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Il secondo volume de I Pilastri della Terramara illustra una vasta gamma di reperti di scavo: al di là dell'abbondante inventario di frammenti di stoviglie in ceramica, vi compaiono strumenti in selce, oggetti finiti, semifiniti e scarti... more
Il secondo volume de I Pilastri della Terramara illustra una vasta gamma di reperti di scavo: al di là dell'abbondante inventario di frammenti di stoviglie in ceramica, vi compaiono strumenti in selce, oggetti finiti, semifiniti e scarti di lavorazione in palco di cervo, oggetti in selce scheggiata ed altre rocce levigate, strumenti e ornamenti in bronzo, elementi di collana in ambra. Contiene anche importanti informazioni sugli abbondanti resti animali (pesci inclusi) rimasti nelle rovine del villaggio, sui semi ed altri resti botanici recuperati nelle trincee di scavo. Gli studi dimostrano che la Terramara di Pilastri faceva parte di un reticolo di scambi e contatti di ampiezza insospettata, che potrebbe aver abbracciato l'entroterra Tosco-Emiliano, l'Europa centro-orientale, le sponde del Mar Baltico e la Sicilia.
Il primo volume de I Pilastri della Terramara presenta in modo dettagliato i risultati delle campagne di scavo recentemente effettuate (2013-2018) sul sito della Terramara di Pilastri di Bondeno (FE), uno dei tanti villaggi arginati del... more
Il primo volume de I Pilastri della Terramara presenta in modo dettagliato i risultati delle campagne di scavo recentemente effettuate (2013-2018) sul sito della Terramara di Pilastri di Bondeno (FE), uno dei tanti villaggi arginati del II millennio a.C. che costellano la Pianura Padana e le tracce della sua complicata idrografia, qui "decifrata" - per il comparto territoriale di Bondeno - in modo esauriente.
Fortemente voluto dalla comunità di Bondeno, dalle sue Istituzioni, dagli insegnanti, dalle ragazze e dai ragazzi delle scuole, dalle sue istituzioni culturali - in primo luogo, dal Gruppo Archeologico di Bondeno - con la fattiva collaborazione delle Università di Padova e Ferrara e, naturalmente, dei funzionari del Ministero della Cultura, questo studio illustra una felice sinergia tra uno scavo di elevato dettaglio stratigrafico e un chiaro orientamento divulgativo. Il volume è incentrato sullo scavo di uno dei più antichi laboratori ceramici della penisola, tramite una accurata definizione degli spazi scavati, di come essi fossero diversamente utilizzati da punto a punto, e della sua cronologia, sia attraverso il radiocarbonio, sia mediante lo studio comparativo dei frammenti di vasi.
Lo studio dei resti ittici provenienti dai siti terramaricoli risulta ancora circoscritto a pochi casi isolati. Il motivo di questa scarsità di dati è probabilmente dovuto ai metodi usati nel recupero dei materiali: per raccogliere questi... more
Lo studio dei resti ittici provenienti dai siti terramaricoli risulta ancora circoscritto a pochi casi isolati. Il motivo di questa scarsità di dati è probabilmente dovuto ai metodi usati nel recupero dei materiali: per raccogliere questi resti, infatti, sono necessarie setacciature sistematiche del terreno di scavo, anche con setacci a maglia molto fine. L’applicazione di tali tecniche di recupero può cambiare in modo significativo la quantità e la qualità dei dati archeozoologici. Di conseguenza, nello scavo della Terramara di Pilastri è stato avviato, sin dal 2018, un lavoro minuzioso di vaglio di campioni dei sedimenti
archeologici scavati, che ha permesso la raccolta, la classificazione e lo studio di una notevole quantità di reperti bioarcheologici raccolti durante le campagne di scavo dal 2013 fino al 2018. Già in passato erano state individuate alcune vertebre di luccio; tuttavia le nuove ricerche hanno ampliato, in senso sia qualitativo che quantitativo, le nostre conoscenze in proposito.

In questo contributo verranno, quindi, presentati i risultati preliminari delle ricerche di ittio-archeologia eseguite sui diversi campioni faunistici. Centinaia di piccoli e microscopici resti di pesci di acqua dolce confermano l’importanza dell’attività di pesca tra le strategie economiche messe in atto dalle genti della Terramara, parte di un più vasto sfruttamento delle risorse fluviali delle popolazioni della Pianura Padana nel corso dell’età del Bronzo.
The book of abstracts from the 9th PZAF (Postgraduate Zooarchaeology Forum)
Archaeological excavations were carried out on the roman villa of S. Marina (Petralia Soprana, Palermo) in different years (2008-2009, 2013-2015, 2019-2020); during these field campaigns, numerous animal remains were recovered, mainly... more
Archaeological excavations were carried out on the roman villa of S. Marina (Petralia Soprana, Palermo) in different years (2008-2009, 2013-2015, 2019-2020); during these field campaigns, numerous animal remains were recovered, mainly from the Area 2 of the excavation. The archaeozoological record is mostly composed of the main domestic species (sheep, goats, cattle and pigs); other domestic and wild taxa are attested, such as horse, deer and wild boar. Animal exploitation was focused on meat consumption, although other secondary products probably had a certain importance. A high presence of caprines killed after reaching adulthood may refer to an interest in wool production. Hard animal materials (bone and antler) were recovered during the excavations, including both finished and unfinished products. The presence of unfinished tools and rare antlers
and cattle’s horn fragments may hint at the presence of production areas near the villa, as already observed in other similar contexts.
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Workshop organizers: Mauro Rizzetto & Frits Heinrich
In person location: Salle Solvay, ULB Campus La Plaine, Brussels
Giornata di studi - 7 dicembre 2023, Aula Diano - Palazzo Liviano, Piazza Capitaniato 7, Padova (PD)
Research Interests: