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Wiesław Block ACHILLE RATTI, NUNZIO APOSTOLICO IN POLONIA, E I FRATI MINORI CAPPUCCINI A VARSAVIA ALLA LUCE DE “I DIARI” (1918-1921) Summary: Monsignor Achille Ratti, the future Pope Pius XI, was from 1918 to 1921 the first the Apostolic Visitador and then the Apostolic Nuncio of the Holy See in Poland. During his stay in the capital of the nascent State of the Second Republic of Poland, Msgr Ratti wrote two volumes of the Diary, that is, he put down every day in black and white in elegant calligraphy so much news that testifies to his activity. The Diary was the main and the only source used in the survey carried out in this article. The research was aimed at revisiting the relationship between the Commissariat of the Capuchin Friars Minor in Poland, and especially in Warsaw and Msgr Ratti. The Diary clearly shows how, with the passing of the months since his arrival, Ratti became a sure point of reference for the Capuchin friars. His interventions, answers, suggestions, relationships, became more and more characterized by his paternal love for these sons of St Francis. No wonder then that even the friars on their part, and in a special way Blessed Anicetus Koplin, opened up, confiding in Ratti. This relationship undoubtedly was mutual. The confidence with the Capuchins allowed him to understand many complex situations because they arose along the history of the Polish Church, which remained more than one hundred years under the dominion of three powers: Russia, Austria-Hungary and Germany. Undoubtedly, the meeting with the Church of Poland – and in the case of this study with the Polish Capuchins – helped Msgr Ratti to better perform his Petrine ministry, starting from his election in 1922 and for the next seventeen years, during which he, as pope, turned the rudder of Peter’s Boat. Keywords: Poland – Capucins – Pius XI – 20th Century L’autore è Professore Aggiunto nella Facoltà di Teologia presso la Pontificia Università “Antonianum” a Roma. e-mail: wieslawb112@gmail.com Collectanea Franciscana 88 (2018) 217-249 218 WIESŁAW BLOCK Nel 1918 papa Benedetto XV nominò il Prefetto della Biblioteca Vaticana, Achille Ratti1, Visitatore Apostolico per la Polonia e la Lituania2, nomina che lo colse di sorpresa. Era stato l’Arcivescovo di Varsavia, Aleksander Kakowski3, a chiedere alla Santa Sede l’invio di un suo rappresentante in Polonia, mentre questa nazione si avviava, dopo le tragiche vicende belliche, a riconquistare la perduta indipendenza. Dal momento che la Polonia non era ancora indipendente, il Visitatore era sottomesso al controllo dei due paesi occupanti: Germania e Austria-Ungheria4. 1 Achille Ambrogio Damiano Ratti nacque il 31 maggio 1857 a Desio. Nel 1879 venne ordinato sacerdote a Roma. Dopo essersi laureato in teologia, in diritto e in filosofia, si dedicò all’insegnamento. Nel 1914 fu nominato Prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Nel 1918 ricevette da papa Benedetto XV la nomina a Visitatore apostolico della Polonia e della Lituania con lo scopo ufficiale di assistere la Chiesa polacca nella ricostruzione postbellica. Dopo la morte di Giacomo della Chiesa, il 6 febbraio 1922 Achille Ratti venne eletto papa, assumendo il nome di Pio XI. Dal 1922 al 1933 svolse un’intensa attività per salvaguardare i diritti della Chiesa di fronte al potere statale, stipulando il concordato con molti paesi (Lettonia, Polonia, Lituania, Portogallo, Germania). Con la diffusione dell’ideologia comunista prese una netta posizione contro la Russia sovietica, il Messico e la Spagna repubblicana. Di pari intensità fu la sua azione contro il nazionalsocialismo. Notevole fu il suo impegno per incrementare l’attività missionaria, tanto da essere chiamato il Papa delle missioni. Morì il 10 febbraio 1939 e venne sepolto nelle Grotte vaticane. 2 Sulla missione di Achille Ratti in Polonia e in Lituania tra il 1918 e il 1921 si possono utilmente consultare, tra l’altro, i seguenti lavori, anche se non tutti hanno chiari intenti scientifici: August Hlond, Monsignor Ratti in Polonia, in Vita e Pensiero 6/7 (1929) 465-471; Ermenegildo Pellegrinetti, Pio XI. L’uomo nel papa. Il papa nell’uomo, Roma 1940, 7-40; Ermenegildo Pellegrinetti, Mons. Achille Ratti e i Paesi Baltici, in Studium 2 (1941) 44-50; Jarosław Jurkiewicz, Nuncjatura Achillesa Ratti w Polsce, Varsavia 1953; Walerian Meysztowicz, La nunziatura di Achille Ratti in Polonia, in Pio XI nel trentesimo della morte (1939-1969). Raccolta di studi e memorie, Milano 1969, 179-203; Ottavio Cavalleri, La missione di mons. Achille Ratti nei paesi baltici (1918-1921), in Storia religiosa dei popoli baltici a cura di Adriano Caprioli (Ricerche. La Casa di Matriona, 16), Milano 1987, 263-290; Ottavio Cavalleri, L’archivio di mons. Achille Ratti Visitatore Apostolico e Nunzio a Varsavia 1918-1921, a cura di Germano Gualdo, Città del Vaticano 1990; Roberto Morozzo della Rocca, Achille Ratti e la Polonia (1918-1921), in École Française de Rome 223 (1996) 95-122. 3 Per conoscere meglio la figura del metropolita di Varsavia, cardinale Aleksander Kakowski si consiglia soprattutto il Diario scritto da lui stesso tra il 1913 e il 1938: Aleksander Kakowski, Z niewoli do niepodległości. Pamiętniki, Liszki 2000; questa fonte storica è stata particolare oggetto di studio da parte di Witold Małej, Kardynał A. Kakowski w świetle własnych wspomnień, in Nasza Przeszłość 8 (1958) 233-279 (l’articolo viene seguito da una ricca bibliografia). Ultimamente è apparso uno studio dettagliato sulla sua vita e attività: Marek Makowski, Kardynał Aleksander Kakowski, Metropolita Warszawski (1913-1938). Kalendarium, Warszawa 2015. 4 Nei primi mesi del 1918, la Polonia non aveva riacquistato ancora la sua indipendenza. Da oltre 100 anni, a causa delle tre spartizioni – effettuate negli anni 1772, 1793 e 1795 – la Polonia era stata ripartita tra la Russia, l’Austro – Ungheria e la Prussia. Soltanto alla fine della prima guerra mondiale ottenne piena indipendenza, dando vita alla Seconda Repubblica di Po- ACHILLE RATTI 219 1. Nunzio apostolico in Polonia Achille Ratti, partito dalla Stazione Termini di Roma nella tarda serata del 19 maggio 1918, domenica di Pentecoste, arrivò a Varsavia il 29 maggio successivo, raggiunto dal suo fedele segretario mons. Ermenegildo Pellegrinetti5 il 5 giugno. Durante il viaggio, il Visitatore apostolico fu senza preavviso invitato a pranzo dal cancelliere tedesco Georg von Hertling nella sua casa a Berlino, dove incontrò i massimi responsabili militari e civili tedeschi per l’Europa orientale, dicendo poi di non aver avuto nessun imbarazzo di forma né alcun dubbio sui contenuti della conversazione6. Nei primi mesi di lavoro il Visitatore si dedicò alla conoscenza della situazione polacca. Gli inizi erano più che positivi: l’accoglienza dei polacchi al rappresentante del papa furono ovunque entusiastiche, nelle campagne come nelle città. Ratti fece lunghi viaggi, visitando quasi tutte le diocesi polacche, ad eccezione di quelle dei territori del Nord polacco-lituano, amministrate dal comando militare tedesco dell’“Ober-Ost” e della Galizia orientale, dove intorno a Leopoli erano già in corso le lotte fra polacchi e ucraini. Ovunque la figura del Visitatore veniva accolta con grande commozione7. Con l’indipendenza della Polonia, l’11 novembre 1918, papa Benedetto XV fu il primo a trasmettere le sue congratulazioni per la sovranità del paese, e il 3 luglio 1919 nominò Achille Ratti Arcivescovo, oltre all’incarico di rappresentate diplomatico della Santa Sede presso lo Stato di Polonia, con il titolo di Nunzio apostolico. Le lettere credenziali furono consegnate al Capo dello Stato, Józef Piłsudski, il 19 luglio lonia. La Chiesa in Polonia, durante questo periodo di sofferenza e persecuzione, divenne per il popolo polacco l’unico luogo dove esso si poteva sentire libero. Sul ruolo del cristianesimo, e in specie della Chiesa cattolica nella storia della Polonia, si veda Jerzy Kłoczowski, A History of Polish Christianity, Cambridge 2000. 5 Ermenegildo Pellegrinetti nacque il 27 marzo 1876 a Camaiore, studiò presso il Seminario di Lucca. Fu ordinato sacerdote nel settembre 1898. A Roma frequentò la Pontificia Accademia di S. Tommaso e di Sant’Apollinare, dove nel 1904 si laureò in diritto. Chiamato alle armi nel novembre 1916, fu prima destinato agli uffici della censura militare, sezione slava, da cui fu esonerato nel maggio 1918 a ragione del suo nuovo incarico come segretario di mons. Ratti, al servizio del quale rimase fino al 1920. Nel 1921 divenne Incaricato d’affari della Nunziatura in Polonia. Cameriere soprannumerario nel 1919 e Prelato domestico di Sua Santità nel 1922, nel maggio dello stesso anno venne nominato Nunzio apostolico in Jugoslavia, reggendo il suo ufficio per quasi 15 anni. Creato Cardinale nel Concistoro del 1936, l’anno successivo tornò a Roma. Qui morí il 29 marzo 1943. Cf. I Diari di Achille Ratti, I: Visitatore apostolico in Polonia (1918-1919), a cura di Sergio Pagano – Gianni Venditti, Città del Vaticano 2013, 37 nota 164. 6 Cf. Lettera di Ratti a Gasparri del 5 giugno 1918, in Archivio del Consiglio per gli Affari pubblici della Chiesa-Segreteria di Stato, Nunz. Varsavia, b. 192. 7 Cf. R. Morozzo della Rocca, Achille Ratti e la Polonia (1918-1921), 97. 220 WIESŁAW BLOCK 1919. Pochi mesi dopo (28 ottobre) Achille Ratti ricevette la consacrazione vescovile dall’Arcivescovo di Varsavia Aleksander Kakowski, alla presenza del Maresciallo, Józef Piłsudski8. Il Visitatore sin dall’inizio collaborò strettamente con l’Arcivescovo di Varsavia, creando buoni rapporti sia con il clero dell’archidiocesi, come anche con i rappresentanti di tutte le categorie sociali della capitale. Grazie al suo intervento nei confronti del governo, l’Ambasciata polacca fu promossa al rango di Ambasciata di prima classe presso la Sede apostolica, e la Nunziatura apostolica a Varsavia fu portata allo stesso rango delle Nunziature di Vienna, Parigi e Madrid, diventando Nunziatura di prima classe. Uno dei compiti, che la Sede apostolica aveva affidato al suo rappresentante in Polonia, era quello di tentare di regolamentare le relazioni tra Stato e Chiesa. Il principale ostacolo sulla via della normalizzazione di tali relazioni era dovuto alla mancanza di una Costituzione del Paese. Nonostante questo, iniziarono i lavori finalizzati alla stipulazione di un Concordato. A questo scopo, il 23 maggio 1921 fu convocata la “Commissione Papale”, composta da rappresentanti dell’Episcopato e degli Ordini religiosi maschili, con l’incarico di preparare un progetto di Concordato. Dal 20 aprile al 12 dicembre 1920, il Nunzio Ratti assunse anche l’incarico di Alto Commissario della Chiesa dei territori plebiscitari dell’Alta Slesia, della Prussia e della Masuria. Ruolo, questo, molto delicato e inoltre limitato dalle numerose riserve da parte del Segretario di Stato, che in realtà si esplicarono in una passiva osservazione dell’andamento della situazione. Il cardinale Gasparri suggerì indirettamente al Nunzio che, nell’espletamento di una missione così delicata, avrebbe dovuto parlare e agire il meno possibile. Non ci si può meravigliare che in tale scottante situazione politica lo svolgimento di questo ruolo causò al Nunzio Ratti dispiaceri e incomprensioni, anche se adempì all’incarico con onestà e piena fedeltà9. Durante la guerra polacco-bolscevica il Nunzio fu uno dei pochi diplomatici che rimase a Varsavia, rafforzando e sollevando lo spirito dei difensori della capitale nell’agosto del 1920, atteggiamento riconosciuto non soltanto dagli abitanti di Varsavia. Durante la prima seduta del Parlamento del 24 settembre 1920, dopo la fine dell’invasione bolscevica, le autorità statali, tramite il Primo ministro, espressero pubblicamente la loro gratitudine alla Sede apostolica e al suo rappresentante per il sostegno morale dato durante i giorni di maggior pericolo per la popolazione10. 8 Cf. Stanisław Wilk, La Polonia al tempo della missione di Achille Ratti, in I Diari di Achille Ratti, I, XXI-XLI. 9 Cf. Józef Kowalczyk, Achille Ratti nunzio apostolico in Polonia. Diplomazia da sesto grado superiore, in L’Osservatore Romano 26-27 ottobre 2009, 4. 10 Cf. R. Morozzo della Rocca, Introduzione, in I Diari di Achille Ratti, II: Nunzio apostolico in Polonia (1919-1920), a cura di Gianni Venditti, Città del Vaticano 2015, XIII-XVI. ACHILLE RATTI 221 Anche l’Università di Varsavia nel 1921 conferì a Ratti la laurea honoris causa e nel 1922 il maresciallo Józef Piłsudski gli concesse il più alto riconoscimento dello Stato polacco, l’Ordine dell’Aquila Bianca. 2. “I Diari” di Achille Ratti Achille Ratti per tutto il tempo della sua permanenza in Polonia, ogni giorno metteva per iscritto in elegante calligrafia tante notizie a testimonianza della sua attività. Da quelle piccole note nacquero i quattro quaderni de I Diari, una delle principali fonti per la conoscenza di quel periodo di vita del futuro papa. Gli appunti del Nunzio abbracciano il periodo che va dal 7 aprile 1918 (convocazione presso il Segretario di Stato Pietro Gasparri11 per la comunicazione della missione “polacca”) al 15 marzo 1920 (partenza da Varsavia per la missione nell’Alta Slesia)12. Essi sono stati pubblicati a cura dell’Archivio Segreto Vaticano in due volumi. Il primo descrive il periodo antecedente la nomina di Achille a Nunzio apostolico: I Diari di Achille Ratti, vol. I: Visitatore apostolico in Polonia (1918-1919), curato dal Prefetto dell’Archivio, Sergio Pagano, e dall’archivista Gianni Venditti, pubblicato nella Città del Vaticano nel 2013. Il secondo volume riporta le note dello stesso Ratti, Nunzio apostolico: I Diari di Achille Ratti, vol. II: Nunzio apostolico in Polonia (1918-1919), a cura di Gianni Venditti, Città del Vaticano 2015. Ambedue i volumi contengono una curata Introduzione: quella del primo volume è degli stessi curatori, alla quale segue un articolo, sempre di carattere introduttivo: La Polonia al tempo della missione di Achille Ratti, del professore e rettore dell’Università Cattolica di Lublino, don Stanisław Wilk. L’Introduzione del secondo volume è stata curata dal prof. Roberto Morozzo della Rocca. Oltre alle notizie ordinarie e quelle più rilevanti per la storia della diplomazia pontificia, in particolare dei legami tra la Santa Sede e la Polonia, nel periodo in cui stava per sorgere la Seconda Repubblica polacca, ci sono alcune notizie riguardanti il 11 Pietro Gasparri (1852-1934), dal 1914 al febbraio 1930 fu Segretario di Stato della Santa Sede. Nel 1917, alla promulgazione del Codice di Diritto Canonico, fu nominato da papa Benedetto XV presidente della commissione per l’interpretazione autentica del Codex Iuris Canonici. Nel 1929 gli sarà affidata pure la presidenza della commissione per la codificazione del Diritto Canonico delle Chiese Orientali. Dopo il conclave del 1922, papa Pio XI lo riconfermò in tutte le sue cariche e nel 1925 lo fece Prefetto della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari. L’11 febbraio 1929 sottoscrisse con Benito Mussolini i Patti Lateranensi. Cf. Carlo M. Fiorentino, All’ombra di Pietro. La Chiesa cattolica e lo spionaggio fascista in Vaticano (1929-1939), Firenze 1999. 12 Cf. S. Pagano – G. Venditti, Introduzione, in I Diari di Achille Ratti, I, X-XIII. 222 WIESŁAW BLOCK suo rapporto con il Commissariato generale dei Frati Minori Cappuccini a Varsavia, in particolare con la persona di Aniceto Koplin, frate cappuccino venuto dalla Germania, che divenne il suo confessore. 3. Il Commissariato generale dei Frati Minori Cappuccini a Varsavia Jan III Sobieski13, Comandante in capo della Corona di Polonia, dopo la vittoria dell’11 novembre 1673 sui Turchi a Chocim, aveva giurato di far venire i Cappuccini in Polonia. Poco dopo la sua elezione a re di Polonia, Sobieski mantenne la sua promessa, e papa Innocenzo XI con la bolla Ex iniuncto vobis del 10 novembre 1680 concesse ai frati la facoltà di recarsi in Polonia14. I primi due conventi di Varsavia e Cracovia dipendevano dalla Provincia di Bologna, dalla quale vennero dodici frati15. Ottantuno anni dopo, il 5 ottobre 1754, papa Benedetto XIV, con il breve apostolico Quaecumque ad maiorem, eresse la Provincia Polacca dei Cappuccini, dedicata ai santi Stanislao e Adalberto, composta dai frati provenienti da due nazioni: la Polonia e l’attuale Repubblica Ceca. Purtroppo le spartizioni della Polonia marcarono la storia della Provincia che fu divisa secondo l’appartenenza alle terre annesse. Dall’unica Provincia di Polonia ne furono erette due: sotto l’occupazione austro-ungarica nacque la Provincia di Galizia (1781), e sotto quella russa la Provincia Russa (1795). Nel 1797 una parte del territorio fu staccata dalla Provincia di Galizia creando il Commissariato generale della Galizia dell’Est (Cracovia, Lublino, Lubartów), che nel 1806 di nuovo ritornò alla Provincia di Galizia. Sotto la dominazione tedesca nel 1797 fu creato il Commissariato generale di Varsavia16. Due anni dopo la nascita del Ducato di Varsavia (1807), la Provincia di Polonia poté essere ricostituita (22 luglio 1810), ma non comprendeva lo stesso territorio che aveva prima della divisione. Risultò infatti composta dal Commissariato di Varsavia 13 Jan III Sobieski (1624-1696), re di Polonia (1674-1696). Educato a Parigi, viaggiò a lungo in molti paesi europei prima di essere richiamato in patria. Nel 1674 fu eletto re, considerato l’unico in grado di frenare l’espansione turca. Distaccatosi dalla Francia per l’ambiguo atteggiamento di Luigi XIV nel conflitto turco-polacco, strinse con Leopoldo I d’Austria e Papa Innocenzo XI un’alleanza contro i turchi (lega santa), partecipando come comandante in capo alla liberazione di Vienna dall’assedio dell’esercito ottomano (settembre 1683). Cf. Jan III Sobieski, in Enciclopedia Europea, V, Milano 1969, 532. 14 Cf. Gabriel Bartoszewski, Przybycie Kapucynów do Polski oraz terytorialny i personalny rozwój Zakonu w latach 1681-1810, in Trzysta lat Kapucynów w Polsce 1681-1981. Materiały z sympozjum w Zakroczymiu (27-29 X 1981), Zakroczym-Warszawa-Kraków 1987, 65. 15 Cf. Katalog Polskich Prowincji Ojców Kapucynów, Rzym-Warszawa 1979, 44-45. 16 Cf. Józef Marecki – Roland Prejs, Zarys historii kapucynów w Polsce, Kraków 2004, 178-179. ACHILLE RATTI 223 e da tre conventi presi dalla Provincia di Galizia17. In tutto contava circa settanta frati distribuiti in nove conventi18. La nuova Provincia, fino all’insurrezione di gennaio del 1863 (Rivolta di Gennaio), crebbe a tal punto che la sua fama si diffuse in tutto l’Ordine per la sua esemplarità sotto tutti gli aspetti della vita religiosa. I centri della vita fraterna e spirituale della provincia erano situati a Varsavia e Lublin19. Spaventato da questo dinamismo, il regime russo attuò severe repressioni verso i Cappuccini, anche per la loro forte attività nella Rivolta di Gennaio. Due frati, Agrypin Konarski e Maksymilian Tarejwo, che prestavano servizio come cappellani tra le truppe dei patrioti polacchi, furono condannati a morte. Molti furono deportati in Siberia, altri furono segregati in carcere. Negli anni 1864-1867 quattro conventi (Ląd, Lublin, Lubartów, Warszawa) furono soppressi. Il convento di Cracovia, in seguito alla richiesta del guardiano, padre Leon Doliński, rivolta al Ministro Generale dei Cappuccini, fu incardinato nella Provincia di Galizia (1865)20. Di conseguenza la Provincia di Varsavia, avendo solo tre conventi (Zakroczym, Nowe Miasto sul Pilica e Łomża), non poteva continuare ad esistere come Provincia e fu trasformata nel 1868 in Commissariato generale della Polonia. Il governo russo nello stesso tempo impose limiti riguardanti il numero dei religiosi e vietò di ricevere nuovi candidati. Fu questa la causa principale della trasformazione in Commissariato: la mancanza di prospettive di ripresa e di crescita. Qualche novizio fu accolto in via eccezionale solo nel 1897. La situazione era in progressivo e costante peggioramento da tanto tempo. Nel 1892 fu soppresso il convento di Zakroczym a causa del lavoro pastorale considerato eccessivo dalle autorità, cioè le confessioni, la corrispondenza e la fondazione di molti istituti secolari ad opera di padre Onorato Koźmiński21 con l’aiuto di altri 17 Cf. G. Bartoszewski, Przybycie Kapucynów do Polski, 81-82. Un ampio studio sulla storia della Provincia di Varsavia è stato compiuto da Jerzy Florian Duchniewski, Polska Prowincja Kapucynów w XIX wieku (1795-1864), in Zakony Franciszkańskie w Polsce, IV, a cura di Jerzy Kłoczowski, Lublin 1987, 11-209. 18 Cf. J. Marecki – R. Prejs, Zarys historii kapucynów w Polsce, 73. Vedi anche Kornel Gadacz, Powstanie Prowincji Galicyjskiej Kapucynów, jej rozwój i zmiana nazwy na Krakowską, in Zakony św. Franciszka w Polsce w latach 1772-1970, II, a cura di Joachim Roman Bar, Warszawa 1978, 177-237. 19 Lo storico, giornalista e patriota Agaton Giller, in una pubblicazione uscita alcuni anni dopo l’Insurrezione scrisse: “Il ritorno della pietà popolare negli anni cinquanta e sessanta del nostro secolo è un frutto del lavoro degli Ordini religiosi, soprattutto grazie ai Cappuccini”: A. Giller, Historia powstania narodu polskiego w roku 1861-1864, III, Paris 1870, 119-120. 20 Cf. Jan Ludwik Gadacz, Słownik Polskich Kapucynów, I, Wrocław 1985, 99. 21 Honorat (Onorato) Koźmiński è stato una figura molto importante per la storia della Provincia di Varsavia. Nacque il 16 ottobre 1829 a Biała Podlaska da una famiglia di buona formazione. Negli anni 1845-48 studiò a Varsavia nella Accademia delle Belle Arti. Per caso, nel 1846 venne arrestato, accusato di complotto contro il regime russo. Nel carcere sperimentò prima una