- Institut für Romanistik
Leopold-Franzens Universität Innsbruck
Innrain, 52
A 6020 Innsbruck
Istituto Statale Italiano "Leonardo da Vinci"
12, rue Sédillot
F 75007 Paris
Angelo Pagliardini
University of Innsbruck, Romance Studies, Faculty Member
- Cultural Heritage, Romance Studies, Cultural Studies, Cultural History, Italian Literature, Contemporary Italian Literature, and 19 moreIdentity (Culture), National Literature, Migrant Literature, Bi/plurilingualism/literacy, Renaissance literature, Epic poetry, Risorgimento, Letteratura italiana moderna e contemporanea, History of Italian Language, Dante Alighieri, Romance philology, Italian Renaissance literature, Italian Studies, Comparative Literature, Italian Cultural Studies, Italian philology, Contemporary Literature, Contemporary Italian Poetry, and Renaissance Studiesedit
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Il volume intende analizzare il rapporto fra l’opera di Verga e il contemporaneo processo di costruzione culturale di una comunità nazionale. In che misura si evolve la rappresentazione verghiana del Risorgimento nelle sue opere? Come... more
Il volume intende analizzare il rapporto fra l’opera di Verga e il contemporaneo processo di costruzione culturale di una comunità nazionale. In che misura si evolve la rappresentazione verghiana del Risorgimento nelle sue opere? Come cambia l’impegno “risorgimentale” a partire dalle esperienze dirette? Alle indagini letterarie e culturali si affiancherà un’analisi sistematica delle opere di Verga, con l’utilizzo della banca dati testuale LIZ4.
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Nella definizione dei processi di elaborazione concettuale per la costruzione dell’identità nazionale italiana, la letteratura entra in gioco come un solido punto di riferimento. A proposito del nesso peculiare fra letteratura e... more
Nella definizione dei processi di elaborazione concettuale per la costruzione
dell’identità nazionale italiana, la letteratura entra in gioco come un solido punto di
riferimento. A proposito del nesso peculiare fra letteratura e identità nazionale il
filologo e poeta Giosue Carducci dichiara esplicitamente:
Quando il principe di Metternich disse l’Italia essere una espressione geografica, non aveva capito la cosa; ella era una espressione letteraria, una tradizione poetica. [...] Io non so se sia vero ciò che il Villemain racconta, che il governo austriaco vietasse certa volta a Milano la recita della canzone all’Italia: ma, se lo fece, certo n’ebbe ragione, benché ormai fosse tardi. (Carducci, Tomba di Francesco Petrarca, 15)
dell’identità nazionale italiana, la letteratura entra in gioco come un solido punto di
riferimento. A proposito del nesso peculiare fra letteratura e identità nazionale il
filologo e poeta Giosue Carducci dichiara esplicitamente:
Quando il principe di Metternich disse l’Italia essere una espressione geografica, non aveva capito la cosa; ella era una espressione letteraria, una tradizione poetica. [...] Io non so se sia vero ciò che il Villemain racconta, che il governo austriaco vietasse certa volta a Milano la recita della canzone all’Italia: ma, se lo fece, certo n’ebbe ragione, benché ormai fosse tardi. (Carducci, Tomba di Francesco Petrarca, 15)
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Il volume rappresenta un’indagine alla ricerca della/delle identità dell’Italia: un percorso linguistico-culturale, storico-sociale, geografico-economico fino alle frontiere dell’identità stessa, attraverso un paese il cui carattere è... more
Il volume rappresenta un’indagine alla ricerca della/delle identità dell’Italia: un percorso linguistico-culturale, storico-sociale, geografico-economico fino alle frontiere dell’identità stessa, attraverso un paese il cui carattere è stato sempre fortemente riconoscibile, in certi termini modellizzante per la cultura e l’intero sistema politico-economico europeo ed occidentale, ma anche molto frammentato e spesso contraddittorio. Dai saggi emerge una definizione interdisciplinare di questa pluralità identitaria, in una chiave di lettura del presente e delle prospettive per il futuro.
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Alessandro Albani (1692-1779), nipote di papa Clemente XI, prima brillante ufficiale di cavalleria, poi prelato e cardinale, fu protagonista della politica pontificia fin dal suo ingresso nell’amministrazione papale, nel 1718. Fra le... more
Alessandro Albani (1692-1779), nipote di papa Clemente XI, prima brillante ufficiale di
cavalleria, poi prelato e cardinale, fu protagonista della politica pontificia fin dal suo ingresso
nell’amministrazione papale, nel 1718. Fra le funzioni ricoperte spiccano quelle svolte
nell’ambito della rete diplomatica dell’Impero asburgico a Roma. Nel presente contributo si
metteranno a fuoco le caratteristiche della sua azione diplomatica fra Roma e Impero, in cui la
comunicazione diplomatica s’interseca con l’attività di collezionista, mecenate e protettore di
artisti e scrittori. Verranno analizzati tre esempi paradigmatici che mostrano come Alessandro
Albani abbia combinato lettere e diplomazia, con quell’autonomia e spregiudicatezza di
iniziativa che l’alto prelato ha sempre perseguito. Nel 1745 il poeta e drammaturgo Gioacchino
Pizzi, segretario del cardinale Alessandro, scrive su suo incarico un’azione drammatica da
mettere in scena a Roma per celebrare l’incoronazione imperiale di Francesco I d’Asburgo: il
cardinale mette in atto un’operazione di promozione letteraria in funzione della diplomazia
asburgica. In secondo luogo vedremo due casi, di segno opposto, di trasfigurazione letteraria
dell’azione diplomatica del cardinale: (1) il melodramma giocoso di Pietro Metastasio Il
conclave del 1774, rappresento a Roma nel carnevale del 1775, in cui viene narrata l’azione di
Alessandro Albani in conclave per l’elezione di papa Braschi (Pio VI), candidato gradito alla
corte cesarea; (2) il dramma cantato La concordia fra il tempo e la gloria, messo in scena a Villa
Albani per la visita a Roma dell’Arciduca Massimiliano d’Asburgo, figlio di Maria Teresa, nel
1775, un testo allegorico in cui si presenta all’ospite il connubio ideale fra il valore eterno
dell’arte e il potere imperiale, connubio che trova il suo teatro ideale a Roma. Il terzo esempio
è il tentativo della diplomazia asburgica di indurre Winckelmann, protetto, ospite e amico del
cardinale Alessandro, a trasferirsi a Vienna, attuato all’insaputa del cardinale, che non avrebbe
mai accettato di rinunciare alla presenza nella sua corte dell’archeologo prussiano.
cavalleria, poi prelato e cardinale, fu protagonista della politica pontificia fin dal suo ingresso
nell’amministrazione papale, nel 1718. Fra le funzioni ricoperte spiccano quelle svolte
nell’ambito della rete diplomatica dell’Impero asburgico a Roma. Nel presente contributo si
metteranno a fuoco le caratteristiche della sua azione diplomatica fra Roma e Impero, in cui la
comunicazione diplomatica s’interseca con l’attività di collezionista, mecenate e protettore di
artisti e scrittori. Verranno analizzati tre esempi paradigmatici che mostrano come Alessandro
Albani abbia combinato lettere e diplomazia, con quell’autonomia e spregiudicatezza di
iniziativa che l’alto prelato ha sempre perseguito. Nel 1745 il poeta e drammaturgo Gioacchino
Pizzi, segretario del cardinale Alessandro, scrive su suo incarico un’azione drammatica da
mettere in scena a Roma per celebrare l’incoronazione imperiale di Francesco I d’Asburgo: il
cardinale mette in atto un’operazione di promozione letteraria in funzione della diplomazia
asburgica. In secondo luogo vedremo due casi, di segno opposto, di trasfigurazione letteraria
dell’azione diplomatica del cardinale: (1) il melodramma giocoso di Pietro Metastasio Il
conclave del 1774, rappresento a Roma nel carnevale del 1775, in cui viene narrata l’azione di
Alessandro Albani in conclave per l’elezione di papa Braschi (Pio VI), candidato gradito alla
corte cesarea; (2) il dramma cantato La concordia fra il tempo e la gloria, messo in scena a Villa
Albani per la visita a Roma dell’Arciduca Massimiliano d’Asburgo, figlio di Maria Teresa, nel
1775, un testo allegorico in cui si presenta all’ospite il connubio ideale fra il valore eterno
dell’arte e il potere imperiale, connubio che trova il suo teatro ideale a Roma. Il terzo esempio
è il tentativo della diplomazia asburgica di indurre Winckelmann, protetto, ospite e amico del
cardinale Alessandro, a trasferirsi a Vienna, attuato all’insaputa del cardinale, che non avrebbe
mai accettato di rinunciare alla presenza nella sua corte dell’archeologo prussiano.
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In questo volume sono riuniti gli interventi presentati al XLV convegno interuniver-sitario di Bressanone, dedicato al tema dell'attesa nei testi letterari esaminati secondo molteplici punti di vista (metrici, narrativi, poetici, retorici... more
In questo volume sono riuniti gli interventi presentati al XLV convegno interuniver-sitario di Bressanone, dedicato al tema dell'attesa nei testi letterari esaminati secondo molteplici punti di vista (metrici, narrativi, poetici, retorici ecc.). In conformità con la tendenza interdisciplinare dei convegni brissinesi, i saggi coprono un arco cronologi-co che va dall'antichità alla modernità e accolgono argomenti riguardanti letterature diverse. Si delinea un quadro ricco di proposte e interpretazioni che lascia intravedere la possibilità di approfondimenti ulteriori su un argomento centrale nella letteratura di ogni tempo. Dall'analisi dei tempi verbali nella Bibbia (Ryzhik) si passa ad autori classici come Seneca e Agostino (Solaro), alla letteratura mediolatina (Mosetti Ca-saretto) e alla letteratura in lingua germanica tar do-antica e alto medievale (Zironi). Un compatto manipolo di saggi è incentrato su testi medievali francesi, interessanti il teatro (Barillari) e i romanzi anticheggianti e arturiani (Sciolette, Russo, De Simone, Murgia), mentre altri articoli approfondiscono testi di autori italiani con specifica at-tenzione al sonetto (Bozzola), a Cavalcanti e Dante (Mele, Terrusi). L'epoca moderna è rappresentata dagli studi sul motivo "dell'attesa della battaglia" in Shakespeare (Ca-nova), del poema romeno eroicomico della Zingareide (Vranceanu), della letteratura settecentesca con Alfieri (Santato) e Stendhal (Meter). L'Ottocento è presente con l'esame del Tristano e Isotta di Wagner (Buschinger) e la narrativa italiana di Nievo (Capone) e Verga (Pagliardini), mentre l'ultima parte del volume approfondisce aspet-ti della poesia europea e italiana otto-novecentesca (Coppo, Stevanoni, Brandalise, Scartozzi) e l'opera di due prosatori italiani del Novecento: Alba De Céspedes (Che-mello) e Giorgio Manganelli (Matt).
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Atti del XXXVII Convegno Interuniversitario (Bressanone/Innsbruck, 13-16 luglio 2009) a cura di Ivano Paccagnella e Elisa Gregori ESTRATTO
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Intervista radiofonica sul "Servitore di due padroni" di Goldoni