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1927
Pazzi ! Avete reso necessaria l’idea dell’Ego eterno, esaudendo un proposito ora inaccessibile a voi stessi. Tutto è figlio del desiderio; le gambe per il pesce; le ali per il rettile. Perciò la vostra anima fu generata. Ascolta, O vile !
Lettura del libro di Danilo Zolo "Cosmopolis", del 1995. Scritto all'indomani del crollo dell'Unione Sovietica (1991) e della Prima guerra del golfo (1990-1), mentre infuriavano le prime guerre di assestamento del potere unilaterale americano (Jugoslavia, 1991-99, classificate come 'guerre umanitarie') e prima delle 'guerre preventive' degli anni duemila (Afghanistan, Iraq) e degli interventi 'per la democrazia' della primavera araba (Siria, Libia), più vari bombardamenti sparsi. Si parla complessivamente di 1,2 milioni di morti diretti, 10 milioni di sfollati e 6.500 miliardi di dollari di spese dirette. ---- Danilo Zolo affronta, da un punto di vista "realista" che radica nella lezione di Hobbes e Machiavelli, la costruzione teorica della 'nuova cosmopolis'. Ovvero la prospettiva di un 'governo mondiale' che raccolga sotto un unico potere l'anarchia degli Stati, riducendone la sovranità. Invece di tale prospettiva si dovrebbe lavorare a "ridurre la paura", implementando da una posizione moralmente e culturalmente più modesta e pluralista il 'diritto alla sicurezza' di tutti e il collaterale 'diritto all'insopprimibile pluralità delle forme di vita'. Per farlo occorre allontanarsi dal modello della "Santa alleanza", ovvero da “il progetto di una città politica tendenzialmente universale, pacifica, gerarchica, monocentrica, e, naturalmente, eurocentrica o comunque centrata sull’Occidente”. ---- Il punto specifico di attacco è quella dottrina della "Global security", elaborata dopo la dissoluzione dell'Urss, per la quale l'egemone americano si sentiva in diritto di garantire “il libero e regolare accesso alle fonti energetiche, anzitutto il petrolio, all’approvvigionamento delle materie prime, della libertà e sicurezza dei traffici marittimi ed aerei, della stabilità dei mercati mondiali, in particolare di quello finanziario”. Ovvero, garantire gli interessi degli Stati industriali verso quelli degli Stati produttori di materie prime e di prodotti intermedi di base. E' questa dottrina che legittima gli interventi di "ingerenza umanitaria" ogni qual volta sia "necessario intervenire" per proteggere i propri interessi. Infatti a ben vedere il criterio di intervento è chiaramente enunciato: non si tratta affatto della difesa della democrazia, né, tanto meno, la protezione di vite umane (innumerevoli sono i casi in cui non si è intervenuto davanti a orrendi dittatori o massacri indegni), ma, piuttosto, della protezione del diritto a disporre di forniture energetiche e materie prime in quantità ed a prezzi non scelti dai produttori ma dai consumatori (ovvero, dagli Usa ed alleati), e di controllare i flussi nel mondo. ---- Uno dei punti più significativi è l'attacco alla teoria del suo maestro Norberto Bobbio ed alla funzione chiave che nel concatenamento teorico della dottrina svolge il principio lockiano dei diritti individuali contro l'ingerenza dei diritti di autodeterminazione collettivi. Secondo lo schema per dare ordine al mondo ci vuole un leviatano mondiale (argomento hobbesiano), ma perché non sia oppressivo deve essere democratico. Tuttavia, essendo l'Occidente minoranza questa nozione è interpretata lockianamente come affermazione dei diritti individuali contro l'autodeterminazione degli Stati. Questa è la strada che legittima gli interventi "per la democrazia". ---- Chiaramente il punto debole dell’intera costruzione concettuale, che ha una sua coerenza interna, è l’inevitabile prassi dei ‘due pesi e due misure’, la quale, a sua volta, indica il suo carattere essenzialmente ideologico, volto a coprire la mera politica di potenza. ---- La strada presa, spesso senza neppure esserne consapevoli, del porsi su una ‘altura morale’ dalla quale giudicare il mondo per il mancato rispetto ai propri standard culturali, neutralizza il rischio della minoranza (ed il principio democratico). L’Occidente, che fattualmente è minoranza, si considera tutto perché gli altri non sono pienamente umani. Sono bambini da educare (alla vera democrazia) o mostri da respingere. Tocca all’Occidente il duro peso di essere il maestro inflessibile che conduce l’umanità alla sua vera liberazione. Non sfuggirà che si tratta della medesima filosofia colonialista, sempre presente sotto il velo delle buone maniere. --- Nella parte costruens del testo Zolo ricorda come per costruire la pace occorra contrastare il processo umano di “speudospeciazione”, per il quale ogni gruppo definisce se stesso come ‘specie’ a parte, individuando qualche altro come non-umano. È questa la radice dell’aggressività umana, dello spirito gregario e della territorialità. Sono tutte risposte naturali e funzionalmente utili all’esposizione dell’uomo ad ambienti ostili e al suo bisogno di sicurezza. Probabilmente, se si guarda bene, questa considerazione è particolarmente rilevante per l’osservazione della guerra ucraina in corso, nella quale entrambe le parti, ma in particolare la più debole, hanno colto nella guerra l’occasione di creare una coesione che altrimenti era a rischio. --- E, d’altra parte, sta svolgendo anche nelle nostre disgregate società la medesima funzione. Le élite tentano di compattare una popolazione sempre più spaventata e disorientata indicando nemici esterni (che, talvolta possono essere anche parte della medesima popolazione, ma reproba, irrazionale, pericolosa, sia esso la parte ‘sovranista’ o quella ‘no vax’ o quella ‘putiniana’).
Appunti Numismatici, 2019
Cosa, l'odierna Ansedonia in provincia di Grosseto, fu una colonia latina fondata nel 273 a.C. Come le altre colonie latine dell'epoca, batté monete bronzee, oboli/quartonce/emilitre, nel filone della monetazione romano-campana.
2015
La presente tesi si pone l’obbiettivo di approfondire il fenomeno dell’ anatocismo ripercorrendo l’evoluzione normativa e giurisprudenziale della materia. Prima di entrare nel vivo della questione sarà brevemente analizzato il contesto nel quale il fenomeno anatocistico si inserisce, ovvero le obbligazioni pecuniarie. L’analisi dell’ anatocismo inizierà con l’esegesi dell’ art. 1283 c.c e proseguirà fornendo un’evoluzione dell’applicazione del fenomeno nell’ ambito delle operazioni bancarie. Si partirà, con riferimento a tale ultimo aspetto, dalla lettura dei passaggi chiave delle pronunce più rivoluzionarie sulla materia, le sentenze n. 2374 e n. 3096 della Cassazione, sino a giungere all’ approfondimento dei più recenti interventi legislativi, la legge n. 347 del 27 dicembre 2013 (legge di stabilità per il 2014) e il D.L. 91/2014. L’elaborato si conclude con brevi cenni sulla tutela collettiva e commissione di massimo scoperto
Studi Cattolici, 2011
Information against an unfair behaviour in museum research
«Mediaeval Sophia» 13 (2013), pp. 32-43 (on line)
La leggenda di Maria Egiziaca ha goduto di grande successo nella tradizione agiografica orientale e occidentale. La sua prima attestazione risale al VI-VII sec., quando Giovanni Mosco, nel «Pratum spirituale», narrò di una donna che viveva da eremita nel deserto della Palestina (PG 87, col. 3049). Più o meno nello stesso periodo, Cirillo di Scitopoli (524-569), nella «Vita Ciriaci», racconta di due discepoli che incontrarono la donna nel deserto, oltre il fiume Giordano, e, tornativi una seconda volta, la trovarono morta e ivi la seppellirono. Il testo più diffuso è però la «Vita Mariae Aegyptiacae», in greco, attestata da oltre cento mss., erroneamente attribuita a Sofronio patriarca di Gerusalemme (morto nel 638). Da essa deriva, più o meno direttamente, la maggior parte delle narrazioni successive: quella inserita negli Atti del Secondo Concilio di Nicea (787) e quelle testimoniate nelle varie collezioni di «Vitae Patrum» che si susseguono durante l’Alto Medioevo; particolare è poi l’utilizzo che ne fece Giovanni Damasceno (ca. 650-750), che si servì della «Vita» come "exemplum" nella sua lotta contro l’iconoclastia (PG 94, coll. 1415-1418). Dall’Oriente greco la leggenda passò ben presto all’Occidente latino. Alle origini del culto di Maria Egiziaca (intorno al VII sec.) vi fu la credenza che le reliquie della santa fossero state traslate a Roma sotto il pontificato di Ormisda. Quanto alle testimonianze letterarie, si ricordano la versione, da parte di Anastasio Bibliotecario, degli Atti del Secondo Concilio di Nicea (PL 129, col. 314-315); una versione anonima del VII sec. (BHL 5417); e, soprattutto, la traduzione di Paolo Diacono napoletano, offerta all’imperatore Carlo il Calvo (BHL 5415, in PL 73, coll. 671-690). Attestato nel «Martirologium» di Usuardo (morto nell’875), il culto ispirò, fra il X e l’XI-XII sec., due poemetti agiografici in esametri leonini: il «De Maria Aegyptiaca et Zozima» di Flodoardo di Reims, di 364 vv. («De triumphis Christi et ss. Palestinae», lib. III, cap. 4; BHL 5418, PL 135, coll. 541-548); e, soprattutto importante per le sue superiori qualità letterarie, la «Vita beate Marie Egiptiace» di Ildeberto di Lavardin, di ben 904 vv. (BHL 5419-5420, PL 171, coll. 1321-134: ma cfr. l’ediz. critica di N.K. Larsen, Turnhout 2004). Ancora, Vincenzo di Beauvais include nello «Speculum Historiale» (XVI 65-73) la narrazione della vicenda. Fra i leggendari “condensati” del XIII sec., Giovanni di Mailly non si occupa affatto della santa; Bartolomeo da Trento le dedica due brevi cenni nel «Liber epilogorum», nel capitolo «De assumptione gloriose Virginis Marie» (cap. 270) e nell’appendice B (cap. 6); Iacopo da Varazze, infine, le consacra un intero capitolo («Legenda Aurea», cap. 54), attingendo direttamente alla «Vita» latina. La fortuna della leggenda è ampiamente attestata, inoltre, dalle sue svariate redazioni in volgare. Fra le principali, si ricordano quella di Rutebeuf (XII-XIII sec.) e, soprattutto, la «Vita di santa Maria Egiziaca» inserita da Domenico Cavalca (XIV sec.) nelle sue «Vite dei santi Padri». Personaggio fondamentale e vero coprotagonista della leggenda è padre Zosima, colui che incontra l’eremita nel deserto palestinese e con lei stabilisce un rapporto di devozione, fino alla morte della donna e al suo seppellimento. Tale figura riceve, nelle varie versioni della storia, un diverso trattamento da parte dei diversi autori: spesso, infatti, a lui vengono dedicati ampi stralci, soprattutto all’inizio del racconto, mentre talvolta la narrazione è centrata pressoché esclusivamente sulla storia della conversione e della redenzione dell’ex-prostituta Maria Egiziaca, lasciando poco spazio alla figura di Zosima. Attraverso esempi appositamente scelti, si cerca di mettere in rilievo tali varianti (l’analisi è incentrata prevalentemente sul poemetto di Ildeberto, che è appunto il testo letterariamente più significativo), cercando altresì di dare luce al tema dell’"auctoritas" – nel senso di “autorevolezza” di "pater" spirituale – di Zosima. Una figura duplice, la sua, che da un lato assume le caratteristiche, appunto, di “padre spirituale” della donna (secondo un diffuso modulo agiografico – si pensi, "mutatis mutandis", ad alcuni personaggi di Rosvita, come Abraham o Pafnutius), dall’altro quelle di “discepolo”, nella devozione e nella reverenza che lo legano alla santa anacoreta.
2013
Studio e interpretazione della famosa statua bronzea del Museo del Satiro di Mazara del Vallo
The theological concept of " Person " was developed during the trinitarian and christological debates of the 4 th and 5 th centuries. Afterwards it was employed in order to indicate the " human person " , that is the Western Man. As the divine person, he is the man of contradiction, a tragic and dialectic man, crucifix between freedom and responsibility, immanence and transcendence in a perpetual agony. To the origin of the Euro-pean culture and ethics there is the idea of contradiction and conflict, symbolized by the cross. The person is the center of a dialectic conflict that informs also the history of Western World, suggesting the image of an infinite dispute between the excesses of individualism and collectivism. The model of person has created an axis of vertical attraction and has changed the course of History that acquires a spiral movement.
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Fundamental Issues in Archaeology, 2010
Atatürk Araştırma Merkezi Dergisi, 2024
Bilsam Kurtuba Akademi Sosyal Bilimler II. Ulusal Öğrenci Sempozyumu, Bildiri Tam Metin Kitabı, Sf:167-182, 27-28 Mart 2015, Malatya, 2015
Annals de l'Institut d'Estudis Empordanesos, 2018
L'Harmattan, 2024
Journal of Hebrew Scriptures 12, 2012
October, 2022
O conceito de interesse nacional nos trabalhos de Paulo Roberto de Almeida, 2024
International Journal of Molecular Sciences
PLoS ONE, 2013
TURKISH ONLINE JOURNAL OF DESIGN ART AND COMMUNICATION, 2018
Contemporary Clinical Trials, 2013
Endocrine Abstracts, 2021
SSRN Electronic Journal, 2001
Lecture Notes in Computer Science, 2014