Chiara Frigieri

C. Frigieri, P. Gasparri, "The knowledge of Cultural Heritage through the use of technology: aims and methodologies"

With the slogan "Open future" Matera started 2019 as a European Capital of Culture. This is an opportunity to make reflections and development strategies for sustainable "valorisation", in relation to the identity character and history of a complex urban reality, stratified over the centuries, unique in the world. The contribution intends to make some considerations on the renewed value of "knowledge of places", a critical base for all types of "operations" on cultural heritage. Today the use of advanced technologies offers the possibility of documenting the cultural heritage in all its forms in a very short time, obtaining geometrical correctness and completeness of restitution: from the single monument, to entire portions of the city, from archaeological realities up to natural-landscape context.
Through some episodes in the city of Matera, the methodological process of knowledge is able to provide scientific support for the understanding of historical pre-existence, and therefore to design.

C. Frigieri, P. Gasparri, "La conoscenza del Patrimonio Culturale attraverso l'uso della tecnologia: obiettivi e metodologie"

Con il motto "Open future" Matera ha iniziato il 2019 quale rappresentante del Patrimonio Europeo della Cultura. Questa è un'occasione per compiere riflessioni ed elaborare strategie per una "valorizzazione" sostenibile, in relazione al carattere identitario e alla storia di una realtà urbana complessa, stratificata nei secoli, unica al mondo.
Il contributo intende compiere alcune considerazioni sul rinnovato valore della "conoscenza dei luoghi", fondamento critico ad ogni tipo di "operatività" sui beni culturali. Oggi l'uso di sistemi integrati di rilevamento tridimensionale tecnologicamente avanzati offre la possibilità di documentare, in tempi assai rapidi, il patrimonio culturale in ogni sua forma: dal singolo monumento, a intere porzioni di città, da realtà archeologiche fino a contesti paesaggistici o naturalistici, ottenendo correttezza geometrica e completezza di restituzione.
Si presenta, attraverso alcuni episodi nella città di Matera, tale processo metodologico della conoscenza, in grado di fornire il supporto scientifico per la comprensione della preesistenza storica, la sua valorizzazione e "comunicazione".

C. Bellanca, C. Frigieri, "Roma e la realtà del turismo" - "Rome and the reality of tourism"

ITALIANO
La realtà attuale del centro storico di Roma dimostra come negli ultimi decenni la facies di alcuni Rioni della città sia stata modificata, talvolta compromessa e condizionata, da interventi non solo di restauro e/o manutenzione, ma da adattamenti piuttosto spinti e anche dai cosiddetti ri-usi finalizzati alla riconversione, spesso di interi organismi architettonici, ad uso turistico.
La diffusione, forse in alcuni casi eccessiva, di nuovi alberghi, Bed and breakfast (B&b), Relais ecc… è stata direttamente proporzionale e contemporanea allo spopolamento del centro cittadino da parte dei suoi "storici" abitanti, consegnando di fatto interi brani di città antica ad un turismo "mordi e fuggi".
Parallelamente alla diffusione di nuove strutture di accoglienza turistica, tale processo di mutamento ha interessato anche l'offerta commerciale dei negozi che, anno dopo anno, progetto dopo progetto, ha trasformato la gran parte degli esercizi commerciali e delle botteghe storiche di artigiani e artisti in episodi riconducibili alla globalizzazione (si pensi, ad esempio, alle inserzioni delle grandi catene commerciali all'interno di edifici storici, in particolare nelle adiacenze della via del Corso).
Questo è certamente un importante processo di mutamento della dimensione urbana che ha interessato numerose capitali europee e non solo, avviatosi in questi ultimi decenni e tutt'oggi ancora in essere.
Si intende presentare una lettura di tale fenomeno, da considerarsi forse irreversibile, soffermando l'attenzione su alcuni episodi di "trasformazione" delle preesistenze storiche del centro della città, nel tentativo di far emergere nell'attuazione operativa le "pressioni" di tipo prevalentemente economico che hanno cancellano l'identità di diverse realtà, espressione di storia e arte nei secoli.
Si ritiene infine utile analizzare, attraverso una lettura metodologica dello stato attuale, come e perché le necessità collegate al turismo di una città complessa come Roma, abbiano di fatto determinato lo "spopolamento" di una importante parte di essa e nello stesso tempo ne abbiano modificato l'"immagine".

INGLESE
The current reality of the historic center of Rome shows how in recent decades the facies of some of the city's districts have been modified, sometimes compromised
and conditioned, by interventions not just finalized to restoration and/or
maintenance, but rather strong adaptations and also by the so-called re-use or
adaptive re-use, often applied to entire building, for touristic use.
The diffusion, perhaps in some cases excessive, of new hotels, Bed and breakfast
(B&b), Relais etc... was directly proportional and contemporary to the
depopulation of the city center by its "historical" inhabitants, delivering entire
pieces of the ancient city to a "hit and run" tourism.
Parallel to the diffusion of new tourist accommodation facilities, this process of
change has also affected the commercial offer of stores that, year after year, project
after project, transformed most of the shops and historical shops of artisans and
artists into episodes linked to the globalization process (i.e. the insertions of big
stores inside historic buildings, particularly nearby Via del Corso).
This is certainly an important process of change in the urban dimension that has
affected many European capitals and not only, which begun in recent decades and
it’s still ongoing.
The reading intends to present this phenomenon, to be considered perhaps
irreversible, focusing on some episodes of "transformation" of the historical preexistences
of the city center, to highlight the economic “pressures” in the
implementation of such events that have erased the identity of different realities,
expression of history and art over the centuries.
It is finally significant to analyze, through a methodological reading of the current
state, how and why the needs related to the tourism of a complex city like Rome,
have actually determined the "depopulation" of an important part of it and at the
same time have modified its “image".

C. Frigieri "Metodologie di rilievo. Il laser scanner e la lettura del bene architettonico per la conoscenza del monumento"

Nell'ambito della Giornata di Studi dedicata al "progetto della conoscenza" della complessa realtà architettonica e naturalistica esistente presso l'Isola Bisentina, sono stati presentati i rilievi tridimensionali condotti dalla società di ingegneria C.P.T. Studio.
L'intero complesso architettonico, composto dalla chiesa, dall'ex convento, dai giardini e dalle relative strutture secondarie, è stato oggetto di un ampio progetto di rilevamento, finalizzato alla conoscenza del bene architettonico allo stato attuale.
L'ottenimento del modello tridimensionale completo risulta un utile supporto alla progettazione, oltre che alla comprensione della realtà dell'architettura, dei suoi caratteri costruttivi, dei materiali costitutivi e del loro stato di conservazione.

C. Frigieri, "Giuseppe Zander e l'approccio metodologico di studio di alcune architetture medioevali nel Lazio meridionale".

In alcuni scritti di Giuseppe Zander sui temi dell'architettura medievale del Lazio meridionale, egli evidenzia una poca attenzione da parte degli studiosi dell'epoca ai temi dell'edilizia civile, accanto a quelli assai più noti delle grandi chiese e monasteri. Infatti all'interno del saggio dedicato al Palazzo cardinalizio di Alatri, e pubblicato nel 1951, l'autore cita il «diligente volume sulle origini dell'architettura gotica in Italia» di Camille Enlart, all'interno del quale egli nota come non vi siano commenti su edifici civili del periodo.
Sono queste realtà che lo studioso dimostra di conoscere direttamente, e sulle quali concentra una parte della propria produzione scientifica nel primo decennio di attività (ci si riferisce in particolare agli studi su Alatri, Anagni, Atina e, quelli più noti e complessi sulla città di Terracina).
Sulla base dei citati contributi saggistici si intende porre l'attenzione sul metodo di studio che il giovane Zander applica ad una particolare forma di architettura, non necessariamente di tipo monumentale, ma spesso legata alle trasformazioni del tessuto urbano di alcuni piccoli centri del basso Lazio, dalla fase antica, romana, a quella medievale (si veda il caso di Terracina). L'organismo architettonico viene indagato nel suo aspetto volumetrico e figurativo, con puntuali approfondimenti sui caratteri stilistici, sulle tecniche esecutive, sui materiali impiegati e sui sistemi costruttivi, facendo ampio uso di analogie e confronti con edifici simili presenti sul territorio del centro Italia. Una particolare attenzione è dedicata all'organismo costruttivo e al suo funzionamento statico, individuando un'analogia nell'uso dei sistemi ad archi trasversali portanti nel tardo Medio Evo, presenti in alcune fabbriche coeve (palazzo del Cardinale Gottifredo ad Alatri, palazzo della ragione e il palazzo Trajetto ad Anagni).
Quando dallo studio storico-critico ci si spinge sino ad un progetto di restauro, tale metodo di conoscenza sembra delinearsi al massimo delle proprie potenzialità. Come dunque lo studioso, ma anche architetto sensibile alle preesistenze, applica lo studio al restauro e il restauro allo studio?
E' questo un dialogo continuo e costante, una collaborazione sinergica, non priva di interrogativi che talvolta possono rimanere aperti.

C. Frigieri, "Chiesa dell'ex convento di San Francesco a Nazzano. Studio e proposta di restauro".

La chiesa di San Francesco si trova a Nazzano, borgo medievale del Lazio settentrionale affacciato sulla riva destra del fiume Tevere. L’antico insediamento conventuale, di cui la chiesa faceva parte, sorge fuori dal centro cittadino, al limite nord del territorio comunale, lungo la via Piana, proseguimento della via Tiberina.
La primitiva chiesa conventuale dei Frati Minori Francescani, secondo le fonti antiche, è realizzata nel 1229. Nel corso dei secoli essa ha subito notevoli trasformazioni; la più significativa delle quali è senz’altro quella Settecentesca, avvenuta tra il 1752 e il 1761, con la demolizione dell'originaria fabbrica e l’edificazione dell’attuale organismo architettonico.
Dopo la soppressione dell'ordine francescano nel 1873, determinata dalla legge 1402, detta "legge di annessione", e al termine di una lunga serie di passaggi di proprietà avvenuti tra il 1880 e il 1955, il convento è stato definitivamente riadattato a residenza privata, mentre la chiesa è rimasta di proprietà del Fondo degli Edifici di Culto (Ministero degli Interni).
Nel 1880 il Fondo Culto cede "l'intero compendio al Comune di Nazzano, con l'onere di provvedere all'officiatura e alla manutenzione del tempio". Tuttavia, come si legge in alcune documenti originali conservati presso l'Archivio della Direzione Centrale per l'Amministrazione del FEC, "data la scarsa disponibilità economica dell'ente civico, nei primi anni del Novecento fu il Fondo Culto, proprietario del sacro edificio, a sostenere alcune spese di ristrutturazione della chiesa".
Le due proprietà sono, ancora oggi, inserite in un esteso parco di lecci e querce secolari, che rendono particolarmente interessante il sito dell’intero complesso e il  paesaggio circostante. 
L'obiettivo che si è posto è stato quello di chiarire i momenti significativi del "monumento nel tempo" e permettere quindi una corretta lettura storico-critica della fabbrica. Per far questo, si è avviato lo studio con una prima fase di analisi diretta della preesistenza, basata sul rilevamento geometrico-architettonico, fino ad allora mai realizzato. Si è condotta l'analisi dei caratteri stilistico-costruttivi e figurativi presenti, e dei materiali costitutivi, anche attraverso specifiche indagini di laboratorio, al fine di individuare le diverse fasi costruttive, attraverso lo studio delle prime aggiunte e trasformazioni al nucleo iniziale, e successivamente dei primi interventi di "restauro".

C. Frigieri, "Nodi e criticità: studi propedeutici al progetto di restauro e adattamento museale dell’area archeologica del Tempio di Giove all’Isola Tiberina di Roma"

The historical study conducted on the archaeological site of the supposed Temple of Juppiter Jurarius situated on the Tiberina Island is here presented. It aims at restoring the ancient and medieval archaeological evidences and at defining a "planned" museum proposal, for which it was necessary to take care to accessibility and usability, as well as to the proper understanding of the emerged archeology.
The site preserves relevant records related to the history of Rome and in particular on the Insula Tiberina. Nowadays, it is presented as an hypogaeum, an underground space situated between the church of S. Giovanni Calibita and the Fatebenefratelli hospital.
Until now, clear critical issues of matching with envisaged functions have hindered a correct and complete use of the above mentioned area, therefore the sharing of the historical-artistic values over there preserved.
Simultaneously, some critical reflections from the conducted multidisciplinary research encouraged the definition of a project that would make the excavations open to visitors, through the insertion of catwalks according to the principle of reversibility and minimum intervention.
To facilitate a clear understanding of the chronological phases and their stratigraphic connections, a visit pathway developed on three levels has been studied. In this way, the artificial light becomes "instrument of knowledge" and accompanies the visitor, attracted also by didactical - educational multimedia insertions controlled rigorously.

C. Frigieri "Giuseppe Zander between innovation and tradition in the use of "modern" materials"

Trough some significant episodes, the theoretical and operational attitude of the architect Giuseppe Zander (1920-1990) is presented with regard to the use of concrete, considered, in the second half of the twentieth century, a "modern" material used in conservation, consolidation and "reconstruction" interventions, consequent to the damages of Second World War. The Athens Charter, in 1931, codified for the first time the use of modern materials for the conservation of ancient monuments, particularly for the structural strengthening of those monuments.
Even in the design of new buildings, especially religious ones, Zander, in line with the times, makes use of this construction material. He implements some architecture works characterized by the aspiration of testing contemporary languages and new construction techniques. His accurate research on the use of concrete can be clearly deduced from the study of his documents and writings, particularly an essay from the early 1980s.

Il volume esamina criticamente, in una serie di approfondimenti scientifici, lo studio storico-architettonico, l'analisi diretta e indiretta, la sintesi, quindi la progettazione e il cantiere per la realizzazione di una prima fase di interventi di restauro e conservazione, quelli relativi al miglioramento strutturale, avviati nel 2018 sul complesso della Sapienza, conseguenti agli eventi sismici del 2016 nel centro Italia.
Lo studio storico-critico dell'edificio, dalla sua genesi sino ai giorni nostri rappresenta, in particolare nel caso di episodi architettonici come il complesso della Sapienza, quella base consapevole e profonda che deve necessariamente accompagnare, o meglio, condizionare i modelli matematici a riferimento dei progetti di "sicurezza strutturale".

The essay comes from the opportunity of the implementation of a critical-conservative project that involved the external surfaces of the Palazzo Stati Cenci Maccarani, Giulio Romano’s last Roman work, that he started between 1520-1524, before moving to Mantua at the Gonzaga court. The project, concluded in January 2018, derives from an accurate and original historical-critical study of the building started in 2015, and becomes a chance for philological, critical and historiographical thinking on the “manner” of the architect-artist in the years of transition between Rome and Mantua. New aspects emerge regarding an architecture widely recognized as one of the most significant from the early Roman sixteenth century. This is done through through the systematic study of the various existing archival collections, the definition of a three-dimensional survey, the stratigraphic investigations for the recognition of the materials and the executive finishing techniques of the plaster surfaces and of the natural and artificial stone materials, and finally direct analysis of ancient matter, where still legible. The cultural background of the technicians involved, each for their own scientific skills and knowledge, has always been oriented towards respecting and safeguarding the authenticity of the monument, in its value as historical and artistic evidence.

The essay intends to examine that particular cultural approach offered by Giuseppe Zander to the field of interventions on the existing ecclesiastical heritage, based on a profound knowledge of the reality of architecture as a methodological guide for the definition of an old-new balance. Prof. Zander, architect-restorer active in Rome, Lazio and beyond, since the delicate moment of the Second World War, is recognized as a refined contribution to the cultural world of his time, in particular on the themes of restoration, in which he demonstrates care and sensitivity in contemporary insertions on ancient pre-existences and in post-conciliar liturgical adaptation. It is considered useful to examine some distinctive aspects in the liturgical adaptation projects of religious architecture, through case studies, chosen from among the numerous existing ones, in order to bring out the theoretical reflections and the progressive cultural refinements of one of the protagonists of the second Italian twentieth century.

The complex of the first Trastevere railway station today represents an episode of industrial archeology. The ‘passenger building’ is considered a representative example of great urban ambitions for the city of Rome which, starting from the second half of the nineteenth century, decided to invest in a system of public, urban and interurban transport, converging on the city, in order to determine a growing economic and social development. The resulting architecture throughout Europe takes on distinctive constructive and stylistic caracters, recognizable by the diffused use of modern materials such as iron and glass, used in vaults,
cantilever roof and construction details through semi-industrial engineering productions.
The reality of architecture, after changes of the building use, conserve its late nineteenth century aspect. This has been studied through archival documents, historical iconography and direct analysis, with the aim of planning its restoration and, above all, a new public use that is also compatible with the renewed needs of the community.

Every conservation project to be carried out on the work of man must be preceded by the "moment of knowledge". Following a methodological path, distinguished by a multidisciplinary approach, the study becomes that preliminary historical-critical understanding which, based on a solid scientific and theoretical basis, allows the definition of intervention guidelines that, in the operational phase, take the form of design choices. Lacking such an approach, the act of conservation might bring a lost opportunity if compared to a more complete and complex knowledge of the object to which it is addressed, and a hazard for the respect of the authenticity of the architectural work.
The purpose is to present a study on conservation and "maintenance" practice applied to architectural surfaces of minor buildings, often the result of aggregations, unifications and extensions over the centuries. The proposed case study has been conducted on a building in the historic center of Rome, inserted into the urban fabric of the Campo Marzio trident near Piazza del Popolo, where the need for a "maintenance" project of external finishes determined the need for a systematic historical-critical analysis.

The current reality of the historic center of Rome shows how in recent decades the facies of some of the city's districts have been modified, sometimes compromised and conditioned, by interventions not just finalized to restoration and/or maintenance, but rather strong adaptations and also by the so-called re-use or adaptive re-use, often applied to entire building, for touristic use.
The diffusion, perhaps in some cases excessive, of new hotels, Bed and breakfast (B&b), Relais etc... was directly proportional and contemporary to the depopulation of the city center by its "historical" inhabitants, delivering entire pieces of the ancient city to a "hit and run" tourism.
Parallel to the diffusion of new tourist accommodation facilities, this process of change has also affected the commercial offer of stores that, year after year, project after project, transformed most of the shops and historical shops of artisans and artists into episodes linked to the globalization process (i.e. the insertions of big stores inside historic buildings, particularly nearby Via del Corso).
This is certainly an important process of change in the urban dimension that has affected many European capitals and not only, which begun in recent decades and it’s still ongoing.
The reading intends to present this phenomenon, to be considered perhaps irreversible, focusing on some episodes of "transformation" of the historical pre-existences of the city center, to highlight the economic “pressures” in the implementation of such events that have erased the identity of different realities, expression of history and art over the centuries.
It is finally significant to analyze, through a methodological reading of the current state, how and why the needs related to the tourism of a complex city like Rome, have actually determined the "depopulation" of an important part of it and at the same time have modified its “image".

Through some significant episodes, the theoretical and operational attitude of the architect Giuseppe Zander (1920-1990) is presented with regard to the use of concrete, considered, in the second half of the twentieth century, a "modern" material used in conservation, consolidation and "reconstruction" interventions, consequent to the damages of Second World War. The Athens Charter, in 1931, codified for the first time the use of modern materials for the conservation of ancient monuments, particularly for the structural strengthening of these monuments.
Even in the design of new buildings, especially religious ones, Zander, in line with the times, makes use of this construction material. He implements some architecture works characterized by the aspiration of testing contemporary languages and new construction techniques. His accurate research on the use of concrete can be clearly deduced from the study of his documents and writings, particularly an essay from the early eighties of the twentieth century.

For the first time, a historical-critical study on a conservation project designed by architect Giuseppe Zander in the mid-twentieth century is presented. The scholar has a sound knowledge of the historic urban fabric and architectural features typical of the medieval district of Terracina, having drafted, between 1947 and 1950, the Reconstruction Plan to tackle war damages issues and for having delivered many other studies and projects in the same area.
Important archive documents are the basis of the considerations proposed in this short essay. The methodology is based therefore both on the direct analysis of architecture at present, and on a careful critical analysis of the archive documents consulted in Lazio. It leads to significant results, also related to the history that the medieval church has experienced in recent times: a "tragic" alternation of neglect and "development projects".
The aim of this research is to understand the theoretical criteria of design choices, in the peculiar time of the immediate post-war period, by a young architect and passionate scholar.

The historical study conducted on the archaeological site of the supposed Temple of Juppiter Jurarius situated on the Tiberina Island is here presented. It aims at restoring the ancient and medieval archaeological evidences and at defining a "planned" museum proposal, for which it was necessary to take care to accessibility and usability, as well as to the proper understanding of the emerged archeology.
The site preserves relevant records related to the history of Rome and in particular on the Insula Tiberina. Nowadays, it is presented as an hypogaeum, an underground space situated between the church of S. Giovanni Calibita and the Fatebenefratelli hospital.
Until now, clear critical issues of matching with envisaged functions have hindered a correct and complete use of the above mentioned area, therefore the sharing of the historical-artistic values over there preserved.
Simultaneously, some critical reflections from the conducted multidisciplinary research encouraged the definition of a project that would make the excavations open to visitors, through the insertion of catwalks according to the principle of reversibility and minimum intervention.
To facilitate a clear understanding of the chronological phases and their stratigraphic connections, a visit pathway developed on three levels has been studied. In this way, the artificial light becomes "instrument of knowledge" and accompanies the visitor, attracted also by didactical - educational multimedia insertions controlled rigorously.

With the slogan “Open future” Matera started 2019 as a European Capital of Culture. This is an opportunity to make reflections and development strategies for sustainable “valorisation”, in relation to the identity character and history of a complex urban reality, stratified over the centuries, unique in the world. The contribution intends to make some considerations on the renewed value of “knowledge of places”, a critical base for all types of “operations” on cultural heritage. Today the use of advanced technologies offers the possibility of documenting the cultural heritage in all its forms in a very short time, obtaining geometrical correctness and completeness of restitution: from the single monument, to entire portions of the city, from archaeological realities up to natural-landscape context.
Through some episodes in the city of Matera, the methodological process of knowledge is able to provide scientific support for the understanding of historical pre-existence, and therefore to design.

Il saggio richiama l'attenzione sul delicato tema della ricostruzione di alcune chiese nel decennio successivo al secondo conflitto mondiale, da considerarsi, nell'insieme degli accadimenti del periodo storico, vere e proprie "opere di misericordia".
Si intende sottolineare il legame esistete tra le ricostruzioni post belliche e il Giubileo del 1950, indetto nei difficili anni della "rinascita" spirituale, culturale e materiale dei cittadini d'Europa in seguito al dramma inferto dagli eventi bellici.
Si presentano quindi, quali episodi esemplificativi, alcuni interventi di restauro, consolidamento e nuova progettazione di complessi religiosi nella provincia del Lazio, realizzati dall'architetto Giuseppe Zander, tra il 1948 e il 1957. Questi sono inseriti all'interno del quadro normativo di riferimento per le ricostruzioni del secondo dopoguerra, utile per una migliore comprensione del complesso iter burocratico e progettuale compiuto dall'architetto.
La sintesi proposta si fonda sullo studio dei documenti d'archivio, spesso inediti, e sull'analisi diretta della preesistenza architettonica. Questo al fine di giungere alla comprensione storico-critica del percorso metodologico della conoscenza compiuto dell'autore per l'elaborazione di una proposta progettuale che fosse il più possibile rispettosa dei valori di storia e d'arte della realtà architettonica sulla quale egli è chiamato ad intervenire.