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BOLLETTINO DEI MUSEI COMUNALI DI ROMA ASSOCIAZIONE AMICI DEI MUSEI DI ROMA XXVIII NUOVA SERIE 2014 BOLLETTINO DEI MUSEI COMUNALI DI ROMA ASSOCIAZIONE AMICI DEI MUSEI DI ROMA XXVIII NUOVA SERIE 2014 Direttore responsabile e di redazione Lucia Stefanelli Pirzio Biroli Redazione Elena di Majo, Antonio Giuliano, Maria Grazia Picozzi, Maria Elisa Tittoni Assistenti alla redazione Alessandra Caravale, Marco Fortini Direzione e Amministrazione Piazza San Pantaleo 10 (Palazzo Braschi) Tel./Fax 066873407 E-mail:amicimuseiroma@tiscali.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 413 del 10-7-1987 © 2014 Associazione Amici dei Musei di Roma GANGEMI EDITORE Piazza San Pantaleo 4, Roma www.gangemieditore.it Nessuna parte di questa pubblicazione può essere memorizzata, fotocopiata o comunque riprodotta senza le dovute autorizzazioni. ISBN 978-88-492-3109-0 SOMMARIO MARIA MANGIAFESTA, Un’ara da Albano ai Musei Capitolini nei disegni di Fra’ Giocondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 ALESSANDRA DISTANTE, Maiolica arcaica, maiolica rinascimentale, ceramica conventuale alla luce delle recenti indagini sul Campidoglio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 ALESSANDRO SPILA, Le esequie di Maria Clementina Sobieski dipinte da Giuseppe e Domenico Valeriani. Note sugli apparati effimeri ai SS. Apostoli e il ruolo politico della famiglia Colonna nel Settecento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 STEFANO PIERGUIDI, Monnot, Livio Odescalchi e il Gladiatore dei Musei Capitolini. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 Un inedito marmo in Campidoglio – LUCIA PIRZIO BIROLI STEFANELLI, Mitridate: un cammeo dall’antico di Giovanni Pichler – F RANCESCO P AOLO A RATA , Un medaglione dall’Accademia del Nudo (?) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 MARCO PUPILLO, Per gli esordi di Vincenzo Camuccini: “Roma che sollevava le Tre Arti Sorelle” incisa da Tommaso Piroli . . . . . . . 71 BERNARDO FALCONI, Bianca Boni “miniatrice romana” (17861857) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 MARIA ELISA TITTONI, Il ritratto di Vittoria Manzoni Brambilla al Museo di Roma. Un’opera di Hippolyte Lefebvre, Grand Prix de Rome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111 SUSANNA MISIANO, Americani al Museo di Roma: artisti, viaggiatori e storie d’oltreoceano tra ’800 e ’900 . . . . . . . . 117 Donazioni GIULIA FUSCONI, Una rara medaglia per il cardinale Camillo Massimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135 Restauri ALBERTA CAMPITELLI-ANNAPAOLA AGATI, Il Teatro di Villa Torlonia: storia di un recupero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139 Musei ENRICO SILVERIO, Il ruolo del Museo dell’Impero Romano nelle celebrazioni del bimillenario augusteo del 1937-1938 . . . . . . 149 LENA-MARIA PERFETTINI, Il Museo Napoleonico di Roma tra eredità del fondatore e modernizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . 163 MARIA CRISTINA BIAGI-EMMA MARCONCINI, Per un Museo del Giocattolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 169 Mostre SIMONETTA TOZZI, Luoghi comuni. Vedutisti francesi, inglesi, tedeschi a Roma tra il XVIII e il XIX secolo. Il perché di tre mostre . . . . . 183 Pubblicazioni 2014 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 193 Notiziario dei Musei 2014: nuove acquisizioni, restauri, prestiti in comodato d’uso e depositi temporanei, accordi culturali, mostre, prestiti a mostre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 195 Attività degli “Amici dei Musei di Roma” 2014 . . . . . . . . . . . . . . 217 Organi sociali 2012-2014 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 219 Soci 2014 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220 MUSEI IL RUOLO DEL MUSEO DELL’IMPERO ROMANO NELLE CELEBRAZIONI DEL BIMILLENARIO AUGUSTEO DEL 1937-1938 Nell’ambito degli studi sulle celebrazioni per il Bimillenario della nascita di Augusto, svoltesi negli anni 1937-38, vengono usualmente ricordati, e specie per i profili ideologici, il ruolo svolto dall’allora Istituto di Studi Romani, creato nel 1925 da Carlo Galassi Paluzzi1, o quello della Mostra Augustea della Romanità, ente dotato di propria autonomia di cui fu direttore generale Giulio Quirino Giglioli. A restare quasi sempre sullo sfondo è invece il Museo dell’Impero Romano, creato nel 1926 dallo stesso Giglioli2 come struttura dell’allora Governatorato di Roma e da lui diretto3 (figg. 1-2). Questo contributo vuole delinearne il ruolo nelle celebrazioni del 1937-38 e in modo particolare illustrare come, nella sua parte scientificamente più feconda, esso si inquadrasse in un progetto avviato sino dalla Mostra 1 Su Carlo Galassi Paluzzi e sull’Istituto di Studi Romani vd. soprattutto B. COCCIA, Carlo Galassi Paluzzi. Bibliografia e appunti biografici, Roma 2000 e A. VITTORIA, L’Istituto di Studi Romani e il suo fondatore Carlo Galassi Paluzzi dal 1925 al 1944, in Il classico nella Roma contemporanea. Mito, modelli, memoria, Atti del Convegno (Roma, Istituto Nazionale di Studi Romani, 18-20 ottobre 2000), a cura di F. ROSCETTI con la collaborazione di L. LANZETTA e L. CANTATORE, II, Roma 2002, pp. 507-537. Ringrazio l’Istituto Nazionale di Studi Romani per la disponibilità sempre dimostrata nel corso delle ricerche d’archivio che hanno dato occasione anche al presente contributo. 2 Su Giulio Quirino Giglioli vd. M. BARBANERA, s.v. Giglioli, Giulio Quirino, in Dizionario Biografico degli Italiani, 54, Roma 2000, pp. 707-711, con ulteriore bibliografia. Per un’ampia panoramica della Mostra Augustea della Romanità vd. ancora soprattutto F. SCRIBA, Augustus im Schwarzhemd ? Die Mostra Augustea della Romanità in Rom 1937/38, Frankfurt am Main-Berlin 1995. 3 Il Museo dell’Impero Romano venne istituito con Deliberazione del governatore n. 6073 del 21 agosto 1926 ed ebbe sede dapprima presso l’ex convento di S. Ambrogio e successivamente, giusta Deliberazione del governatore n. 300 del 26 gennaio 1929, presso l’ex pastificio Pantanella. Sul Museo dell’Impero Romano vd. A.M. LIBERATI SILVERIO, Il Museo dell’Impero Romano, 19271929 ed EAD., Il Museo dell’Impero Romano, 1929, entrambi in Dalla mostra al museo. Dalla Mostra archeologica del 1911 al Museo della civiltà romana, catalogo della mostra a cura di G. PISANI SARTORIO-D. MANCIOLI-A.M. LIBERATI SILVERIO-V. FIORAVANTI, Venezia 1983, pp. 65-67 e 6873, nonché S. GIUSEPPINI, Roma 1926-1929. Istituzione del Museo dell’Impero Romano, in «Studi Romani», LV, 2007, 1-2, pp. 214-236. Le Deliberazioni citate di qui in avanti sono consultabili presso l’Archivio Storico Capitolino, Decreti e Deliberazioni del Governatore, del R. Commissario straordinario, del Sindaco, ivi ad loca. 150 ENRICO SILVERIO Fig. 1 – Inaugurazione del Museo dell’Impero Romano nella sede dell’ex convento di S. Ambrogio il 21 aprile 1927. Nella figura al centro e di spalle sembra potersi riconoscere G.Q. Giglioli (Da Dalla mostra al museo). Archeologica del 1911 e si dilatasse sino all’inaugurazione del Museo della Civiltà Romana del 21 aprile 19554. È noto che l’idea delle celebrazioni bimillenarie del 1937-38 venne pro- 4 Sulla storia del Museo della Civiltà Romana vd. Dalla mostra al museo, cit., A. PASQUALINI, L’antiquaria di gesso: passato e futuro del Museo della Civiltà Romana all’EUR, in «Mediterraneo Antico», IX, 2006, 2, pp. 631-646 e A.M. LIBERATI, Le musée-témoin d’une civilisation disparue: le musée de la Civilisation romaine, in E. PÉNICAUT-G. TOSCANO (a cura di), Lieux de mémoire, musées d’histoire. Actes du Colloque (Paris, Institut National du Patrimoine, 18-19 juin 2009), Paris 2012, pp. 117-125. IL RUOLO DEL MUSEO DELL’IMPERO ROMANO 151 Fig. 2 – Il Palazzo dei Musei di Roma, sede dal 1929 del Museo dell’Impero Romano (Da Dalla mostra al museo). posta da Giglioli nell’ambito del II Congresso Nazionale di Studi Romani del 1930 e che tra quelle iniziative – di cui la presidenza dell’Istituto di Studi Romani si sarebbe dovuta fare “centro presso le varie autorità” – non figurava affatto l’esposizione che poi sarebbe divenuta la Mostra Augustea della Romanità5. Soltanto molto tempo dopo «Il Giornale d’Italia» avrebbe dato notizia delle due udienze concesse da Mussolini a Giglioli il 14 maggio e il 24 giugno 1932, all’esito delle quali ebbe luogo prima l’approvazione dell’idea della Mostra e in seguito del relativo piano, insieme con la nomina di Giglioli stesso a direttore generale, coadiuvato da un Comitato ordinatore composto da Galassi Paluzzi, Pietro Romanelli e Antonio Maria Colini quale segretario6. L’analisi di alcuni documenti d’archivio consente di valutare il ruolo avuto nell’ideazione della Mostra dal proposito di aumentare le collezioni del Museo 5 Vd. G.Q. GIGLIOLI, Per il secondo millenario di Augusto, in Atti del II Congresso Nazionale di Studi Romani, I, Roma 1931, pp. 277-280. 6 Vd. Una grande mostra augustea della romanità e La Mostra Augustea della Romanità, entrambi dalla prima pagina de «Il Giornale d’Italia» rispettivamente del 15 maggio e del 25 giugno 1932. Per l’effettiva nomina del Comitato ordinatore, cui vennero aggiunti l’accademico d’Italia Attilio Selva quale membro e Arrigo Facchini, alto funzionario del Governatorato, quale tesoriere, vd. Archivio Centrale dello Stato (ACS), Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM), 1937-’39, fasc. 14/1, n. 918, sottofasc. 1 e 2, busta 2493. 152 ENRICO SILVERIO dell’Impero Romano, da sempre inteso come erede della Mostra Archeologica del 19117. In una lettera del 15 gennaio 1932 Colini, allora ispettore archeologico della X Ripartizione del Governatorato e componente della Commissione direttiva del Museo dell’Impero Romano, scriveva a Galassi Paluzzi: “il Prof. Giglioli ed io ti saremo grati se volessi farci sapere notizie circa il ventilato progetto di una mostra della vita romana; e ciò perché nel caso che dovesse farsi, occorrerebbe iniziarne fin d’ora la preparazione”8. Dal contenuto della lettera è evidente che tra Museo dell’Impero Romano e Istituto di Studi Romani si fosse già parlato dell’esposizione destinata ad evolversi nella Mostra Augustea: il contenuto di tali pregressi contatti, ricostruibile in larga parte dal successivo carteggio, consente in particolare di comprendere come l’idea iniziale della Mostra fosse collegata all’aumento delle collezioni del Museo dell’Impero Romano relative alla “vita in Roma antica”, cioè alla vita quotidiana9. Galassi Paluzzi, infatti, il 16 gennaio 1932 rispondeva a Colini lamentando di non aver mai ricevuto alcun progetto scientifico e amministrativo pur dopo averlo richiesto e – tornando su di un tema già discusso e su di un’idea già da lui caldeggiata – scriveva che per riuscire una cosa “grandiosa” e non “diciamo francamente, stupida”, la mostra non avrebbe dovuto limitarsi ad una inaugurazione di “un nuovo braccio del vostro bellissimo Museo”, ma avrebbe dovuto essere “la grande mostra dell’Impero romano in occasione del Bimillenario Augusteo”. Ciò avrebbe permesso di raggiungere un duplice fine: “Faremmo una Mostra veramente di interesse mondiale e al tempo stesso costituiremmo su più vasta base, sulla più vasta base che vi è veramente necessaria, il vostro bellissimo Museo dell’Impero”. Chiarito ciò, Galassi Paluzzi tornava a domandare a Giglioli e a Colini, cioè al Museo dell’Impero, “di voler elaborare un programma molto preciso e particolareggiato sia nel caso che accettate l’idea della grande Mostra sia nel caso di una più modesta esposizione di quanto possa riguardare la vita in Roma antica”10. Poco meno di un mese 7 La Mostra Archeologica organizzata dal Lanciani per il Cinquantenario del Regno d’Italia e della quale Giglioli era stato segretario, è ricordata quale antecedente del Museo dell’Impero Romano nella relazione per la Deliberazione del governatore n. 6073 del 21 agosto 1926. Su di essa vd. ora D. PALOMBI, Rome 1911. L’Exposition archéologique du cinquantenaire de l’Unité italienne, in «Anabases», IX, 2009, pp. 71-99 e A.M. LIBERATI, La Mostra Archeologica del 1911 alle Terme di Diocleziano, in «Bollettino di Numismatica on line, serie Studi e Ricerche», II, 2014, pp. 80-96, entrambi con precedente bibliografia. 8 Vd. Archivio dell’Istituto Nazionale di Studi Romani (AINSR), serie Congressi Convegni e Mostre (CCM), busta 213, fasc. 35, sottofasc. Carteggio con i membri della Commissione, sub sottofasc. Colini, copia fotografica della lettera da Colini a Galassi Paluzzi del 15 gennaio 1932. 9 Ibid., copia dattiloscritta e copia fotografica della velina della lettera da Galassi Paluzzi a Colini del 16 gennaio 1932. 10 Ibid. IL RUOLO DEL MUSEO DELL’IMPERO ROMANO 153 dopo, il 12 febbraio 1932, ebbe luogo una seduta della Giunta direttiva dell’Istituto di Studi Romani, della quale faceva parte anche Giglioli. In quella sede l’idea di una Mostra della Romanità che avrebbe dovuto “esser tale da dare un quadro ampio e fedele della vita romana in tutte le sue manifestazioni pubbliche e private durante il periodo imperiale” venne presentata da Galassi Paluzzi “riferendo intorno ad un programma elaborato d’accordo con il Prof. Giglioli”, che intervenne subito dopo. La Giunta, approvata la proposta, incaricò Giglioli di “formulare il programma di massima dell’organizzazione della Mostra e un preventivo della spesa occorrente”11. Tuttavia in questo modo la Mostra diveniva un’iniziativa dell’Istituto di Studi Romani, venendo nei fatti sottratta al Museo dell’Impero Romano entro cui era stata ideata quale occasione di incremento delle proprie collezioni. Dovette essere ciò ad indurre Giglioli ad esporre direttamente a Mussolini l’idea di “una grande Mostra Augustea della Romanità” proprio a margine dell’udienza del 14 maggio 1932, in cui aveva “riferito sullo sviluppo del Museo dell’Impero”: in questo modo l’iniziativa avrebbe dovuto tornare sotto l’egida del Museo dell’Impero senza confondersi con le altre organizzate dall’Istituto di Studi Romani12. L’azione di Giglioli non avvenne nascostamente rispetto all’Istituto13, ma è indubbio che – vistone il coinvolgimento già ricercato dallo stesso Giglioli – essa fu occasione di equivoci e frizioni: ciò diede causa ad uno scambio epistolare denso di informazioni oggi preziose. Il 28 giugno 1932, infatti, Galassi Paluzzi, dando per implicito che l’organizzazione della Mostra spettasse all’Istituto, scriveva a Giglioli per concordare un incontro in cui “stabilire varie cose d’indole formale ma che presentano un non lieve interesse pratico” e il 30 giugno Giglioli rispondeva dando invece per implicita la separazione tra l’Istituto e la Mostra e anzi comunicando che la sede di quest’ultima sarebbe stata dapprincipio proprio presso il Museo dell’Impero. Il 7 luglio Galassi Paluzzi scriveva a Giglioli e svolgeva una ricostruzione dei fatti tale da concludere che “l’organizzazione della grande Mostra come delle altre manifestazioni per il Bimillenario Augusteo sono state elaborate in seno all’Istituto e vengono affidate per la realizzazione all’Istituto stesso, […] pur 11 AINSR, serie CCM, busta 213, fasc. 35, sottofasc. Lettere di convocazione e copie verbali, sub sottofasc. Lettere di convocazione, copia verbale seduta della Giunta direttiva del 12 febbraio 1932. 12 Una grande mostra augustea della romanità, in «Il Giornale d’Italia», 15 maggio 1932, p. 1. 13 La corrispondenza tra Giglioli e Galassi Paluzzi citata in questo contributo è in AINSR, serie CCM, busta 213, fasc. 34, sottofasc. Giglioli. Da un biglietto di Giglioli a Galassi Paluzzi del 20 maggio 1932 e da una velina della lettera di Galassi Paluzzi a Giglioli del 7 luglio 1932 si evince che Galassi Paluzzi era stato messo preventivamente a conoscenza almeno del programma della Mostra Augustea poi approvato da Mussolini e pubblicato su «Il Giornale d’Italia», 25 giugno 1932, p. 1. Nella lettera di Giglioli dell’8 luglio 1932 il sottolineato riportato infra nel testo è dello stesso Giglioli. 154 ENRICO SILVERIO Fig. 3 – Rilievo con scena di vendita di vesti, di cui venne eseguito un calco nel 1930 per accrescere la collezione della vita quotidiana del Museo dell’Impero Romano. Da Roma, I sec. d.C. (Da Uffizi. Le antiche sculture). essendo naturalmente tu il Direttore Generale della Mostra, l’opera deve risultare organizzata dall’Istituto di Studi Romani […]”. Giglioli valendosi – secondo una consuetudine all’epoca abbastanza comune – di aver ricevuto un incarico direttamente da Mussolini, a sua volta il successivo 8 luglio chiarì come la Mostra dovesse tenersi distinta dall’Istituto e come la sua genesi risiedesse nella “idea di completare con la raccolta dei documenti della vita antica, il quadro del Museo dell’Impero, già chiaramente accennata da me nella Deliberazione del Governatore che in data 21 Agosto 1926 fondava il Museo”. Giglioli ricordava poi di avere relazionato circa l’inizio di una “raccolta delle rappresentazioni della vita privata degli antichi” al I Congresso Nazionale di Studi Romani del 1928 e quindi d’aver già, nel luglio 1931, esposto “per la prima volta l’idea di fare una mostra di queste sezioni in una lettera al Governatore che la lodò e accettò, pur lamentandosi di non poterle dare immediata esecuzione per mancanza di fondi”. Fu solo allora, continuava Giglioli, che egli ne parlò a Galassi Paluzzi “come di una mostra da fare dall’Istituto di Studi Romani sul tipo di quelle del Seicento, dell’Ottocento ecc., la cosa però non ebbe seguito e allora si pensò tra me e te di trasportarla al Bimillenario Augusteo […]”. Ristabilitisi i buoni rapporti tra i due, in una lettera a Galassi Paluzzi del 13 luglio Giglioli riconosceva all’allora segretario generale dell’Istituto d’aver “concretato il collegamento tra la Mostra e la celebrazione Augustea”, ma rivendicava comunque a sé “il merito di aver pensato io per primo a una celebrazione Augustea e di aver formula- IL RUOLO DEL MUSEO DELL’IMPERO ROMANO 155 Fig. 4 – Rilievo con scena di vendita di cinture e cuscini, di cui venne eseguito un calco nel 1930 per accrescere la collezione della vita quotidiana del Museo dell’Impero Romano. Da Roma, I sec. d.C. (Da Uffizi. Le antiche sculture). to un programma, come pure di aver per primo iniziato presso il Museo dell’Impero, da me fondato, la raccolta dei documenti della vita Romana”. In effetti, benché nella relazione per la Deliberazione del governatore n. 6073 del 21 agosto 1926 istitutiva del Museo dell’Impero l’accenno a “la raccolta dei documenti della vita antica” fosse, appunto, poco più di un accenno, non v’è comunque dubbio che questa raccolta fosse stata avviata e venisse intesa come il logico sviluppo della Mostra Archeologica del 191114. Di ciò è prova non solo l’ancor modestissima sezione – o, più correttamente, la porzione di una sala – del Museo dedicata alla vita quotidiana nell’allestimento del 192715, ma anche la già menzionata relazione di Giglioli al I Congresso Nazionale di Studi Romani: “[…] accanto alla riproduzione della collezione di opere, diciamo così pubbliche, di ciascuna provincia, ho iniziato, sempre insieme col Colini, quella delle rappresentazioni della vita privata degli antichi, come il fabbro di Cfr. nota 7. A proposito della quale vd. Catalogo del Museo dell’Impero Romano, a cura di G.Q. GIGLIOLI, Roma 1927, pp. 135-136. Nell’allestimento del 1927 la sezione sulla “vita popolare romana” era inserita nella Sala XXII, che ospitava anche documenti delle Gentes externae. Nell’allestimento del 1929, invece, era assente un’analoga sezione, ma se ne progettava la futura costituzione insieme con altre che in sostanza avrebbero integrato “le serie delle varie provincie”: vd. G.Q. GIGLIOLI, Introduzione, in Museo dell’Impero Romano. Catalogo, a cura di G.Q. GIGLIOLI, Roma 1929, pp. VII-XV ed ivi p. XV e cfr. anche infra nel testo per riscontri quali ad es. la Deliberazione del governatore n. 8876 del 26 novembre 1930. 14 15 156 ENRICO SILVERIO Aquileia, il macellaio di Roma, […] il coltellinaio dei Musei Romani stessi, […]”16. A tutto ciò si devono aggiungere anche le Deliberazioni del governatore n. 4137 del 24 maggio 1930, che autorizzava la spesa di L. 990 per la calcatura e l’imballaggio di “due bassorilievi della Galleria degli Uffizi rappresentanti venditori di panni” (figg. 3, 4), e n. 8876 del 26 novembre 1930, con cui si accordava a Pietro Romanelli un compenso di L. 1500 anche per “gli studi […] per la formazione della sezione della Vita Romana che troverà posto nei nuovi locali assegnati al Museo stesso”17. Se dal novembre del 1930 torniamo al luglio del 1932 e teniamo conto di quanto accaduto nel frattempo, non ci dobbiamo stupire se Giglioli, il 16 di quel mese, nella lettera di trasmissione di un progetto della Mostra indirizzato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, scrivesse: “desidererei che gli utili siano destinati sia al Museo dell’Impero, che è destinato ad accogliere tutto il materiale della Mostra, sia all’Istituto di Studi Romani, la cui cooperazione ci sarà utilissima nell[a] organizzazione della Mostra e che è esso stesso così benemerito della roman[ità]”18. La Mostra Augustea, da questo punto di vista, doveva quindi assolvere al fine – principale o, quantomeno, di più risalente previsione – dell’incremento delle collezioni del Museo dell’Impero Romano, derivate da quelle della Mostra Archeologica. Anche all’Istituto di Studi Romani veniva infine riconosciuta, auspicando che ciò avvenisse in modo molto concreto, la parte avuta nel sostenimento dell’iniziativa. Il ruolo del Museo dell’Impero Romano nelle celebrazioni del 1937-38, tuttavia, non si esaurisce nella fase ideativa della Mostra Augustea della Romanità ma prosegue durante tutta la fase preparatoria e durante lo stesso 1937-38, con una prospettiva che non è quella della realizzazione di una manifestazione effimera, ma della programmazione del proprio accrescimento grazie alle risorse mobilitate in occasione della grande Mostra. In tal senso è significativo che alcuni dei primi e comunque più assidui collaboratori scientifici della Mostra fossero gli stessi del Museo, come nel caso di Italo Gismondi o di Secondina Lorenza Cesano19. Lo stesso Romanelli col- Vd. G.Q. GIGLIOLI, Organizzazione della raccolta dei documenti archeologici della romanità, in Atti del I Congresso Nazionale di Studi Romani, I, Roma 1929, pp. 63-74 ed ivi p. 70. 17 Oltre a quelle citate nel testo, vd. anche le Deliberazioni del vice governatore n. 7969 del 2 dicembre 1935 e n. 1771 del 6 aprile 1936, relative alle spese per una “nuova Sala della plastica d’età imperiale”. 18 ACS, PCM, 1937-’39, fasc. 14/1, n. 918, sottofasc. 2, busta 2493, lettera da Giglioli a Guido Beer del 16 luglio 1932. Le integrazioni tra parentesi quadre suppliscono a mancanze dovute a piccole rotture del foglio su cui è vergata la missiva. 19 Vd. ad es. le Deliberazioni del governatore e del vice governatore n. 3329 del 25 maggio 1928, n. 9088 del 29 dicembre 1928, n. 931 del 23 febbraio 1929, n. 897 dell’8 febbraio 1930, n. 2290 del 29 marzo 1930, n. 402 del 30 gennaio 1931, n. 2232 dell’11 aprile 1931, n. 9175 del 31 dicembre 16 IL RUOLO DEL MUSEO DELL’IMPERO ROMANO 157 laborava in modo praticamente stabile all’ordinamento del Museo sino dalla prima metà del 1926 e la sua nomina nella Commissione ordinatrice della Mostra può ben leggersi quale riconoscimento dell’opera già svolta20. La grande Mostra, a causa dell’enorme messe di materiale da raccogliere e catalogare, agevolava in prospettiva anche la realizzazione dell’ideale di Museo dell’Impero voluto da Giglioli, che “deve essere Museo ed Archivio” e ove quest’ultimo deve “comprendere tutto, che catalogato e sempre accessibile, sarà fonte preziosissima per ogni studioso”21. Questa frase è contenuta in quella relazione presentata il 23 aprile 1928 al I Congresso Nazionale di Studi Romani che sarà ricordata da Giglioli stesso non solo nella già citata corrispondenza con Galassi Paluzzi, ma anche quando, durante il III Congresso Nazionale, egli relazionerà su La Mostra Augustea della Romanità22. L’allestimento di “una sezione della vita romana” e l’organizzazione di un archivio rappresentano dunque due facce inscindibili di un medesimo progetto culturale tenacemente perseguito per anni. In effetti, sino proprio dallo stesso anno 1932, notiamo una serie di Deliberazioni di concessione di fondi dapprima proprio per l’archivio e in seguito anche per altre iniziative, come la Gipsoteca numismatica, pubblicazioni e cicli di conferenze23. Su ciò ritorneremo, mentre ora interessa rilevare la sostanziale osmosi tra il Museo e la Mostra anche dal punto di vista dei 1931, n. 494 del 30 gennaio 1933, 2491 del 1° maggio 1933 e n. 4232 del 3 luglio 1933, nonché n. 3629 del 10 giugno 1933. A partire da questi anni il lavoro dei due studiosi si concentra soprattutto sulla Mostra Augustea della Romanità, per la quale la Cesano creerà la Gipsoteca numismatica ancora oggi esistente presso il Museo della Civiltà Romana e che, dopo la chiusura della Mostra, sarà destinataria di speciali fondi erogati al Museo dell’Impero Romano anche per altre esigenze culturali, sui quali vd. infra nota 23. Circa l’attività dei due studiosi a favore della Mostra Augustea, vd. ad esempio le copie dei verbali del Comitato ordinatore in AINSR, serie CCM, busta 213, fasc. 35, sottofasc. Lettere di convocazione e copie verbali, sub sottofasc. Copie dei verbali. 20 Vd. ad es. le Deliberazioni del governatore e del vice governatore n. 4715 del 14 giugno 1926, n. 3329 del 25 maggio 1928, n. 9088 del 29 dicembre 1928, n. 931 del 23 febbraio 1929, n. 8876 del 26 novembre 1930, n. 982 del 23 febbraio 1931, n. 61 del 2 gennaio 1932, n. 1134 del 25 febbraio 1933, n. 638 del 10 febbraio 1934, n. 1209 del 2 marzo 1935, n. 120 del 14 gennaio 1937, n. 107 del 13 gennaio 1938, n. 278 del 29 gennaio 1943 e n. 162 del 29 gennaio 1944. 21 Vd. G.Q. GIGLIOLI, Organizzazione, cit., p. 71. Il corsivo è nel testo citato. 22 G.Q. GIGLIOLI, La Mostra Augustea della Romanità, in Atti del III Congresso Nazionale di Studi Romani, a cura di C. GALASSI PALUZZI, I, Bologna 1934, pp. 135-143. 23 Deliberazioni del governatore n. 96 del 2 gennaio 1932, n. 8310 del 15 dicembre 1933, n. 9209 dell’11 agosto 1934 e, per il periodo successivo alla chiusura della Mostra Augustea, la Deliberazione del governatore n. 284 del 16 gennaio 1939, la Deliberazione del vice governatore n. 3499 del 13 luglio 1939 ed ancora le Deliberazioni del governatore n. 321 del 25 gennaio 1940, n. 792 del 6 marzo 1941, n. 3109 del 2 ottobre 1941, n. 769 del 5 marzo 1942, n. 2767 del 21 agosto 1942, n. 3608 del 19 novembre 1942 nonché le Deliberazioni del commissario straordinario n. 3644 e n. 3647 del 31 dicembre 1943 ed infine le Deliberazioni del sindaco n. 59 e n. 60 del 22 giugno 1944. 158 ENRICO SILVERIO Fig. 5 – La Colonna di Giove nell’allestimento del Landesmuseum di Mainz. Nel 1935 ne venne fatto eseguire un calco per il Museo dell’Impero Romano, esposto anche nella Mostra Augustea della Romanità (Da Römische Steindenkmäler. Mainz in Römischer Zeit). materiali, con uno scambio reciproco che preludeva alla successiva auspicata creazione di un più grande Museo. Significativo è il contenuto della premessa della Deliberazione del governatore n. 6380 del 27 dicembre 1937: “Premesso che per la preparazione della Mostra Augustea che ha avuto per base il Museo dell’Impero, gran parte delle collezioni contenute in questo sono state trasportate alla Mostra, mentre nel Museo sono affluiti altri materiali che non hanno trovato là esposizione […]”. La circostanza che i materiali della Mostra fossero già selezionati in funzione del loro ingresso nell’accrescendo Museo è evidente in molti casi. Mi soffermo in particolare su due di essi, il primo di alto valore scientifico, il secondo anche ideologico-politico: la Colonna di Magonza e l’altare dell’Ara Coeli. Dalla Deliberazione del governatore n. 7321 del 18 novembre 1935, sappiamo che la spesa di L. 13.000 necessaria per “arricchire le collezioni del Museo dell’Impero di un calco della famosa colonna di Giove trovata a Magonza” venne anticipata proprio dalla Mostra, ove in effetti il calco venne esposto24 (fig. 5). Nel secondo, 24 Sulla presenza del calco alla Mostra Augustea della Romanità, vd. Mostra Augustea della Romanità. Catalogo, I, a cura di R. VIGHI-C. CAPRINO, 4a ed. (definitiva), Roma 1938, p. 631, n. 4. Circa la sua presenza presso l’attuale Museo della Civiltà Romana vd. invece Museo della Civiltà Romana. Catalogo, Roma 19823, p. 502, nn. 175 e 176 (inv. M.C.R. 2451 e 2452). IL RUOLO DEL MUSEO DELL’IMPERO ROMANO 159 Fig. 6 – Il calco dell’altare dell’Ara Coeli realizzato per il Museo dell’Impero Romano e già esposto nella Mostra Augustea della Romanità. invece, dalla Deliberazione del governatore n. 6460 del 27 dicembre 1937, apprendiamo che la spesa di L. 1.550 per il calco “del famoso rilievo medioevale esistente nella Chiesa dell’Ara Coeli raffigurante Augusto che adora il Bambino Gesù nelle braccia della Vergine” venne affrontata per dotare di questo calco il Museo, anche se poi esso venne esposto nella Mostra25 (fig. 6). Un caso del tutto particolare, nella Mostra, è inoltre quello della ricostruzione in scala 1:1 del pronao del Monumentum Ancyranum con il testo latino e greco delle Res gestae divi Augusti, anticipata tra il 1927 e il 1934-35 prima dalla riproduzione grafica della sola iscrizione latina e in seguito dalla realizzazione del calco di entrambe le epigrafi, latina e greca, presso il Museo dell’Impero e ancor prima preceduta dalla ricostruzione dell’intero edificio, compreso il calco delle epigrafi, nella Mostra Archeologica del 191126 (figg. 7-8). 25 Circa la presenza dell’altare dell’Ara Coeli nella Mostra Augustea della Romanità sia, come calco, nella Sala dedicata ad Augusto che, come fotografia, in quella dedicata al perpetuarsi dell’idea di Roma sino all’Italia fascista, e circa la sua lettura in chiave ideologica vd. Mostra Augustea, cit., p. 129, n. 25a e p. 435. Sulla presenza del calco nel Museo della Civiltà Romana, questa volta – significativamente – nella Sala dedicata al Cristianesimo e non in quella dedicata ad Augusto, vd. Museo della Civiltà Romana, cit., p. 127, n. 40 (inv. M.C.R. n. 555). 26 Circa la riproduzione grafica presso il Museo dell’Impero Romano negli allestimenti del 1927 e del 1929 vd. Catalogo del Museo dell’Impero Romano, cit., pp. 149-152, Museo dell’Impero Romano. 160 ENRICO SILVERIO Fig. 7 – Particolare del pronao della ricostruzione del Monumentum Ancyranum, realizzata nei giardini delle Terme di Diocleziano in occasione della Mostra Archeologica del 1911 (Da Catalogo della Mostra Archeologica). Nel frattempo il Museo dell’Impero aveva ricevuto dal Governo, insieme con l’Istituto di Studi Romani, “il compito di attendere al coordinamento delle varie manifestazioni per la celebrazione Augustea e alla esecuzione del relativo programma”27, aveva partecipato ad altre iniziative del Bimillenario quali l’avvio del censimento epigrafico dell’impero o il V Congresso Nazionale di Studi Romani28, e inoltre, sempre con l’Istituto, aveva organizzato il Convegno Augusteo del 23-27 settembre 1938. Questo, fortemente voluto da Galassi Catalogo, a cura di G.Q. GIGLIOLI, Roma 1929, pp. 114-117, mentre per i calchi delle iscrizioni in latino ed in greco vd. le Deliberazioni del governatore n. 413 del 24 gennaio 1930, n. 8609 del 26 dicembre 1931 e n. 7434 del 1° dicembre 1934. Circa la ricostruzione del Monumentum Ancyranum nella Mostra Archeologica del 1911 e del pronao del medesimo alla Mostra Augustea della Romanità, vd. rispettivamente Catalogo della Mostra Archeologica nelle Terme di Diocleziano, Bergamo 1911, pp. 174-180 e Mostra Augustea, cit., pp. 17-20. Sulla ricostruzione del pronao attualmente esposta nel Museo della Civiltà Romana, vd. Museo della Civiltà Romana, cit., pp. 57-59 (inv. M.C.R. n. 224). 27 Così in AINSR, serie CCM, busta 209, fasc. 2, sottofasc. Bimillenario Augusteo. Commissione direttiva. Verbali, verbale della seduta n. 3 del 6 aprile 1934, p. 1. 28 Sul censimento epigrafico e il suo inserimento tra le iniziative del Bimillenario Augusteo vd. ad esempio A. CALDERINI, Contributi dell’epigrafia allo studio etnografico di Roma durante l’Impero, in Atti del I Congresso Nazionale di Studi Romani, I, Roma 1929, pp. 248-265, G.Q. GIGLIOLI, Introduzione, cit., p. XV, C. GALASSI PALUZZI, L’Istituto di Studi Romani per la celebrazione del Bimillenario Augusteo, in Atti del IV Congresso Nazionale di Studi Romani, II, Roma 1938, pp. 5162 e in particolare pp. 61-62, nonché le Deliberazioni del governatore n. 447 del 9 febbraio 1929, IL RUOLO DEL MUSEO DELL’IMPERO ROMANO 161 Fig. 8 – La Sala dell’Impero all’interno della Mostra Augustea della Romanità: si distingue, in fondo, la ricostruzione del pronao del Monumentum Ancyranum (Da «Architettura»). Paluzzi e progettato come un incontro internazionale di studi, a causa di ritardi burocratici del ministero dell’Educazione Nazionale non ebbe mai, per dirla con le parole di Giglioli, “una sua vita scientifica”, ma si risolse in “una semplice riunione di studiosi a Roma”29. Il Convegno Augusteo, la cui portata ideologico-politica è più evidente rispetto ad altre manifestazioni proprio a causa della mancanza di “una sua vita scientifica”, costituì anche l’atto finale delle cerimonie del 1937-38. Tuttavia per il Museo dell’Impero l’attività avviata in occasione del Bimillenario Augusteo non si fermava e continuava senza soluzione di continuità in vista della Mostra della Romanità che avrebbe dovuto avere luogo nell’E 42 e che sarebbe stata resa stabile a costituire quel Museo dell’Impero Romano che si perseguiva sin dal 191130. Sono di questi anni i sempre più numerosi contributi elargiti per il funzion. 8941 del 21 dicembre 1929 e la Deliberazione del vice governatore n. 2451 dell’11 maggio 1936. Circa la presenza del Museo dell’Impero al V Congresso Nazionale di Studi Romani cfr. Atti del V Congresso Nazionale di Studi Romani, a cura di C. GALASSI PALUZZI, I, Roma 1939, p. XXIII. 29 AINSR, serie CCM, busta 220, fasc. 58, sottofasc. Rapporti con il Museo dell’Impero, lettera da Giglioli a Galassi Paluzzi del 2 giugno 1938. Circa il Convegno Augusteo, mi permetto di rinviare al mio Il Convegno Augusteo del 1938 nel quadro del Bimillenario della nascita di Augusto attraverso i documenti d’archivio e le pubblicazioni dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, in corso di stampa in «Studi Romani», LXII, 2014, 1-4, con precedente bibliografia. 30 Vd. la sintesi di A.M. Colini infra nel testo e cfr. nota 33. 162 ENRICO SILVERIO namento e l’ampliamento dell’archivio, della Gipsoteca e della biblioteca del Museo, nonché per il Bullettino del Museo dell’Impero Romano, fondato nel 1930, e per i cicli di Conferenze del Museo dell’Impero Romano, avviati nel 193931. Questa attività scientifica si rivelò preziosa quando, accantonato il progetto dell’E 42, essa divenne l’unico modo per mantenere in vita le ricerche avviate attorno ai materiali e ancor più nell’immediato dopo-guerra32. Proprio grazie ad essa il Museo dell’Impero riuscì a conservare intatto il patrimonio scientifico raccolto soprattutto in occasione del Bimillenario Augusteo e a trasfonderlo nel nuovo Museo della Civiltà Romana, all’interno di quell’edificio che avrebbe dovuto ospitare la Mostra della Romanità. In effetti, a ben guardare, il ruolo del Museo dell’Impero in occasione del Bimillenario del 1937-38 si concluse realmente solo con la definitiva inaugurazione del nuovo Museo il 21 aprile 1955. In tal senso, avendo qui voluto prendere avvio da una sua lettera, sembra opportuno terminare con alcune parole di Colini che, ormai Direttore dei Musei Comunali, in occasione dell’inaugurazione del 1955, ricordando anche il contributo della FIAT, così terminava di descrivere il periodo 1939-52, indicando due riferimenti cronologici che rinviano sia al Museo dell’Impero del 1927 che alla Mostra Archeologica del 1911: “[…] il 12 maggio 1952, dopo 25 anni di ininterrotto lavoro – che ebbe sempre come centro i Musei Comunali – il sogno vagheggiato quarantacinque anni prima durante quei solenni festeggiamenti per la celebrazione dell’Unità Nazionale che avevano visto intimamente associati Roma e Torino trovava, per un concorso di volontà e di opere provenienti dalle stesse città, la sua prima attuazione”33. ENRICO SILVERIO 31 Il «Bullettino» veniva pubblicato in appendice al «Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma» ed edito “col concorso del R. Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte” sotto la direzione di G.Q. Giglioli e P. Romanelli sino al vol. XIII (1942). Il frontespizio del vol. XIV (1943-1945) reca la sola generica denominazione di Appendice, ma compare ancora la direzione di P. Romanelli, che scomparirà dal volume successivo. Con i volumi XVIII (1953-1955) e XIX (1956-1958) il periodico acquisterà il titolo di «Bullettino del Museo della Civiltà Romana», ma cesserà le pubblicazioni proprio con il volume XIX. Il programma dei diversi cicli di Conferenze del Museo dell’Impero Romano veniva pubblicato in appendice a ciascun «Bullettino». Da uno spoglio delle annate si evince come, con il procedere delle vicende belliche e nel primo dopo-guerra, le conferenze vennero ribattezzate Conferenze del Museo di Roma, profittando della presenza di questo Museo nella stessa sede del Museo dell’Impero e presentando quest’ultimo anche come “Sezione antica” del primo. Cfr. infra nota 32 e vd. supra nota 23 per la concessione di fondi a favore delle iniziative del Museo dell’Impero nel periodo 1939-44. 32 Vd. A.M. COLINI, Storia del Museo, in A.M. COLINI-G.Q. GIGLIOLI, Il Museo della Civiltà Romana, Roma 1955, pp. 9-10, da cui si evince anche come nel primo periodo post bellico il Museo dell’Impero Romano fosse prudentemente presentato come la “Sezione antica” del Museo di Roma. Cfr. anche supra nota 31. 33 A.M. COLINI, Storia del Museo, cit., p. 10. MARIA MANGIAFESTA Un’ara da Albano ai Musei Capitolini nei disegni di Fra’ Giocondo MARIA ELISA TITTONI Il ritratto di Vittoria Manzoni Brambilla al Museo di Roma. Un’opera di Hippolyte Lefebvre, Grand Prix de Rome ALESSANDRA DISTANTE Maiolica arcaica, maiolica rinascimentale, ceramica conventuale alla luce delle recenti indagini sul Campidoglio SUSANNA MISIANO Americani al Museo di Roma: artisti, viaggiatori e storie d’oltreoceano tra ’800 e ’900 ALESSANDRO SPILA Le esequie di Maria Clementina Sobieski dipinte da Giuseppe e Domenico Valeriani GIULIA FUSCONI Una rara medaglia per il cardinale Camillo Massimo STEFANO PIERGUIDI Monnot, Livio Odescalchi e il Gladiatore dei Musei Capitolini ALBERTA CAMPITELLI-ANNAPAOLA AGATI Il Teatro di Villa Torlonia: storia di un recupero Un inedito marmo in Campidoglio LUCIA PIRZIO BIROLI STEFANELLI Mitridate: un cammeo dall’antico di Giovanni Pichler FRANCESCO PAOLO ARATA Un medaglione dall’Accademia del Nudo (?) MARCO PUPILLO Per gli esordi di Vincenzo Camuccini: “Roma che sollevava le Tre Arti Sorelle” incisa da Tommaso Piroli BERNARDO FALCONI Bianca Boni “miniatrice romana” (1786-1857) ENRICO SILVERIO Il ruolo del Museo dell’Impero Romano nelle celebrazioni del bimillenario augusteo del 1937-1938 LENA-MARIA PERFETTINI Il Museo Napoleonico di Roma tra eredità del fondatore e modernizzazione MARIA CRISTINA BIAGI-EMMA MARCONCINI Per un Museo del Giocattolo SIMONETTA TOZZI Luoghi comuni. Vedutisti francesi, inglesi, tedeschi a Roma tra il XVIII e il XIX secolo DISTRIBUZIONE ITALIA - ESTERO VERSIONE DIGITALE EBOOK / APP : www.gangemieditore.it ISSN 0523-9346