Settecento Romano

Formé à Milan aux côtés de son frère Pietro et de Cesare Beccaria, Alessandro Verri achève sa vie à Rome, au lendemain de la chute de l'Empire. L'impertinent publiciste de l'« Académie des Coups de poing » a fait le deuil des Lumières comme formation de l'opinion publique et s'est rallié au conservatisme de l'aristocratie cardinalice puis aux thèses de la contre-révolution. En un siècle éclairé, qui est celui des âmes énergiques, rien ne lui paraît plus redoutable que la « philosophie aux ailes d'Icare » des Encyclopédistes. Traducteur de Shakespeare et d'Homère, tragédien éphémère et admirateur d'Alfieri, il explore les territoires nouveaux de l'esthétique romanesque, puisant dans l'Antiquité et dans sa réélaboration moderne, le néoclassicisme, les éléments d'une poétique capable de redonner ordre et harmonie à un monde troublé. Le jeune homme des Lumières est devenu l'homme des ombres et des sépulcres, le défenseur du trône et de l'autel, mais aussi le précurseur du « réveil » linguistique et littéraire au coeur du futur Risorgimento politique de la Péninsule. Cette étonnante parabole intellectuelle, qui traverse plus d'un demi-siècle d'histoire italienne, partagée entre Milan et Rome, est reconstituée à partir d'une analyse des oeuvres publiées et inédites de Verri, et de sa correspondance.

Consultabile e scaricabile in modalità open access sul sito della Fondazione 1563 di Torino, il volume sottopone a una disamina storico-letteraria un corpus di testi pubblicati in Italia nel Settecento (biografie, antologie poetiche, orazioni, panegirici, testi teatrali e paratesti introduttivi) che hanno celebrato da varie angolature Eugenio di Savoia-Soissons (Parigi 1663 - Vienna 1736), condottiero di origini italiane, appartenente a un ramo secondario di Casa Savoia, che militò al servizio degli Asburgo d’Austria. Prendendo le mosse da una bibliografia interdisciplinare, si è offerta un’analisi comparativa di testi concepiti in diversi contesti geo-culturali, esaminando le modalità di celebrazione del principe sabaudo, allo scopo di rilevarne le peculiarità e le rispettive differenze d’impianto ideologico, politico, tematico e formale. Questa prospettiva di lavoro ha consentito di individuare le caratteristiche della mitizzazione cui fu sottoposta la figura storica di Eugenio, all’interno di un codice eroico ed encomiastico che attinse dai grandi repertori della tradizione retorica (la storia antica, la Bibbia, le favole mitologiche, l’epos dinastico, ecc.). Al pari dell’opera di pittori e scultori, i componimenti in versi, le prose biografiche e apologetiche, le orazioni funebri e i testi teatrali fecero della vita e delle azioni del principe un modello di virtù eroica e politica. Riflettendo le speranze degli intellettuali italiani nel corso della Guerra di Successione Spagnola (durante la quale Eugenio comandò le truppe austriache in Italia) e della conseguente dominazione asburgica in Italia settentrionale e nel Regno di Napoli, Eugenio di Savoia divenne il protagonista di testi declinati ora in funzione religiosa, ora in funzione filoimperiale, ora in funzione dinastica e “nazionale”. Al contempo, le opere prese in esame hanno posto in luce l’alta vocazione culturale del principe, testimoniata dalla ricchissima collezione di dipinti e di libri manoscritti e a stampa riunita nelle sue dimore viennesi e oggi conservata in larga parte nella Galleria Sabauda di Torino e nella Biblioteca Nazionale Austriaca.
Il volume è stato articolato per aree geopolitiche (1. Il Regno di Napoli; 2. Roma e lo Stato Pontificio; 3. Bologna e il Ducato di Milano; 4. Il Piemonte sabaudo), e presenta un quinto e ultimo capitolo (Scrivere la vita del Principe tra encomio e storiografia) dedicato al ricco filone delle biografie settecentesche composte o tradotte in Italia.

Nel 2013, in occasione delle celebrazioni del terzo centenario dalla morte di Carlo Maratti, l’Accademia di San Luca ha promosso la mostra "I ritratti dei santi artisti. Una regia di Maratti per l’Accademia di San Luca", curata da Marica Marzinotto, Valeria Rotili e Stefania Ventra. La mostra documentava, attraverso l’esposizione dei dodici ritratti di Santi Artisti donati da Maratti, insieme ad altri due dispersi, al momento del suo insediamento come Principe perpetuo dell’Accademia nell’anno 1700, un episodio significativo dell’impegno di Maratti nell’istituzione romana. 
Questo volume raccoglie i risultati delle ricerche che hanno accompagnato l’ideazione della mostra e le prime riflessioni critiche sulla serie dei Santi Artisti, realizzata dai «giovani» di Maratti sotto la direzione del maestro.

Una serie di opere inedite del pittore Marco Benefial - per le quali si rendono noti anche i disegni preparatori - permettono di arricchire la conoscenza sulla sua produzione e sulle sue committenze: in particolare su quelle per la corte di Torino, delle quali si era persa memoria.

IN S. de Cavi (ed.), Dibujo y ornamento: Trazas y dibujos de artes decorativas entre Portugal, España e Italia (ss.XVI-XIX), Roma-Córdoba, De Lucca-Diputación de Córdoba, 2014

This chapter deals with the first generation of Spanish architects pensioners in Rome, mainly with Domingo Lois Monteagudo and his ecclectic work during his stay in Rome supported by San Fernando's Fine Arts Academy. Monteagudo's "taccuino dei disegni" is the starting point to study not only its contents but also the circle where it was created. His drawing notebook allow us to go deeper in the understanding of the strong influence exerted by the Académie de France in the training of young artists and also its role as a melting pot in the central years of the Eighteenth-Century  in Rome. The notebook serves as an excuse to reconsider the influence of French artists as well as Piranesi in the development of the decorative arts especially through ornamental drawings.

Nell'imponente quantità delle committenze del principe di Gravina, Domenico Orsini (1719-1789) che continuò i fasti della sua nobile casata nel secolo dei lumi, ho scelto due casi particolarmente emblematici sia per il livello di qualità delle opere sia per l'importanza degli ar-tisti che le eseguirono. La ricca documentazione inedita dell' Archivio Orsini, custodito nell' Archivio Capitolino di Roma ha permesso, nel caso di Giovanni Paolo Panini, di riattribuire, di datare con certezza e di legare alla committenza del porporato opere ben note alla critica, nel caso di Luigi Valadier, di collocare cronologicamente e di conoscere l' originaria destinazione del servizio liturgico di Muro Lucano, uno dei vertici della produzione dell' argentiere.

Il ritrovamento di un importante dipinto già attribuito a Salvator Rosa, citato anche nella biografia di Soprani-Ratti, del raro e talentuoso pittore Pietro Bianchi permette nuove precisazioni sul suo catalogo e sulle collezioni del cardinale Domenico Orsini.

Troiano Acquaviva d’Aragona (1695-1747) was a very influential figure in Rome in the first half of the 18th century, at the center of a dense network of economic, political and cultural relations, and was a protagonist of European collecting. His role in the Accademia dell’Arcadia is reflected in his collecting practice. This essay presents a portion of the Inventory of his possessions, subdivided by type (ceramics, paintings, silver, sacred vestments and jewelry), along with other comparative documents.

Nell'orbita di Sebastiano Conca: per gli esordi di Tommaso Maria Conca e Placido Costanzi Alessandro Agresti Unpublished works by Sebastiano Conca reveal the complexity of the high level of quality reached by his pupils. The Immaculate Conception, now in the Santu-ario della Misericordia in Macerata, is an example of how we can find and reuse ideas found in other less important commissions. From this painting (one of those is an altarpiece now in Aversa) we can see a different level of quality, as well as variations, based on the prestige of the destination and also by the lack of creativity in Conca's later production. The beginnings of Tom-maso Maria Conca, nephew of Sebastiano and his most talented pupil, have been recently rediscovered: now we can add the Miracle of san Nicola of Bari, very close in its style to the master, and the large canvas with Antioco e Stratonice, where we can see the great ability that Tommaso reached during his maturity. Three very fine representations of Sybils in the Musèe Fesh in Ajaccio were always referred to the painter from Gaeta: we can assert now that they are autograph works by the talented Placi-do Costanzi. They prove the existence of an early period of his career that we still have to discover, where Costanzi was deeply influenced by Sebastiano Conca's style.

Between the 17th and 18th century the general attitude towards Dante’s work is deeply influenced by the ongoing antimarinist literary renewal. Just like Marino, Dante is considered obscure and unable to deal with philosophical subject-matters in depth. Moving from this viewpoint, Colombo analyzes the critical essays written by Arcadian classicists, still thoroughly based on quotations from the ‘Comedy’, and those written by Florentine scholars: Lorenzo Magalotti’s comment is the result of teamwork between Rome and Florence, while Benedetto Menzini’s prescriptive empiricism is still linked to Renaissance in attitude. Gianvincenzo Gravina outdoes the ordinary pseudo-Aristotelian interpretations of the ‘Commedia’, because several cultural influences, from Benvenuto da Imola to Galileo, from Boccaccio to Campanella, allow him to underline the symbiosis of poetry and philosophy in Dante and ascribe the obscurity of the poem to the concealment imposed by doctrine. Gravina’s study of Dante is compared with the more conventional essays written by Muratori and Crescimbeni. Scipione Maffei’s case is particularly interesting because it explains clearly the importance of Crescimbeni’s essays in influencing the way Dante was studied in Rome

Si ripercorrono alcuni aspetti della produzione di ritratti a Roma nella prima metà del Settecento, partendo da un' importante effige inedita del cardinale Ottoboni, di Francesco Trevisani, rendendo poi note altre opere di Marco Benefial e Sebastiano Ceccarini, che nella loro "naturalezza" rappresentano un'alternativa alla ritrattistica di Pompeo Batoni.

Angelo Antonio Brizzolari, nato a Carrara nel 1744, si trasferì ben presto a Roma per proseguire la sua carriera. Ebbe così modo di frequentare la scuola del nudo e di stringere rapporti con quelli che diverranno noti artisti del XVIII secolo. Nel 1766 vinse il secondo premio della seconda classe di scultura ai concorsi clementini dell’Accademia di S. Luca, che ne conserva il bassorilievo. Quella che avrebbe potuto essere una fulgida carriera fu, tuttavia, stroncata all’età di 28 anni, poco dopo aver ottenuto l’ultimo successo alla scuola del Nudo. L’articolo è corredato da un’appendice genealogica della famiglia Brizzolari, originaria di S. Stefano d’Aveto (GE).

Abstract ENG:

Angelo Antonio Brizzolari, born in Carrara in 1744, while still young he moved to Rome to pursue his artistic career. There, he attended the nude drawing school and established relationships with several artists who afterward achieved fame throughout the end of the 18th cent. In 1766 he won the second prize of sculpture in the Concorso Clementino of the Accademia di S. Luca, where the awarded bas-relief is still kept. Brizzolari’s career was cut short by a premature death. He passed away at the age of 28, just after he achieved his last success at the nude drawing school. The article encompasses a genealogical appendix of the Brizzolari family, native to S. Stefano d’Aveto (GE).

Si rendono noti due nuovi importanti documenti ritrovati nell'archivio Orsini dell'Archivio Capitolino di Roma che illuminano tempi e modi di esecuzione di un ciclo di tele di Domenico Corvi, commissionate dal cardinale Domenico Orsini, un tempo a Roma e oggi nella Certosa di Vedana: segnarono l'esordio pubblico nella Capitale per il giovane artista, del quale si pubblicano anche alcune opere inedite.

Nel 1712, quando all’interno dell’Accademia si è da poco consumata la celebre ‘crisi’ che ha determinato la fuoriuscita di Gravina e dei suoi seguaci, Giovan Mario Crescimbeni pubblica una nuova edizione del trattato La bellezza della volgar poesia – vero e proprio manifesto della poetica di Alfesibeo –, la cui princeps era uscita nel 1700. La seconda edizione comprende un dialogo in più rispetto alla prima, il nono, nel quale si discute, come ammette l’autore, «del gusto del secolo presente decimottavo nella lirica poesia volgare» e si elencano i migliori poeti contemporanei; questa appendice risulta particolarmente interessante, da un lato, perché assume l’aspetto di un canone assai precoce e originale, dall’altro, perché la selezione fatta da Crescimbeni sembra procedere dalla volontà di riaffermare una precisa visione poetica a scapito della proposta graviniana. Il presente contributo, che nasce in
margine all’allestimento di un’edizione commentata della Bellezza della volgar poesia, mira a indagare la natura militante dell’operazione crescimbeniana e a sondare la fortuna del canone qui stabilito nella storiografia letteraria pieno settecentesca.

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This paper deals with the arrival in Rome of the Portuguese special envoy D. André de Melo e Castro in 1707. It considers the circumstances surrounding the selection of his palace and the training of the members of his household, by means of examination of the account books that are preserved in the archives of the Palacio Nacional de Ajuda (Lisbon). Until recently, historiography had only cited two palaces as residences of the diplomat during his long stay in Rome, (1707 - 1728): the Cavallerini and the Cesarini palaces. However, this study brings to light an earlier residence, the Buratti palace, and looks at the problems associated with the move, the sumptuary costs, and the creation of a first group of artisans and artists of Melo’s trust.

The issue of antiquity collections and the public convenience, the art dealing among diggers-merchants and the amateurs, the protection policies of papacy at the time of the Grand Tour are the subjects of this research. The cultural heritage of Medici's and Albani's collections, the Clemente XII's and Clemente XIV's work for forming the Musei Capitolini and the Museo Pio-Clementino in Rome are analyzed in the roman contest.

The theater of the Palazzo di Spagna in Rome, seat of the Spanish Embassy in the Papal City, is rather unknown. After the diplomatic breakdown with the Pope Clement XII Corsini in 1736, the newly elected Cardinal Troiano Acquaviva (1696–1747) became one of the most prominent figures in the Roman court. Besides his political mission, his main concern was to guarantee the stability of the new Bourbon King of Naples (Charles of Bourbon, son of Philipp V and Isabel de Farnesio).
Acquaviva was also a magnificent and generous patron of arts and music. He supported young Spanish artists as Felipe de Castro, but he also hired important theater specialists as Giovanni Battista Olivieri or renowned musicians as Giovanni Battista Costanzi. His artistic and cultural network was strengthened through his lavish celebrations and “conversazioni” that were the very core of the embassy’s life especially after he became also the minister of the king of Naples (1737). He commissioned the theater to fulfill the necessity of a more suitable space for the crowded celebrations he usually hosted. Based on scarce and recently unearthed documentary sources, this article provides for the first time a reconstruction of the commission and also a glimpse on the naturally extended artistic and musical network operating around the fabulous patronage of this eminent cardinal.

During his sojourn in Rome Antonio Primo used a notebook in which he drew everything that would capture his attention and interest (1761-1764). The identification of what we find in his notebook is of great relevance, in order to understand how young artists used to train in Rome during the first stage of their careers; this also allows to make the acquaintance of some important figures who let artists enter non-public spaces, where they had the opportunity to study and copy works of art.

The restoration of the sculptural apparatus in the basilica of Santa Maria Maggiore: art historical reading, conservative solutions and technical problems - in

"Materiali e Strutture" – Nuova serie V numero 9, 2016
Restaurare nella Città Eterna
Rivista semestrale, fondata nel 1990 da Giovanni Urbani

Direttore editoriale: Donatella Fiorani
Consiglio Scientifico: Giovanni Carbonara, Paolo Fancelli, Antonino Gallo Curcio, Augusto Roca De Amicis, Maria Piera Sette, Fernando Vegas, Dimitris Theodossopoulos
Comitato di Redazione: Maurizio Caperna, Adalgisa Donatelli, Maria Grazia Ercolino, Rossana Mancini
Sommario: M. Caperna, Editoriale.
Santa Maria Maggiore - A. Roca de Amicis, La basilica di S. Maria Maggiore nel tempo: migrazioni di statue e rinnovamenti architettonici. S. Guido, Il restauro dell'apparato scultoreo in S. Maria Maggiore: lettura storico-artistica, problematiche conservative e soluzioni tecniche.
Santo Stefano Rotondo - D. Fiorani, Il tempo e il restauro: la chiesa di S. Stefano Rotondo fra invenzione, palinsesto e lacune. R. D'Aquino, S. Stefano Rotondo. Pavimento e luci: un progetto di restauro?
San Clemente - G. Palmerio, Il coro d'inverno in S. Clemente a Roma. Un imprevisto e complesso restauro rivelativo. R. Cerro, Il restauro del coro d'inverno e della cantoria di S. Clemente in Roma.
Santi Quattro Coronati - D. Esposito, Il restauro del chiostro dei Ss. Quattro Coronati: un'esperienza tra comprensione storica e operatività del restauro. L. Barelli, Un cantiere della conoscenza fra restauro e archeologia: il caso del chiostro dei Ss. Quattro Coronati a Roma.
Carbonara G., Restauri d'architetture a Roma: alcuni spunti di riflessione.


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The extemporaneous poetess Maria Maddalena Morelli (Corilla Olimpica in the Arcadian Academy) was crowned poet laureate in the Campidoglio on 31 August 1776. This essay takes up the thread of studies that have seen this event as a milestone for new aesthetic and  cultural values by what was known as "seconda Arcadia".