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BOLLETTINO della UNIONE STORIA ED ARTE GRUPPO ARCHEOLOGICO LATINO-COLLI ALBANI BRUNO MARTELLOTTA N. 9 – TERZA SERIE - CVI DALLA FONDAZIONE - GENNAIO/DICEMBRE 2014 ISSN BStorArt-0394-4727 In copertina: Domus Aurea. Sala delle aquile: scena agreste (disegno inedito. Collezione privata) BOLLETTINO DELLA UNIONE STORIA ED ARTE ASSOCIAZIONE FONDATA IL XXI APRILE 1908 e del GRUPPO ARCHEOLOGICO LATINO-COLLI ALBANI “Bruno Martellotta” -----------------Direttore responsabile: dott.ssa Giuseppina Sartorio, Gruppo Archeologico Latino-Colli Albani ‘Bruno Martellotta’ Direttore: Paolo Dalmiglio via Don Annideo Pandolfi 5, 00046 Grottaferrata (RM) tel. 069459854. www.gruppoarcheologicolatino.it INDICE del volume N. 9 – Terza serie - CVI dalla fondazione - Gennaio/Dicembre 2014 Editoriale Enrico Silverio L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto (1937 - 1938) ................................................................................ pag. 5 Massimo Mele Nuova luce sulla Domus Aurea ............................................................................................. pag. 25 Antonella Rotondi Il primo tratto della via Appia. Gli scavi nelle vigne Moroni e Casali .............................. pag. 43 Mariano Malavolta Regina Viarum ...................................................................................................................... pag. 57 Lucos Cozza Bombe sull’Appia (1943) .................................................................................................. pag. 63 Micaela Angle - Pamela Cerino - Andrea De Angelis Adalberto Ottati - Noemi Tomei Dalla cima del cratere alla riva del lago. Nuovi rinvenimenti nel territorio di Marino Laziale .................................................................................................................... pag. 65 Antonluca Argentieri - Francesco Baldacchini - Giuseppe Baldacchini Le trasformazioni della Chiesa di Santa Maria di Grottaferrata e pertinenze nel corso dei secoli ........................................................................................ pag. 75 Claudio Baldoni - Rodolfo Maria Strollo Una medaglia tra due città ................................................................................................. pag. 91 Gemma Carafa Jacobini Una corniola con scena bucolica dalle rive del lago di Nemi ............................................ pag. 127 Flavio Altamura - Mario Federico Rolfo Il Paleolotico superiore nei Colli Albani: stato della ricerca ........................................... pag. 139 Stefania Quilici Gigli Il santuario di Diana Tifatina: squarci di immagini nel Museo Provinciale Campano ....... pag. 161 Giovanni Russo Testimonianze storico-archeologiche nell’area mercuriense di Orsomarso .................... pag. 175 Leonardo Lombardi Gli antichi romani e l’America ........................................................................................... pag. 199 Carmelo Cappuccio La Metis di Ulisse e l’uomo moderno .............................................................................. pag. 205 Claudio Strinati Un’esperienza musicale del Caravaggio dalla Camerata de’ Bardi ................................. pag. 215 Serena Greci Green (a cura di) Riassunti - Abstracts ........................................................................................................ pag. 219 Gli autori si assumono ogni responsabilità professionale, civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione dei loro testi sul presente periodico. Il Direttore Responsabile e la Redazione del Bollettino della Unione Storia ed Arte non rispondono di ogni eventuale effetto pregiudizievole e/o azione che dovesse essere promossa da terzi con riferimento al materiale pubblicato. Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014 Editoriale L’UNIONE STORIA ED ARTE NELLE CELEBRAZIONI DEL BIMILLENARIO DELLA NASCITA DI AUGUSTO (1937- 1938)* Enrico Silverio** Il programma delle celebrazioni augustee del 1937-1938 Il giorno 28 aprile 1930, nel terminare la propria relazione Per il secondo millenario di Augusto, tenuta in seno al II Congresso Nazionale di Studi Romani svoltosi a Roma dal 24 al 29 aprile di quell’anno, Giulio Quirino Giglioli proponeva la votazione di un ordine del giorno nel quale erano già indicati gli elementi fondamentali che, con aggiunte e varianti anche notevoli, avrebbero inine costituito le manifestazioni del Bimillenario della nascita di Augusto, celebrato nel periodo dal 23 settembre 1937 al 23 settembre 1938 e per questo spesso indicato nei documenti e nella pubblicistica dell’epoca anche come ‘anno bimillenario’. La proposta di Giglioli venne accolta all’unanimità nella forma seguente: “Il II Congresso Nazionale di Studi Romani, udita la relazione del Prof. Giulio Q. Giglioli, acclama l’idea di festeggiare il secondo millenario della nascita dell’Imperatore Augusto e fa sua la proposta del relatore di compiere per tale occasione le seguenti opere: 1° - Isolamento e sistemazione deinitiva del Mausoleo di Augusto; 2° - Scavo deinitivo, ricomposizione e degno collocamento in Roma dell’Ara Pacis; 3° - Restauro e studio di altri monumenti augustei dell’Italia e dell’Impero; 4° - Pubblicazione di una serie di monograie di carattere scientiico che illustrino la storia e la civiltà di Augusto, dell’Italia e del mondo romano, al principio dell’Impero; 5° - Promozione di cicli di conferenze in Roma ed in altri centri italiani, incaricando la Presidenza dell’Istituto di Studi Romani di farsi centro presso le varie autorità di tali iniziative in modo che i festeggiamenti riescano solenni, degni di Augusto e dell’Italia nuova”1. L’Istituto di Studi Romani creato nel 1925 e presieduto, negli anni delle celebrazioni di cui ci stiamo occupando, dal suo fondatore Carlo Galassi Paluzzi2, insieme con il Museo dell’Impero Romano, istituito con Deliberazione *Ringrazio la Dott.ssa Giuseppina Pisani Sartorio per aver accolto con disponibilità e gentilezza il presente contributo in questo numero del Bollettino e con lei ringrazio il Gruppo Archeologico Latino - Colli Albani ‘Bruno Martellotta’ per l’ospitalità accordatami anche quest’anno. Il presente contributo trae origine da una serie di ricerche d’archivio condotte a partire dalla fine dell’anno 2011 presso l’Istituto Nazionale di Studi Romani, il cui Presidente, prof. Paolo Sommella, desidero ringraziare per la sempre cortese disponibilità. Insieme a lui desidero ringraziare chi, all’interno dell’Istituto, nel corso di questi anni, ha sempre agevolato in ogni modo e con amicizia le mie ricerche: il Direttore dott.ssa Letizia Lanzetta, il Direttore associato dott. Massimiliano Ghilardi, il Responsabile della biblioteca e dell’archivio dott.ssa Laura Bertolaccini. Senza la loro cortesia la redazione del presente contributo non sarebbe stata possibile. ** La ricerca è stata condotta in occasione del Bimillenario della morte di Augusto (14 d.C.), celebratosi con varie manifestazioni nel corso dell’anno 2014. 1 Giglioli 1931, p. 280. Su G.Q. Giglioli vd. soprattutto Barbanera 2000 e cfr. la complessiva deinizione della sua igura di uomo e di studioso contenuta in Pasqualini 2006, p. 636, nota 25. 2 Sull’Istituto di Studi Romani e sul suo presidente, vd. soprattutto Coccia 2000 e Vittoria 2002. 5 Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto del Governatore di Roma n. 6073 del 21 agosto 1926 e diretto appunto da G.Q. Giglioli3, fu l’organo deputato a coordinare le varie manifestazioni celebrative della nascita di Augusto durante l’intero arco del 1937-19384 e per tale ragione il programma delle celebrazioni augustee si identiica in sostanza con quello stilato e realizzato dell’Istituto anche in concorso con il Museo dell’Impero Romano. Nel corso degli anni che separano l’aprile 1930 dal settembre 1937, il programma dell’Istituto di Studi Romani subì una serie di ampliamenti e parziali modiiche, che peraltro rilettevano sia il procedere dell’attività scientiica e divulgativa dell’Istituto e delle sue Sezioni che l’emersione di un altro grande evento di cui si dirà tra poco: la Mostra Augustea della Romanità. Interessa ora invece evidenziare come il programma delle celebrazioni fosse oggetto del rendiconto tenuto da C. Galassi Paluzzi il 20 ottobre 1935, nel quadro della Sezione Antichità, Sottosezione Archeologia, durante il IV Congresso Nazionale di Studi Romani, tenutosi a Roma tra il 19 ed il 25 ottobre di quell’anno. È signiicativo dell’alacrità delle iniziative intraprese come, al momento della stampa, il testo del rendiconto venisse ‘convenientemente aggiornato’5. In efetti quel rendiconto dovette divenire la base sulla quale realizzare un programma/opuscolo di grande formato, pubblicato più volte sino ad un’edizione deinitiva del 19386 e dal quale apprendiamo anzitutto come si intendessero pubblicare “volumi illustranti la igura e l’opera di Augusto” e realizzare una serie di cicli di conferenze celebrative aidate ai maggiori Sul Museo dell’Impero Romano, vd. Liberati Silverio 1983a, Ead., 1983b, Giuseppini 2007 ed ora anche, specie quanto al suo ruolo nelle celebrazioni del Bimillenario Augusteo, Silverio 2014a. 4 Vd. ad es. in Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani (AINSR), serie Congressi, Convegni e Mostre (CCM), busta 209, fasc. 2, sottofasc. Bimillenario Augusteo. Commissione direttiva. Verbali, verbale della seduta n. 3 del 6 aprile 1934, p. 1. 5 Galassi Paluzzi 1938, p. 51, nt. 1: “Pubblicandosi gli Atti nel 1938-XVI si è reputato opportuno aggiornare convenientemente il rendiconto presentato al IV Congresso”. 6 Vd. L’Istituto di Studi Romani 1938, dalla cui precedente edizione del 23 settembre 1937 si cita. 3 6 studiosi italiani e stranieri, da svolgersi nel corso degli anni accademici 1936-1937 e 1937-1938 dei Corsi Superiori di Studi Romani organizzati dall’Istituto. Tra le pubblicazioni venivano indicate le seguenti serie, i cui volumi derivavano sostanzialmente dalle conferenze tenute dai rispettivi autori presso i Corsi Superiori stessi, anche in cicli diversi da quelli appena ricordati: Quaderni e volumi augustei e Quaderni e volumi dell’Impero suddivisi in Le grandi strade del mondo romano, Il limes romano, Roma e le Provincie, L’Impero di Roma nelle monete e nelle medaglie. Si dava anche notizia del progetto di una Bibliograia dell’Africa romana che, ad onta dell’ancor recente proclamazione dell’Impero del 9 maggio 1936, si fondava su rigidi criteri scientiici: sarà qui suiciente ricordare in proposito come l’opera fosse diretta da Pietro Romanelli, il cui interesse per le province africane rimontava, com’è ben noto, ad assai prima della guerra d’Abissinia. L’iniziativa comunque rientrava perfettamente nel clima ideologico-politico dell’“Italia nuova”, che voleva fondarsi sul suo passato romano per gettarsi verso il futuro, e corrispondeva allo stesso tempo al clima di alacrità degli studi di antichistica, così come del resto i volumi dell’Italia romana nonché, naturalmente, quelli de La Storia di Roma, progettata in 30 volumi, che si intendeva avviare proprio in occasione del Bimillenario del 1937-1938 e che sarebbe giunta sino all’età contemporanea. Venivano poi indicate una serie di manifestazioni a cura delle Sezioni dell’Istituto consistenti in conferenze celebrative aidate, come nel caso di quelle cui si è accennato sopra, ai massimi studiosi dell’epoca, ma questa volta – per motivi essenzialmente pratici e logistici – solo italiani, ed anche due concorsi: il III concorso nazionale di prosa latina ed un concorso nazionale per un volume sul tema Le Terme nel mondo romano. Una menzione a parte merita il grande progetto, mai in efetti terminato, del “Censimento epigraico dell’Impero”, proposto da Aristide Calderini – che peraltro presiederà la Sezione lombarda dell’Istituto – il 22 aprile 1928 nel corso del I Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014 Congresso Nazionale di Studi Romani, svoltosi a Roma tra il 22 ed il 26 aprile di quell’anno, e subito raccolto dal Museo dell’Impero Romano che, riscontrando una totale ainità di scopi scientiici, volle senz’altro parteciparvi7. Successivamente, il 26 aprile 1930, nell’ambito del II Congresso Nazionale – quindi due giorni prima della votazione dell’ordine del giorno Giglioli sulle celebrazioni augustee – Calderini poteva già relazionare sull’attività preparatoria avviata nel frattempo8, e nella seduta pomeridiana del 25 aprile 1933 della Sottosezione Archeologia del successivo III Congresso Nazionale, dare conto dell’intervenuto inserimento del progetto proprio nell’ambito delle celebrazioni del 1937-1938, chiarendo come tale decisione fosse da imputare ad un impulso dato in tal senso da Galassi Paluzzi9. Poco più di due anni dopo, il pomeriggio del 21 ottobre 1935, nell’ambito della Sottosezione Archeologia del IV Congresso Nazionale, Calderini forniva un nuovo rendiconto del lavoro svolto, chiarendo come esso fosse stato assunto dalla Sezione lombarda dell’Istituto. Il giorno precedente Galassi Paluzzi, intervenendo a chiusura di una seduta che era stata aperta proprio da una comunicazione del presidente della Unione Storia ed Arte, Romolo Artioli10, aveva trattato del censimento epigraico in quel rendiconto del quale abbiamo già detto, destinato a divenire la base dei successivi opuscoli o programmi sulle celebrazioni augustee11. Tra le iniziative in principio non previste nell’ordine del giorno del 1930, ve ne era un’ulteriore destinata grazie anche alla sua lunga durata – più di un anno di apertura – a divenire il simbolo stesso del Bimillenario Augusteo: la Mostra Augustea della Romanità co-organizzata dal Museo dell’Impero Romano e dall’Istituto di Studi Romani12. Calderini 1929. Calderini 1931. 9 Calderini 1934. 10 Vd. infra. 11 Calderini 1938 e Galassi Paluzzi 1938. 12 Sulla Mostra Augustea della Romanità vd. soprattutto, in ordine di pubblicazione: Liberati Silverio 1983c, Pisani Sartorio 1990, Liberati Silverio 1990, Scriba 1995a, Id., 1995b, Id., 1996, Id., 1998, Arthurs 2007, pp. 33-35, Argenio 2008, pp. 131-138, Marcello 2011, Silverio 2011, Ar- 7 8 Delineate in questo modo le celebrazioni in programma per il 1937-1938, interessa ora sofermarsi, prima di accennare ai rapporti tra l’Istituto di Studi Romani e l’Unione Storia ed Arte tra la seconda metà degli anni ’20 e gli anni ’30 – fondamentali per inquadrare il ruolo dell’USEA e del suo presidente all’interno di una serie di relazioni non episodiche – su alcuni caratteri comuni di tutte le manifestazioni previste. Anzitutto si tratta di evidenziare come in ciascuna di esse l’aspetto più schiettamente scientiico o, a seconda dei casi, di alta divulgazione, si trovasse aiancato a quello ideologico-politico e come in qualche caso entrambi questi aspetti fossero molto stretti tra loro. Ciò è naturalmente da collegarsi con quell’idea di “Italia nuova” che abbiamo visto inserita anche nell’ordine del giorno Giglioli, ma contemporaneamente tale attitudine non è che lo sviluppo, in chiave fascista, di quella più risalente idea di superiorità culturale italiana fondata sull’eredità romana che aveva informato di sé già anche la Mostra Archeologica organizzata da Rodolfo Lanciani nelle Terme di Diocleziano in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario del Regno d’Italia nel 1911, come evidenzierà molti anni dopo un altro presidente dell’Unione Storia ed Arte, Lorenzo Quilici13. thurs 2012, passim, Liberati 2012a, Ead., 2012b, Giardina 2013, Carli 2013, pp. 13-19 e Scriba 2014. 13 Quilici 1983, p. 21: “Le rivendicazioni ‘imperiali’ per l’Italia, in nome della grandezza di Roma antica, erano già – anche se in maniere diverse – in Crispi e in Giolitti, così come nel campo degli studi archeologici, ad esempio, in Lanciani, che è il massimo esponente della cultura archeologica ufficiale in Roma dopo il 1870. Lanciani proietta nei suoi lavori l’idea di una Roma portatrice anche al suo tempo, in ambito politico-ideale, di una missione universale, in virtù di un modello dell’antico impero che è stato ‘civilizzatore’ e che quindi presuppone un ‘primato’ da far rivivere al presente. La stessa Mostra archeologica del 1911, che ha costituito il non indifferente nucleo della grande mostra fascista, aveva voluto illustrare la civiltà e la potenza militare romana proprio alla vigilia dell’impresa di Libia. Bisogna dire però che un vero abisso separa queste aspirazioni e la cultura di un’Italia ancora ‘umbertina’ e il vero furore che esalta l’Italia che le si è evoluta in solo due decenni: basta leggere la più che garbata e sobria Introduzione alla Mostra fatta da Lanciani, tutta contenuta in un più che equo orgoglio patrio e aperta al pieno riconoscimento delle culture altrui, e la Presentazione o il Discorso d’inaugurazione fatta alla Mostra augustea da Giglioli, per vedere la distanza enorme, apparentemente inconciliabile, 7 Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto Se si considera come la Mostra Augustea della Romanità sia stata la ‘manifestazione-simbolo’ del Bimillenario Augusteo e si rilette sulle parole di L. Quilici, allora si può comprendere in quale ambiente trovassero il loro profondo radicamento i festeggiamenti del 1937-1938; ambiente cui l’USEA peraltro non era afatto estranea, essendo ben nota e documentata l’attività culturale ed allo stesso tempo patriottica svolta da Romolo Artioli, suo presidente e fondatore, durante la stessa prima guerra mondiale14. Al ine di delineare lo sfondo delle celebrazioni augustee entro cui si colloca il ruolo dell’USEA, non va comunque sottovalutato come si trattasse di attività né volute né imposte ‘dall’alto’, cioè da Mussolini o dal Partito nazionale fascista, ma anzi teorizzate, caldeggiate e praticamente quasi ‘imposte dal basso’, cioè essenzialmente dall’Istituto di Studi Romani e dal Museo dell’Impero. È, questo, un dato di estrema importanza dal momento che entrambe le istituzioni si basavano, nelle persone dei loro vertici – Galassi Paluzzi e Giglioli – su tradizioni culturali e reti di conoscenze tra studiosi e cultori della ‘romanità’ molto antecedenti il 28 ottobre 1922. Di questa rete di conoscenze era parte integrante lo stesso Romolo Artioli e, dunque, la stessa Unione Storia ed Arte. Verso il Bimillenario: l’Unione Storia ed Arte ed i Congressi Nazionali di Studi Romani Per ben comprendere la igura di Romolo Artioli, presidente e fondatore della Unione Storia ed Arte, sembra quanto mai opportuno ricorrere alle parole del direttore di questo che separa i due mondi: distanza invece brevissima, che unisce la follia della prima guerra mondiale”. Sull’idea di ‘grande Italia’e sulla sua sostanziale identificazione con una nuova Roma nel periodo che muove dall’Unità nazionale alla presa del potere da parte del fascismo, passando per le celebrazioni cinquantenarie del 1911, vd. Gentile 1997, pp. 9-145. Per un’analisi del primo conflitto mondiale attenta a fare risaltare i contesti sociali, culturali ed antropologici e che dunque aiuta ad approfondire quanto sostenuto da L. Quilici sul ruolo del conflitto nella materia che qui ci interessa direttamente, vd. Gentile 2008, passim. 14 Su Romolo Artioli vd. Pesciarelli 2008 e Pisani Sartorio 2008. 8 Bollettino, che dell’USEA continua a perpetuare il nome e la memoria: “Se il fascismo è stato una sacralizzazione della politica e una politicizzazione della religione, Romolo Artioli, fondatore nel 1908 sul Palatino dell’Associazione Unione Storia ed Arte e presidente della stessa ininterrottamente per 50 anni, ne fu uno dei più ferventi e sinceri sacerdoti, sia nell’aver sposata ante litteram l’ideologia nazional-fascista con i suoi corollari di religione, famiglia, patria, onore, sia nell’averla traghettata e mantenuta viva con intelligenza e misura negli anni successivi alla seconda guerra mondiale ino al 1958, anno della sua morte, in un’epoca che aveva oramai rinnegato l’idea e la cultura fascista. Ma, al di là delle ideologie, il grande merito di Artioli fu soprattutto l’aver posto, al centro della sua opera di didattica per il popolo, il mito della romanità accanto a quello della italianità, nella riproposizione cioè di un passato “come insieme di valori eterni e sacri”15. In un contesto nazionale in cui il fascismo si propone come l’unico reale detentore della continuità della storia d’Italia ed in cui dunque vige l’equazione ‘italiano = fascista’16, anche l’USEA si integra in questo panorama entro cui sembrano trovare la loro migliore collocazione quelle idealità insieme nazionali e ‘romane’ da essa e dal suo presidente propugnate sino dal 190817. Naturalmente, una certa distanza separa l’Unione Storia ed Arte dall’Istituto di Studi Romani ed è una distanza che è direttamente proporzionale alla dimensione più spiccatamente e volutamente – se si tiene conto degli scopi del sodalizio – ‘popolare’ dell’USEA e, per converso, ad uno dei ini che l’Istituto si poneva, quello cioè di essere una sorta di fulcro delle diverse iniziative legate alla ‘romanità’. Quello che, tuttavia, credo distinse l’USEA da altri sodalizi fu senz’altro la dinamica personalità del suo fondatore e presidente, profondo conoscitore della realtà culturale ed amministrativa romana e lui stesso professionalmente per molti anni legato Pisani Sartorio 2014, p. 97. Su questi aspetti e sulla parabola di quell’equazione vd. Gentile 1997, pp. 147-225. 17 Cfr. sul punto Pesciarelli 2008. 15 16 Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014 ad un luogo simbolo dell’Italia unita come Castel Sant’Angelo, una delle sedi delle cerimonie del Cinquantenario del 1911, o a personaggi di estrema importanza come Giacomo Boni o lo stesso Giglioli. L’USEA, nella persona del suo presidente, è quindi da sempre presente alle iniziative dell’Istituto di Studi Romani, benché all’inizio in tono minore, come semplice ‘aderente’, cioè senza una vera e propria parte attiva. Ciò è particolarmente avvertibile durante i Congressi Nazionali di Studi Romani, i quali, a parere di chi scrive, in un certo senso dovettero contribuire non poco a ‘preparare’ la partecipazione del sodalizio al Bimillenario, la quale, in efetti, si riassume nell’attività realizzata in quell’occasione da Romolo Artioli. Se osserviamo la partecipazione ai Congressi Nazionali, vediamo infatti come si trattasse dapprima di una semplice adesione, sicché nel I Congresso Nazionale tra gli “Istituti partecipanti al Congresso e loro rappresentanti” troviamo per l’USEA il “Comm. Romolo Artioli”, così come nello stesso elenco relativo al II Congresso Nazionale troviamo ancora una volta il “Prof. Romolo Artioli”18. La qualità della partecipazione del sodalizio muta invece radicalmente in occasione del III Congresso Nazionale, presumibilmente anche grazie ai buoni rapporti con Giglioli, che ne era socio e che allo stesso tempo era componente della Giunta direttiva dell’Istituto di Studi Romani. Egli in efetti pare manifestare sempre una certa attenzione verso l’USEA ed in seguito ne favorirà la partecipazione al Convegno Augusteo del 193819. Nell’ambito del III Congresso Nazionale non solo l’USEA continua ad essere 18 Vd. Atti 1929a, p. XVII e Atti 1931, p. XXIV. Con particolare riguardo al I Congresso Nazionale di Studi Romani, vd. anche Notiziario sociale 1928, p. 14 e cfr. Atti 1929a, pp. 541-542 ed Atti 1929b, pp. 599-600. Circa il II Congresso Nazionale di Studi Romani, vd. anche Notiziario sociale 1930. L’inserimento delle notizie circa i Congressi Nazionali all’interno di tali rubriche del Bollettino, insieme alla menzione della partecipazione ai lavori da parte di studiosi che erano soci anche dell’USEA, è significativo di una sorta di familiarità con queste manifestazioni culturali, che il sodalizio intendeva trasmettere agli altri suoi soci: vd. anche infra. 19 Vd. infra. presente tra gli istituti ed enti partecipanti e ad essere rappresentata da Artioli ma, nella persona del suo presidente, prende parte attiva ai lavori. Infatti nella seduta del 25 aprile 1933 della Sezione Rinascimento ed Èra moderna, Artioli intervenne a seguito di una comunicazione di Giacomo Gorrini dal titolo Lorenzo Bernini e le arti di Roma seicentesca nel giudizio dei diplomatici contemporanei ed in proposito nel verbale degli Atti del Congresso leggiamo: “S.E. Gorrini è calorosamente applaudito; e del compiacimento degli ascoltatori si rendono interpreti il Presidente ed il Prof. R. Artioli. Questi, dopo aver espresso il voto – condiviso da tutti i presenti – che lo studio di S.E. Gorrini sia integralmente riprodotto negli Atti del Congresso così come merita la sua importanza, si intrattiene sulle ricerche condotte in S. Maria Maggiore dall’Unione Storia e Arte di Roma per ritrovare la tomba di Gian Lorenzo Bernini e propone all’approvazione della Sezione un o.d.g. così concepito: ‘Il III Congresso Nazionale di Studi Romani, udita la relazione di S.E. G. Gorrini su Lorenzo Bernini e le arti di Roma seicentesca nel giudizio dei diplomatici contemporanei, mentre rivolge un caldo plauso alla dotta esposizione dell’illustre studioso, fa voti che l’Istituto di Studi Romani interessi le competenti Autorità perché venga continuata l’opera di ricerca, iniziata tre anni or sono dall’Unione di Storia e Arte di Roma, delle ossa di Gian Lorenzo Bernini, al ine di apporre sul luogo ove esse giacciono una piccola lapide col nome del grande artista’. Tale o.d.g., sottoposto all’approvazione dei presenti, è approvato all’unanimità”20. Inoltre, sempre negli Atti del III Congresso Nazionale, fu pubblicata una relazione sulle ricerche compiute dall’USEA per il ritrovamento della tomba del Bernini, che veniva così introdotta: “Con o.d.g. del 26 aprile 1933-XI, la Sezione Rinascimento ed Era moderna del III Congresso Nazionale di Studi Romani esprimeva il voto che negli Atti del Congresso il testo della Comunicazione di S.E. Gorrini venisse accompagnato da una Relazione delle ricerche compiute dall’‘Unione Storia e 20 Vd. Atti 1935, pp. XXIII e 283-284, nonché Gorrini 1935. 9 Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto Arte’ nella basilica di S. Maria Maggiore per rinvenire la salma di Gian Lorenzo Bernini”21. Artioli otteneva quindi, nell’ambito del III Congresso Nazionale, un notevole successo personale che si ripercuoteva e si fondeva con quello dell’Unione da lui presieduta, anche tenuto conto come nella seduta del 27 aprile 1933 della Sottosezione Archeologia creata all’interno della Sezione Antichità, cioè proprio sotto la presidenza di Giglioli, Artioli tenesse una relazione – già prevista, a diferenza dell’intervento di cui s’è detto sopra – dal titolo Il fregio marmoreo del Sacrario di Giuturna al Foro Romano22. Alcuni elementi comuni a questi due interventi costituiranno un tratto caratteristico delle successive partecipazioni ai Congressi Nazionali, compreso il V che rientrerà nelle cerimonie del Bimillenario Augusteo. L’USEA, attraverso il proprio presidente ed indipendentemente dal tema generale oggetto dei vari Congressi, si riportava sempre ad un contesto strettamente ancorato ad una realtà cittadina romana intesa come insieme di luoghi, memorie, personaggi ed eventi che può anche avere una dimensione antiquaria, ma che riesce sempre a restare inserito in un più vasto ambito culturale grazie alle qualità personali e professionali di Artioli e specie alle sue molte conoscenze e collaborazioni nonché alla sua esperienza del mondo culturale ed amministrativo della città di Roma, che ad esempio si rilette nell’intervento del 27 aprile 1933. Quanto sopra trova conferma negli interventi che Artioli, ancora una volta come rappresentante dell’USEA23, tenne nell’ambito del IV Congresso Nazionale di Studi Romani. Infatti il 20 ottobre del 1935, sempre nell’ambito della Sottosezione Archeologia e quindi di nuovo sotto la presidenza di Giglioli, egli con la comunicazione Scavi, scoperte, restauri ed incrementi del Mausoleo d’Adriano in Roma si occupò del sito presso cui ricopriva la qualiica di ispettore e che, insieme, era sede dell’USEA24. Il successivo giorno 24 ottobre, sempre nella Vd. Carpineta - Artioli 1935. Vd. Artioli 1934. 23 Atti 1938, p. XXIX. 24 Artioli 1938a. 21 stessa Sottosezione e quindi ancora sotto la presidenza di Giglioli, Artioli inaugurò la seduta con una comunicazione su La pubblicazione degli scritti di Giacomo Boni che attingeva alla propria personale collaborazione con l’archeologo ed alla quale seguì la formulazione, ad opera dei partecipanti al Congresso, di un voto a favore della pubblicazione delle opere inedite del Boni25. Nel frattempo, sempre il giorno 20 ottobre, l’attivissimo Artioli aveva tenuto nell’ambito della Sezione Rinascimento ed Èra moderna una comunicazione su Le guide e i corrieri in Italia, in cui si occupava – forte della sua esperienza nell’ambito della divulgazione – del problema della serietà e della preparazione delle guide turistiche, analizzando il problema anche dal punto di vista giuridico-normativo26. Tre interventi, dunque, tutti a diverso titolo collegati con l’attività personale di Artioli e che si rispecchiavano nella stessa USEA e nei suoi intenti di ‘apostolato culturale’; tre interventi, a conferma di quanto si è detto più sopra, che non avevano nulla a che vedere con il tema fondamentale del Congresso, cioè i rapporti tra Roma e l’Oriente, ma attraverso cui si perseguiva la divulgazione nella sede più elevata possibile dell’attività e degli interessi scientiico-culturali di Artioli, che peraltro si identiicavano in modo praticamente inscindibile con quelli del sodalizio da lui fondato e presieduto. Gli Atti del IV Congresso Nazionale vennero pubblicati nel 1938, cioè in pieno Bimillenario Augusteo: delineati dunque i rapporti tra l’Unione Storia ed Arte e l’Istituto di Studi Romani, promotore delle manifestazioni celebrative del 1937-1938, si può ora meglio apprezzare la partecipazione dell’Unione a tali celebrazioni. Intendo qui con ‘partecipazione’ sia la fruizione delle iniziative in programma, come nel caso delle visite alla Mostra Augustea della Romanità, quanto proprio la sua funzione attiva nelle diverse manifestazioni, cioè la partecipazione dell’USEA al V Congresso Nazionale di Studi Romani del 2430 aprile 1938 ed al Convegno Augusteo del 23-27 settembre 1938. 22 10 25 26 Artioli 1938b. Artioli 1938c. Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014 La Mostra Augustea della Romanità Nelle pagine del Bollettino della Unione Storia ed Arte, la Mostra Augustea è presentata come un’iniziativa con la quale l’USEA poté vantare un legame particolare a causa del fatto che essa venne organizzata e diretta dall’ “On. Gr. Uf. Prof. Dott. G. Q. Giglioli, nostro illustre Consocio”, come informava – ed anche questa collocazione è signiicativa di un voluto accostamento con la manifestazione di Palazzo delle Esposizioni – il Notiziario sociale del fascicolo del Bollettino di novembre-dicembre 1937. Il testo è interessante per osservare in che modo un evento di così grande rilevanza non solo scientiica, ma anche ideologico-politica, fosse recepito nell’ambito di un sodalizio ormai attivo da trent’anni e fortemente innestato nella realtà cittadina di Roma e delle vicine località del Lazio: “Il 23 settembre il Duce inaugurava, tra un folto ed eletto pubblico di gerarchi, di autorità, di diplomatici, e di studiosi, la Mostra Augustea della Romanità. Essa occupa tre piani del Palazzo dell’Esposizione, con ottantotto sale, ed è riuscita addirittura meravigliosa, come meglio non si sarebbe potuto compiere! Gessi (calchi), fotograie, sculture, disegni, molte mirabili ricostruzioni – plastici – di insigni monumenti, ecc. Il tutto è merito dell’operosità geniale dell’On. Gr. Uf. Prof. Dott. G. Q. Giglioli, nostro illustre Consocio. La Mostra, che fortunatamente, resterà aperta un anno, sarà dal nostro Sodalizio visitata in più riprese, e più volte”27. Lo stesso fascicolo del Bollettino, nel programma delle attività culturali pubblicato a p. 1, informa come giovedì 4 novembre 1937, in voluta coincidenza con l’anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale, avrebbe avuto luogo una visita guidata alla Mostra Augustea da parte dello stesso Giglioli o di un suo sostituto. Nel citato programma, così come per le visite successive, si dava peraltro notizia che per “speciale concessione il biglietto di ingresso è ridotto a L. 2”: in realtà, per 27 Notiziario sociale 1937. decisione dello stesso Mussolini, la riduzione del costo del biglietto a L. 2 si applicava in ogni caso di visita da parte di enti, associazioni o istituti governativi e quindi non era collegata in modo particolare all’USEA, come invece la formulazione del Bollettino avrebbe potuto dare ad intendere28. Non è comunque chiaro se la riduzione operasse solo verso i soci o anche nei confronti delle famiglie. Come apprendiamo dal programma delle visite pubblicato nel Bollettino del gennaio-febbraio, marzo-aprile e maggio-giugno 1938, ulteriori visite alla Mostra Augustea ebbero luogo il 16 gennaio, 19 marzo ed il 22 maggio. Tuttavia, all’interno del periodico del sodalizio, i riferimenti alla grande esposizione non si esauriscono con tali menzioni perché nel fascicolo di settembreottobre 1938, ancora una volta non a caso nel Notiziario sociale, rinveniamo la notizia della sua stabilizzazione all’interno della progettata E 42. Il testo inizia ricordando le quattro visite compiute dall’USEA alla Mostra Augustea e la formulazione del “voto ardente che la Mostra potesse restare eterna per dimostrare al mondo, insieme a quella della Rivoluzione Fascista, la civiltà, il lavoro e le glorie d’Italia imperiale, antica e contemporanea”. Riprendendola dai quotidiani, si dava quindi la notizia che, udita la relazione di Giglioli, “Benito Mussolini – sempre geniale – ha disposto che la Mostra divenga permanente, in un palazzo che, nella Esposizione Universale del 1942, in Roma, sarà appositamente eretto per essa. Noi siamo entusiasmati del comandamento del Duce, che ha voluto che una simile documentazione delle virtù di Roma immortale, mai tentata, e così superbamente realizzata, rimanga per conoscenza, esempio e monito all’Orbe tutto”29. 28 Il ribasso a L. 2 del prezzo del biglietto di ingresso era stato stabilito in caso di visite alla Mostra di “Enti, Associazioni, Istituti Governativi ecc.”, come risulta da una scheda dattiloscritta della Segreteria Particolare del capo del Governo che faceva seguito all’udienza concessa da Mussolini a Giglioli il 22 giugno 1937: vd. in Archivio Centrale dello Stato (ACS), Segreteria Particolare del Duce (SPD), Carteggio Ordinario (CO) 1922-1943, busta 375, fasc. 135015. 29 Notiziario sociale 1938 e cfr. Notiziario sociale 1939. 11 Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto Il trentennale dell’USEA e la partecipazione al V Congresso Nazionale di Studi Romani Dal momento che, come visto, esisteva tutto sommato un’ormai notevole tradizione di rapporti tra l’Unione Storia ed Arte e l’Istituto di Studi Romani, non stupisce afatto che il sodalizio presieduto da Romolo Artioli fosse invitato a dare il proprio contributo ad una delle manifestazioni maggiormente signiicative dell’anno augusteo: il V Congresso Nazionale di Studi Romani, tenutosi a Roma tra il 24 ed il 30 aprile del 1938 ed il cui tema fondamentale era La funzione dell’Impero romano nella storia della civiltà. Tra i mesi di aprile e maggio 1937 l’Istituto di Studi Romani indirizzò alle diverse Istituzioni che collaboravano alle sue iniziative le lettere per sollecitare le adesioni anche al V Congresso Nazionale ed il 2 maggio 1937 il vice presidente dell’USEA, Armanno Maggioli, indirizzava “All’On. Istituto di Studi Romani” e contemporaneamente all’ “On. Presidenza del V Congresso Nazionale di Studi Romani” questa risposta: “Il nostro Sodalizio – nel 30° anno di sua esistenza – è bene onorato e lieto di ricevere l’invito di partecipare al prossimo V Congresso Nazionale di Studi Romani. E lo accetta toto corde, delegando a proprio rappresentante il suo fondatore e presidente prof. comm. Romolo Artioli, che già la rappresento (sic) ai precedenti Congressi”. In calce al testo si rinvengono alcuni appunti per la risposta. Essi non sono né irmati né siglati, tuttavia la graia appare essere quella dello stesso C. Galassi Paluzzi. Vi si legge: “Congrat(ulazioni) Benemerita facciamo auguri opera proicua” (igg. 1 e 2)30. Il medesimo Archivio conserva anche la minuta della risposta e la velina della lettera efettivamente spedita, che non mancava di riferirsi anche al trentennale. È curioso, ma signiicativo dei rapporti intercorrenti tra i due enti, il fatto che nella minuta della risposta se da un lato si cassasse l’avverbio “vivamente” 30 AINSR, serie CCM, busta 135, fasc. 41, lettera dall’USEA all’Istituto di Studi Romani del 2 maggio 1937. Il sottolineato è nel testo della lettera citata. 12 riferito ai ringraziamenti dell’Istituto all’USEA per l’adesione, d’altro lato invece il riferimento a “codesto Spettabile Sodalizio” fosse sostituito dall’esplicita menzione del nomen sociale e dall’altrettanto esplicita menzione del presidente e fondatore del sodalizio. Entrambe le correzioni parrebbero dovute a C. Galassi Paluzzi31. Il testo inale della lettera di risposta, datata 12 maggio 1937 a irma del presidente dell’Istituto, non mancava quindi di rendere omaggio molto degnamente all’USEA per la sua lunga attività: “Mentre ringraziamo codesta Spettabile Istituzione per aver voluto cortesemente aderire al nostro prossimo V Congresso Nazionale di Studi Romani, teniamo a congratularci per l’opera benemerita svolta in trenta anni dall’‘Unione Storia ed Arte’ sotto la fervida guida del suo Fondatore e Presidente, Prof. Comm. R. Artioli, e formuliamo i migliori auguri per una sempre più proicua ed alacre attività”32. Il trentennale del sodalizio veniva dunque a cadere all’interno dell’anno augusteo e pare dunque utile osservare in che modo esso fosse festeggiato e se vi si rinvenisse un qualche collegamento con le manifestazioni uiciali ed ‘alte’ del 1937-1938. Proprio dal fascicolo del Bollettino di settembre-ottobre 1937 osserviamo come la ricorrenza del trentennale, per solennizzare la quale era stato anche realizzato un ‘numero unico’, venne celebrata il 28 ottobre 1937 in voluta coincidenza con l’“Annuale della Marcia su Roma” e che essa avrebbe dovuto essere presieduta da Giglioli stesso. Il medesimo programma ci mostra anche una delle iniziative ‘augustee’ assunte dall’USEA nell’anno bimillenario: la conferenza tenuta il 31 ottobre 1937 dal “Gr. Uf. Guido Di Nardo (socio)” su Augusto, Mecenate ed i poeti del ‘secolo d’oro’ dell’Impero. Si trattava di una conferenza all’aperto ed infatti si avvertivano i soci: “Ore 15. Convegno all’Arco di Tito, pel Tempio di Cibele”. Sempre dal programma delle attività sociali, ma questa volta quello contenuto nel fascicolo di 31 Ibidem, minuta di risposta dallʼIstituto di Studi Romani allʼUSEA. 32 Ibidem, lettera dallʼIstituto di Studi Romani allʼUSEA del 12 maggio 1937. Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014 novembre-dicembre 1937, apprendiamo come il 7 novembre 1937 il “Dott. Comm. Filippo Tambroni”, presso la sala conferenze di Porta S. Pancrazio, avrebbe tenuto una conferenza sul tema Augusto, Imperatore. Lo stesso fascicolo, a p. 5, ospitava una poesia romanesca di Cittadino Moscucci, presenza ricorrente nel Bollettino di quegli anni, dal titolo Cesare Augusto (nel suo bimillenario) ed in cui, ancorché a livello popolare, si sposava – non senza un sotteso riferimento polemico all’Inghilterra, “Nazione grande che ha molti quattrini” secondo il testo di nota canzone in voga ai tempi della guerra d’Abissinia – quella visione allora comune dell’Italia fascista quale fatale erede, una volta compiuto il Risorgimento, di Roma antica: “Cesare Augusto! hai detto ʼna parola! / l’omo ch’ha fatto er gesto soprumano, / de fa der monno ʼna nazzione sola, / de fallo diventà Impero Romano. / Pe’ fa ste cose più che imparà a scola, / bisogna avecce er genio, esse italiano, / quer genio che dovunque te ciriola, / ner mentre a noi ce dà sempre la mano. / Vabbè nun ce darà tanti quatrini, / ma ce fa divennà quanno jè gira: / Garibaldi, Marconi, Mussolini! / Che quì la su’ potenza nun se sciupa, / come p’Augusto, po’ tentà la mira, / dar Leggionario ar ijo de’ la Lupa”. Nel fascicolo di gennaio-febbraio 1938 leggiamo poi la cronaca delle celebrazioni del Fig. 1 - La prima pagina della lettera con cui l’USEA comunicava all’Istituto di Studi Romani la propria adesione al V Congresso Nazionale di Studi Romani (cortesia Istituto Nazionale di Studi Romani). Fig. 2 - La seconda pagina della lettera con cui l’USEA comunicava all’Istituto di Studi Romani la propria adesione al V Congresso Nazionale di Studi Romani. Si notano la irma del vice presidente Armanno Maggioli e, in basso, gli appunti per la risposta vergati a matita con tutta probabilità da Carlo Galassi Paluzzi (cortesia Istituto Nazionale di Studi Romani). 13 Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto trentennale, cui Giglioli non poté partecipare dall’inizio in quanto, secondo le parole di Artioli, “occupato per il Partito”, e che ebbe termine al ristorante ‘Rosetta’ non senza l’onore “di aver con noi il Direttorio del Gruppo Fasc. Borgo Aurelio, con alla testa il Fiduciario Cav. Bruno Bruni”. Ci si rammaricava tuttavia “che nessun giornale romano pubblicasse un cenno di resoconto di questa cerimonia così signiicativa; soltanto ‘La Tribuna’ riportò una dozzina di righe”33. Non v’è dunque, all’interno del programma del festeggiamento del trentennale dell’Unione Storia ed Arte nulla che riconduca alla dimensione uiciale del grande Bimillenario e ciò, nel complesso di tutti gli altri aspetti sinora descritti, conferma una speciica dimensione dell’USEA che, pur essendo calata nel contesto ideologicopolitico dell’epoca, restava comunque fedele alla propria vocazione più nobilmente ‘popolare’, nella quale non si disdegnava di esaltare “il fraternissimo rancio” tenuto “alla Rosetta” nello stesso periodo in cui il presidente del sodalizio si preparava all’uicialissimo V Congresso Nazionale di Studi Romani. Proprio il V Congresso Nazionale, cui l’USEA naturalmente partecipò rappresentata dal “Prof. Romolo Artioli”34, conferma quanto detto più sopra circa le caratteristiche di tali partecipazioni. Il sodalizio, che in questi casi praticamente si identiicava con la igura e l’opera di Artioli, non scelse infatti di presentare delle questioni legate al tema fondamentale del Congresso, cioè La funzione dell’Impero romano nella storia della civiltà, ma tornò ad occuparsi di quelle realtà e problematiche che le erano più congeniali in quanto insite nella sua natura sin dal 1908 e che la contraddistinguevano rispetto ad altri enti. Infatti un primo intervento di Artioli, in forma di comunicazione, fu dedicato a Francesco Sabatini. Studioso e cultore di memorie romane. Tale intervento deve essere inquadrato in una catena di commemorazioni di questo esimio cultore di ‘romanae res’ da parte dell’Unione Storia ed Arte che rimontava al 1928, ed anzi la comunicazione di Artioli in una sede così uiciale e nell’ambito 33 34 I festeggiamenti 1938, pp. 4-5. Atti 1939, p. XXV. 14 di una ricorrenza tanto importante ne fu anche il suggello. Infatti a seguito di esso la memoria dello scomparso fu ancor più degnamente e pubblicamente onorata: “L’Ecc. il Governatore di Roma, accogliendo il voto emesso dal Congresso in seguito a questa comunicazione, dispose di intitolare una via di Roma al nome di Francesco Sabatini, ed autorizzò la concessione gratuita di un loculo-ossuario al Verano”35. Anche il secondo intervento, una comunicazione tenutasi il pomeriggio del 26 aprile 1938 nell’ambito della Sezione Èra Moderna e Contemporanea, è strettamente collegato all’universo dell’USEA, ed in particolare alla sua sede, oltre che alle competenze di Artioli stesso quale pubblico funzionario: Le Cappelle – e specialmente quella, ora risorta, detta dei giustiziati o dei forzati – in Castel S. Angelo36. Anche il V Congresso Nazionale, quindi, costituiva per l’USEA e per il suo presidente un notevole successo, come non si mancava di evidenziare nel Bollettino, in cui si pubblicava una notizia dell’evento relativamente ampia ed in cui veniva accordato un risalto particolare anche alla contemporanea pubblicazione degli studi di Artioli negli Atti del IV Congresso. Infatti il testo, anonimo, dopo aver fornito alcuni dati essenziali sul Congresso, così proseguiva: “Il nostro Artioli v’intervenne di per se stesso, e in rappresentanza del nostro Sodalizio. Di lui vedevano la luce negli Atti suddetti tre comunicazioni (raccolte anche in estratto) su: La pubblicazione degli scritti di Giacomo Boni; Le guide ed i corrieri in Italia; Scavi, scoperte, restauri e incrementi in Castel S. Angelo, e nel tempo istesso egli teneva due comunicazioni su: Le cappelle – e specialmente quella dei giustiziati, ora restaurata – in Castel S. Angelo; e Francesco Sabatini, studioso e divulgatore di memorie romane, che fu un atto romano e amichevole, perché richiamò, con un ordine del giorno, l’attenzione sul fatto che, in Agosto, le ossa del chiarissimo Uomo, sarebbero state gettate nell’ossario comune, e pregava il Governatorato di Roma, di concedere un loculo ove potessero essere conservate per sempre, 35 36 Vd. Artioli 1942a. Vd. Artioli 1942b. Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014 che venisse conferito il suo nome ad una strada di Roma (il che, per iniziativa dell’Artioli, in seno al Comitato per la nomenclatura stradale di Roma, fu approvato nella seduta di mercoledì 11 Maggio u.s.), e che venissero pubblicati gli scritti inediti del Sabatini e ripubblicati in volume quelli editi ma introvabili”. Dopo essersi sofermata per quasi un’intera altra colonna su ulteriori notizie ed ordini del giorno approvati al Congresso, la notizia concludeva che “anche in questo V Congresso Nazionale di Studi Romani, i suoi organizzatori sono stati altamente benemeriti degli studi che hanno per meta l’Urbe Eterna”37. Il Convegno Augusteo del 23-27 settembre 1938 La partecipazione dell’USEA al Bimillenario del 1937-1938 non terminò tuttavia con il V Congresso Nazionale, ma si estese anche a quella manifestazione che era destinata a fondersi con le cerimonie di chiusura del settembre 1938 e che in principio non era stata per nulla prevista: il Convegno Augusteo del 23-27 settembre 1938. Le vicende della genesi e dell’organizzazione di questo Convegno sono abbastanza complesse e non possono essere agevolmente riassunte in questa sede: sarà suiciente evidenziare come esso si dovette essenzialmente alla caparbietà di C. Galassi Paluzzi e che non vi fu estranea la volontà di mantenere vivi i rapporti scientiici tra studiosi dei diversi Paesi in un momento in cui la tensione internazionale era evidentemente assai alta. Allo stesso tempo, va comunque ricordato che il Convegno, ideato quale una sorta di Congresso Nazionale ma con una presenza straniera molto maggiore che non nel passato – ovvero non limitata essenzialmente agli studiosi stranieri appartenenti ad Istituti stranieri in Italia – a causa di una serie di ritardi burocratici dovuti a Giuseppe Bottai – l’allora ministro dell’Educazione Nazionale che pure non mancò di far avere il suo appoggio all’Istituto di Studi Romani – si concretizzò nella forma di un mero incontro di studiosi invece che di un convegno 37 Il V Congresso Nazionale 1938. Nelle citazioni, a differenza dell’originale, ho riportato in corsivo i titoli delle pubblicazioni e delle comunicazioni tenute da Artioli. di studi. In sintesi, il Convegno Augusteo si ‘ridusse’ ad una serie di attività del tipo di quelle che nei Congressi Nazionali di Studi Romani avevano carattere collaterale e si svolgevano a margine dei lavori scientiici38. Dal programma-opuscolo realizzato per la manifestazione39, apprendiamo che la mattina del giorno 23 settembre i partecipanti al Convegno avrebbero preso parte all’inaugurazione della nuova collocazione dell’Ara Pacis Augustae “sulla nuova Piazza dell’Augusteo” e che in seguito avrebbero dovuto essere ricevuti dal capo del Governo, evento questo che poi in efetti non si tenne. Nel pomeriggio, invece, avrebbe avuto luogo la visita agli scavi di Ostia, illustrati da Guido Calza, presso cui si sarebbe tenuto anche il ricevimento oferto da Bottai. La mattina del successivo giorno 24, invece, gli intervenuti avrebbero visitato la Mostra Augustea della Romanità, illustrata loro da Giglioli, mentre nel pomeriggio avrebbero visitato la Domus Augustana ed i lavori di restauro della Curia. Più tardi, sempre nel pomeriggio, avrebbe avuto luogo un concerto “di musiche sinfoniche e melodrammatiche ispirate a soggetti d’interesse romano organizzato dall’Istituto di Studi Romani con la gentile collaborazione della R. Accademia di S. Cecilia”. In serata, i partecipanti al Convegno Augusteo si sarebbero messi in viaggio alla volta di Napoli per partecipare ad una visita alle antichità augustee della Campania. Infatti, la mattina del 25 settembre sarebbero giunti ad Ercolano ove avrebbero presenziato, con Bottai, alla cerimonia celebrativa del II centenario dell’inizio degli scavi, per poi visitare la città guidati da Amedeo Maiuri. Nel pomeriggio, a Pompei, avrebbero preso parte all’inaugurazione del nuovo ingresso dell’aniteatro e, tornati a Napoli alle 19,30, avrebbero visitato il Museo Nazionale “illuminato a luce artiiciale”. La mattina del 26 settembre avrebbero 38 Sul Convegno Augusteo mi permetto di rinviare, circa quanto sinora indicato e quanto ricorrerà ancora infra nel testo, a Silverio 2014b, con riferimenti alle fonti archivistiche e, ove presente, alla bibliografia. 39 Vd. Il Convegno Augusteo 1938, da cui provengono anche le citazioni infra nel testo. 15 Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto Fig. 3 - La scheda di adesione al Convegno Augusteo sottoscritta da Romolo Artioli in rappresentanza dell’Unione Storia ed Arte (cortesia Istituto Nazionale di Studi Romani). partecipato, sempre con Bottai, all’inaugurazione della villa Iovis a Capri ed alla sua visita, curata sempre da Maiuri. Dopo un rinfresco oferto dal Comune, giunti ad Anacapri, avrebbero partecipato alla “Festa Vendemmiale” organizzata dal locale comitato dei festeggiamenti per il Bimillenario e, nella tarda serata, sarebbero tornati a Roma ove, in Campidoglio, la mattina del successivo giorno 27 avrebbe avuto luogo la chiusura dell’anno augusteo seguita, nel pomeriggio, da un ricevimento del governatore di Roma. Per comprendere quali fossero le inalità e lo spirito del Convegno Augusteo, occorre considerare oltre che le travagliate vicende della sua genesi – cui si accennava più sopra – anche la presentazione che di esso, nella sua forma ormai deinitiva, venne fornita dalla stampa ed in particolare, prima tra tutte, dalla stampa dello stesso Istituto di Studi Romani: “Dal 23 al 27 settembre u.s. ha avuto luogo in Roma, promosso e organizzato dall’Istituto di Studi Romani e dal Museo dell’Impero sotto gli auspici del Ministero dell’Educazione Nazionale, un Convegno Augusteo. A tale Convegno, che ha avuto il ine di conferire maggiore solennità alla chiusura del Bimillenario di Augusto, hanno partecipato numerosi insigni studiosi italiani e stranieri, appositamente invitati”40. Queste, poi, le cifre del Convegno: “Hanno aderito e sono state rappresentate al Convegno n. 134 Istituzioni scientiiche e culturali italiane e straniere. Le adesioni dei privati studiosi sono state in numero di 329. Gli studiosi aderenti 40 16 Roma 1938, p. 397. Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014 appartenevano ai seguenti Stati, oltre all’Italia: Belgio, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Inghilterra, Jugoslavia, Olanda, Polonia, Romania, Spagna, Svezia, Stati Uniti d’America, Turchia, Ungheria, Città del Vaticano”41. Il Convegno Augusteo, dunque, “volle costituire e costituì un degno omaggio della scienza italiana e straniera alla igura di Augusto”42, garantito dalla partecipazione delle maggiori Istituzioni culturali italiane e straniere a rilevanza nazionale e nel quale dunque l’Unione Storia ed Arte, fortemente ancorata ad una realtà speciicamente aferente alla città di Roma ed ai suoi dintorni nonché altrettanto speciicamente ancorata ad una dimensione ‘popolare’, trovava una diicile collocazione. Infatti tanto Artioli che l’USEA sono del tutto assenti da una serie di elenchi di possibili invitati compilati dall’Istituto di Studi Romani43. Sarà invece Giglioli a suggerire, accanto a quelli dei propri collaboratori nella Mostra Augustea della Romanità e ad altri, anche il nome del “Prof. Romolo Artioli”, come risulta da un appunto interno dell’Istituto datato 23 luglio 193844. L’invito venne quindi esteso anche ad Artioli che vi rispose aderendovi in rappresentanza dell’USEA (ig. 3), la quale nel programmaopuscolo del Convegno poté quindi igurare tra la R. Soprintendenza alle opere d’Antichità e d’Arte di Trieste, rappresentata da Bruno Molajoli, e la R. Università di Bari, rappresentata da Biagio Petrocelli, mentre nell’elenco dei partecipanti al Convegno – che in realtà più correttamente avrebbe dovuto essere deinito quale elenco degli aderenti – Artioli igurava al dodicesimo posto tra Paolo Enrico Arias e Carlo Aru45. Sappiamo poi che Artioli ritirò il distintivo del convegno e la ‘busta dell’invitato’, una cartella contenente materiale illustrativo dell’attività dell’Istituto per il Bimillenario ed alcune pubblicazioni relative ad Ostia, alla Domus Augustana ed alla Curia, il 23 settembre 41 Rassegna 1938, p. 1. Ibidem, p. 2. 43 AINSR, serie CCM, busta 223, fasc. 70. 44 Ibidem, appunto interno n. 241. 45 Il Convegno Augusteo 1938, pp. 12 e 14. 42 Fig. 4 - Retro del tagliando per il ritiro dei materiali del Convegno Augusteo a nome di Romolo Artioli quale direttore del Museo Nazionale di Castel S. Angelo (cortesia Istituto Nazionale di Studi Romani). Fig. 5 - Fronte del tagliando per il ritiro dei materiali del Convegno Augusteo sottoscritto da Romolo Artioli il 23 settembre 1938 (cortesia Istituto Nazionale di Studi Romani). 193846 (igg. 4 e 5). Sappiamo però anche che Artioli prese parte praticamente a tutte le iniziative del Convegno, talvolta insieme con la moglie Maria. Il suo nome ricorre ad esempio al n. 13 di un elenco di invitati all’udienza presso Mussolini che avrebbe dovuto tenersi il 23 settembre 1938 e che poi non ebbe luogo47, nonché al n. 362 di un elenco di ‘biglietti distinti’ per la seduta di chiusura in Campidoglio del 27 settembre, mentre nella stessa occasione, al n. 590 dei ‘biglietti ordinari’ igurava anche 46 AINSR, serie CCM, busta 226, fasc. 80, presso cui si trova anche la scheda di adesione di Artioli al Convegno Augusteo in rappresentanza dell’USEA. 47 AINSR, serie CCM, busta 221, fasc. 65, sottofasc. Elenco invitati Udienza D. 17 Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto la moglie Maria Artioli48. Ampie tracce dei coniugi Artioli vi sono anche nel caso della escursione campana, che in deinitiva riconduce quest’attività dell’Istituto di Studi Romani ad una dimensione tendenzialmente simile a quella delle iniziative della stessa Unione Storia ed Arte49. Sappiamo anzi che la coppia si ‘regalò’ un soggiorno in formula completa a L. 22850. Anche il Convegno Augusteo trovava eco nel Bollettino dell’USEA ed in particolare nei fascicoli di settembre-ottobre 1938 e gennaiofebbraio 1939. Nel primo così, in modo da valorizzare la presenza di Artioli e dunque dell’USEA, veniva presentata l’iniziativa: “L’Istituto di Studi Romani, sempre alla testa di ogni iniziativa che riguardi l’Urbe, in occasione della chiusura del Bimillenario Augusteo, d’accordo col Museo dell’Impero – per volontà del Duce e sotto gli auspici del Ministero dell’Educazione Nazionale – indice un Convegno, al quale sono stati invitati studiosi, italiani e stranieri, che, con le loro opere, si siano resi particolarmente benemeriti degli studi che riguardano l’epoca di Augusto e in genere la storia dell’Impero romano. […]. Vi prende parte il nostro presidente Romolo Artioli, che rappresenterà anche il nostro Sodalizio”51. Nel secondo dei due fascicoli, invece, si tracciava 48 Ibidem, fasc. 64, sottofasc. Elenco invitati alla seduta di chiusura. 49 AINSR, serie CCM, busta 221, fasc. 66. 50 Nonostante i fondi elargiti, si rese necessario, per l’escursione campana, richiedere delle contribuzioni ai partecipanti, modulate secondo diverse formule: vd. la lettera circolare del 12 settembre 1938 in AINSR, serie CCM, busta 222, fasc. 68, sottofasc. Circolari. Sollecito iscrizione gita a Napoli. Erano state infatti proposte tre diverse soluzioni di trasporto e soggiorno corrispondenti a tre diverse quote: L. 228 per trattamento completo, compreso il viaggio Roma - Napoli e ritorno; L. 180: come sopra ma con esclusione del viaggio Roma - Napoli e ritorno; L. 59: come la combinazione precedente ed escluso il soggiorno a Napoli e la colazione a Capri. La soluzione per L. 59 prevedeva, come informava la circolare: per il giorno 25 settembre la visita ad Ercolano e Pompei in automezzi riservati, L. 20, e la colazione, L. 18; per il successivo giorno 26, invece, il trasporto Napoli - Capri e ritorno in motonave riservata, L. 16, e la funicolare da Capri ad Anacapri, L. 5. Chi, poi, avesse voluto partecipare alla colazione ad Anacapri, avrebbe dovuto versare un’ulteriore quota di L. 22 oltre a quella di L. 59. 51 Notiziario sociale 1938, pp. 9-10. 18 un bilancio dell’iniziativa che “riuscì, come tutto ciò di cui si occupa l’Istituto suddetto, cioè benissimo”52. Conclusioni Dopo aver descritto il ruolo dell’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del Bimillenario della nascita di Augusto, occorre tentare di trarre delle conclusioni a partire da alcuni elementi che sono emersi nel corso di tale descrizione. Anzitutto, è da evidenziare come l’USEA fosse estremamente ben calata nella realtà ideologicopolitica degli anni del regime fascista e ciò non solo perché non avrebbe potuto essere altrimenti, nel senso che in caso contrario probabilmente al sodalizio non sarebbe più stato concesso di esistere, ma anche perché – come si è ricordato più sopra – vi era un difuso sentimento, alimentato anche dall’auto-rappresentazione del fascismo, secondo il quale quest’ultimo aveva inalmente portato a compimento il processo avviato con il Risorgimento nazionale e pertanto tutto quanto fosse italiano non avrebbe potuto non identiicarsi con il fascismo stesso. Se oltre a questo elemento si considera anche il fatto che contemporaneamente il regime aveva condotto ad una rivalutazione della ‘romanità’, si comprende allora perché un sodalizio così decisamente ed intimamente ‘romano’ come l’USEA, da sempre patriottico e costituito da sodali che evidentemente anche per provenienza sociale e culturale non erano immuni al cosiddetto ‘consenso’, ben potesse collocarsi con una certa naturalezza nel più ampio quadro della cultura fascista53, mantenendo per di più inalterata quella funzione di ‘apostolato culturale’ e quella dimensione nobilmente ‘popolare’ che lo contraddistinguevano sino dalla sua creazione e che ora, tutto sommato, riuscivano potenzialmente utili anche ad un sistema di carattere totalitario. Del resto non si deve dimenticare che nei frontespizi dei fascicoli del Bollettino pubblicati durante il regime 52 Notiziario sociale 1939, p. 10. Per una disamina della bibliografia sul controverso tema della cultura fascista, vd. Tarquini 2011, pp. 11-47. 53 Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014 accanto all’indicazione “Sotto il Patronato di S. Francesco d’Assisi”, igurasse la menzione dell’iscrizione dell’USEA all’Opera Nazionale Dopolavoro ed all’Istituto Nazionale Fascista di Cultura, poi trasformato in Istituto Nazionale di Cultura Fascista. L’USEA, insomma, non diversamente da altre esperienze culturali, visse dalla sua speciica angolazione l’intera parabola del fascismo, comprese le stesse ‘leggi razziali’ varate proprio nel settembre 1938. Infatti nel fascicolo di settembre-ottobre 1938 troviamo un breve articolo dello stesso Artioli su La razza italiana negli studi di Giacomo Boni. L’intervento si ricollegava al voto espresso in seno al IV Congresso Nazionale inalizzato all’edizione degli scritti del Boni, che Artioli lamentava ancora inattuato e rispetto al quale, dopo aver dipinto il Boni come un precursore, in taluni scritti, di certe tendenze del razzismo italiano, così concludeva: “Al Regime ora il nobilissimo atto di ordinarne la stampa, a maggior gloria della nostra razza e degli studi che la riguardano”54. Nella sua, diciamo così, ‘ingenuità’, paradossalmente anche questo intervento riconduce l’attività dell’USEA negli anni del Bimillenario a quel milieu che abbiamo descritto, cioè ‘popolare’ ma collegato, grazie alla igura del suo fondatore e presidente, anche alla cultura ‘alta’, qui rappresentata da un Giacomo Boni, che Artioli aveva conosciuto e con il quale aveva collaborato, letto come precursore di una certa declinazione del razzismo italiano55. In questo milieu, nonostante la presenza di tutt’altro che indiferenti eccezioni come l’articolo appena citato, il sodalizio poté comunque sempre vantare, anche negli anni del Bimillenario, la difusione di una ‘romanità’ – intesa quale amore erudito per Roma, la sua storia e le sue tradizioni – seriamente afrontata ma allo stesso tempo realmente alla portata di tutti, complementare e non opposta a certa ‘alta’ cultura. Proprio questo ine così elevato e le sue Artioli 1938d. Per un approccio al tema del razzismo italiano, vd. Gabrielli 2003 e, più di recente, Tarquini 2011, pp. 193-202. realizzazioni stridono tuttavia inevitabilmente con l’apparentemente serena accettazione della tematica razziale che, pur senza farvi realmente parte, interviene comunque proprio in coincidenza con la chiusura delle celebrazioni bimillenarie, cioè nel settembre 1938. Questa contraddizione, tuttavia, non riguarda la sola USEA, ma anzi è la contraddizione di un’intera epoca che credo trovi una buona eco nel titolo di un capitolo di una recente monograia: Empire, Race and the Decline of Romanità, 1936-194556. 54 55 56 Si tratta del titolo del capitolo V di Arthurs 2012. 19 Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto Abbreviazioni bibliografiche Argenio 2008 = A. Argenio, Il mito della romanità nel ventennio fascista, in Il mondo classico nell’immaginario contemporaneo, a cura di B. Coccia, Roma 2008, pp. 81-177. Arthurs 2007 = J.W. Arthurs, (Re)Presenting Roman History in Italy, 1911-1955, in Nationalism Historiography and the (Re)Construction of the Past, ed. by C. Norton, Washington 2007, pp. 27-41. Arthurs 2012 = J. Arthurs, Excavating Modernity. The Roman Past in Fascist Italy, Itacha-New York 2012. Artioli 1934 = R. 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Direttore Responsabile: Giuseppina Pisani Sartorio Redazione: Giuseppina Pisani Sartorio, Paolo Dalmiglio, Andrea Pancotti, Irene Anna Cortese Traduzione inglese: Serena Greci Segreteria di redazione: Domenico Tarsitano Correzione bozze: Maria Grazia Roncaccia Recapiti della Redazione: Giuseppina Pisani Sartorio: tel. 06.50916379 – 3408634588 - giuseppinasartorio@tiscali.it Paolo Dalmiglio: p.dalmiglio@gmail.com Andrea Pancotti: andrea_pancotti@libero.it Irene Anna Cortese: ireneannacortese@gmail.com Impaginazione e graica: La Matita di Davide Dalmiglio Via Castel de Paolis 9a, 00046 Grottaferrata (Rm) lamatita.albano@gmail.com Stampa: Dasprint - Roma Finito di stampare nel mese di Maggio 2016 224