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ENTE ORGANICO ED ELEMENTO NEL PENSIERO BIOLOGICO DI VIKTOR SOGGETTIVO VON WEIZsAcKER Vallori Rasini L'uso del termine 'soggetto' per indicare non solo il referente logico della predicazione o il sostrato al quale si attribuiscono proprietà o azioni, ma anche il centro dell'interiorità autocosciente si fa risalire a Kant. L'«lo penso» kantiano è l' «attività» unificatrice del pensiero coincidente con la coscienza di sé trascendentale; è il soggetto in quanto centro appercettivo formale di ogni rappresentazione. il significato dizyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 'substratum', l'idea cioè del soggetto come qualcosa che 'sta sotto' e a cui i pensieri si riferiscono come predicati, vi è certamente ancora presente. In quanto condizione stessa del pensiero però, il soggetto appercettivo non è solo il 'ciò a cui' si riferisce il pensiero, ma il 'ciò per cui' si determina l'attività sintetica del conoscere. Generatore di spontaneità conoscitiva, il soggetto mantiene per lo più nell'uso posteriore un saldo legame con la coscienza e naturalmente un rapporto prioritario con l'uomo. Nel pensiero di Viktor von Weizsacker' l'elemento soggettivo, come vedremo, gioca un ruolo essenziale nella determinazione della realtà organica in generale, e, rispetto al concetto ora delineato, se ne può osservare uno spostamento significativo della valenza e dello statuto ontologico. È risaputo quali siano state le difficoltà incontrate tanto dalla filosofia quanto dalla scienza nel fornire una definizione soddisfacente della natura dell'ente organico. Altrettanto note sono le difficoltà che hanno impegnato la biologia nel determinare la propria posizione rispetto alle altre scienze e nell'indicare il complesso degli strumenti e dei metodi adatti allo studio del proprio oggetto, Per certi aspetti, la vita sembra sottrarsi alle leggi e ai sistemi di determinazione consentiti dalla scienza, favorendo il persistere dell'idea di una «eccedenza» della realtà vivente; mentre, d'altro canto, il carattere autonomo e spontaneo che le si riconosce generalmente e che consente di individuare già attraverso l'esperienza sensibile una categoria precisa di enti, per lo più non si è imposto in ambito scientifico nel ruolo di un principio fondamentale.zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA È invece proprio intorno alla questione dell' autonomia del vivente che ruotano i principali nodi tematici della ricerca neurofisiologica di Viktor von Weizsacker, impegnato, tra gli anni Venti e Cinquanta, in un tentativo di revisione delle fondamenta teoriche della biologia del suo tempo. L'opera completa di Viktor von Weizsacker (1886-1957), teorico della biologia e neurofisiologo, è in corso di pubblicazione presso l'editore Suhrkamp (Frankfurt a.M. 1986-, a cura di P. Achilles, D. Janz, M. Schrenk, C. F. von Weizsacker). Le opere citate già comparse nelle Gesammelte Scbriften porteranno a seguito del titolo la sigla GS e l'indicazione del volume. Anche quando si segnali l'esistenza di una traduzione italiana, i riferimenti di pagina sono alle opere in lingua tedesca e i passi citati in traduzione nostra. 75 Esercizi Filosofici I998/ Testi / Ciclo seminariale: La questione del soggetto nel pensiero contemporaneo Nei primi decenni del Novecento, nonostante una diffusa fiducia positivistica nella possibilità di omologare la biologia alle altre scienze, anche grazie all'utilità dimostrata nel settore dalle leggi della fisica e della chimica, 1'ambito delle scienze biologiche presenta una variegata frammentazione delle discipline impegnate nello studio del vivente, una molteplicità di metodologie alla loro guida e altrettante visioni del mondo a definirne il contesto teorico. Per diversi scienziati e filosofi già questa situazione rappresentava un'esplicita denuncia dell'insufficienza del sistema meccanicistico dominante e dei presupposti teorici tradizionalmente accolti nell' affrontare la questione della realtà organica. Secondo Weizsacker, partire dal movimento autonomo (Selbstbewegung), non assumendo questo fenomeno come un semplice dato empirico, ma indagandone il senso specifico e le conseguenze concettuali, costituisce la via giusta per inquadrare il complesso della realtà organica nell' ottica di un programma di analisi unitario e coerente. li principale e più fondamentale elemento che ne verrà alla luce è l'impossibilità di prescindere dal carattere soggettivo dell' ente in questione" e l'aberrazione che necessariamente implica qualunque tentativo di mera «oggettivazione» del fenomeno vitale. Ogni qualvolta si parli di movimento in ambito biologico non si può parlare d'altro che di movimento autonomo; viceversa, il movimento autonomo è caratteristica specifica del solo vivente: secondo Weizsacker solo dell' organismo si può dire che «si muova», mentre ogni altro corpo fisico propriamente «viene mosso». L'idea di base è quella di una forma di causalità intrinseca al corpo organico e assente nell'inorganico; ma c'è dell'altro: «quando dico che una cosa si muove - precisa Weizsacker - penso, contemporaneamente, che anche il suo ambiente si muove: entrambi si muovono, se uno di essi si rnuoves-'. li concetto dell' autonomia motoria comporta l'idea che l'organismo e l'ambiente siano in un rapporto di reciprocità, poiché il movimento non va concepito in senso geometrico come cambiamento di luogo o in senso fisico come modificazione di quantità di energia in relazione alla massa, ma come un 'processo' che coinvolge in maniera concomitante parti da esso egualmente interessate. Nella valutazione del movimento dell'ente organico non è possibile separare strutturalmente l'organismo dall'ambiente, stabilire dei parametri fissi e 'oggettivi' di riferimento e, trattando l'organismo come un oggetto, semplicemente 'collocarlo' in un ambiente. Mentre la fisiologia classica, non partendo dal movimento autonomo, spiegava i movimenti di un organismo mediante uno schema duale di coordinazione tra fattori separati (lo stimolo esterno e il riflesso interno), secondo Weizsacker l'organismo si determina come tale precisamente in virtù di un rapporto di «intreccio» con il proprio ambiente che rende imprescindibile la valutazione della sua attività e del suo «essere» dall' attenzione a questa specifica modalità di relazione. li movimento autonomo non si determina «da sé solo», non scaturisce cioè semplicemente dall'interno dell'ente organico; si produce di fatto anche a causa di forze 2 «La vita appare là dove qualcosa si muove, quindi attraverso l'evidenza della soggettività»: Der Gestaltkreis. Theorie der Einheit von Wahrnehmen und Bewegen (1940), Thieme, Stuttgart 19966, p. 187 (tr. it. La struttura ciclomor]a. Teoria dell'unità di percezione e movimento, ESI, Napoli 1995). 3 [vi, p. 130. 76zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA V Rasini / Ente organico ed elemento soggettivo nel pensiero biologico di Viktor von Weizsiicker «esterne», forze alle quali esso si oppone, nel mentre vengono a condeterminane il processo. Diversamente dalla macchina, il vivente «considera» l'azione infetta dall'ambiente; non semplicemente «reagisce», ma «valuta» di volta in volta la specificità della situazione, producendo comportamenti e ottenendo soluzioni sempre diverse e «sorprendenti», vale a dire non prevedibili'. li «disturbo» (Storung) provocato dall'ambiente sul movimento si configura come parte essenziale di esso e comporta una reazione «creativa» (non automatica) dell'organismo, il quale dunque, mentre si sottrae a un' analisi di carattere meramente meccanicistico, dimostra la propria peculiarità nell' orizzonte della composizione di fattori soggettivi e fattori oggettivi.zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZ È comunque la componente soggettiva a determinare questa caratteristica composizione; è cioè una particolarità ontologica importata dall' elemento soggettivo a fondare la struttura funzionale dell' ente organico. li suo movimento autonomo è propriamente l'attività di un oggetto nel quale «abita un soggettox". L'organismo è sostanzialmente un' «unità prestazionale» e la sua essenza non può che definirsi in termini di attività. Concretamente, vivere consiste in un processo che perpetua l' «atto biologico», una precisa forma di interazione con l'ambiente, lungo un percorso disseminato di sempre nuove finalità utili alla conservazione, alla riproduzione, all'orientamento dell'individuo. li circuito funzionale che vincola il soggetto vivente e il mondo oggettivo ha una precisa corrispondenza nell'unità strutturale di percezione e movimento. Nell'attività organica, cioè, il momento percettivo e il momento motorio sono una unità, un unico accadimento che rende inseparabili l' «interno» e l' «esterno» del vivente. Come ogni ricezione è necessariamente accompagnata (non semplicemente seguita) dall' azione, ogni percezione si verifica nella concornitanza con il movimento e viceversa. In qualunque prestazione non è possibile separare e collegare in una successione causale questi momenti", La percezione e il movimento, il dato soggettivo e il dato oggettivo si legano l'uno all'altro secondo un rapporto corrispondente a quello che unisce il complesso organico al suo ambiente: «nella misura in cui un vivente si inserisce in un ambiente mediante il suo movimento e la sua percezione, questo movimento e questa percezione costituiscono una unità, un atto biologiCO»7.E la struttura di tale rapporto è di carattere circolare e dialettico. Questo genere di relazione, estranea ai modelli della ricerca fisiologica del tempo, come alla logica della causalità lineare, viene denominato da Weizsacker con il termine 'Gestaltkreis'. 4 Accade, ad esempio, che a variazioni quantitative della forza esercitata dall'esterno corrispondano modificazioni qualitative della risposta organica, o che una determinata prestazione venga ottenuta seguendo vie (cioè forme di innervazione e di coordinazione muscolare) tra loro anche molto diverse. Cfr. le esemplificazioni date da Weizsacker in Der Gestaltkreis, cit., pp. 2 sg. e 142. 5 lvi, pp. 168 e 202. 6 Secondo Weizsacker è una contraffazione considerare uno stimolo «esterno» che agisca sull'individuo (che venga così percepito) al quale si aggiunga successivamente una reazione (rnotoria) diretta verso l'esterno: qualunque stimolo può avere l'effetto di uno stinrolo solo perché viene a essere tale nella collaborazione reciproca di percezione e motorietà; ne segue che ogni «percezione» è sempre anche un momento motorio e ogni «movimento» è sempre anche un momento percettivo. Cfr. Uber medizinz'sche Anthropologie (1927), GS, V, p. 184. 7 V. von Weizsacker, Der Gestaltkreis, cit., p. 201. 77zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Esercizi Filosofici 1998/ Testi / Ciclo seminariale: La questione del soggetto nel pensiero contemporaneo Con ratto biologico si determina un «incontro» (Begegnung) tra l'organismo e l'ambiente, tra il soggetto e il suo mondo. Il «mondo interiore» (Innenwelt) dell'organismo è portatore e teatro di questo incontro, ma non il «luogo» della sua produzione. La sfera della percezione non rappresenta un prodotto soggettivo compiuto e isolato, ma solo un polo della relazione circolare dell'individuo con l'altro da sé. Si può così partire dal mondo circostante (Umwelt) per ottenere dati sulla realtà individuale interiore, o viceversa; i dati stessi della percezione offrono informazioni sia sull' ambiente dell' organismo sia sul soggetto percipiente", E ciascuna prestazione biologica può venire rappresentata come una conformazione particolare assunta dalla relazione tra il soggetto e la Umioeli", Il principio dell'interdipendenza della realtà organica e ambientale rimanda alla concezione elaborata dazyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLK J akob von Uexkiìll all'inizio del secolo, una concezione che suscitò vasto interesse in ambito scientifico" e Il compiche venne in vario modo recepita e discussa anche in ambiente filosofico to specifico della biologia consiste precisamente nello studio dei rapporti tra l'organismo e il proprio esterno, consiste cioè nella definizione e nello studio della relazione che si instaura tra un'individualità organica soggettiva e il «suo» mondo. Non esiste per la biologia un «mondo oggettivo» in cui si introducano degli organismi a loro volta considerati come degli «oggetti». L'organismo è un soggetto che si pone in relazione attiva nei confronti dell' ambiente circostante, un ambiente concreto e specifico con cuil'organismo è sempre in un rapporto di scambio funzionale", E se la capacità di ricezione degli stimoli esterni e quella di azione sull' ambiente dipendono dalla costituzione biologica e dagli scopi particolari dell' organismo, anche le determinazioni spaziali e temporali dell' ambiente, le sue caratteristiche qualitative e la sua «ricchezza», dipendono strettamente dal soggetto che in esso si trova a svolgere la propria vita. La biologia ha dunque a che fare con «mondi individuali», con campi d'azione specifici le cui componenti dipendono dalla conformazione che assume l'interazione reciproca di due fattori, ma in cui l'elemento soggettivo - scevro da qualsivoglia caratterizzazione «psicologica» - rappresenta il principio determinante. Esattamente come von Uexkiìll", Weizsacker ritiene impossibile sapere qualcosa di un mondo e delle sue disposizioni spazio-temporali indipendentemente dal soggetto. ll • 8 Ivi, p.uor. 9 Ivi, p. 160. lO Si vedano gli atti del simposio tenutosi a Brema nel 1950 e curati da Helmuth Plessner, Das esplicito di Weizsacker Umweltproblem, in Symphilosophein, Lehnen, Miinchen 1952. Un riconoscimento alla teoria di von Uexkiill si trova in Der Gestaltkreis, cit., p. 160. 11 Basti qui fare i nomi di Max Scheler, Maurice Merleau-Ponty e Martin Heidegger. Si possono vedere di von Uexkiill, Umwelt und Innenwelt der Tiere, Springer, Berlin 1909; Theoretische Biologie (1920), Suhrkamp Verlag, Frankfurt a.M. 1973; Strei/zuge durch die Umwelten von Tieren und Menschen, Rowohlt, Reinbeck 1934 (tr, it. I mondi invisibili, Mondadori, Milano 1936). Un saggio critico recente e ben articolato sul pensiero scientifico di ] akob von Uexkiill è quello di Rudolf Langthaler, Organismus und Umwelt, Olms, Hildesheim 1992. 12 Cfr. J. von Uexkiill, Theoretische Biologie, cit., pp. 66-67. 13 Cfr. ivi, p. 9. 78zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA V Rasini I Ente organico ed elemento soggettivo nel pensiero biologico di Vtktor von Weizsiicker E ritiene persino impossibile tracciare un confine netto tra il vivente e l'ambiente: l'organismo non è infatti identificabile con il contorno spaziale del suo corpo, con la superficie cutanea o con la sua membrana cellulare", L'individuazione di un limite materiale dell'individuo organico è possibile e sensato solo considerando, di momento in momento, e di caso in caso, una specifica attività vitale. L'atto biologico si determina dunque come un momento d'incontro tra l'ente organico e il suo ambiente in un preciso passaggio di un processo che è, sempre di nuovo, incontro tra organismo e mondo. li «risultato», ovvero la «forma» che esso assume, è il prodotto tanto delle forze individuali quanto di quelle esterne, è il portato della loro dinamica concorrenza e concomitanza. Tale incontro genera precise disposizioni spaziali e temporali il cui carattere è relativo e transitorio. Si tratta di spazi e tempi «vitali» che hanno i loro rispettivi sistemi di riferimento nell' attività stessa dell'organismo. Non hanno dunque nulla a che vedere con lo spazio e il tempo della scienza fisica, con la loro persistenza, la loro omogeneità, la loro oggettività. Le modalità spazio-temporali dell' attività biologica non sono «trovate» nel mondo, ma prodotte da essa. Non è insomma il vivente a collocarsi entro disposizioni spazio-temporali determinate e fisse, ma all'opposto, è l'attività del vivente a determinare le strutture spaziali e temporali, nonché le loro concatenazioni, attraverso le quali l'individuo si rapporta al mondo: «le cose perciò non sono nello spazio e nel tempo, bensì lo spazio e il tempo sono generati nel progressivo accadere, e vengono trovati nelle cose o accanto a esse. Non il mondo e le cose sono nello spazio e nel tempo, ma lo spazio e il tempo sono nel mondo conÌecosee-". Le disposizioni spaziali e temporali sono insomma al servizio del vivente; la funzione che svolgono gli organi di senso non è infatti altro che quella di produrre l'inserimento dell'organismo nel mondo, e non quella di ottenere informazioni su di una realtà sussistente indipendentemente dal soggetto che la vive". Si tratta di un dato di fatto perfettamente verificabile": tali disposizioni hanno valore di vissuto, essendo costitutive per lo svolgersi della vita, non per la conoscenza «esatta» di un mondo indifferente. Diversamente da quelli «oggettivi», lo spazio e il tempo «biologici» hanno il carattere dell' attualità, hanno cioè il loro significato «nel corso» dell' atto stesso; essi non sono dunque «persistenti». La durata di un'immagine percettiva, ad esempio, non offre alcuna garanzia di costanza spaziale o temporale: «in fondo - afferma Weizsacker - percepire significa sempre anche passare ad altro»". Accanto a un ordinamento spaziale e a una successione temporale, è quindi necessario riconoscere nella struttura della realtà organica una particolare dinamica secondo la quale gli oggetti vengono continuamente perce- 14 V von Weizsacker, Der Gestaltkreis, cit., p. 15 Ivi, p. II4- II5. TI richiamo alla concezione di Heidegger è di dovere anche per Weizsacker: cfr. ivi, p. 198, nota 15. 16 Ivi, p. II4. 17 I concetti di «spazio biologico» e «tempo biologico» sono ricavati dalle indagini condotte da Weizsacker sulla percezione e sui fenomeni dell'illusione sensoria. 18 V von Weizsacker, Der Gestaltkreis, cit., p. 103. 79zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Esercizi Filosofici I998/ Testi / Ciclo seminariale: La questione del soggetto nel pensiero contemporaneo piti e abbandonati, accolti e sacrificati; ed entrambi questi momenti sono egualmente determinanti l'attività. Non si tratta di un fenomeno legato esclusivamente alla soggettività percipiente o dovuto alla limitatezza delle possibilità dell' apparato sensibile, ma di un fatto necessario alla vita, il cui significato si coglie solo superando I'alterità percepito-percipiente e atto percettivo - atto motorio; unificando preliminarmente l'accadere psichico e l'accadere fisico-fisiologico sotto un concetto capace di fungere da denominatore comune, come lo è quello di movimento autonomo". La coordinazione spaziale dell' atto biologico è sempre vincolata a una «durata» e il suo valore dipende dal riconoscimento o dal disconoscimento delle componenti che consentono una unità d'azione. Le dimensioni e le caratteristiche dell' ambito in cui si compie l'atto, cioè, si determinano con il particolare rapporto di «coerenza» (Koharenz) instauratosi tra l'organismo e l'ambiente, un rapporto dipendente dalla direzione e dal fine che l'azione si ripropone". La coerenza subisce rotture e ricostituzioni continue e porta con sé, necessariamente, sempre nuovi sacrifici di porzioni del mondo circostante". Lo «spazio biologico» non può dunque che avere un carattere relativo e un valore solo momentaneo: le determinazioni spaziali hanno il loro significato in relazione al «qui» in cui si effettua la coordinazione delle prestazioni", e soprattutto al «presente» dell' azione. Il «tempo organico», che nella realizzazione dell' atto è reciprocamente funzionale allo spazio", svolge sul piano teoretico una funzione fondativa. Si tratta di un tempo incentrato nel presente che media tra porzioni temporali «compresenti». Definita 'xeitidrerbrucleende Gegenwart', l'attualità temporale dell'ente organico (ricavata dal tempo «vissuto» della percezione) si dimostra estatica (non una somma di punti o di fasi temporali, ma l'attraversamento orientato di una composizione continuativa) e prolettica (caratterizzata dall'attesa e perciò proiettata nel futuro). L'elabòrazione di questo concetto di tempo, che rivela una certa affinità con le concezioni di alcuni filosofi contemporanei (in particolare con quella di Heidegger)", deriva dall'esigenza di cogliere l'impronta soggettiva nel rapporto con l'ambiente, dall'idea cioè che l'ente organico, entrando a fare parte di un mondo, lo determina e lo struttura mediante le sue «decisioni» (Entscheidungen) nell'effettuazione istantanea e attuale (nello [etu) dell'azione. Il soggetto media, in questo modo, tra l'indeterminatezza del futuro e la determinazione del passato, 19 Cfr. ibidem. 20 Cfr. V. von Weizsacker, Gestalt und Zeit, Niemeyer, Halle 1942, pp. 21 Cfr. V. von Weizsacker, Der Gestaltkreis, cit., pp. 8 sgg. 22 Cfr. ivi, p. 145. IO-Il. 23 Cfr. ivi, p. 142; si veda inoltre, di Weizsacker, Anonyma Scriptura (1946), GS, VII, pp. 77-79 (tr, it. Anonimi, in idem, Filosofia della medicina, Guerini e Associati, Milano 1990). 24 L'accostamento alla concezione del tempo di Max Scheler, Henri Bergson e Martin Heidegger, testimonianza dell'attenzione di Weizsacker per i dibattiti filosofici contemporanei, viene esplicitato in Gestalt und Zeit, cit., p. 8. La letteratura critica ha insistito in particolare sulla vicinanza con la concezione heideggeriana (cfr., a titolo esemplificativo, Hannes Buggle, DerzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONML B e g riff der 'Zeit' bei Viktor von Wezzsàcher und Martin Heidegger, Diss., Heidelberg, 1964; Stefan Emonds; Dieter Wyss); accanto alle convergenze, occorre però segnalare anche l'esistenza di significative divergenze. 80zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCB V. Rasini / Ente organico ed elemento soggettivo nel pensiero biologico di Viktor von Weizsiicker mantenendo il senso della propria attività (e quindi il senso del proprio essere) nel presente dell'azione". Il processo organico si svolge all'incrocio di due ordini di necessità (quello del passato e quello del futuro); tra di essi si pone l'imprevedibilità, la non calcolabilità dell' atto, l'elemento che, collocato tra l'aspettativa e la realizzazione (che può sempre restare disattesa), allontana definitivamente la realtà biologica da quella fisico-oggettuale". L'ente organico percorre insomma una mediazione continua tra essere e divenire; attua in ogni istante un attraversamento estatico; «è» in quanto trascende se stesso e la propria attualità nel divenire del suo sviluppo. La logica della comprensione di tale realtà non può che adattarsi alla sua forma «ontologica». La contraddizione gioca in essa un ruolo decisivo, mentre la linearità del rapporto causa-effetto si rivela del tutto inadatto a coglierla. Come non è possibile stabilire una precedenza tra momento percettivo e momento motorio nel realizzarsi dell' atto biologico, non è possibile escludere la contraddittorietà dei modi del reale. Persino l'esperienza percettiva quotidiana dimostra, ad esempio nel fenomeno dell'illusione sensoria", l'imprescindibilità e l'ineliminabilità di questo fattore. Nell'attività organica, nella vita, non si hanno dati propriamente «veri» o «falsi», «corretti» o «sbagliati» in se stessi; il vero e il falso si determinano come tali nel corso del processo di esperienza, si rivelano tali in relazione ai fini e all' andamento dell' attività dell'ente. La vita è in se stessa «antilogica», cioè non conforme ai principi della logica tradizionale"; è oppositiva e dialettica: si svolge nel contrasto - necessario, insolu- 25 Per chiarire come l'atto della decisione possa comporre la determinazione con l'indeterminazione, Weizsacker propone una riflessione sulle condizioni di possibilità di una partita a scacchi. Perché possa svolgersi correttamente il gioco devono darsi regole ben precise, e tuttavia ciascuno dei giocatori non conosce (e non deve conoscere) le mosse dell'avversario. In questo modo, l'imprevedibilità della mossa successiva è una condizione reale del gioco non meno di quanto lo sia il rispetto delle sue regole (cfr. Gestalt und Zeit, cit., p. 17). La libertà del giocatore si colloca in un contesto di insieme di osservanza (determinazione dell' accaduto e delle regole generali) e supposizione (in determinazione di ciò che accadrà in seguito), non in un rapporto fisso di causa ed effetto (cfr. Der Gestaltkreis, cit., p. 150). Ugualmente, nella struttura temporale dell' attività organica la componente di in determinazione è necessaria per la deterrninabilità del futuro (e viene a perdere quel carattere 'negativo' che le si attribuisce), mentre, d'altro canto, la componente deterministica è necessaria affinché si dia questo genere di indeterminazione (Weizsacker indica una simile struttura con l'espressione 'indeterminazione regolata': cfr. Gestalt und Zeit, cit., p. IS). 26 L' attesa e la sorpresa, con il loro portato di imprevedibilità, definiscono l'attualità istantanea dello zeitùberbrùcleende Gegenwart: «Il presente come atteso (Erwartetes) è una continuità temporale che costringe dal passato verso il futuro; il presente come sorpresa (Uberraschung) è una puntualità temporale rilevata tra passato e futuro. Entrambi costituiscono una relazione alla temporalità dell'accadere come avvenimento, non alla determinatezza temporale del corso oggettivo» (Der Gestaltkreis, cit., p. 139). 27 L'illusione dei sensi non è un fatto episodico o occasionale, né denuncia le «incapacità» degli organi sensori; all' opposto, secondo Weizsacker è una «necessità costitutiva per la realtà delle cose, del nostro corpo e del corso degli avvenimenti» (ivi, p. 160). Accade cioè necessariamente che i dati della percezione (o il dato esperienziale e quello razionale) si trovino talora in contrasto, poiché proprio questo contrasto (che si «risolve» nell' ambito stesso della percezione) consente il realizzarsi dell' attività biologica. Così, ad esempio, l'apparenza del convergere dei binari costituisce un dato utile alla valutazione della distanza (cfr. ivi, pp. 10S sgg). 28 La vita non è, secondo Weizsacker, «illogica», sacker, Das Antilogische (1950), GS, VII, p. 3'7. bensì «estranea» alla logica: cfr. V. von Weiz- 81zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Esercizi Filosofici I998/ Testi / Ciclo seminariale: La questione del soggetto nel pensiero contemporaneo zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXW bile e mediato - tra emozioni, tra credenze, tra vissuti, tra sensibilità e razionalità. Il fluire del suo divenire non è inoltre sistematizzabile, giacché non si dà nella sua interezza, non si mostra nella definitività"; esso raccoglie in sé il senso e il non-senso, la vita e la morte. Il vivente è insomma il centro della possibilità; non un «essere», ma l' «apertura» dell' essere. L'immagine del Gestaltkreis (a metà tra il simbolo e il concetto) vuole descrivere la dinamica distintiva di questo divenire vitale. In essa si distinguono due componenti: la circolarità, che indica l'immutabile nel mutamento mediante il «ritorno (a sé)» di un percorso, e la forma, che coglie il mutamento nel configurarsi di tale percorso, fissandolo nell'intuizione. «Il vivente è sempre qualcosa di permanente che muta - come l'uomo»:", Il Gestaltkreis nasce come chiarimento del rapporto unitario sussistente tra percezione e movimento nell'ambito della ricerca fisiologica sull'uomo, ma la sua capacità esplicativa non si limita alla specifica relazione funzionale tra attività sensoria e motoria, come non si limita alla descrizione della realtà umana. In un appunto per la preparazione delle sue lezioni, risalente al 1945, il Gestaltkreis viene definito un rapporto tra percezione e movimento, psiche e soma, soggetto e necessità, libertà e necessità, soggetto e predicato"; e, nella sua più ampia valenza, indica il modo d'essere dell'ente organico in generale, di un genere di oggetto che non può essere definito univocamente mediante determinazioni ontico-ontologiche, poiché la sua natura soggettiva, insieme, attiva e ricettiva, non si lascia fissare nel semplice «essere». «Con Gestaltkreis intendo una struttura essenziale dell' atto vivente afferrato in modo patico»", Il patico e l'ontico definiscono due categorie della realtà che si differenziano anzitutto sul pianoesistenziale, per le modalità di relazione e di appartenenza a un mondo. Il corpo fisico semplicemente «è» in un mondo, «si trova» in esso in una relazione spaziale e temporale oggettivabile: per questo «l'è-assertivo (Ist-Aussage) dice tutto e con sufficienza».". Non vale lo stesso per la categoria del patico: l'ente organico è un soggetto in un rapporto di coappartenenza all'ambiente, si pone in una relazione antilogica col suo esterno e propriamente agisce su di esso e subisce da esso: «non solo <il patico> pone sé stesso ed è così attivo, ma altrettanto gli accade di essere ed è perciò passivo. Le nostre espressioni pertanto incontrano non solo l'ontico, ma anche il paticos". L'espressione della modalità esi- 29 L'idealismo tedesco, e in particolare il pensiero di Hegel, nei confronti del quale Weizsacker si considera comunque debitore (cfr. Natur und Geist, GS, I, p. II7), ha avuto il torto di operare una riduzione a sistema di ciò che non è in sé stesso sistematizzabile (cfr. Begegnungen und Entscheidungen, GS, I, p. 369). La vita non può essere racchiusa in una Weltbild; solo un «punto di vista» che, senza la pretesa di «spiegare», tenti di delineare le modalità di relazione dell' ente soggettivo con 1'ambiente può sperare di comprendere la complessità della vita (cfr. Pathosophie, Vandenhoeckund Ruprecht, Gòttingen 1961, pp. 176 sg.). 30 V. von Weizsacker, Anonyma Scriptura, cit., p. 50. 31 Cfr. Thomas Henkelmann, Springer, Heidelberg 1986, p. 149. 32 Viktor von Weizsiicker (I886-I957). Materialien zu Leben und Werk, V. von Weizsacker, Anonyma Scriptura, cit., p. 54- 33 Ivi, p. 49. 34 V. von Weizsacker, Der Gestaltkreis, cit., p. 183. 8 2 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA V. Rasini I Ente organico ed elemento soggettivo nel pensiero biologico di Viktor von Weizsiicker stenziale patica dovrà differenziarsi da quella adatta all'ente fisico per modellarsi sull'ente organico, un oggetto che esiste all'insegna della contraddizione e il cui senso piuttosto che «conosciuto» viene «esperito» o «vissutov".zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQ È in sostanza questo il valore ultimo della struttura circolare: «il Gestaltkreis raccoglie [ ... ] in sé sia la natura patica sia la natura antilogica del modo di esistenza del vivente»:"; rappresenta, come un simbolo, il senso della modalità esistenziale soggettiva. il significato di cui, in questo contesto, si riveste il concetto di soggetto rompe con la tradizionale tendenza a identificarlo con la sfera psichica o con una coscienza. La soggettività appartiene alla realtà organica in quanto tale, vale a dire alla vita; sorge e si rivela con l'ente organico, costituendone la caratteristica essenziale più specifica. L'elemento soggettivo è, secondo Weizsacker, la causa ultima delle difficoltà teoriche e metodologiche incontrate da sempre dalla biologia. Qui, al problema di omologare l'ente organico al semplice corpo fisico si aggiunge quello del differente rapporto che viene a instaurarsi tra ricercatore e oggetto di ricerca. Mentre le scienze fisiche possono affidarsi al presupposto della indipendenza di un mondo conosciuto dall'io conoscente, la specificità dell'oggetto biologico ne impedisce l'adozione, vincolando la ricerca al principio della similarità tra conoscente e conosciuto e alla dipendenza di entrambi da un fondamento che resta in se stesso non-oggettivabile: «ogni sforzo di determinare la differenza tra organico e inorganico, e forse anche di superarla, deve da ultimo fare i conti con il dato di fatto della soggettivitàs". Questo non significa che l'oggettività debba essere messa al bando dalla biologia, bensì che nel vivente essa è inscindibile dalla soggettività. L'elemento soggettivo si afferma e si riconosce come tale nell'incontro con 1'alterità, al di fuori dell'individuo come al suo interno. Incontrando 1'ambiente il soggetto si afferma nel contrasto con 1'esterno; nei fenomeni della «crisi» e della «ripresa», nell' opposizione e nella discontinuità con se stesso trova la propria identità", L'atto biologico - ogni singolo atto - rappresenta un cambiamento, e poiché si fonda sull'improvvisazione", inspiegabile perché non inscrivibile in un quadro meramente deterministico, non è una testimonianza di costanza delle funzioni. Si può di volta in volta individuare in uno stimolo, in un istinto o in una volizione il motivo di un singolo atto, «ma ciò che solitamente non sappiamo è perché proprio ora, perché qui, si è data questa azione»'", L'atto biologico ha la capacità di superare le limitazioni imposte dal funzionamento organico mediante la modificazione della forma delle risposte. L'improvvisazione e il cambiamento qualitativo dimostrano così l'indipendenza dell'organismo dal proprio ambiente, danno ragione dell'autonomia del movi35 aro v. von Weizsacker, Der Begriff des Lebens (I946), GS, VII, p. 40 (tr, it. Il concetto di vita, in idem, Filosofia della medicina, cit.), 36 V. von Weizsacker, Anonyma Scriptura, cit., p. 54- 37 V. von Weizsacker, Der Gestaltkreis, cit., p. I68. 38 Cfr. ivi, pp. 170 sgg. 39 Cfr. ivi, p. 176. 40 Ivi, p. I74. 83zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCB Esercizi Filosofici I998/ Testi / Ciclo seminariale: La questione del soggetto nel pensiero contemporaneo mento e sono una prova della soggettività del vivente non meno di quanto lo sia la libertà dell'azione volontaria", E non c'è bisogno che intervenga un atto di coscienza perché si verifichi una distinzione dell' organismo dall' ambiente, una «oggettivazione» del mondo e una «fuoriuscita» del soggetto da sé (l'equivalente di un momentaneo «annullamento» dell'io): è questo che si dimostra con la differibilità del confine tra percezione e azione". Ben prima che nello studio dell'uomo o della psiche, dice Weizsacker, per la ricerca biologica in generale è necessario «possedere un principio soggettivo che esprima la particolarità dell'organico senza essere legato a dati psichici come il sentimento, la percezione sensibile, il pensare, il rappresentare, il provare sensazioni ecc.» 43. Ma collocandosi alla radice della vita, l'elemento soggettivo rimane essenzialmente inattingibile.zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA È il fondamento ultimo dell'essenza patica, di quanto non si può ridurre a oggetto, e in quanto tale si sottrae alla ricerca. Il soggetto «porta con sé» le proprie caratteristiche; la loro determinazione non conduce però che a una conoscenza «parziale» e «provvisoria». Un punto di vista esterno al soggetto non può darsi, e il punto di vista interno è insufficiente. Ogni tentativo di conoscenza (sempre un'oggettivazione) è «nel» soggetto, rimane cioè vincolato al fondamento che tenta di cogliere. Ogni atto conoscitivo occulta infatti, contemporaneamente, parte dell'atto stesso, parte del soggettivo. A causa di questo vincolo - il «rapporto di fondo» (Grundverhliltnis)44 del soggetto al soggettivo -, possono darsi solo delle tracce come spunti per una interpretazione. Il vivente «è» soggetto, «gettato» in esso, totalmente «as-soggettato». Per questo solo 1'esperienza della vita può riconoscerne la dialettica e intuirne il fondamento: «per comprendere il vivente bisogna prendere parte alla vitas'". In ambito teorico, il soggetto sembra così abbandonare la valenza forte del «presupposto», di qualcosa, cioè, che è «posto innanzi» come un «dato» (in certo modo afferrato o afferrabile), per conservare quella di un sostrato «retroposto» e sfuggente (benché tuttavia oltremodo «presente»). 41 Cfr. ivi, p. 178. 42 Cfr. ibidem. La relazione tra io ed «Es» (la costituzione dell'alterità del proprio Leib e dell'ambiente come oggetti «per» il soggetto), in cui si realizza la specifica contrapposizione dell'uomo al mondo, è più complessa, ma strutturalmente identica. 43 Ivi, p. 44 V. von Weizsacker, Der Gestaltkreis, 45 Ivi, p. V; si veda inoltre p. 172. cit., p. 188.zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 175. 84zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA