Siti Reali Borbonici

Realizzata a partire dal 1753, la Fagianeria di Caiazzo, nasce come sito di caccia di re Carlo III di Borbone e fu commissionata dallo stesso al Vanvitelli, il quale prese spunto dalla Fagianeria di Capodimonte, per riprodurre i metodi dell'allevamento dei fagiani e prendere l'ispirazione per le fabbriche, le strutture e gli edifici, che sarebbero sorti nella Piana di Caiazzo e che avrebbero costituito quel grande complesso produttivo cui i Borboni miravano. L'obiettivo era il recupero e la valorizzazione dei luoghi tramite l'agricoltura e l'allevamento .Lo stesso Vanvitelli nella lettera al fratello Urbano del 01/05/1753 scrive:"La

Based around discussion of Carlo di Borbone hunting on Lake Patria by Claude-Joseph Vernet, this chapter argues that, with the advent of Bourbon rule in 1734, images of the new Neapolitan king hunting operated as particularly effective vehicles of royal interest in the struggle or royal government to wrest territorial control from the feudal barons of the kingdom.  I shall be especially concerned to relate the pictorial languages of these images to a wider set of questions about the aesthetic associations and the political status of the territories they represent.  Organised according to many of the terms of classical view painting, Vernet’s image was able to imbue the new Neapolitan territorial type of the royal hunting reserve with some of the venerated associations of classical landscape and involved the site as part of an ambitious mid-eighteenth-century pictorial tour of the Bourbon-held territories on the Italian peninsula, in the Roman campagna and elsewhere.  The complex political status of the actual territory represented is also investigated in order to suggest that the royal hunting park was uniquely adapted to serve as an instrument and marker in the campaign to return large tracts of land to royal control.  Finally, this chapter identifies the particular strategies through which Vernet’s view and other types of royal hunting imagery were able to amplify and extend the political relations already configured in the landscape of the hunting park and will consequently demonstrate their active involvement in the process of forging a landed identity for the new Bourbon Neapolitan state, one crucially shaped around the figure of royal authority.

"Con l'avvento di Carlo si erano, dunque, create le premesse socio-politiche per un' effettiva ristrutturazione della città e per una generale trasformazione edilizia (…)", la presenza del nuovo sovrano portò a "un più vivo contatto con i maggiori centri europei, il diffondersi dell'illuminismo e di una cultura ispirata ai modelli francesi", determinando "un generale risveglio dal provincialismo del periodo vi-cereale. (…)" 1. È quanto scrive Giancarlo Alisio a proposito dell'inizio del Regno indipendente di Napoli e di Sicilia stabilito, a partire dal 1734, per le condizioni politiche europee e ottenuto con pervicacia per volere di Filippo V e di Elisabetta (Isabel) Farnese. Di fatto-come emerge dalla storiografia 2 è possibile leggere due fasi del regno di Carlo: la prima, caratterizzata da un naturale tutoraggio della Casa Reale spa-gnola che si manifesta con un controllo diretto dell'apparato diplomatico/politico (basti citare la presenza ingombrante di José Joaquín de Montealegre, prima Duca e poi Marchese di Salas fino al 1746); e una seconda caratterizzata da una mag-giore apertura verso politiche e progetti di stampo europeo, con altri diplomatici e collaboratori, e con la presenza di noti architetti provenienti dall'ambiente ro-mano come Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga, dove si riconosce un salto di qua-lità voluto proprio dal sovrano, con i grandi progetti della Reggia di Caserta (la nuova capitale) e dell' Albergo dei Poveri (un'utopia sociale). In tal senso la figura di Carlo di Borbone, re di Napoli e di Sicilia fino al 1759, divenuto poi, re di Spagna con il titolo di Carlo III, sino al 1788, risulta piuttosto emblematica e rappresentativa. Ci porta a proporre naturalmente alcune prevedibili osservazioni sull'affinità e sulla similitudine di contesti culturali, sociali e architettonici; su una scontata continuità di intenti e su una costante osmosi vissuta tra i due paesi G.C. Alisio, Urbanistica napoletana del Settecento, 1979).

No other historical building in the world has been used in the movies without being respected in its historical and artistic features more than the Royal Palace of Caserta. If Versailles is usually chosen as location for representing itself, as well as to set the events that have happened through the time, at Caserta the splendid halls and the luxuriant gardens are generally utilized to come out as some other places: for instance, in La Maja desnuda (Henry Koster, 1958) it appears as the Palacio Real of Madrid, and in Waterloo (Sergej Bondarčuk, 1970) it is shown as the Fontainebleau Castle. When it is used as the location of Bourbon family, who have inhabited there, very rarely its times and artistic styles are respected. The Reggia acts as a generic seat of power. But also, the sumptuousness of the Vanvitelli architecture has allowed to the American film productions to use this building as a Vatican place and even as a space age location for the recent Star Wars episodes.

Il contributo è v olto ad una conoscenza inedita del tracciato dell'antico Acquedotto reale di Portici che convogliava le acque provenienti dalle pendici del Monte Somma alla Reggia di Portici. Protagonista, per la prima volta, non è i l Palazzo Reale o i luoghi più noti del Sito Reale ma il sottosuolo del Parco Superiore fatto di cunicoli, cisterne e serbatoi.


The contribution is aimed at an unprecedented knoledge of the route of the ancient Royal Aqueduct of Portici which conveyed the waters coming from the slopes of Monte Somma to the 'Reggia di Portici'. For the first time, the focus isn't the Royal Palace or his most famous part but the subsoil of the Upper Park composed by tunnels, cisterns and reservoirs.