Maria Pia Rosati
Istituto Mythos, Chairmain, Faculty Member
- Art History, Comparative Literature, Philosophy Of Religion, Folklore, Mythology, Iconography, and 22 moreShamanism, History of Medicine, India, Renaissance Studies, History of Religions, Hinduism, Filosofía, Antropología, Psicología, Comparative Religion, Comparative mythology, Western Esotericism (History), Dreams, Renaissance literature, Iconology, Christian Mysticism, Immaginario simbolico, Melancholy, Sacred Landscape (Archaeology), Western Esotericism (Anthropology), Renaissance Humanism, and Western Esotericismedit
/Users/atopon/Desktop/cartellEbook/kore/occhiello kore.docx Alla sottomissione dell’uomo alla legge delle leggi, al Logos che tutto comanda, quale che sia il suo nome, sempre numinosum e tremendum, si è sostituta ai nostri giorni la... more
/Users/atopon/Desktop/cartellEbook/kore/occhiello kore.docx
Alla sottomissione dell’uomo alla legge delle leggi, al Logos che tutto comanda, quale che sia il suo nome, sempre numinosum e tremendum, si è sostituta ai nostri giorni la sottomissione indiscussa alla cosiddetta verità scientifica, unica dea. Ma la Scienza ha anch’essa un volto tremendum.
È necessario che il mondo odierno, tecnologico e unidimensionale, ritrovi lo spessore simbolico della vita, che custodisce nel profondo l’arreton, l’indicibile, sempre presente, cui alludono gli antichi miti.
«Le strutture e le figure mitiche - scrive G. Durand - sono lo specchio nel quale possiamo guardare il volto delle opere dell’uomo e decifrare la legenda (che sempre ancora deve essere letta) della condizione umana e del suo destino».
Alla sottomissione dell’uomo alla legge delle leggi, al Logos che tutto comanda, quale che sia il suo nome, sempre numinosum e tremendum, si è sostituta ai nostri giorni la sottomissione indiscussa alla cosiddetta verità scientifica, unica dea. Ma la Scienza ha anch’essa un volto tremendum.
È necessario che il mondo odierno, tecnologico e unidimensionale, ritrovi lo spessore simbolico della vita, che custodisce nel profondo l’arreton, l’indicibile, sempre presente, cui alludono gli antichi miti.
«Le strutture e le figure mitiche - scrive G. Durand - sono lo specchio nel quale possiamo guardare il volto delle opere dell’uomo e decifrare la legenda (che sempre ancora deve essere letta) della condizione umana e del suo destino».
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Antigone è paradigma dell’inquietante vicenda dell’uomo in cammino verso sé stesso e la verità, rivelazione-svelamento del senso dell’ esistenza. Fanciulla inerme, Antigone si pone in ascolto di quella verità profonda ed originaria che... more
Antigone è paradigma dell’inquietante vicenda dell’uomo in cammino verso sé stesso e la verità, rivelazione-svelamento del senso dell’ esistenza.
Fanciulla inerme, Antigone si pone in ascolto di quella verità profonda ed originaria che parla in tutta semplicità dal suo cuore, anteriore alle leggi degli dei e degli uomini, che non fa distinzione tra vivi e morti, presente passato e futuro.
Questa verità, fondata nel suo stesso essere, riesce a darle «un cuore ardente anche di fronte a cose che raggelano» (Sofocle, Antigone, v. 88) e le consente di essere autentica, di esprimere il coraggio di essere, di vivere e di morire in conformità con se stessa: «non mi capiterà nulla di così grave da impedire che io muoia nobilmente».
Fanciulla inerme, Antigone si pone in ascolto di quella verità profonda ed originaria che parla in tutta semplicità dal suo cuore, anteriore alle leggi degli dei e degli uomini, che non fa distinzione tra vivi e morti, presente passato e futuro.
Questa verità, fondata nel suo stesso essere, riesce a darle «un cuore ardente anche di fronte a cose che raggelano» (Sofocle, Antigone, v. 88) e le consente di essere autentica, di esprimere il coraggio di essere, di vivere e di morire in conformità con se stessa: «non mi capiterà nulla di così grave da impedire che io muoia nobilmente».
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International audienceL’œuvre de Gilbert Durand a marqué une génération de chercheurs et d’universitaires. Si elle a cette importance c’est sans aucun doute parce qu’elle a été bâtie par une personnalité hors du commun. Gilbert Durand est... more
International audienceL’œuvre de Gilbert Durand a marqué une génération de chercheurs et d’universitaires. Si elle a cette importance c’est sans aucun doute parce qu’elle a été bâtie par une personnalité hors du commun. Gilbert Durand est d’abord un homme courageux tant par ses engagements dans la résistance que par son audace conceptuelle dans le domaine des sciences de l’homme.Alors que pour beaucoup tout semblait perdu, il prend le risque de dire non à l’occupation nazie en citant Joseph de Maistre pour lequel «le plus dur est de voir son pays occupé par une armée étrangère». Cet héroïsme modeste du jeune homme qui affronte les plus grandes difficultés avec une insouciance est fort bien rendu dans le témoignage émouvant que nous publions et qui ouvre ce volume. «Savoir dire non» montre que la culture et le monde ne tenaient debout, en ces temps sombres, que grâce à la volonté de quelques-uns.Dans le vaste domaine de la philosophie et des sciences humaines les risques étaient certes moindres. Mais l’audace n’en existait pas moins. Alors que triomphait une certaine phénoménologie sartrienne, alors que d’autres annonçaient la mort de l’homme, Gilbert Durand sans crainte, proposait une nouvelle définition du symbole (le symbole comme épiphanie d’un sens), montrait que schèmes et mythes s’organisaient de façon systématique et élaborait une fantastique transcendantale. Avec calme et détermination une œuvre se construisait hors des modes et hors d’une médiatisation qui marquaient la vie intellectuelle des années 70.SOMMAIRE -*-Avant-propos / Pascal BOUVIER -**-Introduction / Roger CHEMAIN -A-TEMOIGNAGES -1- Savoir dire non / Gilbert DURAND -2- Gilbert Durand au château de Novéry / Chaoying DURAND-SUN -3- Poème de Maria-Ying DURAND -4- Une petite histoire du CRI / Jean-Michel HÉTRU -5- Gilbert Durand à l'ombre du Temps d’Eranos. Bildung et Remythologisation / Alberto Filipe ARAÚJO -6- Souvenirs d’«une belle encontre» / Claude-Gilbert DUBOIS -7- Madrid et les heures propices. Gilbert Durand au-delà du structuralisme / Fátima GUTIÉRREZ -8- Première rencontre/ Y.HASSANEIN -9- Gilbert Durand et l’Université Saint-Jean de Jérusalem / Jean-Pierre SIRONNEAU -B- OEUVRE ET MISES EN OEUVRES -10- L’épistémologie de l’anthropologie de l’imaginaire selon Gilbert Durand / Jean-Jacques WUNENBURGER -11- Gilbert Durand : topos et atopon / Maria PIA ROSATI -12- Gilbert Durand et l’imaginaire romain / Joël THOMAS -13- Un entretien avec Gilbert Durand / Jean-Clarence LAMBERT -14- Initiation « à la québécoise » aux structures durandiennes de l’imaginaire / Raymond LAPRÉE -15- Itinéraires transdisciplinaires de l’œuvre de Gilbert Durand de Venise à Convento da Arrábida / Basarab NICOLESCU -16- Lieux / Tania ROCHA PITTA -17- L’empreinte d’un imaginaire : exemple de mises en scène / Angélique DERAMBURE -18- Le statut du symbole dans l’anthropologie générale de Gilbert Durand et dans l’anthropologie philosophique de Paul Ricœur / Annie BARTHÉLÉMY -19- Imaginaires de l’art : Prométhée ou Hermès ? / Marie-Pierre BURTIN -20- L’originalité de la perspective anthropologique de Gilbert Durand / Jean-Pierre SIRONNEAU -C- RAYONNEMENT -21- Écritures francophones. Gilbert Durand et les littératures orales / écrites du « grand sud » / Arlette CHEMAIN-DEGRANGE -22- Le littoral congolais et ses poètes / Roger CHEMAIN -23- Mythe héroïque et affleurements mythiques : "En attendant le vote des bêtes sauvages" / Amadou Oury -24- Littérature insulaire des mondes créoles francophones : un imaginaire « nocturne » / Marc GASTALDI -25- Trajet anthropologique de Gilbert Durand au Brésil : incessant échange / Danielle PERIN ROCHA PITTA -26- Le régime ascensionnel pour éclairer l’écriture au féminin : ken bugul et unity dow / Rodah SECHELE-NTHAPELELANG -27- Mythocritique et esprit des lieux dans la mythologie canaque / Hélène SAVOIE COLOMBANI -28- Quelques réflexions sur la création imaginaire / Yves DURAN
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Solamente un essere predestinato ha la facoltà di domandare ad un altro: “qual è dunque il tuo tormento?” E non gli è data nascendo. Deve passare per anni di notte oscura in cui vaga nella sventura, nella lontananza da tutto quello che... more
Solamente un essere predestinato ha la facoltà di domandare ad un altro: “qual è dunque il tuo tormento?” E non gli è data nascendo. Deve passare per anni di notte oscura in cui vaga nella sventura, nella lontananza da tutto quello che ama e con la consapevolezza della propria maledizione. Ma alla fine riceve la facoltà di rivolgere una simile domanda; nel medesimo istante ottiene la pietra di vita e guarisce la sofferenza altrui.
Simone Weil.
Se pure l’uomo ha per intimo statuto la prerogativa di appartenere alla vita della parola, in ogni caso la disposizione all’ascolto della parola impone una svolta e un salto esistenziale.
Per imparare ad ascoltare, è necessario ascoltare il silenzio da cui scaturisce ogni parola che non sia vuota chiacchera o, peggio, rumore di copertura che ci distragga, che ci eviti di pensare al senso e al destino della vita.
Simone Weil.
Se pure l’uomo ha per intimo statuto la prerogativa di appartenere alla vita della parola, in ogni caso la disposizione all’ascolto della parola impone una svolta e un salto esistenziale.
Per imparare ad ascoltare, è necessario ascoltare il silenzio da cui scaturisce ogni parola che non sia vuota chiacchera o, peggio, rumore di copertura che ci distragga, che ci eviti di pensare al senso e al destino della vita.
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Recensione di La foi du cordonnie di Gilbert Durand
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Le tradizionali griglie di comprensione antropologica, sociologica, psicologica, ampiamente insufficienti, descrivono un mondo in via di sparizione e dunque non sono in grado di illuminarci sulla lettura di quei fenomeni che si stanno... more
Le tradizionali griglie di comprensione antropologica, sociologica, psicologica, ampiamente insufficienti, descrivono un mondo in via di sparizione e dunque non sono in grado di illuminarci sulla lettura di quei fenomeni che si stanno spiegando sotto i nostri occhi. È urgente dunque innanzitutto assumere nuovi modelli teorici, strumenti concettuali rinnovati capaci di leggere le realtà di oggi in rapida e talvolta sconvolgente trasformazione.
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Esistere è un trascorrere che termina con la morte e l'oblio, ma l'uomo può divenire “pastore e custode dell'essere” se sa creare un mondo interiore coerente che accolga le singole effimere esperienze, i più significativi vissuti... more
Esistere è un trascorrere che termina con la morte e l'oblio, ma l'uomo può divenire “pastore e custode dell'essere” se sa creare un mondo interiore coerente che accolga le singole effimere esperienze, i più significativi vissuti individuali strutturandoli nella trama di una memoria vera e costruendo nella coscienza,più profonda una diga che impedisca al tempo e alla natura di tutto travolgere e dissolvere.
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Salvation and liberty in the christian message A direct relationship exists between man’s freedom and man’s salvation. A distinctive feature of Christianity is that, in itself, it implies liberty in respect of the State. St. Thomas... more
Salvation and liberty in the christian message
A direct relationship exists between man’s freedom and man’s salvation.
A distinctive feature of Christianity is that, in itself, it implies liberty in respect of the State. St. Thomas also clearly takes up this theme. He recognises the duty to rise up and reject the State if the State betrays man.
In the age of Constantine, Christians came to an agreement with the empire, but on the basis of an inalienable principle; if the empire were to act in contradiction of this principle, the agreement would lapse.
Contemporary man no longer knows how to rebel, or to rise up with the essential as a lever. This is even more difficult in an epoch that disenables and disempowers man, deviously relieves him of responsibility and the fatigue entailed in being fully himself, and invites him to escape the pain and risk of nothingness.
The de-christianization typical of modernity is not the sign of the death of God, but of the death of man who is free. Man in his freedom is always found at the frontiers, one of those “last” whom the Saviour describes as “blessed”.
A direct relationship exists between man’s freedom and man’s salvation.
A distinctive feature of Christianity is that, in itself, it implies liberty in respect of the State. St. Thomas also clearly takes up this theme. He recognises the duty to rise up and reject the State if the State betrays man.
In the age of Constantine, Christians came to an agreement with the empire, but on the basis of an inalienable principle; if the empire were to act in contradiction of this principle, the agreement would lapse.
Contemporary man no longer knows how to rebel, or to rise up with the essential as a lever. This is even more difficult in an epoch that disenables and disempowers man, deviously relieves him of responsibility and the fatigue entailed in being fully himself, and invites him to escape the pain and risk of nothingness.
The de-christianization typical of modernity is not the sign of the death of God, but of the death of man who is free. Man in his freedom is always found at the frontiers, one of those “last” whom the Saviour describes as “blessed”.
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Alla sottomissione dell’uomo alla legge delle leggi, al Logos che tutto comanda, quale che sia il suo nome, sempre numinosum e tremendum, si è sostituta ai nostri giorni la sottomissione indiscussa alla cosiddetta verità scientifica,... more
Alla sottomissione dell’uomo alla legge delle leggi, al Logos che tutto comanda, quale che sia il suo nome, sempre numinosum e tremendum, si è sostituta ai nostri giorni la sottomissione indiscussa alla cosiddetta verità scientifica, unica dea. Ma la Scienza ha anch’essa un volto tremendum.
È necessario che il mondo odierno, tecnologico e unidimensionale, ritrovi lo spessore simbolico della vita, che custodisce nel profondo l’arreton, l’indicibile, sempre presente, cui alludono gli antichi miti.
«Le strutture e le figure mitiche - scrive G. Durand - sono lo specchio nel quale possiamo guardare il volto delle opere dell’uomo e decifrare la legenda (che sempre ancora deve essere letta) della condizione umana e del suo destino».
È necessario che il mondo odierno, tecnologico e unidimensionale, ritrovi lo spessore simbolico della vita, che custodisce nel profondo l’arreton, l’indicibile, sempre presente, cui alludono gli antichi miti.
«Le strutture e le figure mitiche - scrive G. Durand - sono lo specchio nel quale possiamo guardare il volto delle opere dell’uomo e decifrare la legenda (che sempre ancora deve essere letta) della condizione umana e del suo destino».