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Victor Crescenzi
  • Via Campodimele, 79
    00189 roma (Italia)

Victor Crescenzi

Research Interests:
Per alcuni secoli Bartolo – o forse, meglio, la proiezione “eroica” che di lui i cultori del diritto avevano oggettivato e fatto propria – ha dominato la scena della giurisprudenza italiana ed europea e le sue teorie sono state riprese,... more
Per alcuni secoli Bartolo – o forse, meglio, la proiezione “eroica” che di lui i cultori del diritto avevano oggettivato e fatto propria – ha dominato la scena della giurisprudenza italiana ed europea e le sue teorie sono state riprese, studiate, applicate nelle aule universitarie e nei tribunali, esercitando un’influenza duratura e senza paragoni possibili sulla vita del diritto, in luoghi e tempi assai lontani tra loro. Per tutto ciò la personalità scientifica di Bartolo ha lasciato un’impronta indelebile nel diritto comune, tra tardo Medioevo e prima modernità ed egli può senz’altro considerarsi, più in generale, una delle figure di riferimento della cultura europea. Nell’occasione del settimo centenario della nascita di Bartolo da Sassoferrato è parso dunque utile riconsiderare il suo lascito scientifico e tornare ad indagare la sua opera, raccogliendo intorno a tale progetto un gruppo di storici del diritto che fossero disponibili a mettere a fuoco con metodologia aggiornata e rigorosa alcuni degli innumerevoli temi toccati da Bartolo, rendendogli l’omaggio di un rinnovato studio del suo magistero, lumeggiato nella sua complessità e multiformità d’interessi e di esiti. I frutti delle due occasioni congressuali tenutesi, rispettivamente, nel 2013 e
nel 2014 a Sassoferrato nella cornice dei Congressi internazionali di Studi umanistici, organizzati dall’Istituto internazionale di Studi Piceni, vengono ora raccolti nella convinzione che i saggi qui pubblicati possano rappresentare un contributo rilevante alla migliore conoscenza del pensiero bartoliano.
Il radicamento del contraddittorio nel processo, nell’esperienza giuridica romana e poi occidentale, a partire dall’età classica, è testimoniato oltreché da testi giuridici di diversa indole, anche da uno degli autori più fecondi del... more
Il radicamento del contraddittorio nel processo, nell’esperienza giuridica romana e poi occidentale, a partire dall’età classica, è testimoniato oltreché da testi giuridici di diversa indole, anche da uno degli autori più fecondi del pensiero e della letteratura dell’età classica, vale a dire da Lucio Anneo Seneca, il Giovane. Nella sua Medea, com’è ampiamente noto — diversamente dal punto di vista assunto per es. da Euripide —, l’eroina tragica, a Creonte, che le ha inflitto l’esilio, ricorda che decidere parte inaudita altera non è aequus. Seneca si rivela singolarmente sensibile alla necessità, per chi prende decisioni autoritative, di ascoltare le parti in conflitto prima di deliberare, posto che alla rilevanza del contraddittorio nel processo fa riferimento anche in altre sue opere, quali la Diui Claudii apotheosis per saturam (Ludus de morte Claudii), generalmente nota come Apocolocyntosis, e la tragedia Oedipus. Ciò dimostra che il principio in questione appartiene alla vita civile prima ancora che alla esperienza processuale, anche perché la necessità di audire et alteram partem prima di prendere una decisione è considerato da Seneca, ma in generale dagli Stoici, conforme alla ratio aequitatis. Il radicamento del contraddittorio nella società civile romana classica non è certamente una scoperta; né è una scoperta il debito che la cultura classica e, in particolare, il pensiero di Seneca hanno nei confronti dello stoicismo. Tuttavia, pur nella consapevolezza di ciò, e pur nella consapevolezza della notorietà dei testi implicati, questa comunicazione propone un’ulteriore esegesi dei testi del filosofo e del poeta romano qui specificamente considerati, analizzandone compiutamente il tessuto lessicale e i concetti implicati, cercando di identificare i nessi di continuità e di discontinuità con il materiale eminentemente giuridico postclassico e tardoantico. In particolare, una singolare testimonianza di continuità è quella di D. 48,1,17,1 pr. L’ipotesi è che il contraddittorio, pur nella sua indiscutibile rilevanza processuale, trascende le regole dello svolgimento della lite giudiziaria, per rivelarsi elemento strutturale del vivere civile e della costruzione delle decisioni autoritative che incidono sugli interessi delle persone coinvolte. Ma, naturalmente, ulteriori indagini sono necessarie.
FONTI
L. ANNAEI SENECAE  Medea, vv. 192 ss.
SENECAE Diui Claudii Apocolocyntosis, XIV,2
D.48,17,1 pr.
PAULI Sententiae, 5.5A.5
SENECA, De ira, 1,18,1
... La summula statutorum di Andrea Dandolo secondo il manoscritto Montecassino, 459. Autores:Victor Crescenzi; Localización: Initium: Revista catalana d'historia del dret, ISSN 1137-8069, Nº. 12, 2007 , págs. 623-697. Fundación... more
... La summula statutorum di Andrea Dandolo secondo il manoscritto Montecassino, 459. Autores:Victor Crescenzi; Localización: Initium: Revista catalana d'historia del dret, ISSN 1137-8069, Nº. 12, 2007 , págs. 623-697. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. ...
Per alcuni secoli Bartolo – o forse, meglio, la proiezione “eroica” che di lui i cultori del diritto avevano oggettivato e fatto propria – ha dominato la scena della giurisprudenza italiana ed europea e le sue teorie sono state riprese,... more
Per alcuni secoli Bartolo – o forse, meglio, la proiezione “eroica” che di lui i cultori del diritto avevano oggettivato e fatto propria – ha dominato la scena della giurisprudenza italiana ed europea e le sue teorie sono state riprese, studiate, applicate nelle aule universitarie e nei tribunali, esercitando un’influenza duratura e senza paragoni possibili sulla vita del diritto, in luoghi e tempi assai lontani tra loro. Per tutto ciò la personalità scientifica di Bartolo ha lasciato un’impronta indelebile nel diritto comune, tra tardo Medioevo e prima modernità ed egli può senz’altro considerarsi, più in generale, una delle figure di riferimento della cultura europea. Nell’occasione del settimo centenario della nascita di Bartolo da Sassoferrato è parso dunque utile riconsiderare il suo lascito scientifico e tornare ad indagare la sua opera, raccogliendo intorno a tale progetto un gruppo di storici del diritto che fossero disponibili a mettere a fuoco con metodologia aggiornata e rigorosa alcuni degli innumerevoli temi toccati da Bartolo, rendendogli l’omaggio di un rinnovato studio del suo magistero, lumeggiato nella sua complessità e multiformità d’interessi e di esiti. I frutti delle due occasioni congressuali tenutesi, rispettivamente, nel 2013 e nel 2014 a Sassoferrato nella cornice dei Congressi internazionali di Studi umanistici, organizzati dall’Istituto internazionale di Studi Piceni, vengono ora raccolti nella convinzione che i saggi qui pubblicati possano rappresentare un contributo rilevante alla migliore conoscenza del pensiero bartoliano.
... La summula statutorum di Andrea Dandolo secondo il manoscritto Montecassino, 459. Autores:Victor Crescenzi; Localización: Initium: Revista catalana d'historia del dret, ISSN 1137-8069, Nº. 12, 2007 , págs. 623-697. Fundación... more
... La summula statutorum di Andrea Dandolo secondo il manoscritto Montecassino, 459. Autores:Victor Crescenzi; Localización: Initium: Revista catalana d'historia del dret, ISSN 1137-8069, Nº. 12, 2007 , págs. 623-697. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. ...
Questo contributo intende esporre come e secondo quali direttrici teoriche Bar- tolo da Sassoferrato si sia confrontato con la fenomenologia del potere pubblico, in un periodo storico di grandi e profondi rivolgimenti sociali e politici;... more
Questo contributo intende esporre come e secondo quali direttrici teoriche Bar- tolo da Sassoferrato si sia confrontato con la fenomenologia del potere pubblico, in un periodo storico di grandi e profondi rivolgimenti sociali e politici; in particolare viene indagato come Bartolo abbia sollevato e risolto il problema della conformità del potere alle norme che lo disciplinano; e come abbia affrontato il problema della giuridicità del potere, della giuridicità degli atti di colui che del potere è investito, nonché della dimensione giuridica delle istituzioni nelle quali il potere si trasforma in azione. Si vede così come nella dottrina bartoliana, il potere che non si collochi all’interno di una struttura giuridica che ne definisca oggettivamente la legittimità, la funzione e i limiti — struttura che prende la forma della iurisdictio — degrada in tirannide.
This paper seeks to discuss how and in what theoretical directions Bartolus de Saxoferrato is confronted with the phenomenology of public power, in a time of great and deep social and political changes; in particular it is investigated how Bartolus raises and resolves the issue of compliance of the power to the rules of law. Therefore, it is possible to see that, in the doctrine of Bartolus, the public power which is not placed within a legal structure that defines objectively legitimacy, function and limits, is a tyrannical power. This structure, in doctrine of Bartolus, as in the doctrine of Glossators, takes the form of the iurisdictio.
Il contributo tratta del problema storiografico della fenomenologia del lavoro giuridica- mente rilevante in età romano-barbarica guardato dal punto di vista della semantica dei termini che lo identificano. L’indagine è condotta sulle... more
Il contributo tratta del problema storiografico della fenomenologia del lavoro giuridica- mente rilevante in età romano-barbarica guardato dal punto di vista della semantica dei termini che lo identificano. L’indagine è condotta sulle Etymologiae di Isidoro e su alcuni testi della legislazione dell’età romano-barbarica, val a dire la Lex Romana Visigothorum, l’Edictum Theoderici Regis, la Lex Visigothorum, il Pactus legis Salicae e le Leges Lan- gobardorum e concerne le occorrenze di alcuni termini propri dell’esperienza di ciò che modernamente denominiamo lavoro, vale a dire: conducere, conductio (in correlazione a locare, locatio e conlocare, conlocatio); laborare, labor; mercennarius; merces; operari, opera, operarius, operatio; opus. L’indagine, inoltre, prende in esame le accezioni con le quali tali parole vengono usate nei testi sopra indicati e le locuzioni nelle quali sono impiegate. Il contributo è indirizzato a mettere in luce un fenomeno complesso, nel quale, accanto alla conservazione più o meno fedele di una terminologia di origine romanistica, si realizza un processo nel quale la semantica di parole di particolare importanza, come per esempio labor, subisce una progressiva modificazione dai significati del latino classico verso signi- ficati più vicini agli usi moderni.
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