Vatican Museums

(NB: The once uploaded article has been removed. It is now part of a book: 'GANDHI AND THE POPES' (Peter Lang Publishers, 2015).  The original version is still available in 'Gandhi Marg' 33/3.
SYNOPSIS: Eighty years ago, Gandhi visited Rome with a desire to meet the Pope. Unfortunately, Pius XI was unable to grant him an audience and Gandhi was invited to visit the Vatican Museums instead. Press reports blamed the Vatican’s strict adherence to a formal dress code. This article is an attempt to investigate further. It throws light on the combination of circumstances that were unfavourable to the encounter. In the course of his research, however, the author stumbles upon a plot that may have reduced both Gandhi and the Pope to pawns in an insidious game-plan of political one-upmanship – with dire consequences for India’s march towards independence.

Al Lapidario Profano ex Lateranense è conservato un nucleo di iscrizioni sepolcrali latine rinvenute nel 1861 a vigna Marchini, sulla via Nomentana. Il sito di provenienza è identificabile grazie ai catasti ottocenteschi, mentre i rapporti di scavo redatti da Lorenzo Fortunati consentono di tracciare la storia delle scoperte. Di alcuni tituli, CIL VI ignora la provenienza (12866, 16966, 19200, 26634), mentre di altri si fornisce una edizione migliorativa sulla base dell’esame autoptico.

A group of sepulchral inscriptions found in 1861 along the via Nomentana (vigna Marchini) is stored at Lapidario Profano ex Lateranense. Their topographical context can be identified on the basis of 19th century cadastral maps. Lorenzo Fortunati’s reports trace the history of the excavations. CIL VI ignores the provenance of tituli 12866, 16966, 19200, 26634, whereas an autopsy of the tombstones provides us with better versions of texts.

La Révolution française a eu des effets sur la politique culturelle européenne, notamment sur celle de Pie VI (Braschi) continuée par son successeur Pie VII (Chiaramonti). Le Directoire qui avait pour projet d'étendre la Liberté aux pays soumis à un prince à l'autorité absolue, dont venait de se défaire la France. Le gouvernement envoie donc le général Bonaparte à la conquête de l'Italie dès 1796, le menant à la signature du Traité de Tolentino (1797) qui saisi les oeuvres des collections des Etats-Pontificaux. Les galeries vaticanes sont vidées, Pie VII notamment va mener une campagne de grande importance pour combler les niches vides. Fouilles archéologiques ou nouvelles commandes auxquelles sont ajoutées les restitutions d'une partie des oeuvres après le Congrès de Vienne qui avaient été saisies poussèrent le pape Chiaramonti à réouvrir une aile supplémentaire à son musée éponyme, musée d'une remarquable modernité dont les visiteurs d'aujourd'hui tombent sous le charme.

Travail de Master en Etudes Muséales, Université de Neuchâtel (CH), sous la direction du Professeur Pascal Griener.

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Il presente lavoro oscilla tra i due poli estremi della straordinaria parabola artistica di Luca Signorelli, in quanto a un primo capitolo incentrato sul tema della formazione e degli esordi, dal tirocinio pierfrancescano fin quasi alle soglie della maturità (lo "Stendardo di Fabriano" a Brera), segue un capitolo dedicato a uno dei filoni più rilevanti e prolifici della produzione signorelliana, quello della "Sacra Conversazione", considerata lungo l'intero arco della carriera del pittore: dalla "Pala Vagnucci" di Perugia, l'opera della primissima maturità, alla "Pala del Calcinaio" di Cortona, un lavoro incompiuto ed ereditato da Francesco Signorelli, nipote, allievo e collaboratore di Luca.

La selezione delle opere su cui concentrare i nostri sforzi è stata effettuata in vista e preparazione della mostra umbra del 2012, considerando fondamentalmente tre fattori: primo, l'occasione unica e irripetibile di vedere riunite e affiancate, in prestito da collezioni italiane e straniere, tutte le opere che la critica passata e recente ha discusso come possibili lavori primo-signorelliani di impronta pierfrancescana; secondo, la necessità di proseguire e approfondire, specie sul versante della ricerca archivistica, i nostri studi (inaugurati dalla tesi di laurea discussa nel 2003 e pubblicati nel 2008) dedicati alla prima opera sicura del catalogo di Luca, la "Pala Vagnucci" di Perugia, che avrebbe costituito il perno centrale e il polo d'attrazione della suddetta mostra, una volta uscita dalla consueta collocazione nel Museo Capitolare del duomo cittadino; infine, il proposito di rivalutare (specie nel loro valore storico e iconografico) alcuni tardi dipinti – ascrivibili alla bottega di Signorelli e realizzati per località minori dell'Umbria – che, sino a oggi, hanno goduto di una fortuna critica pressoché inesistente: come è accaduto anche alla "Pala della Concezione", situata nell'immediata periferia di Cortona, qui prescelta per il fortissimo rapporto che la lega al capolavoro perugino, in quanto dovuta alla committenza della medesima famiglia cortonese.

Il III miglio della via Prenestina è noto per la presenza di uno dei complessi architettonici più importanti del Suburbio di Roma, ovvero i resti tradizionalmente attribuiti alla Villa dei Gordiani. La speculazione edilizia del XX secolo ha profondamente mutato l' intera area al punto che risulta estremamente problematico ricostruirne con chiarezza il contesto archeologico. Esso era caratterizzato da una necropoli romana che fu scavata nel 1861 dall' archeologo Lorenzo Fortunati, il quale, nei suoi rendiconti, non ne documentò sufficientemente la topografia. Per comprendere come fossero articolate le sepolture è fondamentale lo studio dei tituli pedaturae. La definizione dello spazio funerario, noto dalle dimensioni in fronte et in agro tramandate dai testi epigrafici, permette infatti di valutare l' estensione ed il numero delle aree sepolcrali rinvenute. Le caratteristiche dei supporti epigrafici consentono altresì di individuare le tipologie di tombe, la maggior parte delle quali apparteneva ad esponenti del ceto libertino vissuti tra I e II secolo. I dati raccolti in questo volume, che si fondano sullo studio epigrafico e sul recupero della documentazione archivistica, forniscono nuovi elementi che mettono in relazione il sepolcreto con le adiacenti strutture residenziali e produttive della Villa.

The bas-relief of the Lateran Museum representing three personifications of Etruscan peoples was found during the excavations in Caere in 1840, together with several portraits of members of the julio-claudian imperial family. The analysis of the marble slab allows a reconstruction of the monument as a revetment of an altar decorated by the depiction of the 15 Etruscan peoples of the re-enacted Etruscan league of julio-claudian age. The relief could be a reproduction of a more ambitious monuments of the League dedicated to the emperor.

Il contributo ricostruisce la storia del calco della Pietà vaticana di Michelangelo Buonarroti, realizzato nel 1975 all'interno dei laboratori dei Musei Vaticani come calco di seconda generazione, in un momento storico di grande revival dei calchi come protagonisti di una stagione di diplomazia culturale. Anche la storia del calco della Pietà Rondanini, acquisito dei Musei Vaticani solo nel 1999 e proveniente dalla Biblioteca Vaticana, è ricostruita per la prima volta in questa sede apportando interessanti novità sulla sua provenienza dalla collezione dello scultore Francesco Messina.

Bartolomeo Nogara (Bellano, Como, 1868 - Roma 1954), epigrafista e filologo, dal 1920 alla morte direttore generale dei Musei e Gallerie pontificie. Socio straniero dei Lincei (1947), scrisse prevalentemente di epigrafia, archeologia e lingua etrusca (collaborando al "Corpus Inscriptionum Etruscarum", dal 1903) e illustrò con accurate monografie mosaici e altre opere dei palazzi e dei musei vaticani.

Il lavoro di edizione dei materiali epigrafici rinvenuti da Lorenzo Fortunati negli anni 1861–1862 lungo la via Prenestina, nei pressi della cosiddetta Villa dei Gordiani, sta dando diversi risultati che da un lato apportano nuovi elementi alla storia delle collezioni Lateranensi, dall’altro apportano nuove acquisizioni scientifiche al Lapidario Profano ex Lateranense. La revisione della documentazione conservata all’Archivio Segreto Vaticano, Archivio Storico e Archivio Fotografico dei Musei Vaticani, Archivio di Stato e Archivio Centrale dello Stato di Roma, accompagnata dall’esame autoptico delle iscrizioni, ha permesso di giungere alla ricomposizione delle epigrafi CIL VI, 18876 e 21624. CIL VI, 18876, il cui testo fu trascritto dal Fortunati e allo stesso modo riportato dallo Henzen, fu vista diminuita della prima riga dal Bormann, che la schedò in CIL VI, 15693. Diverso è il caso di CIL VI, 21624. Fortunati rinvenne il reperto già frammentato, ma ignorò il testo presente nel frammento minore, rimasto sinora inedito. In fase di allestimento delle iscrizioni nelle pareti del Palazzo Lateranense, ci si accorse che i due frammenti erano solidali, pertanto furono inseriti insieme entro un riquadro di intonaco. Dopo il 1963, con il trasferimento in Vaticano, si perse traccia della loro unità, riproposta in questo articolo.


The editing works of the epigraphic material discovered by Lorenzo Fortunati in 1861–1862 along Via Prenestina, near the so–called Villa dei Gordiani, is furnishing diverse results: on the one hand this material produces new elements for the history of the Lateran collections while, on the other hand, providing new scientific acquisitions for the Lapidario Profano (ex–Lateran). The revision of the documentation, conserved in the Vatican Secret Archives, the Historical Archives and Photographic Archives of the Vatican Museums, the State Archives and the Central Archives of the Italian State in Rome, and accompanied by the autoptic examination of the inscriptions, allowed us to arrive to recompose the epigraphs CIL VI, 18876 and 21624. CIL VI, 18876, the text of which was transcribed by Fortunati and reported in the same way by Henzen, saw the reduction of its first line by Bormann who catalogued it in CIL VI, 15693. The case of CIL VI, 21624 was different. Fortunati discovered the find already fragmented although he ignored the text found on the lesser fragment, until now unpublished. During the installation phase of the inscriptions on the walls of the Lateran Palace he realised that the two fragments belonged to one inscription. They were consequently placed together inside a plaster frame. With its transfer in 1963 to the Vatican, trace of their unity was lost and is now proposed in this article.

Attraverso un approccio metodologico che combina l’archeologia, la topografia, l’epigrafia con la ricerca archivistica e antiquaria, il volume presenta per la prima volta l’edizione completa degli scavi effettuati nel 1861 da Lorenzo Fortunati al III miglio della via Prenestina, nel corso dei quali fu riportato alla luce un tratto di necropoli lungo la strada e furono indagati alcuni ambienti pertinenti alla cosiddetta villa dei Gordiani. Il recupero delle fonti, costituite in primo luogo dai rapporti settimanali inviati dallo scavatore al Ministero dei Lavori Pubblici, Industria, Agricoltura, Commercio, e Belle Arti, consente di fare chiarezza sulle tappe delle esplorazioni e di individuare i contesti di provenienza dei reperti epigrafici, la maggior parte dei quali si trova oggi ai Musei Vaticani. L’analisi dei materiali archeologici, accompagnata dallo studio dei documenti d’archivio e delle documentazioni grafiche coeve allo scavo, consente di dettagliare il quadro topografico del sito, attualmente compromesso a seguito della scellerata speculazione edilizia del XX secolo che ha completamente alterato la conservazione del paesaggio antico.

ABSTRACT. The Sistine Chapel in the Apostolic Palace of Vatican City, from the view of art history, is probably the most important assembly hall of the world. On November 21, 2009 more than 260 artists met there with Pope Benedict XVI. It was an extraordinary setting. The Vatican indicated that the reason for the meeting was its desire to continue the friendship, the dialogue and the cooperation between artists and Church.
The address of Benedict XVI during the meeting in 2009 was a challenging reflection about beauty. This concept had been critically questioned by artists and aestheticians in the 20th century. Historically speaking, the meeting of Benedict XVI with artists was not a new beginning in the Church’s pastoral care, but rather it continued the reforms after the Second Vatican Council (1962−1965) and, even more, the tradition of the Popes in the 20th century.

In 1839 was created a new Museum in Rome: the Gregorian Egyptian Museum. Wanted by pope Gregory XVI and ideated by the Barnabite Luigi Ungarelli, represents a new way of conceiving the collector of Antiquities, no longer linked to the universalism of knowledge but to the specialization of disciplines. The Vatican Egyptian Museum was born from the synergistic work of Ungarelli and the sculptor Giuseppe de Fabris.

The Sistine Chapel in the Apostolic Palace of Vatican City, from the view of art history, is probably the most important assembly hall of the world. On November 21, 2009 more than 260 artists met there with Pope Benedict XVI. It was an extraordinary setting. The Vatican indicated that the reason for the meeting was its desire to continue the friendship, the dialogue and the cooperation between artists and Church. The address of Benedict XVI during the meeting was a challenging reflection about beauty. This concept had been critically questioned by artists and aestheticians in the 20th century. Historically speaking, the meeting of Benedict XVI with artists was not a new beginning in the Church’s pastoral care, but rather it continued the reforms after the Second Vatican Council (1962−1965) and, even more, the tradition of the Popes in the 20th century.

ABSTRACT. The Sistine Chapel in the Apostolic Palace of Vatican City, from the view of art history, is probably the most important assembly hall of the world. On November 21, 2009 more than 260 artists met there with Pope Benedict XVI. It was an extraordinary setting. The Vatican indicated that the reason for the meeting was its desire to continue the friendship, the dialogue and the cooperation between artists and Church. The address of Benedict XVI during the meeting was a challenging reflection about beauty.  This concept had been critically questioned by artists and aestheticians in the 20th century. Historically speaking, the meeting of Benedict XVI with artists was not a new beginning in the Church’s pastoral care, but rather it continued the reforms after the Second Vatican Council (1962−1965) and, even more, the tradition of the Popes in the 20th century.

Under Napoleon’s regime, the centralization of political and cultural power went hand in hand. Cultural treasures were removed from museums around Europe and brought to Paris, where they were installed in the Louvre. Despite French claims that these works of art would never again be moved—that they would rest “forever” on the banks of the Seine—Europeans were skeptical about these assertions. As a consequence of these dislocations, viewers no longer believed that works of art were permanently rooted in one place—or that a single country could claim ownership of a work in perpetuity.
The repatriation of objects in 1815 after the fall of Napoleon substantiated these beliefs. Museums such as the Vatican and the Louvre were themselves altered by these new ideas of cultural patrimony; inscriptions and frescoes spoke to the recent migration of objects. The museums, which had once celebrated the seeming inviolability of their collections, were now themselves inscribed with reminders of displacement, impermanence and transience.