Lecce

In this contribution, a multidisciplinary investigation regarding the Roman Amphitheatre in Lecce, southern Italy, is be proposed. In particular, GPR prospecting combined to passive seismic measurements and with a virtual reconstruction of the monument allows deducing some important features of the monument, unknown before. In particular, this is a monument only partially brought to light, and part of it lies under the current Saint Oronzo's Square. We have investigated about the part still undiscovered of the amphitheatre.

 La Virgen de los Ángeles, encontrada en Torrijos, Toledo, es una réplica exacta de la “Assunta“, realizada por Nicola Fumo, para Lecce.
La obra, de 77 cm. se ajusta al “formato terzino”. Un tamaño muy utilizado por Fumo y otros escultores napolitanos para las obras que se destinaban a España. El hecho de que la obra se encuentre en Torrijos, históricamente vinculada al Ducado de Maqueda, emparentado con el virreinato de Nápoles y sobre todo, el hecho de la extraordinaria similitud formal de ambas obras, no sólo en su visión frontal, sino también desde los distintos perfiles, lo que descarta la posibilidad de que pueda ser una reproducción española a partir de algún grabado, nos lleva a la conclusión de que tanto la Virgen de los Ángeles de Torrijos, como la “Assunta” de Lecce, hayan tenido, necesariamente, que salir del mismo taller, el taller de Nicola Fumo.

Per cogliere le particolarità del barocco leccese, è necessario comprendere il retroterra culturale che l’ambiente salentino aveva alle spalle nel momento in cui, in tutto il resto della Penisola, si manifestavano Umanesimo e Rinascimento.
Il processo di sviluppo del Rinascimento nel Salento è totalmente diverso da quello che si verifica in Italia Centrale. Nel Salento si riscontra una resistenza al latino e alla romanizzazione. Questa resistenza è senza dubbio uno dei caratteri generali che uniscono i diversificati contributi di varie culture, che sembrano fondersi nell’ambiente culturale e artistico leccese. L’apporto classicista qui arriva e si manifesta attraverso sistemi culturali complessi che, nei secoli precedenti, si erano concretizzati con gli svevi, gli angioini e gli aragonesi; a tale componente daranno un contributo notevole i gesuiti.
Il linguaggio architettonico, animato da “vivacissimo fermenti autoctoni e rafforzato dalle resistenze al latino (resistenza che è continuo rilancio dell’identità culturale più genuina)” , si sviluppa in maniera varia nei contesti urbani e nei centri di produzione culturale locale, ma sostanzialmente omogenea nel territorio salentino.

A preliminary study on the malacofauna from a Calabrian-age formation located into the surrounding area of Cutrofiano (Lecce) was published in 1983. The original material is now re-examinated and old samples (never studied) from this site are analyzed: misidentifications are fixed, the nomenclature is updated , and 61 new findings are reported. A comparison with a different site of the same area is attempted and a few paleo-environmental data are added to the knowledge of this deposit.

I teatini a differenza dei gesuiti preferirono insediarsi per ragioni di economia in edifici religiosi esistenti. Ne mantennero le intitolazioni originali aggiungendo quella a san Gaetano. Un riuso che si accordava all’idea di rigore e di modestia, espressione del rinnovamento della vita ecclesiastica segnato dalla riforma cattolica antecedente il concilio di Trento con lo scopo di restaurare nella Chiesa la regola primitiva di vita apostolica. Presto però, con l’affermarsi dell’ordine e con l’appoggio di papi, principi e nobili italiani ed europei, avviarono importanti cantieri. Alcuni  teatini furono architetti spesso fedeli ai modelli della controriforma, ma spesso ben più liberi dai canoni tridentini dei gesuiti. A volte furono ortodossi nel ripetere lo schema di sant’Andrea della Valle: aula unica con cappelle laterali, cupola transetto e coro; ma il teatino Francesco Grimaldi difese fino all’ultimo la sua idea a pianta centrale quincunx (cinque cupole) contro Maderno che aveva trasformato San Pietro a croce latina tradendo Michelangelo. Altre volte in importanti edifici come san Giuseppe a Palermo, San Vincenzo a Piacenza, Santa Cristina a Parma o san Siro a Genova seguirono la tipologia basilicale a tre navate delle origini, oppure sperimentarono le audaci spazialità barocche di Borromini in chiese a pianta centrale, nonostante la loro scarsa funzionalità liturgica, o ancora si ottennero impianti longitudinali attraverso l’intersezione di ellissi. Guarino Guarini, teatino, portò l’architettura teatina, se così si può dire o di committenza teatina,  a risultati originalissimi, fondamentali per il rococò europeo. Seppe rappresentare il regno di Dio in terra. Ciò avvenne anche con il contributo della musica. Organi e cantorie sono infatti sempre presenti nelle chiese teatine.

On August 19, 1925 Walter Benjamin published in Frankfurter Zeitung a report from Naples, which was the first of a series dedicated to European cities. “Fabulous travel accounts,” he wrote, “attributed colors to a town that is grey instead, a red grey or ochre, a white-grey. It is really grey compared to the sky and the sea. ... The town is built on the rocks. Looking from the top, near Castel San Martino, where the shouts do not reach you, it lies dead in the twilight, one with the rock. You can hardly see a strip of shore and the buildings that throng together behind it.” Why should Naples, a town on the blue Mediterranean, have appeared to Benjamin grey and dead, indistinguishable from the rock on which it stands? The question, and Benjamin’s acute observation, may be answered by considering the long period of Spanish supremacy over Naples between 1503 and 1707 when these conditions were determined. This was the period when the town assumed a new urban configuration that also engendered an architectural development of high quality. It is therefore as the capital city of a vast viceroyalty that Naples occupies us here (in particular architectural developement in Lecce and in L’Aquila). This chapter focuses on this period also because it was precisely at this time that the social and economic contradictions, problems, and tensions emerged that were to affect the city for centuries to come.

La presente Tesi di Laurea Magistrale traccia una panoramica sulle antiche rotte commerciali e culturali messapiche, proponendo come tema centrale un resoconto dei culti egiziani nella regione, diffusamente attestati in contesti archeologici e attraverso fonti materiali notevoli. A dispetto della rilevanza di tali testimonianze, di cui proponiamo una selezione, non esiste oggi in letteratura alcuna pubblicazione scientifica che tratti approfonditamente i processi di penetrazione religiosa egiziana all’interno della penisola salentina, né il grande seguito che idoli d’ascendenza orientale ebbero nei territori delle odierne province di Lecce, Brindisi e Taranto.

L’elaborato è tripartito; la prima sezione ha un’inclinazione itinerante: offriamo al lettore una sorta di viaggio ideale, che dall’Oriente africano salpi alla volta d’Europa, solcando il mar Mediterraneo e puntando la prua verso una terra incastonata tra Adriatico e Ionio, costellata da innumerevoli porti e porticcioli, attraversata da alcune delle più trafficate infrastrutture stradali romane; il percorso trae ispirazione dai dati storiografici e topografici offerti dagli eruditi della classicità, col supporto critico di autori contemporanei, e analisi archeometriche e interpretative di alcuni manufatti compatibili con gli argomenti trattati.

Il corpo centrale della ricerca, un segmento di raccordo, tratta i rivolgimenti storici e i mutamenti nell’assetto politico e sociale dell’antica Messapia scaturiti all’alba della conquista romana, e definitivamente radicati in età imperiale con l’istituzione del municipium di Lupiae. Proprio nel cuore del capoluogo leccese gli archeologi dell’Università del Salento hanno portato in luce, negli ultimi tre lustri, alcune scoperte di eccezionale interesse storico-archeologico, tra le quali è pertanto parso opportuno trasmettere, nella parte finale, una relazione sinottica sulla più affascinante evidenza cultuale di origine egiziana ivi ritrovata: il tempio di Iside.

This work studies the fortifications of the ancient Basta or Bausta, a pre-Roman Messapian site corresponding to the modern village of Vaste, close to the town of Poggiardo, in Lecce Province. Vaste is in the south-eastern part of the Salento peninsula, a few kilometers inland from the Adriatic coast. The structural analysis of the artefact, which takes account of the wider historical-topographical context, sets out to define and to date the various phases of the fortification walls, as well as to reconstruct their course and their articulation in each segment. The attainment of a better understanding of the Vaste walls contributes to outline the history of Messapian military architecture and to reflect on issues of topographical, sociological and historical nature about topics such as the development of the spatial organization of the settlement and its relationship with the surrounding territory between the IV and the III century b.C.

Il graduale processo di romanizzazione che il Territorium Lyppiense, ovvero l'agro pertinente al municipium di Lupiae (Lecce), ha subito a partire dalla conquista romana del Salento (267-266 a.C.), ha avuto come risultato finale un radicale cambiamento nel popolamento e nello sfruttamento del territorio, secondo specifici modelli infrastrutturali che hanno lasciato segni tangibili e ancora oggi decifrabili nel paesaggio agrario moderno.
Il lavoro qui proposto intende considerare, prendendo in esame gli esiti di un'indagine territoriale condotta sistematicamente in un settore a ridosso della città antica di Lupiae, i tre elementi attraverso cui è stato possibile ridefinire il paesaggio rurale tra il II secolo a.C. ed il IV-VI secolo d.C.: insediamenti, centuriazione, viabilità. Il rinnovamento infrastrutturale che derivò dalla conquista romana del Salento fu un fenomeno duraturo ma transitorio, che trova il suo epilogo nell'età tardoantica che viene qui presentato come il termine ultimo della ricerca.
Il contributo vuole mettere in rilievo, inoltre, il prezioso aiuto che gli strumenti di indagine a disposizione per questa ricerca (fotografia aerea storica, cartografia, toponomastica, evidenze archeologiche inedite), hanno offerto per lo studio del paesaggio storico abitato e per l'individuazione delle persistenze paesaggistiche.

Il volume, che tratta di fabbriche di pavimenti di Napoli, Vietri sul Mare e Lecce, si compone di alcune sezioni:
- Saggio introduttivo: -Introduzione; -Tecnica del biscotto; -Tecnica della decorazione; -Colori; -Forme e dimensioni; -Schemi compositivi e ornamentali; -Motivi ornamentali; -Conclusioni.
- Corpus di 128 fabbriche e dei marchi.
- Tavole con riproduzioni grafiche di 166 marchi.
- 301 Schede di esemplari in mostra.
- 40 tavole a colori e 19 in nero con riproduzioni rispettivamente di 171 e di 109 mattoni o loro composizioni.
- Bibliografia.

New heraldic evidence regarding the Orsini del Balzo princes of Taranto in their capital cities: signs and architecture
This study is focused on the analysis of what remains of the references to the Del Balzo-Orsini family which were placed in churches, palaces and fortifications of the cities of Taranto and Lecce, capital cities of the Principality of Taranto. These inscriptions and coats of arms have been
partially published in the past without ever being studied in-depth and compared from the historical and iconographic point of view. The evidence underlines an imposing will of self-representation of this emerging family branch together with the families related to it. Even in the
short span of a few decades, the members of this family erected absolutely peculiar buildings and urban structures. These familiar “traces”,
once connected and contextualized, will contribute to enhancing the historical and artistic knowledge recorded in the last decades on the transition age in the fiefdoms of the Kingdom of Naples and in particular on the so-called Orsinian Age.

Nella Basilica di san Giovanni Battista al Rosario a Lecce, è affissa una lapide in memoria dei confratelli della congregazione dedicata a Maria SS. del Rosario. Sono ricordati otto caduti della Grande Guerra e un caduto della Guerra d'Abissinia. La lapide è ubicata in un'area non molto visibile ai fedeli.

ABSTRACT

Through the comparison of five accounting registers compiled by the officers of the mints of the Kingdom of Naples, between 1453 and 1576, the author attempts to establish what influence had on the reign bureaucratic apparatus the Benedict Cotrugli knowledge regarding Double Entry. The results of research put in evidence the different application that the ragusan did of this accounting tool respect to Pacioli, because over to being the first exhibitor and to have it used in the management of their company, he released it at every socioeconomic level: personal, state and theoretical.

ASTRATTO

Attraverso il confronto di cinque registri contabili compilati dagli ufficiali delle zecche del Regno di Napoli, tra il 1453 e il 1576, l’autore tenta di stabilire quale influenza abbiano avuto nell’apparato burocratico regnicolo le conoscenze di Benedetto Cotrugli in materia di Partita Doppia. I risultati della ricerca pongono in evidenza il differente impiego che il raguseo fece di questo strumento contabile rispetto al Pacioli, in quanto oltre ad esserne stato il primo espositore e ad averlo utilizzato nella gestione della propria azienda, lo diffuse ad ogni livello socio-economico: personale, statale e teorico.

RESUMEN

Por medio de la comparación de cinco registros contables compilados por los oficiales de las fábricas de moneda del Reino de Nápoles, entre 1453 y 1576, el autor intenta establecer qué influencia tuvo en el reino el aparato burocrático el conocimiento de Benedicto Cotrugli sobre la partida doble. Los resultados de la investigación ponen en evidencia la diferente aplicación que hizo el raguseo de esta herramienta contable respecto a Pacioli, ya que al ser el primero en mostrarlo y tenerlo utilizado en la gestión de su empresa, lo lanzó a todos los niveles socioeconómicos: personal, estatal y teórico.

Le forti affinità architettoniche tra la chiesa di San Giovanni a Matera e quella dei Santi Niccolò e Cataldo a Lecce sono sempre state sottolineate dalla critica e appaiono lampanti nel confronto tra i portali.
Con la caduta dell’intonaco dalle facciate della chiesa materana, in tempi recenti è emerso anche un tipo di scultura insolita e incompresa - tanto da essere stata negata
con la ricopertura ad intonaco - che oggi, alla luce di una rivalutazione storica, appare di grandissimo valore documentale. Parliamo della scultura a incrostazione di mastice.

Antonio Amantea, asso dell'Aviazione Italiana nella Prima Guerra Mondiale, ha dimostrato di essere un ufficiale dell'Aeronautica di grande capacità negli anni del fascismo.
E' stato decorato con la medaglia d'Oro dell'Ordine Militare di Savoia e di sei medaglie d'argento per operazioni di guerra

Nell'ambito di un nuovo e aggiornato studio su tutte le città documentate in Puglia in età romana, il capitolo approfondisce in maniera sistematica la vicenda di Lupiae, municipium dopo la guerra sociale e colonia nel II secolo, al tempo di Antonino Pio o al più all'inizio del principato di Marco Aurelio. Si propone una messa a sistema che legge rinvenimenti a lungo studiati insieme con evidenze di recente acquisizione, nel tentativo di delineare i tratti ricostruibili del tessuto urbano. Tra gli aspetti più significativi spicca la riorganizzazione urbana della prima età imperiale, che è pienamente coerente con gli altri municipi della regione e che mostra uno stretto legame tra la classe dirigente locale e la casa giulio-claudia, con particolare riferimento ad Augusto.

Lecce is a beautiful Mediterranean city with a Baroque soul sculpted in its white stones. It seems to be a made of just one colour: White the stone of churches. White the colour of palaces and homes.
White the colour of paving stones. White that reflects the sun and outlines the unforgettable windswept blue sky. It’s hot in Lecce, a sweet heat that stays with you and won’t let you leave.
The new Urban Plan of Lecce aims to reverse the conventional rules based on zoning and peripheral expansion, creating a plan that is instead based on the city’s deepest values: landscape, tourism, and quality of life. The essay presents the main outcomes of EcoLecce: the research project
that has been setting the basis for the new urban plan.

Il contributo analizza il sistema  difensivo delle torri di avvistamento costiero in terra d'Otranto. L'analisi, dopo un breve introduzione storica, si concentra sulla divisione tipologica, descrivendo con particolare attenzione le torri della serie di Nardò.

Dopo la scelta della salma del soldato sconosciuto selezionato tra undici corpi rinvenuti nei cimiteri o in prossimità dei campi di battaglia della Prima Guerra mondiale, cerimonia avvenuta il 28 ottobre 1921 ad Aquileia, il 4 novembre 1921 si celebrò a Roma la traslazione e solenne tumulazione del Milite Ignoto, nel sacello dell’Altare della Patria, che rappresenta tutti gli italiani caduti e i dispersi in guerra, un luogo che oggi è considerato un vero e proprio tempio laico dedicato simbolicamente all'Italia libera e unita in virtù appunto della inumazione del Milite, il sacrificio per la Patria e per gli ideali connessi. Lo stesso giorno in ogni città d'Italia e nelle comunità italiane all'estero, furono organizzate cerimonie in onore al Milite Ignoto e questi eventi furono minuziosamente descritti dalla stampa italiana, ma anche da quella straniera. Il volume, oltre a riportare le principali cronache dall’Italia e dalle comunità italiane all’estero, pone in evidenza numerose celebrazioni avvenute nella Provincia di Terra d’Otranto che aveva in Lecce il suo capoluogo, comprendente a quel tempo le attuali provincie di Taranto e Brindisi, da cui non tornarono 12331 soldati. Quel valoroso Soldato, inizialmente voluto come “di nessuno”, in seguito fu percepito come “di tutti”.

La Regio Vulturis è fra le aree più suggestive dell’intera Basilicata, terra proiettata ad oriente verso la Puglia e ad occidente verso la Campania. Ripacandida, a pochi chilometri da Melfi, in epoca moderna conosce una crescita demografica e culturale che viene confermata dalle opere d’arte ancora in loco. Sculture in legno policromo, altari marmorei, pale d’altare e argenti confermano l’attenzione da parte del Clero e del patriziato locale a quanto veniva prodotto a Napoli fra Sei e Settecento, tesi che viene fortemente ribadita nei documenti esaminati presso vari archivi, da quello della Chiesa Madre di Ripacandida a quello diocesano di Melfi, dall’Archivio di Stato di Potenza a quello di Napoli, passando per l’Archivio della Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria e per l’Archivio Segreto Vaticano, nonché negli archivi della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata.
Questo volume, ricostruendo le fasi storiche e artistiche delle chiese ripacandidesi e delle confraternite laicali istituite quasi tutte nel corso del Settecento, intende illustrare la cultura materiale e artistica di un popolo che in gran parte si è caratterizzato nella sua specificità in rapporto alla propria fede. Al contempo, la raccolta dei dati documentari, trascritti e studiati con rigore filologico, rappresenta un utile strumento di ricerca per futuri studi in ambito storico, artistico, religioso e antropologico.

Abstract Mortars from the walls of S. Maria di Cerrate Abbey (South Italy) ranging in age from the 12th to the 20th century, were studied using a multidisciplinary approach designed to produce a guideline of investigation that can be applied to the knowledge and preservation of archaeological sites. The analyses highlighted the differences between medieval and post-medieval mortars; the former showed a dominantly carbonate aggregate, the latter a mostly siliciclastic aggregate. Among these, mortars dated from the XVI–XVII centuries display a mixed siliciclastic-carbonate binder whereas mortars from the XIX–XX centuries exhibit a predominantly carbonate binder with the Al-silicates mostly gathered as lumps.