BOLLETTINO
della
UNIONE STORIA ED ARTE
GRUPPO ARCHEOLOGICO LATINO-COLLI ALBANI
BRUNO MARTELLOTTA
N. 9 – TERZA SERIE - CVI DALLA FONDAZIONE - GENNAIO/DICEMBRE 2014
ISSN BStorArt-0394-4727
In copertina:
Domus Aurea. Sala delle aquile: scena agreste
(disegno inedito. Collezione privata)
BOLLETTINO DELLA UNIONE STORIA ED ARTE
ASSOCIAZIONE FONDATA IL XXI APRILE 1908
e del
GRUPPO ARCHEOLOGICO LATINO-COLLI ALBANI
“Bruno Martellotta”
-----------------Direttore responsabile: dott.ssa Giuseppina Sartorio,
Gruppo Archeologico Latino-Colli Albani ‘Bruno Martellotta’
Direttore: Paolo Dalmiglio
via Don Annideo Pandolfi 5, 00046 Grottaferrata (RM) tel. 069459854. www.gruppoarcheologicolatino.it
INDICE
del volume
N. 9 – Terza serie - CVI dalla fondazione - Gennaio/Dicembre 2014
Editoriale
Enrico Silverio
L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario
della nascita di Augusto (1937 - 1938) ................................................................................ pag. 5
Massimo Mele
Nuova luce sulla Domus Aurea ............................................................................................. pag. 25
Antonella Rotondi
Il primo tratto della via Appia. Gli scavi nelle vigne Moroni e Casali .............................. pag. 43
Mariano Malavolta
Regina Viarum ...................................................................................................................... pag. 57
Lucos Cozza
Bombe sull’Appia (1943) .................................................................................................. pag. 63
Micaela Angle - Pamela Cerino - Andrea De Angelis Adalberto Ottati - Noemi Tomei
Dalla cima del cratere alla riva del lago. Nuovi rinvenimenti nel territorio
di Marino Laziale .................................................................................................................... pag. 65
Antonluca Argentieri - Francesco Baldacchini - Giuseppe Baldacchini
Le trasformazioni della Chiesa di Santa Maria di Grottaferrata
e pertinenze nel corso dei secoli ........................................................................................ pag. 75
Claudio Baldoni - Rodolfo Maria Strollo
Una medaglia tra due città ................................................................................................. pag. 91
Gemma Carafa Jacobini
Una corniola con scena bucolica dalle rive del lago di Nemi ............................................ pag. 127
Flavio Altamura - Mario Federico Rolfo
Il Paleolotico superiore nei Colli Albani: stato della ricerca ........................................... pag. 139
Stefania Quilici Gigli
Il santuario di Diana Tifatina: squarci di immagini nel Museo Provinciale Campano ....... pag. 161
Giovanni Russo
Testimonianze storico-archeologiche nell’area mercuriense di Orsomarso .................... pag. 175
Leonardo Lombardi
Gli antichi romani e l’America ........................................................................................... pag. 199
Carmelo Cappuccio
La Metis di Ulisse e l’uomo moderno .............................................................................. pag. 205
Claudio Strinati
Un’esperienza musicale del Caravaggio dalla Camerata de’ Bardi ................................. pag. 215
Serena Greci Green (a cura di)
Riassunti - Abstracts ........................................................................................................ pag. 219
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loro testi sul presente periodico.
Il Direttore Responsabile e la Redazione del Bollettino della Unione Storia ed Arte non rispondono di ogni eventuale effetto
pregiudizievole e/o azione che dovesse essere promossa da terzi con riferimento al materiale pubblicato.
Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014
Editoriale
L’UNIONE STORIA ED ARTE
NELLE CELEBRAZIONI DEL BIMILLENARIO
DELLA NASCITA DI AUGUSTO (1937- 1938)*
Enrico Silverio**
Il programma delle celebrazioni augustee del
1937-1938
Il giorno 28 aprile 1930, nel terminare la
propria relazione Per il secondo millenario
di Augusto, tenuta in seno al II Congresso
Nazionale di Studi Romani svoltosi a Roma dal
24 al 29 aprile di quell’anno, Giulio Quirino
Giglioli proponeva la votazione di un ordine del
giorno nel quale erano già indicati gli elementi
fondamentali che, con aggiunte e varianti
anche notevoli, avrebbero inine costituito le
manifestazioni del Bimillenario della nascita di
Augusto, celebrato nel periodo dal 23 settembre
1937 al 23 settembre 1938 e per questo spesso
indicato nei documenti e nella pubblicistica
dell’epoca anche come ‘anno bimillenario’.
La proposta di Giglioli venne accolta
all’unanimità nella forma seguente: “Il II
Congresso Nazionale di Studi Romani, udita la
relazione del Prof. Giulio Q. Giglioli, acclama
l’idea di festeggiare il secondo millenario
della nascita dell’Imperatore Augusto e fa sua
la proposta del relatore di compiere per tale
occasione le seguenti opere: 1° - Isolamento
e sistemazione deinitiva del Mausoleo di
Augusto; 2° - Scavo deinitivo, ricomposizione e
degno collocamento in Roma dell’Ara Pacis; 3°
- Restauro e studio di altri monumenti augustei
dell’Italia e dell’Impero; 4° - Pubblicazione di
una serie di monograie di carattere scientiico
che illustrino la storia e la civiltà di Augusto,
dell’Italia e del mondo romano, al principio
dell’Impero; 5° - Promozione di cicli di
conferenze in Roma ed in altri centri italiani,
incaricando la Presidenza dell’Istituto di Studi
Romani di farsi centro presso le varie autorità
di tali iniziative in modo che i festeggiamenti
riescano solenni, degni di Augusto e dell’Italia
nuova”1.
L’Istituto di Studi Romani creato nel 1925
e presieduto, negli anni delle celebrazioni di
cui ci stiamo occupando, dal suo fondatore
Carlo Galassi Paluzzi2, insieme con il Museo
dell’Impero Romano, istituito con Deliberazione
*Ringrazio la Dott.ssa Giuseppina Pisani Sartorio per aver
accolto con disponibilità e gentilezza il presente contributo
in questo numero del Bollettino e con lei ringrazio il Gruppo
Archeologico Latino - Colli Albani ‘Bruno Martellotta’ per
l’ospitalità accordatami anche quest’anno. Il presente contributo trae origine da una serie di ricerche d’archivio condotte
a partire dalla fine dell’anno 2011 presso l’Istituto Nazionale di Studi Romani, il cui Presidente, prof. Paolo Sommella,
desidero ringraziare per la sempre cortese disponibilità. Insieme a lui desidero ringraziare chi, all’interno dell’Istituto,
nel corso di questi anni, ha sempre agevolato in ogni modo
e con amicizia le mie ricerche: il Direttore dott.ssa Letizia
Lanzetta, il Direttore associato dott. Massimiliano Ghilardi,
il Responsabile della biblioteca e dell’archivio dott.ssa Laura
Bertolaccini. Senza la loro cortesia la redazione del presente
contributo non sarebbe stata possibile.
** La ricerca è stata condotta in occasione del Bimillenario
della morte di Augusto (14 d.C.), celebratosi con varie
manifestazioni nel corso dell’anno 2014.
1
Giglioli 1931, p. 280. Su G.Q. Giglioli vd. soprattutto Barbanera 2000 e cfr. la complessiva deinizione della sua igura
di uomo e di studioso contenuta in Pasqualini 2006, p. 636,
nota 25.
2
Sull’Istituto di Studi Romani e sul suo presidente, vd. soprattutto Coccia 2000 e Vittoria 2002.
5
Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto
del Governatore di Roma n. 6073 del 21 agosto
1926 e diretto appunto da G.Q. Giglioli3,
fu l’organo deputato a coordinare le varie
manifestazioni celebrative della nascita di
Augusto durante l’intero arco del 1937-19384 e
per tale ragione il programma delle celebrazioni
augustee si identiica in sostanza con quello
stilato e realizzato dell’Istituto anche in concorso
con il Museo dell’Impero Romano.
Nel corso degli anni che separano l’aprile 1930
dal settembre 1937, il programma dell’Istituto di
Studi Romani subì una serie di ampliamenti e
parziali modiiche, che peraltro rilettevano sia
il procedere dell’attività scientiica e divulgativa
dell’Istituto e delle sue Sezioni che l’emersione
di un altro grande evento di cui si dirà tra poco:
la Mostra Augustea della Romanità. Interessa
ora invece evidenziare come il programma delle
celebrazioni fosse oggetto del rendiconto tenuto
da C. Galassi Paluzzi il 20 ottobre 1935, nel
quadro della Sezione Antichità, Sottosezione
Archeologia, durante il IV Congresso Nazionale
di Studi Romani, tenutosi a Roma tra il 19
ed il 25 ottobre di quell’anno. È signiicativo
dell’alacrità delle iniziative intraprese come, al
momento della stampa, il testo del rendiconto
venisse ‘convenientemente aggiornato’5. In
efetti quel rendiconto dovette divenire la base
sulla quale realizzare un programma/opuscolo
di grande formato, pubblicato più volte sino
ad un’edizione deinitiva del 19386 e dal quale
apprendiamo anzitutto come si intendessero
pubblicare “volumi illustranti la igura e l’opera
di Augusto” e realizzare una serie di cicli di
conferenze celebrative aidate ai maggiori
Sul Museo dell’Impero Romano, vd. Liberati Silverio
1983a, Ead., 1983b, Giuseppini 2007 ed ora anche, specie
quanto al suo ruolo nelle celebrazioni del Bimillenario Augusteo, Silverio 2014a.
4
Vd. ad es. in Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani (AINSR), serie Congressi, Convegni e Mostre (CCM),
busta 209, fasc. 2, sottofasc. Bimillenario Augusteo. Commissione direttiva. Verbali, verbale della seduta n. 3 del 6 aprile
1934, p. 1.
5
Galassi Paluzzi 1938, p. 51, nt. 1: “Pubblicandosi gli Atti
nel 1938-XVI si è reputato opportuno aggiornare convenientemente il rendiconto presentato al IV Congresso”.
6
Vd. L’Istituto di Studi Romani 1938, dalla cui precedente
edizione del 23 settembre 1937 si cita.
3
6
studiosi italiani e stranieri, da svolgersi nel corso
degli anni accademici 1936-1937 e 1937-1938
dei Corsi Superiori di Studi Romani organizzati
dall’Istituto. Tra le pubblicazioni venivano
indicate le seguenti serie, i cui volumi derivavano
sostanzialmente dalle conferenze tenute dai
rispettivi autori presso i Corsi Superiori stessi,
anche in cicli diversi da quelli appena ricordati:
Quaderni e volumi augustei e Quaderni e volumi
dell’Impero suddivisi in Le grandi strade del
mondo romano, Il limes romano, Roma e le
Provincie, L’Impero di Roma nelle monete e nelle
medaglie.
Si dava anche notizia del progetto di una
Bibliograia dell’Africa romana che, ad onta
dell’ancor recente proclamazione dell’Impero
del 9 maggio 1936, si fondava su rigidi criteri
scientiici: sarà qui suiciente ricordare in
proposito come l’opera fosse diretta da Pietro
Romanelli, il cui interesse per le province
africane rimontava, com’è ben noto, ad assai
prima della guerra d’Abissinia. L’iniziativa
comunque rientrava perfettamente nel clima
ideologico-politico dell’“Italia nuova”, che
voleva fondarsi sul suo passato romano per
gettarsi verso il futuro, e corrispondeva allo
stesso tempo al clima di alacrità degli studi
di antichistica, così come del resto i volumi
dell’Italia romana nonché, naturalmente, quelli
de La Storia di Roma, progettata in 30 volumi,
che si intendeva avviare proprio in occasione
del Bimillenario del 1937-1938 e che sarebbe
giunta sino all’età contemporanea. Venivano poi
indicate una serie di manifestazioni a cura delle
Sezioni dell’Istituto consistenti in conferenze
celebrative aidate, come nel caso di quelle cui si
è accennato sopra, ai massimi studiosi dell’epoca,
ma questa volta – per motivi essenzialmente
pratici e logistici – solo italiani, ed anche due
concorsi: il III concorso nazionale di prosa latina
ed un concorso nazionale per un volume sul tema
Le Terme nel mondo romano.
Una menzione a parte merita il grande progetto,
mai in efetti terminato, del “Censimento epigraico
dell’Impero”, proposto da Aristide Calderini
– che peraltro presiederà la Sezione lombarda
dell’Istituto – il 22 aprile 1928 nel corso del I
Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014
Congresso Nazionale di Studi Romani, svoltosi a
Roma tra il 22 ed il 26 aprile di quell’anno, e subito
raccolto dal Museo dell’Impero Romano che,
riscontrando una totale ainità di scopi scientiici,
volle senz’altro parteciparvi7. Successivamente,
il 26 aprile 1930, nell’ambito del II Congresso
Nazionale – quindi due giorni prima della votazione
dell’ordine del giorno Giglioli sulle celebrazioni
augustee – Calderini poteva già relazionare
sull’attività preparatoria avviata nel frattempo8,
e nella seduta pomeridiana del 25 aprile 1933
della Sottosezione Archeologia del successivo III
Congresso Nazionale, dare conto dell’intervenuto
inserimento del progetto proprio nell’ambito delle
celebrazioni del 1937-1938, chiarendo come tale
decisione fosse da imputare ad un impulso dato
in tal senso da Galassi Paluzzi9. Poco più di due
anni dopo, il pomeriggio del 21 ottobre 1935,
nell’ambito della Sottosezione Archeologia del IV
Congresso Nazionale, Calderini forniva un nuovo
rendiconto del lavoro svolto, chiarendo come
esso fosse stato assunto dalla Sezione lombarda
dell’Istituto. Il giorno precedente Galassi Paluzzi,
intervenendo a chiusura di una seduta che era
stata aperta proprio da una comunicazione del
presidente della Unione Storia ed Arte, Romolo
Artioli10, aveva trattato del censimento epigraico
in quel rendiconto del quale abbiamo già detto,
destinato a divenire la base dei successivi opuscoli
o programmi sulle celebrazioni augustee11.
Tra le iniziative in principio non previste
nell’ordine del giorno del 1930, ve ne era
un’ulteriore destinata grazie anche alla sua lunga
durata – più di un anno di apertura – a divenire
il simbolo stesso del Bimillenario Augusteo: la
Mostra Augustea della Romanità co-organizzata
dal Museo dell’Impero Romano e dall’Istituto
di Studi Romani12.
Calderini 1929.
Calderini 1931.
9
Calderini 1934.
10
Vd. infra.
11
Calderini 1938 e Galassi Paluzzi 1938.
12
Sulla Mostra Augustea della Romanità vd. soprattutto, in
ordine di pubblicazione: Liberati Silverio 1983c, Pisani
Sartorio 1990, Liberati Silverio 1990, Scriba 1995a, Id.,
1995b, Id., 1996, Id., 1998, Arthurs 2007, pp. 33-35, Argenio 2008, pp. 131-138, Marcello 2011, Silverio 2011, Ar-
7
8
Delineate in questo modo le celebrazioni
in programma per il 1937-1938, interessa ora
sofermarsi, prima di accennare ai rapporti tra
l’Istituto di Studi Romani e l’Unione Storia ed
Arte tra la seconda metà degli anni ’20 e gli
anni ’30 – fondamentali per inquadrare il ruolo
dell’USEA e del suo presidente all’interno di
una serie di relazioni non episodiche – su alcuni
caratteri comuni di tutte le manifestazioni previste.
Anzitutto si tratta di evidenziare come in ciascuna
di esse l’aspetto più schiettamente scientiico
o, a seconda dei casi, di alta divulgazione, si
trovasse aiancato a quello ideologico-politico
e come in qualche caso entrambi questi aspetti
fossero molto stretti tra loro. Ciò è naturalmente
da collegarsi con quell’idea di “Italia nuova”
che abbiamo visto inserita anche nell’ordine del
giorno Giglioli, ma contemporaneamente tale
attitudine non è che lo sviluppo, in chiave fascista,
di quella più risalente idea di superiorità culturale
italiana fondata sull’eredità romana che aveva
informato di sé già anche la Mostra Archeologica
organizzata da Rodolfo Lanciani nelle Terme di
Diocleziano in occasione delle celebrazioni per il
cinquantenario del Regno d’Italia nel 1911, come
evidenzierà molti anni dopo un altro presidente
dell’Unione Storia ed Arte, Lorenzo Quilici13.
thurs 2012, passim, Liberati 2012a, Ead., 2012b, Giardina
2013, Carli 2013, pp. 13-19 e Scriba 2014.
13
Quilici 1983, p. 21: “Le rivendicazioni ‘imperiali’ per l’Italia, in nome della grandezza di Roma antica, erano già – anche se in maniere diverse – in Crispi e in Giolitti, così come
nel campo degli studi archeologici, ad esempio, in Lanciani,
che è il massimo esponente della cultura archeologica ufficiale in Roma dopo il 1870. Lanciani proietta nei suoi lavori
l’idea di una Roma portatrice anche al suo tempo, in ambito politico-ideale, di una missione universale, in virtù di un
modello dell’antico impero che è stato ‘civilizzatore’ e che
quindi presuppone un ‘primato’ da far rivivere al presente. La
stessa Mostra archeologica del 1911, che ha costituito il non
indifferente nucleo della grande mostra fascista, aveva voluto
illustrare la civiltà e la potenza militare romana proprio alla
vigilia dell’impresa di Libia. Bisogna dire però che un vero
abisso separa queste aspirazioni e la cultura di un’Italia ancora ‘umbertina’ e il vero furore che esalta l’Italia che le si è
evoluta in solo due decenni: basta leggere la più che garbata
e sobria Introduzione alla Mostra fatta da Lanciani, tutta contenuta in un più che equo orgoglio patrio e aperta al pieno
riconoscimento delle culture altrui, e la Presentazione o il Discorso d’inaugurazione fatta alla Mostra augustea da Giglioli,
per vedere la distanza enorme, apparentemente inconciliabile,
7
Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto
Se si considera come la Mostra Augustea della
Romanità sia stata la ‘manifestazione-simbolo’
del Bimillenario Augusteo e si rilette sulle parole
di L. Quilici, allora si può comprendere in quale
ambiente trovassero il loro profondo radicamento
i festeggiamenti del 1937-1938; ambiente cui
l’USEA peraltro non era afatto estranea, essendo
ben nota e documentata l’attività culturale ed
allo stesso tempo patriottica svolta da Romolo
Artioli, suo presidente e fondatore, durante la
stessa prima guerra mondiale14.
Al ine di delineare lo sfondo delle
celebrazioni augustee entro cui si colloca il ruolo
dell’USEA, non va comunque sottovalutato
come si trattasse di attività né volute né imposte
‘dall’alto’, cioè da Mussolini o dal Partito
nazionale fascista, ma anzi teorizzate, caldeggiate
e praticamente quasi ‘imposte dal basso’, cioè
essenzialmente dall’Istituto di Studi Romani
e dal Museo dell’Impero. È, questo, un dato di
estrema importanza dal momento che entrambe
le istituzioni si basavano, nelle persone dei loro
vertici – Galassi Paluzzi e Giglioli – su tradizioni
culturali e reti di conoscenze tra studiosi e cultori
della ‘romanità’ molto antecedenti il 28 ottobre
1922. Di questa rete di conoscenze era parte
integrante lo stesso Romolo Artioli e, dunque, la
stessa Unione Storia ed Arte.
Verso il Bimillenario: l’Unione Storia ed Arte
ed i Congressi Nazionali di Studi Romani
Per ben comprendere la igura di Romolo
Artioli, presidente e fondatore della Unione
Storia ed Arte, sembra quanto mai opportuno
ricorrere alle parole del direttore di questo
che separa i due mondi: distanza invece brevissima, che unisce la follia della prima guerra mondiale”. Sull’idea di ‘grande Italia’e sulla sua sostanziale identificazione con una nuova
Roma nel periodo che muove dall’Unità nazionale alla presa
del potere da parte del fascismo, passando per le celebrazioni
cinquantenarie del 1911, vd. Gentile 1997, pp. 9-145. Per
un’analisi del primo conflitto mondiale attenta a fare risaltare
i contesti sociali, culturali ed antropologici e che dunque aiuta
ad approfondire quanto sostenuto da L. Quilici sul ruolo del
conflitto nella materia che qui ci interessa direttamente, vd.
Gentile 2008, passim.
14
Su Romolo Artioli vd. Pesciarelli 2008 e Pisani Sartorio
2008.
8
Bollettino, che dell’USEA continua a perpetuare
il nome e la memoria: “Se il fascismo è stato
una sacralizzazione della politica e una
politicizzazione della religione, Romolo Artioli,
fondatore nel 1908 sul Palatino dell’Associazione
Unione Storia ed Arte e presidente della stessa
ininterrottamente per 50 anni, ne fu uno dei più
ferventi e sinceri sacerdoti, sia nell’aver sposata
ante litteram l’ideologia nazional-fascista con
i suoi corollari di religione, famiglia, patria,
onore, sia nell’averla traghettata e mantenuta
viva con intelligenza e misura negli anni
successivi alla seconda guerra mondiale ino
al 1958, anno della sua morte, in un’epoca
che aveva oramai rinnegato l’idea e la cultura
fascista. Ma, al di là delle ideologie, il grande
merito di Artioli fu soprattutto l’aver posto, al
centro della sua opera di didattica per il popolo,
il mito della romanità accanto a quello della
italianità, nella riproposizione cioè di un passato
“come insieme di valori eterni e sacri”15.
In un contesto nazionale in cui il fascismo
si propone come l’unico reale detentore della
continuità della storia d’Italia ed in cui dunque
vige l’equazione ‘italiano = fascista’16, anche
l’USEA si integra in questo panorama entro cui
sembrano trovare la loro migliore collocazione
quelle idealità insieme nazionali e ‘romane’ da
essa e dal suo presidente propugnate sino dal
190817. Naturalmente, una certa distanza separa
l’Unione Storia ed Arte dall’Istituto di Studi
Romani ed è una distanza che è direttamente
proporzionale alla dimensione più spiccatamente
e volutamente – se si tiene conto degli scopi
del sodalizio – ‘popolare’ dell’USEA e, per
converso, ad uno dei ini che l’Istituto si poneva,
quello cioè di essere una sorta di fulcro delle
diverse iniziative legate alla ‘romanità’. Quello
che, tuttavia, credo distinse l’USEA da altri
sodalizi fu senz’altro la dinamica personalità del
suo fondatore e presidente, profondo conoscitore
della realtà culturale ed amministrativa romana e
lui stesso professionalmente per molti anni legato
Pisani Sartorio 2014, p. 97.
Su questi aspetti e sulla parabola di quell’equazione vd.
Gentile 1997, pp. 147-225.
17
Cfr. sul punto Pesciarelli 2008.
15
16
Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014
ad un luogo simbolo dell’Italia unita come Castel
Sant’Angelo, una delle sedi delle cerimonie
del Cinquantenario del 1911, o a personaggi di
estrema importanza come Giacomo Boni o lo
stesso Giglioli.
L’USEA, nella persona del suo presidente,
è quindi da sempre presente alle iniziative
dell’Istituto di Studi Romani, benché all’inizio
in tono minore, come semplice ‘aderente’,
cioè senza una vera e propria parte attiva.
Ciò è particolarmente avvertibile durante
i Congressi Nazionali di Studi Romani, i
quali, a parere di chi scrive, in un certo senso
dovettero contribuire non poco a ‘preparare’
la partecipazione del sodalizio al Bimillenario,
la quale, in efetti, si riassume nell’attività
realizzata in quell’occasione da Romolo Artioli.
Se osserviamo la partecipazione ai Congressi
Nazionali, vediamo infatti come si trattasse
dapprima di una semplice adesione, sicché nel I
Congresso Nazionale tra gli “Istituti partecipanti
al Congresso e loro rappresentanti” troviamo
per l’USEA il “Comm. Romolo Artioli”, così
come nello stesso elenco relativo al II Congresso
Nazionale troviamo ancora una volta il “Prof.
Romolo Artioli”18.
La qualità della partecipazione del sodalizio
muta invece radicalmente in occasione del III
Congresso Nazionale, presumibilmente anche
grazie ai buoni rapporti con Giglioli, che ne era
socio e che allo stesso tempo era componente della
Giunta direttiva dell’Istituto di Studi Romani.
Egli in efetti pare manifestare sempre una
certa attenzione verso l’USEA ed in seguito ne
favorirà la partecipazione al Convegno Augusteo
del 193819. Nell’ambito del III Congresso
Nazionale non solo l’USEA continua ad essere
18
Vd. Atti 1929a, p. XVII e Atti 1931, p. XXIV. Con particolare riguardo al I Congresso Nazionale di Studi Romani,
vd. anche Notiziario sociale 1928, p. 14 e cfr. Atti 1929a, pp.
541-542 ed Atti 1929b, pp. 599-600. Circa il II Congresso Nazionale di Studi Romani, vd. anche Notiziario sociale 1930.
L’inserimento delle notizie circa i Congressi Nazionali all’interno di tali rubriche del Bollettino, insieme alla menzione
della partecipazione ai lavori da parte di studiosi che erano
soci anche dell’USEA, è significativo di una sorta di familiarità con queste manifestazioni culturali, che il sodalizio intendeva trasmettere agli altri suoi soci: vd. anche infra.
19
Vd. infra.
presente tra gli istituti ed enti partecipanti e ad
essere rappresentata da Artioli ma, nella persona
del suo presidente, prende parte attiva ai lavori.
Infatti nella seduta del 25 aprile 1933 della
Sezione Rinascimento ed Èra moderna, Artioli
intervenne a seguito di una comunicazione di
Giacomo Gorrini dal titolo Lorenzo Bernini
e le arti di Roma seicentesca nel giudizio dei
diplomatici contemporanei ed in proposito nel
verbale degli Atti del Congresso leggiamo:
“S.E. Gorrini è calorosamente applaudito; e
del compiacimento degli ascoltatori si rendono
interpreti il Presidente ed il Prof. R. Artioli.
Questi, dopo aver espresso il voto – condiviso da
tutti i presenti – che lo studio di S.E. Gorrini sia
integralmente riprodotto negli Atti del Congresso
così come merita la sua importanza, si intrattiene
sulle ricerche condotte in S. Maria Maggiore
dall’Unione Storia e Arte di Roma per ritrovare
la tomba di Gian Lorenzo Bernini e propone
all’approvazione della Sezione un o.d.g. così
concepito: ‘Il III Congresso Nazionale di Studi
Romani, udita la relazione di S.E. G. Gorrini su
Lorenzo Bernini e le arti di Roma seicentesca nel
giudizio dei diplomatici contemporanei, mentre
rivolge un caldo plauso alla dotta esposizione
dell’illustre studioso, fa voti che l’Istituto di Studi
Romani interessi le competenti Autorità perché
venga continuata l’opera di ricerca, iniziata
tre anni or sono dall’Unione di Storia e Arte
di Roma, delle ossa di Gian Lorenzo Bernini,
al ine di apporre sul luogo ove esse giacciono
una piccola lapide col nome del grande artista’.
Tale o.d.g., sottoposto all’approvazione dei
presenti, è approvato all’unanimità”20. Inoltre,
sempre negli Atti del III Congresso Nazionale, fu
pubblicata una relazione sulle ricerche compiute
dall’USEA per il ritrovamento della tomba del
Bernini, che veniva così introdotta: “Con o.d.g.
del 26 aprile 1933-XI, la Sezione Rinascimento
ed Era moderna del III Congresso Nazionale di
Studi Romani esprimeva il voto che negli Atti del
Congresso il testo della Comunicazione di S.E.
Gorrini venisse accompagnato da una Relazione
delle ricerche compiute dall’‘Unione Storia e
20
Vd. Atti 1935, pp. XXIII e 283-284, nonché Gorrini 1935.
9
Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto
Arte’ nella basilica di S. Maria Maggiore per
rinvenire la salma di Gian Lorenzo Bernini”21.
Artioli otteneva quindi, nell’ambito del III
Congresso Nazionale, un notevole successo
personale che si ripercuoteva e si fondeva con
quello dell’Unione da lui presieduta, anche tenuto
conto come nella seduta del 27 aprile 1933 della
Sottosezione Archeologia creata all’interno della
Sezione Antichità, cioè proprio sotto la presidenza
di Giglioli, Artioli tenesse una relazione – già
prevista, a diferenza dell’intervento di cui s’è
detto sopra – dal titolo Il fregio marmoreo del
Sacrario di Giuturna al Foro Romano22.
Alcuni elementi comuni a questi due interventi
costituiranno un tratto caratteristico delle
successive partecipazioni ai Congressi Nazionali,
compreso il V che rientrerà nelle cerimonie del
Bimillenario Augusteo. L’USEA, attraverso il
proprio presidente ed indipendentemente dal tema
generale oggetto dei vari Congressi, si riportava
sempre ad un contesto strettamente ancorato ad
una realtà cittadina romana intesa come insieme
di luoghi, memorie, personaggi ed eventi che può
anche avere una dimensione antiquaria, ma che
riesce sempre a restare inserito in un più vasto
ambito culturale grazie alle qualità personali e
professionali di Artioli e specie alle sue molte
conoscenze e collaborazioni nonché alla sua
esperienza del mondo culturale ed amministrativo
della città di Roma, che ad esempio si rilette
nell’intervento del 27 aprile 1933.
Quanto sopra trova conferma negli
interventi che Artioli, ancora una volta come
rappresentante dell’USEA23, tenne nell’ambito
del IV Congresso Nazionale di Studi Romani.
Infatti il 20 ottobre del 1935, sempre nell’ambito
della Sottosezione Archeologia e quindi di
nuovo sotto la presidenza di Giglioli, egli con
la comunicazione Scavi, scoperte, restauri ed
incrementi del Mausoleo d’Adriano in Roma si
occupò del sito presso cui ricopriva la qualiica
di ispettore e che, insieme, era sede dell’USEA24.
Il successivo giorno 24 ottobre, sempre nella
Vd. Carpineta - Artioli 1935.
Vd. Artioli 1934.
23
Atti 1938, p. XXIX.
24
Artioli 1938a.
21
stessa Sottosezione e quindi ancora sotto la
presidenza di Giglioli, Artioli inaugurò la seduta
con una comunicazione su La pubblicazione
degli scritti di Giacomo Boni che attingeva
alla propria personale collaborazione con
l’archeologo ed alla quale seguì la formulazione,
ad opera dei partecipanti al Congresso, di un voto
a favore della pubblicazione delle opere inedite
del Boni25. Nel frattempo, sempre il giorno
20 ottobre, l’attivissimo Artioli aveva tenuto
nell’ambito della Sezione Rinascimento ed Èra
moderna una comunicazione su Le guide e i
corrieri in Italia, in cui si occupava – forte della
sua esperienza nell’ambito della divulgazione –
del problema della serietà e della preparazione
delle guide turistiche, analizzando il problema
anche dal punto di vista giuridico-normativo26.
Tre interventi, dunque, tutti a diverso titolo
collegati con l’attività personale di Artioli e che
si rispecchiavano nella stessa USEA e nei suoi
intenti di ‘apostolato culturale’; tre interventi,
a conferma di quanto si è detto più sopra, che
non avevano nulla a che vedere con il tema
fondamentale del Congresso, cioè i rapporti tra
Roma e l’Oriente, ma attraverso cui si perseguiva
la divulgazione nella sede più elevata possibile
dell’attività e degli interessi scientiico-culturali
di Artioli, che peraltro si identiicavano in modo
praticamente inscindibile con quelli del sodalizio
da lui fondato e presieduto.
Gli Atti del IV Congresso Nazionale vennero
pubblicati nel 1938, cioè in pieno Bimillenario
Augusteo: delineati dunque i rapporti tra l’Unione
Storia ed Arte e l’Istituto di Studi Romani,
promotore delle manifestazioni celebrative del
1937-1938, si può ora meglio apprezzare la
partecipazione dell’Unione a tali celebrazioni.
Intendo qui con ‘partecipazione’ sia la fruizione
delle iniziative in programma, come nel caso
delle visite alla Mostra Augustea della Romanità,
quanto proprio la sua funzione attiva nelle diverse
manifestazioni, cioè la partecipazione dell’USEA
al V Congresso Nazionale di Studi Romani del 2430 aprile 1938 ed al Convegno Augusteo del 23-27
settembre 1938.
22
10
25
26
Artioli 1938b.
Artioli 1938c.
Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014
La Mostra Augustea della Romanità
Nelle pagine del Bollettino della Unione
Storia ed Arte, la Mostra Augustea è presentata
come un’iniziativa con la quale l’USEA poté
vantare un legame particolare a causa del
fatto che essa venne organizzata e diretta dall’
“On. Gr. Uf. Prof. Dott. G. Q. Giglioli, nostro
illustre Consocio”, come informava – ed anche
questa collocazione è signiicativa di un voluto
accostamento con la manifestazione di Palazzo
delle Esposizioni – il Notiziario sociale del
fascicolo del Bollettino di novembre-dicembre
1937. Il testo è interessante per osservare in che
modo un evento di così grande rilevanza non
solo scientiica, ma anche ideologico-politica,
fosse recepito nell’ambito di un sodalizio ormai
attivo da trent’anni e fortemente innestato nella
realtà cittadina di Roma e delle vicine località
del Lazio: “Il 23 settembre il Duce inaugurava,
tra un folto ed eletto pubblico di gerarchi, di
autorità, di diplomatici, e di studiosi, la Mostra
Augustea della Romanità. Essa occupa tre piani
del Palazzo dell’Esposizione, con ottantotto
sale, ed è riuscita addirittura meravigliosa, come
meglio non si sarebbe potuto compiere! Gessi
(calchi), fotograie, sculture, disegni, molte
mirabili ricostruzioni – plastici – di insigni
monumenti, ecc. Il tutto è merito dell’operosità
geniale dell’On. Gr. Uf. Prof. Dott. G. Q.
Giglioli, nostro illustre Consocio. La Mostra,
che fortunatamente, resterà aperta un anno, sarà
dal nostro Sodalizio visitata in più riprese, e più
volte”27. Lo stesso fascicolo del Bollettino, nel
programma delle attività culturali pubblicato a
p. 1, informa come giovedì 4 novembre 1937,
in voluta coincidenza con l’anniversario della
vittoria nella prima guerra mondiale, avrebbe
avuto luogo una visita guidata alla Mostra
Augustea da parte dello stesso Giglioli o di
un suo sostituto. Nel citato programma, così
come per le visite successive, si dava peraltro
notizia che per “speciale concessione il biglietto
di ingresso è ridotto a L. 2”: in realtà, per
27
Notiziario sociale 1937.
decisione dello stesso Mussolini, la riduzione
del costo del biglietto a L. 2 si applicava in
ogni caso di visita da parte di enti, associazioni
o istituti governativi e quindi non era collegata
in modo particolare all’USEA, come invece
la formulazione del Bollettino avrebbe potuto
dare ad intendere28. Non è comunque chiaro se
la riduzione operasse solo verso i soci o anche
nei confronti delle famiglie. Come apprendiamo
dal programma delle visite pubblicato nel
Bollettino del gennaio-febbraio, marzo-aprile
e maggio-giugno 1938, ulteriori visite alla
Mostra Augustea ebbero luogo il 16 gennaio,
19 marzo ed il 22 maggio. Tuttavia, all’interno
del periodico del sodalizio, i riferimenti alla
grande esposizione non si esauriscono con tali
menzioni perché nel fascicolo di settembreottobre 1938, ancora una volta non a caso nel
Notiziario sociale, rinveniamo la notizia della
sua stabilizzazione all’interno della progettata
E 42. Il testo inizia ricordando le quattro visite
compiute dall’USEA alla Mostra Augustea e la
formulazione del “voto ardente che la Mostra
potesse restare eterna per dimostrare al mondo,
insieme a quella della Rivoluzione Fascista, la
civiltà, il lavoro e le glorie d’Italia imperiale,
antica e contemporanea”. Riprendendola dai
quotidiani, si dava quindi la notizia che, udita
la relazione di Giglioli, “Benito Mussolini
– sempre geniale – ha disposto che la Mostra
divenga permanente, in un palazzo che, nella
Esposizione Universale del 1942, in Roma,
sarà appositamente eretto per essa. Noi siamo
entusiasmati del comandamento del Duce,
che ha voluto che una simile documentazione
delle virtù di Roma immortale, mai tentata,
e così superbamente realizzata, rimanga per
conoscenza, esempio e monito all’Orbe tutto”29.
28
Il ribasso a L. 2 del prezzo del biglietto di ingresso era stato
stabilito in caso di visite alla Mostra di “Enti, Associazioni,
Istituti Governativi ecc.”, come risulta da una scheda dattiloscritta della Segreteria Particolare del capo del Governo che
faceva seguito all’udienza concessa da Mussolini a Giglioli il
22 giugno 1937: vd. in Archivio Centrale dello Stato (ACS),
Segreteria Particolare del Duce (SPD), Carteggio Ordinario
(CO) 1922-1943, busta 375, fasc. 135015.
29
Notiziario sociale 1938 e cfr. Notiziario sociale 1939.
11
Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto
Il trentennale dell’USEA e la partecipazione al
V Congresso Nazionale di Studi Romani
Dal momento che, come visto, esisteva
tutto sommato un’ormai notevole tradizione di
rapporti tra l’Unione Storia ed Arte e l’Istituto
di Studi Romani, non stupisce afatto che il
sodalizio presieduto da Romolo Artioli fosse
invitato a dare il proprio contributo ad una delle
manifestazioni maggiormente signiicative
dell’anno augusteo: il V Congresso Nazionale
di Studi Romani, tenutosi a Roma tra il 24 ed il
30 aprile del 1938 ed il cui tema fondamentale
era La funzione dell’Impero romano nella
storia della civiltà.
Tra i mesi di aprile e maggio 1937 l’Istituto
di Studi Romani indirizzò alle diverse
Istituzioni che collaboravano alle sue iniziative
le lettere per sollecitare le adesioni anche al V
Congresso Nazionale ed il 2 maggio 1937 il
vice presidente dell’USEA, Armanno Maggioli,
indirizzava “All’On. Istituto di Studi Romani” e
contemporaneamente all’ “On. Presidenza del V
Congresso Nazionale di Studi Romani” questa
risposta: “Il nostro Sodalizio – nel 30° anno di
sua esistenza – è bene onorato e lieto di ricevere
l’invito di partecipare al prossimo V Congresso
Nazionale di Studi Romani. E lo accetta toto
corde, delegando a proprio rappresentante il
suo fondatore e presidente prof. comm. Romolo
Artioli, che già la rappresento (sic) ai precedenti
Congressi”. In calce al testo si rinvengono alcuni
appunti per la risposta. Essi non sono né irmati
né siglati, tuttavia la graia appare essere quella
dello stesso C. Galassi Paluzzi. Vi si legge:
“Congrat(ulazioni) Benemerita facciamo auguri
opera proicua” (igg. 1 e 2)30.
Il medesimo Archivio conserva anche la
minuta della risposta e la velina della lettera
efettivamente spedita, che non mancava di
riferirsi anche al trentennale. È curioso, ma
signiicativo dei rapporti intercorrenti tra i due
enti, il fatto che nella minuta della risposta se
da un lato si cassasse l’avverbio “vivamente”
30
AINSR, serie CCM, busta 135, fasc. 41, lettera dall’USEA
all’Istituto di Studi Romani del 2 maggio 1937. Il sottolineato
è nel testo della lettera citata.
12
riferito ai ringraziamenti dell’Istituto all’USEA
per l’adesione, d’altro lato invece il riferimento
a “codesto Spettabile Sodalizio” fosse sostituito
dall’esplicita menzione del nomen sociale e
dall’altrettanto esplicita menzione del presidente
e fondatore del sodalizio. Entrambe le correzioni
parrebbero dovute a C. Galassi Paluzzi31.
Il testo inale della lettera di risposta, datata 12
maggio 1937 a irma del presidente dell’Istituto,
non mancava quindi di rendere omaggio molto
degnamente all’USEA per la sua lunga attività:
“Mentre ringraziamo codesta Spettabile
Istituzione per aver voluto cortesemente aderire
al nostro prossimo V Congresso Nazionale di
Studi Romani, teniamo a congratularci per l’opera
benemerita svolta in trenta anni dall’‘Unione
Storia ed Arte’ sotto la fervida guida del suo
Fondatore e Presidente, Prof. Comm. R. Artioli,
e formuliamo i migliori auguri per una sempre
più proicua ed alacre attività”32.
Il trentennale del sodalizio veniva dunque
a cadere all’interno dell’anno augusteo e pare
dunque utile osservare in che modo esso fosse
festeggiato e se vi si rinvenisse un qualche
collegamento con le manifestazioni uiciali ed
‘alte’ del 1937-1938. Proprio dal fascicolo del
Bollettino di settembre-ottobre 1937 osserviamo
come la ricorrenza del trentennale, per
solennizzare la quale era stato anche realizzato
un ‘numero unico’, venne celebrata il 28 ottobre
1937 in voluta coincidenza con l’“Annuale della
Marcia su Roma” e che essa avrebbe dovuto
essere presieduta da Giglioli stesso. Il medesimo
programma ci mostra anche una delle iniziative
‘augustee’ assunte dall’USEA nell’anno
bimillenario: la conferenza tenuta il 31 ottobre
1937 dal “Gr. Uf. Guido Di Nardo (socio)”
su Augusto, Mecenate ed i poeti del ‘secolo
d’oro’ dell’Impero. Si trattava di una conferenza
all’aperto ed infatti si avvertivano i soci: “Ore 15.
Convegno all’Arco di Tito, pel Tempio di Cibele”.
Sempre dal programma delle attività sociali, ma
questa volta quello contenuto nel fascicolo di
31
Ibidem, minuta di risposta dallʼIstituto di Studi Romani
allʼUSEA.
32
Ibidem, lettera dallʼIstituto di Studi Romani allʼUSEA del
12 maggio 1937.
Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014
novembre-dicembre 1937, apprendiamo come
il 7 novembre 1937 il “Dott. Comm. Filippo
Tambroni”, presso la sala conferenze di Porta
S. Pancrazio, avrebbe tenuto una conferenza sul
tema Augusto, Imperatore.
Lo stesso fascicolo, a p. 5, ospitava una
poesia romanesca di Cittadino Moscucci,
presenza ricorrente nel Bollettino di quegli anni,
dal titolo Cesare Augusto (nel suo bimillenario)
ed in cui, ancorché a livello popolare, si sposava
– non senza un sotteso riferimento polemico
all’Inghilterra, “Nazione grande che ha molti
quattrini” secondo il testo di nota canzone in
voga ai tempi della guerra d’Abissinia – quella
visione allora comune dell’Italia fascista quale
fatale erede, una volta compiuto il Risorgimento,
di Roma antica: “Cesare Augusto! hai detto ʼna
parola! / l’omo ch’ha fatto er gesto soprumano,
/ de fa der monno ʼna nazzione sola, / de fallo
diventà Impero Romano. / Pe’ fa ste cose più che
imparà a scola, / bisogna avecce er genio, esse
italiano, / quer genio che dovunque te ciriola, /
ner mentre a noi ce dà sempre la mano. / Vabbè
nun ce darà tanti quatrini, / ma ce fa divennà
quanno jè gira: / Garibaldi, Marconi, Mussolini!
/ Che quì la su’ potenza nun se sciupa, / come
p’Augusto, po’ tentà la mira, / dar Leggionario
ar ijo de’ la Lupa”.
Nel fascicolo di gennaio-febbraio 1938
leggiamo poi la cronaca delle celebrazioni del
Fig. 1 - La prima pagina della lettera con cui l’USEA
comunicava all’Istituto di Studi Romani la propria adesione
al V Congresso Nazionale di Studi Romani (cortesia Istituto
Nazionale di Studi Romani).
Fig. 2 - La seconda pagina della lettera con cui l’USEA
comunicava all’Istituto di Studi Romani la propria adesione al
V Congresso Nazionale di Studi Romani. Si notano la irma
del vice presidente Armanno Maggioli e, in basso, gli appunti
per la risposta vergati a matita con tutta probabilità da Carlo
Galassi Paluzzi (cortesia Istituto Nazionale di Studi Romani).
13
Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto
trentennale, cui Giglioli non poté partecipare
dall’inizio in quanto, secondo le parole di Artioli,
“occupato per il Partito”, e che ebbe termine al
ristorante ‘Rosetta’ non senza l’onore “di aver con
noi il Direttorio del Gruppo Fasc. Borgo Aurelio,
con alla testa il Fiduciario Cav. Bruno Bruni”.
Ci si rammaricava tuttavia “che nessun giornale
romano pubblicasse un cenno di resoconto di
questa cerimonia così signiicativa; soltanto ‘La
Tribuna’ riportò una dozzina di righe”33.
Non v’è dunque, all’interno del programma
del festeggiamento del trentennale dell’Unione
Storia ed Arte nulla che riconduca alla dimensione
uiciale del grande Bimillenario e ciò, nel
complesso di tutti gli altri aspetti sinora descritti,
conferma una speciica dimensione dell’USEA
che, pur essendo calata nel contesto ideologicopolitico dell’epoca, restava comunque fedele alla
propria vocazione più nobilmente ‘popolare’,
nella quale non si disdegnava di esaltare “il
fraternissimo rancio” tenuto “alla Rosetta” nello
stesso periodo in cui il presidente del sodalizio
si preparava all’uicialissimo V Congresso
Nazionale di Studi Romani.
Proprio il V Congresso Nazionale, cui l’USEA
naturalmente partecipò rappresentata dal “Prof.
Romolo Artioli”34, conferma quanto detto più
sopra circa le caratteristiche di tali partecipazioni.
Il sodalizio, che in questi casi praticamente si
identiicava con la igura e l’opera di Artioli, non
scelse infatti di presentare delle questioni legate
al tema fondamentale del Congresso, cioè La
funzione dell’Impero romano nella storia della
civiltà, ma tornò ad occuparsi di quelle realtà
e problematiche che le erano più congeniali in
quanto insite nella sua natura sin dal 1908 e che
la contraddistinguevano rispetto ad altri enti.
Infatti un primo intervento di Artioli, in forma di
comunicazione, fu dedicato a Francesco Sabatini.
Studioso e cultore di memorie romane. Tale
intervento deve essere inquadrato in una catena
di commemorazioni di questo esimio cultore di
‘romanae res’ da parte dell’Unione Storia ed Arte
che rimontava al 1928, ed anzi la comunicazione
di Artioli in una sede così uiciale e nell’ambito
33
34
I festeggiamenti 1938, pp. 4-5.
Atti 1939, p. XXV.
14
di una ricorrenza tanto importante ne fu anche
il suggello. Infatti a seguito di esso la memoria
dello scomparso fu ancor più degnamente e
pubblicamente onorata: “L’Ecc. il Governatore di
Roma, accogliendo il voto emesso dal Congresso
in seguito a questa comunicazione, dispose di
intitolare una via di Roma al nome di Francesco
Sabatini, ed autorizzò la concessione gratuita di
un loculo-ossuario al Verano”35.
Anche il secondo intervento, una
comunicazione tenutasi il pomeriggio del 26 aprile
1938 nell’ambito della Sezione Èra Moderna
e Contemporanea, è strettamente collegato
all’universo dell’USEA, ed in particolare alla
sua sede, oltre che alle competenze di Artioli
stesso quale pubblico funzionario: Le Cappelle
– e specialmente quella, ora risorta, detta dei
giustiziati o dei forzati – in Castel S. Angelo36.
Anche il V Congresso Nazionale, quindi,
costituiva per l’USEA e per il suo presidente
un notevole successo, come non si mancava di
evidenziare nel Bollettino, in cui si pubblicava
una notizia dell’evento relativamente ampia ed in
cui veniva accordato un risalto particolare anche
alla contemporanea pubblicazione degli studi di
Artioli negli Atti del IV Congresso. Infatti il testo,
anonimo, dopo aver fornito alcuni dati essenziali
sul Congresso, così proseguiva: “Il nostro Artioli
v’intervenne di per se stesso, e in rappresentanza
del nostro Sodalizio. Di lui vedevano la luce negli
Atti suddetti tre comunicazioni (raccolte anche
in estratto) su: La pubblicazione degli scritti di
Giacomo Boni; Le guide ed i corrieri in Italia;
Scavi, scoperte, restauri e incrementi in Castel
S. Angelo, e nel tempo istesso egli teneva due
comunicazioni su: Le cappelle – e specialmente
quella dei giustiziati, ora restaurata – in Castel
S. Angelo; e Francesco Sabatini, studioso e
divulgatore di memorie romane, che fu un atto
romano e amichevole, perché richiamò, con un
ordine del giorno, l’attenzione sul fatto che, in
Agosto, le ossa del chiarissimo Uomo, sarebbero
state gettate nell’ossario comune, e pregava il
Governatorato di Roma, di concedere un loculo
ove potessero essere conservate per sempre,
35
36
Vd. Artioli 1942a.
Vd. Artioli 1942b.
Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014
che venisse conferito il suo nome ad una strada
di Roma (il che, per iniziativa dell’Artioli, in
seno al Comitato per la nomenclatura stradale di
Roma, fu approvato nella seduta di mercoledì 11
Maggio u.s.), e che venissero pubblicati gli scritti
inediti del Sabatini e ripubblicati in volume quelli
editi ma introvabili”. Dopo essersi sofermata per
quasi un’intera altra colonna su ulteriori notizie
ed ordini del giorno approvati al Congresso,
la notizia concludeva che “anche in questo V
Congresso Nazionale di Studi Romani, i suoi
organizzatori sono stati altamente benemeriti
degli studi che hanno per meta l’Urbe Eterna”37.
Il Convegno Augusteo del 23-27 settembre 1938
La partecipazione dell’USEA al Bimillenario
del 1937-1938 non terminò tuttavia con il V
Congresso Nazionale, ma si estese anche a quella
manifestazione che era destinata a fondersi con
le cerimonie di chiusura del settembre 1938 e
che in principio non era stata per nulla prevista:
il Convegno Augusteo del 23-27 settembre 1938.
Le vicende della genesi e dell’organizzazione di
questo Convegno sono abbastanza complesse e
non possono essere agevolmente riassunte in
questa sede: sarà suiciente evidenziare come
esso si dovette essenzialmente alla caparbietà
di C. Galassi Paluzzi e che non vi fu estranea la
volontà di mantenere vivi i rapporti scientiici
tra studiosi dei diversi Paesi in un momento in
cui la tensione internazionale era evidentemente
assai alta. Allo stesso tempo, va comunque
ricordato che il Convegno, ideato quale una sorta
di Congresso Nazionale ma con una presenza
straniera molto maggiore che non nel passato –
ovvero non limitata essenzialmente agli studiosi
stranieri appartenenti ad Istituti stranieri in
Italia – a causa di una serie di ritardi burocratici
dovuti a Giuseppe Bottai – l’allora ministro
dell’Educazione Nazionale che pure non mancò
di far avere il suo appoggio all’Istituto di Studi
Romani – si concretizzò nella forma di un mero
incontro di studiosi invece che di un convegno
37
Il V Congresso Nazionale 1938. Nelle citazioni, a differenza dell’originale, ho riportato in corsivo i titoli delle pubblicazioni e delle comunicazioni tenute da Artioli.
di studi. In sintesi, il Convegno Augusteo si
‘ridusse’ ad una serie di attività del tipo di quelle
che nei Congressi Nazionali di Studi Romani
avevano carattere collaterale e si svolgevano a
margine dei lavori scientiici38.
Dal programma-opuscolo realizzato per la
manifestazione39, apprendiamo che la mattina del
giorno 23 settembre i partecipanti al Convegno
avrebbero preso parte all’inaugurazione della
nuova collocazione dell’Ara Pacis Augustae
“sulla nuova Piazza dell’Augusteo” e che in
seguito avrebbero dovuto essere ricevuti dal capo
del Governo, evento questo che poi in efetti non
si tenne. Nel pomeriggio, invece, avrebbe avuto
luogo la visita agli scavi di Ostia, illustrati da
Guido Calza, presso cui si sarebbe tenuto anche
il ricevimento oferto da Bottai.
La mattina del successivo giorno 24, invece,
gli intervenuti avrebbero visitato la Mostra
Augustea della Romanità, illustrata loro da
Giglioli, mentre nel pomeriggio avrebbero visitato
la Domus Augustana ed i lavori di restauro della
Curia. Più tardi, sempre nel pomeriggio, avrebbe
avuto luogo un concerto “di musiche sinfoniche
e melodrammatiche ispirate a soggetti d’interesse
romano organizzato dall’Istituto di Studi
Romani con la gentile collaborazione della R.
Accademia di S. Cecilia”. In serata, i partecipanti
al Convegno Augusteo si sarebbero messi in
viaggio alla volta di Napoli per partecipare ad
una visita alle antichità augustee della Campania.
Infatti, la mattina del 25 settembre sarebbero
giunti ad Ercolano ove avrebbero presenziato, con
Bottai, alla cerimonia celebrativa del II centenario
dell’inizio degli scavi, per poi visitare la città
guidati da Amedeo Maiuri. Nel pomeriggio, a
Pompei, avrebbero preso parte all’inaugurazione
del nuovo ingresso dell’aniteatro e, tornati a
Napoli alle 19,30, avrebbero visitato il Museo
Nazionale “illuminato a luce artiiciale”.
La mattina del 26 settembre avrebbero
38
Sul Convegno Augusteo mi permetto di rinviare, circa
quanto sinora indicato e quanto ricorrerà ancora infra nel testo, a Silverio 2014b, con riferimenti alle fonti archivistiche
e, ove presente, alla bibliografia.
39
Vd. Il Convegno Augusteo 1938, da cui provengono anche
le citazioni infra nel testo.
15
Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto
Fig. 3 - La scheda di adesione al Convegno Augusteo sottoscritta da Romolo Artioli in rappresentanza dell’Unione Storia ed
Arte (cortesia Istituto Nazionale di Studi Romani).
partecipato, sempre con Bottai, all’inaugurazione
della villa Iovis a Capri ed alla sua visita, curata
sempre da Maiuri. Dopo un rinfresco oferto
dal Comune, giunti ad Anacapri, avrebbero
partecipato alla “Festa Vendemmiale” organizzata
dal locale comitato dei festeggiamenti per il
Bimillenario e, nella tarda serata, sarebbero
tornati a Roma ove, in Campidoglio, la mattina
del successivo giorno 27 avrebbe avuto luogo
la chiusura dell’anno augusteo seguita, nel
pomeriggio, da un ricevimento del governatore
di Roma.
Per comprendere quali fossero le inalità
e lo spirito del Convegno Augusteo, occorre
considerare oltre che le travagliate vicende della
sua genesi – cui si accennava più sopra – anche
la presentazione che di esso, nella sua forma
ormai deinitiva, venne fornita dalla stampa ed
in particolare, prima tra tutte, dalla stampa dello
stesso Istituto di Studi Romani: “Dal 23 al 27
settembre u.s. ha avuto luogo in Roma, promosso
e organizzato dall’Istituto di Studi Romani e
dal Museo dell’Impero sotto gli auspici del
Ministero dell’Educazione Nazionale, un
Convegno Augusteo. A tale Convegno, che ha
avuto il ine di conferire maggiore solennità alla
chiusura del Bimillenario di Augusto, hanno
partecipato numerosi insigni studiosi italiani
e stranieri, appositamente invitati”40. Queste,
poi, le cifre del Convegno: “Hanno aderito e
sono state rappresentate al Convegno n. 134
Istituzioni scientiiche e culturali italiane e
straniere. Le adesioni dei privati studiosi sono
state in numero di 329. Gli studiosi aderenti
40
16
Roma 1938, p. 397.
Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014
appartenevano ai seguenti Stati, oltre all’Italia:
Belgio, Danimarca, Egitto, Francia, Germania,
Inghilterra, Jugoslavia, Olanda, Polonia,
Romania, Spagna, Svezia, Stati Uniti d’America,
Turchia, Ungheria, Città del Vaticano”41.
Il Convegno Augusteo, dunque, “volle
costituire e costituì un degno omaggio della
scienza italiana e straniera alla igura di
Augusto”42, garantito dalla partecipazione delle
maggiori Istituzioni culturali italiane e straniere
a rilevanza nazionale e nel quale dunque
l’Unione Storia ed Arte, fortemente ancorata
ad una realtà speciicamente aferente alla città
di Roma ed ai suoi dintorni nonché altrettanto
speciicamente ancorata ad una dimensione
‘popolare’, trovava una diicile collocazione.
Infatti tanto Artioli che l’USEA sono del tutto
assenti da una serie di elenchi di possibili invitati
compilati dall’Istituto di Studi Romani43. Sarà
invece Giglioli a suggerire, accanto a quelli dei
propri collaboratori nella Mostra Augustea della
Romanità e ad altri, anche il nome del “Prof.
Romolo Artioli”, come risulta da un appunto
interno dell’Istituto datato 23 luglio 193844.
L’invito venne quindi esteso anche ad Artioli
che vi rispose aderendovi in rappresentanza
dell’USEA (ig. 3), la quale nel programmaopuscolo del Convegno poté quindi igurare
tra la R. Soprintendenza alle opere d’Antichità
e d’Arte di Trieste, rappresentata da Bruno
Molajoli, e la R. Università di Bari, rappresentata
da Biagio Petrocelli, mentre nell’elenco dei
partecipanti al Convegno – che in realtà più
correttamente avrebbe dovuto essere deinito
quale elenco degli aderenti – Artioli igurava
al dodicesimo posto tra Paolo Enrico Arias e
Carlo Aru45. Sappiamo poi che Artioli ritirò il
distintivo del convegno e la ‘busta dell’invitato’,
una cartella contenente materiale illustrativo
dell’attività dell’Istituto per il Bimillenario
ed alcune pubblicazioni relative ad Ostia, alla
Domus Augustana ed alla Curia, il 23 settembre
41
Rassegna 1938, p. 1.
Ibidem, p. 2.
43
AINSR, serie CCM, busta 223, fasc. 70.
44
Ibidem, appunto interno n. 241.
45
Il Convegno Augusteo 1938, pp. 12 e 14.
42
Fig. 4 - Retro del tagliando per il ritiro dei materiali del
Convegno Augusteo a nome di Romolo Artioli quale
direttore del Museo Nazionale di Castel S. Angelo (cortesia
Istituto Nazionale di Studi Romani).
Fig. 5 - Fronte del tagliando per il ritiro dei materiali del
Convegno Augusteo sottoscritto da Romolo Artioli il
23 settembre 1938 (cortesia Istituto Nazionale di Studi
Romani).
193846 (igg. 4 e 5). Sappiamo però anche che
Artioli prese parte praticamente a tutte le
iniziative del Convegno, talvolta insieme con la
moglie Maria. Il suo nome ricorre ad esempio
al n. 13 di un elenco di invitati all’udienza
presso Mussolini che avrebbe dovuto tenersi il
23 settembre 1938 e che poi non ebbe luogo47,
nonché al n. 362 di un elenco di ‘biglietti distinti’
per la seduta di chiusura in Campidoglio del
27 settembre, mentre nella stessa occasione,
al n. 590 dei ‘biglietti ordinari’ igurava anche
46
AINSR, serie CCM, busta 226, fasc. 80, presso cui si trova
anche la scheda di adesione di Artioli al Convegno Augusteo
in rappresentanza dell’USEA.
47
AINSR, serie CCM, busta 221, fasc. 65, sottofasc. Elenco
invitati Udienza D.
17
Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto
la moglie Maria Artioli48. Ampie tracce dei
coniugi Artioli vi sono anche nel caso della
escursione campana, che in deinitiva riconduce
quest’attività dell’Istituto di Studi Romani ad
una dimensione tendenzialmente simile a quella
delle iniziative della stessa Unione Storia ed
Arte49. Sappiamo anzi che la coppia si ‘regalò’
un soggiorno in formula completa a L. 22850.
Anche il Convegno Augusteo trovava eco nel
Bollettino dell’USEA ed in particolare nei
fascicoli di settembre-ottobre 1938 e gennaiofebbraio 1939. Nel primo così, in modo da
valorizzare la presenza di Artioli e dunque
dell’USEA, veniva presentata l’iniziativa:
“L’Istituto di Studi Romani, sempre alla testa di
ogni iniziativa che riguardi l’Urbe, in occasione
della chiusura del Bimillenario Augusteo,
d’accordo col Museo dell’Impero – per volontà
del Duce e sotto gli auspici del Ministero
dell’Educazione Nazionale – indice un
Convegno, al quale sono stati invitati studiosi,
italiani e stranieri, che, con le loro opere, si
siano resi particolarmente benemeriti degli studi
che riguardano l’epoca di Augusto e in genere
la storia dell’Impero romano. […]. Vi prende
parte il nostro presidente Romolo Artioli, che
rappresenterà anche il nostro Sodalizio”51. Nel
secondo dei due fascicoli, invece, si tracciava
48
Ibidem, fasc. 64, sottofasc. Elenco invitati alla seduta di
chiusura.
49
AINSR, serie CCM, busta 221, fasc. 66.
50
Nonostante i fondi elargiti, si rese necessario, per l’escursione campana, richiedere delle contribuzioni ai partecipanti,
modulate secondo diverse formule: vd. la lettera circolare del
12 settembre 1938 in AINSR, serie CCM, busta 222, fasc. 68,
sottofasc. Circolari. Sollecito iscrizione gita a Napoli. Erano state infatti proposte tre diverse soluzioni di trasporto e
soggiorno corrispondenti a tre diverse quote: L. 228 per trattamento completo, compreso il viaggio Roma - Napoli e ritorno; L. 180: come sopra ma con esclusione del viaggio Roma
- Napoli e ritorno; L. 59: come la combinazione precedente
ed escluso il soggiorno a Napoli e la colazione a Capri. La
soluzione per L. 59 prevedeva, come informava la circolare:
per il giorno 25 settembre la visita ad Ercolano e Pompei in
automezzi riservati, L. 20, e la colazione, L. 18; per il successivo giorno 26, invece, il trasporto Napoli - Capri e ritorno in
motonave riservata, L. 16, e la funicolare da Capri ad Anacapri, L. 5. Chi, poi, avesse voluto partecipare alla colazione ad
Anacapri, avrebbe dovuto versare un’ulteriore quota di L. 22
oltre a quella di L. 59.
51
Notiziario sociale 1938, pp. 9-10.
18
un bilancio dell’iniziativa che “riuscì, come
tutto ciò di cui si occupa l’Istituto suddetto, cioè
benissimo”52.
Conclusioni
Dopo aver descritto il ruolo dell’Unione
Storia ed Arte nelle celebrazioni del Bimillenario
della nascita di Augusto, occorre tentare di trarre
delle conclusioni a partire da alcuni elementi
che sono emersi nel corso di tale descrizione.
Anzitutto, è da evidenziare come l’USEA fosse
estremamente ben calata nella realtà ideologicopolitica degli anni del regime fascista e ciò non
solo perché non avrebbe potuto essere altrimenti,
nel senso che in caso contrario probabilmente
al sodalizio non sarebbe più stato concesso di
esistere, ma anche perché – come si è ricordato
più sopra – vi era un difuso sentimento,
alimentato anche dall’auto-rappresentazione del
fascismo, secondo il quale quest’ultimo aveva
inalmente portato a compimento il processo
avviato con il Risorgimento nazionale e
pertanto tutto quanto fosse italiano non avrebbe
potuto non identiicarsi con il fascismo stesso.
Se oltre a questo elemento si considera anche il
fatto che contemporaneamente il regime aveva
condotto ad una rivalutazione della ‘romanità’,
si comprende allora perché un sodalizio così
decisamente ed intimamente ‘romano’ come
l’USEA, da sempre patriottico e costituito da
sodali che evidentemente anche per provenienza
sociale e culturale non erano immuni al
cosiddetto ‘consenso’, ben potesse collocarsi
con una certa naturalezza nel più ampio quadro
della cultura fascista53, mantenendo per di
più inalterata quella funzione di ‘apostolato
culturale’ e quella dimensione nobilmente
‘popolare’ che lo contraddistinguevano sino
dalla sua creazione e che ora, tutto sommato,
riuscivano potenzialmente utili anche ad un
sistema di carattere totalitario. Del resto non si
deve dimenticare che nei frontespizi dei fascicoli
del Bollettino pubblicati durante il regime
52
Notiziario sociale 1939, p. 10.
Per una disamina della bibliografia sul controverso tema
della cultura fascista, vd. Tarquini 2011, pp. 11-47.
53
Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014
accanto all’indicazione “Sotto il Patronato di
S. Francesco d’Assisi”, igurasse la menzione
dell’iscrizione dell’USEA all’Opera Nazionale
Dopolavoro ed all’Istituto Nazionale Fascista di
Cultura, poi trasformato in Istituto Nazionale di
Cultura Fascista.
L’USEA, insomma, non diversamente
da altre esperienze culturali, visse dalla sua
speciica angolazione l’intera parabola del
fascismo, comprese le stesse ‘leggi razziali’
varate proprio nel settembre 1938. Infatti nel
fascicolo di settembre-ottobre 1938 troviamo
un breve articolo dello stesso Artioli su La
razza italiana negli studi di Giacomo Boni.
L’intervento si ricollegava al voto espresso in
seno al IV Congresso Nazionale inalizzato
all’edizione degli scritti del Boni, che Artioli
lamentava ancora inattuato e rispetto al quale,
dopo aver dipinto il Boni come un precursore,
in taluni scritti, di certe tendenze del razzismo
italiano, così concludeva: “Al Regime ora
il nobilissimo atto di ordinarne la stampa, a
maggior gloria della nostra razza e degli studi
che la riguardano”54. Nella sua, diciamo così,
‘ingenuità’, paradossalmente anche questo
intervento riconduce l’attività dell’USEA negli
anni del Bimillenario a quel milieu che abbiamo
descritto, cioè ‘popolare’ ma collegato, grazie
alla igura del suo fondatore e presidente,
anche alla cultura ‘alta’, qui rappresentata da
un Giacomo Boni, che Artioli aveva conosciuto
e con il quale aveva collaborato, letto come
precursore di una certa declinazione del
razzismo italiano55.
In questo milieu, nonostante la presenza
di tutt’altro che indiferenti eccezioni come
l’articolo appena citato, il sodalizio poté
comunque sempre vantare, anche negli anni del
Bimillenario, la difusione di una ‘romanità’
– intesa quale amore erudito per Roma, la sua
storia e le sue tradizioni – seriamente afrontata
ma allo stesso tempo realmente alla portata di
tutti, complementare e non opposta a certa ‘alta’
cultura. Proprio questo ine così elevato e le sue
Artioli 1938d.
Per un approccio al tema del razzismo italiano, vd. Gabrielli 2003 e, più di recente, Tarquini 2011, pp. 193-202.
realizzazioni stridono tuttavia inevitabilmente
con l’apparentemente serena accettazione
della tematica razziale che, pur senza farvi
realmente parte, interviene comunque proprio in
coincidenza con la chiusura delle celebrazioni
bimillenarie, cioè nel settembre 1938. Questa
contraddizione, tuttavia, non riguarda la sola
USEA, ma anzi è la contraddizione di un’intera
epoca che credo trovi una buona eco nel titolo di
un capitolo di una recente monograia: Empire,
Race and the Decline of Romanità, 1936-194556.
54
55
56
Si tratta del titolo del capitolo V di Arthurs 2012.
19
Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto
Abbreviazioni bibliografiche
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Atti del V Congresso Nazionale di Studi Romani,
a cura di C. Galassi Paluzzi, III, Roma 1942, pp.
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Bollettino Unione Storia ed Arte n. 9 / 2014
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23
Silverio, L’Unione Storia ed Arte nelle celebrazioni del bimillenario della nascita di Augusto
24
Greci Green (a cura di), Riassunti
Volume stampato con il contributo
di
BANCA FIDEURAM
L’abbreviazione internazionale del periodico è: BStorArt
Registrazione del Tribunale di Velletri N. 17 del 07/07/2006
Il Bollettino della Unione Storia ed Arte, annuale, è distribuito gratuitamente.
Direttore Responsabile: Giuseppina Pisani Sartorio
Redazione: Giuseppina Pisani Sartorio, Paolo Dalmiglio, Andrea Pancotti, Irene Anna Cortese
Traduzione inglese: Serena Greci
Segreteria di redazione: Domenico Tarsitano
Correzione bozze: Maria Grazia Roncaccia
Recapiti della Redazione:
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Andrea Pancotti: andrea_pancotti@libero.it
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