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Angelo Pagliardini
  • Institut für Romanistik
    Leopold-Franzens Universität Innsbruck
    Innrain, 52
    A 6020 Innsbruck
    Istituto Statale Italiano "Leonardo da Vinci"
    12, rue Sédillot
    F 75007 Paris

Angelo Pagliardini

Il volume, introdotto da una presentazione di sua Eccellenza l’Ambasciatore Sergio Brabanti, considera i rapporti tra i diversi stati italiani e l’Impero Asburgico nel corso del lungo Settecento (1690-1815) dalla prospettiva delle strette... more
Il volume, introdotto da una presentazione di sua Eccellenza l’Ambasciatore Sergio Brabanti, considera i rapporti tra i diversi stati italiani e l’Impero Asburgico nel corso del lungo Settecento (1690-1815) dalla prospettiva delle strette relazioni esistenti tra mondo diplomatico e produzione letteraria. La rete di connessioni che si crea tra le rappresentanze diplomatiche e gli uomini di lettere promuove un’attività culturale intensa, all’origine di edizioni, traduzioni, scambi, conversazioni, spettacoli teatrali e melodrammatici, carteggi. Il volume, che si muove tra storia e letteratura, si ricollega a studi analoghi relativi al ruolo della diplomazia delle lettere nei rapporti tra Italia, Regno Unito e Francia e tra Roma e l’Europa. Il contributo dell’Impero asburgico alla definizione di una rete intellettuale europea è di assoluto rilievo, come emerge dai saggi presenti nel libro, che, nell’intreccio tra politica e letteratura, ricostruiscono la presenza a Vienna di moltissimi letterati provenienti dalla penisola ma anche da altri stati europei e seguono il percorso di diplomatici, ambasciatori, mediatori culturali che svolgono funzioni di coordinamento, mecenatismo, patronage nei confronti dei letterati.
In che modo la descrizione delle opere d’arte e dei monumenti dell’Urbe, negli scrittori dell’Ottocento, ha portato alla formazione di una sorta di museo europeo ideale? Accanto alla ricerca delle caratteristiche proprie di ogni cultura... more
In che modo la descrizione delle opere d’arte e dei monumenti dell’Urbe, negli scrittori dell’Ottocento, ha portato alla formazione di una sorta di museo europeo ideale? Accanto alla ricerca delle caratteristiche proprie di ogni cultura nazionale, i viaggiatori che intraprendevano il Grand Tour concepivano anche una sorta di carta culturale dell’Europa. Su questa carta, Roma costituiva una destinazione importante, divenuta un punto ineludibile fin dal secolo precedente, soprattutto dopo che Winckelmann aveva presentato la Città Eterna come tappa essenziale per la conoscenza del bello ideale. Questo volume accoglie gli atti del colloquio tenutosi il 12 e il 13 aprile 2018 a Roma, all’Istituto Storico Austriaco e all’Accademia di Romania. Il punto di partenza del convegno era discutere in che modo la descrizione delle opere d’arte e dei monumenti dell’Urbe, negli scrittori europei dell’Ottocento, ha portato alla formazione di una sorta di museo ideale, inteso come somma di riferimenti al patrimonio della cultura classica, ma anche come comune serbatoio di storie, temi, motivi mitologici, letterari e plastici, destinati a circolare nelle culture europee. L’identità europea si è formata prevalentemente nel XIX secolo, quando, accanto alla ricerca delle caratteristiche proprie di ogni cultura nazionale, i viaggiatori che intraprendevano il Grand Tour concepivano anche una sorta di carta culturale dell’Europa. Su questa carta, Roma costituiva una destinazione importante, divenuta un punto ineludibile fin dal secolo precedente, soprattutto dopo che Winckelmann aveva presetato Roma come una tappa essenziale per la conoscenza del bello ideale.
Il volume intende analizzare il rapporto fra l’opera di Verga e il contemporaneo processo di costruzione culturale di una comunità nazionale. In che misura si evolve la rappresentazione verghiana del Risorgimento nelle sue opere? Come... more
Il volume intende analizzare il rapporto fra l’opera di Verga e il contemporaneo processo di costruzione culturale di una comunità nazionale. In che misura si evolve la rappresentazione verghiana del Risorgimento nelle sue opere? Come cambia l’impegno “risorgimentale” a partire dalle esperienze dirette? Alle indagini letterarie e culturali si affiancherà un’analisi sistematica delle opere di Verga, con l’utilizzo della banca dati testuale LIZ4.
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Nella definizione dei processi di elaborazione concettuale per la costruzione dell’identità nazionale italiana, la letteratura entra in gioco come un solido punto di riferimento. A proposito del nesso peculiare fra letteratura e... more
Nella definizione dei processi di elaborazione concettuale per la costruzione
dell’identità nazionale italiana, la letteratura entra in gioco come un solido punto di
riferimento.  A proposito del nesso peculiare fra letteratura e identità nazionale il
filologo e poeta Giosue Carducci dichiara esplicitamente:

Quando il principe di Metternich disse l’Italia essere una espressione geografica, non aveva capito la cosa; ella era una espressione letteraria, una tradizione poetica. [...] Io non so se sia vero ciò che il Villemain racconta, che il governo austriaco vietasse certa volta a Milano la recita della canzone all’Italia: ma, se lo fece, certo n’ebbe ragione, benché ormai fosse tardi. (Carducci, Tomba di Francesco Petrarca, 15)
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Il volume rappresenta un’indagine alla ricerca della/delle identità dell’Italia: un percorso linguistico-culturale, storico-sociale, geografico-economico fino alle frontiere dell’identità stessa, attraverso un paese il cui carattere è... more
Il volume rappresenta un’indagine alla ricerca della/delle identità dell’Italia: un percorso linguistico-culturale, storico-sociale, geografico-economico fino alle frontiere dell’identità stessa, attraverso un paese il cui carattere è stato sempre fortemente riconoscibile, in certi termini modellizzante per la cultura e l’intero sistema politico-economico europeo ed occidentale, ma anche molto frammentato e spesso contraddittorio. Dai saggi emerge una definizione interdisciplinare di questa pluralità identitaria, in una chiave di lettura del presente e delle prospettive per il futuro.
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Alessandro Albani (1692-1779), nipote di papa Clemente XI, prima brillante ufficiale di cavalleria, poi prelato e cardinale, fu protagonista della politica pontificia fin dal suo ingresso nell’amministrazione papale, nel 1718. Fra le... more
Alessandro Albani (1692-1779), nipote di papa Clemente XI, prima brillante ufficiale di
cavalleria, poi prelato e cardinale, fu protagonista della politica pontificia fin dal suo ingresso
nell’amministrazione papale, nel 1718. Fra le funzioni ricoperte spiccano quelle svolte
nell’ambito della rete diplomatica dell’Impero asburgico a Roma. Nel presente contributo si
metteranno a fuoco le caratteristiche della sua azione diplomatica fra Roma e Impero, in cui la
comunicazione diplomatica s’interseca con l’attività di collezionista, mecenate e protettore di
artisti e scrittori. Verranno analizzati tre esempi paradigmatici che mostrano come Alessandro
Albani abbia combinato lettere e diplomazia, con quell’autonomia e spregiudicatezza di
iniziativa che l’alto prelato ha sempre perseguito. Nel 1745 il poeta e drammaturgo Gioacchino
Pizzi, segretario del cardinale Alessandro, scrive su suo incarico un’azione drammatica da
mettere in scena a Roma per celebrare l’incoronazione imperiale di Francesco I d’Asburgo: il
cardinale mette in atto un’operazione di promozione letteraria in funzione della diplomazia
asburgica. In secondo luogo vedremo due casi, di segno opposto, di trasfigurazione letteraria
dell’azione diplomatica del cardinale: (1) il melodramma giocoso di Pietro Metastasio Il
conclave del 1774, rappresento a Roma nel carnevale del 1775, in cui viene narrata l’azione di
Alessandro Albani in conclave per l’elezione di papa Braschi (Pio VI), candidato gradito alla
corte cesarea; (2) il dramma cantato La concordia fra il tempo e la gloria, messo in scena a Villa
Albani per la visita a Roma dell’Arciduca Massimiliano d’Asburgo, figlio di Maria Teresa, nel
1775, un testo allegorico in cui si presenta all’ospite il connubio ideale fra il valore eterno
dell’arte e il potere imperiale, connubio che trova il suo teatro ideale a Roma. Il terzo esempio
è il tentativo della diplomazia asburgica di indurre Winckelmann, protetto, ospite e amico del
cardinale Alessandro, a trasferirsi a Vienna, attuato all’insaputa del cardinale, che non avrebbe
mai accettato di rinunciare alla presenza nella sua corte dell’archeologo prussiano.
In questo volume sono riuniti gli interventi presentati al XLV convegno interuniver-sitario di Bressanone, dedicato al tema dell'attesa nei testi letterari esaminati secondo molteplici punti di vista (metrici, narrativi, poetici, retorici... more
In questo volume sono riuniti gli interventi presentati al XLV convegno interuniver-sitario di Bressanone, dedicato al tema dell'attesa nei testi letterari esaminati secondo molteplici punti di vista (metrici, narrativi, poetici, retorici ecc.). In conformità con la tendenza interdisciplinare dei convegni brissinesi, i saggi coprono un arco cronologi-co che va dall'antichità alla modernità e accolgono argomenti riguardanti letterature diverse. Si delinea un quadro ricco di proposte e interpretazioni che lascia intravedere la possibilità di approfondimenti ulteriori su un argomento centrale nella letteratura di ogni tempo. Dall'analisi dei tempi verbali nella Bibbia (Ryzhik) si passa ad autori classici come Seneca e Agostino (Solaro), alla letteratura mediolatina (Mosetti Ca-saretto) e alla letteratura in lingua germanica tar do-antica e alto medievale (Zironi). Un compatto manipolo di saggi è incentrato su testi medievali francesi, interessanti il teatro (Barillari) e i romanzi anticheggianti e arturiani (Sciolette, Russo, De Simone, Murgia), mentre altri articoli approfondiscono testi di autori italiani con specifica at-tenzione al sonetto (Bozzola), a Cavalcanti e Dante (Mele, Terrusi). L'epoca moderna è rappresentata dagli studi sul motivo "dell'attesa della battaglia" in Shakespeare (Ca-nova), del poema romeno eroicomico della Zingareide (Vranceanu), della letteratura settecentesca con Alfieri (Santato) e Stendhal (Meter). L'Ottocento è presente con l'esame del Tristano e Isotta di Wagner (Buschinger) e la narrativa italiana di Nievo (Capone) e Verga (Pagliardini), mentre l'ultima parte del volume approfondisce aspet-ti della poesia europea e italiana otto-novecentesca (Coppo, Stevanoni, Brandalise, Scartozzi) e l'opera di due prosatori italiani del Novecento: Alba De Céspedes (Che-mello) e Giorgio Manganelli (Matt).
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Atti del XXXVII Convegno Interuniversitario (Bressanone/Innsbruck, 13-16 luglio 2009) a cura di Ivano Paccagnella e Elisa Gregori ESTRATTO
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Nel 2013 A. Vranceanu e A. Pagliardini hanno organizzato un colloquio internazionale all'Università di Innsbruck su un tema attualissimo come la letteratura europea, di sono uscirti gli atti con il titolo: Rifondare la letteratura... more
Nel 2013 A. Vranceanu e A. Pagliardini hanno organizzato un colloquio internazionale all'Università di Innsbruck su un tema attualissimo come la letteratura europea, di sono uscirti gli atti con il titolo: Rifondare la letteratura nazionale per un pubblico europeo. Da un'idea di Giuseppe Mazzini (Frankfurt, Peter Lang, 2015). Gerhild Fuchs rivolge alcune domande agli autori per sapere come si possa, partendo da Giuseppe Mazzini, le cui idee sull'Europa risalgono alla prima metà del XIX secolo, trattare un tema così presente nel dibattito attuale.
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Carlo Pulsoni intervista Angelo Pagliardini
Intervista radiofonica sul "Servitore di due padroni" di Goldoni
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(De)scrivere Roma nell'Ottocento: alla ricerca del museo delle radici culturali europee Rom (be)schreiben im XIX. Jahrhundert: auf der Suche nach dem Museum für die kulturellen Wurzeln Europas
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