Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
Archivio di Etnografia
2019 •
Antropologia: Con DEA intendiamo (discipline demo antropologiche e vi sono 3:-antropologia culturale-Etnologia : studio settoriale su speficifi popoli o culture di ogni parte del mondo.-Demologia o storia delle tradizioni popolari: Indica lo studio della cultura popolare e tradizionale nella nostra stessa società SI tratta dello studio dell'uomo e delle culture umane nelle loro articolazioni etniche e nelle loro espressioni popolari, importante è sapere che diversamente dalle scienze naturali come la fisica, quimica o biologia, l'antropologia culturale non rappresenta un sapere cumulativo le cui fasi precedenti per chi deve apprendere il mestiere sono poco più di curiosità storiche, i suoi sviluppi toerici e metodologici x quanto enormi non sono unidirezionali e irreversibili. Riflettere criticamente su una serie d'autori e dibattiti classici è cruciale x un constante affinamento della disciplina. " Un chimico può ignorare Lavosier, ma un filosofo non può ignorare Platone " , x un filosofo è difficile distinguere tra conoscenza della filosofia e la sua storia. Per ciò nella formazione antropologica la storia degli studi gioca un ruolo cruciale, infatti molti manuali esistenti sono STORIA DEGLI STUDI.-Studio dell'essere umano nella sua globalità; ci porta ad scoprire dove e perché l'umanità comparsa sulla terra si è evoluta, e come si siano prodotte le varietà fiSiche presenti nelle popolazione moderne. Inoltre si interessa alla variabilità delle idee e delle usanze tradizionali nelle società passate e presenti; inizialmente solo culture Non occidentali, lasciando ad altre discipline lo studio della civiltà occidentale e di analoghe società complesse dotate di una storia scritta; oggi sia città industriali sia remoti villaggi,questo xchè ogni ipotesi generale sull'uomo deve essere applicabili ai vari contesti. Ciò che contradistingue l'antropologia è proprio l'indagine degli elementi (i tratti e costumi)specifici di un grupppo umano, nasce alla fine dell 800; molti aspetti dell'esperienza umana ovvero (la tendenza alla specificazione in un settore particolare.-Serve a ridurre o risolvere i problemi sociali attraverso la comprensione e il cambiamento delle condizioni che li creano-Contribuisce alla conoscenza del genere umano e permette di evitare fraintendimenti tra popolazioni diverse (l'intolleranza nei confronti della diversità è infatti dovuta in parte all'ignoranza in merito alle ragioni della differenza tra le persone). ANTROPOLOGIA FISICA: Origine e evoluzione del genere umano, (paleontologia umana o paleoantropologia); variazioni biologiche delle popolazioni contemporanee(il suo primo interesse è focalizzato sulla variabilità degli esseri umani): CULTURA: Abitiduni mentali o comportamenti tipici di una popolazione o una società,parlando di cultura non si intendono soltanto gli altri prodotti del lavoro intellettuale (arte letteratura) ma bensi il complesso degli elementi non biologici attraverso i quali i gruppi umani si adattano all'ambiente e organizzano la loro vita sociale attrezzi e tecniche di lavoro,istituzioni sociali, forme di parentela linguaggio e modi della
2015 •
Università degli Studi di Prato Pannel. “Restituire”: pratiche collaborative nelle ricerche engaged «Eppure amo il mio tempo perché è il tempo in cui tutto vien meno ed è forse, proprio per questo, il vero tempo della fiaba» Cristina Campo, Gli imperdonabili Il tempo della fiaba sta muovendo uomini e donne a risignificare il vivere, il lavorare, lo stare in relazione, il riappropriarsi della città, l’agire democratico. Così donne, operatrici sociali, imprenditrici, artigiane… tracciano nuove traiettorie e creano quelli che abbiamo scelto di definire “laboratori urbani”. Sono, questi, luoghi di condivisione, di crescita e riscatto, dove vengono avviati percorsi di auto-impresa in risposta a situazioni di privazione, che sempre più caratterizzano non solo le biografie di chi vive condizioni di difficoltà (madri sole, rifugiati, vittime di tratta…), ma anche – e più in generale – il nostro tempo. Vengono a delinearsi narrazioni che parlano di impresa, educazione e capacitazione per categorie specifiche e marginali e allo stesso tempo intendono coinvolgere e interrogare la comunità, il quartiere e la città, in luoghi che sono occasioni di incontro e creazione condivisa. Un denominatore comune di questi laboratori urbani è la continua messa in discussione delle categorie che vengono comunemente utilizzate in campo educativo per definire lo svantaggio sociale e la ridefinizione dell’agire educativo. Non si parla di utenti/educatori ma di persone, donne e uomini, che costruiscono assieme uno spazio condiviso. Il presente lavoro verte sull’analisi dello strumento dell’atelier di riuso creativo, come forma di reinserimento lavorativo e sociale ed espone i primi risultati di una ricerca iniziata 2 anni fa sul territorio veronese e nazionale. I campi di ricerca veronese sono D-Hub, Common Ground, Mano Lavora Bocca Parla e Casa di Ramia e la rete di promozione all’auto impresa e il tavolo di riflessione che queste realtà anno creato sul territorio. I campi di ricerca nazionali sono Depression is Fashion (Mantova), Refugee Scart (Roma), Made in Carcere (Lecce). Obiettivo dell’intervento è descrivere tali esperienze e la loro capacità di farsi co-costruttori di un tessuto sociale, dove attraverso la condivisione di saperi e prassi, vengono fornite nuove risposte ai bisogni sociali della collettività. In particolare, D-Hub si presenta come laboratorio sperimentale di ricerca, che trae nutrimento ed ispirazione dalle buone prassi individuate sul campo e che ridefinisce le relazioni non solo tra creatrici dell’atelier e artigiane, ma anche tra ricercatrice - co-creatrice dell’atelier - e soggetti della ricerca.
In un primo tempo legato ad un ambito di valori "fissi", rispetto all'esperienza dei soggetti e delle comunità umani, in seguito il concetto di "identità" acquista rilievo in relazione alle questioni concernenti l'impatto sociale, fino agli autori più recenti come Samuel P. Huntington 1 che mira a tematizzare la questione della graduale riduzione dell'importanza complessiva dell'Occidente nell'ambito dei rapporti di potere tra le varie culture e civiltà. Tale linea di ricerca si oppone alla tesi, sviluppatasi dopo la fine della guerra fredda, approfondita da Francis Fukuyama 2 nel famoso The end of history and the last man, in cui l'autore delineava l'idea suggestiva di "fine della storia" con la diffusione della globalizzazione sotto l'egida delle democrazie occidentali, osservando che le linee di faglia su cui si manifestano le crisi degli ultimi decenni realizzano un sostanziale superamento delle tradizionali separazioni ideologiche, muovendosi verso ambiti di divisione culturale e neoidentitaria. La sua teoria prevede un'evoluzione fatta di mappe conflittuali che vanno dalla latinoamericana alla islamica, indù, giapponese ed altre. S. Huntington punta alla "cultura" come luogo di scontro futuro, produttivo delle grandi divisioni dei gruppi umani. Anche se gli stati continueranno ad avere la funzione di agenti nella cornice mondiale, i conflitti decisivi prenderanno forma tra nazioni e gruppi di civiltà. A sua volta Amartya Sen 3 polemizza all'indirizzo della omogeneizzazione dei soggetti e della identità prefissata, optando per l'idea di "identità plurale", nel senso che i singoli individui, malgrado l'enfasi generalizzata sull'idea di "eguaglianza" ("tutti gli uomini nascono uguali"), in realtà presentano diversità irriducibili tali che il piano di eguaglianza non può non confrontarsi con una 1 Samuel Phillips Huntington (1927-2008), è stato un intellettuale statunitense che si è dedicato a studi di politica estera e di politologia in generale. È stato consigliere dell'amministrazione americana sotto la presidenza di Jimmy Carter, direttore degli Studi Strategici e Internazionali di Harvard, autore di circa venti saggi che hanno dato forti contributi alla geopolitica degli ultimi decenni. Esperto di problematiche riguardanti le crisi delle democrazie, si è occupato intensamente dei temi che collegano gli Stati-nazione con il vasto orizzonte dello "scontro di civiltà". 2 Francis Fukuyama è nato nel 1952 da famiglia di origine giapponese. Statunitense, esperto di filosofia politica, si è reso famoso per il saggio The end of history and the last man, sopramenzionato, di successo mondiale. Dopo la Laurea in Studi Classici conseguita alla Cornell University, si dedicò alla letteratura comparata per poi conseguire il Dottorato in Scienze Politiche con una dissertazione sulla posizione sovietica nello Scacchiere mediorientale. Ha insegnato presso varie università. Attualmente è impegnato presso la Stanford University (California). 3 Amartya Kumar Sen è nato nel 1933; economista e filosofo indiano, Premio Nobel per l'Economia nel 1998, professore presso la Harvard University. Nasce nel Bengala Occidentale; dopo gli studi a Calcutta, ottiene il Ph.D. al Trinity College di Cambridge. Ha insegnato in famose università, tra cui Harvard, Oxford, Cambridge e presso la London School of Economics. È famoso per i suoi studi che mirano a conciliare filosofia morale e scienze economiche.
Ludwig von Mises Italia-22 November 2017
Tra antropologia culturale e storia globale: una nota su Jack Goody (1919-2015) dalla prospettiva liberale2017 •
La Ricerca Folklorica
Tra autenticità e sviluppo. Aspettative e valori in un caso di «turismo responsabile» in Senegal2007 •
Intrecci, Anno I, Numero 1
La valorizzazione dell'antropologo come figura professionale. L'attività di Antrocom onlus2012 •
DADA-Antropologia Post Globale
“Quebrar a luta”. Etnografia di un conflitto sociale ad Amadora (Lisbona, Portogallo) (DADA-Antropologia Post Globale, Special Issue n.1/2017 "Conflict and Violence")2017 •
a c. di Anna Chiara Cimoli per ABCittà, realizzato nell'ambito del progetto Mudec POP
ABITARE IL MUSEO. Pratiche di protagonismo culturale dei cittadini2017 •
Subire la cooperazione. Gli aspetti critici dello sviluppo nell'incontro tra antropologi e cooperanti. ISBN 978-8889726198
Subire la cooperazione. Gli aspetti critici dello sviluppo nell'incontro tra antropologi e cooperanti