Durante il Seicento la scrittura di lettere fittizie ad imitazione delle Heroides ovidiane, dopo le prime, sporadiche attestazioni tra XV e il XVI secolo , assume le proporzioni di un’irresistibile voga letteraria diffusa in Italia,...
moreDurante il Seicento la scrittura di lettere fittizie ad imitazione delle Heroides ovidiane, dopo le prime, sporadiche attestazioni tra XV e il XVI secolo , assume le proporzioni di un’irresistibile voga letteraria diffusa in Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Inghilterra. I libri che raccolgono le epistole eroiche sono firmati da autori appartenenti alle più diverse estrazioni culturali, da poeti marinisti come Antonio Bruni (Epistole eroiche, 1627) e François Tristan l’Hermite (Lettres mêslées, 1642) al gesuita Jakob Balde (Urania victrix, 1663), dal poeta dilettante e soldato di ventura Mark Alexander Boyd (Epistulae et hymni 1592) ad uno dei più apprezzati letterati dell’età elisabettiana come Michael Drayton (England’s Heroical Epistles 1596). Ai libri interamente appartenenti al genere, in alcuni casi notevolmente fortunati dal punto di vista editoriale, si affiancano numerosi esempi di singole epistole eroiche scritte da autori di primo piano come John Donne (Sappho to Philaenis, 1590) e Giovan Battista Marino (La lettera di Rodomonte a Doralice, 1612), sino ad Alexander Pope, autore della lettera Eloisa to Abelard (1717) destinata a rivoluzionare il genere e a traghettarlo nel XVIII secolo.
Tra l’ultimo decennio del XVI e i primi anni del XVII secolo l’epistola eroica si presenta come un vero e proprio genere letterario che, pur conservando una netta impronta ovidiana, si caratterizza rispetto al modello per un’estensione degli argomenti: le lettere non sono attribuite soltanto alle eroine e agli eroi del mito ma si estendono ai protagonisti della storia sacra e della storia antica, sino ad includere i personaggi delle opere letterarie in volgare (i romanzi cavallereschi e il teatro), dando vita a quella che potremmo definire una sorta di «mappa» dell’immaginario barocco. Il primo a definire il nuovo genere, rivendicandone implicitamente la paternità, è Giovan Battista Marino che nella Lettera premessa alla seconda parte della Lira (1614) annuncia e descrive il suo volume di Epistole eroiche, volume che non vedrà mai la luce. L’intervento di Marino, destinato a segnare la storia del genere in Italia, è significativo in quanto rappresenta il più convincente tentativo di definire il genere prima delle teorizzazioni francesi della seconda metà del Settecento . La definizione mariniana, infatti, dà conto con sufficiente chiarezza di quelle che sono le caratteristiche delle epistole eroiche seicentesche, non solo in Italia ma in tutta l’Europa: scritte ad imitazione di Ovidio, per lo più in versi, trattano argomenti amorosi e sono fondate, quanto agli argomenti, su “azioni notorie”, vale a dire episodi storici o letterari universalmente noti dei quali sono protagonisti personaggi eminenti per valore o fama.
Lo scopo del mio intervento è quello di delineare le caratteristiche del genere delle epistole eroiche nella letteratura del Barocco europeo, con una particolare attenzione agli autori italiani e francesi, tra loro in dialogo. Per farlo è necessario integrare la bibliografia secondaria disponibile, non particolarmente cospicua, con nuove ricerche dedicate tanto alla fortuna editoriale del genere nel suo complesso, quanto alle singole opere, in alcuni casi scarsamente studiate. Con l’eccezione delle pagine dedicate al Seicento nell’imprescindibile saggio bibliografico di Heinrich Dörrie , infatti, gli studi dedicati al genere nel Seicento sono rari , mentre complessivamente l’attenzione della critica si è rivolta per lo più alla fortuna settecentesca del genere studiata nella maggior parte dei casi per i suoi rapporti con la nascita del romanzo epistolare .
Questo primo attraversamento del genere in un’ottica comparata permetterà, da una parte, di delineare alcune significative costanti stilistiche nell’interpretazione seicentesca del genere, da indagare tenendo conto delle fasi di sviluppo del Barocco europeo, cronologicamente sfasate da nazione a nazione ; dall’altra di confrontare tra loro i diversi approcci all’epistola eroica che caratterizzano le culture letterarie interessate dal fenomeno, seguendo le diverse declinazioni dell’immaginario barocco europeo: dai Paesi bassi e la Germania, nei quali sin dalla metà del XVI, tanto sul versante riformato quanto su quello cattolico, è predominante la riscrittura biblica con i libri di Heroides sacrae, all’Inghilterra nella quale Michael Drayton adatta il genere alla voga per la storia nazionale tipico dell’età elisabettiana, alla Francia, nella quale l’imitazione delle lettere ovidiane avviene in prosa, nell’ambito di una fortunatissima fortuna editoriale dei libri di lettere, sino all’Italia, nella quale il genere è caratterizzato in una prima fase dalla presenza predominante dei personaggi dei poemi di Tasso e Ariosto e, in una seconda fase, dalla versificazioni di episodi della storia romana.