The myth of the Golden Fleece, the Argonauts and Medea through ancient sources, with reflections ... more The myth of the Golden Fleece, the Argonauts and Medea through ancient sources, with reflections on the links between these stories and folklore, and insights into the history of the places touched by the voyage of the Argo.
«Tra tutti i titoli medievali nessuno è più magico di quello di imperatore di Trebisonda». Così s... more «Tra tutti i titoli medievali nessuno è più magico di quello di imperatore di Trebisonda». Così sir Steven Runciman, grande bizantinista, riassunse il fascino millenario dell’ultimo Impero greco sulle rive del Mar Nero, nato nel 1204 e caduto nel 1461. In due secoli e mezzo divenne crocevia internazionale, favolosamente ricco, al centro di commerci, ambascerie, intrighi, magie. Marco Polo, Cervantes, Cagliostro, Foscolo, Offenbach, d’Annunzio: tutti, nella realtà o nella fantasia, sono passati dall’antica capitale dei Gran Comneni, la più nobile delle dinastie bizantine, esiliata per sempre da Costantinopoli. Per i lettori che vogliono sognare i misteri e le glorie di Trebisonda, e i viaggiatori che intendono esplorare le vie dell’attuale Trabzon e i monasteri perduti del Ponto, tra nebbie impenetrabili e foreste fatate, nelle pagine di questo libro rivivono storia e leggenda di un minuscolo impero nella realtà, ma di una superpotenza dell’immaginario medievale e moderno.
Mitos errantes: leyendas urbanas de hoy y de siempre, 2023
¿Las cloacas de las ciudades antiguas? Estaban infestadas de pulpos monstruosos. ¿Emperadores rom... more ¿Las cloacas de las ciudades antiguas? Estaban infestadas de pulpos monstruosos. ¿Emperadores romanos? Conspiraban constantemente contra sus propios súbditos, eliminaban a inventores ingeniosos que podrían haber hecho la vida más fácil y barata para todos, e incluso conspiraban con los bárbaros para destruir Roma. La Guerra de Troya había sido desencadenada por Zeus para resolver un problema de superpoblación mundial. Y también había atractivas ladronas de órganos y demonios etruscos que hacían llover misteriosos hilos del cielo. Luego, tras el advenimiento del cristianismo, se empezó a hablar de mensajes satánicos ocultos en oraciones aparentemente inocuas, e incluso de un libro de memorias de Lázaro, de contenido espeluznante, supuestamente escondido por los Apóstoles. ¿Nos recuerda algo todo esto? Muchas de las "noticias imposibles" de hoy no nacieron con las redes sociales, sino que son viejas, muy viejas. Ni siquiera los griegos y los romanos fueron inmunes al encanto de las leyendas urbanas.
Se avessimo a disposizione una macchina del tempo e ci trasferissimo nelle strade dell'Atene clas... more Se avessimo a disposizione una macchina del tempo e ci trasferissimo nelle strade dell'Atene classica e nei fori di Roma antica, forse il primo suono che udiremmo sarebbe la risata. Il Riso era un dio, per i Greci e i Romani, e il mito racconta che i primi a ridere furono proprio gli dèi. Altro che “abbondare sulla bocca degli stolti”, come vuole una massima di origine cristiana: nel mondo antico l'ilarità era una cosa seria. La prima opera di Omero per alcuni fu un poema comico, e ridevano i filosofi come Democrito, gli oratori come Cicerone, gli imperatori come Augusto, gli schiavi come Esopo. Corti, teatri, tribunali, terme, persino latrine e campi di battaglia erano pieni di persone che si sbellicavano. Il volume – attraverso una selezione di testi greci e latini, talora mai tradotti prima in italiano – accompagna alla scoperta dell'umorismo degli antichi, libero e dissacrante, senza riguardi per nulla e per nessuno, fino alla risata finale, quella di Caronte.
La nave di Caronte: immagini dall'Aldilà a Bisanzio, 2022
A Bisanzio si pagavano le tasse anche dopo morti. E se uno terminava la «moneta», costituita da b... more A Bisanzio si pagavano le tasse anche dopo morti. E se uno terminava la «moneta», costituita da buone azioni e preghiere, precipitava all’Inferno. Raccontando l’Aldilà, l’uomo in fondo racconta se stesso, le proprie speranze e le proprie angosce; e la letteratura del medioevo greco, ricchissima di testi dedicati alla dimensione ultramondana, offre così visioni e descrizioni dello splendore della corte celeste e di giardini lussureggianti, ma anche di terribili torture e di carceri tenebrose. Le reminiscenze classiche si intrecciano con l’immaginario cristiano, e Caronte, abbandonata la sua barca, percorre la terra a cavallo come uno spietato predone di anime, mentre i morti irrequieti prefigurano il mito moderno del vampiro. Brevissimi apologhi, dettagliati resoconti di visioni e viaggi onirici nelle lande infernali e paradisiache, dialoghi, poemi e canti popolari che arrivano fino alle soglie della contemporaneità compongono un mosaico di cui questo volume offre una inedita panoramica a tutto tondo, in cui a parlare sono gli stessi Bizantini, in un coro affascinante di santi, letterati, devoti e voci senza nome. Molti dei testi qui antologizzati vengono presentati per la prima volta in italiano; di altri si offre la prima traduzione in assoluto in una lingua moderna.
Folklore, le “conoscenze del popolo”: una parola inglese, moderna, che descrive un fenomeno dalla... more Folklore, le “conoscenze del popolo”: una parola inglese, moderna, che descrive un fenomeno dalla storia lunghissima. Già gli antichi, infatti, avevano tutto un patrimonio di canti, giochi, indovinelli, scongiuri e magie, favole e spauracchi, proverbi, leggende e fiabe. Era la forma di cultura più accessibile: per molti l’unica, per tutti la prima, quella che in un certo senso ogni bambino apprendeva con il latte materno. E anche se la letteratura elevata tendeva a marginalizzare e ignorare questa dimensione, abbiamo numerose allusioni e frammenti che gettano luce su questo aspetto inedito della Grecia e di Roma. La comparazione con il folklore moderno e contemporaneo, evidenziando i punti di contatto ma anche le differenze, permette di contestualizzarlo e comprenderlo meglio. L’eredità dei Greci e dei Romani non comprende solo le tracce materiali della loro civiltà o gli splendidi frutti della loro arte e della loro letteratura: queste culture hanno consegnato all’Occidente anche un vocabolario per descrivere il mondo, catalogare le forme della vita associata, organizzare le avventure dell’intelligenza o la percezione del corpo e della natura. Ecco perché esplorare quel vocabolario significa per un verso guardare agli antichi da un osservatorio privilegiato, in grado di restituire l’immagine di una straordinaria esperienza storica, per l’altro riconoscere loro la funzione di interlocutori dei quali non possiamo fare a meno per pensare le grandi questioni del nostro tempo.
Miti vaganti: leggende metropolitane tra gli antichi e noi, Bologna, il Mulino, 2021
Le fogne delle città antiche? Erano infestate da piovre mostruose. Gli imperatori romani? Erano c... more Le fogne delle città antiche? Erano infestate da piovre mostruose. Gli imperatori romani? Erano costantemente impegnati a tramare contro i propri stessi sudditi, eliminando geniali inventori che avrebbero potuto rendere più semplice ed economica la vita di tutti, e persino complottando con i barbari per distruggere Roma. La guerra di Troia era stata scatenata da Zeus per risolvere un problema di sovrappopolazione mondiale. E poi c'erano seducenti ladre di organi e demoni etruschi che facevano piovere misteriose scie dal cielo. Dopo l'avvento del cristianesimo, poi, si cominciò a parlare di messaggi satanici nascosti in preghiere apparentemente innocue, e persino di un libro di memorie di Lazzaro, dai contenuti sconvolgenti, che sarebbe stato occultato dagli Apostoli. Tutto questo ci ricorda qualcosa? Tante «notizie impossibili» di oggi non sono nate con i social networks ma sono vecchie, anzi vecchissime. Neanche Greci e Romani erano immuni al fascino delle leggende metropolitane.
Divenuto schiavo per problemi economici, Leone viene assunto al servizio dell’imperatore per la s... more Divenuto schiavo per problemi economici, Leone viene assunto al servizio dell’imperatore per la sua capacità di distinguere ciò che vale da ciò che non vale. Prima le gemme, poi i cavalli, poi le donne, e infine la genealogia dello stesso imperatore (che non è figlio di chi crede): alla fine le sue expertises gli permetteranno di riscattare la libertà. Come già per la Storia di Barlaam e Ioasaf, la Bisanzio medievale si dimostra un crocevia di tradizioni narrative e sapienziali fra Oriente e Occidente. Anche il poemetto del Povero Leone (Ptocholeon), inedito in Italia, è la rielaborazione di un anonimo monaco del XIV secolo di un’antica tradizione indiana di origine buddhista. Il racconto si incrocia con testi arabi, con Il Novellino, con la saga di Amleto narrata da Sassone Grammatico e arriva, con tutta la sua arguzia e saggezza, fino all’epoca moderna. (Il povero Leone. Ptocholeon, a cura di Tommaso Braccini, Einaudi, 2020)
L'immagine di Omero come vertice del canone occidentale, inarrivabile modello e primo tra i poeti... more L'immagine di Omero come vertice del canone occidentale, inarrivabile modello e primo tra i poeti, non è mai venuta meno dall'antichità a oggi: l'as-senza dei suoi scritti nel lungo iato medievale non impedì a Dante di incoro-narlo sire tra i grandi autori classici. Fu anzi la sua fama di padre della poesia a facilitarne il rientro nella cultura occidentale, che avvenne molto presto e sotto i migliori auspici, quando Petrarca e Boccaccio promossero la traduzione in latino dei poemi omerici. Fu un evento fecondo di conseguenze, in primo luogo per l'insegnamento del greco. Leonzio Pilato, il traduttore, tenne il primo insegnamento pubblico di greco in Italia. E, pochi decenni dopo, il greco tornò a trarre impulso dai poemi omerici, che i dotti bizantini, scampati in Italia col loro tesoro di codici, inserirono subito nel curriculum di studi. Ma a questa vera e propria canonizzazione, che non venne mai meno a parole, non seguì nei fatti una rapida integrazione della poesia omerica nel discorso cultu-rale umanistico. In Italia Omero si trovò a competere con Virgilio, ritenuto a lui superiore per stile e rispetto del decorum, e a competere con una più diffusa e consolidata tradizione di racconti alternativi della guerra troiana, che indusse perfino a ritenere mendace e inaffidabile l'Iliade. Nel resto d'Europa non fu così: nei paesi della Riforma Omero entrò ben presto nell'itinerario scolastico e formativo; in Francia il sostrato di leggende troiane ne favorì la diffusione, anziché ostacolarla come era accaduto in Italia. Sono alcuni degli aspetti della ricezione di Omero e del suo ingresso nel canone della letteratura occidentale che si troveranno affrontati in queste pagine, dove ogni contributo svolge uno dei fili possibili, nell'intreccio complesso della riscoperta di Omero prima della "discoverta di Omero".
L’undici maggio del 330 Costantino fondò la sua Nuova Roma, meglio nota come Costantinopoli. Il s... more L’undici maggio del 330 Costantino fondò la sua Nuova Roma, meglio nota come Costantinopoli. Il sito della nuova capitale, tuttavia, aveva già una storia lunghissima, che iniziava dalla preistoria e proseguiva con la colonia megarese di Bisanzio, cruciale emporio sul Bosforo e inespugnabile avamposto contro i barbari. Il corpus arcaico di miti e leggende che circondava quest’antico insediamento, di cui i testi antichi ci hanno conservato tracce preziose, si trovò all’improvviso proiettato su un palcoscenico mondiale: retori, poeti, storici fecero a gara nel nobilitare queste tradizioni e nel costruire, nel passato di Bisanzio, una serie impressionante di presagi della futura grandezza. La propaganda imperiale trasformò così l’eroe fondatore Bisante, nipote di Zeus, in un nuovo Romolo, e la dea Ecate, protettrice della città negli assedi, sembrò anticipare il ruolo che sarebbe stato attribuito alla Vergine.
E allo stesso tempo, gli antichi monumenti che rimanevano di questo passato remoto furono avvolti da leggende che li dipingevano come talismani incantati dalla magia degli antichi sapienti. Quando i Turchi infine conquistarono Costantinopoli, nel 1453, ereditarono e rielaborarono ulteriormente questo patrimonio di miti, ipotizzando una serie vertiginosa di fondazioni e rifondazioni che iniziava con Salomone per culminare nella nascita di Istanbul. In queste pagine viene rievocata questa “storia leggendaria” di Bisanzio, una costruzione culturale che è in corso ancora oggi.
Che cosa raccontava la nutrice al piccolo Cicerone prima di metterlo a letto? Quali barzellette c... more Che cosa raccontava la nutrice al piccolo Cicerone prima di metterlo a letto? Quali barzellette circolavano nelle botteghe dei barbieri di Atene? Nell'antichità, esattamente come oggi, nella vita di tutti erano presenti fiabe, facezie, fake news. Soltanto in pochissimi casi, tuttavia, questa "letteratura orale", considerata triviale e poco seria, è riuscita ad approdare alla pagina scritta, e spesso solo sotto forma di allusioni. Non tutto è perduto, però: combinando filologia e folklore si può tentare di ricostruire questo capitolo dimenticato della vita degli antichi. Ad aiutarci saranno le storie che, dal Medioevo fino a oggi, rispecchiano i racconti popolari di Greci e Romani, con differenze altrettanto significative delle somiglianze. Seguendo così le tracce narrative del dio Pan e di un gatto diabolico, del poeta Archiloco e del bluesman Robert Johnson, di imperatori, lupi cattivi e molti altri ancora, il libro getta nuovi squarci di luce sull'"enciclopedia culturale" degli antichi e, contemporaneamente, ci permette di comprendere meglio la nostra.
Introduzione, traduzione e commento a cura di T. Braccini e S. Macrì; Milano, Adelphi, 2018, pp. ... more Introduzione, traduzione e commento a cura di T. Braccini e S. Macrì; Milano, Adelphi, 2018, pp. 417.
La filologia classica studia i passaggi attraverso i quali le opere letterarie greche e latine so... more La filologia classica studia i passaggi attraverso i quali le opere letterarie greche e latine sono giunte fino a noi, cercando al contempo di depurarle dai numerosi errori e fraintendimenti accumulatisi nel corso dei secoli. In questo manuale vengono esposti in primo luogo i supporti concreti che ci hanno trasmesso i testi classici, a partire dai rotoli di papiro e dai codici medievali per giungere alle edizioni a stampa, con una rassegna delle scritture adottate nel mondo greco e latino. Una dettagliata tipologia degli errori compiuti dai copisti medievali è il preludio all'esposizione del metodo della critica testuale scientifica (il cosiddetto «metodo del Lachmann»), accompagnata da una riflessione sulle strategie da adottare di fronte a tradizioni testuali problematiche o contaminate, e da una rassegna dei dibattiti che hanno interessato la filologia classica anche alla luce delle tecnologie più recenti. Il libro è corredato da consigli pratici sulla preparazione di un'edizione critica, e da una bibliografia ragionata per approfondire gli argomenti trattati.
Indice Ha senso un manuale di filologia classica?; 1. Dalla philologia alla filologia classica: evoluzione e necessità di una disciplina; 2. I supporti; 3. Le scritture; 4. I palinsesti; 5. Copie ed errori; 6. L'arte dell'emendazione; 7. La recensio; 8. Esaminare ed emendare; 9. L'edizione critica; 10. Critiche e dibattito metodologico; 11. Come si fa un'edizione critica: suggerimenti pratici; Appendici; Bibliografia ragionata; Abbreviazioni bibliografiche; Indice dei nomi; Indice dei passi citati; Indice dei manoscritti.
Nel secolo in cui l’impero bizantino è di fatto la più grande potenza mediterranea, la figura del... more Nel secolo in cui l’impero bizantino è di fatto la più grande potenza mediterranea, la figura del patriarca Fozio (ca. 820-891) domina la scena della «seconda Roma», capitale dell’impero. Grande battistrada dell’umanesimo, grande teologo, due volte patriarca ecumenico, pugnace avversario delle aspirazioni romane al primato, è considerato dal mondo cattolico pur sempre come un avversario, mentre dal mondo ortodosso solo tardi fu assunto come santo. Il suo nome è legato, per gli studiosi della letteratura greca antica e protobizantina, all’imponente repertorio, definito sommariamente Biblioteca, che in 280 capitoli riassume, analizza, sottopone a critica e in larga parte trascrive varie centinaia di autori: profani e cristiani, molto spesso per noi altrimenti perduti. La Biblioteca non era certo destinata alla circolazione libraria: nacque come strumento di difesa della cerchia raccoltasi intorno al patriarca e variamente bersagliata dall’ala oltranzista della Chiesa d’Oriente. L’opera alla quale egli probabilmente intendeva legare il suo nome era semmai l’intensa pubblicistica teologica e dottrinaria che occupa quasi per intero un paio di tomi della Patrologia greca. In questo volume viene finalmente offerta ai lettori la prima traduzione italiana integrale della Biblioteca. Al tempo stesso un commento sistematico ed essenziale accompagna il lettore nella selva fittissima della erudizione racchiusa in questo autentico «tesoro», come i grandi umanisti amarono definire la Biblioteca foziana. A fronte figura il testo greco, migliorato rispetto all’unica moderna edizione circolante, quella della “Collection Budé”. Al termine, l’indice analitico di Immanuel Bekker fornisce al lettore una preziosa chiave per la consultazione.
The history and development of the ogre, from the Roman god Orcus to modern folktales and fairyta... more The history and development of the ogre, from the Roman god Orcus to modern folktales and fairytales.
As the Middle Ages drew to a close, in the Balkans and in the increasingly distressed territories... more As the Middle Ages drew to a close, in the Balkans and in the increasingly distressed territories of the dying Byzantine Empire, there was a widespread fear of restless dead people who would abandon their tombs in order to hound the living. Drawing upon wide-ranging original research, this book examines the development of beliefs in vampires in the Byzantine and Slavic Middle Ages, explores their origins in ancient times, and follows their evolution and relationships with heresy and the history of the Church up to the modern era. Anthropological analysis of ancient sources reveals unexpected facets of the vampire myth; the ensuing "archaeology" shows that reality truly can be stranger than fiction
The myth of the Golden Fleece, the Argonauts and Medea through ancient sources, with reflections ... more The myth of the Golden Fleece, the Argonauts and Medea through ancient sources, with reflections on the links between these stories and folklore, and insights into the history of the places touched by the voyage of the Argo.
«Tra tutti i titoli medievali nessuno è più magico di quello di imperatore di Trebisonda». Così s... more «Tra tutti i titoli medievali nessuno è più magico di quello di imperatore di Trebisonda». Così sir Steven Runciman, grande bizantinista, riassunse il fascino millenario dell’ultimo Impero greco sulle rive del Mar Nero, nato nel 1204 e caduto nel 1461. In due secoli e mezzo divenne crocevia internazionale, favolosamente ricco, al centro di commerci, ambascerie, intrighi, magie. Marco Polo, Cervantes, Cagliostro, Foscolo, Offenbach, d’Annunzio: tutti, nella realtà o nella fantasia, sono passati dall’antica capitale dei Gran Comneni, la più nobile delle dinastie bizantine, esiliata per sempre da Costantinopoli. Per i lettori che vogliono sognare i misteri e le glorie di Trebisonda, e i viaggiatori che intendono esplorare le vie dell’attuale Trabzon e i monasteri perduti del Ponto, tra nebbie impenetrabili e foreste fatate, nelle pagine di questo libro rivivono storia e leggenda di un minuscolo impero nella realtà, ma di una superpotenza dell’immaginario medievale e moderno.
Mitos errantes: leyendas urbanas de hoy y de siempre, 2023
¿Las cloacas de las ciudades antiguas? Estaban infestadas de pulpos monstruosos. ¿Emperadores rom... more ¿Las cloacas de las ciudades antiguas? Estaban infestadas de pulpos monstruosos. ¿Emperadores romanos? Conspiraban constantemente contra sus propios súbditos, eliminaban a inventores ingeniosos que podrían haber hecho la vida más fácil y barata para todos, e incluso conspiraban con los bárbaros para destruir Roma. La Guerra de Troya había sido desencadenada por Zeus para resolver un problema de superpoblación mundial. Y también había atractivas ladronas de órganos y demonios etruscos que hacían llover misteriosos hilos del cielo. Luego, tras el advenimiento del cristianismo, se empezó a hablar de mensajes satánicos ocultos en oraciones aparentemente inocuas, e incluso de un libro de memorias de Lázaro, de contenido espeluznante, supuestamente escondido por los Apóstoles. ¿Nos recuerda algo todo esto? Muchas de las "noticias imposibles" de hoy no nacieron con las redes sociales, sino que son viejas, muy viejas. Ni siquiera los griegos y los romanos fueron inmunes al encanto de las leyendas urbanas.
Se avessimo a disposizione una macchina del tempo e ci trasferissimo nelle strade dell'Atene clas... more Se avessimo a disposizione una macchina del tempo e ci trasferissimo nelle strade dell'Atene classica e nei fori di Roma antica, forse il primo suono che udiremmo sarebbe la risata. Il Riso era un dio, per i Greci e i Romani, e il mito racconta che i primi a ridere furono proprio gli dèi. Altro che “abbondare sulla bocca degli stolti”, come vuole una massima di origine cristiana: nel mondo antico l'ilarità era una cosa seria. La prima opera di Omero per alcuni fu un poema comico, e ridevano i filosofi come Democrito, gli oratori come Cicerone, gli imperatori come Augusto, gli schiavi come Esopo. Corti, teatri, tribunali, terme, persino latrine e campi di battaglia erano pieni di persone che si sbellicavano. Il volume – attraverso una selezione di testi greci e latini, talora mai tradotti prima in italiano – accompagna alla scoperta dell'umorismo degli antichi, libero e dissacrante, senza riguardi per nulla e per nessuno, fino alla risata finale, quella di Caronte.
La nave di Caronte: immagini dall'Aldilà a Bisanzio, 2022
A Bisanzio si pagavano le tasse anche dopo morti. E se uno terminava la «moneta», costituita da b... more A Bisanzio si pagavano le tasse anche dopo morti. E se uno terminava la «moneta», costituita da buone azioni e preghiere, precipitava all’Inferno. Raccontando l’Aldilà, l’uomo in fondo racconta se stesso, le proprie speranze e le proprie angosce; e la letteratura del medioevo greco, ricchissima di testi dedicati alla dimensione ultramondana, offre così visioni e descrizioni dello splendore della corte celeste e di giardini lussureggianti, ma anche di terribili torture e di carceri tenebrose. Le reminiscenze classiche si intrecciano con l’immaginario cristiano, e Caronte, abbandonata la sua barca, percorre la terra a cavallo come uno spietato predone di anime, mentre i morti irrequieti prefigurano il mito moderno del vampiro. Brevissimi apologhi, dettagliati resoconti di visioni e viaggi onirici nelle lande infernali e paradisiache, dialoghi, poemi e canti popolari che arrivano fino alle soglie della contemporaneità compongono un mosaico di cui questo volume offre una inedita panoramica a tutto tondo, in cui a parlare sono gli stessi Bizantini, in un coro affascinante di santi, letterati, devoti e voci senza nome. Molti dei testi qui antologizzati vengono presentati per la prima volta in italiano; di altri si offre la prima traduzione in assoluto in una lingua moderna.
Folklore, le “conoscenze del popolo”: una parola inglese, moderna, che descrive un fenomeno dalla... more Folklore, le “conoscenze del popolo”: una parola inglese, moderna, che descrive un fenomeno dalla storia lunghissima. Già gli antichi, infatti, avevano tutto un patrimonio di canti, giochi, indovinelli, scongiuri e magie, favole e spauracchi, proverbi, leggende e fiabe. Era la forma di cultura più accessibile: per molti l’unica, per tutti la prima, quella che in un certo senso ogni bambino apprendeva con il latte materno. E anche se la letteratura elevata tendeva a marginalizzare e ignorare questa dimensione, abbiamo numerose allusioni e frammenti che gettano luce su questo aspetto inedito della Grecia e di Roma. La comparazione con il folklore moderno e contemporaneo, evidenziando i punti di contatto ma anche le differenze, permette di contestualizzarlo e comprenderlo meglio. L’eredità dei Greci e dei Romani non comprende solo le tracce materiali della loro civiltà o gli splendidi frutti della loro arte e della loro letteratura: queste culture hanno consegnato all’Occidente anche un vocabolario per descrivere il mondo, catalogare le forme della vita associata, organizzare le avventure dell’intelligenza o la percezione del corpo e della natura. Ecco perché esplorare quel vocabolario significa per un verso guardare agli antichi da un osservatorio privilegiato, in grado di restituire l’immagine di una straordinaria esperienza storica, per l’altro riconoscere loro la funzione di interlocutori dei quali non possiamo fare a meno per pensare le grandi questioni del nostro tempo.
Miti vaganti: leggende metropolitane tra gli antichi e noi, Bologna, il Mulino, 2021
Le fogne delle città antiche? Erano infestate da piovre mostruose. Gli imperatori romani? Erano c... more Le fogne delle città antiche? Erano infestate da piovre mostruose. Gli imperatori romani? Erano costantemente impegnati a tramare contro i propri stessi sudditi, eliminando geniali inventori che avrebbero potuto rendere più semplice ed economica la vita di tutti, e persino complottando con i barbari per distruggere Roma. La guerra di Troia era stata scatenata da Zeus per risolvere un problema di sovrappopolazione mondiale. E poi c'erano seducenti ladre di organi e demoni etruschi che facevano piovere misteriose scie dal cielo. Dopo l'avvento del cristianesimo, poi, si cominciò a parlare di messaggi satanici nascosti in preghiere apparentemente innocue, e persino di un libro di memorie di Lazzaro, dai contenuti sconvolgenti, che sarebbe stato occultato dagli Apostoli. Tutto questo ci ricorda qualcosa? Tante «notizie impossibili» di oggi non sono nate con i social networks ma sono vecchie, anzi vecchissime. Neanche Greci e Romani erano immuni al fascino delle leggende metropolitane.
Divenuto schiavo per problemi economici, Leone viene assunto al servizio dell’imperatore per la s... more Divenuto schiavo per problemi economici, Leone viene assunto al servizio dell’imperatore per la sua capacità di distinguere ciò che vale da ciò che non vale. Prima le gemme, poi i cavalli, poi le donne, e infine la genealogia dello stesso imperatore (che non è figlio di chi crede): alla fine le sue expertises gli permetteranno di riscattare la libertà. Come già per la Storia di Barlaam e Ioasaf, la Bisanzio medievale si dimostra un crocevia di tradizioni narrative e sapienziali fra Oriente e Occidente. Anche il poemetto del Povero Leone (Ptocholeon), inedito in Italia, è la rielaborazione di un anonimo monaco del XIV secolo di un’antica tradizione indiana di origine buddhista. Il racconto si incrocia con testi arabi, con Il Novellino, con la saga di Amleto narrata da Sassone Grammatico e arriva, con tutta la sua arguzia e saggezza, fino all’epoca moderna. (Il povero Leone. Ptocholeon, a cura di Tommaso Braccini, Einaudi, 2020)
L'immagine di Omero come vertice del canone occidentale, inarrivabile modello e primo tra i poeti... more L'immagine di Omero come vertice del canone occidentale, inarrivabile modello e primo tra i poeti, non è mai venuta meno dall'antichità a oggi: l'as-senza dei suoi scritti nel lungo iato medievale non impedì a Dante di incoro-narlo sire tra i grandi autori classici. Fu anzi la sua fama di padre della poesia a facilitarne il rientro nella cultura occidentale, che avvenne molto presto e sotto i migliori auspici, quando Petrarca e Boccaccio promossero la traduzione in latino dei poemi omerici. Fu un evento fecondo di conseguenze, in primo luogo per l'insegnamento del greco. Leonzio Pilato, il traduttore, tenne il primo insegnamento pubblico di greco in Italia. E, pochi decenni dopo, il greco tornò a trarre impulso dai poemi omerici, che i dotti bizantini, scampati in Italia col loro tesoro di codici, inserirono subito nel curriculum di studi. Ma a questa vera e propria canonizzazione, che non venne mai meno a parole, non seguì nei fatti una rapida integrazione della poesia omerica nel discorso cultu-rale umanistico. In Italia Omero si trovò a competere con Virgilio, ritenuto a lui superiore per stile e rispetto del decorum, e a competere con una più diffusa e consolidata tradizione di racconti alternativi della guerra troiana, che indusse perfino a ritenere mendace e inaffidabile l'Iliade. Nel resto d'Europa non fu così: nei paesi della Riforma Omero entrò ben presto nell'itinerario scolastico e formativo; in Francia il sostrato di leggende troiane ne favorì la diffusione, anziché ostacolarla come era accaduto in Italia. Sono alcuni degli aspetti della ricezione di Omero e del suo ingresso nel canone della letteratura occidentale che si troveranno affrontati in queste pagine, dove ogni contributo svolge uno dei fili possibili, nell'intreccio complesso della riscoperta di Omero prima della "discoverta di Omero".
L’undici maggio del 330 Costantino fondò la sua Nuova Roma, meglio nota come Costantinopoli. Il s... more L’undici maggio del 330 Costantino fondò la sua Nuova Roma, meglio nota come Costantinopoli. Il sito della nuova capitale, tuttavia, aveva già una storia lunghissima, che iniziava dalla preistoria e proseguiva con la colonia megarese di Bisanzio, cruciale emporio sul Bosforo e inespugnabile avamposto contro i barbari. Il corpus arcaico di miti e leggende che circondava quest’antico insediamento, di cui i testi antichi ci hanno conservato tracce preziose, si trovò all’improvviso proiettato su un palcoscenico mondiale: retori, poeti, storici fecero a gara nel nobilitare queste tradizioni e nel costruire, nel passato di Bisanzio, una serie impressionante di presagi della futura grandezza. La propaganda imperiale trasformò così l’eroe fondatore Bisante, nipote di Zeus, in un nuovo Romolo, e la dea Ecate, protettrice della città negli assedi, sembrò anticipare il ruolo che sarebbe stato attribuito alla Vergine.
E allo stesso tempo, gli antichi monumenti che rimanevano di questo passato remoto furono avvolti da leggende che li dipingevano come talismani incantati dalla magia degli antichi sapienti. Quando i Turchi infine conquistarono Costantinopoli, nel 1453, ereditarono e rielaborarono ulteriormente questo patrimonio di miti, ipotizzando una serie vertiginosa di fondazioni e rifondazioni che iniziava con Salomone per culminare nella nascita di Istanbul. In queste pagine viene rievocata questa “storia leggendaria” di Bisanzio, una costruzione culturale che è in corso ancora oggi.
Che cosa raccontava la nutrice al piccolo Cicerone prima di metterlo a letto? Quali barzellette c... more Che cosa raccontava la nutrice al piccolo Cicerone prima di metterlo a letto? Quali barzellette circolavano nelle botteghe dei barbieri di Atene? Nell'antichità, esattamente come oggi, nella vita di tutti erano presenti fiabe, facezie, fake news. Soltanto in pochissimi casi, tuttavia, questa "letteratura orale", considerata triviale e poco seria, è riuscita ad approdare alla pagina scritta, e spesso solo sotto forma di allusioni. Non tutto è perduto, però: combinando filologia e folklore si può tentare di ricostruire questo capitolo dimenticato della vita degli antichi. Ad aiutarci saranno le storie che, dal Medioevo fino a oggi, rispecchiano i racconti popolari di Greci e Romani, con differenze altrettanto significative delle somiglianze. Seguendo così le tracce narrative del dio Pan e di un gatto diabolico, del poeta Archiloco e del bluesman Robert Johnson, di imperatori, lupi cattivi e molti altri ancora, il libro getta nuovi squarci di luce sull'"enciclopedia culturale" degli antichi e, contemporaneamente, ci permette di comprendere meglio la nostra.
Introduzione, traduzione e commento a cura di T. Braccini e S. Macrì; Milano, Adelphi, 2018, pp. ... more Introduzione, traduzione e commento a cura di T. Braccini e S. Macrì; Milano, Adelphi, 2018, pp. 417.
La filologia classica studia i passaggi attraverso i quali le opere letterarie greche e latine so... more La filologia classica studia i passaggi attraverso i quali le opere letterarie greche e latine sono giunte fino a noi, cercando al contempo di depurarle dai numerosi errori e fraintendimenti accumulatisi nel corso dei secoli. In questo manuale vengono esposti in primo luogo i supporti concreti che ci hanno trasmesso i testi classici, a partire dai rotoli di papiro e dai codici medievali per giungere alle edizioni a stampa, con una rassegna delle scritture adottate nel mondo greco e latino. Una dettagliata tipologia degli errori compiuti dai copisti medievali è il preludio all'esposizione del metodo della critica testuale scientifica (il cosiddetto «metodo del Lachmann»), accompagnata da una riflessione sulle strategie da adottare di fronte a tradizioni testuali problematiche o contaminate, e da una rassegna dei dibattiti che hanno interessato la filologia classica anche alla luce delle tecnologie più recenti. Il libro è corredato da consigli pratici sulla preparazione di un'edizione critica, e da una bibliografia ragionata per approfondire gli argomenti trattati.
Indice Ha senso un manuale di filologia classica?; 1. Dalla philologia alla filologia classica: evoluzione e necessità di una disciplina; 2. I supporti; 3. Le scritture; 4. I palinsesti; 5. Copie ed errori; 6. L'arte dell'emendazione; 7. La recensio; 8. Esaminare ed emendare; 9. L'edizione critica; 10. Critiche e dibattito metodologico; 11. Come si fa un'edizione critica: suggerimenti pratici; Appendici; Bibliografia ragionata; Abbreviazioni bibliografiche; Indice dei nomi; Indice dei passi citati; Indice dei manoscritti.
Nel secolo in cui l’impero bizantino è di fatto la più grande potenza mediterranea, la figura del... more Nel secolo in cui l’impero bizantino è di fatto la più grande potenza mediterranea, la figura del patriarca Fozio (ca. 820-891) domina la scena della «seconda Roma», capitale dell’impero. Grande battistrada dell’umanesimo, grande teologo, due volte patriarca ecumenico, pugnace avversario delle aspirazioni romane al primato, è considerato dal mondo cattolico pur sempre come un avversario, mentre dal mondo ortodosso solo tardi fu assunto come santo. Il suo nome è legato, per gli studiosi della letteratura greca antica e protobizantina, all’imponente repertorio, definito sommariamente Biblioteca, che in 280 capitoli riassume, analizza, sottopone a critica e in larga parte trascrive varie centinaia di autori: profani e cristiani, molto spesso per noi altrimenti perduti. La Biblioteca non era certo destinata alla circolazione libraria: nacque come strumento di difesa della cerchia raccoltasi intorno al patriarca e variamente bersagliata dall’ala oltranzista della Chiesa d’Oriente. L’opera alla quale egli probabilmente intendeva legare il suo nome era semmai l’intensa pubblicistica teologica e dottrinaria che occupa quasi per intero un paio di tomi della Patrologia greca. In questo volume viene finalmente offerta ai lettori la prima traduzione italiana integrale della Biblioteca. Al tempo stesso un commento sistematico ed essenziale accompagna il lettore nella selva fittissima della erudizione racchiusa in questo autentico «tesoro», come i grandi umanisti amarono definire la Biblioteca foziana. A fronte figura il testo greco, migliorato rispetto all’unica moderna edizione circolante, quella della “Collection Budé”. Al termine, l’indice analitico di Immanuel Bekker fornisce al lettore una preziosa chiave per la consultazione.
The history and development of the ogre, from the Roman god Orcus to modern folktales and fairyta... more The history and development of the ogre, from the Roman god Orcus to modern folktales and fairytales.
As the Middle Ages drew to a close, in the Balkans and in the increasingly distressed territories... more As the Middle Ages drew to a close, in the Balkans and in the increasingly distressed territories of the dying Byzantine Empire, there was a widespread fear of restless dead people who would abandon their tombs in order to hound the living. Drawing upon wide-ranging original research, this book examines the development of beliefs in vampires in the Byzantine and Slavic Middle Ages, explores their origins in ancient times, and follows their evolution and relationships with heresy and the history of the Church up to the modern era. Anthropological analysis of ancient sources reveals unexpected facets of the vampire myth; the ensuing "archaeology" shows that reality truly can be stranger than fiction
The Exeter Companion to Fairies, Nereids, Trolls and other Social Supernatural Beings: European Traditions, ed. by S. Young and D. Ermacora, 2024
Review on beliefs related to nymphs and Nereids in the post-Byzantine and contemporary Greek worl... more Review on beliefs related to nymphs and Nereids in the post-Byzantine and contemporary Greek world, including Greek linguistic islands in Calabria (Italy).
Tra i segni variopinti. Scritti per Daniela Fausti, a c. di E. Carra e D. Fermi, 2023
Le Nonae caprotinae e il 'caglio' del feto 17 Tommaso Braccini Un letto per tre: i phármaka lygrá... more Le Nonae caprotinae e il 'caglio' del feto 17 Tommaso Braccini Un letto per tre: i phármaka lygrá di Luciano, Alex. 50 tra medicina e magia 21 Carlo Brillante Archiloco, Gige e l'aidós della sposa 31
Georgios Kondis, a copyist and writer active at the beginning of the seventeenth century and conn... more Georgios Kondis, a copyist and writer active at the beginning of the seventeenth century and connected with the patriarch of Constantinople Cyril Lucaris, paraphrased in verse and prose some jokes of the Philogelos (65, 112, 114, 115, 166, 211, 235, 245, 255), drawing from an unidentifiable manuscript probably akin to recension "a", of which, however, in some places it provided a better and more complete text. The paraphrase of joke 114, in particular, allows to restore its ending, lost in lacuna (perhaps because considered too risque) in the only known manuscript that transmits the funny story.
In his Philopseudes, Lucian tells the story (12–13) of the disinfestation of a farm from snakes, ... more In his Philopseudes, Lucian tells the story (12–13) of the disinfestation of a farm from snakes, carried out by a Babylonian charmer. The story has its comic pointe (underlined by a line of Tychiades) in the figure of an old and shabby drakon, that arrives last. To the known folkloric parallels it can be added an ancient folk legend about a disinfestation from rats (allomotifs of snakes), in which the charmer enjoins the onlookers not to talk or laugh during the operation. The ban is disregarded when the last rat, old and lame, arrives, and the disinfestation fails. This tale seems to be attested in the Middle East at least since the Middle Ages, featuring Apollonius of Tyana as its protagonist. The finale of Philopseudes 12–13 could allude to an archaic variant of this story, and the laughter of Tychiades would prove singularly pregnant in demolishing the reliability of the report, just as in the popular story it demolishes the effectiveness of the spell.
The fairy tale of "Myrmidonia kai Pharaonia," collected in Kos by Iakovos Zaraftis and published ... more The fairy tale of "Myrmidonia kai Pharaonia," collected in Kos by Iakovos Zaraftis and published in 1950 in the "Forty-five stories from the Dodekanese" edited by R.M. Dawkins, has elements that seem to refer directly to the story of Erysichthon as told by Callimachus and Ovid. Dawkins was thinking of the "survival" of a genuine ancient tradition, but it seems decidedly more plausible to assume the re-entry into oral circulation of mythological material, probably drawn from lectures and school books. This re-entry, however, is possible only in the presence of fertile ground in which the foundational motifs of the story can take root.
Luciano e il diavolo nella sala da ballo: una nota a Storie vere 2,46, 2018
The episode of the Onosceleae at the end of Lucian’s True Histories clearly contains precise lite... more The episode of the Onosceleae at the end of Lucian’s True Histories clearly contains precise literary allusions (to Homer and Aristophanes in the first place), but donkey-legged demons are well attested in Arab and Middle Eastern folklore, and they’re protagonists of cautionary tales and urban legends quite similar to this tale. It seems therefore probable that, as elsewhere in his work, Lucian here is parodically alluding to popular narratives circulating among his contemporaries. This assertion seems corroborated also by a further parallel found in the Jatakas, an ancient collection of Buddhist tales.
Editions of the versions of the so-called "Exorcism of Gello" from manuscripts BAV, Ottobon. gr. ... more Editions of the versions of the so-called "Exorcism of Gello" from manuscripts BAV, Ottobon. gr. 290; Vat. gr. 695; Vat. gr. 1538; Vat. gr. 1865.
That of the ‘treasure that has turned into coals’ is a common saying among Greek and Latin author... more That of the ‘treasure that has turned into coals’ is a common saying among Greek and Latin authors. Its folkloric derivation has long been postulated. It has often been thought that this saying alludes to a narrative like the fairytale of the "Gifts of the Little People" collected by the Brothers Grimm. In fact, the motif of the transformation of gold into coals and ash seems entirely marginal within this fairy tale. A comparison with the Mediterranean folklore traditions (with particular attention to those of Greece, Piedmont, Sardinia, and Tuscany) rather suggests that upstream of this saying there was the need to explain the random finds of buried pots which, if at times contained treasures, more often turned out to be cinerary vessels, much to the disappointment of their discoverers.
The many unpublished papers by the Coan writer and folklorist
Iakovos Zarraftis, kept in the arch... more The many unpublished papers by the Coan writer and folklorist Iakovos Zarraftis, kept in the archives of the Faculty of Classics of the University of Cambridge, are a real treasure-trove for anyone studying the popular culture of the Dodecanese at the beginning of the last century. In this article are published for the first time Zarraftis’ notes about the many spirits and supernatural beings feared by the inhabitants of Cos and Leros, and in particular devils, Nereids, vrykolakes, geloudes, nightmares, kalostratis, kallikantzaroi, Moires, witches and spirits guarding treasures.
Realizzazione editoriale e informatica a cura di ARUN MALTESE (bibliotecnica.bear@gmail.com) Graf... more Realizzazione editoriale e informatica a cura di ARUN MALTESE (bibliotecnica.bear@gmail.com) Grafica della copertina a cura di PAOLO FERRERO (paolo.ferrero@nethouse.it) È vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno e didattico. L'illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell'art. 171 della Legge n. 633 del 22.04.41 ISBN 978-88-6274-745-5 Volume pubblicato con un contributo del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Torino. FRANCESCO MOSETTI CASARETTO Medioevo letterario e possesso di Dio p. IX MICHAEL RYZHIK Il favore di Dio: un confronto semantico tra la terminologia ebraica, latina e italiana 1 PETER STOTZ «Vestigia Trinitatis» -der dreieinige Gott in der Lebenswelt. Zu einer Konstante mittelalterlichen Denkens 11 FRANCESCO MOSETTI CASARETTO Si Deus pro nobis, quis contra nos? 41 EDOARDO D'ANGELO La battaglia del Campo del Sangue (1119): «Dieu non volt?» 95 CLARA FOSSATI Il favore di Dio nel «De victoria» di Ursone da Sestri 111 VERONICA ORAZI Provvidenzialismo e strategia politica nella storiografia catalana medievale 125 ATTILIO GRISAFI Il favore di Dio nell'«Historia Baetica» e nel «Fernandus servatus» di Carlo e Marcellino Verardi 153 STEFANO PITTALUGA Predestinazione e libero arbitrio nel «Mathematicus» di Bernardo Silvestre 173 MARIA ADELE CIPOLLA La benedizione del re nelle fonti continentali e islandesi sul «Sakralkönigtum» 193 INDICE VI RITA CAPRINI Odino sul campo di battaglia 217 TOMMASO BRACCINI L'imperatore e il drago: una leggenda di Trebisonda 225 ALESSANDRA BARTOLOMEI ROMAGNOLI «Quae stulta sunt mundi elegit Deus, ut confundat sapientes»: profezia ed elezione nella letteratura medievale 251 GIOACHINO CHIARINI Il favore di Dio, di Gesù e della Madonna in santa Caterina 281 CARLO DONÀ L'angelo e l'eremita: o il lato oscuro del favore divino 295 SILVIA ARGURIO Volontà divina e libero arbitrio nella retorica del mondo capovolto 313 FRANCESCA ROBUSTO La prospettiva di Dio nell'epistolario di Abelardo ed Eloisa 335 WALTER MELIGA Amore e «favore di Dio» nei trovatori 381 JEFF RIDER e BRÎNDUŞA GRIGORIU «Dix… les amans ainme»: The Incarnation of Love in France 1150-1250 399 ALESSIO MONCIATTI La luce nell'arte dei secoli XII-XIV. Fra simbolo e strumento figurativo 437 GIANFELICE PERON La volontà e la promessa degli dèi: dall'«Eneide» al «Roman d'Eneas» 473 ENRICO ARTIFONI Dal Dio del linguaggio al Dio dei buoni costumi. Ausilio divino e gruppi intellettuali nella cultura retorica e didattica del Duecento italiano 511 Indice VII DONATO PIROVANO «Questa è una maraviglia; che benedetto sia lo Segnore, che sì mirabilemente sa operare!». Dio, Beatrice, una vita nuova 529 LUDOVICA RADIF A Dio o a Lorenzo? Pluto, Iustitia, metafore d'elezione 549 Indice 1 Cfr. Macrides 1979. 2 Cfr. Bryer 1980, n. V, p. 121.
The story of the apple repeatedly given from person to person, attributed by Malalas and others t... more The story of the apple repeatedly given from person to person, attributed by Malalas and others to the emperor Theodosius II, his wife Eudocia and Paulinus, is found in variants ranging as far as India, which shows the flexible usefulness of this edifying tale and complicates tracing it to a particular origin.
Among the Greek words to indicate the "dormouse", pheroikos (lit. "house-bearer", attested in lex... more Among the Greek words to indicate the "dormouse", pheroikos (lit. "house-bearer", attested in lexicography and possibly in Cratinus, fr. 101 K.-A.) could derive from the ethology of some species, like the garden dormouse (Eliomys quercinus), in which the mother carries along her little ones in a sort of caravan ("oikos" in pheroikos could have the meaning of "family").
Many Byzantine folk-exorcisms take the form of historiolae, i.e. short stories about the victorio... more Many Byzantine folk-exorcisms take the form of historiolae, i.e. short stories about the victorious confrontation of a saint or an angel with the devil, providing both the mythical foundation and the guarantee of effectiveness of the actual exorcism, often intended to free the “patient”, as well as from the demon, from the diseases caused by it. Sometimes, the historiola ends with a prayer by the holy protagonist, asking and obtaining from God the grant of special blessings for those who will copy the text of the story or will read it aloud, in this way “performing” it. In the case of the so-called “exorcisms of Gello”, some manuscripts have retained the names of the people who had copied the text, or of their family members, literally introduced into the story and into the characters’ dialogues. The most remarkable case, however, is that of a 15th century manuscript of the Testament of Solomon, where an unknown exorcist added his instructions on how to treat the possessed while reading aloud the text. The celebrant repeated on the unfortunate “patient” the same, often violent, actions that Solomon practiced against disease-inducing demons, beating, binding and abusing him in different ways: this provided a kind of performative shock-therapy focused on the re-enactment of the text.
Da «Homo interior». Presenze dell’anima nelle letterature del Medioevo, a cura di F. Mosetti Casa... more Da «Homo interior». Presenze dell’anima nelle letterature del Medioevo, a cura di F. Mosetti Casaretto, Alessandria 2017, pp. 161-186.
Ricordare la guerra di Troia, in Ricordare la guerra: memorialistica e conflitti armati dall’anti... more Ricordare la guerra di Troia, in Ricordare la guerra: memorialistica e conflitti armati dall’antichità a oggi, a cura di M. Bettalli e N. Labanca, Roma 2016, pp. 27-49.
L’arrivo di Gerusalemme: reliquie della Passione da Costantinopoli alla Toscana, in Come a Gerusa... more L’arrivo di Gerusalemme: reliquie della Passione da Costantinopoli alla Toscana, in Come a Gerusalemme: evocazioni, riproduzioni, imitazioni dei luoghi santi tra Medioevo ed Età Moderna, a c. di A. Benvenuti e P. Piatti, Firenze 2013, pp. 163-194.
fondamentale per recuperare ed emendare testo e contenuto di un autore presso il quale, per usare... more fondamentale per recuperare ed emendare testo e contenuto di un autore presso il quale, per usare le stesse parole di S., omnia… aut abstrusa aut obscura sunt, et saepe utroque vitio afficiuntur. Ci si può riferire in particolare a Sul Peri thaumasion di Flegonte di Tralle: problemi di tradizione, lingua ed esegesi, «Studi Classici e Orientali» 45 (1995), pp. 191-234, a The textual transmission of ancient fantastic fiction: some case studies, in Fremde Wirklichkeiten: literarische Phantastik und antike Literatur, hrsg. von N. Hömke -M. Baumbach, Heidelberg 2006, pp. 289-310, ed ai vari loci in cui si trattano di questioni flegontee all'interno di Res inauditae, incredulae: storie di fantasmi nel mondo greco-latino, Bari 1999. Nel corso degli anni, S. non ha mai smesso di riflettere sul testo di Flegonte, giovandosi tra l'altro del procedere generale degli studi e di fitti e proficui contatti con altri studiosi (attestati tra l'altro dalla tabula gratulatoria dell'edizione qui in oggetto), e riuscendo dunque, in più di un caso, ad affinare le proprie posizioni e ottenere una visione sempre più chiara sia dei dettagli, sia dell'insieme della superstite opera flegontea. La sua edizione critica del De rebus mirabilibus e del De longaevis costituisce dunque la summa dei suoi studi, e fornisce finalmente alla comunità degli studiosi (ci si permetta di anticiparlo) un testo affidabile e ponderato, che permette di lasciarsi alle spalle le ormai datate edizioni di Jacoby (FGrH IIB, 257, pp. 1169-1194) e di Giannini (Paradoxographorum Graecorum reliquiae, Milano 1966, pp. 169-219). I meriti di S., peraltro, non si limitano al testo critico stricto sensu. Quest'edizione teubneriana, infatti, è caratterizzata dalla presenza di ausilii di vario tipo che permettono al lettore di ampliare di molto le proprie prospettive e di ottenere un solido inquadramento dell'autore e della sua opera. La prefazione, molto ampia, si sofferma inizialmente sulla figura di Flegonte e sulla struttura del De rebus mirabilibus e del De longaevis. Segue poi (pp. XII-XXIII) una esaustiva trattazione sul codex unicus P (Heidelberg. Pal. Gr. 398, del IX secolo), che beneficia tra l'altro delle ultime acquisizioni di Filippo Ronconi. Si può peraltro ricordare che recentemente il codice è stato ottimamente digitalizzato nella sua totalità e messo online sul sito dell'università di Heidelberg (http://diglit.ub.uni-heidelberg.de/diglit/cpgraec398/): chiunque lo voglia, potrà dunque leggere le pagine di S. consultando sinotticamente il manoscritto. Il codice P, tra l'altro, fa parte della cosiddetta "collezione filosofica", e S. ha buon gioco a delucidare i motivi che avevano potuto portare all'inclusione del testo flegonteo all'interno di un corpus risalente verosimilmente ad una scuola platonica tardoantica (forse la stessa Scuola di Atene chiusa da Giustiniano nel 529), individuandoli nell'interesse per il meraviglioso ed in particolare le storie di spettri e revenants (argomento, ricordiamolo, dei primi e più celebri capitoli del De rebus mirabilibus) rilevabili presso le maggiori figure dell'ultimo neoplatonismo, come Damascio e Proclo.
Juan Ignacio González Merino, Dioniso: el dios del vino y la locura, Córdoba, Ediciones el Almend... more Juan Ignacio González Merino, Dioniso: el dios del vino y la locura, Córdoba, Ediciones el Almendro, 2009 («Mundo griego»), pp. 339, ill.
Cari amici, in seguito al grande successo del convegno internazionale “Religioni Fantastiche e Do... more Cari amici, in seguito al grande successo del convegno internazionale “Religioni Fantastiche e Dove Trovarle. Divinità, Miti e Riti nella Fantascienza e nel Fantasy” (Velletri, 3-6 luglio 2019), ho deciso di istituire un seminario permanente a cadenza annuale come punto di incontro di quanti in Italia studino, da un punto di vista delle discipline storiche e delle scienze sociali e antropologiche, quanto è prodotto in ogni manifestazione artistica riconducibile all’horror, alla fantascienza e al fantasy. La prima edizione del seminario si terrà ad aprile: “Tra la Luce e le Tenebre. Angeli e Demoni nell’Horror, nella Fantascienza e nel Fantasy” (Velletri, 16-18 aprile 2020). In basso potete trovare la call for papers relativa. Vi prego di diffondere la call a quanti ritenete possano essere interessati.
Tra la Luce e le Tenebre Angeli e Demoni nell’Horror, nella Fantascienza e nel Fantasy I Seminario sulle “Religioni Fantastiche” 16-18 aprile 2020 Velletri (Roma)
Call for Papers
Il seminario vuole essere un’occasione di confronto interdisciplinare sulla rappresentazione di angeli e demoni nella produzione horror, fantasy e di fantascienza, in ogni possibile manifestazione artistica connessa ai tre generi. I temi che si intendono approfondire sono i seguenti: • Definizione delle categorie “angeli” e “demoni”. Come da un punto di vista storico vengono a formarsi e definirsi queste categorie di esseri extra-umani? Quali le caratteristiche nelle singole testimonianze? Come e perché entità appartenenti ai più svariati contesti culturali sono state recepite secondo queste categorie? • L’utilizzo delle categorie “angeli” e “demoni” nella produzione horror, fantasy e di fantascienza. Come vengono impiegate ed eventualmente rielaborate queste categorie? • La rappresentazione nella produzione horror, fantasy e di fantascienza di angeli e demoni presenti nelle religioni “storiche”. Per quale motivo il singolo autore li rappresenta secondo una determinata chiave? Quale il rapporto con il contesto storico di appartenenza? • La costruzione di angeli e demoni “inventati”. Quali elementi caratterizzano gli esseri inventati dai singoli autori? Secondo quali motivazioni un autore ne delinea le specifiche caratteristiche? Gli elementi che li caratterizzano vengono tratti dalle religioni “storiche” e secondo quali fini e modalità? • La rappresentazione di miti, racconti, leggende e fiabe, “tradizionali” e “storici”, dove agiscono angeli e demoni. Secondo quali peculiarità e motivazioni questi vengono riportati nella produzione fantastica contemporanea? • La rappresentazione di miti, racconti, leggende e fiabe, “inventati”, dove agiscono angeli e demoni. Come un singolo autore costruisce questa tipologia di narrazioni nel mondo che ha creato? Quali sono le caratteristiche che li delineano come tali? Quale il rapporto con il contesto storico-culturale di appartenenza? • La rappresentazione dei riti riguardanti angeli e demoni presenti nelle religioni “storiche”. Secondo quali modalità e motivazioni questi vengono riportati? • La rappresentazione di riti “inventati” riguardanti angeli e demoni. Come un singolo autore delinea questo tipo di rito nel mondo che ha creato? • Alcune delle rappresentazioni di angeli e demoni in questi generi hanno influito concretamente sulla vita religiosa contemporanea, condizionandola?
Comitato Scientifico: Roberto Arduini (Associazione Italiana Studi Tolkieniani), Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”), Ada Barbaro (Sapienza Università di Roma), Tommaso Braccini (Università degli Studi di Siena), Elisabetta Marino (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Francesca Roversi Monaco (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna), Daniele Tripaldi (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna).
Segreteria organizzativa: Igor Baglioni, direttore del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”.
Gli studiosi interessati a presentare un contributo possono inviare un abstract di non più di una pagina (max 2.000 battute) al dott. Igor Baglioni (igorbaglioni79@gmail.com) entro e non oltre il giorno 29 febbraio 2020. All’abstract dovranno essere allegati: il titolo del paper; una breve nota biografica degli autori; un recapito di posta elettronica; un recapito telefonico. L’accettazione dei papers sarà comunicata (via posta elettronica) alle persone interessate entro il 10 marzo 2020. Entro il 10 aprile 2020 dovrà essere consegnato (sempre in via posta elettronica) il paper corredato da note e bibliografia. La consegna del paper è vincolante per la partecipazione al seminario.
Date da ricordare: Chiusura call for papers: 29 febbraio 2020. Notifica accettazione paper: 10 marzo 2020. Consegna paper: 10 aprile 2020. Seminario: 16-18 aprile 2020.
La partecipazione al seminario è gratuita. I relatori residenti fuori la provincia di Roma saranno ospitati nelle strutture convenzionate al Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”, usufruendo di una riduzione sul normale prezzo di listino. È prevista la pubblicazione degli Atti su Religio. Collana di Studi del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” (Edizioni Quasar) e su riviste scientifiche specializzate. Le relazioni da pubblicare saranno oggetto di un peer review finale. Sono previste visite serali gratuite ai musei e ai monumenti dei comuni dei Castelli Romani. Il programma delle visite sarà reso noto contestualmente al programma del convegno.
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Books by Tommaso Braccini
(Il povero Leone. Ptocholeon, a cura di Tommaso Braccini, Einaudi, 2020)
Il corpus arcaico di miti e leggende che circondava quest’antico insediamento, di cui i testi antichi ci hanno conservato tracce preziose, si trovò all’improvviso proiettato su un palcoscenico mondiale: retori, poeti, storici fecero a gara nel nobilitare queste tradizioni e nel costruire, nel passato di Bisanzio, una serie impressionante di presagi della futura grandezza. La propaganda imperiale trasformò così l’eroe fondatore Bisante, nipote di Zeus, in un nuovo Romolo, e la dea Ecate, protettrice della città negli assedi, sembrò anticipare il ruolo che sarebbe stato attribuito alla Vergine.
E allo stesso tempo, gli antichi monumenti che rimanevano di questo passato remoto furono avvolti da leggende che li dipingevano come talismani incantati
dalla magia degli antichi sapienti. Quando i Turchi infine conquistarono Costantinopoli, nel 1453, ereditarono e rielaborarono ulteriormente questo patrimonio di miti, ipotizzando una serie vertiginosa di fondazioni e rifondazioni che iniziava con Salomone per culminare nella nascita di Istanbul. In queste pagine viene rievocata questa “storia leggendaria” di Bisanzio, una costruzione culturale che è in corso ancora oggi.
ISBN: 978-88-6973-374-1
Recensione di Paolo Mieli: https://www.corriere.it/19_giugno_10/bisanzio-prima-di-bisanzio-salerno-editrice-tommaso-braccini-71dcccba-8b90-11e9-89a9-d9b502b0b46e.shtml
Indice
Ha senso un manuale di filologia classica?; 1. Dalla philologia alla filologia classica: evoluzione e necessità di una disciplina; 2. I supporti; 3. Le scritture; 4. I palinsesti; 5. Copie ed errori; 6. L'arte dell'emendazione; 7. La recensio; 8. Esaminare ed emendare; 9. L'edizione critica; 10. Critiche e dibattito metodologico; 11. Come si fa un'edizione critica: suggerimenti pratici; Appendici; Bibliografia ragionata; Abbreviazioni bibliografiche; Indice dei nomi; Indice dei passi citati; Indice dei manoscritti.
La Biblioteca non era certo destinata alla circolazione libraria: nacque come strumento di difesa della cerchia raccoltasi intorno al patriarca e variamente bersagliata dall’ala oltranzista della Chiesa d’Oriente. L’opera alla quale egli probabilmente intendeva legare il suo nome era semmai l’intensa pubblicistica teologica e dottrinaria che occupa quasi per intero un paio di tomi della Patrologia greca.
In questo volume viene finalmente offerta ai lettori la prima traduzione italiana integrale della Biblioteca. Al tempo stesso un commento sistematico ed essenziale accompagna il lettore nella selva fittissima della erudizione racchiusa in questo autentico «tesoro», come i grandi umanisti amarono definire la Biblioteca foziana. A fronte figura il testo greco, migliorato rispetto all’unica moderna edizione circolante, quella della “Collection Budé”. Al termine, l’indice analitico di Immanuel Bekker fornisce al lettore una preziosa chiave per la consultazione.
(Il povero Leone. Ptocholeon, a cura di Tommaso Braccini, Einaudi, 2020)
Il corpus arcaico di miti e leggende che circondava quest’antico insediamento, di cui i testi antichi ci hanno conservato tracce preziose, si trovò all’improvviso proiettato su un palcoscenico mondiale: retori, poeti, storici fecero a gara nel nobilitare queste tradizioni e nel costruire, nel passato di Bisanzio, una serie impressionante di presagi della futura grandezza. La propaganda imperiale trasformò così l’eroe fondatore Bisante, nipote di Zeus, in un nuovo Romolo, e la dea Ecate, protettrice della città negli assedi, sembrò anticipare il ruolo che sarebbe stato attribuito alla Vergine.
E allo stesso tempo, gli antichi monumenti che rimanevano di questo passato remoto furono avvolti da leggende che li dipingevano come talismani incantati
dalla magia degli antichi sapienti. Quando i Turchi infine conquistarono Costantinopoli, nel 1453, ereditarono e rielaborarono ulteriormente questo patrimonio di miti, ipotizzando una serie vertiginosa di fondazioni e rifondazioni che iniziava con Salomone per culminare nella nascita di Istanbul. In queste pagine viene rievocata questa “storia leggendaria” di Bisanzio, una costruzione culturale che è in corso ancora oggi.
ISBN: 978-88-6973-374-1
Recensione di Paolo Mieli: https://www.corriere.it/19_giugno_10/bisanzio-prima-di-bisanzio-salerno-editrice-tommaso-braccini-71dcccba-8b90-11e9-89a9-d9b502b0b46e.shtml
Indice
Ha senso un manuale di filologia classica?; 1. Dalla philologia alla filologia classica: evoluzione e necessità di una disciplina; 2. I supporti; 3. Le scritture; 4. I palinsesti; 5. Copie ed errori; 6. L'arte dell'emendazione; 7. La recensio; 8. Esaminare ed emendare; 9. L'edizione critica; 10. Critiche e dibattito metodologico; 11. Come si fa un'edizione critica: suggerimenti pratici; Appendici; Bibliografia ragionata; Abbreviazioni bibliografiche; Indice dei nomi; Indice dei passi citati; Indice dei manoscritti.
La Biblioteca non era certo destinata alla circolazione libraria: nacque come strumento di difesa della cerchia raccoltasi intorno al patriarca e variamente bersagliata dall’ala oltranzista della Chiesa d’Oriente. L’opera alla quale egli probabilmente intendeva legare il suo nome era semmai l’intensa pubblicistica teologica e dottrinaria che occupa quasi per intero un paio di tomi della Patrologia greca.
In questo volume viene finalmente offerta ai lettori la prima traduzione italiana integrale della Biblioteca. Al tempo stesso un commento sistematico ed essenziale accompagna il lettore nella selva fittissima della erudizione racchiusa in questo autentico «tesoro», come i grandi umanisti amarono definire la Biblioteca foziana. A fronte figura il testo greco, migliorato rispetto all’unica moderna edizione circolante, quella della “Collection Budé”. Al termine, l’indice analitico di Immanuel Bekker fornisce al lettore una preziosa chiave per la consultazione.
A comparison with the Mediterranean folklore traditions (with particular attention to those of Greece, Piedmont, Sardinia, and Tuscany) rather suggests that upstream of this saying there was the need to explain the random finds of buried pots which, if at times contained treasures, more often turned out to be cinerary vessels, much to the disappointment of their discoverers.
Iakovos Zarraftis, kept in the archives of the Faculty of Classics of the University of Cambridge, are a real treasure-trove for anyone studying the popular culture of the Dodecanese at the beginning of the last century. In this article are published for the first time Zarraftis’ notes about the many spirits and supernatural beings feared by the inhabitants of Cos and Leros, and in particular devils, Nereids, vrykolakes, geloudes, nightmares, kalostratis, kallikantzaroi, Moires, witches and spirits guarding treasures.
of a saint or an angel with the devil, providing both the mythical foundation and the guarantee of effectiveness of
the actual exorcism, often intended to free the “patient”, as well as from the demon, from the diseases caused by
it. Sometimes, the historiola ends with a prayer by the holy protagonist, asking and obtaining from God the
grant of special blessings for those who will copy the text of the story or will read it aloud, in this way
“performing” it. In the case of the so-called “exorcisms of Gello”, some manuscripts have retained the names of
the people who had copied the text, or of their family members, literally introduced into the story and into the
characters’ dialogues. The most remarkable case, however, is that of a 15th century manuscript of the Testament
of Solomon, where an unknown exorcist added his instructions on how to treat the possessed while reading
aloud the text. The celebrant repeated on the unfortunate “patient” the same, often violent, actions that Solomon
practiced against disease-inducing demons, beating, binding and abusing him in different ways: this provided a
kind of performative shock-therapy focused on the re-enactment of the text.
La prima edizione del seminario si terrà ad aprile: “Tra la Luce e le Tenebre. Angeli e Demoni nell’Horror, nella Fantascienza e nel Fantasy” (Velletri, 16-18 aprile 2020). In basso potete trovare la call for papers relativa.
Vi prego di diffondere la call a quanti ritenete possano essere interessati.
A presto
Per informazioni:
email: igorbaglioni79@gmail.com
Call for papers pdf: https://drive.google.com/file/d/18modJeJSK0hA6B-ecd0TnAvLtdjvPRy1/view?usp=sharing
Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”
Tra la Luce e le Tenebre
Angeli e Demoni nell’Horror, nella Fantascienza e nel Fantasy
I Seminario sulle “Religioni Fantastiche”
16-18 aprile 2020
Velletri (Roma)
Call for Papers
Il seminario vuole essere un’occasione di confronto interdisciplinare sulla rappresentazione di angeli e demoni nella produzione horror, fantasy e di fantascienza, in ogni possibile manifestazione artistica connessa ai tre generi.
I temi che si intendono approfondire sono i seguenti:
• Definizione delle categorie “angeli” e “demoni”. Come da un punto di vista storico vengono a formarsi e definirsi queste categorie di esseri extra-umani? Quali le caratteristiche nelle singole testimonianze? Come e perché entità appartenenti ai più svariati contesti culturali sono state recepite secondo queste categorie?
• L’utilizzo delle categorie “angeli” e “demoni” nella produzione horror, fantasy e di fantascienza. Come vengono impiegate ed eventualmente rielaborate queste categorie?
• La rappresentazione nella produzione horror, fantasy e di fantascienza di angeli e demoni presenti nelle religioni “storiche”. Per quale motivo il singolo autore li rappresenta secondo una determinata chiave? Quale il rapporto con il contesto storico di appartenenza?
• La costruzione di angeli e demoni “inventati”. Quali elementi caratterizzano gli esseri inventati dai singoli autori? Secondo quali motivazioni un autore ne delinea le specifiche caratteristiche? Gli elementi che li caratterizzano vengono tratti dalle religioni “storiche” e secondo quali fini e modalità?
• La rappresentazione di miti, racconti, leggende e fiabe, “tradizionali” e “storici”, dove agiscono angeli e demoni. Secondo quali peculiarità e motivazioni questi vengono riportati nella produzione fantastica contemporanea?
• La rappresentazione di miti, racconti, leggende e fiabe, “inventati”, dove agiscono angeli e demoni. Come un singolo autore costruisce questa tipologia di narrazioni nel mondo che ha creato? Quali sono le caratteristiche che li delineano come tali? Quale il rapporto con il contesto storico-culturale di appartenenza?
• La rappresentazione dei riti riguardanti angeli e demoni presenti nelle religioni “storiche”. Secondo quali modalità e motivazioni questi vengono riportati?
• La rappresentazione di riti “inventati” riguardanti angeli e demoni. Come un singolo autore delinea questo tipo di rito nel mondo che ha creato?
• Alcune delle rappresentazioni di angeli e demoni in questi generi hanno influito concretamente sulla vita religiosa contemporanea, condizionandola?
Comitato Scientifico: Roberto Arduini (Associazione Italiana Studi Tolkieniani), Igor Baglioni (Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”), Ada Barbaro (Sapienza Università di Roma), Tommaso Braccini (Università degli Studi di Siena), Elisabetta Marino (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Francesca Roversi Monaco (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna), Daniele Tripaldi (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna).
Segreteria organizzativa: Igor Baglioni, direttore del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”.
Gli studiosi interessati a presentare un contributo possono inviare un abstract di non più di una pagina (max 2.000 battute) al dott. Igor Baglioni (igorbaglioni79@gmail.com) entro e non oltre il giorno 29 febbraio 2020.
All’abstract dovranno essere allegati: il titolo del paper; una breve nota biografica degli autori; un recapito di posta elettronica; un recapito telefonico.
L’accettazione dei papers sarà comunicata (via posta elettronica) alle persone interessate entro il 10 marzo 2020.
Entro il 10 aprile 2020 dovrà essere consegnato (sempre in via posta elettronica) il paper corredato da note e bibliografia. La consegna del paper è vincolante per la partecipazione al seminario.
Date da ricordare:
Chiusura call for papers: 29 febbraio 2020.
Notifica accettazione paper: 10 marzo 2020.
Consegna paper: 10 aprile 2020.
Seminario: 16-18 aprile 2020.
La partecipazione al seminario è gratuita. I relatori residenti fuori la provincia di Roma saranno ospitati nelle strutture convenzionate al Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”, usufruendo di una riduzione sul normale prezzo di listino.
È prevista la pubblicazione degli Atti su Religio. Collana di Studi del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” (Edizioni Quasar) e su riviste scientifiche specializzate. Le relazioni da pubblicare saranno oggetto di un peer review finale.
Sono previste visite serali gratuite ai musei e ai monumenti dei comuni dei Castelli Romani. Il programma delle visite sarà reso noto contestualmente al programma del convegno.