tema: innovazione
Margherita Petranzan
Franco Purini. La città uguale
margherita petranzan, innovazione e memoria
Valeriano Pastor
Tracce
luigi prestinenza puglisi, dieci pensieri sul MAXXI
Valeriano Pastor
alla Querini Stampalia
Padre Angelo Polesello architetto
Gianni Fabbri
Architettura e restauro
margherita guccione, l’italia di zaha hadid
franco purini, un’impressione sulla luce
francesco taormina, l’instabile omogeneità dell’innovazione formale
roberta amirante, zaha e l’innovazione
stefano boeri, cucire il mondo
silvia cattiodoro, lo spazio che danza. architettura e spazio scenico in zaha hadid
mario coppola, architettura oltre la crisi
angela d’agostino, giovangiuseppe vannelli, contesti tra (multi)spazialità e (multi)temporalità
Restauro
roberto masiero, quando domina ciò che domina
La conservazione: una pratica del presente
Metodologie e tecniche descrittive
del restauro di Porta Santi Quaranta a Treviso
e Palazzo Zucco a Feltre
eseguito dalla Soprintendenza per i Beni
ambientali e architettonici del Veneto
a cura di Guglielmo Monti
francesco moschini, lorenzo pietropaolo, l’accattivante e suadente fluttuare parametrico dello spazio
Margherita Petranzan
Patrizia Valle. Limen: il segno del passaggio
Conservazione e valorizzazione
del sistema fortificato a Cittadella
massimo donà, innovazione
Teoria e critica
romano gasparotti, spazi, tempi e forme dell’innovare
Alvar Aalto 1898-1976
a cura di Pasquale Lovero
Paesaggio e territorio
Il sistema del verde urbano
Elemento di riconversione ecologica della città. Padova
a cura di Luisa De Biasio Calimani
carmine piscopo, zaha hadid, il progetto per bagnoli-coroglio. tra richiami ancestrali e nostalgia di futuro
paolo scala, architettura e bellezza. la “lezione” di zaha hadid
aldo peressa, via dell’innovazione s.n.c.
Adolfo Natalini
Firenze: Teatro della Compagnia 1987
Valeriano Pastor
Dolo (VE): Complesso scolastico 1988
Paola Chiatante - Gabriella Colucci - Roberto Mariotti
Franco Pierluisi - (Studio G.R.A.U. Roma) - Aldo Coacci
George Xavier - Marguerita (Atelier Marguerita - Nice)
Nizza: Nuovo Cimitero
Gino Valle
Azzano Decimo (PN): Cassa Rurale e Artigiana
Schio (VI): Cassa Rurale e Artigiana di Monte Magrè
Zaha Hadid Architects
MAXXI
tema: innovazione
Roberto Gabetti - Aimaro Isola
San Donato Milanese (MI):
“Il Quinto” Palazzo Uffici Snam 1986-1991
Aldo Rossi
Aeroporto di Milano-Linate 1991
Gregotti Associati - Manuel Salgado
Lisbona: Centro Culturale Belém 1988-1993
Gae Aulenti
Musei e Mostre temporanee:
Musée National d’Art Moderne
al Centre Georges Pompidou di Parigi
“The Italian Metamorphosis 1943-1968”
al Guggenheim Museum di New York
Galleria alla Triennale di Milano
Gino Valle
Trasformazione della Torre Alitalia a Roma Eur
1993-1996
massimiliano cannata, i nuovi leader politici dovranno interpretare il transito di civiltà:
a colloquio con il filosofo salvatore natoli
Renzo Piano
Building Workshop a Punta Nave (Genova) 1989-1991
Álvaro Siza Vieira
Chiesa di Santa Maria a Marco de Canavezes
Porto - Portogallo 1990-1997
brunetto de batté, innovazione//morfo_serendipità
massimiliano cannata, università e impresa alleate per lo sviluppo: a colloquio con luciano violante
Rafael Moneo
Sede municipale a Murcia
Spagna 1991-1998
anna rita emili, boullée visionario fuller utopico
francesco menegatti, oltre la grande dismissione. i vuoti di senso della metropoli globale
alberto bertoni, un provinciale di classe subalterna. ricordo di ezio raimondi a tre anni dalla sua morte
paolo valesio, codex atlanticus, 16
numeri pubblicati di «Anfione e Zeto»
Alessandro Anselmi
Rezé-Le-Nantes: Hôtel de Ville 1989
ISBN 978-88-9387-046-7
e 30,00
La forma e il disincanto
Costruire - decostruire
a cura di Davide Ruzzon e Massimo Donà
tema: relazioni
28
AZ
tema: innovazione
marco biraghi, nella corrente di zaha hadid
Francesca Bonfante
Teatralità e figurazione per la città
Scritti sul progetto e l’insegnamento dell’architettura
Monografie
rivista di architettura e arti
Carlo Ratti Associati
Fondazione Agnelli
pepe barbieri, doppio vuoto
paola veronica dell’aira, sulla rotta del MAXXI
«QUADERNI DI ANFIONE E ZETO»
28
ANFIONE ZETO
e
MAXXI
Angelo Torricelli. Architettura in Capitanata
Opere e progetti / Works and projects 1997-2012
a cura di Chiara Baglione
pio baldi, la missione del MAXXI: una fabbrica per la cultura
AZ
Zaha Hadid Architects
Architettura: il duplice sguardo su vita e morte
a cura di Marina Leoni e Giorgio Pigafetta
ISSN 0394-8021
«ANFIONE E ZETO. COLLANA DI ARCHITETTURA»
Nel prossimo numero di «Anfione e Zeto»
ILPOLIGRAFO
Livio Vacchini
Centro servizi
Centrale di cogenerazione
Locarno - Svizzera 1989-1998 1996-1997
Peter Eisenman
Città della Cultura di Galizia
Santiago de Compostela - Spagna 1999-2003
Giancarlo De Carlo
Il nuovo Blue Moon al Lido di Venezia 2002
Richard Meier
Frieder Burda Collection Museum
Baden Baden - Venezia 2001-2004
Derossi Associati
Villaggio olimpico a Torino, lotto 5
Franco Purini - Laura Thermes
Complesso parrocchiale di San Giovanni Battista
a Lecce
Boeri Studio
Abitare Milano
Dominique Perrault
Università femminile Ewha, Seoul, Corea del Sud
Biblioteca Nazionale di Francia, Parigi
Gregotti Associati
Schema di assetto preliminare della centralità urbana
di Acilia Madonnetta, Roma
Grand Théâtre de Provence, Aix-en-Provence
Bernardo Secchi - Paola Viganò
Opere recenti
Franco Purini - Laura Thermes
Abitare l’orizzonte
Eurosky, una Torre Romana, 2006-2012
OMA - Office for Metropolitan Architecture
Fondazione Prada
ANFIONE ZETO
e
rivista di architettura e arti 28
Zaha Hadid Architects
MAXXI
ILPOLIGRAFO
3
• o
direttore
margherita petranzan
redazione testi e impaginazione
beatrice caroti
vicedirettori
francesca gelli
aldo peressa
segreteria di redazione
beatrice caroti
comitato scientifico
marco biraghi
massimiliano cannata
giuseppe cappochin
alberto giorgio cassani
paola veronica dell’aira
alberto ferlenga
francesco moschini
valeriano pastor
margherita petranzan
franco purini
francesco taormina
paolo valesio
4
comitato
di coordinamento redazionale
matteo agnoletto
marco borsotti
silvia cattiodoro
giovanni furlan
nicola marzot
livio sacchi
redazione
alberto bertoni
giuseppe bovo
filippo cattapan
mario coppola
brunetto de batté
stefano debiasi
paola di bello
massimo donà
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paolo frizzarin
romano gasparotti
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francesco menegatti
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marco peticca
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paolo valesio
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maurizio bradaschia
augusto romano burelli
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giacomo marramao
roberto masiero
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adolfo natalini
barbara pastor
lionello puppi
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ettore vio
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il poligrafo casa editrice
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I testi e le proposte di pubblicazione
sono stati oggetto di una procedura
di accettazione e valutazione
da parte del comitato scientifico
secondo competenze specifiche
e interpellando lettori esterni
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indirizzo redazione
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ANFIONE e ZETO
rivista di architettura e arti
numero 28
direttore
margherita petranzan
5
tema: innovazione
dichiarazione d’intenti
ANFIONE e ZETO non è
un contenitore indifferente
perché ha un orizzonte e un osservatorio internazionali
ANFIONE e ZETO non è
un contenitore indifferente
perché è provocatorio, in quanto pratica la critica della critica
ANFIONE e ZETO è
un contenitore aperto
ANFIONE e ZETO è
un contenitore aperto
6
ANFIONE e ZETO è
un contenitore concreto
ANFIONE e ZETO è
un contenitore scomodo
ANFIONE e ZETO è
un contenitore paradossale
ANFIONE e ZETO è
un contenitore paradossale
ANFIONE e ZETO è
un contenitore neutro
ANFIONE e ZETO è
un contenitore neutro
ANFIONE e ZETO è
un contenitore limitato
ANFIONE e ZETO è
un contenitore modesto
dove la disciplina dell’architettura trova un rinnovato rapporto
con altre discipline e diventa struttura di relazione
che intende ospitare le forme della città e i suoi problemi
che presenta l’opera come fare e come fatto, innanzitutto nel suo farsi
perché crede sia necessario parlare di tutta la produzione architettonica,
anche se, a volte, solo per demolirla
perché si interessa dei luoghi comuni
perché si occupa delle assenze che permeano la disciplina dell’architettura
e che le danno il volto che oggi assume: assenza di committenza
con un mandato sociale forte o con ideologie da tradurre in forme e contenuti;
assenza di limiti per la costruzione dei progetti non solo di architettura;
assenza di indirizzi e di tendenze significative, assenza di realtà
non perché illusoriamente puro o creato astrattamente, ma perché
neutro di ideologie, come lo è questo tempo; è uno spazio
in cui ciò che riempie il vuoto apparente è la pratica concreta delle scritture
(nel senso di linguaggi), che riconduce alla responsabilità dell’opera
praticata, da parte di un soggetto che non può dominare la sua pratica
se non confrontandola con le altre pratiche, perché lui stesso
è il prodotto della sua pratica, essendo tutto interno ad essa
perché il soggetto agente si ferma sulla soglia della sua pratica,
apparentandosi alla stessa domanda che sorge nelle altre pratiche,
perché è consapevole che l’architettura è il luogo dove da sempre
tutte le pratiche umane si incontrano e ritrovano il loro significato;
è il luogo da dove si può partire per interrogarsi
in quanto non chiede i perché, ma chiede i come,
e vuole che siano mostrati non sotto forma di ideologie, ma di tecnica,
che è la messa in opera della cultura stessa
nei confronti della complessità del reale, perché è consapevole
che “il deserto cresce”
indice
11
campo neutrale
margherita petranzan
a cura di margherita petranzan
innovazione e memoria
143
roberta amirante
opera
zaha e l’innovazione
a cura di margherita petranzan
con mario coppola
147
stefano boeri
19
biografia di zaha hadid
cucire il mondo
23
zaha hadid architects
MAXXI, national museum
of XXI arts, Roma (1998-2009)
silvia cattiodoro
150
lo spazio che danza.
architettura e spazio scenico
in zaha hadid
24
cantiere MAXXI:
un’eccellenza italiana
154
29
159
MAXXI: un
campus per la cultura
31
zaha hadid
all’inaugurazione del MAXXI
32
zaha hadid architects
il progetto dello studio hadid
mario coppola
architettura oltre la crisi
angela d’agostino
giovangiuseppe vannelli
contesti tra (multi)spazialità
e (multi)temporalità
164
roberto masiero
quando domina ciò che domina
170
33
pio baldi
la missione del MAXXI:
una fabbrica per la cultura
113
pepe barbieri
doppio vuoto
120
francesco moschini
lorenzo pietropaolo
l’accattivante e suadente fluttuare
parametrico dello spazio:
gli “inquieti oggetti ansiosi”
di zaha hadid in italia.
concentrazione-compressione,
deflagrazione, disseminazione
179
marco biraghi
nella corrente di zaha hadid
123
paola veronica dell’aira
sulla rotta del MAXXI
132
carmine piscopo
zaha hadid, il progetto
per bagnoli-coroglio. tra richiami
ancestrali e nostalgia di futuro
183
paolo scala
l’italia di zaha hadid
architettura e bellezza.
la “lezione” di zaha hadid
135
soglie
margherita guccione
luigi prestinenza puglisi
dieci pensieri sul
MAXXI
137
franco purini
un’impressione sulla luce
139
francesco taormina
l’instabile omogeneità
dell’innovazione formale
a cura di aldo peressa
187
aldo peressa
via dell’innovazione s.n.c.
7
a cura di massimo donà
opere prime
opere inedite
193
a cura di filippo cattapan
alessandra trentin
theorein
massimo donà
innovazione
195
massimiliano cannata
i nuovi leader politici dovranno
interpretare il transito di civiltà:
a colloquio con il filosofo
salvatore natoli
201
romano gasparotti
spazi, tempi e forme
dell’innovare
235
289
242
cattaneo architetti associati
interni di un palazzo veneziano
246
malfona petrini architetti
slot house
252
patrick jaeger
ariel koechlin
jaeger koechlin architekten, basel
city
villa gempenweg, arlesheim,
svizzera
a cura di francesca gelli
margherita petranzan
260
innovazione//morfo_serendipità
210
massimiliano cannata
la “c-school”: quando
l’innovazione connette saperi
e genera ricchezza
lorenzo zuccolillo
dialoghi e intertestualità
tra due generazioni di architetti
in paraguay: alla ricerca
di un dibattito sospeso
massimiliano cannata
università e impresa
alleate per lo sviluppo:
a colloquio con luciano violante
217
anna rita emili
boullée visionario fuller utopico
222
francesco menegatti
oltre la grande dismissione.
i vuoti di senso
della metropoli globale
226
un catalogo aggiornato
e integrato delle riviste
di architettura italiane
a cura di monica prencipe
alberto giorgio cassani
resterà (forse) solo la memoria
the sound of silence
disegno, dunque sono
also sprach pellegrini
ben più che semplici città
300
pepe barbieri
forme imminenti
di alberto clementi
304
lina malfona
essere andrea palladio.
il teorema di peter eisenman
307
patrizia montini zimolo
l’architettura della città,
45 anni dopo
arti visive
a cura di paola di bello
mostre, premi, concorsi
309
a cura di patrizia valle
federica boffo
270
patrizia valle
214
marco biraghi
il capolavoro ri-conosciuto
a cura di marco biraghi
alberto giorgio cassani
brunetto de batté
brunetto de batté
287
riqualificazione del centro storico
di praia a mare
viale della libertà
varietà
207
a cura di marco biraghi
alberto giorgio cassani
maurizio bradaschia
presentazione di valerio paolo mosco
8
recensioni
edizione del premio
internazionale carlo scarpa
per il giardino al jardín de cactus
di lanzarote
XXVIII
campus, università,
cultura, lavoro
a cura di filippo cattapan
alessandro allegrini, fotografie
314
ezio roncelli
tempo ibrido
architetture poetiche
a cura di alberto bertoni
paolo valesio
323
alberto bertoni
273
dieter leyssen
il riuso flessibile e il concetto
di beleving nell’insegnamento
dell’architettura
tesi di laurea
a cura di patrizia montini zimolo
279
cristina renzoni
il progetto dei percorsi
a roma tor vergata
un provinciale
di classe subalterna.
ricordo di ezio raimondi
a tre anni dalla sua morte
codex atlanticus
a cura di paolo valesio
329
paolo valesio
codex atlanticus, 16
a Giorgio Muratore
un catalogo aggiornato
e integrato delle riviste
italiane di architettura
a cura di monica prencipe
226
gruppo di lavoro
monica prencipe (dottoranda UNIVPM,
coordinamento)
patrizia burattini (architetto)
serena belotti (architectto)
eleonora fanesi (studente)
michela galassi (studente)
emma paci (studente)
Obiettivi e scopo del progetto
In occasione dei 40 anni dalla fondazione del Coordinamento Nazionale delle Biblioteche di Architettura, si è proposto un approfondimento legato al
tema delle riviste di settore. Con la collaborazione preziosa della dottoressa
Raffaella Inglese e di un gruppo di lavoro coordinato da Monica Prencipe
dottoranda presso l’Università Politecnica delle Marche, si è potuta concludere in pochi mesi una prima catalogazione di cui si riportano i risultati
in questa sede. Consapevoli delle sue approssimazioni, ci auguriamo che
questo lavoro possa considerarsi tutt’altro che una conclusione, quanto
piuttosto la premessa per un suo più ampio sviluppo nei prossimi anni.
L’obiettivo del progetto è di costruire un primo elenco di riferimento con
alcune indicazioni di base, per tutti coloro che fossero interessati ad approfondire il ruolo delle riviste italiane dedicate all’Architettura.
Il tema è infatti – soprattutto dagli ultimi decenni – sempre più al centro
del dibattito storico-critico, come dimostrano una serie di pubblicazioni internazionali in merito1, mentre la sua inaugurazione risale a diverso tempo
prima, quando, già nella seconda metà degli anni ottanta, l’Università Normale di Pisa dedicò due volumi all’analisi di uno dei giornali più importanti
del Novecento italiano: “Emporium”2.
Il suo studio è passato anche attraverso un’attenta fase di spoglio e digitalizzazione di settanta anni di attività, necessari per una più attenta consapevolezza del mezzo e che – ci auguriamo – possa costituire un valevole
esempio per iniziative simili.
In effetti, già prima del 1985, era stato messo in evidenza il ruolo di alcune riviste cruciali per la storia dell’architettura italiana: come quello di
“Quadrante”, grazie all’approfondita disamina di Paolo Bettini sulle pagine di
“Casabella” a partire dal gennaio 19683, non a caso in coincidenza con la
nascita dei movimenti studenteschi, le rivoluzioni nel campo della didattica e
i primi ripensamenti dei fondamenti stessi della disciplina e dei suoi eroi “mitologici”, consapevolmente costruiti dai portavoce del Movimento Moderno.
Nel 1978 inoltre, Mario Universo aveva curato una prima antologia di articoli tratti dalla prima fase della più longeva – insieme alla pontiana “Domus” –
fra le riviste italiane: “La casa bella” di Guido Marangoni, diventata, nel 1933
a pochi anni dalla sua fondazione, la ben più nota “Casabella”4.
Il tema si lega naturalmente alla questione molto più ampia dell’analisi storiografica dell’architettura moderna, alla relazione tra iconografia e costruzione, così come alla distorsione e alla ricezione della critica attraverso
l’uso dei mezzi di comunicazione di massa5. La ricchezza iconografica delle
riviste è infatti un mezzo di diffusione cruciale per la nuova architettura
moderna, così come dimostrato dall’interesse, sin dal primo dopoguerra,
di Bruno Zevi che – dal numero 1 di “L’Architettura: cronache e storia” nel
1955 – decide di inserire una rubrica dedicata allo spoglio sistematico dei
periodici più importanti dei decenni precedenti6.
Tuttavia, escludendo questi primi sporadici tentativi, una più completa analisi del ruolo della pubblicistica e del fiorire del panorama della critica italiana
del dopoguerra, sarà riportata solo nel 1997 da Mario Mulazzani, nel volume dedicato alla storia dell’Architettura del Secondo Novecento7. Per la
prima volta e all’interno di una storia nazionale, si evidenziava chiaramente
come – alla costruzione di un paese reale – avesse fatto eco un complesso
impalcato di riviste, il cui obiettivo era quello di “costruire con le parole” un
nuovo pensiero compiutamente moderno, con risultati spesso altrettanto
rilevanti rispetto alle sue realizzazioni materiali.
Un ruolo centrale per la storia del Novecento dovrebbe dunque essere
riconsegnato non solo agli storici, ma anche ai molti direttori editoriali, agli
stessi giornalisti di architettura e alle loro scelte del momento. Assemblandole assieme, queste ci riconsegnano in effetti una nuova versione della storia: più poliedrica, più inclusiva e certamente più ricca di nuovi riferimenti.
Questo lavoro vuole dunque rappresentare una naturale evoluzione di questi
primi studi, con l’intenzione di costruire innanzitutto una “geografia” di riferimento delle riviste italiane, come preludio necessario ad ogni successivo
approfondimento.
Il lavoro di catalogazione
Il lavoro di catalogazione è stato organizzato in diverse fasi: la prima costituita dalla digitalizzazione dei titoli italiani presenti nel Catalogo delle Biblioteche di Architettura pubblicato nel 19898; una seconda fase di inserimento
dei titoli presenti nella lista dell’Anvur per la classe di concorso 089 ed infine
una terza e ultima fase di integrazione con le riviste inserite nel database
ACNP, che presentavano la parola “architettura” nel titolo.
Il lavoro è consistito nella redazione di una prima rassegna delle riviste
legate (anche indirettamente) al tema dell’architettura italiana, a partire dal
1821, con la nascita della storica testata di Gian Pietro Vieusseux, Antologia
di lettere, scienze e arti.
Ad esempio, benché questo non sia stato un giornale specificatamente
dedicato alla costruzione, in esso possiamo ritrovare le indicazioni del dibattito sulla formazione dell’architetto e dell’ingegnere, così come la nascita
delle prime scuole politecniche. Come facilmente intuibile da questo primo
esempio, i criteri di selezione delle riviste sono stati senza dubbio una delle
questioni più significative del progetto.
Il risultato – ricco di circa 1.600 titoli – scaturisce dunque dalla consapevolezza di dover essere il più possibile inclusivi (per lo meno in questa
prima fase di orientamento), inserendo non solo le pubblicazioni destinate
specificatamente all’analisi dell’architettura, ma anche altre di carattere più
generale, che hanno tuttavia ospitato articoli legati al tema e che, spesso,
hanno rappresentato un luogo importante del dibattito.
In elenco, oltre alle informazioni di base di titolo e sottotitolo, sono stati
riportati anche gli altri dati già presenti in ACNP: luogo di edizione, editore,
data di inizio, data di fine (ove reperibile), nota di periodicità, codice ISSN e
un riferimento alla storia della rivista dove presente (la sua derivazione o
meno da una testata precedente, fusioni, supplementi ecc.).
Per questo motivo, ogni titoli è stato associato ad uno di sette temi più
generali: “Architettura”, “Arti e Architettura”, “Architettura e design”, “Tecnica dell’architettura e della costruzione”, “Urbanistica, Paesaggio e scienze sociali”, “Paesaggio e sostenibilità dell’Architettura”, “Storia e restauro
dell’Architettura”. Per completezza sono infine state comprese nell’elenco
altre tre categorie: le “Società di studi storici”, le “Società e Università di
Architettura” e infine i giornali delle “Esposizioni”, considerati tra i primi
volani per la nascita delle riviste di settore.
Oltre ai temi, l’elenco raccoglie infine altre informazioni reperite, dove possibile, dall’analisi bibliografica: il nome dei direttori delle testate e i link alla
digitalizzazione o allo spoglio10.
Queste voci, che abbiamo definito “tematiche”, rappresentano a nostro avviso il più importante contributo del presente studio, necessario per poter
iniziare a transitare dalla “catalogazione” all’“analisi” e diventare dunque un
mezzo sempre più efficace al servizio degli studiosi.
Nell’ottica di una possibile evoluzione del progetto, queste voci potrebbero
essere man mano completate, così come aggiunte di nuove (composizioni di redazione, giornalisti, sintesi essenziale della storia della rivista,
cover significative ecc.), andando a costituire delle vere e proprie schede
monografiche.
227
Il ruolo del CNBA potrebbe dunque essere proprio quello di costituire tale
ponte, di mettere cioè in rete le varie informazioni prodotte sul tema, ampliando di fatto un ambito di interesse già presente all’interno dell’organizzazione11. Infine, il presente lavoro, oltre a definire una prima “geografia” di riferimento delle Riviste italiane di architettura, vorrebbe essere un ulteriore
stimolo per favorire, in ambito accademico, lo spoglio e la digitalizzazione di
riviste di difficile reperibilità come di quelle di particolare rilevanza.
La lista è stata realizzata su supporto Excel, con l’obiettivo di renderla fruibile online il prima possibile sul sito del CNBA o – in alternativa – integrando
le informazioni presenti in ACNP con nuovi campi che permettano anche una
ricerca per temi.
Alcune statistiche generali
228
L’inserimento di nuove informazioni “tematiche” ci ha permesso infine di
stilare una serie di statistiche generali, che hanno generalmente ribadito i
passaggi cruciali della storia del dibattito italiano sui temi della costruzione
e allo stesso tempo fornito alcuni interessanti spunti di riflessione.
Per quanto l’inserimento di ogni titolo all’interno di una specifica “area di
interesse”12 sia operazione naturalmente soggetta a limiti, l’ampio numero
di titoli presi in considerazione rende l’operazione legittima, limitatamente
all’analisi di trend molto generali del panorama nazionale.
Tornando dunque all’analisi dei risultati possiamo affermare che un primo
e duraturo primato delle riviste italiane è certamente legato al suo numeroso fiorire sull’intera penisola, catalizzato tuttavia in modo consistente dai
due maggiori centri: Milano (444 testate edite) e Roma (396). Seguono,
ma significativamente più indietro rispetto alle prime, le prime “capitali”
della nazione: Firenze (136) e Torino (111). La nascita di nuove facoltà,
così come l’aumento delle specializzazioni tra i vari ambiti della costruzione,
ha progressivamente ampliato il panorama delle case editrici presenti sul
territorio, senza tuttavia scalzare il primato di Milano e Roma, che, ancora
oggi, confermano il loro carattere profondamente accentratore per quanto
riguarda la produzione della cultura.
Analizzando invece il numero delle “nascite” di nuove testate giornalistiche
di settore, è evidente che, dopo un secolo in cui il mezzo è cresciuto esponenzialmente, il terzo millennio affronta oggi un momento di generale crisi
della pubblicistica, anche a causa della transizione ai supporti digitali e alla
nascita di altre forme di auto-promozione (social-networks, siti internet e
blog personali), di facile e libero accesso, ma sempre meno legati alla “fonte autorevole” o ad una linea editoriale.
Dal 2011, le nuove riviste di architettura registrate sono state solamente
una trentina (in tutte e dieci le categorie considerate): un numero comparabile a quello rilevato nell’ultimo decennio dell’Ottocento.
Durante il Novecento al contrario, si registrano due momenti salienti per
l’addensarsi dei nuovi fermenti artistici: il primo negli anni venti, in corrispondenza della nascita delle Scuole Superiori di Architettura (definitivamente affrancatesi dal corso di Belle Arti e dalle Scuole di Applicazioni per
Ingegneri), dell’ascesa del movimento fascista e delle prime esposizioni di
Architettura Razionale (1928).
Prima di questi eventi, il maggior numero di riviste era rappresentato dalle
Società di studi storici, non a caso legate ai fenomeni nazionalisti della
seconda metà dell’Ottocento, e dalle prime Società di Architettura, tra cui
la celeberrima “Associazione artistica fra i cultori d’Architettura in Roma”.
Il secondo momento, ben più lungo e importante, è rappresentato dai decenni compresi tra la fine della Seconda Guerra mondiale e il 1980, in cui
il numero delle riviste si impenna senza sosta in tutti gli ambiti, così come
accade alla produzione nazionale.
Alla la fine del boom economico e al progressivo inaridimento delle contrapposizioni ideologiche, seguirà dunque un graduale stagnamento del dibattito
nazionale, dove la diminuzione del numero delle nuove testate è uno dei molti effetti. Il picco è raggiunto nel decennio 1971-1980, con la nascita sbalorditiva di circa 237 nuovi titoli che, in pochi anni, invadono l’opinione pubblica.
È interessante infine – specialmente per la seconda metà del Novecento –
analizzare il diverso andamento dei “temi” delle riviste: l’urbanistica e le scienze sociali sono questioni particolarmente rilevanti fino al 1980, momento –
come già ricordato – che segna la fine dell’espansione economica nazionale.
Le riviste di storia e restauro dell’architettura, così come quelle legate al
paesaggio e alla sostenibilità, raggiungono invece la loro massima diffusio-
229
Totale dei titoli censiti organizzati per tipologia (1821-2018)
Maggiori città di edizione delle riviste italiane di architettura
230
ne leggermente dopo, nei decenni a cavallo tra gli anni ottanta e la fine del
millennio, in accordo alle nuove questioni legate al patrimonio, all’ambiente
e al ripensamento dei centri storici italiani.
Diverso è invece il caso delle riviste dedicate al design, la cui diffusione
diventa particolarmente significativa tra gli anni cinquanta e sessanta e il
cui risultato più importante è certamente la celeberrima mostra del MoMA
“The new domestic landscape” del 197213, interamente dedicata al panorama italiano.
Il tema sembra tuttavia crollare significativamente nei due decenni successivi, ritrovando valori simili solo negli ultimi anni del millennio.
Il fenomeno – difficile da interpretare se si pensa alla forza del design italiano
tra gli anni settanta e ottanta – potrebbe invece essere considerato come
uno dei risultati più significativi della mostra americana: dopo questo momento il design entra prepotentemente nelle pagine delle riviste fino a quel
momento dedicate solo all’architettura. Uno fra tutti è l’esempio di “Casabella” che, proprio nel 1972 con la direzione di Francesco Mendini trasforma il
sottotitolo in “Rivista di urbanistica, architettura e disegno industriale”14.
Infine, uno dei dati più rilevanti, è legato al numero e alla diffusione delle
riviste tecniche: a lungo considerate come “minori”, rappresentano da sole
quasi la metà della produzione della pubblicistica nazionale, costringendoci
a ripensare anche il loro ruolo culturale. Il boom economico in effetti non si
è accompagnato solamente al fiorire del dibattito intellettuale sul significato
della ricostruzione, ma è passato innanzitutto attraverso un’importante innovazione tecnica diffusa attraverso le pagine di riviste dedicate. Per traslato, causa ed effetto della fine dello sviluppo, sono la caduta dell’innovazione
tecnologica e del numero di riviste tecniche.
Un’ultima – e ben più dolente – riflessione è infine legata alla relazione tra
quantità e “qualità” di queste riviste. A fronte di una produzione pressoché
unica in ambito europeo per numero e tipologie, il confronto con il numero
di quelle dichiarate di classe A dalla stessa Agenzia dell’Anvur è praticamente nullo. Ad oggi, su 1619 titoli analizzati, solo sessanta sono quelli
italiani considerati di primo livello. Questo implica senza dubbio un profondo
ragionamento sulla quantità e sul metodo di selezione di questi titoli, al fine
di un più corretto riconoscimento della validità delle ricerche esposte nelle
pagine di settore.
Questo punto – su cui ci asteniamo dal dare giudizi in questa sede – dovrebbe invece rappresentare, a nostro avviso, un serio oggetto di dibattito, a
cui tutte le istituzione dell’istruzione italiana dovranno prima o poi necessariamente concorrere.
Le riviste di Architettura in Italia
Bibliografia essenziale
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P. BETTINI, “Quadrante”. Documenti di storia e di critica dell’architettura: le riviste del
periodo fascista (parte seconda), “Casabella”, XXXII, 323, febbraio 1968, pp. 58-60.
P. BETTINI, “Quadrante”. Documenti di storia e di critica dell’architettura: le riviste del
periodo fascista (parte terza), “Casabella”, XXXII, 331, dicembre 1968, pp. 53-61.
P. BETTINI, “Quadrante”. Documenti di storia e di critica dell’architettura: le riviste del
periodo fascista (parte quarta), “Casabella”, XXXIII, 332, gennaio 1969, pp. 61-66.
P. BETTINI, “Quadrante”. Documenti di storia e di critica dell’architettura: le riviste del
periodo fascista (parte quinta), “Casabella”, XXXIII, 333, febbraio 1969, pp. 52-57.
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NOTE
Le più recenti esperienze si riferiscono in particolare al lavoro di due storici stranieri
– Helene Janniere e David Rikfind – sul ruolo di alcune riviste italiane, a riprova di come
il tema sia ancora ampiamente da esplorare da parte del mondo accademico nazionale.
Si veda H. JANNIERE, Politiques éditoriales et Architecture “moderne”. L’emergence de
Nuovelles revues en France et en Italie (1923-1939), Editions Arguments, Parigi 2002;
D. RIFKIND, The battle for modernism: Quadrante and the politicization of architectural
1
discourse in fascist Italy, Marsilio, Venezia 2012. Sempre dei primi anni duemila è inoltre l’interessante mostra di Beatrix Colomina pubblicata presso la Princeton University,
dedicata al ruolo delle riviste negli anni sessanta e settanta del Novecento: B. COLOMINA,
C. Buckley (a cura di), Clip stamp fold. The radical architecture of little magazines 196x
to 197x, Media and modernity program, Princeton 2010.
2
G. MIRANDOLA (a cura di), Emporium e l’Istituto Italiano d’arti grafiche 1895-1915, Nuovo Istituto Italiano d’arti Grafiche, Bergamo 1985; G. BACCI, M. FERRETTI, M. FILETI MAZZA
(a cura di), Emporium. Parole e figure tra il 1895 e il 1964, Edizione della Normale, Pisa
2009. L’intera serie della rivista è consultabile al link http://www.artivisive.sns.it/progetto_emporium.html mentre lo spoglio degli articoli è presente sul sito della Biblioteca
“Angelo Mai” di Bergamo.
3
Tra il gennaio 1968 e il marzo 1969, Paolo Bettini pubblicherà un lungo articolo diviso
in sei parti dal titolo “Quadrante”. Documenti di storia e di critica dell’architettura: le
riviste del periodo fascista.
4
M. UNIVERSO (a cura di), Casabella. Per l’evoluzione dell’architettura dall’arte alla scienza (1928-43), Canova, Treviso 1978 (Le riviste dell’Italia moderna e contemporanea).
Giuseppe Pagano prenderà la direzione della rivista nel 1933, costruendo assieme a
Edoardo Persico una nuova veste grafica.
5
Nella stessa direzione vanno infatti gli studi sulla costruzione dei libri di architettura e
l’analisi del ruolo della critica: tra tutti si segnala la pubblicazione di André TAVARES, The
Anatomy of the Architectural Book, Canadian Centre for Architecture, Montréal 2016
e il progetto di ricerca promosso dall’Agence Nationale de la Recherche “Mapping Crit.
Arch: Architectural Criticism XXth and XXIst centuries, a cartography” (2016-2017).
6
Lo spoglio, che continuerà ad andare avanti fino alla fine degli anni sessanta, interesserà le più importanti riviste italiane: da “Urbanistica”, a “Casabella”, a “Palladio” a “Architettura e arti decorative”, fino allo stesso “Emporium”, intuendo con diversi decenni di
anticipo il ruolo delle riviste d’arte, oltre a quelle specificatamente legate all’architettura.
Questa rubrica, una volta digitalizzata, potrebbe già di per sé essere riutilizzata per un
primo spoglio “semplificato” di alcuni titoli fondamentali.
7
M. MULAZZANI, Le riviste di Architettura. Costruire con le parole, in Storia dell’Architettura italiana. Il secondo novecento, Electa, Milano 1997, pp. 430-443.
8
Coordinamento Nazionale delle Biblioteche di Architettura (a cura di), Catalogo dei
periodici posseduti dalle Biblioteche di Architettura Italiane, Rotoffset, Firenze 1989.
9
L’elenco è pubblicato sul sito dell’Anvur all’indirizzo http://www.anvur.org/
10
Si è già fatto riferimento alla digitalizzazione di “Emporium” che, tuttavia, non rappresenta l’unico esempio italiano. Il più importante portale in questo senso è infatti quello
del progetto della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma-Periodici italiani
digitalizzati, che aspetta ad ogni modo di essere integrato con un vero e proprio spoglio
delle riviste di cui propone la digitalizzazione. Il progetto è visitabile al sito http://periodici.librari.beniculturali.it/
11
Sullo stesso portale del CNBA è infatti già pubblicata una sezione destinata alla raccolta
di informazioni relative allo spoglio di periodici al link http://www.cnba.it/spogli/
12
Le aree di interesse corrispondono ai temi generali individuati nel paragrafo precedente: “Architettura”, “Arti e Architettura”, “Architettura e design”, “Tecnica dell’architettura
e della costruzione”, “Urbanistica, Paesaggio e scienze sociali”, “Paesaggio e sostenibilità dell’Architettura”, “Storia e restauro dell’Architettura”, “Società di studi storici”, le
“Società e Università di Architettura” ed “Esposizioni”.
13
E. AMBASZ (a cura di), Italy: The new domestic landscape. Achievements and problems
of the new Italian design, Museum of Modern Art, New York 1972.
14
Francesco Mendini, presente nella redazione di “Casabella” dalla seconda metà degli
anni sessanta, dal n.349 del 1970 sostituiva la ben più algida direzione di Gian Antonio
Bernasconi. Dal371 del gennaio 1972, Mendini inserisce il sottotitolo Rivista di urbanistica, architettura e disegno industriale.
233