 223 conserva anche due appunti datati 27 e 29 luglio 1938 dai quali si evince come l’invito fosse stato trasmesso il 22 luglio. Tuttavia dalla consultazione del registro di protocollo del Convegno Augusteo risulta come gli inviti per gli studiosi stranieri fossero inviati il 23 luglio 1938: vd. AINSR, s. RSM, Protocolli, CCM, quaderno 6 Convegno Augusteo. (69) Vd. per l’invito AINSR, s. CCM, b. 224, f. 77 e, per la comunicazione del mancato intervento al Convegno, la lettera manoscritta da M. I. Rostovtzeff a C. Galassi Paluzzi del 31 luglio 1938, conservata nella b. 223, f. 74, che ebbe anche un’eco non indifferente nella stampa del tempo – ad es. «Il Messaggero» e «Il Corriere della Sera» del 26 settembre 1938 nonché «Il Corriere Padano» del 28 settembre 1938, che titolava La Mostra della Romanità nei giudizi di uno studioso russo – e che si ritiene di dover pubblicare interamente: «Illustre Professore[,] Tante grazie a lei e al professore Giglioli per il grande onore che mi avete fatto mi (sic) invitandomi a partecipare nel Convegno che si riunirà a Roma per la chiusura del “Bimillenario Augusteo (sic). Sono dolentissimo di non poter venire (per ragioni puramente personali) e esprimere personalmente la profonda gratitudine che debbo a tutti questi che hanno organizzato con tanto zelo e tanta maestria la bella Mostra Augustea. Ho goduto questa mostra immensamente come studioso e insegnante della Storia Romana. Come studioso ho imparato moltissimo mi (sic) studiando i vari oggetti esposti nella Mostra. Parecchi mi erano famigliari. Ma ho potuto studiarli nel loro ambiente in belle copie e sotto la guidanza (sic) di grandi esperti. Ma erano molti monumenti che non mi erano conosciuti o che conoscevo soltanto in riproduzioni inadeguate al loro valore scientifico ed artistico. E, last 396 ENRICO SILVERIO Tornando al contenuto della lettera di Giglioli datata 2 giugno 1938 e relativa agli studiosi stranieri (70), quello che interessa rilevare è come da essa risulti che il Convegno Augusteo, forse per indicazione già espressa da Bottai a Giglioli l’11 maggio 1938 o forse anche per la sopravvenuta ristrettezza dei tempi di organizzazione e preparazione, si era nel frattempo trasformato da convegno di studi in riunione di studiosi. Giglioli è esplicito in tal senso, come risulta dalla spiegazione di una sua correzione alla minuta della lettera da inoltrare agli studiosi, inviatagli da Galassi Paluzzi (71). but not least (in inglese nel testo, n.d.a.), ho avuto l’opportunità di vedere molti monumenti rovinati in bellissime ricostruzioni degni della erudizione italiana. Ma forse di più ho goduto la mostra come insegnante di Storia Romana. La Mostra è veramente un splendidissimo (“splendidissimo” è correzione apportata da Rostovtzeff in luogo di un precedente “vero”, n.d.a.) corso di Storia Romana, tale che non ho potuto mai fare agli studenti miej (sic). La combinazione di monumenti e testi da (sic) una vivida idea dello sviluppo di questo fenomeno unico nel mondo, che e (sic) la formazione dell’Impero Romano. Nelle statue, nelle monete, nei testi appariscono davanti a me studioso della eterna città di Roma il grande popolo che ha creato l’Impero e i grandi uomini che hanno espresso il genio di questo popolo. Sono convinto che la Mostra ha avuto un valore educativo forse più grande che il suo valore scientifico. L’ho sentito dire da parecchie persone colte per quali (sic), come per me, da un altro punto di vista, la Mostra della Romanità era una vera rivelazione. Per tutto questo volevo esprimere la mia gratitudine personalmente e sono dolentissimo di non poter farlo che per iscritto. Con tante grazie di nuovo e con profonda stima Suo devotissimo M. Rostovtzeff professore all’Università di Yale». Copia della lettera venne inviata a G. Q. Giglioli come si evince anche da una sua comunicazione datata 12 agosto, mentre C. Galassi Paluzzi in data 14 agosto rispondeva a Rostovtzeff esprimendo il dispiacere per la mancata partecipazione e caldeggiando una partecipazione ai Corsi Superiori per l’a.a. 1938-1939 con una «conferenza che non mancherà di costituire una delle più significative e importanti manifestazioni culturali dell’anno accademico. Resto in attesa di conoscere il tema che Vi compiacerete trattare e ve ne ringrazio anticipatamente porgendovi i miei più cordiali e deferenti saluti (C. Galassi Paluzzi)»: vd. ancora AINSR, s. CCM, b. 223, f. 74. Come accennato sopra, copia della lettera di M. I. Rostovtzeff venne trasmessa da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli il 9 agosto 1938: cfr. AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68, sott. Circolari. Inviti, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 9 agosto 1938. Da AINSR, s. CCM, b. 225, f. 79, apprendiamo che a Rostovtzeff vennero nondimeno inviate la tessera del Convegno Augusteo, la “busta dell’invitato” e la medaglia-distintivo dell’incontro, per le quali vd. infra nel testo. In effetti il nome dello studioso russo venne pubblicato nel programma del Convegno tra quelli dei partecipanti, ma non si giunse ad indicare anche la Russia tra gli Stati di appartenenza degli studiosi aderenti, tra cui figureranno invece Belgio, Danimarca, Egitto, Francia Germania, Inghilterra, Jugoslavia, Olanda, Polonia, Romania, Spagna, Svezia, Stati Uniti d’America, Turchia, Ungheria e Città del Vaticano: vd. AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68, programma del Convegno Augusteo, p. 17, col. 1 e Il Convegno Augusteo, in «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», VI (1938), 22-23, pp. 1-9 (1). (70) Vd. supra nel testo. (71) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da G. IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 397 Nella seconda lettera inviata a Galassi Paluzzi lo stesso giorno 2 giugno 1938 e relativa agli studiosi italiani, Giglioli consigliava di estendere gli inviti oltre che ai professori di archeologia e storia romana anche «a quelli di diritto romano, di filologia classica, di epigrafia ecc.». Egli riteneva anche che i nominativi dovessero essere selezionati dai rettori delle Università, ma senza che gli studiosi invitati assumessero il carattere di rappresentanti delle rispettive istituzioni di provenienza, perché in tal caso si sarebbe dovuto procedere allo stesso modo anche per l’estero. Aderendo alle soluzioni da lui prospettate, continuava lo studioso, ci sarebbe stato «il vantaggio da una parte che le Università pagherebbero il viaggio dei professori e dall’altra che noi non ci sobbarcheremmo ad una pericolosa selezione di nomi» (72). Quanto alle Soprintendenze, Giglioli consigliava di invitare i soli soprintendenti ed eventualmente i direttori o ispettori che quelli avessero desiderato portare con loro, mentre per le diverse Accademie ed Istituti consigliava inviti ad personam rivolti a studiosi «versati in studi di storia o di archeologia romana» e non compresi né negli invitati in quanto professori universitari, né negli invitati in quanto in servizio presso le Soprintendenze. Giglioli consigliava anche di invitare i direttori degli Istituti stranieri a Roma ed alcuni archeologi stranieri residenti a Roma, come Eugenia Strong o Franz Cumont. Egli, infine, in un poscritto vergato a mano, chiariva che la realizzazione di un evento del genere sarebbe stata possibiQ. Giglioli a C. Galassi Paluzzi del 2 giugno 1938: «Ho soppresso p.es. il paragrafo 2 del programma perché il “Convegno” è quello che noi indiciamo con la presente lettera: l’elencarlo quindi tra le manifestazioni potrebbe portare a credere che esso avesse una sua vita scientifica (relazioni, comunicazioni ecc;) e non fosse una semplice riunione di studiosi a Roma». Circa la possibile imputabilità a Bottai della definitiva configurazione del Convegno come incontro di studiosi piuttosto che come convegno di studi, vd. AINSR, s. AG, b. 51, f. 28, sott. VI-4-a. Ministero Educ.Naz. (1938-39), appunto datato 11 maggio 1938 spillato alla lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 13 maggio 1938. Cfr. comunque supra nota 51. Non è improbabile, comunque, che l’incontro si trasformasse da convegno di studi in riunione di studiosi anche a causa della stessa semplice inerzia di Bottai nel riscontrare le proposte di Galassi Paluzzi e del conseguente trascorrere del tempo. Cfr. infra nota 77. (72) Si rammenterà che il problema collegato alla selezione dei nomi degli studiosi da invitare era stato a suo tempo già sollevato anche riguardo agli studiosi stranieri e con riferimento ad altre iniziative del Bimillenario. Si tratta di particolari che contribuiscono a meglio collocare il Convegno Augusteo nel quadro delle celebrazioni e che illustrano come alle preoccupazioni più propriamente ideologico-politiche si affiancassero sempre, in maniera talvolta più sincera talaltra forse più “pratica”, quelle legate al mantenimento dei buoni rapporti all’interno della comunità scientifica nazionale ed internazionale. Cfr. supra note 8 e 16. 398 ENRICO SILVERIO le soltanto se il Ministero dell’Educazione Nazionale avesse posto a carico delle Istituzioni di appartenenza le spese di viaggio e soggiorno degli studiosi (73). Il giorno successivo Galassi Paluzzi indirizzava una nuova lettera a Bottai proponendo il programma delle celebrazioni di chiusura del Bimillenario, a partire dalla solenne inaugurazione dell’Ara Pacis (74), prevista al punto 1 del programma e seguita, come punto 2, dalla «Preliminare sistemazione dell’Augusteo». Il Convegno figura al punto 3 come «Convegno nazionale ed internazionale di eminenti studiosi di storia augustea e dell’Impero romano in genere» (75). I convenuti, oltre a partecipare alla cerimonia presso l’Ara Pacis, avrebbero visitato la Mostra Augustea della Romanità, mentre le altre manifestazioni proposte erano la visita alla Domus Augustana e, nella stessa occasione, la «inaugurazione dei lavori di restauro della Curia», una visita alle memorie augustee della Campania con annessa cerimonia celebrativa del II centenario degli scavi di Ercolano ed una visita agli scavi di Pompei, un concerto di musiche classiche e melodrammatiche ispirate a soggetti di interesse romano eseguito presso la sede dell’Istituto a cura dell’E.I.A.R., una visita agli scavi di Ostia con ricevimento del ministro dell’Educazione Nazionale ed infine la cerimonia di chiusura dell’anno augusteo in Campidoglio con il ricevimento del governatore di Roma. Nella lettera si nota l’estrema attenzione alla forma dei rapporti da intrattenere con gli studiosi stranieri, soprat- AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da G. Q. Giglioli a C. Galassi Paluzzi del 2 giugno 1938: «Naturalmente tutto ciò potrà farsi solo quando il Ministro dell’Educazione avrà deciso di fare una circolare che costringa Rettori, Soprintendenti e Presidenti di Accademie di fare gravare sui loro bilanci la spesa di viaggio e soggiorno loro e dei loro colleghi che verranno a Roma. G.». Franz Cumont, invitato, comunicherà in data 2 agosto 1938 di non poter intervenire: vd. AINSR, s. CCM, b. 223, f. 74. Eugenia Strong, che infine sarà l’unico studioso inglese presente e che interverrà al Convegno in rappresentanza del Girton College di Cambridge, avrà invece un ruolo di primo piano come rappresentante degli studiosi stranieri: vd. infra nel testo ed inoltre in AINSR, s. CCM, b. 223, f. 71, sott. Da inserire, lo scambio epistolare tra E. Strong e C. Galassi Paluzzi del 1-9 agosto 1938, molto interessante anche per testimoniare i reciproci rapporti di cortesia e familiarità. (73) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 3 giugno 1938. È interessante notare come la velina conservata in Archivio fosse ormai titolata Bimillenario augusteo / convegno naz. e internaz. (74) (75) Evidentemente non era stata apportata la correzione segnalata da Giglioli: cfr. supra nota 71. IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 399 tutto sotto il profilo dell’invito. Galassi Paluzzi rappresentava infatti a Bottai che l’invito avrebbe potuto essere rivolto per tramite diplomatico ma in questo caso, in ragione del ridotto tempo a disposizione, sarebbe stata necessaria una grande sollecitudine per permettere in tempo ai governi interessati la scelta degli studiosi. Questi ultimi, peraltro, venendo scelti dai rispettivi governi ne sarebbero stati i rappresentanti in seno al ciclo di cerimonie programmato. Diversamente, l’invito avrebbe potuto invece essere rivolto agli studiosi direttamente dall’Istituto di Studi Romani e dal Museo dell’Impero Romano, con risparmio di tempo e con la scelta dei nominativi da parte delle due Istituzioni. In questo caso non si sarebbero avuti rappresentanti delle diverse Nazioni ma, più propriamente, «eminenti studiosi di questa o quella Nazione, presenti al Convegno» (76). Soluzioni analoghe, come si rammenterà, erano state già prospettate per le conferenze celebrative. Per quanto riguarda invece l’individuazione degli studiosi italiani, Galassi Paluzzi sostanzialmente si rifaceva al contenuto della lettera di Giglioli del 2 giugno 1938. La lettera inviata a Bottai trattava anche del tema della quota di partecipazione al Convegno, che non avrebbe dovuto essere richiesta visto che non si era più in presenza di «un vero e proprio Congresso» (77). Veniva quindi (76) La questione, nel quadro della politica internazionale dell’epoca, era tutt’altro che meramente formale: si consideri anche, tra i documenti più vicini in ordine di tempo a quello richiamato nel testo, la lettera di A. W. Van Buren a C. Galassi Paluzzi del 10 agosto 1937: vd. supra nel testo e note 22-30. La necessità di evitare che i vari studiosi stranieri invitati assumessero la veste ufficiale di «rappresentanti delle diverse Nazioni» costituisce un tratto costante nell’organizzazione delle attività del Bimillenario da parte dell’Istituto e del Museo dell’Impero Romano: cfr. anche supra nota 8. Ciò peraltro, non evitava – in accordo con i fini stessi non solo del Convegno ma anche, quanto a ciò, di altre manifestazioni del Bimillenario – che gli studiosi stranieri invitati in questo modo fossero poi considerati appunto quali «eminenti studiosi di questa o quella Nazione» e che dunque ci si potesse vantare come alle celebrazioni avessero preso parte studiosi appartenenti a Paesi diversi dall’Italia: vd. ad esempio Il Convegno Augusteo, in «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», VI (1938), 22-23, pp. 1-9 (1). L’essenziale, insomma, era che gli studiosi stranieri fossero scelti dagli italiani e non invece selezionati dai governi del Paese di provenienza, senza possibilità di preventivo controllo politico oltre che scientifico da parte italiana: in tal modo essi avrebbero, in definitiva, “rappresentato” il rispettivo Paese o l’Istituzione di appartenenza ma non il proprio governo. (77) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 3 giugno 1938, p. 2: «Reputo in fine (sic) mio dovere farVi notare che, mentre nel primitivo programma, pensandosi di fare un vero e proprio Congresso era opportuno chiedere agli invitati una quota sia pure minima, di iscrizione che avesse tolto all’invito il carattere di troppo interessata propaganda, questa vol- 400 ENRICO SILVERIO allegato un piano finanziario dei costi del Convegno e si restava in attesa delle deliberazioni del ministro dell’Educazione Nazionale in merito all’intero programma proposto. Pochi giorni dopo, il 15 giugno 1938 Galassi Paluzzi scriveva nuovamente a Bottai domandando «quali decisioni sono state prese in merito al Convegno Augusteo, e se il progetto scientifico e finanziario può ritenersi approvato» (78). In considerazione della prossima fine dell’«anno bimillenario», Galassi Paluzzi sollecitava poi una risposta non solo circa la conferma della data dell’inaugurazione dell’Ara Pacis, evento che avrebbe avviato le cerimonie di chiusura, ma soprattutto sulle spese di viaggio e soggiorno per gli italiani, da porsi a carico del Ministero, nonché circa la forma dell’invito da rivolgersi agli studiosi stranieri, di cui si allegava un primo elenco con accluse le informazioni fornite dal Ministero degli Affari Esteri (79). Copia della medesima lettera veniva inoltrata non potendosi fare altro (per la ristrettezza di tempo) che invitare degli studiosi ad essere presenti a una cerimonia celebrativa, sarebbe forse meno opportuno chiedere una quota di iscrizione, e si potrebbe, senza tema di essere fraintesi, dire che si considerano gli invitati come ospiti in casa nostra». (78) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 15 giugno 1938, p. 1. Significativamente all’interno della minuta della lettera ivi conservata in Archivio, nel testo originale «Eccellenza e caro amico, permettimi di chiederti, in relazione a quanto ho avuto occasione di esporti, se sono state prese le opportune decisioni in merito al progettato Convegno Augusteo, e se il progetto scientifico e finanziario può ritenersi approvato» le parole «se sono state prese le opportune decisioni in merito al progettato Convegno Augusteo» vennero corrette in «quali decisioni sono state prese in merito al Convegno Augusteo», che risultano nella velina della lettera inviata a Bottai. La modificazione non è certo casuale e denota una ferma volontà di addivenire all’incontro con gli studiosi non solo italiani ma anche, e forse soprattutto, stranieri. (79) Consultabili quali allegato in AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 15 giugno 1938. Nel frattempo venivano avviati i contatti con il Ministero degli Affari Esteri per ottenere il nulla osta, previe le verifiche del caso, ai nominativi stranieri prescelti per l’invito e per i quali esso non fosse stato già acquisito in precedenza: cfr. supra nota 55 ed infra note 86 e 106. La ragione di tali controlli era, evidentemente, di carattere squisitamente politico e non era appunto di certo questa la prima volta in cui verifiche di questo genere venivano avviate o in cui la loro necessità veniva ribadita: vd. ad esempio AINSR, s. CCM, b. 212, f. 24, sott. B.A. Corpus. Verbale delle Sedute (della Commissione Direttiva), sub sott. Verbale della seduta del 22-5-1935, ivi p. 1 del verbale, sia in generale che con particolare riferimento agli «studiosi appartenenti ai paesi sanzionisti», nonché s. CCM, b. 223, f. 69 Informazioni richieste al Ministero Affari Esteri. Studiosi stranieri da invitare e b. 224, f. 77, sott. Convegno Augusteo, fascettario degli invitati, in cui si rinviene un elenco senza data intitolato «Convegno Augusteo. Studiosi invitati al Convegno», tra cui figura anche M. I. Rostovtzeff, con in- IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 401 ta in data 20 giugno 1938 a Giglioli, che il giorno 22 dava riscontro della relativa ricezione (80). Da una successiva comunicazione di Galassi Paluzzi a Bottai del 23 giugno 1938, si evince che, nel periodo di tempo intercorso tra questa data e la precedente lettera indirizzata al ministro, quest’ultimo aveva dato l’assenso, evidentemente nel corso di un incontro con il presidente dell’Istituto, all’organizzazione del Convegno Augusteo: «[…] poiché mi hai cortesemente detto che possiamo procedere alle pratiche relative all’organizzazione del Convegno Mondiale […]» (81). Circa un mese dopo, con lettera datata 18 luglio 1938 (82), Galassi Paluzzi trasmetteva a Marino Lazzari, direttore generale delle Antichità e Belle Arti del Ministero dell’Educazione Nazionale, una lettera destinata a Bottai corredata di sette allegati costituenti altrettanti modelli di lettera da inviare alle rappresentanze diplomatiche dei paesi di provenienza degli invitati stranieri, ai vertici di Università, Enti ed Istituzioni per favorire la partecipazione al Convegno Augusteo (83). Nella stessa occasione il presidente dicazioni dei relativi telespressi del Ministero degli Affari Esteri. In base alle date di questi, l’elenco pare databile dopo il 22 agosto 1938. (80) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 20 giugno 1938 e lettera da G. Q. Giglioli a C. Galassi Paluzzi del 22 giugno 1938. Nella prima lettera Galassi Paluzzi assicurava Giglioli che «A proposito degli studiosi stranieri proposti per l’invito vedrai che ho tenuto nel massimo conto le tue osservazioni». In ogni caso, veniva riproposto l’invito all’Egitto e limitate ad un solo studioso le rappresentanze di Jugoslavia ed Olanda, «Nazioni minori», di modo che solo la Germania, l’Inghilterra e la Francia avessero 2 o 3 rappresentanti. Nel caso di uno studioso, De Figueredo, Galassi Paluzzi giustificava la sua esclusione «perché le informazioni pervenuteci sul suo conto dal Ministero degli Esteri non sono buone». Per l’Ungheria, rinviando ad un colloquio di cui non mi pare esserci altra significativa traccia, veniva riproposto il nome di J. Huszti in luogo di quello di A. Alföldi segnalato da Giglioli in sostituzione del primo. C. Galassi Paluzzi ricorrerà ancora all’aiuto di G. Q. Giglioli per la scelta degli studiosi stranieri, ad esempio dopo che M. Wheeler e I. A. Richmond, una volta invitati, comunicarono che non sarebbero venuti. La questione non era di poco conto, poiché l’unico studioso inglese ad essere presente, restava, in sostanza, E. Strong: vd. AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68, sott. Circolari. Inviti, lettera di C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli del 22 agosto 1938. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 23 giugno 1938. (81) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a M. Lazzari del 23 giugno 1938. (82) Da essi peraltro si comprende come la manifestazione fosse stata posta sotto il patronato del Ministero per l’Educazione Nazionale: «Per volontà del DUCE, sotto gli auspici del Ministero dell’Educazione Nazionale l’Istituto di Studi Romani e il Museo dell’Impero promuovono un Convegno Augusteo che avrà luogo in occasione della chiusura dell’anno bimil(83) 402 ENRICO SILVERIO dell’Istituto sollecitava un riscontro ufficiale da parte del ministro, che avrebbe dovuto fare seguito anche ad un colloquio che la lettera trasmessa, destinata a Bottai, consente di datare al giorno precedente, cioè al 17 luglio. La lettera indirizzata al ministro, titolata nella velina d’archivio Convegno Augusteo rapporti col Min. dell’Educaz. Naz., reca il programma praticamente quasi del tutto definitivo delle manifestazioni di chiusura del Bimillenario Augusteo. Il giorno 23 settembre 1938 avrebbero avuto luogo le inaugurazioni dell’Ara Pacis e della nuova sistemazione dell’Augusteo, nonché la visita agli scavi di Ostia con ricevimento offerto ai partecipanti al Convegno Augusteo da parte del ministro dell’Educazione Nazionale. Il successivo giorno 24 gli studiosi «convenuti in Roma per il convegno di cui sopra» (84) avrebbero visitato la Mostra Augustea della Romanità ed in seguito si sarebbero recati alla Domus Augustana ed ai lavori di restauro della Curia. Avrebbe poi avuto luogo un concerto di «musiche classiche e melodrammatiche ispirate a soggetti di interesse romano» organizzato dall’Istituto, eseguito presso la Basilica di Massenzio e realizzato con la collaborazione dell’E.I.A.R. Il 25 settembre avrebbe avuto luogo la visita alle memorie augustee della Campania, agli scavi di Ercolano, di Pompei ed infine al Museo Nazionale di Napoli, mentre il giorno 26 la visita alle «memorie augustee ed imperiali di Capri». Infine, il giorno 27, in Campidoglio, avrebbe avuto luogo la cerimonia di chiusura dell’«anno bimillenario» con un ricevimento del governatore di Roma. Con lettera in data 21 luglio 1938 indirizzata a Galassi Paluzzi, Bottai approvava il programma «delle manifestazioni di chiusura del Bimillenario Augusteo da Voi sottopostomi». Infine, quindi, il Convegno si confondeva e quasi si identificava con le diverse manifestazioni previste per la chiusura del Bimillenario, percorrendole tutte trasversalmente, dall’inaugurazione dell’Ara Pacis sino al ricevimento in Campidoglio (85). lenario». Nel titolo della minuta della circolare rivolta alle rappresentanze diplomatiche, gli studiosi stranieri sono definiti: «rappresentanti» dei rispettivi Paesi. Cfr. supra nota 76. Si noti che la correzione segnalata da Giglioli il 2 giugno 1938 non era stata ancora apportata all’intero programma, benché in questo caso non possa escludersi si trattasse di un nuovo refuso. La questione, tuttavia, era forse divenuta anche priva di peso, dal momento che il Convegno Augusteo sostanzialmente si fondeva con le manifestazioni di chiusura dell’«anno bimillenario». Cfr. in tal senso nota 51 e nota seguente. (84) (85) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazio- IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 403 Dalla fine di luglio vennero dunque trasmesse le lettere di invito ai singoli studiosi ed alle Istituzioni scientifiche, mentre già qualche tempo prima erano state richieste al Ministero degli Affari Esteri le necessarie informazioni relative agli studiosi stranieri cui si era deciso di rivolgere l’invito e che non fossero state già assunte in precedenza (86). nale, lettera da G. Bottai a C. Galassi Paluzzi del 21 luglio 1938. Il 22 agosto 1938 Galassi Paluzzi inviava quindi a M. Lazzari il comunicato stampa del Convegno, affinché l’Ufficio Stampa del Ministero sotto i cui «auspici» era posta la manifestazione, lo diramasse: vd. ibidem. La visita agli scavi di Ercolano era stata originariamente pensata – vd. supra nel testo e nota 74 – come celebrativa del II centenario del loro inizio ma, come si nota, nella lettera a Bottai del 18 luglio non vi è menzione di questa ricorrenza. Tuttavia, dal programma del Convegno Augusteo – vd. AINSR, s. CCM, b. 22, f. 68 – apprendiamo che ad Ercolano si tenne in effetti la «Cerimonia celebrativa del II centenario dell’inizio degli scavi»: è evidente come questo particolare del Convegno abbia subito una serie di rapide modificazioni. Un carteggio tra C. Galassi Paluzzi ed A. Maiuri è utile a fare luce su tale vicenda. Il 28 luglio 1938 A. Maiuri faceva infatti rilevare a C. Galassi Paluzzi che in realtà la ricorrenza sarebbe caduta «precisamente» il 1° ottobre. Secondo Maiuri, volendola inserire nell’ambito del Bimillenario Augusteo, la celebrazione si sarebbe potuta anticipare al 25 settembre se fosse stato presente il Ministro, il quale aveva già fissato proprio per il 1° settembre la data ufficiale della celebrazione del II centenario degli scavi. La precisazione di Maiuri faceva seguito a quanto contenuto in una lettera indirizzatagli da Galassi Paluzzi il 25 luglio 1938, in cui il primo veniva informato che: «La celebrazione del II centenario degli scavi di Ercolano essendo stata fissata già in epoca anteriore non avrà più luogo in occasione del Convegno. Ma la visita ad Ercolano avverrà però egualmente». Nella velina della lettera sono presenti delle correzioni manoscritte al testo dattiloscritto. Originariamente, infatti, in luogo di «già in epoca anteriore» era scritto «a epoca posteriore». Inoltre, all’altezza di «anteriore» vi è un richiamo manoscritto che si riferisce evidentemente a quest’ultimo riferimento cronologico: «mi sembra per la fine di Luglio o Agosto». Vi è stata dunque una fase in cui la celebrazione del II centenario degli scavi di Ercolano venne eliminata dal Convegno Augusteo, pur permanendo la visita ad Ercolano. Ancor prima, in data 15 luglio 1938 – data, questa, antecedente a quella del 18 luglio in cui il presidente dell’Istituto invierà a Bottai il programma delle manifestazioni conclusive del Bimillenario Augusteo – Galassi Paluzzi aveva presentato ad A. Maiuri l’inserimento della cerimonia celebrativa del II centenario come possibile, tanto che i verbi sono al condizionale. In data 25 agosto 1938, tuttavia, C. Galassi Paluzzi informava A. Maiuri che «La cerimonia celebrativa del II centenario dell’inizio degli Scavi di Ercolano è stata definitivamente fissata per il 25 settembre p.v. ed è assicurata la presenza del Ministro». Il carteggio menzionato è in AINSR, s. CCM, b. 221, f. 66, sott. Napoli e Capri, Pompei, Ercolano, sub sott. Maiuri e si inquadra in una corrispondenza con Maiuri, presidente della Sezione di Napoli dell’Istituto, relativo in modo particolare all’organizzazione delle manifestazioni campane del Convegno Augusteo. Inoltre, circa la tendenziale e talvolta sostanziale fusione tra cerimonie di chiusura del Bimillenario ed il Convegno Augusteo, vd. AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68, sott. Circolari. Sollecito all’invito per i non aderenti, ove, nella relativa lettera circolare, il calendario dei giorni 23-27 settembre 1938 era introdotto da queste parole: «Vi ripetiamo qui quali sono le manifestazioni che saranno svolte durante il Convegno». (86) AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68 Lettere circolari. Inviti 1938 e b. 223, f. 69 Informazioni richieste al Ministero Affari Esteri. Elenco studiosi stranieri da invitare, f. 71 Convegno Au- 404 ENRICO SILVERIO Tuttavia è esattamente in questo periodo che, storicamente preceduto dal R.D.-L. n. 880 del 19 aprile 1937, si colloca l’avvio di quel complesso di norme, regolamenti e circolari complessivamente noto come “leggi razziali” ed anzi i primi provvedimenti si situarono proprio tra il 5 ed il 23 settembre 1938. Si tratta, per quanto qui di più diretto interesse, dei Regi Decreti-Legge n. 1390 del 5 settembre, n. 1381 del 7 settembre e n. 1630 del 23 settembre (87). La svolta razgusteo. Studiosi aderenti, f. 72 Convegno Augusteo. Istituti aderenti e f. 74 Adesioni rifiutate. Vd. inoltre AINSR, s. CCM, b. 224, f. 77 Fascettari degli invitati, delle Istituzioni, degli studiosi stranieri e per l’invio del catalogo. In particolare, ibidem, il sott. Fascettari vari degli studiosi stranieri conserva un elenco intitolato «CONVEGNO AUGUSTEO Studiosi Stranieri da invitare» in cui accanto a quasi tutti i nominativi figura l’indicazione del telespresso del Ministero degli Affari Esteri recante le informazioni sul singolo studioso: si tratta di documenti che recano date dall’anno 1934 all’anno 1937. Ancora ibidem un documento intitolato «CONVEGNO AUGUSTEO Studiosi Stranieri aderenti» costituisce l’elenco sostanzialmente definitivo, non datato, degli studiosi stranieri aderenti alla manifestazione. Cfr. supra nota 79. Cfr. anche AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera di C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 30 agosto 1938 e lettera del 12 settembre 1938 da C. Galassi Paluzzi a C. Calamaro, capo di Gabinetto del ministro dell’Educazione Nazionale, il cui originale recava in allegato due elenchi, rispettivamente degli studiosi italiani e degli studiosi stranieri invitati al Convegno, indicando poi coloro che, pur aderendo, non potevano intervenire, e coloro che, invece, non avevano ancora risposto all’invito. Circa gli studiosi stranieri vd. anche supra note 55 e 79 ed infra nota 106. In una «Situazione degli studiosi invitati al Convegno Augusteo al 7 settembre 1938-XVI», figurano 55 studiosi stranieri invitati, di cui 44 aderenti e 26 partecipanti, mentre le Nazioni rappresentate venivano indicate nel numero di 15: vd. AINSR, s. CCM. b. 224, f. 77, sott. Convegno Augusteo, fascettario degli invitati. (87) Altri provvedimenti che intervennero sino al 23 settembre 1938 furono il R.D. n. 1531 ed il R.D.-L. n. 1539, entrambi del 5 settembre e funzionali alla creazione rispettivamente della “Direzione Generale per la demografia e la razza” e del “Consiglio superiore per la demografia e la razza”. Sulle “leggi razziali” vd. principalmente, tra gli ultimi contributi, Il diritto di fronte all’infamia nel diritto. A 70 anni dalle leggi razziali, a cura di L. Garlati - T. Vettor, Milano 2009; S. GENTILE, Le leggi razziali: scienza giuridica, norme, circolari, Milano 2010; G. ACERBI, Le leggi antiebraiche e razziali italiane ed il ceto dei giuristi, Milano 2011 e S. GENTILE, La legalità del male. L’offensiva mussoliniana contro gli ebrei nella prospettiva storico-giuridica (1938-1945), Torino 2013. Per il fenomeno del “madamato” o “madamismo” di cui si occupava il R.D.-L. n. 880/1937 vd., sempre tra gli ultimi contributi, G. GABRIELLI, Il razzismo coloniale italiano tra leggi e società, in «Quaderni Fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno», XXXIII/XXXIV (2004/2005), tomo I, pp. 343-358, L. MARTONE, Diritto d’oltremare. Legge e ordine per le colonie del Regno d’Italia, Milano 2008, pp. 66-70 e F. BACCO, Il delitto di “madamato” e la “lesione al prestigio della razza”. Diritto penale e razzismo coloniale nel periodo fascista, in Il diritto di fronte all’infamia nel diritto, cit., pp. 85-119. Per un approccio alla questione della razza e del razzismo all’interno del fascismo e della cultura fascista, vd. G. GABRIELLI, s.v. Razzismo, in Dizionario del fascismo, a cura di V. de Grazia - S. Luzzatto, II, Torino 2003, pp. 470-477 ed A. TARQUINI, Storia della cultura fascista, Bologna 2011, pp. 193-202. L’atteggiamento di G. Bottai rispetto alle “leggi razziali” IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 405 ziale nella politica italiana ebbe un riscontro notevole non solo nelle attività in generale dell’Istituto, il cui atteggiamento non fu peraltro di serena acquiescenza al razzismo di marca nazionalsocialista, ma in particolare anche nell’organizzazione di un evento caratterizzato nella sua dimensione ufficiale da indiscutibili ed anzi primari risvolti politici ed ideologici come il Convegno Augusteo (88), e ciò sino da subito ed indipendentemente dalla data di entrata in vigore delle singole norme che potevano avere una più diretta relazione con l’organizzazione del Convegno stesso. A destare un’immediata attenzione dovettero essere infatti non solo le previsioni del R.D.-L. n. 1390 del 5 settembre, relativo anche alla decadenza degli assistenti universitari e non ha mancato di generare un vivo dibattito tra gli storici che, di recente, si è esteso anche all’atteggiamento del periodico «Critica Fascista», da lui fondato e diretto, nei confronti del nazionalsocialismo e del razzismo: vd. quindi, tra gli ultimi contributi, M. MICHAELIS, Giuseppe Bottai, la pretesa totalitaria e la svolta razziale. Riflessioni sui diari di un gerarca fascista, in «Rivista Storica Italiana», CXIII (2001), 2, pp. 457-496 e N. D’ELIA, Giuseppe Bottai, «Critica fascista» e il nazionalsocialismo, in «Nuova Storia Contemporanea», XVIII (2014), 1, pp. 7-54 ed ivi in particolare pp. 11-12 per una sintesi delle posizioni della storiografia rispetto al rapporto tra Bottai e le “leggi razziali”. Per il rapporto tra razza, razzismo e culto della romanità in età fascista, anche con particolare riferimento all’ambiente del Bimillenario Augusteo, vd. soprattutto F. SCRIBA, Augustus im Schwarzhemd?, cit., pp. 362-366 ed ora vd. anche A. ARGENIO, Il mito della romanità nel ventennio fascista, cit., pp. 156-163 e P. S. SALVATORI, Razza romana, in Roma caput mundi. Una città tra dominio e integrazione, a cura di A. Giardina - F. Pesando, Catalogo della Mostra di Roma, Colosseo, Tempio di Romolo e Curia Iulia al Foro Romano, 10 ottobre 2012 - 10 marzo 2013, Milano 2012, pp. 277-286. J. ARTHURS, Excavating Modernity, cit., dedica al tema l’intero cap. 5: Empire, Race and the Decline of Romanità, 1936-1945. Circa la presenza, all’interno di «Roma. Rivista di studi e di vita romana», periodico ufficiale dell’Istituto, di contributi non in linea con l’ideologia razzista dominante, circa le radici dell’atteggiamento del periodico e dell’Istituto nei confronti dell’ebraismo e del cosiddetto “pericolo ebraico” anche prima del 1938 e circa il loro collegamento con l’atteggiamento della Chiesa cattolica, vd. A. LA PENNA, La rivista Roma e l’Istituto di Studi Romani. Sul culto della romanità nel periodo fascista, in Antike und Altertumswissenschaft, cit., pp. 89-110 (104107). Del resto tale collegamento non stupisce affatto se solo si pensa a quanto fosse fondamentale all’interno dell’Istituto l’influenza della «Roma onde Cristo è romano», cioè dell’idea cristiano-cattolica di Roma e se, inoltre, si pone mente alla circostanza come proprio attorno alla questione della razza ed alla sua prepotente valorizzazione all’interno dell’idea “ufficiale” fascista di Roma, nonché attorno alle categorie di “romanità” e “cattolicità”, si consumasse il definitivo dissidio tra Chiesa e fascismo: vd. ora G. RIGANO, La svolta razzista. Controversie ideologiche tra Chiesa e fascismo, Bologna 2013 = ID., Romanità, cattolicità e razzismo. La Santa Sede e La Difesa della razza, in «Cristianesimo nella storia», XXXIII (2012), pp. 4888. L’Istituto, peraltro, proprio nell’a.a. 1938-1939 dei Corsi Superiori inaugurò un ciclo dedicato a La civiltà di Roma e i problemi della razza, pubblicando in seguito alcune delle conferenze in appositi Quaderni: mi riservo di tornare altrove su questo ciclo di conferenze, che non interessa direttamente la materia del Convegno Augusteo. (88) 406 ENRICO SILVERIO dei liberi docenti «di razza ebraica» a decorrere dal 16 ottobre 1938, ma proprio la medesima marcata svolta razziale di cui questi e gli altri provvedimenti, pure al di là del loro stesso particolare contenuto, costituivano prova ormai evidente e non eludibile. Già il 7 settembre 1938 Galassi Paluzzi scriveva infatti a Lazzari trasmettendo «un elenco degli studiosi invitati al Convegno» e domandando di comunicare quali, oltre ad alcuni già noti, fossero «quelli appartenenti alla razza ebraica» (89). Il successivo giorno 8 settembre, Galassi Paluzzi riceveva la risposta ad una seconda lettera inviata sempre il 7, di uguale tenore ma indirizzata alla Direzione Generale dell’Istruzione Superiore del Ministero dell’Educazione Nazionale: l’ufficio restituiva la lista dei nomi degli studiosi informando di non essere ancora in possesso degli elementi atti a fornire una risposta (90). Sempre il giorno 7 settembre e per le stesse ragioni, Galassi (89) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a M. Lazzari del 7 settembre 1938. Dell’elenco menzionato non è conservata copia in allegato alla velina della lettera, ma sappiamo che taluni studiosi ebrei erano già noti perché dallo stesso testo della lettera si apprende che i nomi «che recano accanto un segno rosso sono di coloro che sappiamo con certezza essere israeliti». Lazzari risponderà il successivo giorno 19 scrivendo che erano in corso «accertamenti razziali»: vd. ibidem lettera da M. Lazzari a C. Galassi Paluzzi del 19 settembre 1938. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Giustini del 7 settembre 1938 e lettera da G. Giustini a C. Galassi Paluzzi dell’8 settembre 1938. La lista doveva essere una copia di quella inviata a M. Lazzari ed i nomi segnalati di «coloro che sappiamo con certezza essere israeliti» erano: Luigi Crema, Doro Levi, Mario Attilio Levi, Fernando Liuzzi, Arnaldo Momigliano e Lucia Morpurgo. Una croce di colore blu si trova a invece accanto al nome di Ettore Modigliani e, forse, di Bruno Molajoli, mentre un punto interrogativo di colore rosso era accanto al nome di Alda Spinazzola Levi. In archivio sono anche conservati, in s. CCM, b. 223, f. 75 Convegno Augusteo. Israeliti, tre elenchi di nomi. Un primo è generale, senza data, e riguarda tutti gli invitati al Convegno: accanto al nome degli studiosi ebrei o in dubbio se fossero tali sono posti segni diversi a seconda del grado di dubbio. Un secondo elenco, anch’esso senza data, sembra estrapolato dal primo ma di certo non era ancora definitivo, essendo intitolato «Ebrei invitati al Convegno (quelli che hanno il punto interrogativo sono dubbi)». Un terzo elenco dattiloscritto è ormai sostanzialmente definitivo ed è intitolato «Israeliti italiani invitati al Convegno». Si tratta di un documento di cui è presente copia anche in AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale ma che rispetto a quest’ultimo esemplare reca a mano altri due nomi, «S.E. Fermi» e «Prof. Modigliani», che non si riscontrano nell’altro esemplare. Circa E. Modigliani cfr. anche infra nota 96. In AINSR, s. CCM, b. 223, f. 70, all’interno di un elenco non datato di studiosi italiani da invitare al Convegno figurano E. Modigliani, D. Levi, L. Crema, M. A. Levi ed A. Momigliano. Cfr. infra nota 93. Dalla relativa scheda conservata in AINSR, s. CCM, b. 225, f. 79 Schede-indirizzario degli invitati risulta come E. Fermi – le cui vicende personali in relazione alle leggi razziali sono ben note – fosse stato invitato il 1° settembre ed avesse subito aderito. Il (90) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 407 Paluzzi aveva inviato una terza lettera indirizzata al direttore generale del Ministero dell’Educazione Nazionale per le Accademie, le Biblioteche, gli Affari Generali ed il Personale, che il giorno 14 settembre comunicava di non poter fornire una risposta dal momento che la maggior parte dei nominativi faceva capo alla Direzione Generale dell’Istruzione Superiore, mentre per quelli dipendenti da Accademie ed Istituti non si disponeva ancora dei necessari elementi (91). È invece del giorno 8 settembre l’appunto interno n. 289, che dava conto della prima risposta pervenuta dal Ministero dell’Educazione Nazionale al quesito posto il giorno 7 e di cui s’è detto. Ad esso è spillato un ulteriore foglio di appunti dattiloscritti per un colloquio con Bottai, non datato, contenente un elenco di studiosi ebrei e le annotazioni vergate a mano, in corsivo ed a matita: «telefonare a tutti» e «per quelli fuori Roma [appunti?] telefonici» (92). La questione era suo nome non risulterà nell’elenco dei partecipanti pubblicato nell’opuscolo-programma del Convegno Augusteo – vd. in AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68 – né dalla scheda citata risulta che egli abbia ritirato i materiali allestiti per i convegnisti, circa i quali vd. infra. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a E. Scardamaglia del 7 settembre 1938 e lettera da E. Scardamaglia a C. Galassi Paluzzi del 14 settembre 1938. Presumibilmente è degli stessi giorni un promemoria redatto in vista di un incontro tra il presidente dell’Istituto e Bottai, privo di data ma spillato alla copia di una lettera indirizzata al ministro datata 1° settembre 1938 e ad una «Situazione degli Studiosi invitati al Convegno Augusteo al 7 settembre 1938-XVI», rispetto alla quale è quindi probabilmente di data pari o immediatamente successivo. Al secondo punto del promemoria si pone il problema di «come regolarsi» con gli studiosi ebrei che avevano nel frattempo aderito al Convegno, mentre al quarto punto si escludeva che tra gli stranieri invitati ci fossero «israeliti», benché non se ne avesse la «matematica certezza data la difficoltà di accertare la cosa»: vd. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, promemoria per colloquio con Bottai. Nell’Archivio questo promemoria si trova accanto ad un altro foglio di «Appunti per il colloquio con S.E. Bottai» in cui, tra gli altri, figura l’argomento «Nome del Convegno». Vi troviamo, vergato a mano ed in corsivo, l’aggettivo «Augusteo». (91) (92) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, nota n. 289 e foglio ad essa spillato, in cui non è certa la lettura della parola “appunti”, che sembrerebbe abbreviata nella forma «appunt» priva del punto finale. In quest’ultimo figurano gli «Israeliti Italiani invitati al Convegno» con i rispettivi incarichi pubblici: L. Crema, D. Levi, M. A. Levi, F. Liuzzi, A. Momigliano, L. Morpurgo ed A. Spinazzola Levi, per i quali vd. anche supra nota 90. Il foglio, che reca tracce di una piegatura in quattro parti, presenta anche, sulla facciata dattiloscritta, all’altezza dell’intitolazione «Appunti per il Colloquio con S.E. Bottai», un’annotazione a matita, in caratteri corsivi non leggibili. Sull’altra facciata, perpendicolari ad uno dei lati corti, si trovano altre otto righe di appunti vergati a matita. Più in particolare essi si collocano su di una metà della facciata ottenuta piegando il foglio in due parti. Gli appunti sono in corsivo e non leggibili. La grafia è, forse, quella del- 408 ENRICO SILVERIO evidentemente della massima importanza perché la legislazione razziale non aveva mancato di incidere su collaborazioni scientifiche di lunga data (93). L’irrompere delle leggi razziali nell’organizzazione del lo stesso C. Galassi Paluzzi. Al di sotto dell’ultima riga, quasi trasversali, si trovano, sempre scritti a matita, un numero cancellato con due tratti di matita – 94140 o 95140 – e due lettere in stampatello, una delle quali puntata: «D.L». Si potrebbe forse, tutto considerato, ritenere trattarsi del numero telefonico di Doro Levi, ma andrebbe chiarito il contenuto degli appunti illeggibili sulle due facciate del foglio ed andrebbe anche appurato se il numero e le iniziali siano in rapporto con quegli appunti, nonché se il numero fosse un numero telefonico e perché sia stato cancellato. L’idea di telefonare agli «[…] studiosi israeliti che sono stati invitati e che hanno aderito […]» era contenuta anche nel primo promemoria di cui alla nota precedente, in cui si legge al secondo punto la questione da porre a Bottai: «ELENCO STUDIOSI ISRAELITI che sono stati invitati e che hanno aderito – Come regolarsi?» ed a mano, a mo’ di risposta: «telef(onare?) [a?] tutti» o «telef(ono? -oni?) [di?] tutti». Non è quindi inverosimile che quest’ultima indicazione, che si direbbe essere stata vergata proprio all’esito del colloquio, provenga in definitiva dallo stesso Bottai e che in base ad essa fossero riportate le indicazioni leggibili nell’elenco spillato alla nota 289 dell’8 settembre 1938. È incerto quale avrebbe dovuto essere il contenuto di tali comunicazioni telefoniche, né risultano annotazioni circa la loro effettiva esecuzione o meno. Comunque, ancora a ridosso del 23 settembre il Ministero dell’Educazione Nazionale ritarderà a pronunciarsi ufficialmente circa la partecipazione degli studiosi ebrei al Convegno e, soprattutto, a farlo per iscritto. Sempre in AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, si rinviene l’appunto interno n. 288, datato 8 settembre 1938, che dà conto del colloquio telefonico con un funzionario del Ministero, il dott. Di Giovanni, ed in cui al punto C si legge: «Nei riguardi degli ebrei, sta facendo effettuare ricerche al Gabinetto e domani si dovrà telefonargli perché solo per allora saprà dire se la cosa è fattibile o meno». La «cosa» era forse la partecipazione degli studiosi ebrei al Convegno. Si consideri che, solo per rammentare quelle immediatamente precedenti al settembre 1938, appena pochi mesi prima, durante il V Congresso Nazionale di Studi Romani, nell’ambito della Sottosezione Archeologia della Sezione Antichità, L. Morpurgo aveva svolto una comunicazione dal titolo L’origine romana del mosaico medievale ed A. Spinazzola Levi un’altra sul tema Frammenti architettonici e figurati di un nuovo monumento della Milano imperiale. Sempre all’interno della Sezione Antichità, ma nella Sottosezione Storia, avrebbero dovuto tenere delle comunicazioni, poi non svolte, anche M. A. Levi ed A. Momigliano, dedicate rispettivamente alla Interpretazione del nome «Augustus» ed a Il mondo greco e Roma nella seconda metà del II sec. d.C. È curioso rilevare come tali dati si rinvengano proprio in un’edizione del primo volume degli Atti del V Congresso che anticipa quella pubblicata nel 1939, che ospita le sole relazioni svolte intorno al tema fondamentale dell’incontro e che venne realizzata anche come omaggio ai partecipanti del Convegno Augusteo: vd. La missione dell’Impero di Roma nella storia della civiltà. Atti del V Congresso Nazionale di Studi Romani a cura di C. Galassi Paluzzi, I, Roma 1938, p. 128. Quanto a D. Levi, invece, la sua collaborazione con la Mostra Augustea della Romanità, relativa all’organizzazione e raccolta di calchi e plastici in loco in numerose località della Siria e della Palestina, figura ad esempio nella relazione presentata a Mussolini versata nel verbale del 15 ottobre 1934 del Comitato Ordinatore: vd. AINSR, s. CCM, b. 213, f. 35, sott. Lettere di convocazione e copie verbali, sub sott. Copie verbali, verbale del 15 ottobre 1934, pp. 6-7. Momigliano, con cui l’Istituto intratteneva spesso rapporti di collaborazione o consulenza, venne inoltre interpellato da Galassi Paluzzi (93) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 409 Convegno Augusteo vale, così come la questione del ruolo degli stranieri ma in modo molto più drammatico, ad evidenziarne la natura a metà strada tra l’incontro scientifico e la celebrazione ideologica, che naturalmente risulta in questo aspetto più accentuata proprio a causa dell’inasprimento del contesto totalitario, rimarcato dalla traduzione in legge dello Stato delle tesi razziste e dall’avvicinamento alla Germania nazionalsocialista e non rinvenibile in modo così opprimente in altre iniziative del Bimillenario come le conferenze celebrative o la stessa Mostra Augustea della Romanità (94). Si giunse tuttavia al 22 settembre senza che il Ministero avesse fornito chiare istruzioni scritte circa la presenza al Convegno degli studiosi ebrei già aderenti ed anzi un appunto non numerato dello stesso giorno 22 informava Galassi Paluzzi del contenuto di un colloquio con un funzionario del Minianche circa i nominativi di possibili studiosi stranieri da invitare al Convegno Augusteo già a partire dai mesi di luglio ed agosto 1937: vd. in AINSR, s. CCM, b. 223, f. 70, sott. Momigliano, in cui si conserva uno scambio epistolare – parte di uno più vasto – dal 7 agosto al 15 ottobre 1937 ed in cui è contenuta anche una cartella intitolata «Per il Sig. Presidente. Elenco degli studiosi stranieri per il Prof. Momigliano». Su questo carteggio vd. supra nota 21. Tra gli studiosi figurava anche M. I. Rostovtzeff, a proposito del quale Momigliano, collocandolo in un proprio elenco alla voce «America», segnalava: «Noto anzitutto che M. Rostovzev (sic) va considerato come americano, sebbene di origine russa». Per gli inviti rivolti agli studiosi ebrei vd. AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68, b. 223, f. 70, sott. Momigliano – il cui contenuto è precedente alla trasmissione degli inviti, ma che nondimeno testimonia il rapporto tra l’Istituto e Momigliano anche nel caso del Convegno Augusteo e che, quindi, prelude anche alla trasmissione dell’invito – e b. 224, f. 77, sott. Convegno Augusteo. Fascettario degli invitati, mentre per le adesioni vd. ad esempio, quanto ad A. Spinazzola Levi, che interveniva quale «Direttore delle Antichità di Lombardia, R. Sopraintendenza alle Antichità del Veneto, della Lombardia e della Venezia Tridentina», AINSR, s. CCM, b. 223, f. 71, sott. Da inserire. Peraltro, sembra utile notare come G. Q. Giglioli indicasse a C. Galassi Paluzzi, insieme con quelli di altri studiosi, in modo del tutto naturale e senza il minimo accenno alla loro origine, i nomi di D. Levi, M. A. Levi e A. Momigliano quali destinatari dell’invito al Convegno Augusteo: vd. AINSR, s. CCM, b. 223, f. 70, lettera da G. Q. Giglioli a C. Galassi Paluzzi dell’11 luglio 1938 ed ivi nell’allegato. In chiusura dell’allegato è altrettanto interessante rilevare come Giglioli osservasse: «Occorrerebbe anche esaminare la questione di invitare o meno i professori non fascisti». Un appunto a mano, presumibilmente del destinatario, annota: «ne parleremo [assieme?] e poi riferiremo al Ministro». G. Q. Giglioli in seguito segnalò anche L. Morpurgo ed A. Spinazzola Levi quali ulteriori destinatarie dell’invito, come si evince dall’appunto n. 241 del 23 luglio 1938 in AINSR, s. CCM, b. 223, f. 70. Non è del resto un caso che negli stessi giorni di settembre, mentre attendeva ancora due risposte dal Ministero, l’Istituto si affannasse a cercare di ottenere informazioni rivolgendosi anche a giornali, a persone di fiducia o ad altri studiosi: vd. ad es. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 59, lettera di C. Galassi Paluzzi a «Il Tevere» del 10 settembre 1938, appunto non numerato del 14 settembre 1938 ed ancora ivi l’espresso da C. Galassi Paluzzi a L. Minozzi del 17 settembre 1938. (94) 410 ENRICO SILVERIO stero: alla fine l’«invito rimaneva» perché «era precedente alle note disposizioni del Governo» (95). Tuttavia, dai documenti d’archivio non emergerebbe che gli studiosi ebrei abbiano in effetti partecipato al Convegno Augusteo: il loro nome non risulta nell’elenco dei partecipanti pubblicato all’interno del programma, né consta che essi abbiano ritirato i materiali preparati per i partecipanti, come ad esempio la tessera, la “busta dell’invitato” o la medaglia-distintivo realizzata per l’occasione (96). Non può escludersi, del resto, che alcuni di essi par- (95) AINSR, s. CCM, b. 220, f. 59, appunto non numerato del 22 settembre 1938. Vd. in modo particolare AINSR, s. CCM, b. 225, f. 79 Schede-indirizzario degli invitati. Nel fascicolo si rinviene ancora oggi una fascetta di carta con l’indicazione «israeliti» che in origine doveva servire a raggruppare rispetto alle altre le schede degli studiosi ebrei e così evidenziarle. Queste schede invece si rinvengono attualmente sfuse e da esse risulta che A. Spinazzola Levi, A. Momigliano, E. Modigliani e L. Crema erano stati invitati, era stato loro indirizzato un sollecito il 3 agosto per comunicare l’adesione o meno e che essi avevano quindi aderito; si rinviene altresì che L. Morpurgo, F. Liuzzi, M. A. Levi e D. Levi erano stati invitati ed avevano subito aderito. Ulteriori particolari emergono dalla consultazione del f. 80 nella b. 226. Ivi si rinvengono, tenute insieme da una attache e dunque distinte da quelle degli altri partecipanti, le schede di L. Crema, D. Levi, M. A. Levi, A. Momigliano, L. Morpurgo ed A. Spinazzola Levi ed inoltre anche quella di E. Modigliani. Dalle schede risultano anche le date di adesione, che rispettivamente sono: 4 e 30 agosto, 31 e 30 luglio, 1° agosto, 27 luglio e 6 agosto. Dalle schede D. Levi risulta intervenire al Convegno Augusteo come rappresentante della Facoltà di Lettere della R. Università di Cagliari, A. Spinazzola Levi come rappresentante dell’Ufficio Staccato delle Antichità di Milano ed E. Modigliani come rappresentante della R. Soprintendenza alle Arti dell’Abbruzzo. Una consultazione dei fascicoli dell’Archivio dedicati ai singoli eventi svoltisi durante il Convegno Augusteo non vale a giungere a conclusioni sicure circa la presenza degli studiosi ebrei al Convegno Augusteo. In AINSR, s. CCM, b. 221, f. 64, sott. Chiusura e ricevimento in Campidoglio, in un elenco privo di data ed intitolato Proposte di inviti per la BASILICA DI MASSENZIO, il nome di D. Levi figura tra i «certi». Del resto, nessun nominativo tra quelli di cui qui si tratta figura invece in un elenco di «Biglietti distinti / Seduta di chiusura del Convegno Augusteo», ibidem, sott. Elenco invitati alla seduta di chiusura. Tuttavia gli ultimi quattro numeri dell’elenco, 496, 497, 499 e 500, sono privi del corrispettivo nominativo ed uniti da una parentesi graffa in cui si legge «Dr. Morra», cioè il nome del segretario generale dell’Istituto, quasi che quei biglietti fossero stati tenuti liberi per qualche motivo ed affidati, per la distribuzione, ad uno dei principali collaboratori di Galassi Paluzzi. La stessa cosa si riscontra con i numeri 1780, 1781, 1782 e 1783 di un elenco di «Biglietti ordinari. Seduta di chiusura del Convegno Augusteo», in cui sono del pari assenti i nominativi degli studiosi di cui si tratta: vd. ibidem, ove peraltro, pur se altrimenti la numerazione è continua, sembrano mancare i numeri da 1713 a 1770 ed i rispettivi nominativi. Proseguendo questi controlli, è possibile appurare come in AINSR, s. CCM, b. 221, f. 65 Convegno Augusteo / Udienza “D„, sott. Elenco invitati udienza D i nomi degli studiosi di cui sopra non risultino tra quelli invitati all’udienza presso Mussolini prevista per il 23 settembre 1938, benché i numeri 2, 4, 5, 9 e 28 dell’elenco risultino annullati. L’elenco non riporta i nominativi corrispondenti ai numeri annullati, tuttavia essi non mi sembrano compatibili con quelli degli studiosi che qui interessano. Infatti l’elenco (96) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 411 tecipassero ma che tale loro partecipazione non venisse registrata né nei documenti ufficiali e pubblici né negli atti d’archivio. numerico segue l’ordine alfabetico sino al n. 245 compreso ed il n. 2 risulta compreso tra E. Albertario ed C. Albizzati, il n. 4 tra C. Albizzati ed un altro annullato, il n. 5 tra il nominativo ignoto ed annullato del n. 4 e S. R. Almas, il n. 9 tra C. Anti e V. Arangio Ruiz ed infine il n. 28 tra A. Bertini Calosso e R. Bianchi Bandinelli. Solo il n. 28 reca accanto alcune lettere scritte a macchina, forse un articolo ed un parola ma quasi certamente non un nome, ora illeggibili perché cancellate a penna: probabilmente la stessa che ha poi vergato accanto la parola «annullato». In seguito, nei diversi elenchi di partecipanti contenuti in AINSR, s. CCM, b. 221, f. 66 Visite e sopralluoghi, sott. Ostia, sott. Napoli e Capri, Pompei, Ercolano, sub sott. Visita a Napoli. Alberghi, sub sott. Visita a Napoli. Ferrovie Stato, sub sott. Visita a Napoli. Ristoranti locali e treno, sub sott. Iscrizioni, sub sott. Moduli d’iscrizione, nonché nella successiva b. 222, f. 68, non si rinvengono i nominativi sopra più volte citati, né essi si incontrano in un gruppo di documenti perlopiù preparatori, non riuniti in autonomo sub sottofascicolo ed oggi collocati nel f. 66 della b. 221, all’interno del sott. Napoli e Capri, Pompei, Ercolano tra il sub sott. Visita a Napoli. Varie ed il sub sott. Visita a Napoli. Alberghi. Segnalo che nel sott. Napoli e Capri, Pompei, Ercolano, sub sott. Visita a Napoli. Varie vi è un «Elenco Generale partecipanti alla gita di Napoli» comprendente diversi elenchi a seconda delle diverse quote corrisposte e che le cancellature ivi presenti non sembrano essere state rivolte a coprire i nominativi degli studiosi più volte sopra indicati. Analogamente può dirsi quanto alle cancellature che compaiono nel sub sott. Moduli d’iscrizione e negli elenchi del f. 68 della b. 222. Nel medesimo f. 68, invece, il nome di E. Modigliani compare nel sott. Circolari. Soll. Iscrizione gita a Napoli all’interno degli elenchi di destinatari della circolare datata 12 settembre 1938, mentre i nomi di D. Levi, M. A. Levi, E. Modigliani, A. Momigliano, A. Spinazzola Levi, L. Crema, F. Liuzzi e L. Morpurgo, compaiono nel sott. Circolari. Invio del modulo gita Napoli e cartolina per prenotarsi l’albergo, ed in particolare negli elenchi di destinatari della relativa circolare del 26 agosto 1938, che venne inviata in due versioni: per la prenotazione dell’alloggio a Roma e per la gita in Campania a chi non risiedesse già in Roma e solo per la gita in Campania per chi, invece, risiedesse in Roma. Ancora nel f. 68, nel sott. Circolari. Sollecito all’invito per i non aderenti, successivo al precedente nella collocazione d’archivio, all’interno di un elenco di destinatari del sollecito datato 1° agosto 1938, incontriamo i nomi di M. A. Levi, E. Modigliani, L. Crema e L. Morpurgo. Sempre nel f. 68, nel seguente sott. Circolari. Inviti con lettera circolare, all’interno degli elenchi di destinatari, troviamo i nomi degli studiosi ebrei non residenti in Roma A. Spinazzola Revi (sic), A. Momigliano, M. A. Levi, E. Modigliani e D. Levi. Quanto in particolare alla partecipazione di A. Momigliano al Convegno Augusteo, sappiamo come egli il 16 settembre 1938 scrivesse a De Sanctis: «Intanto sono ancora invitato alle feste Augustee: è evidente che non ci parteciperò». La lettera da cui proviene questa citazione è pubblicata in L. POLVERINI, Momigliano e De Sanctis, in Arnaldo Momigliano nella storiografia del Novecento, a cura di L. Polverini, Roma 2006, pp. 11-35 (21). Dopo la conclusione del Convegno, il Ministero dell’Educazione Nazionale, allo scopo di liquidare le indennità collegate alla partecipazione, il 5 ottobre 1938 richiese all’Istituto di trasmettere «un elenco di professori universitari che, invitati al Convegno Augusteo, non sono intervenuti». L’Istituto, il successivo 11 ottobre, trasmetteva «l’elenco dei Professori universitari che invitati al Convegno Augusteo, non sono intervenuti». Nell’elenco trasmesso non figurano i nomi di professori universitari ebrei, ma la circostanza, anche alla luce di tutto quanto esposto, non è di per sé sola necessariamente significativa di un mancato intervento. Rilevo inoltre anche una certa, forse significativa, ambiguità nella formulazione dell’elenco fornito al Ministero, tale da lasciare dubbi circa talune effetti- 412 ENRICO SILVERIO Nel frattempo, venivano definiti anche molti dei particolari economici dell’organizzazione del Convegno. A seguito di uno scambio di lettere tra Galassi Paluzzi ed il Ministero dell’Educazione Nazionale avvenuto tra il 7 ed il 12 settembre 1938, Bottai informava come il Ministero avrebbe fatto fronte alle spese della parte campana delle manifestazioni, nonché alle spese di viaggio ed alle indennità di trasferta per i docenti universitari, i soprintendenti ed i direttori degli Istituti d’antichità e d’arte (97). Tra il 12 agosto ed il 19 settembre vennero inoltre trasferiti dal Ministero dell’Educazione Nazionale i fondi messi a disposizione per il Convegno Augusteo dalla Presidenza del Consiglio (98). Tra la fine di luglio ed il mese di settembre furono poi ve partecipazioni dal momento che esso riguardava i «Professori Universitari invitati al Convegno, ma non intervenuti (o, comunque, non presentatisi alla Segreteria Generale)»: vd. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, scambio di lettere tra il Ministero dell’Educazione Nazionale e l’Istituto di Studi Romani del 5-11 ottobre 1938: astrattamente poteva dunque darsi il caso di studiosi, non professori universitari o tali ma prescindendo da questa qualifica, avevano partecipato al Convegno senza tuttavia presentarsi alla Segreteria Generale, risultando formalmente come non intervenuti. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58 Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a M. Lazzari del 7 settembre 1938 e lettera da G. Bottai a C. Galassi Paluzzi del 12 settembre 1938. Cfr. nota 98. (97) Vd. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58 Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, nota n. 291 con cui il 10 settembre si informava Galassi Paluzzi come fosse giunta da Mussolini la somma di L. 100.000 per il Convegno. Vd. anche AINSR, s. CCM, b. 227, f. 85 Amministrazione. Contributi, 1938: dallo scambio di lettere tra l’Istituto ed il Ministero dell’Educazione Nazionale nel periodo tra agosto e settembre 1938, risulta come, sulla base di un preventivo dell’Istituto di L. 110.000, in tutto fossero state stanziate da parte di Mussolini L. 150.000 di cui L. 110.000 poste a disposizione dell’Istituto stesso per il tramite del Ministero. In particolare, ricevuto un primo assegno di L. 50.000, spedito con lettera del 12 agosto 1938, il giorno 16 agosto C. Galassi Paluzzi evidenziava a G. Bottai gli impegni economici già presi con ditte e fornitori e sollecitava l’invio della ulteriore somma riservata all’Istituto, pari a L. 60.000. Detta somma veniva rimessa con successiva lettera datata 19 settembre a mezzo di due assegni circolari per L. 10.000 e per L. 50.000. Galassi Paluzzi accusava il ricevimento di tale lettera e degli acclusi assegni il giorno 21 settembre. A conferma della compenetrazione tra il Convegno Augusteo e le cerimonie di chiusura del Bimillenario Augusteo e della conseguente confusione che ciò poteva comportare negli uffici incaricati delle diverse fasi delle numerose manifestazioni, è interessante notare come la lettera a firma di Bottai del 12 agosto parlasse di contributo «per le spese relative alla inaugurazione dell’Ara Pacis» e come ciò fosse ribadito nella lettera del 19 settembre. Viceversa, le lettere di Galassi Paluzzi del 16 agosto e del 21 settembre sono invece sempre molto precise nel parlare di erogazioni «per la preparazione del Convegno Augusteo» ovvero volte a coprire le «spese relative alla organizzazione del Convegno Augusteo»: vd. ibidem. In taluni casi ai convegnisti vennero comunque richiesti dei contributi, come ad esempio per gli eventuali familiari al seguito o per certe soluzioni di trasporto e soggiorno in occasione dell’escursione campana, (98) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 413 realizzati e stampati il programma del Convegno, l’opuscolo del concerto e le pubblicazioni relative agli scavi di Ostia, al Palatino ed alla Curia da offrire ai partecipanti. Le illustrazioni a corredo delle pubblicazioni, con l’eccezione dei ritratti dei musicisti all’interno del programma del concerto, affidati al consueto collaboratore dell’Istituto Augusto Orlandi, vennero realizzate da Corrado Mezzana, lo stesso artista cui si devono i disegni delle serie filateliche del Bimillenario per il Regno, le Isole italiane dell’Egeo e l’Africa italiana (tav. LXXXIII, figg. 1-2). In effetti alcuni dei temi prescelti per le illustrazioni, l’Ara Pacis e la Quadriga del Sole accompagnata dai versi tratti dal Carmen saeculare, riprendevano quasi del tutto quelli impiegati nei francobolli commemorativi (tav. LXXXIV, figg. 1-2; tav. LXXXV, figg. 1-2) (99). elaborate in seguito a domande dei partecipanti: cenni sono diffusamente presenti nelle fonti d’archivio qui citate. Si rinvia comunque in modo particolare alla lettera circolare del 12 settembre 1938 in AINSR, s. CCM., b. 222, f. 68, sott. Circolari. Sollecito iscrizione gita a Napoli, che appare particolarmente chiara in tal senso. Erano state infatti proposte tre diverse soluzioni di trasporto e soggiorno corrispondenti a tre diverse quote: L. 228 per trattamento completo, compreso il viaggio Roma-Napoli e ritorno; L. 180: come sopra ma con esclusione del viaggio Roma-Napoli e ritorno; L. 59: come la combinazione precedente ed escluso il soggiorno a Napoli e la colazione a Capri. La soluzione per L. 59 prevedeva, come informava la circolare: per il giorno 25 settembre la visita ad Ercolano e Pompei in automezzi riservati, L. 20, e la colazione, L. 18; per il successivo giorno 26, invece, il trasporto Napoli-Capri e ritorno in motonave riservata, L. 16, e la funicolare da Capri ad Anacapri, L. 5. Chi, poi, avesse voluto partecipare alla colazione ad Anacapri, avrebbe dovuto versare un’ulteriore quota di L. 22 a quella di L. 59. (99) Vd. AINSR, s. CCM, b. 228, f. 88, sott. Mezzana, con bozzetti originali. L’apparato iconografico del presente contributo si giova anche di due bozzetti originali realizzati da Corrado Mezzana per la serie di valori postali destinati al Regno d’Italia e rinvenuti – insieme con gli altri della stessa serie – in una porzione non riordinata dell’Archivio dell’Istituto da parte del suo direttore associato, dott. Massimiliano Ghilardi, che ringrazio per avermi messo a parte della scoperta e per l’offerta dell’impiego dei bozzetti all’interno del corredo iconografico di questo contributo. Anche di tali bozzetti si occuperà il contributo di A. M. Liberati e dello scrivente in corso di stampa su questo periodico e relativo alle emissioni filateliche celebrative del Bimillenario del 1937-1938 attraverso le fonti contenute nell’Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. Quanto invece ai bozzetti di C. Mezzana per l’opuscolo-programma del Convegno Augusteo, alcune modifiche del programma che si resero necessarie nei giorni precedenti il 23 settembre 1938 comportarono il mancato utilizzo di almeno un’opera realizzata dall’artista: vd. l’espresso dall’Istituto a C. Mezzana del 10 settembre 1938 e il telegramma tra gli stessi del successivo giorno 12. Sui francobolli vd. supra nota 30. Quanto all’opuscolo-programma del concerto, nella lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 30 agosto 1938 in AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale è menzionato C. Mezzana e non A. Orlandi. Su C. Mezzana vd. ora R. RUSCIO, s.v. Mezzana, Corrado, in «Dizionario Biografico degli Italiani», LXXIV, Roma 2010, pp. 73-75. 414 ENRICO SILVERIO Mezzana ebbe una parte determinante anche nella scelta delle caratteristiche della tessera del Convegno: si decise di riprendere in linea di massima quella realizzata per il V Congresso Nazionale la cui immagine, a sua volta, oltre che sulla copertina del programma del Convegno, incontriamo anche, adattata al formato del francobollo, nelle serie filateliche del Bimillenario realizzate per la Libia e per l’Africa orientale italiana. Si tratta dell’Augusto di Prima Porta ritratto di tre quarti con, sullo sfondo, una carta dell’impero che ricorda molto da vicino le carte marmoree dell’allora via dell’Impero. Nei francobolli ricorre anche la scritta «IMPERIVM / SINE FINE / DEDI», ripresa dall’Eneide virgiliana ma che, nell’economia dell’illustrazione è allusiva al rapporto tra l’impero romano e l’impero dell’«Italia nuova» (tav. LXXXVI, figg. 1-2; tav. LXXXVII, figg. 1-2) (100). Da un appunto interno dell’Istituto datato 27 luglio 1938, risulta che C. Mezzana, cui sarebbe spettata anche la realizzazione del disegno da riportare sulla medaglia-distintivo da donare ai convegnisti, si riservasse invece la realizzazione della sola iscrizione da porsi nel verso, suggerenDa un appunto indirizzato a C. Galassi Paluzzi, apprendiamo che «Il Prof. Mezzana […] reputa non essere opportuno stampare in tre colori la tessera. Egli pensa che – dato il tipo del disegno – vi sia da escludere che possa star bene in tre colori. A suo giudizio va bene stampare in nero su cartoncino avorio carico, a mano, sfrangiato, e mettere la dicitura “Convegno Augusteo” in rosso». Il disegno della tessera era destinato ad essere riprodotto anche sulla copertina del programma del Convegno Augusteo ma in colore rosso e, così come nel caso di quello della tessera del V Congresso Nazionale, era analogo al disegno di alcuni dei valori realizzati per l’Africa italiana in occasione del Bimillenario, eseguiti sempre da C. Mezzana ed emessi il 25 aprile del 1938. Si trattava, in particolare, dei valori di posta ordinaria color seppia chiaro da 5 centesimi, verde chiaro da 25 centesimi e rosso cinabro da 75 centesimi emessi per la Libia e degli stessi valori, sempre di posta ordinaria, emessi per l’Africa orientale italiana di colore rispettivamente bruno scuro, verde scuro e rosso lacca. Da un appunto non datato e conservato nello stesso fascicolo che ospita la documentazione relativa alla tessera, risulta come Mezzana avrebbe dovuto occuparsi anche del «disegno per medaglia (Augusto da farsi in bronzo con patina verdastra [sic]»: si tratta della medaglia-distintivo che doveva essere offerta ai convegnisti insieme con altri materiali di cui si dirà nel testo: vd. AINSR, s. CCM, b. 228, f. 89 Tessere, scontrini e riduzioni, con bozzetti e prove, ed ivi l’appunto n. 262 e l’appunto non datato citato supra in questa nota. C. Mezzana tenne anche due comunicazioni nell’ambito del V Congresso Nazionale di Studi Romani: sui particolari di questa collaborazione vd. il carteggio con C. Galassi Paluzzi in AINSR, s. CCM, b. 129, f. 25, sott. Mezzana. Sulla velina di una lettera datata 8 novembre 1937 da C. Galassi Paluzzi a C. Mezzana, v’è traccia di un’aggiunta a mano al testo dattiloscritto indirizzato al secondo: «E il “pupazzo” / definitivo per la / tessera? Abbi pazienza / e inviamelo subito. Grazie / Saluti cordiali / G(alassi) P(aluzzi)». Con l’affettuosa e scherzosa definizione di “pupazzo” si doveva evidentemente intendere il bozzetto di Augusto che poi figurerà sulla tessera del V Congresso Nazionale. (100) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 415 do di rivolgersi a Giglioli «per la scelta di una moneta con Augusto, della quale si potrebbe fare il calco da passare alla Società che fa le medaglie» (101). La realizzazione della medaglia fu affidata, non senza una serrata trattativa preliminare, alla ditta La Medaglia del Giorno di Vittorio Emanuele Boeri, cui venne infine commessa dall’Istituto la realizzazione di 300 medaglie di 26 mm di diametro al prezzo di L. 4,35 ciascuna. Si giunse tuttavia al 19 settembre senza che le medaglie fossero ancora pronte, poiché le relative patinature non erano riuscite a regola d’arte ed andavano del tutto rifatte. Infine tuttavia, come risulta dal buono n. 1968 del 20 settembre 1938, le 300 medaglie vennero comunque consegnate in tempo all’Istituto (tav. LXXXVIII, figg. 1-2) (102). Negli stessi giorni venivano allestite le “buste dello stu(101) AINSR, s. CCM, b. 228, f. 86, appunto n. 247 del 27 luglio 1938. Galassi Paluzzi scrisse dunque in data 1° agosto 1938 a Carlo Pietrangeli, che all’epoca collaborava con la Mostra Augustea della Romanità, esponendo la necessità, inviando un campione, domandando quindi di fornire un calco della moneta da riprodurre e informando che Mezzana aveva suggerito di «riprodurre il medaglione aureo di Napoli di cui alla tav. XXX del Catalogo. E mi sembra che vada benissimo (sic)»: vd. ibidem, lettera da C. Galassi Paluzzi a C. Pietrangeli del 1° agosto 1938 (le parole «e mi sembra che vada benissimo» sono un’aggiunta vergata a mano dopo il testo dattiloscritto conservato dalla velina) e cfr. la lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 30 agosto 1938 in AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale. Galassi Paluzzi, nella lettera a Pietrangeli, si riferisce in realtà al volume II del Catalogo della Mostra Augustea, che costituiva l’Appendice bibliografica e indici al vol. I: vd. Mostra Augustea della Romanità, II, a cura di C. Caprino - R. Vighi, Catalogo della Mostra di Roma, Palazzo delle Esposizioni, 23 settembre 1937 - 23 settembre 1938, Roma 1938, p. 70, n. 22-l e tav. XXX (quanto alle date di apertura, rammento che la Mostra venne prorogata e solennemente chiusa il 6 novembre 1938: vd. supra nota 6). Con lettera datata 5 agosto Pietrangeli trasmetteva il calco del dritto del medaglione pompeiano e, ad un dubbio di Galassi Paluzzi circa la sua perfetta riuscita espresso in una lettera datata 9 agosto, Pietrangeli il successivo giorno 10 assicurava circa la bontà dell’esecuzione, aggiungendo come il calco fosse stato eseguito sotto la direzione della numismatica Secondina Lorenza Cesano: vd. AINSR, s. CCM, b. 228, f. 86, scambio di lettere dal 5 al 10 agosto tra C. Pietrangeli e C. Galassi Paluzzi. Nella lettera del 10 agosto C. Pietrangeli chiariva: «In realtà il ritratto non è molto fresco ma ciò è dovuto alla conservazione della moneta; assai migliore è lo stato di conservazione del medaglione di Este ma il ritratto di Augusto che vi è inciso mi sembra che abbia minor valore artistico di quello del medaglione pompeiano». Cfr. anche ibidem l’appunto n. 263. (102) Il carteggio con La medaglia del giorno è conservato in AINSR, s. CCM, b. 228, f. 86. Sul concreto utilizzo della medaglia-distintivo vd. AINSR, b. 221, f. 64, sott. Chiusura e ricevimento in Campidoglio la lettera del 24 settembre 1938 da C. Galassi Paluzzi a C.R. Moneta, capo del Cerimoniale del Governatorato di Roma, con cui il presidente dell’Istituto inviava un campione del «distintivo che i partecipanti stranieri al Convegno Augusteo apporranno all’occhiello in occasione della Seduta di Chiusura». Inoltre C. Galassi Paluzzi chiedeva al funzionario di disporre affinché «i detentori dei suddetti distintivi possano accedere ai posti loro riservati». 416 ENRICO SILVERIO dioso”, riservate ai convegnisti: si trattava di una cartella in cartoncino robusto, nelle cui tasche erano inserite pubblicazioni omaggio, opuscoli divulgativi dell’attività dell’Istituto, cartoline commemorative dell’Istituto di Studi Romani e della Mostra Augustea della Romanità, buoni e tessere per partecipare alle iniziative del Convegno (tav. LXXXIX, figg. 1-2) (103). Tra i mesi di agosto e settembre 1938 Galassi Paluzzi cercò di integrare il programma del Convegno prevedendo la partecipazione di rappresentanti del G.U.F., Gruppo universitario fascista, e di studenti meritevoli tratti dai licei (104). Mentre quest’ultimo progetto venne presto ridimensionato e venne programmata solo la partecipazione del G.U.F., un maggiore seguito, nel clima dell’ “impero risorto” (103) La “busta” conteneva in particolare: una copia «omaggio ai partecipanti del Convegno Augusteo», come indicato in copertina, de La missione dell’Impero di Roma nella storia della civiltà, cit., su cui cfr. anche supra nota 93; l’indice generale ed analitico delle annate 1923-1937 di «Roma», il periodico ufficiale dell’Istituto; i tagliandi per l’escursione ad Ostia nonché per altri viaggi e collegamenti; due serie di cartoline, l’una commemorativa della Mostra Augustea della Romanità ed un’altra dell’Istituto di Studi Romani; una piantina delle linee servite dall’Azienda Tramvie e Autobus del Governatorato; il programma del concerto del 24 settembre e naturalmente quello generale del Convegno; materiale pubblicitario della Storia di Roma edita dall’Istituto insieme ad un catalogo delle sue pubblicazioni, a materiale illustrativo dello Schedario centrale di bibliografia romana e del «Bollettino sistematico di bibliografia romana». Infine, venivano offerte anche pubblicazioni realizzate in occasione delle escursioni ad Ostia, alla Curia ed alla Domus Augustana: G. CALZA, La Resurrezione di Ostia antica per la Esposizione Universale del Ventennale, Roma 1938, A. BARTOLI, I lavori della Curia, Roma 1938 ed ID., Domus Augustana, Roma 1938. Da AINSR, s. CCM, b. 228, f. 86, lettera dall’Istituto di Studi Romani a C. Pietrangeli del 2 agosto 1936 risultano alcuni dissapori con Giuseppe Moretti per la preparazione di un’analoga pubblicazione relativa all’Ara Pacis, che in effetti non venne realizzata. Cfr. in proposito anche l’appunto interno n. 241 del 23 luglio 1938, p. 2, nel f. 70, b. 223. Vd. anche la lettera del 5 agosto 1938 da C. Galassi Paluzzi a G. Q. Giglioli in b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Museo dell’Impero. Circa la “busta dello studioso” o “cartella del convegno” o, ancora, “cartella del congressista”, vd. ad esempio AINSR, s. CCM, b. 233, f. 94 e b. 289, f. 101, che ne contengono degli esemplari. Da appunti conservati in AINSR, s. CCM, b. 224, f. 82 apprendiamo che gli studiosi stranieri ricevettero anche il catalogo della Mostra Augustea della Romanità ed il “Quaderno” di Bottai: si tratta certamente di G. BOTTAI, L’Italia di Augusto e l’Italia di oggi, cit., come del resto è confermato dalla lettera di C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 30 agosto 1938 in AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, con cui il ministro veniva aggiornato circa gli aspetti logistici del Convegno. (104) AINSR, s. CCM. b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a M. Lazzari del 1° agosto 1938. Sugli studenti liceali vd. già ibidem l’appunto interno-promemoria n. 237 del 15 o 18 luglio 1938. Vd. inoltre, ancora nel f. 58 della b. 220 ma nel sott. Rapporti con il Museo dell’Impero, il carteggio tra G. Bottai e C. Galassi Paluzzi del 9-14 agosto 1938. IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 417 e della tendenziale equiparazione Mussolini - Augusto, ebbe invece quella di un’udienza del capo del Governo ai partecipanti al Convegno, espressa a Bottai il 1° settembre 1938 (105). L’evento ebbe un’organizzazione estremamente minuziosa da parte dell’Istituto, sia sotto il profilo della logistica, ed in particolare dei trasporti, che della sicurezza relativa alla consegna degli inviti. Tuttavia l’udienza, che avrebbe dovuto tenersi dalle ore 12,00 del 23 settembre, venne disdetta all’ultimo momento e non ebbe mai luogo benché sia riportata nel programma del Convegno, che non poté essere modificato (tav. XC, figg. 1-2) (106). In esso, peraltro, la fusione tra il Convegno stesso (105) AINSR, s. CCM. b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 1° settembre 1938. (106) Vd. AINSR, s. CCM, b. 221, f. 65, sott. Udienza “D„ e sott. Elenco invitati udienza D e cfr. b. 227, f. 82. Vd. anche in AINSR, s. CCM, b. 223, f. 69, la lettera da C. Galassi Paluzzi al Ministero degli Affari Esteri, Servizio Istituti Internazionali, con cui il presidente dell’Istituto il 12 settembre 1938, in vista dell’Udienza che Mussolini avrebbe dovuto concedere, provvedeva a richiedere ulteriori informazioni circa tutti gli studiosi stranieri, «una gran parte dei quali (di cui ci mancano informazioni) sono Membri di Istituzioni Straniere di Roma». Inoltre ed in generale in vista del Convegno, Galassi Paluzzi trasmetteva al Ministero «un elenco di tutti gli studiosi stranieri invitati al prossimo Convegno Augusteo […]. Accanto ai nominativi degli studiosi abbiamo anche segnato il numero e la data del telespresso con il quale codesto On.le Ministero ci dava informazioni favorevoli». Cfr. a tal proposito supra note 55, 79 e 86. All’interno del sott. Udienza “D„ del f. 65 della b. 221 della s. CCM, rinveniamo ulteriori elementi di interesse circa gli aspetti dell’udienza relativi alla sicurezza. Il presidente dell’Istituto, infatti, il giorno 12 settembre 1938 scriveva a G. Franceschini, commissario di P.S. del Rione Ponte, inviandogli «un elenco degli studiosi italiani e stranieri che sono stati invitati a partecipare al prossimo Convegno Augusteo e che avranno l’alto onore di essere ricevuti dal DUCE». Successivamente il giorno 15 settembre 1938 Galassi Paluzzi indirizzava un’altra lettera direttamente ad A. Roncuzzi, vice questore di P.S. in servizio a Palazzo Venezia, trasmettendogli «un elenco diviso fra nominativi italiani e stranieri di tutti gli studiosi che abbiamo invitato», riservandosi di inviare in un secondo momento «l’elenco preciso di tutti gli studiosi che riceveranno il biglietto d’invito con l’indicazione del relativo numero d’ordine del biglietto». L’«elenco di tutti i partecipanti del Convegno Augusteo che hanno ricevuto il biglietto per l’udienza che il DUCE Si degnerà concedere il giorno 23 p.v.» venne quindi trasmesso a Roncuzzi il 21 settembre 1938. A nessuna di tali tre lettere è acclusa copia degli elenchi in esse nominati. Per il programma del Convegno Augusteo vd. invece AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68. Circa l’inserimento dell’udienza presso Mussolini, poi non più tenuta, all’interno del programma del Convegno Augusteo vd. in AINSR, s. CCM, b. 221, f. 65, sott. Udienza “D„ la lettera da C. Galassi Paluzzi a C. Calamaro, in cui il presidente dell’Istituto domandava «se potremo dare notizia dell’alto onore accordatoci dal Capo nel programma a stampa del Convegno». Per gli aspetti logistici ed organizzativi del Convegno vd. in generale AINSR, s. CCM, b. 220, f. 60 Cerimonie e festeggiamenti. Generalità. 1938; b. 221, f. 66 Visite e sopralluoghi; b. 222, f. 68 Lettere circolari. Inviti. 1938 in cui figurano anche i nomi di Nicola Rostowzeff (sic) e, tra gli italiani residenti fuori Roma, quelli di A. Momigliano, M. A. Levi e D. Levi; b. 223, f. 69 Informazioni richieste al Ministero Affari Este- 418 ENRICO SILVERIO e le manifestazioni di chiusura del Bimillenario veniva esplicitamente evidenziata, rimarcando il ruolo dell’Istituto e del Museo dell’Impero Romano nella cura delle diverse celebrazioni e dello stesso incontro augusteo, cui nel frattempo avevano aderito, stando ai dati ufficiali, 134 Istituzioni culturali italiane e straniere e 329 studiosi tra italiani e stranieri (107). Il 23 settembre l’avvio del Convegno sarebbe infatti coinciso con l’inaugurazione dell’Ara Pacis «sulla nuova Piazza dell’Augusteo» (108). Galassi Paluzzi iniziò dunque a porre anche il problema di quali discorsi dovessero essere pronunciati e di chi dovesse parlare sia il 23 settembre che il giorno della chiusura dell’anno augusteo, il successivo 27 (109). Nel frattempo, per la mattina del ri. Elenco studiosi stranieri da invitare; b. 224, f. 76 Varie, f. 77 Fascettari degli invitati, delle Istituzioni, degli studiosi stranieri e per l’invio del catalogo, f. 78 Bimillenario Augusteo. Convegno Augusteo. Specchi – Elenchi – Appunti vari da cui si evince che, presumibilmente per il pomeriggio del 23 settembre dopo l’escursione ad Ostia, era stata progettata anche una visita ai cantieri dell’E 42; b. 226, f. 80 Schede degli studiosi aderenti. Ricevute della “busta dello studioso” o cartella del Convegno. Timbro del Convegno; b. 227, f. 81 Servizi logistici. 1938, f. 82 Scadenzario, f. 83 Carte interne. Rilievi alle spese. Gratificazioni. Accademia di S. Cecilia, 1938; infine b. 228, f. 87 Ditte corrispondenti. 1938 e f. 88 Collaboratori. 1938. Vd. AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68, programma del Convegno Augusteo, p. 3: «Al fine di conferire maggiore decoro e solennità alla chiusura del Bimillenario Augusteo, S.E. il Ministro dell’Educazione Nazionale, presi ordini dal Duce, ha disposto perché sotto gli alti auspici del suo Dicastero, venisse organizzata una serie di manifestazioni alle quali son chiamati a partecipare eminenti studiosi italiani e stranieri. L’Istituto di Studi Romani e il Museo dell’Impero hanno avuto l’onorifico incarico di promuovere e curare lo svolgimento delle varie manifestazioni e di organizzare il Convegno Augusteo, secondo il programma che viene esposto nelle pagine seguenti». Si noti l’uso, frequentissimo per l’epoca e che ricorre pressoché in tutte le iniziative del Bimillenario curate dall’Istituto e dal Museo dell’Impero, di imputare quasi l’idea stessa delle manifestazioni ai vertici politici, rappresentati da Bottai e Mussolini, mentre, viceversa, essa si dovette all’Istituto ed al Museo dell’Impero Romano e venne solo fatta propria, finanziata ed inquadrata dalle autorità e così inserita in una dimensione di ritualità ideologico-politica. I dati ufficiali sono tratti da Il Convegno Augusteo, in «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», VI (1938), 22-23, pp. 1-9 (1) e dal programma del Convegno, vd. AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68, che alle pp. 9-17 reca l’elenco delle Istituzioni rappresentate e dei partecipanti al Convegno. In quest’ultimo caso si tratta più propriamente degli aderenti: un quadro più preciso degli studiosi aderenti ed intervenuti al Convegno e partecipanti ai singoli eventi è dato da AINSR, s. CCM, b. 226, f. 80 Schede degli studiosi aderenti. Ricevute della “busta dello studioso”, o cartella del convegno. Timbro del convegno, corredato tuttavia dall’incrocio con i dati di tutte le diverse manifestazioni: da AINSR, s. CCM, b. 221, f. 66, sott. Mostra Augustea della Romanità sappiamo ad esempio come gli ingressi alla Mostra Augustea della Romanità furono in numero di 88. (107) (108) Vd. AINSR, s. CCM., b. 220, f. 61, sott. Inaugurazione Ara Pacis. Vd. Ibidem lo scambio di lettere tra C. Galassi Paluzzi e G. Bottai tra il 4 ed il 12 agosto 1938. In tale ultima data Bottai aveva approvato soltanto che, per la chiusura, avreb(109) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 419 23 era stata messa in programma anche una sfilata della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale davanti al Palazzo delle Esposizioni, che ospitava la Mostra Augustea, ed alla quale assistettero anche gli studiosi convenuti (110). Più tardi, infine, all’inaugurazione dell’Ara Pacis i discorsi, rivolti direttamente al capo del Governo, furono tenuti dallo stesso Galassi Paluzzi e da E. Strong. Il primo costituisce un’accorata glorificazione della continuità tra Roma antica ed Italia moderna, realizzata da un Mussolini che si identificava in un nuovo Augusto, ed insieme una promessa di militanza intellettuale a nome degli studiosi italiani convenuti. Il secondo si articolava su motivi di fondo abbastanza simili ma più sfumati, mettendo comunque in diretta relazione Mussolini ed il suo operato con Roma antica. Terminata la cerimonia, nel pomeriggio i convegnisti si recarono ad Ostia, dove Guido Calza «illustrò […] i nuovi scavi effettuati per impulso del Governo Fascista» e dove il ministro dell’Educazione Nazionale offrì un ricevimento (111). Il mattino del 24, invece, gli studiosi visibero dovuto parlare il governatore di Roma ed uno studioso straniero, mentre egli si sarebbe riservato di «chiudere l’anno bimillenario». (110) Vd. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 63. La sfilata venne trasmessa nel “giornale sonoro” LUCE n. B1381, oggi in http://www.archivioluce.com/archivio/jsp/schede/videoPlayer. jsp?tipologia=&id=&physDoc=16527&db=cinematograficoCINEGIORNALI&findIt=false &section=/. (111) Per i discorsi di C. Galassi Paluzzi e di E. Strong, vd. Il Convegno Augusteo, in «Rassegna d’informazioni dell’Istituto di Studi Romani», VI (1938), 22-23, pp. 1-9 (1-5). Il discorso del presidente dell’Istituto venne riportato anche in Il Convegno Augusteo, in «Roma. Rivista di studi e di vita romana», XVI (1938), 10, pp. 397-406 (397-399). Il discorso di E. Strong piacque molto ad A. Boethius, assente alla manifestazione ma che ebbe modo di leggerlo in seguito: vd. AINSR, s. CCM, b. 220, f. 61 lettera da C. Galassi Paluzzi ad E. Strong del 15 maggio 1939. La visita ad Ostia fu tutt’altro che indifferente rispetto ai profili ideologico-politici del Convegno Augusteo, consentendo di saldare la continuità dell’Italia moderna a Roma antica con lo slancio verso il futuro espresso dalla vicina E 42. Vd. in questo senso G. Calza, La Resurrezione di Ostia antica, cit., p. 3: «Non può meravigliare che la resurrezione archeologica di Ostia, colonia primogenita di Roma antica sul Mediterraneo, sia stata voluta dal Duce e che venga attuata sotto l’alto patrocinio del Ministro dell’Educazione Nazionale, e dall’Ente dell’Esposizione Universale del 1942 […]. […] Ostia infatti ci offre la visione di una città romana che completa con grande immediatezza il volto di Roma antica […]. Anche per questo la resurrezione di Ostia, che soltanto una esposizione mondiale in Roma poteva offrire al mondo, ha valore universale: si apre con essa il vasto quadro della civiltà italiana che la nuova Esposizione offrirà ai visitatori in mirabile sintesi dalle prime origini fino alle realizzazioni del Fascismo». Si rammenti, del resto, che in Archivio si rinvengono tracce di una progettata escursione alla zona dove avrebbe dovuto sorgere l’E 42: cfr. supra nota 106. Sulle ragioni del rapporto tra Ostia e l’E 42 in riferimento all’espansione della città di Roma verso il mare sia in antico che nella Roma di Mussolini, vd. V. SANTA 420 ENRICO SILVERIO tarono la Mostra Augustea della Romanità, illustrata dallo stesso G. Q. Giglioli, fruendo di un ingresso gratuito per loro ma rimborsato alla Mostra da parte dell’Istituto (112). Nel pomeriggio, dalle ore 15,15, ebbe invece luogo la visita alla Domus Augustana ed ai lavori di restauro della Curia, in entrambi i casi sotto la guida di Alfonso Bartoli (113). Si trattava, come nel caso di Ostia, di siti interessati da indagini archeologiche cui era stato dato un particolare impulso durante il governo Mussolini e ciò, in linea con l’aspetto ideologico-politico del Convegno, venne adeguatamente evidenziato. Tutto questo peraltro risulta dai cenni, invero brevi ma significativi, che ancora oggi troviamo posti soprattutto al principio ed alla fine delle relative pubblicazioni donate ai partecipanti (114). Nel corso del pomeriggio, inolMARIA SCRINARI, Gli scavi di Ostia e l’E 42, in E 42. Utopia e scenario del Regime, Catalogo della Mostra di Roma, Archivio Centrale dello Stato, aprile-maggio 1987, vol. II Urbanistica, architettura, arte e decorazione a cura di M. Calvesi - E. Guidoni - S. Lux, Venezia 1987, pp. 179-188. L’inaugurazione dell’Ara Pacis venne trasmessa nel “giornale sonoro” LUCE n. B1383, oggi visionabile in http://www.archivioluce.com/archivio/jsp/schede/videoPlayer.jsp? tipologia=&id=&physDoc=16545&db=cinematograficoCINEGIORNALI&findIt=false&sec tion=/. Anche la visita agli scavi di Ostia venne ripresa dal cinegiornale: vd. il “giornale sonoro” LUCE n. B1382, attualmente visibile presso http://www.archivioluce.com/archivio/ jsp/schede/videoPlayer.jsp?tipologia=&id=&physDoc=16533&db=cinematograficoCINEGI ORNALI&findIt=false&section=/. (112) Vd. AINSR, s. CCM, b. 221, f. 66, sott. Mostra Augustea della Romanità e cfr., nel f. 70 della b. 223, l’appunto interno n. 241 del 23 luglio 1938, dal quale risulta una richiesta di rimborso da parte di Giglioli per L. 2 a biglietto e l’osservazione di Galassi Paluzzi circa la necessità di scendere al L. 1. Infine, il prezzo del rimborso rimase fissato in L. 2 al biglietto e, con lettera in data 30 settembre 1938, Giglioli inviò a Galassi Paluzzi una fattura per L. 176, pari a 88 biglietti di ingresso: vd. AINSR, s. CCM, b. 221, f. 66, sott. Mostra Augustea della Romanità. Il ribasso a L. 2 del prezzo del biglietto di ingresso era stato stabilito in caso di visite alla Mostra di «Enti, Associazioni, Istituti Governativi ecc.», come risulta da una scheda dattiloscritta della Segreteria Particolare del capo del Governo che faceva seguito all’udienza concessa da Mussolini a Giglioli il 22 giugno 1937: vd. in ACS, SPD, CO 1922-1943, b. 375, f. 135015. (113) Vd. AINSR, s. CCM, b. 221, f. 66, sott. Curia e Palatino. Vd. A. BARTOLI, Domus Augustana, cit., p. 10: «Per tutto il medio evo, che vive nella concezione della perpetuità dell’Impero, il Palatino ha ancora, si può dire, la sua funzione. Non è senza significato che la sede dell’Impero sia stata rimessa in luce e in onore nell’attuale risveglio dell’idea imperiale». Vd. anche ID., I lavori della Curia, cit., pp. 2 e 11: «I lavori della Curia sono l’opera archeologica primogenita del Regime. Benito Mussolini pochi mesi dopo la Marcia su Roma risolveva e superava quelle difficoltà che fino ad allora non si aveva avuto animo di affrontare e nel maggio 1923 il Ministero della Pubblica Istruzione – era Ministro Giovanni Gentile – acquistava la Chiesa di S. Adriano e l’annesso convento dei Mercedari»; «[…] quando saranno compiuti i lavori e raccolta la preziosa documentazione, e garantita ogni traccia importante, questo edificio nel quale si è formata veramente la storia di (114) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 421 tre, ebbe luogo il concerto «di musiche sinfoniche e melodrammatiche ispirate a soggetti d’interesse romano organizzato dall’Istituto di Studi Romani con la gentile collaborazione della R. Accademia di S. Cecilia e dei Maestri B. Molinari e B. Somma» (115). Il concerto, per il quale era stata richiesta anche la collaborazione di Beniamino Gigli, poi non concretizzatasi (116), intendeva ricordare «in sintesi la parte cospicua che i fasti, le figure, le memorie, le tradizioni di Roma hanno avuto nel porgere argomenti ed ispirazioni a poeti per musica e a musicisti» ed illustrare «come non solo per oltre tre secoli i musicisti italiani, ma gli stranieri e fra questi i massimi […] si siano uniti in catena gloriosa nel divulgare al mondo intero, su melodie e armonie spesso immortali, la grandezza romana» (117). Terminato il concerto, i partecipanti al Convegno Augusteo partirono per Napoli, tappa intermedia verso Ercolano, presso cui avrebbero dovuto giungere alle 9,45 del giorno seguente. Nella città campana si svolsero la celebrazione del II centenario degli scavi e la visita condotta da Amedeo Maiuri. Nel pomeriggio ebbe invece luogo la visita a Pompei menRoma sarà degno di riprendere la sua funzione per l’Impero rinnovato». Quanto ad Ostia cfr. supra nota 111. (115) Così nel programma del Convegno Augusteo, p. 5: vd. AINSR, s. CCM, b. 222, f. 68. Circa l’organizzazione ed i rapporti, invero in principio piuttosto tesi, tra l’Istituto e la R. Accademia di S. Cecilia, vd. invece la b. 220, f. 62. Il programma del concerto, i testi e la scelta delle illustrazioni per il relativo opuscolo vennero affidati, come testimoniato dal copioso carteggio conservato, proprio al maestro Fernando Liuzzi, che vi attese con scrupolo nonostante le condizioni di salute e che già in passato aveva anche più ampiamente collaborato con l’Istituto. Un appunto interno datato 6 settembre 1938, ibidem n. 286, informa circa la retribuzione della sua opera. (116) Vd. in AINSR, s. CCM, b. 220, f. 62, lo scambio epistolare dal 22 luglio al 3 agosto 1938. Vi era il progetto di richiedere a Gigli di cantare l’Inno a Roma di Puccini: vd. ibidem la lettera da C. Galassi Paluzzi a F. Liuzzi del 22 luglio 1938. Per la richiesta di partecipazione al concerto rivolta al soprano Maria Caniglia, poi sostituita dal soprano Alba Anzillotti, vd. ibidem la lettera da C. Galassi Paluzzi a M. Caniglia del 9 agosto 1938 e l’appunto interno n. 277 del 23 agosto 1938. Ed inoltre: «Dall’immenso materiale così adunato si sono trascelte alcune pagine, che […], rappresentano altrettanti momenti artistici di tale ininterrotto pensiero»: vd. l’opuscolo del concerto, pp. 3-4, consultabile ad esempio in AINSR, s. CCM, b. 233 ed in cui, comunque, il nome di F. Liuzzi non comparve in alcun modo. Il concerto prevedeva due parti. Nella prima venne rappresentata l’ouverture del Coriolano di L. van Beethoven, l’aria di Ottavia Addio Roma da L’incoronazione di Poppea di C. Monteverdi ed il poema sinfonico I Pini di Roma di O. Respighi. Nella seconda parte, invece, venne rappresentata la sinfonia dalla Cleopatra di L. Mancinelli, l’interludio dal Nerone di P. Mascagni, il finale III, coro e danze, de La Vestale di G. Spontini ed infine l’Inno a Roma di Puccini. (117) 422 ENRICO SILVERIO tre, di ritorno a Napoli, dalle 19,30 si svolse quella al Museo Nazionale «illuminato a luce artificiale» (118). Il giorno dopo, a Capri, ebbe luogo l’inaugurazione e la visita alla Villa Iovis, sempre curata da A. Maiuri, mentre nel pomeriggio, dopo aver assistito alla «Festa Vendemmiale» ad Anacapri ed aver partecipato alla «cerimonia simbolica della piantagione di un elce», i partecipanti tornarono a Roma (119). La mattina del 27 settembre in Campidoglio, dalle ore 11,00, alla presenza del ministro dell’Educazione Nazionale, si svolse la cerimonia di chiusura del Bimillenario Augusteo, per la quale, visto il valore ideale della manifestazione, erano stati rivolti inviti sia a «S.M. il Re Imperatore» che a «S.A.R. il Principe di Piemonte», che tuttavia non intervennero (120). Nel corso della cerimonia tennero quindi discorsi (118) Così nel programma del Convegno Augusteo, p. 6. Circa la data della celebrazione del II centenario degli scavi di Ercolano cfr. supra nota 85. In data 17 settembre 1938, con lettera di C. Galassi Paluzzi al generale A. Aymonino, era stata anche richiesta la partecipazione, che poi non ebbe luogo, del Principe di Piemonte alla visita alle antichità campane del 25 e 26 settembre: vd. AINSR, s. CCM, b. 221, f. 66, sott. Napoli e Capri, Pompei, Ercolano, sub sott. S.A.R. il Principe Ereditario. Circa le escursioni campane, vd. soprattutto AINSR, s. CCM, b. 221, f. 66, sott. Napoli e Capri, Pompei, Ercolano, e b. 222, f. 67. Nel caso della escursione a Capri dei partecipanti al Convegno Augusteo occorre tenere presente i rapporti tra l’Istituto di Studi Romani ed il Comitato esecutivo istituito in Capri per le celebrazioni in occasione del Bimillenario Augusteo, nonché il ruolo svolto da A. Maiuri nei rapporti tra i due enti. È in tal senso significativa la lettera del 30 agosto 1938 dal podestà presidente del Comitato esecutivo al presidente dell’Istituto nella quale il primo, appresa dal Ministero dell’Educazione Nazionale la visita a Capri del 26 settembre 1938, comunicava il rinvio a quella data dell’inaugurazione degli scavi di Villa Iovis, già fissata per il 2 settembre, e, dando atto di contatti verbali avvenuti con Maiuri, proponeva un programma per il giorno 26 che infine sarebbe sostanzialmente coinciso con quello riportato nel programma del Convegno Augusteo. Esso prevedeva, oltre ad un rinfresco ed alla colazione, soprattutto l’inaugurazione degli scavi di Villa Iovis con illustrazione da parte di Maiuri, la gita ad Anacapri, la partecipazione alla «festa vendemmiale» e quella alla cerimonia simbolica della piantagione di un elce. Vd. questa lettera tra i documenti non riuniti in autonomo sub sottofascicolo ed oggi collocati nel f. 66 della b. 221, all’interno del sott. Napoli e Capri, Pompei, Ercolano tra il sub sott. Visita a Napoli. Varie ed il sub sott. Visita a Napoli. Alberghi. (119) Vd. in AINSR, s. CCM. b. 221, f. 64, sott. Chiusura e ricevimento in Campidoglio la lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Bottai del 12 settembre 1938, e lo scambio di lettere di C. Galassi Paluzzi con il Primo Aiutante di campo generale del Re e con il Primo Aiutante di campo generale del Principe di Piemonte tra il 17 ed il 23 settembre 1938. Numerosi riferimenti alla progettata partecipazione del Re e del Principe di Piemonte sono anche in AINSR, s. CCM, b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale. Cfr. anche AINSR, s. CCM, b. 221, f. 66, sott. Napoli e Capri, Pompei, Ercolano, sub sott. S.M. il Re Imperatore. Si riferisce probabilmente ad una variante del discorso del governatore di Roma in caso di confermata presenza del Re un appunto che si rinviene nel sott. Chiusura e (120) IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 423 Piero Colonna, governatore di Roma, C. Galassi Paluzzi, Ernst Kornemann a nome degli studiosi stranieri, ed infine lo stesso Bottai (121). È proprio con questi discorsi che si cristallizza in modo ufficiale il significato ideologico-politico della manifestazione (122). Il governatore, ricordato il ruolo di pacificatore universalmente riconosciuto ad Augusto e celebrato all’interno del Bimillenario dalla Mostra Augustea, salutati gli studiosi stranieri «della Romanità» e menzionata la valenza ideale del restauro ed isolamento dell’Ara Pacis e dell’Augusteo, concludeva come fosse altamente significativo che questi monumenti fossero «risorti dopo due millenni in questa nostra Roma» (123). Il presidente dell’Istituto, presentata una rassegna delle manifestazioni svolte per il Bimillenario, ringraziato il ministro per l’attenzione nei confronti del Convegno Augusteo (124), e quindi rivolto un ringraziamento agli studiosi italiani e stranieri che «stanno a rappresentare ricevimento in Campidoglio, spillato ad un rettangolo di carta intestata «Il Capo di Gabinetto del Governatore». Vi è scritto a macchina l’appunto: «Indirizzo di saluto di S.E. il Governatore di Roma – Dovrà essere dato alla stampa a cerimonia ultimata». L’indirizzo di saluto è estremamente interessante per il valore ideologico-politico del Convegno e del Bimillenario e si ritiene utile pubblicarlo per intero: «Per l’Italia non è senza un altissimo auspicio e un profondo significato che la chiusura delle manifestazioni celebrative avvenga solennemente in Campidoglio alla presenza augusta del Re Vittorioso che dandole i più sicuri confini che Augusto aveva voluto, ha reso perfetta la risorta unità d’Italia, e che, per la genialità cesarea e augustea di un DUCE romano, ha nuovamente iniziato la serie degli Imperatori che hanno in Roma la loro capitale». A chiusura della manifestazione, telegrammi furono naturalmente inviati al Re, al Principe di Piemonte ed al capo del Governo: vd. ibidem. Per gli aspetti di questa cerimonia relativi alla sicurezza, vd. in AINSR, s. CCM, b. 221, f. 64, sott. Chiusura e ricevimento in Campidoglio la lettera da C. Galassi Paluzzi a G. Franceschini, commissario di P.S. del Rione Ponte, con cui si trasmettevano «gli elenchi di tutti coloro che sono stati invitati alla seduta di chiusura del Convegno Augusteo». (121) Cfr. già lo scambio epistolare tra C. Galassi Paluzzi e G. Bottai tra il 4 ed il 12 ago- sto 1938. I discorsi vennero pubblicati in Il Convegno Augusteo, in «Roma. Rivista di studi e di vita romana», XVI (1938), 10, pp. 397-406. Si veda però soprattutto AINSR, s. CCM, b. 221, f. 64, in cui sono conservate, tra l’altro, il resoconto stenografico della cerimonia a cura del Ministero della Cultura Popolare, sunti e bozze dei discorsi. (122) (123) Una Roma «che, sotto l’alto auspicio della Maestà del Re, il Duce ha ricondotto alla sua missione imperiale»: vd. Il Convegno Augusteo, ult. cit. p. 399. (124) Naturalmente, in questa occasione ufficiale, la configurazione del Convegno Augusteo come un incontro di studiosi diverso da una «adunata di dotti che si riuniscono per discutere problemi e agitare questioni» venne presentata come ottimale, nonostante le proposte di segno opposto avanzate sino a non molti mesi prima e relative ad un vero e proprio incontro di studi: vd. ibidem, p. 401. 424 ENRICO SILVERIO l’omaggio della Scienza e della Cultura ad uno dei maggiori artefici della civiltà europea», concludeva collegando la pax inaugurata da Augusto alla pace «nell’ordine e nella giustizia» garantita, nelle sue parole, da Mussolini (125). Apparentemente meno impegnato, il saluto di E. Kornemann non si discostava in realtà poi troppo dalla celebrazione della continuità con Roma antica allorché egli rivolse i suoi ringraziamenti a quell’Italia che «ha assolto magnificamente e, direi, imperialmente i compiti che un’unica tradizione storica ha imposto a questa terra così ricca di storia» (126). Naturalmente è però il discorso di Bottai che condensa a livello ufficiale il significato ideologico delle manifestazioni del Bimillenario e dello stesso Convegno Augusteo che le concluse. Il Bimillenario Augusteo diventava quindi l’evento che, nel comune segno dell’idea di impero, restituiva all’Italia il collegamento con l’antico, che in un certo senso conduceva a compimento lo stesso Risorgimento e che non aveva una portata solo nazionale ma anche mondiale, essendo Augusto «assurto a simbolo della pace nell’ordine civile» (127). (125) Ibidem, pp. 400-402. Ibidem, pp. 402-403. Una copia del discorso di E. Kornemann, con correzioni relative alla forma italiana, si trova in AINSR, s. CCM, b. 221, f. 64, sott. Chiusura e ricevimento in Campidoglio. (126) (127) Ibidem, pp. 404-406 ed ivi in particolare: «Un piano, dunque (quello delle celebrazioni del Bimillenario, n.d.a.), che da Roma si è irraggiato in tutta Italia, ricostruendo dinanzi agli occhi degli Italiani di oggi il sistema della loro antica unità nell’ordine e nella potenza dell’Impero. Con questo immediato insegnamento, dunque: che il processo unitario italiano, sollecitato nel secolo scorso anche da esempi e ideologie straniere, riappare nella sua essenza schiettamente romano. Cioè a dire: nostro autoctono originale, non dagli altri esemplato, ma agli altri esemplare. Di qui l’importanza politica dell’erezione di statue di Augusto, donate dal Duce a molte città d’Italia, le quali hanno voluto, in tal modo, più particolarmente, sottolineare l’antichissima nobiltà della loro origine romana. […]. Ma se in Italia la coscienza di compiere quasi un atto di pietà filiale, ha moltiplicato, in ogni dove e in ogni modo, le manifestazioni celebrative, non meno vasto e imponente è stato l’omaggio mondiale alla memoria di Augusto. […] uno […] dei maggiori artefici di civiltà. […]. Si può realmente affermare, che pochi avvenimenti, come il secondo millenario della nascita di Augusto, abbiano fatto sentire agli uomini il dovere e la necessità di esaltare nel Commemorato uno dei migliori tra loro, assurto a simbolo della pace nell’ordine civile». Per la predisposizione del discorso del ministro, numerosi elementi furono comunque messi a disposizione dall’Istituto: cfr. AINSR, s. CCM, b. 211, f. 18, sott. Generalità, lettera da C. Galassi Paluzzi a E. Scardamaglia del 7 settembre 1938, nonché b. 220, f. 58, sott. Rapporti con il Ministero dell’Educazione Nazionale, lettera di C. Galassi Paluzzi a G. Bottai, trasmessa a mezzo del segretario particolare di quest’ultimo, R. Mucci, del 17 settembre 1938 e lettera di C. Galassi Paluzzi a R. Mucci del 22 settembre 1938, nonché già la lettera da C. Galassi Paluzzi alla Presidenza del 425 IL CONVEGNO AUGUSTEO DEL 1938 Aveva così termine il Convegno Augusteo e con esso le celebrazioni del Bimillenario della nascita di Augusto, nel corso delle quali l’elemento propriamente e più schiettamente scientifico aveva convissuto e talvolta si era fuso con quello ideologico, su di uno sfondo che, nella sua modernità totalitaria, era però tutt’altro che privo di esiti contraddittori rispetto al modello romano. Proprio di quelle manifestazioni l’Istituto di Studi Romani fu ispiratore e protagonista ed oggi, con il suo Archivio e le sue pubblicazioni, ne è testimone d’eccezione. ENRICO SILVERIO Consiglio dei Ministri del 14 settembre 1938. Secondo M. CAGNETTA, Antichisti e impero fascista, Bari 1979, p. 145, nota 17, nel discorso pronunciato a chiusura del Convegno G. Bottai avrebbe trovato anche «il modo di collegare l’alacre attività archeologica intrapresa dal regime alle imprese coloniali, ricorrendo alla figura di giovani operai dell’Italia fascista che, abbandonati picconi e badili con cui riportavano alla luce i monumenti antichi, corrono ad imbracciare le armi alla conquista del loro impero», e ciò allo scopo di cercare di dare risalto alla «partecipazione ideale dei lavoratori alle conquiste africane». TAVOLE 1 2 (Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani) TAVOLA LXXXIII Fig. 1. Bozzetti di Corrado Mezzana per le illustrazioni del programma del Convegno Augusteo. Si riconosce il soggetto dell’Ara Pacis Augustae, già raffigurato dallo stesso Mezzana nelle serie filateliche di posta ordinaria realizzate per il Bimillenario Augusteo e rivolte al Regno d’Italia ed alle Isole italiane dell’Egeo Fig. 2. Bozzetto di Corrado Mezzana per la quarta di copertina del programma del Convegno Augusteo. Si riconosce il tema della grandezza di Roma illustrato attraverso la Quadriga del Sole ripresa dalla lorica dell’Augusto di Prima Porta e le parole tratte dal Carmen saeculare. Lo stesso tema e gli stessi elementi erano già stati impiegati da Mezzana nel valore da 80 centesimi di posta aerea delle serie filateliche celebrative del Bimillenario Augusteo rivolte al Regno d’Italia ed alle Isole italiane dell’Egeo TAVOLA LXXXIV 1 2 Fig. 1. Bozzetto di Corrado Mezzana per il valore di posta ordinaria da 1,75 Lire con sovraprezzo di 1 Lira realizzato per la serie filatelica celebrativa del Bimillenario Augusteo rivolta al Regno d’Italia ed illustrante l’Ara Pacis Augustae secondo l’iconografia che verrà impiegata nel programma del Convegno Augusteo del 1938 (Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani) Fig. 2. Il valore di posta ordinaria color arancio da 1,75 Lire con sovraprezzo di 1 Lira realizzato per la serie filatelica celebrativa del Bimillenario Augusteo rivolta alle Isole italiane dell’Egeo ed illustrante l’Ara Pacis Augustae secondo l’iconografia che verrà impiegata nel programma del Convegno Augusteo del 1938 (Disegno di Corrado Mezzana. Collezione autore) TAVOLA LXXXV 1 2 Fig. 1. Bozzetto di Corrado Mezzana per il valore di posta aerea da 80 centesimi realizzato per la serie filatelica celebrativa del Bimillenario Augusteo rivolta al Regno d’Italia ed illustrante il tema della grandezza di Roma attraverso la Quadriga del Sole ripresa dalla lorica dell’Augusto di Prima Porta e le parole tratte dal Carmen saeculare, disegno di Corrado Mezzana. Questo tema e questi elementi saranno recuperati da Mezzana nell’illustrazione della quarta di copertina del programma del Convegno Augusteo del 1938 (Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani) Fig. 2. Il valore di posta aerea color azzurro da 80 centesimi realizzato per la serie filatelica celebrativa del Bimillenario Augusteo rivolta alle Isole italiane dell’Egeo ed illustrante il tema della grandezza di Roma attraverso la Quadriga del Sole ripresa dalla lorica dell’Augusto di Prima Porta e le parole tratte dal Carmen saeculare, disegno di Corrado Mezzana. (Collezione autore) TAVOLA LXXXVI Fig. 1. Tessera destinata ai partecipanti al V Congresso Nazionale di Studi Romani, illustrazione di Corrado Mezzana Fig. 2. Tessera destinata ai partecipanti al Convegno Augusteo, illustrazione di Corrado Mezzana (Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani) (Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani) 1 2 (Collezione autore) TAVOLA LXXXVII Fig. 1. Valore di posta ordinaria color seppia chiaro da 5 centesimi appartenente alla serie celebrativa del Bimillenario Augusteo rivolta alla Libia, disegno di Corrado Mezzana analogo a quelli realizzati nel 1938 per le tessere del V C.N.S.R., del Convegno Augusteo e della copertina del programma di quest’ultimo Fig. 2. Valore di posta ordinaria color bruno scuro da 5 centesimi appartenente alla serie celebrativa del Bimillenario Augusteo rivolta all’Africa orientale italiana, disegno di Corrado Mezzana analogo a quelli realizzati nel 1938 per le tessere del V C.N.S.R., del Convegno Augusteo e della copertina del programma di quest’ultimo TAVOLA LXXXVIII Fig. 1. Dritto della medaglia-distintivo realizzata per i partecipanti al Convegno Augusteo ed eseguita dalla ditta La medaglia del giorno Fig. 2. Rovescio della medaglia-distintivo realizzata per i partecipanti al Convegno Augusteo ed eseguita dalla ditta La medaglia del giorno Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani Fig. 2. Frontespizio del volume di Alfonso Bartoli dedicato ai lavori di sistemazione della Curia e donato ai partecipanti al Convegno Augusteo. Illustrazione di Corrado Mezzana (Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani) (Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani) TAVOLA LXXXIX Fig. 1. Frontespizio del volume di Guido Calza dedicato agli scavi di Ostia e donato ai partecipanti al Convegno Augusteo. Illustrazione di Corrado Mezzana TAVOLA XC Fig. 1. Copertina del programma del Convegno Augusteo. Illustrazione di Corrado Mezzana (Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani) Fig. 2. Le pagine 4 e 5 del programma del Convegno Augusteo. Al giorno 23 settembre 1938 è indicata l’udienza dei partecipanti presso il capo del Governo, in seguito non tenuta. Illustrazioni di Corrado Mezzana (Roma, Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani) Finito di stampare nel mese di giugno 2015 Per la scelta degli articoli da pubblicare la Rivista segue il metodo della revisione tra pari basata sull’anonimato, avvalendosi dei componenti del Comitato Scientifico integrato da esperti esterni. I dattiloscritti, in edizione definitiva sempre accompagnati dal dischetto, e il materiale illustrativo non si restituiscono. Gli articoli firmati esprimono il pensiero degli autori e non riflettono necessariamente l’opinione della Rivista. I volumi per recensione – possibilmente in doppia copia –, la corrispondenza e i dattiloscritti vanno inviati a: Istituto Nazionale di Studi Romani, Piazza dei Cavalieri di Malta 2, 00153 Roma. 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