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Full issue of Journal P.A. Persona e Amministrazione - Legal Research on Public Administration and Economics
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Cerca La crisi pandemica globale ha scoperto i nervi più vulnerabili della nostra rete socio-economica, rendendo manifesta la necessità di inquadrare il rapporto tra la di!usione del coronavirus e la frattura ecosistemica. Ogni ecosistema ha un equilibrio che gli consente di fornire risorse e rinnovarsi "no a che non giunge a un punto di rottura (c.d. tipping point). Il coronavirus, assieme alla perdita progressiva di biodiversità e di risorse per reagire, rischia di costituire il nostro tipping point. [Covid-19 and biodiversity: poles of a di#cult connection]: The global pandemic crisis has uncovered the most vulnerable nerves in our socioeconomic network, making it clear that there is a need to frame the relationship between the spread of the coronavirus and the ecosystem fracture. Each ecosystem has a balance that allows it to provide resources and renew itself until it reaches a sort of breaking point (the so-called "tipping point"). The Coronavirus, together with the progressive loss of biodiversity and resources to react, risks becoming our tipping point. 1. Ma che colpa abbiamo noi Circa un paio di settimane fa un quotidiano nazionale riportava un articolo-dal quale è stato mutuato il titolo di questo paragrafo-che scandiva con forza e precisione le ult allarmanti tappe di un percorso di studi scienti"ci sulla perdita di biodiversità nel pianeta, inquadrandola come una tra le cause principali della di!usione del Covid-19. La biodiversità-la varietà biologica presente nell'ecosistema-è fondamentale per la sopravvivenza delle specie, non ultima quella umana. Il mantenimento di un equil ecologico è la chiave non solo per erigere una forte cortina difensiva dal dilagare di virus, pandemie, ma anche per conferire maggiore equità ai rapporti economici. La pe della varietà biologica è la diretta causa dell'estinzione delle specie e dell'esaurimento delle risorse naturali: più in generale, del disequilibrio ecosistemico. L'errore centrale quando si parla di ecosistemi e di biodiversità è quello per cui, in fondo, questi pericoli di estinzione delle specie riguarderebbero solo piante e animali, l'uomo: il quale si cura purtroppo, nella veste di decisore pubblico e in quella di soggetto privato, della mera salvaguardia dei rapporti economico-sociali. È quanto sta accadendo col lockdown: tentativi incessanti, cadenzati a colpi di d.p.c.m. e di d.l. quindicinali, di contemperare interessi pubblici (e privati) l'un contro l'altro riss armati, come nell'Olimpo gianniniano. Un legislatore che incide fortemente sulle esistenze dei singoli, limitando diritti costituzionalmente tutelati e libertà fondamentali frena le attività economiche e commerciali. I nostri conti pubblici risentiranno di una perdita post-crisi che, se possibile, spaventa "nanche più della crisi stessa. Un prezzo pare inevitabile pagare pur di conservare intatta la salute della popolazione e garantire ancora le prestazioni sanitarie, saggiando la tenuta della rete del SSN, fortemente pres e quasi al collasso: fattore, quest'ultimo, particolarmente pericoloso se si pensa che, oltre all'ondata incontrollabile dei malati Covid-19, quel sistema deve anche garanti ordinarie prestazioni sanitarie pubbliche. Primum vivere, insomma: la primazia del diritto alla vita è in re ipsa, si a!erma prima ancora dei diritti e delle libertà sociali ed economiche. Ma quanto costa una vita? Qua caro il prezzo da pagare, in termini economici e sociali, per salvaguardare la vita umana? 2. Perdita di biodiversità: i riscontri scienti"ci Siamo ancora disposti a pagare un prezzo elevato, obtorto collo: le trattative sul Mes proseguono su più tavoli di lavoro, tra richieste di aiuti all'Europa e il ri"uto d'indebita condizioni i cui strascichi condizionerebbero la nostra economia per lunghi anni. Resta l'errore di prospettiva: ancora una volta antropocentrica, e che ci impedisce così di guardare al fenomeno Covid-19 nella sua globalità. Il problema, in realtà, trascende l'uomo. Non soltanto il Covid-19 ha impatti importanti sulla biodiversità dell'ecosistema; ma la perdita di biodiversità è stata identi"cata anche cause della pandemia. Il pericolo per la specie umana costituisce, insomma, una tessera di un mosaico decisamente più esteso. Vediamo qualche dato. L'estinzione delle specie è un fenomeno naturale, ma la sua velocità è oggi aumentata: «i tassi attuali e previsti della perdita di biodiversità costituiscono il sesto più grande ev di estinzione nella storia della vita sulla Terra, il primo a essere determinato in particolare dagli impatti antropici sul pianeta». Dallo studio dei precedenti eventi di estinz sono stati rilevati massicci e permanenti cambiamenti nella composizione biotica e nel funzionamento degli ecosistemi globali; l'elevatissimo tasso di estinzione attuale sugger però conseguenze non lineari e in gran parte irreversibili di perdita di biodiversità su vasta scala. «Ormai il tasso di estinzione globale supera di gran lunga il tasso di speciazi gli esseri umani, con l'avvento dell'era dell'Antropocene, hanno aumentato il tasso di estinzione delle specie di circa 100-1000 volte rispetto ai tassi storicamente registr nell'era precedente (Olocene). Attualmente circa il 25% delle specie appartenenti ai più noti gruppi tassonomici sono a rischio di estinzione». Già nel 1998 uno studio della D University prevedeva che se l'estinzione delle specie fosse progredita a ritmo costante, il pianeta avrebbe subito la perdita di due terzi delle specie viventi nell'arco de secolo. Un altro noto studio sui cc.dd. Planetary Boundaries-ovvero i "limiti" del pianeta, superati i quali la frattura ecosistemica sarà irrimediabile e la sopravvivenza imposs-ha proposto di misurare la perdita di biodiversità proprio tramite il tasso di estinzione, «ossia il numero di specie estinte per milione di anni (E/MSY). Dai reperti fossili si ricava Covid-19 e biodiversità: termini di un legame di#cile ! Clara Napolitano | ! 8 Maggio 2020 | " Fascicolo 2/2020 [1] [2] [4] [5] [6] [7] [8] [9]
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Sommario: 1. Beni culturali e nodi nevralgici: cenni.-2. L'accesso ai finanziamenti per il c.d. Terzo settore da parte delle fondazioni: la vicenda del FAI.-2.1. Bando di finanziamento PON: finalità e obiettivi.-2.2. Clausola escludente... more
Sommario: 1. Beni culturali e nodi nevralgici: cenni.-2. L'accesso ai finanziamenti per il c.d. Terzo settore da parte delle fondazioni: la vicenda del FAI.-2.1. Bando di finanziamento PON: finalità e obiettivi.-2.2. Clausola escludente le fondazioni: un esempio di discriminazione.-3. Un fast food alle Terme di Caracalla: la vicenda tra sovrapposizioni normative ed effetti paradossali.-3.1. Il potere provvedimentale del Direttore generale.-3.2. Norme di legge e atti di pianificazione: il piano non ha portata derogatoria.-4. Ex Cinema America: la dichiarazione d'interesse culturale e il criterio relazionale.-4.1. Il vincolo relazionale: quando il bene è testimone del tempo, non di un evento storico specifico.-4.2. Pregio, rappresentatività e rarità: la tutela dei beni architettonici simbolo di un'epoca che non c'è più.
Nota ad Ad. plen. n. 16/2020
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