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2023, Amici dei Musei Udine
"Ettore Gilberti l'eclettico": competenza e padronanza degli aspetti tecnici e strutturali, la velocità esecutiva, l'inesauribile repertorio di forme e linguaggi architettonici, concorrono a dare rilievo all'opera di questo architetto civile diplomato con Camillo Boito al Politecnico di Milano nel 1904. Attivo tra Rovereto e poi Udine e il Friuli ci ha lasciato edifici diversi per tipologia e funzione di servizio che ancora oggi caratterizzano la scena urbana e il territorio friulano.
«istituisco commissaria esecutrice della presente mia irrevocabile disposizione testamentaria quest'illustrissima Città e direttrice perpetuamente del nascente Pio Luoco della Carità degl'orfani ed orfanelle della Città e Patria, comprendendosi anco tutti quelli di questa Diocesi, con egual facoltà e privileggio, ad oggetto che abbi ad impiegarsi in profitto spirituale e temporale d'esso nascente Pio Luoco ed, in conseguenza, bisognevole di tutella, sussidio, educazione»
La pubblicazione analizza l'opera dell'ing. Dante Fornasir (Cervignano 1882- 1958), importante progettista che ha sviluppato la sua attività professionale presso il Cantiere Navale Triestino di Monfalcone ed a Trieste. Responsabile dell'Associazione Edile di Pubblica Utilità, emanazione del Cantiere stesso, dal 1919 ha coordinato la progettazione e realizzazione del Quartiere di Panzano (1912-1927) composto da circa 200 edifici residenziali per circa 900 alloggi e numerosissimi servizi collettivi quali alberghi, teatro, bagni pubblici. Di grande interesse le realizzazioni relative all'edilizia industriale realizzate per il Cantiere Navale stesso realizzate nel periodo 1920-1940. In tale quadro le strutture di copertura a volta autoportanti in calcestruzzo sottile (1939) risultano di grande interesse storico-scientifico. All'interno del volume, catalogo della Mostra sull'opera dell'ingegnere, contributi di E. Valcovich, D.Barillari, C.A.Stival, A.Guagnini
La figura di Renato Fornasari è al centro di una pubblicazione edita dalla sezione goriziana di Italia Nostra e di cui autori sono Diego Kuzmin e Alessandra Mabellini. Tale pubblicazione, ieri presentata nella sala del Consiglio provinciale, è l'estratto, di altra forma e dimensione, di uno scritto contenuto nei 108.mi "Studi Goriziani", rivista della Biblioteca Statale Isontina (Bsi). Il suo titolo è "Renato Fornasari protagonista della storia dell'architettura nell'Isontino degli anni Cinquanta". Era, Fornasari, un ingegnere caratterizzato da una forte sensibilità architettonica, la cui attività, ad esempio, è testimoniata da scuole del territorio: l'Istituto "Enrico Fermi", l'Istituto "Galileo Galilei", le elementari "Dante Alighieri" di Gradisca e "Ippolito Nievo" di Cormons. L'attività di Fornasari, tuttavia, senza trascurare l'edilizia privata (come nel caso del grattacielo Ansiver) ebbe a riguardare anche altri edifici pubblici ed è il caso, ad esempio, dell'ampliamento delle sale del Consiglio comunale e provinciale. Non meraviglia, allora, che Italia Nostra abbia scelto quest'ultima per la presentazione di ieri e ciò è stato sottolineato da Maddalena Malni Pascoletti, al vertice della sezione goriziana del sodalizio, che ha sottolineato anche l'attenzione all'architettura del '900 da parte di Italia Nostra. Le difficoltà nella tutela degli edifici di meno di 70 anni, peraltro sono state affermate dal soprintendente Belle Arti del Fvg, Corrado Azzollini, mentre, per il tramite di proiezioni, la Mabellini ha tracciato un bel profilo della vita e dell'opera di Fornasari, e Kuzmin s'è soffermato sulla sua attività a Cormons; all'incontro ha partecipato anche Sergio Pratali Maffei, docente di restauro all'Università di Trieste. «Particolarmente importante, nell'attività di Fornasari, è l'ex pretura di Cormons perché in questo momento dovrebbe essere ristrutturata per, da parte dell'Ater, ricavare alloggi economico-popolari - ha affermato Kuzmin -. Tale progetto prevede la demolizione totale della facciata "moderna" e la sua sostituzione con una facciata posticcia vernacolare fintamente storica. Italia Nostra vorrebbe conservare questa facciata in quanto documento della secolare presenza dell'attività giudiziaria a Cormons e in quanto documento di un'epoca storica che ha dato una sua architettura peculiare che non riesce oggi a essere sufficientemente compresa proprio come succedeva trent'anni fa». Alex Pessotto (da "Il Piccolo", edizione di Gorizia, 16 giugno 2016)
Atti convegno di Studi "Gino Pavan 1921-2017" a cura di Roberto Cassanelli e Rossella Fabiani, Società di Minerva Trieste
L'architettura per il Territorio Libero di Trieste2023 •
L’architettura per il Territorio Libero di Trieste Abstract Al termine della seconda guerra mondiale la città di Trieste e la porzione di territorio denominata zona A – Free Territory of Trieste - vengono amministrate direttamente dalle forze alleate anglo-americane: il Governo Militare Alleato che nell’arco di nove anni (1945-1954) guiderà la città nella complicata fase della ricostruzione. Il compito del GMA è di far ripartire l’economia, creare occupazione, riparare strutture e infrastrutture, assicurare una casa a sfollati e profughi. Particolare attenzione viene posta ai temi sociali – edilizia popolare – e educativi – scuole e centri di aggregazione – oltre che alla ricostruzione delle infrastrutture industriali e portuali danneggiate, alla viabilità. Architetti e ingegneri contribuiscono a ripristinare la scena urbana e grazie all’appoggio del GMA una nuova generazione di progettisti ha la possibilità di impiegare il linguaggio architettonico improntato a innovazione, sia tecnica che formale. Una eco del dibattito in corso in Italia arriva a Trieste grazie alla presenza di Ernesto Nathan Rogers che celebrando la figura di Giuseppe Pagano, rivisita in chiave critica l’architettura del ventennio fascista. Accanto agli architetti della prima generazione – Umberto Nordio, Gustavo Pulitzer Finali, Vittorio Frandoli, Aldo Cervi – sono protagonisti quelli della seconda generazione – Roberto Costa, Dino Tamburini, Marcello D’Olivo, Antonio Guacci, Lucio Arneri, Mario Zocconi, Romano Boico – che segnano un deciso cambio di passo negli edifici costruiti o ideati per i concorsi. Un capitolo ancora poco esplorato è quello inerente all’influenza esercitata dalla cultura architettonica anglo-americana sugli edifici triestini, riscontrabile nelle costruzioni realizzate per alloggiare i militari. Architecture for the Free Territory of Trieste Abstract At the end of WWII the city of Trieste and the portion of the territory called Zone A - Free Territory of Trieste - were administered directly by the Anglo-American Allied Forces: the Allied Military Government over nine years (1945-1954) guided the city through the complicated phase of reconstruction. The task of the GMA is to restart the economy, create jobs, repair structures, and infrastructure, and secure a home for displaced people and refugees. Particular attention is paid to social issues - social housing - and educational - schools and aggregation centers - as well as to the reconstruction of industrial and port infrastructure damaged, roads. Architects and engineers help to restore the urban scene and thanks to the support of GMA a new generation of designers has the opportunity to use innovative architectural language, both technical and formal. An echo of the debate in progress in Italy arrives in Trieste thanks to the presence of Ernesto Nathan Rogers who celebrates the figure of Giuseppe Pagano and revisits in a critical key the architecture of the fascist period. Alongside the architects of the first generation - Umberto Nordio, Gustavo Pulitzer Finali, Vittorio Frandoli, and Aldo Cervi - are the protagonists of the second generation - Roberto Costa, Dino Tamburini, Marcello D'Olivo, Antonio Guacci, Lucio Arneri, Mario Zocconi, Romano Boico - marking a decisive change of pace in the buildings built or designed for competitions. A chapter still little explored is that inherent in the influence exerted by the Anglo-American architectural culture on the buildings of Trieste, especially in the houses
Il Palazzo comunale di Udine da Nicolò Lionello a Raimondo D'Aronco
Il Palazzo comunale di Udine da Nicolò Lionello a Raimondo D'Aronco2019 •
La storia del nuovo Palazzo comunale di Udine realizzato su progetto dall’architetto Raimondo D’Aronco (1911) si intreccia con quella dell’antica “Domus comunis” ricordata dai documenti a partire dal 1261 e ubicata ai piedi del colle del Castello di fronte al terrapieno di piazza Libertà: un edificio che dal principio fa parte di quello che viene considerato il cuore della città dove si concentrano i monumenti più importanti. Deliberata nel 1441 la costruzione di un nuovo edificio il progetto fu affidato a Nicolò Lionello che trasse ispirazione dalle architetture del gotico veneziano, creando l’armonioso insieme che ancora oggi ammiriamo. In seguito gli uffici dell’amministrazione trovarono posto nell’isolato adiacente che venne collegato alla Loggia grazie a un passaggio sopraelevato detto “il ponte”. In questo edificio si tenevano le riunioni del consiglio cittadino nella sala poi denominata dell’Ajace. La progettazione per il nuovo Palazzo comunale impegna D’Aronco dal 1888 al 1930 quando consegna gli ultimi elaborati per il completamento di alcuni ambienti. Una vicenda complessa talora difficile che consegna alla città e al territorio friulano un edificio icona dell’architettura Liberty, ancora oggi sede dell’Amministrazione comunale. Dopo la prima monografia edita nel 2006 dall’editore Senaus corredata dai contributi di Gabriella Bucco Liliana Cargnelutti oltre che degli autori del presente volume, questo libro propone un testo che ha la funzione di guidare il visitatore oltre che il cittadino, attraverso un’opera d’arte che offre una panoramica concisa e allo stesso tempo esaustiva, in una forma agile e accurata. Diana Barillari, Giuseppe Bergamini
Extra Serie n. 11 Archeografo Triestino, 2014
Trieste Mitteleuropa Mediterraneo Marco Pozzetto storico dell'architetturaConference proceedings of the meeting held in Trieste 20 February 2009 editors Diana Barillari, Gino Pavan Edino Valcovich dedicated to Marco Pozzetto, the History of Architecture scholar who conducted pioneering studies on Wagnerschule students, Joze Plecnick, Max Fabiani, and many other Central European architects. The volume contains articles of Edino Valcovich, Gino Pavan, Micaela Viglino Davico, Damjan Prelovsek, Ettore Sessa, Diego Kuzmin, Renato Tubaro, Ezio Godoli, Diana Barillari, the panel discussion (Rossella Fabiani, Vilma Fasoli, Maria Masau Dan, Pietro Piva) and un unpublished essay by Pozzetto "Central Europe Architecture for a Mediterranean city".
1998 •
Et\ue0 giolittiana. La guerra. Il biennio rosso. Il ventennio nero
Roma Luoghi persone visioni, Istituto Enciclopedia Italiana Treccani
Roma nei luoghi di capitale d'Italia2019 •
2019 •
Ripensare i margini. L'Ecomuseo Casilino per la periferia romana (2017 a cura di A. Broccolini e V. Padiglione)
Patrimonio e mutamento a Torpignattara/Banglatown (Ripensare i margini. L'Ecomuseo Casilino per la periferia di Roma a cura di A. Broccolini e V, Padiglione) 20172017 •
2010 •
Il Risveglio Ritrovato I modelli di Pieretto Bianco per la Biennale di Venezia del 1912
Il Risveglio Ritrovato. I modelli di Pieretto Bianco per la Biennale di Venezia del 19122022 •
Marcello D'Olivo architetto del mondo in Friuli Venezia Giulia
Utopie di Marcello D'Olivo tra il Friuli e Trieste2022 •
Annuario dell'Accademia di San Luca
Annuario dell'Accademia Nazionale di San Luca, 2017-182018 •
2023 •
Antonio Lasciac un architetto tra Italia, Egitto e Slovenia. Storia, Disegno, Tecnica.
Antonio Lasciac un architetto tra Italia, Egitto e Slovenia. Storia, Disegno, Tecnica. Atti della Conferenza Internazionale Gorizia 10-11 dicembre 2014, Archoegrafo Triestino Extra Serie, 17, Società di Minerva, Trieste, 2020 (ISSN 0392-0038)2020 •
Marco 1850-1945. Documenti per la storia del paese
Marco 1850-1945. Documenti per la storia del paese2015 •
1919 - 1939 Un ventennio a Bergamo e nel suo territorio
Il pittore Giorgio Oprandi: uno sguardo sulle colonie2019 •
Rassegna di Studi e Notizie
La donazione di ceramiche di Francesco Ponti. All'origine del Museo Artistico Municipale al Castello Sforzesco, in "Rassegna di Studi e Notizie" vol. XLIII -anno XLVII, 2022, pp.147-1732022 •
Palazzo Priuli Stazio Baldan a Piove di Sacco
Capitolo V. PALAZZO STAZIO PRIULI DI PIOVE DI SACCO. IL NOVECENTO.2018 •
La donazione Ingrao-Guina al Museo della Scuola Romana, edited by S.Bonfili
Francesco e Ksenija: una vita insieme2011 •
2021 •
2017 •
2011 •
Lettera Orvietana, 53-54
La diffusione delle confraternite nell’Alto Lazio e nella diocesi di Orvieto2019 •