Pietra

Tra le numerose pietre presenti nell’architettura di Milano e in Lombardia, cavate a partire dall’età romana e continuativamente utilizzate anche nei periodi successivi, sicuramente la pietra d’Angera riveste un ruolo importante. Questo litotipo fu usato prima e principalmente nelle aree del Varesotto e del Comasco e, successivamente, raggiunse le altre città lombarde attraverso le vie d’acqua, a partire proprio da Milano, capitale dell’Impero e poi del Ducato.

“PIETRE D’ARTIFICIO”. MATERIE PER L’ARCHITETTURA TRA MIMESI ED INVENZIONE

La ricerca per realizzare materie artificiali che possano eguagliare, imitare e superare nelle proprietà tecniche ed estetiche, la pietra, materiale archetipico dell’architettura, ha origini antiche.
La tecnica produttiva dell’industria contemporanea, a distanza di millenni dall’invenzione delle prime “pietre artificiali”, trasforma le materie prime in “materiale” plasmato dall’uomo per soddisfare esigenze costruttive e aspettative estetiche.


L’itinerario proposto intende procedere secondo un percorso conoscitivo che muove dalla natura all’artificio, temporalmente sospeso fra tradizione e contemporaneità, per giungere ad individuare quali potenziali strade si schiudano oggi per le “pietre artificiali” e comprendere in quale prospettiva pensarne il futuro.
Il programma di ricerca si propone di indagare il senso costitutivo, applicativo, estetico delle “pietre d’artificio”, esaminando i modi in cui singoli elementi di partenza (naturali e/o artificiali) vengono trasformati e re-inventati in “materia ricostruita” rendendo possibile la vita del nuovo “materiale” all’interno dei processi tecnologici e infine animando l’orizzonte costruttivo dell’architettura.

Il contributo si incentra sulla descrizione di casi-studio selezionati, tramite cui anticipare i risultati di una ricerca che include osservazioni sull’impiego tardomedievale delle pietre nell’area di Garessio. Soprattutto in questo capoluogo dell’alta val Tanaro rimangono cospicue tracce della cultura tecnica e costruttiva di cui si vuol parlare, mutevole nel tempo e con una fase predominante dello sviluppo concentrata nel xv secolo. Al riguardo, significative appaiono le architetture civili antiche dei borghi Poggiolo e Maggiore.

The pre-representational vision of designer Raffaello Galiotto, supported by sophisticated digital design systems, meets the industrial-artisan experience of the Lithos Design brand, combining creativity, an in-depth knowledge of stone and a propensity to work with high-tech tools that have a strong generative power, to promote third millennium innovation in stone design.
The design of architectural surfaces that began with “Le Pietre Incise”, is investigated and explored in depth and in complex, differentiated plastic-configurative declinations: virtuoso yet functional variations for “Le Pietre Incise Curve Luce”; elegant evolutions in the order of walls for “Muri di Pietra”; three-dimensional volumetric structures for the solid blocks of “Materia Litica”, which replicate forms, eliminate waste and have composable elements; and sinuous components for the “Drappi di Pietra” collection, which brings the textile metaphor of covering up to date through important innovations in the creative and productive process.
Designs and lines become folds and shape the material by overwriting the natural crystallography of stone, bringing a wholly contemporary sense to the theme of stone representation in surfaces, and opening it up to unexplored expressive languages and assembled components.
Thus digital design, a numerical system of non-material parameters, brings form to natural material, to create singular modular artefacts where stone’s material nature appears to be
converted into an apparently antinomical ‘digital materiality’.

“La pietra senza problemi”, è il risultato di un determinato lavoro conoscitivo elaborato in risposta all’appello lanciato della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, intorno ad un tema altamente significativo come quello della sistemazione e riqualificazione dei suoi spazzi.

L’Ecomuseo del Granito di Montorfano e il Civico Museo Archeologico di Mergozzo  organizzano l’incontro scientifico "Le vie della pietra" in occasione del decennale di istituzione dell’Ecomuseo, di cui il Comune di Mergozzo è soggetto gestore in collaborazione con il Comune di Baveno e il Gruppo Archeologico di Mergozzo.
Il tema del convegno, fondante per l’Ecomuseo del Granito, è al centro dell’incontro scientifico, che dedica ampio spazio alla varietà più nota, il marmo rosa di Candoglia, che ha visto l’impiego prestigioso per la costruzione e il decoro scultoreo del Duomo di Milano, e offre una visione articolata di come marmi e graniti alpini, particolarmente - ma non solo - grazie alle vie d’acqua, siano stati oggetto di commercio e diffusione fin da età romana per elementi dell’edilizia, della scultura e dell’epigrafia. In seguito, con il Medioevo e il Rinascimento, e l’attivazione della rete dei Navigli, sono stati impiegati in quantità considerevole per la realizzazione di costruzioni architettoniche e scultoree di grande rilevanza a Milano e in diverse città d’Italia.

Il Civico Museo Archeologico con l'Ecomuseo del Granito e i partners scientifici, Soprintendenza, Parco Nazionale Val Grande e Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, invitano quanti avessero argomenti di interesse a proporre il proprio abstract per partecipare al convegno descritto nell'allegato pdf