Rassegna archeologica
Annali
della Scuola Normale
Superiore di Pisa
Classe di Lettere e Filosofia
serie 5
2016, 8/2
supplemento
NOTIZIE
DEGLI
SCAVI DI ANTICHITÀ
COMUNICATE
DALLA
SCUOLA NORMALE SUPERIORE
DI PISA
Rassegna archeologica
del Laboratorio di Scienze dell’Antichità
Supplemento agli Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa
Classe di Lettere e Filosoia
serie 5
2016, 8/2
Scavi e ricerche a Segesta (Calataimi-Segesta,
TP; 2014-15), Entella (Contessa Entellina, PA) e
Kaulonia (Monasterace, RC; 2014). Applicazioni
di Digital- and Cyber-Archaeology
cura redazionale: Chiara Michelini
Prefazione
Andrea Giardina
vii
Premessa
Carmine Ampolo
xi
Segesta
Scavi nell’area dell’agora (2014-15):
risultati e prospettive di ricerca
Carmine Ampolo, Maria Cecilia Parra
3
Agora. Stoa Nord. Settore centrale (SAS 4; 2014-15)
Riccardo Olivito, Alfonsa Serra
9
Agora. Stoa Nord. Settore NordEst (SAS 4; 2014-15)
Oriana Silia Cannistraci
17
Agora. Stoa Nord. Ala Est (SAS 4; 2014)
Nicola Giaccone, Alfonsa Serra
24
Agora. Stoa Nord. Ala Est. Ambiente alpha (SAS 4; 2015)
Marianna Perna
30
La necropoli ellenistica extra moenia e il muro urbico
tardoarcaico (area 15000, SAS 15 e area 18000, SAS 18).
Rapporto preliminare
Rossella Giglio Cerniglia
37
Entella
Iscrizione sepolcrale greca: una revisione
Carmine Ampolo
55
Manufatti in pietra tenera di epoca medievale.
Primi risultati da un approccio multidisciplinare
A. Corretti, M.Gasparo Morticelli, J.J. Łucejko,
C.F. Mangiaracina, G. Montana, E. Ribechini,
M.P. Colombini
58
Kaulonia
Scavi nel santuario di Punta Stilo (2014):
risultati e progetti di ricerca
Maria Cecilia Parra
81
Area a Sud del tempio dorico (SAS 1 SudOvest; 2014)
Nicola Giaccone
86
Area a NordEst della vasca rituale (SAS 3; 2014)
Riccardo Olivito
90
Tecniche e metodi di Digital- e Cyber-Archaeology
negli scavi del Laboratorio
Tecniche fotogrammetriche e applicazioni di Digital-,
Virtual- e Cyber-Archaeology: le Digital Technologies
e gli scavi del Laboratorio LSA/SAET
Riccardo Olivito, Emanuele Taccola
97
Rilevamento aerofotogrammetrico da UAV
e restituzione 3D dell’ediicio fortiicato medievale di Entella
Cesare Cassanelli, Alessandro Corretti,
Emanuele Taccola
104
Abbreviazioni bibliograiche
109
Illustrazioni
121
Prefazione
Andrea Giardina
Nel 2015 Carmine Ampolo ha lasciato la carica di direttore del Laboratorio di Scienze dell’Antichità (LSA), in coincidenza con la cessazione dal servizio attivo presso la Scuola Normale Superiore. In circa
quindici anni di attività il Laboratorio ha svolto, sotto la sua guida,
indagini storiche e archeologiche in Sicilia e in Magna Grecia, e particolarmente a Segesta, Entella, Kaulonia (quest’ultima in collaborazione con l’Università di Pisa). Questo fascicolo delle Notizie degli scavi
di Antichità raccoglie contributi relativi a scavi e ricerche svoltisi tra
il 2014 e il 2015. Si aggiunge una sezione riguardante applicazioni di
Digital and Cyber-Archaeology. Ancora una volta sarà possibile, agli
studiosi e agli studenti, compiere una sorta di visita al Laboratorio nelle
sue dislocazioni sugli scenari delle indagini, rivedere mentalmente e
attraverso le immagini siti e paesaggi, misurare, tramite l’esposizione
critica e aggiornata degli ultimi risultati, i progressi delle conoscenze,
la cura del patrimonio e dell’ambiente, la felice armonia tra un outillage tradizionale, sempre indispensabile, e alcune evolute applicazioni
tecnologiche. Il numero delle persone coinvolte, la varietà generazionale, la ricchezza delle competenze, confermano le capacità di attrazione e di coinvolgimento del direttore e dei suoi più stretti collaboratori,
insieme con la consapevolezza comune di partecipare a imprese di alto
proilo scientiico. Sempre in campo storico-archeologico, il LSA si è
imposto anche per una vasta attività nell’organizzazione di seminari e
di convegni e per molteplici iniziative connesse con l’insegnamento rivolto agli allievi ordinari e ai perfezionandi. Molte di queste sono state
dirette al mondo della scuola.
I laboratori della Scuola Normale sono ‘strutture’, nel senso che dispongono di personale e di locali e sono soggetti ai regolamenti della
Scuola. Al tempo stesso la loro esistenza è legata a progetti pluriennali,
rinnovabili inché le loro attività appaiono corrispondenti ai progetti e
viii Andrea Giardina
assicurano gli alti standard loro richiesti. In mancanza di simili requisiti
o della disponibilità di un docente in grado di presentare un progetto
e di dirigere il laboratorio, il laboratorio stesso, com’è accaduto non di
rado, cessa le proprie attività.
Per non disperdere la preziosa esperienza del LSA, che ha recato onore all’antichistica italiana, ho accettato l’invito, rivoltomi dall’allora direttore della Scuola Normale Fabio Beltram, dal Collegio Accademico e
dallo stesso Carmine Ampolo (al quale mi lega una forte amicizia risalente al periodo in cui entrambi eravamo studenti alla Sapienza), di presentare all’esame degli organi della Scuola e di illustri valutatori esterni
il progetto di un nuovo Laboratorio denominato Storia Archeologia Epigraia Tradizione dell’Antico (SAET), riguardante gli anni 2016-2019.
Nell’elaborazione del programma mi sono giovato delle competenze e
delle esperienze di molti, e in particolare di Carmine Ampolo, Maria
Cecilia Parra, Alessandro Corretti, Anna Magnetto, Gianfranco Adornato. Il progetto è stato approvato e il nuovo laboratorio ha avviato le
proprie attività nel 2016 (per le sue caratteristiche, si può consultare il
sito web: http://saet.sns.it). Esso si avvale di un Comitato scientiico del
quale fanno parte Gianfranco Adornato, Carmine Ampolo, Mario Citroni, Alessandro Corretti, Anna Magnetto, Glenn Most, Maria Cecilia
Parra, Gianpiero Rosati, Anna Santoni.
In quanto direttore del nuovo Laboratorio è mio compito sostenere
gli studi e le ricerche, la documentazione sul campo e le pubblicazioni
riguardanti in primo luogo Segesta, senza trascurare Entella e Kaulonia.
In campo archeologico, il nuovo laboratorio SAET ha aggiunto tuttavia altri interessi, con l’intento di coniugare e far dialogare tematiche
storico-artistiche con la documentazione archeologica, due ambiti della
medesima disciplina che negli ultimi decenni sembrano troppo spesso viaggiare su binari paralleli. Da questa necessità e dalla sua ricaduta sulla ricerca e sulla didattica, il progetto Oltre Plinio, per esempio,
vuole sofermarsi sulla peculiarità e sull’importanza dei ‘libri d’arte’ di
Plinio il Vecchio, soprattutto per la costruzione presso gli antichi e i
moderni di una storia dell’arte e degli artisti. Altro aspetto dell’indagine
prevede la mappatura e la contestualizzazione delle opere d’arte greca a
Roma e in contesti romani, ora grazie alle fonti letterarie ora grazie alla
schedatura di materiale archeologico, principalmente sculture originali
greche. Quanto alle ricerche scientiiche e alle indagini sul campo, il
SAET ha scelto l’area archeologica di Locri Epizeiri come palestra metodologica per gli studenti della Scuola e per i suoi collaboratori, avva-
ix
Prefazione
lendosi per la prima volta delle competenze e delle più avanzate tecnologie dell’IBAM-CNR, in fattiva collaborazione con la Soprintendenza
Archeologica della Calabria, il Polo Museale della Calabria e il Museo e
Parco Archeologico di Locri e Kaulon: i risultati della prima campagna
di studi (luglio e ottobre 2016) saranno a breve pubblicati.
Come già nel precedente laboratorio, l’archeologia dialoga con le altre
discipline in tutte le numerose articolazioni del nuovo ‘progetto’, che
comprende studi di storia, epigraia, topograia, tradizione dell’antico,
in un arco cronologico esteso dal Mediterraneo arcaico alla tarda antichità. L’articolazione del SAET prevede quattro aree tematiche: «Studi
storici ed epigraici», «Studi archeologici e storico-artistici», «Tradizione dell’antico», «Tecnologie informatiche». A questi aspetti si aianca
una signiicativa attività di promozione e divulgazione scientiica, grazie a una ricca serie di incontri, seminari e giornate di studio rivolti sia
alla comunità scientiica sia alla cittadinanza.
La comunità degli studiosi potrà valutare se si raggiungerà quell’equilibrio tra rispetto di un’importante tradizione e prospettive nuove che
qualiica non solo gli antichisti della Scuola Normale Superiore ma il
carattere stesso dell’Istituzione cui essi appartengono.
Premessa
Carmine Ampolo
Si presenta qui il decimo fascicolo delle Notizie degli scavi di Antichità
della Scuola Normale Superiore, il sesto che appare nella nuova veste
editoriale, come supplemento agli Annali. Questa Rassegna Archeologica è nata nel 2001 per rispondere alla inalità di rendere noti alla comunità scientiica in tempi brevi e in forma preliminare i risultati delle
ricerche del Laboratorio di Scienze dell’Antichità (LSA) – nato dall’uniicazione del Laboratorio di Storia, Archeologia e Topograia del
Mondo Antico (LSATMA) e del Laboratorio Informatico per le Lingue
Antiche (LILA) – che ho diretto dal 2001 al 2015. Nel 2016 è stata avviata, sotto la direzione del Prof. Andrea Giardina, l’attività di un nuovo
Laboratorio di Storia, Archeologia, Epigraia e Tradizione dell’Antico
(SAET), che continua nella prestigiosa sede del Palazzo della Canonica,
afacciato a Sud sulla piazza dei Cavalieri, con la sua facciata attribuita
da molti a Giorgio Vasari per le sue analogie con quella del Palazzo della
Carovana.
Come di consueto, queste Notizie ofrono un quadro delle attività sul
terreno condotte nel 2014 e nel 2015 dal LSA in collaborazione con
Soprintendenze, Parchi Archeologici e Università.
In queste attività il LSA ha impegnato non solo personale, strutturato
e non, ma anche attrezzature di elevata qualità tecnica, tali da garantire gli esiti di documentazione migliori: tra queste, due velivoli U.A.V.
multimotore radioguidati, cioè droni che permettono di eseguire riprese e ilmati ad alta risoluzione, utilizzabili sia per una eicace e aggiornata divulgazione dei dati che per varie forme di ricerca scientiica –
dall’analisi più tradizionale dei dati alla sperimentazione più avanzata.
In uno dei contributi editi in questa sede (R. Olivito, E. Taccola) sono
illustrate molte delle applicazioni più avanzate già sviluppate o in corso
di sviluppo nel campo della Digital- e della Cyber-Archaeology applicate ai nostri contesti d’indagine, con la preziosa e ormai consolidata collaborazione di ricercatori del Laboratorio di Strategie Multidisciplinari
xii
Carmine Ampolo
Applicate alla Ricerca e alla Tecnonologia (SMART; già DREAMSLab,
Dedicated Research Environment for Advanced Modeling and Simulations) della SNS, diretto dal Prof. Vincenzo Barone. E nell’apparato
illustrativo di queste Notizie, come nelle precedenti, si possono vedere
esempi signiicativi dei rilievi fotograici, che stanno alla base di molte
di queste elaborazioni.
Nel 2014 la documentazione acquisita con i droni è stata utilizzata, oltre che per gli scavi di Segesta e di Kaulonia, anche per quelli di Entella,
dove è stata efettuata una breve campagna di scavi nell’area del palazzo
medievale costruito sulle rovine di ediici antichi. Di questo ediicio è
stato eseguito anche un rilievo 3D mediante fotogrammetria, veriicato
con strumenti topograici. È stato così possibile rilevare anche settori
dello scavo di diicile accesso, nei quali è stata riscontrata la presenza
di resti murari la cui documentazione con i metodi tradizionali sarebbe
stata rischiosa.
I siti oggetto delle indagini del 2014 e del 2015 presentate quest’anno
sono Segesta e Kaulonia. A Segesta le indagini archeologiche sono continuate nel 2016 con signiicativi risultati, che forniranno i contenuti
delle prossime Notizie.
Ma anche quest’anno, come in precedenza, abbiamo dato spazio a
contributi di approfondimento su temi speciici, collegati alle ricerche
in corso.
Così, per quanto riguarda Entella, vecchi rinvenimenti sono stati riesaminati alla luce di nuove analisi strumentali. Così un’iscrizione sepolcrale di età tardoarcaica, della quale propongo una nuova lettura sulla
base di fotograie e di un calco. Così una serie di manufatti in arenaria,
analizzati con un approccio pluridisciplinare per caratterizzarne al meglio provenienza (area tra Corleone e Rocca di Entella) e funzione (uso
alimentare e come bruciaprofumi). Recenti rinvenimenti in contesti palermitani hanno dimostrato che si tratta di una produzione artigianale
che ebbe difusione verso la capitale emirale.
Anche la sezione dedicata a Segesta è arricchita quest’anno da un contributo che non riguarda direttamente l’area dell’agora, ma un contesto
di grande importanza per la conoscenza della topograia urbana della
città, quello in cui forse nel V sec. a.C. fu costruito un tratto aggiuntivo
della cinta muraria e dove poi, in età ellenistica, si installò un’ampia necropoli. Rossella Giglio, Direttore della Sezione per i Beni Archeologici
della Soprintendenza di Trapani, lo aveva presentato in occasione di un
Seminario segestano tenutosi a Pisa nel 2003.
xiii
Premessa
Per Segesta (area dell’agora) e Kaulonia (santuario urbano di Punta
Stilo) rimando ai singoli rapporti raccolti in queste Notizie per una illustrazione dettagliata dei risultati, limitandomi a qualche cenno alle loro
linee portanti.
Ancora una volta vorrei sottolineare il signiicato storico che hanno
assunto le indagini a Segesta: si è ulteriormente accresciuta la documentazione relativa ai vari periodi di vita dell’area centrale, dalla ‘rinascita’
su scala monumentale dell’agora in età tardoellenistica e delle sue trasformazioni di età romana, al suo abbandono nel III sec. d.C., seguito
dalla rioccupazione tardo-antica e alto-medievale e poi da quella ben
più estesa di età sveva.
Nel 2014 e nel 2015 gli scavi si sono svolti nei due settori della monumentale stoa ad alae, in cui l’indagine era già avviata. Il lavoro inalizzato ad una lettura sistematica, in tutte le sue forme architettoniche, del
grande portico che chiudeva a Nord la piazza lastricata, è certamente
progredito: ma la sua conoscenza non è ancora totale, perché la ‘teatralità’ e il ‘gigantismo’ delle sue forme e delle sue misure, che ho sottolineato più volte, impongono tempi lunghi e impegno gravoso anche in
termini logistici. Per questo, sono particolarmente grato alla Ditta di
Antonio Fici, che da anni coadiuva le nostre indagini sul campo con
grande perizia, risolvendo quotidianamente problemi di conduzione di
uno scavo, che la monumentalità delle strutture conservate rende sempre più diicoltoso.
Nuovi importanti dati si sono aggiunti, grazie alle campagne di scavo
di questi due anni, per una migliore comprensione dell’ala Est nella sua
articolazione non solo planimetrica, ma anche volumetrica e funzionale
– ben diversa rispetto a quella dell’ala Ovest. C’è ormai un dato acquisito e di notevole importanza nella sua eccezionalità: l’ala si articolava su
più livelli lungo il pendio scosceso e sotto il doppio ordine del portico
colonnato a livello della piazza, si disponeva un corpo sostruttivo occupato da vani di servizio, comunicanti tra loro e con prospetto monumentale a Sud. Insomma: siamo certamente di fronte ad un’attestazione
occidentale di un cosiddetto market-building, tipologia monumentale
di cui l’Asia Minore ci ha conservato numerosi esempi.
Per quel che riguarda il lato Nord, il saggio condotto tra il 2014 e il
2015 ha confermato che la struttura ad archi – individuata in un settore
limitrofo, ma qui assente – fu messa in opera, con funzione di sostruzione della parete rocciosa friabile, solo in corrispondenza di pericolose
lacune; e che forse servì al tempo stesso a sostenere il secondo ordine
xiv Carmine Ampolo
della stoa a metà del lato Nord, laddove si apriva un accesso al secondo
ordine dalla terrazza superiore retrostante. Lo scavo ha di nuovo evidenziato che il muro di fondo del portico correva parallelo alla parete
rocciosa, diviso da essa da un ambulacro di ispezione, celando gli archi
alla vista di chi percorreva la navata interna.
Viene così ulteriormente confermata non solo la notevole monumentalità della grande stoa Nord, degna delle maggiori stoai regie ellenistiche, ma anche la originalità del progetto che distingueva le parti di
servizio (ala Est) dal resto, adattandosi eicacemente alla morfologia
del luogo con soluzioni scenograiche e funzionali al tempo stesso.
Per quanto concerne le indagini nel santuario di Punta Stilo a Kaulonia, le indagini del 2014 a Sud del tempio hanno arricchito la già ampia
tipologia di apprestamenti per il culto relativi alla fase più monumentale del complesso – quella del V sec. a.C. Mentre a Nord della terrazza
templare è stata impostata una nuova area di scavo, che forse getterà
luce sulla fase più recente di frequentazione dell’area.
Mi preme ringraziare di cuore il Direttore della nostra Scuola e gli amici del Servizio Parco Archeologico di Segesta e delle Soprintendenze ai
BB.CC.AA. di Trapani e di Palermo, insieme a quelli della Soprintendenza Archeologica della Calabria, i quali ci hanno sempre assicurato il loro
supporto, anche in questo momento non facile per le amministrazioni
pubbliche.
Una menzione particolare va, come sempre, al personale e ai collaboratori del Laboratorio, il cui impegno ha consentito di realizzare i progetti
di ricerca sia in Sicilia e in Calabria che nella sede pisana, ino all’elaborazione e alla redazione inale di queste Notizie. Sono inoltre grato, per la
consueta amichevole disponibilità unita ad una indubbia professionalità,
alla Redazione degli Annali, nonché a tutti gli amici delle Edizioni della
Normale.
Û
Pisa
Segesta Û
Û Kaulonia
Û Entella
1. Tecniche fotogrammetriche e applicazioni
di Digital-, Virtual- e Cyber-Archaeology:
le Digital Technologies e gli scavi
del Laboratorio LSA/SAET
Riccardo Olivito, Emanuele Taccola
1.1. Introduzione
Le notazioni che seguono sono una sintesi di lavori ed articoli già presentati in veste più ampia e dettagliata in altre sedi. A questi contributi,
indicati nella cronistoria, si rinvia per un approfondimento sulle singole tematiche trattate. In questa sede si intende presentare in maniera
sintetica alcune applicazioni 3D, tuttora in fase di sviluppo, utilizzate
nelle ricerche del Laboratorio di Scienze dell’Antichità/SAET.
A partire dal 2009 un team composto da archeologi della Scuola Normale Superiore (Laboratorio di Scienze dell’Antichità, LSA; dal 2016
Laboratorio di Storia, Archeologia, Epigraia, Tradizione dell’Antico,
SAET) e dell’Università di Pisa (Laboratorio di Disegno e Restauro del
Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, LaDiRe), nonché da esperti nel campo della Virtual Reality (DreamsLab della Scuola Normale
Superiore; dal 2016 Smart Multidisciplinary Approaches for Research
and Technology, SMART) ha avviato un complesso ed articolato proUn sentito ringraziamento va al Prof. Carmine Ampolo, già Direttore del Laboratorio di Scienze dell’Antichità, alla Prof.ssa Maria Cecilia Parra, già Docente presso il
Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, ed al Prof. Vincenzo
Barone, Direttore dello SMART). Allo stesso modo, desideriamo ringraziare il Dott.
Niccolò Albertini. Insieme a chi scrive, quest’ultimo ha collaborato in maniera attiva
e fondamentale alla creazione ed allo sviluppo di molte delle applicazioni cui si farà
riferimento in queste pagine. Un grazie va inine al Dott. Pietro Manti, responsabile del
GIS per Segesta, per le preziose informazioni ed anticipazioni sui promettenti risultati
del suo lavoro. La documentazione graica è opera di chi scrive; si ringraziano, inoltre,
Cesare Cassanelli e le dott.sse Agata Abate e Oriana Silia Cannistraci.
Nell’ambito di un lavoro comune, i parr. 1.1-1.2 sono di Riccardo Olivito, i parr.
1.3-1.4 sono di Emanuele Taccola, i parr. 1.5-1.6 di entrambi gli autori.
98 Riccardo Olivito, Emanuele Taccola
gramma di ricerche nel campo della Digital-, Virtual- and Cyber-Archaeology.
L’obiettivo primario di tale programma è quello di aiancare agli
strumenti di indagine e ricerca più tradizionali nella pratica archeologica, un set di tools e applicazioni in grado di aumentare notevolmente
la capacità di acquisizione, gestione, ed interrogazione/interpretazione
dei dati derivanti dall’attività sul campo.
I contesti archeologici oggetto d’indagine da parte del Laboratorio di
Scienze dell’Antichità, in collaborazione con il Dipartimento di Civiltà
e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, ossia l’agora di Segesta (TP)
ed in misura per il momento minore il santuario di Punta Stilo a Kaulonia (RC), hanno così costituito un campo di applicazione di estremo
interesse per lo sviluppo di tali applicazioni. Al tempo stesso, essi hanno
beneiciato dell’enorme potenziale applicativo di tali strumenti, sia da
un punto di vista più strettamente scientiico che da quello più genericamente divulgativo.
1.2. Dalla ricostruzione alla simulazione
A partire dal 2009, l’impiego di tali tecniche di computer graphics
ha riguardato prevalentemente gli elementi architettonici rinvenuti
durante le ricerche nell’area dell’agora di Segesta (ig. 65). L’obiettivo
era quello di integrare i dati e le ricostruzioni graiche già realizzate
nell’ambito degli studi architettonici dedicati all’agora segestana1, al
ine di procedere alla creazione di un modello digitale della piazza cittadina, il più possibile fotorealistico2.
In questa prima fase, le sperimentazioni erano prevalentemente ispirate ai principi della Digital-Archaeology, con ricostruzioni prevalente-
Ringraziamo la dott.ssa Agata Abate e la dott.ssa Oriana Silia Cannistraci per il
supporto fornitoci in tutte le fasi del lavoro e per aver fornito dati fondamentali per la
ricostruzione dell’aspetto degli ediici presenti sull’agora segestana, in primo luogo la
grande stoa tardoellenistica. Per una sintesi delle principali questioni legate alla ricostruzione architettonica della piazza pubblica segestana e della stoa vd.: Abate, Cannistraci 2012 e Abate, Cannistraci 2013.
2
Cfr. Taccola 2012; Albertini et al. 2014, pp. 300-1, e da ultimo Olivito, Taccola 2014.
1
99 Tecniche fotogrammetriche e applicazioni di Digital-, Virtual- e Cyber-Archaeology
mente statiche e non interattive3. A partire dalla campagna di scavo del
maggio 2014 nell’agora di Segesta, si è avviato un ulteriore processo di
avvicinamento ai principi della cosiddetta Cyber-Archaeology, con una
maggiore attenzione per il concetto di simulazione piuttosto che per
quello di ricostruzione4.
In questo senso, di grande interesse e dagli esiti più validi e interessanti è risultato l’impiego di metodi di rilievo 3D image-based basati su
sensori ottici passivi (fotocamere). In particolare, la procedura deinita
Structure from Motion (da molti indicata anche come Multi-view Stero
Matching), più di una volta descritta nei vari contributi riservati alle
applicazioni 3D dedicate agli scavi dal Laboratorio5, consente l’estrazione dalle immagini di una densa nuvola di punti, caratterizzati da una
coordinata 3D, i quali vengono interpolati per ottenere una supericie
poligonale (mesh) su cui viene inine proiettata la corrispettiva texture
fotorealistica (ig. 66)6.
Per il rilievo 3D di grandi aree è stato fondamentale l’impiego dell’APR
(Aeromobile a Pilotaggio Remoto) in dotazione al Laboratorio (ig. 67).
Anche le operazioni di rilievo aereo7 – note anche come telerilevamento – rappresentano una fase di lavoro ad oggi imprescindibile, consentendo di documentare in poco tempo ampie porzioni di territorio in
maniera dettagliata.
Queste tecniche, introdotte inizialmente in via sperimentale già dal
2012, sono attualmente una componente fondamentale della fase di acquisizione dati dello scavo dell’agora, costituendo una soluzione ideale,
funzionale e rapida (se confrontata con le tecniche tradizionali) per ottenere informazioni metriche precise e accurate (misure lineari, sezioni,
curve di livello, volumi).
Sulle prerogative della cosiddetta Virtual-Archaeology vd. Forte, Siliotti 1997.
Sulla Cyber-Archaeology vd. Forte 2010. Per il concetto di ‘simulazione’ cfr.
Clark 2010.
5
Ad. es. Olivito, Taccola 2014, pp. 177-8.
6
Russo, Remondino 2012.
7
Al rilievo con APR nelle ricerche del LSA/SAET è dedicato un articolo in questa
sede: cfr. infra Cassanelli, Corretti, Taccola.
3
4
100
Riccardo Olivito, Emanuele Taccola
1.3. Virtual environment e hand-free interaction
Sia il modello dell’agora segestana e della stoa tardoellenistica che,
più di recente, quelli delle unità stratigraiche acquisiti durante lo scavo
di un settore cruciale dell’area di scavo, sono stati inine caricati all’interno di un ambiente virtuale interattivo, visualizzabile ed utilizzabile
all’interno del Cave for Automatic Virtual Environment (CAVE), dello
SMART8. In questo ambiente virtuale, l’utente può interagire all’interno
di uno spazio che riproduce fedelmente l’aspetto della piazza pubblica
segestana nella sua fase di maggiore monumentalizzazione. Allo stesso
tempo, egli può ripercorrere tutte le diferenti fasi dello scavo, sfogliare
la sequenza delle unità stratigraiche investigate ed asportate, interrogare i metadati connessi ai singoli modelli: può, in deinitiva, beneiciare
di uno strumento di grande eicacia non solo per ciò che concerne la
visualizzazione ma anche per quanto riguarda l’interpretazione dei dati
ottenuti con l’indagine sul terreno (igg. 68-9).
Tale forma di interazione, inizialmente riservata all’attività all’interno
del CAVE, è stata inoltre implementata al ine di un suo uso tramite devices portatili (ad es. Oculus RIFT) (ig. 70). Ciò consente, e consentirà
sempre di più, di poter utilizzare tali applicazioni anche al di fuori del
laboratorio e, ad esempio, direttamente sul sito. Sarà dunque possibile
veriicare ipotesi di lavoro o controllare ed interrogare i dati relativi ad
indagini e scavi precedenti, continuando ad operare sul terreno.
Alla base di entrambi questi metodi di interrogazione e di visualizzazione dei dati è l’intenzione di rendere le operazioni nell’ambiente virtuale il più possibile hand-free e, di conseguenza, naturali. La possibilità
di operare senza ricorrere a devices e tools costituisce oggigiorno un
requisito essenziale per il proicuo uso di tali applicazioni: in tal senso,
lo sviluppo e l’impiego di tecniche di Natural Gesture Interaction, rappresenta un’innovazione di grande importanza per le ricerche condotte
in sinergia tra il Laboratorio LSA/SAET, il DreamsLab/SMART ed il
Laboratorio di Disegno e Restauro dell’Università di Pisa.
8
Cfr. Olivito, Taccola, Albertini 2015a-b.
101 Tecniche fotogrammetriche e applicazioni di Digital-, Virtual- e Cyber-Archaeology
1.4. Work in progress
Se ino alla campagna di maggio 2014 l’acquisizione fotogrammetrica
delle singole unità stratigraiche e, dunque, delle varie fasi dello scavo,
aveva riguardato quasi esclusivamente il cosiddetto SAS 4 Nord, localizzato al centro del lato settentrionale della stoa segestana, a partire
dal maggio 2015 l’impiego di tale tecnica di documentazione è stato
esteso anche al settore più orientale della piazza cittadina. Qui, dove le
ricerche stanno riportando in luce i resti di strutture tardoellenistiche e
poi medievali conservate in elevato per più di 6 metri, l’impiego di metodi di 3D image-based, associati all’uso di APR, consente di restituire
un’immagine del tutto fedele della complessa situazione architettonica
e di stratigraia verticale che connota tale area (ig. 71).
Inine, a partire dal maggio del 2016, è stato avviato l’inserimento dei
dati (graici e non) acquisiti durante la campagna di scavo, in un GIS
(ig. 72) che consentirà agli esperti e agli studiosi di gestire e interrogare
in maniera accurata e approfondita non solo l’enorme messe di dati
stratigraici raccolta durante la più che decennale attività di ricerca sul
campo, ma anche l’ormai elaborato e ricco apparato graico di natura
2D e 3D.
1.5. Cronistoria delle attività sul campo
2009-13: computer graica
2010-15: rilievo 3D image-based
2012-15: rilievo 3D image-based da APR
2013-15: applicazioni di Virtual- e Cyber-Archaeology
2016: creazione di un GIS per la gestione dei dati acquisiti durante lo
scavo.
1.6. Presentazione dei lavori
- Erice (TP), 14 ottobre 2009
Settime giornate internazionali di studi sull’area elima e la Sicilia occidentale
nel contesto mediterraneo, «Agora, foro e istituzioni politiche in Sicilia e nel
Mediterraneo antico»,
Ricostruzioni 3d per l’agora di Segesta (E. Taccola);
102
Riccardo Olivito, Emanuele Taccola
- Torino, 4 novembre 2011
Virtual Cultural Heritage, Strategie multi-canale per la comunicazione 3.0, organizzato da SCUDO - Politecnico di Torino - MIMOS - CNR-ITABC - Salone
DNA Italia,
Applicazioni 3d per l’agorà di Segesta. Dallo scavo allo schermo (E. Taccola,
M.C. Parra);
- Duke University, North Carolina, 14 ottobre 2014
5th International Conference on Remote Sensing in Archaeology. From Space
to Place initiative «he Age of Sensing»,
Techniques and Applications for a virtual Simulation of the agora of Segesta (R.
Olivito, E. Taccola, N. Albertini, D. Licari);
- Riva del Garda, 23 giugno 2014
ISPRS Technical Commission V Symposium «Close-range imaging, ranging
and applications»,
he sanctuary of Punta Stilo at Kaulonia-Monasterace (RC, Italy): preliminary
results of the close range photogrammetric surveys 2012-2013 (E. Taccola, M.C.
Parra, C. Ampolo);
- Avila, 25 febbraio 2015
ISPRS 6th International Workshop 3D-ARCH’2015 «3D Virtual Reconstruction and Visualization of Complex Architectures»,
A hand-free solution for the interaction in an immersive virtual environment:
the case of the agora of Segesta (R. Olivito, E. Taccola, N. Albertini);
- Siena, 2 aprile 2015
CAA 2015 Siena Conference «Keep the revolution going»,
A hand-free solution for the interaction in an immersive virtual environment:
the case of the agora of Segesta (R. Olivito, E. Taccola, N. Albertini);
- Pisa, 20 aprile 2015
Seminari del Laboratorio di Scienze dell’Antichità, Scuola Normale Superiore:
Il rilievo tridimensionale in archeologia: strumenti, tecniche e applicazioni (E.
Taccola).
(<https://www.youtube.com/watch?v=KvrVoUAM3Lg&feature=youtu.be>);
103 Tecniche fotogrammetriche e applicazioni di Digital-, Virtual- e Cyber-Archaeology
- Roma, Academia Belgica, 5 febbraio 2016
Secondo Convegno Internazionale di Archeologia Aerea «Dagli Aerostati ai
Droni: le immagini aeree in Archeologia»,
Il dato oltre l’immagine aerea: il rilievo 3d da APR per la documentazione, l’analisi e il monitoraggio in archeologia (E. Taccola, R. Olivito).
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(Melendugno, LE). Saggi di controllo a Entella (Contessa Entellina, PA; 2008),
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160
65.
66.
Riccardo Olivito, Emanuele Taccola
Computer graica: dal disegno 2D al modello 3D. Il caso dell’agora di Segesta.
La pipeline fotogrammetrica: dalla nuvola di punti alla supericie poligonale
texturizzata. Il caso del cippo arcaico con iscrizione da Kaulonia.
A destra:
67. Modello 3D del santuario di Punta Stilo a Kaulonia ottenuto con rilievo da
APR.
68. Modelli image-based di alcuni degli strati individuati e scavati durante le
indagini nel settore centrale della stoa Nord di Segesta.
161 Riccardo Olivito, Emanuele Taccola
162
69.
70.
Riccardo Olivito, Emanuele Taccola
Visualizzazione ed interazione con i modelli dei singoli strati all’interno del
Cave for Automatic Virtual Environment del DreamsLab.
Visualizzazione ed interazione con i modelli dei singoli strati attraverso
l’impiego di Oculus Rit DK2.
163 Riccardo Olivito, Emanuele Taccola
71.
72.
Modello image-based dell’ambiente alpha presso l’angolo sudorientale della stoa
di Segesta.
Alcune schermate tratte dal GIS utilizzato nelle indagini dell’agora segestana.
Finito di stampare nel mese di dicembre 2016
presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore S.p.A.
Via A. Gherardesca • 56121 Ospedaletto • Pisa
Telefono 050 313011 • Telefax 050 3130300
Internet: http://www.pacinieditore.it