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2016, MALACODA, n. 11, aprile 2016
Giuliano Zosi: La mitologia sonora dell’esperienza poetica, in “Malacoda”, 8 aprile 2016, Anno II, n° 11, 2016. http://www.malacoda.eu/2016/04/08/giuliano-zosi-la-mitologia-sonora-dellesperienza-poetica-di-giovanni-fontana/
TERRITORI, n. 12, settembre 2001
ACTION POETRY IN ITALIA2001 •
ACTION POETRY Il corpo in azione nello spazio della ricerca poetica performativa 1. Parole sui muri e corpi d'artista Grazie all'iniziativa di un artista, Claudio Parmiggiani, e alla complicità di un Sindaco amante del nuovo, Mario Molinari, nel mese di agosto del 1967 viene scritta una interessante pagina d'arte. Si trattava di "Parole sui muri", un festival che vede un piccolo centro dell'Appennino modenese, Fiumalbo, letteralmente occupato da un centinaio di artisti italiani e stranieri che ne impegna gli spazi con installazioni, sculture, grandi poster di poesia, slogan sulle case, parole sugli alberi, nuova segnaletica urbana (un cartello di Ketty La Rocca indica il "senso di responsabilità"); ma lo spazio è presidiato anche con voci, suoni e azioni poeticamente sottolineate da lanci di mongolfiere. Sarenco (al secolo Isaia Mabellini, allora giovane leva della "poesia visiva") ricorda che le performance di Fiumalbo "divennero vere e proprie prove pre-rivoluzionarie. Il clima era incandescente e altamente provocatorio". 1 Trasformato per l'occasione in uomo-sandwich, egli si ribattezza "body poem" e, analogamente, F. Tiziano (alias Tiziano Spatola, fratello di Adriano) porta sul petto la scritta "Io sono una poesia". In quei giorni, tutti gli artisti presenti alla manifestazione decidono di rendere omaggio alla figura di Piero Manzoni, scomparso prematuramente quattro anni prima, riprendendo un suo gioco-esperimento: chi entra in un cerchio dipinto nella piazza principale del paese è dichiarato opera d'arte permanente, con un attestato numerato e firmato dal sindaco. Manzoni [1933-1963] aveva progettato nel 1961 i suoi "Certificati di autenticità", così concepiti: "Si certifica che [nome della persona] è stato firmato per mano mia e pertanto considerato, a partire dalla data sotto riportata, opera d'arte vera e autentica. Firmato: Piero Manzoni". Con Manzoni, quindi, si entra in una dimensione concettuale; sulla scorta della lezione delle avanguardie storiche, l'ampiezza dei confini dell'arte si estende molto al di là di quelli convenzionali; nello stesso tempo, si pone attenzione ai valori del corpo, che è proclamato opera d'arte non in quanto corpo-che-vive-e-che-agisce, ma solo in quanto oggetto; nella fattispecie oggetto della considerazione dell'artista, oggetto cui l'artista riferisce il suo gesto elettivo: più o meno lo stesso tipo di considerazione che Manzoni riserva ai propri escrementi inscatolati con l'etichetta "Merda d'artista". 2. Il corpo in azione L'attenzione da parte degli artisti nei confronti del corpo ha sempre goduto di ampio rilievo, fin dall'antichità; ma un atteggiamento nuovo che intende il corpo come matrice, come luogo, come struttura linguistica, come significante e cassa di risonanza dei significati, coniugandolo a uno spazio non solamente geometrico, né solamente deputato all'azione, ma riferito anche alla vita, si affaccia agli inizi del XX secolo: basti pensare ai futuristi e ai dadaisti, ad Artaud e a Duchamp. In Italia Balla e Depero parlano di "arte-azione" nella loro ipotesi di ricostruzione dell'universo, 2 Marinetti allarga i domini dell'arte a ogni aspetto della vita e introduce indicazioni tecniche sull'uso del corpo nel manifesto della "declamazione dinamica e sinottica"; 3 perfino nel circoscritto campo della pittura si vuole che l'artista diventi "un vortice di sensazioni": Carrà parla di "pittura totale", di "cooperazione attiva di tutti i sensi" e conclude il suo manifesto del '13 dicendo che "bisogna dipingere, come gli ubbriachi (sic) cantano e vomitano, suoni, rumori e odori!". 4
Atlante dei movimenti culturali dell’Emilia Romagna, 1968-2007, vol. 1° - Poesia
L'AVVENTURA SONORA DI «BAOBAB». POESIA DELLA VOCE IN EMILIA ROMAGNA.2007 •
Quando nel 1971 Giulia Niccolai e Adriano Spatola decidono di fondare la rivista «Tam Tam» hanno la chiara intenzione di dare un forte impulso all'intermedialità. Nei primi mesi del 1972 viene pubblicato il primo numero, stampato a Montecchio Emilia dalla tipografia Fontanini. La redazione è a Mulino di Bazzano, in provincia di Parma, ma la registrazione è presso il Tribunale di Torino, sede delle edizioni Geiger, fondate da Adriano con il fratello Maurizio nel 1967, quando era stato avviato il progetto di 'assembling press' concretizzato nell'omonima antologia internazionale. «Tam Tam» ha una testata che visualizza sinesteticamente, in una sorta di prospettiva acustica, il suono del tribale strumento di comunicazione. Il che già la dice lunga su scambi e convergenze linguistiche e sulla volontà di porsi nel mezzo di una rete di comunicazione al di fuori dei canali istituzionali. Testata e progetto grafico della rivista sono di Giovanni Anceschi, il formato è insolito, minuscolo e leggero, tascabile e postabile senza difficoltà: entra comodamente nella classica busta 12x18 e può arrivare, senza grosse spese, anche oltreoceano. Le tecniche non legate alla linearità della scrittura sono al centro dell'attenzione. Spatola è molto informato su quanto succede nel mondo. Il concretismo internazionale va a gonfie vele, Fluxus impegna spazi sempre più ampi; in Italia le pratiche verbovisive si fanno sempre più coinvolgenti: una fitta rete di scambi tra Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Roma, Torino è già una realtà degna di grande attenzione. In questo clima, la rivista, chiaramente schierata contro l'engagement antiletterario, sostiene istanze totalizzanti e si apre ad esperienze di confine. La disponibilità a cedere ad impulsi extra letterari incoraggia un tipo di scrittura polidimensionale. Contaminazioni e scambi attuati su territori di frontiera determinano una testualità complessa che non riesce ad evitare l'attrazione di modi e tecniche linguistiche di diversa estrazione. Ci si rivolge con rinnovata attenzione verso le avanguardie storiche e, nello stesso tempo, si tengono d'occhio le tecnologie emergenti con particolare riferimento verso i sistemi di comunicazione e le problematiche che implicano. La visualità, il fonetismo, la gestualità, il nonsense, disvelano in pieno la matrice materica dei modelli di poesia che si vogliono affermare. Le scelte della redazione, grazie ad «una condensazione non soltanto gestuale, visuale o concreta, ma soprattutto segnica o ideografica del testo», 1 favoriscono il superamento delle barriere linguistiche e attivano numerose convergenze in funzione di «una ristrutturazione verticale del fare poetico» 2 in opposizione allo «sterminato materiale lessicale messo a disposizione dal meccanismo dell'espansione orizzontale, tenuta a livello dei mass media». 3 Queste dichiarazioni fuori dal coro, quando il dibattito è tutto orientato sulla dicotomia impegno/disimpegno e il clima di restaurazione culturale si fa pesante, coagulano intorno all'iniziativa editoriale un vivace flusso di autori italiani e stranieri, che rivendicano «il diritto dell'operazione poetica a istituirsi come coscienza della e nella attività comunicativa, in una sintesi non a priori ma a posteriori, dal paesaggio dell'esperienza quotidiana all'astrazione intellettuale». 4 Già da anni Spatola 5 è in contatto con i più importanti esponenti della poesia concreta e visuale. Allievo di Luciano Anceschi, è chiamato a collaborare con «il verri» e attraverso quell'esperienza ha assimilato il concetto anceschiano di 'convergenza delle arti': l'opera d'arte è vista in chiave fenomenologica e letta nel mezzo di una rete di interconnessioni e di scambi interdisciplinari che ne chiariscono il senso. Dopo «Bab ilu» (1962), si fa le ossa nel Gruppo 63, pubblica il romanzo L'Oblò (Feltrinelli, 1964), anima «Malebolge» (1964-65). Ma è proprio con Geiger, l'antologia-laboratorio che permette agli artisti partecipanti di 'seminare nel campo del vicino', e con le
POESIA DELLA VOCE E DEL GESTO
POESIA DELLA VOCE E DEL GESTO2004 •
Percorsi della vocalità nella poesia d'azione Collana "Archivio della poesia del '900" diretta da Alberto Cappi e Eugenio Miccini Editoriale Sometti, Mantova, 2004 - ISBN 88-7495-023-3 Giovanni Fontana POESIA DELLA VOCE E DEL GESTO Percorsi della vocalità nella poesia d'azione 1. La declamazione dinamica e sinottica. Un ampio e significativo settore della poesia di questo secolo ha orientato i propri interessi verso la complessità della scrittura intercodice, forzando talmente i confini della pagina, che il poeta si è venuto a trovare di fronte alla necessità di dover agire nello spazio acustico e scenico, e, più recentemente, in quello virtuale, per far fronte alle esigenze sempre più pressanti di un progetto poetico alimentato dalle intersezioni linguistiche, dalle contaminazioni, dalla percezione multisensoriale, dalla dimensione articolata della performance. Lanciate da Filippo Tommaso Marinetti nel 1912 con il "Manifesto tecnico della letteratura futurista" e teorizzate in maniera più ampia nel manifesto dell'11 maggio del 1913, le parole in libertà, unitamente all'ortografia libera espressiva, al lirismo multilineo, alla rivoluzione tipografica, all'accordo onomatopeico e ad altre polemiche e spinte innovazioni tecniche, aprono il campo, in maniera determinante, a nuove forme di poesia, dove la dimensione extraverbale concorre alla formazione di atmosfere decisamente spettacolari. La qualità sonora del testo balza in primo piano con prepotenza e si scarica sulla platea attraverso declamazioni cariche di tensioni, dinamiche, ironiche, giocose, talvolta irritanti o addirittura violente. La sonorità è alimentata da procedimenti pre-linguistici di vario tipo, ma principalmente dall'onomatopea, che impegna le parole in libertà marinettiane, la "rumoristica plastica" di Giacomo Balla, la "verbalizzazione astratta" e l'"onomalingua" 1 di Fortunato Depero, la "poesia pentagrammata" 2 di Francesco Cangiullo, ecc. Per Balla l'onomatopea è uno strumento per organizzare parole-suono e parole-rumore, ma anche per inventare nonsenses che propone con grande ironia e spiccate doti di declamatore e strumentista, accompagnandosi talvolta con la chitarra. 1 Il manifesto dell'"Onomalingua" reca la data del 1916. In esso Depero dichiara che l'onomalingua costituisce "la lingua più indovinata per la scena e specialmente per le esagerazioni più esilaranti. Con l'onomalingua si può parlare ed intendersi efficacemente con gli elementi dell'universo, con gli animali e con le macchine. L'onomalingua è il linguaggio poetico di comprensione universale per il quale non sono necessari traduttori". Le liriche onomatopeiche venivano manoscritte su grandi fogli di carta per essere contemporaneamente esposte e declamate. I concetti espressi sinteticamente nel manifesto del '16, riprodotto nel "libromacchina imbullonato" Depero Futurista, Milano 1927, sono estesi e specificati in Chiarezza di stile, pubblicato in "Dismisura" n. 67/74, 1984 (La gola e l'eco), con una nota di L. CARUSO. 2 "… la Poesia pentagrammata, dando la simultaneità grafica della Poesia e della sua Musica naturale, in essa naturalmente contenuta, aggiunge una nuova smisurata estensione di terreno vergine al campo poetico…", F. CANGIULLO, Poesia pentagrammata, Napoli 1923.
Saggio critico di Jonida Prifti sulla poesia sonora e la poetica di Patrizia Vicinelli, risultato dell'intervento orale svoltosi a Tolosa a marzo del 2015, durante le giornate di studio sull'opera di rottura sulla scena italiana contemporanea. Tutti gli interventi sono stati raccolti nel volume "Opera Contro - L'oeuve de rupture sur la scène italienne de 1960 à nos jours: théatre, danse, opéra, performance -" a cura dell' Université Toulouse - Jean Jaurès, Margherita Orsino e Antonella Capra.
AVANGUARDIA, n. 29
ADRIANO SPATOLA: ACCORGIMENTI DI/VERSI VERSO LA POESIA TOTALE2005 •
Nel "Manifesto tecnico della letteratura futurista" [1912] Marinetti scrive: "Nulla è più interessante, per un poeta futurista, che l'agitarsi della tastiera di un pianoforte meccanico. Il cinematografo ci offre la danza di un oggetto che si divide e si ricompone senza intervento umano. Ci offre anche lo slancio a ritroso di un nuotatore i cui piedi escono dal mare e rimbalzano violentemente sul trampolino. Ci offre infine la corsa di un uomo a 200 chilometri all'ora. Sono altrettanti movimenti della materia, fuor dalle leggi dell'intelligenza e quindi di una essenza più significativa". Scegliendo questa citazione marinettiana Adriano Spatola, in un libretto dedicato al futurismo, 1 mette in evidenza l'importanza della componente fisica nei procedimenti poetici dell'avanguardia, sottolineando come questa possa in qualche modo sostituirsi, sotto forma di gesto creativo (al limite dell'automatismo), ai tradizionali processi di pensiero applicati alle tecniche di composizione artistica e di scrittura. Così continua, infatti, Adriano Spatola: "È opportuno notare come venga qui considerata più importante la manifestazione di una o più forze fisiche, che la forza del pensiero: è un altro esempio di come il Futurismo abbia operato continui spostamenti di contesto, imponendo per esempio la poeta le tecniche dell'impressione visuale. Del resto le «parole in libertà» hanno molto a che fare con la nostra idea del manifesto pubblicitario o (al limite della rarefazione) con ciò che noi pensiamo di una pagina di appunti stenografati, ma sono assai poco in relazione a quella che anche oggi, a più di mezzo secolo dal Futurismo, resta la comune idea della poesia. La corrispondenza grafica tra i rumori esterni e i segni sulla pagina produce il senso della poesia, anche indipendentemente da quella che abitualmente viene definita «scrittura». Nella poesia futurista c'era la richiesta di un segno più sintetico e immediato della parola tradizionale, qualcosa che potrebbe far pensare ai segni ideografici o alla scrittura figurata. Eppure questi temi ci riportano alla preistoria, suggerendoci strane equivalenze tra forme più moderne e quelle più antiche e perdute non solo della poesia, ma anche dell'arte". Qui Spatola, ragionando sul Futurismo, evidenzia alcuni dei temi fondamentali della propria poetica: il ruolo del gesto e della manualità come elementi comprimari nei processi tecnici di composizione, l'ampliamento dei campi d'intervento e l'importanza della decontestualizzazione, la funzione delle componenti visuali e sonore e le loro corrispondenze come produttrici di senso, la necessità di sintesi e immediatezza nel segno poetico, la relazione con le forme archetipiche. Tutti elementi che contribuiscono alla definizione di quella che il poeta chiamerà "poesia totale", riferendosi a quell'idea di opera d'arte totale oggetto d'interesse delle avanguardie storiche, ma che estendeva le proprie radici oltre i confini del secolo. Il progresso scientifico e tecnologico aveva alimentato la ricerca sul piano teorico ed aveva consentito quei miracoli tecnici che avrebbero radicalmente rivoluzionato il modo di fare arte. Basti pensare alle straordinarie applicazioni nel campo dell'elettricità, alla radiofonia, al cinema, ai nuovi scenari acustici, alla diffusione del magnetofono, poi alle nuove tecniche di riproducibilità, alla televisione e così via, fino ai più recenti traguardi dell'elettronica. Negli anni Sessanta, dopo anni di disinteresse, le esperienze pionieristiche delle avanguardie novecentesche diventano oggetto di grande attenzione. Da un lato, i critici e gli storici rivelano uno sterminato patrimonio di idee; dall'altro, gli artisti subiscono il fascino dell'interlinguaggio e via via ne consolidano le applicazioni, con un atteggiamento nuovo nei confronti della realtà e con strumenti più adeguati e più efficaci per operare intersezioni tra le arti. L'idea di categoria è parzialmente assorbita dall'idea di continuità. La fusione delle discipline artistiche è al centro di pratiche sempre più frequentate. Un giovanissimo Dick Higgins, già allievo
Bérénice, Anno XVII, n. 45
GIOVANNI FONTANA, SCRITTURA VERBO-VISIVA IN FRANCIA.2013 •
Pantagruele e compagni, dopo una lunga sequela di avventure, arrivano finalmente davanti alla “Dive Bouteille” per interrogarla. Bacbuc, nobile pontefice, invita Panurge a compiere i gesti di rito: lo fa inginocchiare, gli fa baciare la fontana, gli fa eseguire tre danze dionisiache, lo fa sedere a terra tra due seggi preparati appositamente per la cerimonia e, infine, aperto un libro rituale, gli suggerisce di porre le sue domande cantando in versi. Ed ecco che per François Rabelais (1494-1553) l’interrogazione assume proprio la forma della bottiglia, che in modo del tutto sorprendente risponde: “Trink”, cioè “Bevi”.
2019 •
Enore Maria Zaffiri è ampiamente riconosciuto come uno dei pionieri della musica elettronica in Italia. Nonostante ciò la sua variegata produzione artistica, che spazia dalle composizioni musicali per strumenti tradizionali ed elettronici alle esperienze plastico-visive, teatrali, audiovisive, e alle opere di carattere didattico, non è ancora stata oggetto di un approfondito studio dedicato. Dopo una contestualizzazione storico-artistica degli esordi della sua attività, cominciata a Torino a metà degli anni Cinquanta, ci si è dedicati all'approfondimento di carattere biografico, dedicando pari attenzione alle esperienze sonore e visive, anche attraverso alcuni approfondimenti sulle tematiche della valenza pedagogica della metodologia strutturalista e sul ruolo della notazione musicale nelle prime composizioni elettroniche. Nella seconda parte del lavoro ci si è poi concentrati sull'archivio del fondo SMET - Zaffiri, realizzando una proposta di catalogo, a partire dalle informazioni ricavate dalle opere edite, nonché dall'inventario del fondo e da un elenco di lavori, entrambi redatti dallo stesso artista. Le informazioni contenute nella trattazione sono state ricavate principalmente dalla consultazione diretta delle fonti presenti nell'archivio, in massima parte inedite, e dalla stretta collaborazione con Zaffiri, attraverso una serie di preziosi colloqui svoltisi fra Cirié e Torino.
I LIBRI DI ADRIANO SPATOLA
GIOVANNI FONTANA, LIBRI & LIBRI. UN ITINERARIO TRA SCRITTURE TOTALI. I LIBRI DI ADRIANO SPATOLA.2008 •
La poesia "cerca oggi di farsi medium totale, di sfuggire a ogni limitazione, di inglobare teatro, fotografia, musica, pittura, arte tipografica, tecniche cinematografiche e ogni altro aspetto della cultura, in un'aspirazione utopistica al ritorno alle origini". 1 Così Adriano Spatola, attento osservatore del panorama intermediale, registrava nel suo Verso la poesia totale, un utilissimo studio sulle "posizioni" delle ricerche in atto, l'assoluta continuità, nella parola poetica, tra la dimensione visuale e quella sonora. Quel saggio, lucido e documentato, si pose immediatamente come fondamentale punto di riferimento per ogni altra indagine su quelle poetiche, allora in rapidissima trasformazione.
STEVE, n.49, primavera/estate, 2017
GIOVANNI FONTANA. LA MIA VITA PER IMMAGINI2017 •
«Fine direi, tanto per cominciare. Quando la prima elementare accorciò le ore del sonno facendo scivolare un freddo fastidioso nella schiena attraverso il colletto bianco inamidato. La fine di un'infanzia corta. L'odore dei lumini coprì improv-visamente i profumi di vaniglia delle confetture quando mia madre perse suo fra-tello Glauco, poeta. E fu subito scuola ché, già padrone di alfabeti materni, una suora in prima battuta mi chiese di copiare una pagina dal libro di lettura. Proprio così come la vedi. Proprio così? Le chiesi. Sì, così. E fu che ricopiai irreprensi-bilmente in bodoni perfetto, cercando di minimizzare i caratteri per non varcare i margini del foglio. Ovviamente fu la delusione della suora-maestra e fu la delu-sione mia. Che continuavo a chiedermi senza risposta perché avesse voluto ob-bligarmi a quell'esercizio tanto strano, quando avrei potuto scrivere tranquilla-mente in corsivo corrente. Un impatto deludente. E perdente. Nei confronti di quella signora bacucca così strana che si era senz'altro fatta un'idea sbagliata delle mie capacità scrittorie. In realtà ero abituato ad osservare tutto nei detta-gli. E mi interessavano le grazie dei ca-ratteri di stampa. Li vedevo cordiali e sorridenti. In particolare m'intrigava la "e", simpaticamente, che aveva deciso di porsi di profilo per esaltare il taglio della sua risata sganasciata. Abituato a scrivere sotto dettatura, capii, lì, che non dovevo prendere tutto alla lettera. Ma, in effetti, il gran finale fuor di bam-bagia c'era già stato quando scappai dall'infantile ostello. Un alto cancello. Un giardino. Un pino. Altre monache. Altro tipo di cuffia. Fu la mia prima performance. Una fuga in solitario di cui mi restano nella mente certi curiosi 1. Mio padre Adalberto.
Il volume raccoglie una scelta degli interventi tenuti durante i tre Seminari dedicati alla Voce Regina (2007-2010) svolti presso la Biblioteca del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell'Università di Bologna.
Dai margini a dentro, da dentro ai margini. Mappe dei cambiamenti letterari e culturali, AIPI, Firenze, 2018
RIVISTE DI POESIA SPERIMENTALE NEGLI ANNI SESSANTA- SETTANTA IN ITALIA. RIVISTE ITALIANE D'ARTISTA NELLA COLLEZIONE DELL'ARCHIVIO ARTPOOL DI BUDAPEST2018 •
Enore Zaffiri. Saggi e materiali
Enore Zaffiri. Saggi e materiali2014 •
Le Reti di Dedalus, Anno X, Aprile 2015
BERNARD HEIDSIECK (1928 2014). Le dinamiche multiple della ‘Poésie-action’2015 •
VOGLIAMO TUTTO! Arte e poesia negli anni di piombo 1967 - 1982
VOGLIAMO TUTTO! Arte e poesia negli anni di piombo 1967 - 19822014 •
Poetiche dell'avanguardia in Italia 1956 - 1981
Poetiche dell'avanguardia in Italia 1956 - 19812019 •
FERMENTI, Anno XLIX, n. 249 - ISSN 0046-3671
LA VOIX LIBÉRÉE AL PALAIS DE TOKYO. RASSEGNA INTERNAZIONALE DI POESIA SONORA2019 •
Engramma
“Desdemona, noun, See Othello” Giulia Niccolai: Gender&Neoavanguardia, in «Engramma»145 (2017)2017 •
IL VERRI, n. 58
GIOVANNI FONTANA, ADRIANO SPATOLA E LA MAISON POETIQUE2015 •
Per Edoardo Sanguineti: lavori in corso. Atti del Convegno Internazionale di Studi, Genova, 12-14 maggio 2011, a cura di Marco Berisso ed Erminio Risso, Firenze, Franco Cesati Editore, 2012, pp. 291-310
Sanguineti e i “suoi” musicisti. Una bussola per orientarsi2012 •
2014 •
TESTUALE, n. 59
ALLA DERIVA DEL FOGLIO - SUL FRASEGGIO DELLO ZEROGLIFICO SPATOLIANO PER VEDERE E SENTIRE DI PIÙ2017 •
Endre Szkárosi: Egy másik ember, Orpheusz, Budapest 2011 (recensione in: Nuova Corvina, 2011/23).
E. Szkárosi: Un altro uomo2019 •
Music and Dictatorship in Europe and Latin America, a cura di R. Illiano e M. Sala, Turnhout 2009
La parabola di Renzo Massarani, compositore ebreo nell'ombra del fascismoTesi di Laurea Magistrale Filologia Moderna, Scienze della Letteratura, del Teatro e del Cinema (curriculum: Scritture per la scena e per lo schermo), relatrice: Federica Villa, correlatore: Paolo Jachia. Dipartimento di Studi Umanistici, Università degli Studi di Pavia, A. A. 2018-2019
Nel segno del film, nel segno della canzone: la situazione italiana. I casi di Claudio Baglioni e di Nanni Moretti2019 •
Compositori d'oggi: Trento a cura di Marco Russo edizione: Trento, UCT, (MUSICATEATRO) pagine: XIII + 367 formato: 17 x 24 in brossura
Serene onde elettronicheFigure dell'etnografia musicale europea
Luigi Colacicchi e i Canti popolari di Ciociaria2018 •
LE DINAMICHE NOMADI DELLA PERFORMANCE
LE DINAMICHE NOMADI DELLA PERFORMANCE2006 •
FERMENTI, n° 242, Anno XLIII, 2014 – ISSN 0046-3671
TEMPI E RELAZIONI – LA MUSICA TOTALE DI GIORGIO GASLINI2014 •
L’opera plurale: intermedialità, drammaturgia delle arti, poesia d’azione, Edizioni Harta Performing, Monza, 2009
L'OPERA PLURALE: INTERMEDIALITÀ, DRAMMATURGIA DELLE ARTI, POESIA D'AZIONE2009 •