La "sala da spettacolo" del Palazzo Valentini, nel centro della città di Modena, attestata come tale già nel 1552, viene affidata nel 1642 a Francesco Toschi per adibirla a teatro delle commedie. L'anno successivo vi si erige una... more
La "sala da spettacolo" del Palazzo Valentini, nel centro della città di Modena, attestata come tale già nel 1552, viene affidata nel 1642 a Francesco Toschi per adibirla a teatro delle commedie. L'anno successivo vi si erige una struttura lignea ascritta al celebre Gaspare Vigarani. Toschi è così il gestore di questa sala aperta al pubblico pagante. Nel 1683 il conte Camillo Valentini cederà il teatro al marchese Decio Fontanelli, personaggio intrinseco alla corte estense. Il teatro sarà luogo della più splendida attività spettacolare nella Modena di Francesco II, duca amante delle espressioni musicali e dei "drammi in musica". Qui verranno poste in scena rappresentazioni come Il Trespolo tutore di Alessandro Stradella, nel 1686, il Maurizio di Domenico Gabrielli e l'Eteocle e Polinice di Giovanni Legrenzi, nel 1690; realizzeranno scenografie i veneziani Paolo e Tommaso Bezzi e il famoso Ferdinando Bibiena; vi si esibiranno l'acclamato "Siface", direttamente retribuito da Francesco II, e una "virtuosa" come Diana Orelia.
Elena Balletti Riccoboni (Ferrara 1686-Parigi 1771) fu attrice col nome di scena di Flaminia («Isabella Andreini del secol suo» come la definì il Pindemonte) e trovò patente riconoscimento all’attività di poetessa con l’entrata in Arcadia... more
Elena Balletti Riccoboni (Ferrara 1686-Parigi 1771) fu attrice col nome di scena di Flaminia («Isabella Andreini del secol suo» come la definì il Pindemonte) e trovò patente riconoscimento all’attività di poetessa con l’entrata in Arcadia del 1715, alla vigilia della partenza per Parigi come primadonna del rinato Théâtre-Italien. Il decennio 1706-1716 ha segnato il percorso più fruttuoso della carriera di interprete della Balletti, che accanto al marito Luigi Riccoboni detto Lelio e attraverso le opere di Scipione Maffei e di Pier Jacopo Martello, portò avanti un importante progetto drammaturgico di rinnovamento della scena italiana.
Préface de Christian Biet L'originalité du discours de Luigi Riccoboni doit être mise en valeur et replacée dans le cadre des théories théâtrales de l'époque. Il se distingue d'emblée par l'importance de sa production théorique et par la... more
Préface de Christian Biet
L'originalité du discours de Luigi Riccoboni doit être mise en valeur et replacée dans le cadre des théories théâtrales de l'époque. Il se distingue d'emblée par l'importance de sa production théorique et par la variété des genres de discours auxquels il s'attachait : l'histoire du théâtre et le discours sur l'art dramatique, allant jusqu'à englober les traités poétiques tant sur l a comédie que sur la tragédie.
Der piemontesische Aufklärer Vittorio Alfieri steht in der italienischen Sattelzeit (1710-1870) paradigmatisch für die Tragödie als republikanisch inspiriertes, erhabenes Projekt. Im Spannungsfeld von radikaler Absolutismuskritik und... more
Der piemontesische Aufklärer Vittorio Alfieri steht in der italienischen Sattelzeit (1710-1870) paradigmatisch für die Tragödie als republikanisch inspiriertes, erhabenes Projekt. Im Spannungsfeld von radikaler Absolutismuskritik und nationaler Selbstvergewisserung entwickeln norditalienische Intellektuelle wie Alfieri, der Veroneser Klassizist Scipione Maffei und der Gluck-Librettist Ranieri de’ Calzabigi die Gattung zum moralisch-ästhetischen Gegenmodell zu den in Italien populären Praxen der Barockoper und des Improvisationstheaters. Inspiriert durch die griechische Antike und französische Klassik, wird die Tragödie an der Schwelle von Aufklärung und Romantik, Revolution und Restauration zum Vexierbild von kulturellen und politischen Idealen, die den Weg in Richtung Nation und Nationaltheater weisen sollen. Unter dem Vorzeichen der Empfindsamkeit und der Genieästhetik spiegelt sie so den Wandel hin zu einem modernen Staats- und Geschlechterverständnis, auch wenn die ernste Gattung auf den italienischen Bühnen erst mit dem verdianischen Musiktheater eine breitenwirksame Realisierung erfahren wird. Im Zentrum dieser Entwicklung, die das vorliegende Buch nachzeichnet, stehen neben Alfieri, Calzabigi und Maffei vor- und postrevolutionäre italienische Tragödienautoren und Theaterschaffende, allen voran Pietro Metastasio, Luigi Riccoboni, Francesco Saverio Salfi und Alessandro Manzoni. Kontrastive Lektüren von Texten Addisons, Gottscheds, Voltaires und Schillers eröffnen dabei eine europäische Perspektive auf das republikanische Tragödienprojekt der italienischen Sattelzeit.