Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                
Skip to main content
L'introduzione contestualizza temi e prospettive della sezione monografica e illustra i principali nodi storiografici attorno ai quali ruotano i singoli articoli.
EnglishThis essay retraces the long path that led, in December 1978, to the birth of the Italian National Healthcare Service (SSN). At the time, after the British National Health System, this was the only universal healthcare system in... more
EnglishThis essay retraces the long path that led, in December 1978, to the birth of the Italian National Healthcare Service (SSN). At the time, after the British National Health System, this was the only universal healthcare system in non-Socialist continental Europe. It was a tax-funded healthcare system for all citizens, that concretely applied article 32 of the Italian Constitution, thirty years after it came into force. The institution of the SSN was the culmination of twenty years of proposals and debates involving numerous political and social actors. As early as the end of the 1950s, the Italian Communist and Socialist party, as well as the trade unions – CGIL especially –, were involved in this process. Physicians, too, played a key role. Figures such as Giovanni Berlinguer and Giulio Maccacaro were engaged not only in denouncing the obsolete institutions – and principles – of the Country’s healthcare landscape, but also in a profound rethinking of the relationship between ...
This article analyses the development of Italian health policies in the post-Second World War period. Shortly after the setting up of the ‘Beveridge model’ and the creation of the British National Health Service, Italy also introduced a... more
This article analyses the development of Italian health policies in the post-Second World War period. Shortly after the setting up of the ‘Beveridge model’ and the creation of the British National Health Service, Italy also introduced a new approach to health, which became part of the Constitution. However, the implementation of the necessary reforms was delayed due to resistance from the country's institutions and government parties. The introduction of a radical health reform became possible only in 1978 through pressure generated from social conflicts, trade unions and left-wing parties. The implementation of the National Health Service encountered a number of obstacles due to the specific conditions of Italy, but also owing to changes at the international level. The neoliberal policies started in the 1980s introduced restrictions in health spending, the regionalisation and privatisation of services, and a new selective approach to health. In spite of these limitations and co...
In questo saggio, muovendo dalla forma moderna dell’utopia inaugurata da Tommaso Moro e Tommaso Campanella, si prende in esame il rapporto di Marx ed Engels con il socialismo utopistico, per poi analizzare l’idea di “utopia concreta” di... more
In questo saggio, muovendo dalla forma moderna dell’utopia inaugurata da Tommaso Moro e Tommaso Campanella, si prende in esame il rapporto di Marx ed Engels con il socialismo utopistico, per poi analizzare l’idea di “utopia concreta” di Bloch, giungendo infine a esplorare le riflessioni di più esponenti del pensiero radicale del XX secolo, intenti a problematizzare il concetto e le pratiche dell’utopia in connessione alle possibilità di costruire alternative reali all’assetto capitalistico. Mentre alcuni critici hanno espresso diffidenza verso l'inefficacia delle visioni utopiche e altri hanno sottolineato il rischio di sviluppi totalitari del pensiero utopico, negli ultimi anni si è riacceso un nuovo interesse per la dimensione ideale e politica dell’utopia.
Nella vicenda della pandemia hanno pesato le conseguenze delle politiche di privatizzazione e mercificazione di sanità e welfare effettuate negli ultimi trent’anni, in particolare dei tagli realizzati nella spesa sanitaria. In secondo... more
Nella vicenda della pandemia hanno pesato le conseguenze delle politiche di privatizzazione e mercificazione di sanità e welfare effettuate negli ultimi trent’anni, in particolare dei tagli realizzati nella spesa sanitaria. In secondo ordine, la pandemia ci spinge a ritornare alle origini storiche e alle ragioni politico-sociali dello strumento che è stato maggiormente investito dall’emergenza: il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che nei suoi caratteri essenziali e “originari” ha costituito un mezzo fondamentale a disposizione della collettività per tutelare il diritto alla salute. I limiti che si sono mostrati nel servizio sanitario pubblico a fronte dell’impatto dell’emergenza sono derivati soprattutto dal suo depotenziamento, dallo spazio lasciato alla sanità privata e dall’indebolimento della medicina territoriale, che ha invece informato la fisionomia dell’istituzione del SSN
Il tema dello Stato sociale è tornato a essere al centro del dibattito pubblico, dopo anni in cui le sue ragioni costitutive si erano smarrite, schiacciate da politiche di contenimento e riduzioni di spesa in nome dell’austerità e del... more
Il tema dello Stato sociale è tornato a essere al centro del dibattito pubblico, dopo anni in cui le sue ragioni costitutive si erano smarrite, schiacciate da politiche di contenimento e riduzioni di spesa in nome dell’austerità e del mercato, un esempio questo di quelle “retoriche reazionarie” messe in luce da Albert Hirschman (1991), nelle sue analisi delle resistenze al cambiamento sociale.
Nella storia europea e italiana, le definizioni che ruotano attorno allo Stato sociale , alle politiche di welfare – nel senso letterale di “benessere” – e di giustizia sociale, rinviano a una storia e a modelli interpretativi di lunghissima data il cui significato va tuttavia riformulato dopo quarant’anni di egemonia neoliberale. La crescita delle diseguaglianze economiche, sia in termini di reddito, sia di ricchezza, il moltiplicarsi di disparità sociali e, da ultimo, la pandemia da Covid-19 hanno ridato attualità al welfare e ne hanno fatto riemergere la centralità sociale e politica. Le vicende dello Stato sociale sono state controverse, per più ordini di motivi. Innanzitutto il termine welfare state rinvia a una particolare forma storica di assetto istituzionale, quello “nazional-sociale” tipicamente novecentesco, legato a circoscritti confini territoriali, giuridici e antropologici nei quali si iscrive la cittadinanza moderna. A ciò si sommano due ulteriori fattori connessi tanto alle ambivalenze, alle contraddizioni presenti nello stesso statuto dello Stato sociale, quanto alle storture generatesi in seno ad esso, le quali in parte rinviano a queste ambiguità e in parte alle vicende stesse della storia del capitalismo, di cui esso è stato per certi aspetti prodotto e rivale.
Quale prodotto dei conflitti del capitalismo, il welfare state ha svolto una funzione di legittimazione e soprattutto di riproduzione del sistema economico e sociale, offrendo soluzioni che hanno agevolato lo sviluppo del capitalismo europeo.
Contemporaneamente, esso ha avuto un ruolo chiave nell’affermare il principio di uguaglianza sostanziale, nell’assicurare la soddisfazione di bisogni e la garanzia di diritti sociali, in quanto tali non dipendenti dalla capacità di spesa degli individui, operando attraverso l’intervento dello Stato, l’espansione dei servizi pubblici e i meccanismi di redistribuzione. In questa prospettiva il welfare state ha svolto una funzione di antagonista del capitalismo, di alternativa nel modello di organizzazione sociale.
In this chapter, moving from the modern form of utopia as inaugurated by Thomas More and Tommaso Campanella, I reconsider the relationship of Marx and Engels with utopian socialism. I then explore the idea of ‘concrete utopia’ in Bloch... more
In this chapter, moving from the modern form of utopia as inaugurated by Thomas More and Tommaso Campanella, I reconsider the relationship of Marx and Engels with utopian socialism. I then explore the idea of ‘concrete utopia’ in Bloch and some of his contemporaries, leading finally to an analysis of twentieth-century Marxist and radical thinkers – such as Immanuel Wallerstein, Fredric Jameson and Erik Olin Wright – who redefined the issue of utopia by linking it to the possibility of constructing concrete alternatives to capitalism. While some critics have expressed diffidence towards the ineffectiveness of utopian views, and others have pointed out the risk of totalitarian developments from utopian thinking, there is currently a renewed interest in the ideal and political dimen- sions of utopia.
È oramai parere storiografico consolidato che il fascismo abbia avuto un’importante influenza nel plasmare i caratteri «costitutivi» dello Stato sociale italiano, il quale per lungo tempo, anche oltre il ventennio, restò segnato da alcune... more
È oramai parere storiografico consolidato che il fascismo abbia avuto un’importante influenza nel plasmare i caratteri «costitutivi» dello Stato sociale italiano, il quale per lungo tempo, anche oltre il ventennio, restò segnato da alcune peculiarità . Senza voler trascurare le linee di continuità tra Italia liberale e Italia fascista, soprattutto in relazione ai tratti occupazionali e categoriali, le caratteristiche riconducibili all’impronta fascista – o da essa più forzate – furono: selettività e frammentazione degli interventi, particolarismo e clientelismo; inadeguatezza nella copertura di tutta la popolazione di fronte ai maggiori rischi sociali; delega alla famiglia tradizionale e centralità di un male breadwinner model. Tratti questi che incisero profondamente rispetto alla storica debolezza di un impianto universalistico teso a riconoscere i diritti dei cittadini in quanto tali e in ordine alla scarsa efficacia dei meccanismi redistributivi.
Politics and Health. Italian Healthcare in the Welfare Crisis This article investigates the trajectory of Italy’s health policies since the 1980s, highlighting the contradictory dynamics between the universalist and public approach of the... more
Politics and Health. Italian Healthcare in the Welfare Crisis
This article investigates the trajectory of Italy’s health policies since the 1980s, highlighting the contradictory dynamics between the universalist and public approach of the reform that created Italy’s National Health Service in 1978, and the subsequent policies that aimed to scale down public services.
The international context of the 1980s was marked by the rise of a selective approach to health, in sharp contrast with the original spirit of the reform. Italy’s policies were characterised by difficulties in implementing the reform – in terms of planning, budgets, and organisational models – and by interventions in the 1980s and 1990s that aimed to introduce a managerial approach, stronger budget constraints, and greater regional authority, as well as to open up space for market services.
The Italian experience shows unique traits that can be traced back to the historical evolution of its welfare state and to the country's social, economic, and political dynamics, leading to a puzzling mismatch between the drive to implement one of the most advanced health reforms in Europe and the pressure to retrench and recalibrate health and welfare policies.
This article analyses the development of Italian health policies in the post-Second World War period. Shortly after the setting up of the ‘Beveridge model’ and the creation of the British National Health Service, Italy also introduced a... more
This article analyses the development of Italian health policies in the post-Second World War period. Shortly after the setting up of the ‘Beveridge model’ and the creation of the British National Health Service, Italy also introduced a new approach to health, which became part of the Constitution. However, the implementation of the necessary reforms was delayed due to resistance from the country’s institutions and government parties. The introduction of a radical health reform became possible only in 1978 through pressure generated from social conflicts, trade unions and left-wing parties. The implementation of the National Health Service encountered a number of obstacles due to the specific conditions of Italy, but also owing to changes at the international level. The neoliberal policies started in the 1980s introduced restrictions in health spending, the regionalisation and privatisation of services, and a new selective approach to health. In spite of these limitations and contradictions, the Italian healthcare system has been considerably successful, leading to strong improvements in health and to a life expectancy at birth among the longest in Europe. The recent developments – and the experience of the pandemic – confirm the important impact of a public, universal health service and, at the same time, the persistent policy efforts aimed at weakening its reach.
Interrogare l’opera di Marx può rappresentare oggi più che mai un fondamentale presupposto al fine di pensare e agire sul terreno di una concreta e possibile trasformazione. Se infatti di recente Marx è tornato a essere “interpellato” da... more
Interrogare l’opera di Marx può rappresentare oggi più che mai un fondamentale presupposto al fine di pensare e agire sul terreno di una concreta e possibile trasformazione. Se infatti di recente Marx è tornato a essere “interpellato” da più parti del mondo e al di là delle celebrazioni occasionali, è perché le sue categorie interpretative, mai disgiunta da una prassi rivoluzionaria, sono state e restano capaci di far luce tanto sui persistenti rapporti di dominio, sulla natura distruttiva del capitalismo, quanto sui conflitti e le molteplici lotte capaci di sfidarne le dinamiche e i dispositivi.
È il concetto del confine che permette di addentrarsi nelle maglie dell'amministrazione coloniale, cogliendone al contempo scarti, contraddizioni, sconnessioni, ambivalenze.
Un sistema sanitario che garantisce una copertura universale, finanziato attraverso la fiscalità generale e con una capacità di intervento sia preventivo che diagnostico-terapeutico, a livello territoriale e a livello ospedaliero, è... more
Un sistema sanitario che garantisce una copertura universale, finanziato attraverso la fiscalità generale e con una capacità di intervento sia preventivo che diagnostico-terapeutico, a livello territoriale e a livello ospedaliero, è l’unica organizzazione capace di affrontare efficacemente una condizione come l’attuale infezione da coronavirus. Questa epidemia presenta infatti sia un’ampia diffusione nella popolazione generale, sia un’elevata letalità, con un altissimo assorbimento di risorse concentrate su un segmento relativamente ristretto di popolazione. Nessuno schema di assicurazione, privata o sociale, che si basa sul principio di equivalenza fra contribuzione e benefici e separa necessariamente la prevenzione collettiva dalla assistenza individuale, può infatti affrontare con eguale ampiezza di intervento e disponibilità di risorse un evento come quello attuale.
Sommario: 1. Premessa; 2. Lezioni globali; 3. Confronti internazionali e differenze nazionali; 4. Il contesto storico dell’istituzione del Ser- vizio sanitario nazionale; 5. Il protagonismo delle Regioni: labora- tori di democrazia o sedi... more
Sommario: 1. Premessa; 2. Lezioni globali; 3. Confronti internazionali e differenze nazionali; 4. Il contesto storico dell’istituzione del Ser- vizio sanitario nazionale; 5. Il protagonismo delle Regioni: labora- tori di democrazia o sedi di clientelismo?; 6. Poteri (dis)organizzati; 7. Gli inizi del nuovo secolo; 8. Considerazioni conclusive.
L’istituzione del Servizio sanitario nazionale rappresentò una tappa epocale nella storia del paese, nonostante i ritardi, nonostante le successive e molteplici diffi- coltà di attuazione della riforma. Il contributo di Giovanni... more
L’istituzione del Servizio sanitario nazionale rappresentò una tappa epocale nella storia del paese, nonostante i ritardi, nonostante le successive e molteplici diffi- coltà di attuazione della riforma.
Il contributo di Giovanni Berlinguer fu fondamentale per la sua ideazione.
Research Interests:
Research Interests:
1. L'«istituzione inventata». Negli anni Sessanta, riconosciuti come una «fase di indubbia importanza per lo sviluppo e l'espansione del welfare» italiano 1 , il dibattito sulla salute si aprí a nuovi orizzonti, prendendo forma compiuta... more
1. L'«istituzione inventata». Negli anni Sessanta, riconosciuti come una «fase di indubbia importanza per lo sviluppo e l'espansione del welfare» italiano 1 , il dibattito sulla salute si aprí a nuovi orizzonti, prendendo forma compiuta nel corso del decennio successivo. Il percorso culminò nella leg-ge 833 del 23 dicembre 1978, che istituiva il Sistema sanitario nazionale (Ssn). L'elaborazione del Ssn, frutto di un processo ventennale che accom-pagnò le trasformazioni fondamentali del paese, si combinò con l'emergere di nuove soggettività politiche, intercettando le domande di cambiamento e democratizzazione informanti gli intensi conflitti sociali di quegli anni. È cosí che il movimento per la riforma sanitaria e le vicende che portarono alla legge 833/1978 si intrecciarono-anzi ne furono espressione-con una «incoercibile pressione dal basso» 2 , con le aspirazioni trasformative del tessuto sociale e degli assetti istituzionali, con pratiche politiche e parteci-pative inedite, con un fermento intellettuale di ampio respiro. * La responsabilità del saggio è comune alle due autrici. Per quanto riguarda invece la reda-zione materiale del testo, il paragrafo 1 è congiunto, i paragrafi 2 e 3 sono di Chiara Giorgi, i paragrafi 4 e 5 di Ilaria Pavan. 1 M. Jessoula, Gli anni Sessanta e la parabola espansiva delle pensioni, in M. Ferrera, V. Fargion, M. Jessoula, Alle radici del welfare all'italiana. Origini e futuro di un modello sociale squilibrato, Venezia, Marsilio, 2012, p. 209. Inoltre, sulle caratteristiche del welfare italiano in specie in questi anni si rinvia si rinvia a U. Ascoli, Il sistema italiano di welfare, e M. Paci, Il sistema di welfare italiano tra tradizione clientelare e prospettive di riforma, entrambi in Welfare state all'italiana, a cura di U. Ascoli, Roma-Bari, Laterza, 1984, pp. 5-51 e 297-326; U. Ascoli, Welfare State all'italiana. L'esperienza di questo dopoguerra, in Lo Stato sociale da Brodolini ad oggi, Venezia, Marsilio, 1991, pp. 89-102; M. Ferrera, Il Welfare state in Italia. Sviluppo e crisi in prospettiva comparata, Bologna, il Mulino, 1984; G. Silei, Espansione e crisi: le politiche di welfare in Italia tra gli anni Sessanta e Ottanta, in Momenti del welfare in Italia. Storiografia e percorsi di ricerca, a cura di P. Mattera, Roma, Viella, 2012, pp. 121-156.
Il pensiero di Marx non finisce mai di interrogare le questioni del presente e tanto più in questo momento storico e a 150 anni dalla prima edizione tedesca del primo Libro del Capitale, «Leggere Il Capitale è ancora all’ordine del... more
Il pensiero di Marx non finisce mai di interrogare le questioni del presente e tanto più in questo momento storico e a 150 anni dalla prima edizione tedesca del primo Libro del Capitale, «Leggere Il Capitale è ancora all’ordine del giorno» , per riprendere uno dei suoi massimi interpreti (Étienne Balibar). Ciò che infatti oggi sembra in maggior misura mancare è la dimensione progettuale, la capacità di pensare l’alternativa rispetto al capitalismo contemporaneo. È il futuro che va riconquistato, è la prefigurazione che va riposta al centro dell’agire dopo anni vissuti nel segno della distopia: la «concreta utopia» (nel suo medesimo «paradosso») per dirla con Bloch propria al pensiero di Marx.Occorre tuttavia precisare questo punto fondamentale: in Marx l’utopia non c’è o, se c’è, è solo a patto di interpretarla non nelle vesti di un sogno romantico, bensì di immaginazione di una società alternativa – l’autogoverno dei liberi produttori associati – che decide collettivamente dei sistemi di produzione/riproduzione, appropriazione e di distribuzione per soddisfare i propri bisogni in relazione alle proprie forze e capacità produttive.
Research Interests:
La grammatica dell’uguaglianza sostanziale ha senz’altro informato di sé la storia dei conflitti moderni. Tuttavia è nel secondo dopoguerra che il progetto dell’uguaglianza “di fatto” assume rilievo costituzionale, traducendosi nel... more
La grammatica dell’uguaglianza sostanziale ha senz’altro informato di sé la storia dei conflitti moderni. Tuttavia è nel secondo dopoguerra che il progetto dell’uguaglianza “di fatto” assume rilievo costituzionale, traducendosi nel contesto italiano nella redazione dell’articolo 3. L’intento è allora quello di seguire dapprima alcuni passaggi della sua elaborazione in sede di Costituente, per poi ripercorrere qualche momento saliente del dibattito intellettuale, giuridico e politico prodottosi attorno al principio di uguaglianza (sostanziale), ai suoi soggetti di riferimento, agli strumenti di sua attuazione, alle sue implicazioni rispetto all’“uso” del diritto e al rapporto con il tema della differenza.
Research Interests:
Una ricerca quella di Rodotà che dalla critica della proprietà, della logica dell’appropriazione e del modello antropologico dell’individualismo proprietario all’indagine senza sosta sull’umano, ha continuato a spaziare verso nuove... more
Una ricerca quella di Rodotà che dalla critica della proprietà, della logica dell’appropriazione e del modello antropologico dell’individualismo proprietario all’indagine senza sosta sull’umano, ha continuato a spaziare verso nuove frontiere, concentrandosi ogni volta su temi e problematiche inediti, assai poco battuti: la rete, la privacy, il bio-diritto e la bioetica, gli stessi beni comuni. Solidarietà, laicità, égaliberté, costituzionalismo democratico, costituzionalismo dei bisogni, costituzionale globale possibile, dignità, diritto d’amore sono alcuni dei concetti chiave della vastissima ricerca di Rodotà.
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Socialism/Communism: the political implications of a terminological question This article confronts a terminological question that stems from the attempt to trace a genealogy of socialist thought, highlighting the problematic, aporetic... more
Socialism/Communism: the political implications of a terminological question
This article confronts a terminological question that stems from the attempt to trace a genealogy of socialist thought, highlighting the problematic, aporetic and unresolved elements, and specifically in light of the conflicts fought in the name of socialism.
Setting out from an analysis of the relationship between socialism and communism in some of Marx’s writings, I then turn to how other twentieth century Marxists (in particular Lelio Basso) confronted the definition of the one and the other term, sometimes distinguishing them and at other times not.
Over and above the terminological question, the very specification of the meaning of the term ‘socialism’ reveals certain theoretical and political implications that are important in the light of subsequent history of socialism.
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:

And 2 more

Una Storia dello Stato sociale in Italia, oltre a risultare di particolare attualità, offre l’occasione di ricostruire nel lungo periodo i processi sociali, economici, politici e istituzionali che hanno definito il profilo del welfare nel... more
Una Storia dello Stato sociale in Italia, oltre a risultare di particolare attualità, offre l’occasione di ricostruire nel lungo periodo i processi sociali, economici, politici e istituzionali che hanno definito il profilo del welfare nel paese. Il volume ne esplora persistenze di lungo periodo, momenti di rottura, progetti e conflitti aventi per oggetto i temi della previdenza, della sanità e dell’assistenza, di cui si seguono le vicende lungo l’intero arco di tempo preso in esame.
Questo libro nasce dall’esigenza di tornare a indagare alcuni concetti
e categorie che si sono posti al centro della riflessione teorica
dei movimenti su scala europea e globale.
Basso certainly belongs to the history and times of the twentieth century, which his life largely spans: the global and collective dimension of the First World War and post war years, experienced a general mobilization involving a “mass”... more
Basso certainly belongs to the history and times of the twentieth century, which his life largely spans: the global and collective dimension of the First World War and post war years, experienced a general mobilization involving a “mass” of individuals; World War Two and a yearning for a new way beginning, a new form of human society; the tragic events of fascism; the years of democratic reconstruction; the advent of globalization. Often wrapping his experiences and thoughts in silence, Basso was a dissonant voice within the socialist tradition, marginalised by this very silence and by an originality of thought that was never orthodox, but associated with a general discrediting of Italian socialism (justifiable given the tragic events of the end of the twentieth century).
However, his ideas are still germane to the present day and the challenges to create a better society.
Research Interests:
Norma rivoluzionaria, l’articolo 3, primo e secondo comma, prefigura un programma ad ampio raggio, i cui scopi richiedono una trasformazione materiale della realtà, non limitata alla sola innovazione giuridica. Lungi dal prospettare... more
Norma rivoluzionaria, l’articolo 3, primo e secondo comma, prefigura un programma ad ampio raggio, i cui scopi richiedono una trasformazione materiale della realtà, non limitata alla sola innovazione giuridica. Lungi dal prospettare un’antitesi tra uguaglianza formale ed uguaglianza sostanziale, tra libertà e uguaglianza, l’articolo 3 influenza settori sempre più estesi della vita associata. La sfida contenuta nella sua istanza egualitaria resta a tutt’oggi capace di proiettarsi nel futuro, allo scopo di realizzare “il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”.
Research Interests:
Lelio Basso (1903-1978) è senz’altro un socialista del Novecento. La sua è un’interpretazione del socialismo originale e a tratti eretica, capace di mescolare materiali diversi e autentici del marxismo, della tradizione di pensiero del... more
Lelio Basso (1903-1978) è senz’altro un socialista del Novecento. La sua è un’interpretazione del socialismo originale e a tratti eretica, capace di mescolare materiali diversi e autentici del marxismo, della tradizione di pensiero del movimento operaio e delle più radicali teorie democratiche. Dell’originalità del pensiero di Basso è proprio quanto espresso in tre termini, i quali connotano con altrettanta forza il suo socialismo: uguaglianza, libertà e dignità. Così come lo è un’interpretazione peculiare del terreno costituzionale e di quel particolare campo di tensione rappresentato dai diritti. Alla base della sua attività alla Costituente – in primis tradottasi nell’articolo 3 e nell’articolo 49 – vi è l’urgenza di iscrivere nel nuovo contesto l’obbligo di un cambiamento ugualitario come fondamento della Costituzione. Questo volume ricostruisce alcune delle principali vicende intellettuali e politiche di questa straordinaria biografia, a partire dal fondamentale intreccio tra elaborazione teorica e attività politica proprio di una intera generazione. Nonostante i silenzi che in alcune circostanze hanno avvolto il vissuto e il pensiero di Basso, egli non solo rappresenta una voce altra, dissonante, della tradizione socialista, ma offre ancora elementi di interesse all’altezza delle attuali sfide poste dall’immaginazione di una società migliore.
Research Interests:
Chiara Giorgi, L’Africa come carriera. Funzioni e funzionari del colonialismo italiano (Carocci, Roma 2012) The history of Italian officials posted in the Italian colonies from the late nine-teenth century until the end of the colonial... more
Chiara Giorgi, L’Africa come carriera. Funzioni e funzionari del colonialismo italiano (Carocci, Roma 2012)

The history of Italian officials posted in the Italian colonies from the late nine-teenth century until the end of the colonial experience is finally well docu-mented in this book. It was a very large group of men the one that left for Af-rica when Italy started on its road to colonialism and imperialism, ever-increasing during the first decades of the twentieth century and very hetero-geneous in its composition. Before Giorgi’s book, however, the phenomenon had not been investigated enough, either by Italian or international historiog-raphy. The importance of the role played by the “man on the spot” of Italian colonialism had not been fully understood either with respect to the many tasks he would carry out (the officials were in fact from the very beginning to perform many tasks) and with respect to the more general national history. Chiara Giorgi’s book fills thus a major gap in the existing literature.

Giorgi’s approach proves very fruitful indeed in its simultaneous study of the lives of the men and the story of the administration of which they were part, and in its answers to numerous questions. It investigates how many were the men who lived, worked and ruled the Italian Oltremare (“Overseas”), crossing the boundaries between the homeland and the colony. It investigates the activ-ities of these officials in the colonies to which they were commanded, and how their career paths became existential vocations. Above all, Giorgi’s study re-veals in an original way and for the first time who they were, and where the  men that ruled the Italian Oltremare  came from intellectually, culturally, and socially. Giorgi reveals how they were selected and recruited, what drove them to this choice, and how they interpreted their role as colonizers, embody-ing their mission of civilization.
Until Giorgi’s work, the importance of these officials of the colonies had not been grasped in its different aspects (for instance, they were all high-rank members of the national elite), also with regard to Italian administrative and institutional history. Giorgi’s research instead identifies not only the “reasons” of this importance, documenting the strong role and personality of colonial of-ficials, but at the same time offers a “group photograph” of these men, refer-ring to the methodology of celebrated Anglo-Saxon historiography, able to provide a complete picture of the Indian Civil Service and the British District Officer in Africa.
The historical reconstruction of these officials’ lives thus helps to understand new aspects of Italian history and of the history of Italian Oltremare, which in Giorgi’s study are interwoven through original historic methodology. The book helps to clarify the deep traits of Italian colonialism; it helps to shed light on the Italian ruling classes and the processes of nation building in the nine-teenth and twentieth centuries; it helps to understand further the history of the Horn of Africa as referred to Italian colonization. In this perspective, the com-parison with the English and French experience is very significant.
It is so that an history as peculiar as the one of the colonial official sheds light on broader issues, weaving together the institutional and administrative as-pects with other cultural, social and legal traits.
Giorgi’s work opens up new perspectives on the interaction that each official had with local African society, without juxtaposing Italian history, history of empires and African history, but interpreting them dialectically and interac-tively. Finally, the use of sources in Giorgi’s research shows a further element of novelty, ranging from the use of autobiographical memoirs of officials, to the reading of the numerous institutional publications produced by them, to the scrutiny of personnel records held in national archives.
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests: