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Nel contributo che fa parte del catalogo della mostra sull'architetto Marcello D'Olivo (Udine 2002) viene analizzata la fortuna critica del progettista che si fece conoscere sulla scena nazionale e internazionale per la realizzazione del Villaggio del fanciullo a Trieste (1950) considerata un'opera che fa riferimento al Movimento dell'architettura organica. Apprezzato da Bruno Zevi che ospita alcune opere su "Metron", D'Olivo conosce Leonardo Sinisgalli che sulle pagine di "Civiltà delle macchine" presenta il piano per Lignano Pineta, la città a forma di chiocciola.
«Bollettino del Centro di studi per la Storia dell'Architettura», n.s. n. 1, pp. 79-90
Marcello D’Olivo tra “le suggestioni della fantasia e i rigori del ragionamento matematico. Un aggiornamento storiografico2019 •
Alla sua scomparsa, nel 1991, Bruno Zevi ricorda Marcello D’Olivo come “genio incompiuto” e tuttavia non ne è stata ancora approfondita l’intera produzione. Pertanto, l’indagine sull’Istituto ortofrenico a Potenza, progettato nel 1965, offre l’opportunità per un aggiornamento storiografico a distanza dalle monografie a lui dedicate tra il 1998 e il 2002. Pur provenendo dal ceto popolare, grazie a un talento poliedrico tra doti umanistiche e capacità tecniche, D’Olivo si fa notare dall’ingegnere poeta Leonardo Sinisgalli, che lo introduce a Milano, presentandogli anche Le Corbusier nel 1952, e gli commissiona una villa ispirata alla sua opera, nel centro balneare di Lignano Pineta. D’altro canto, un articolo scritto sulla rivista «Pirelli», in quello stesso anno, dal titolo Tra Wright e Nervi, evidenzia da un lato l’abilità di D’Olivo nel calcolo strutturale e dall’altro l’adesione all’organicismo, specialmente nell’attenzione per la natura. Al contesto ambientale D’Olivo dedica il principale interesse, prestando attenzione all’inserimento più idoneo per l’architettura, attraverso lo studio di differenti forme geometriche. Anche la scelta della disposizione a spina di pesce dell’Istituto ortofrenico a Potenza, che si impone come macrosegno, tiene conto della migliore collocazione degli edifici sul terreno stretto e accidentato, oltre a favorire i collegamenti tra i vari padiglioni e il «massimo grado di libertà e godimento del panorama per tutti gli ambienti». Sugli altri, si staglia l’edificio alto con la portineria, brutalista, coperto da una terrazza praticabile, con una lecorbusiana pensilina. Nei corpi bassi, animati da profili curvilinei, con facciate a brise soleil, le camere per la degenza affacciano su giardini. Nell’ambito variegato del secondo dopoguerra, D’Olivo sembra anticipare i dibattiti degli anni Sessanta, ma senza astrazioni utopistiche, alla ricerca di un’invariante pure nel rispetto della realtà mutevole. After the death of Marcello D’Olivo, occurred in 1991, Bruno Zevi called to mind him as an “unfinished genius”, but his entire production has not yet been explored. Therefore, the study on the Orthophrenic Institute in Potenza, designed in 1965 and only mentioned in the bibliography, offers the opportunity for an historiography updating; it comes years later the monographs dedicated to D’Olivo published between 1998 and 2002. Thanks to his multifaceted talent, including humanistic and technical skills, even if a working class figure, D’Olivo was noted by the poet engineer Leonardo Sinisgalli, who introduced him to Le Corbusier, in 1952 in Milan; moreover Sinisgalli asked D’Olivo to plan a villa, inspired by Le Corbusier, facing Lignano Pineta seaside. At the same time, an article published in «Pirelli» magazine, titled Between Wright and Nervi, highlighted D’Olivo’s skills in developing structural design and analysis on one hand, and his involvement with ‘organicism’, especially regarding his focus on nature, on the other. D’Olivo’s main interest was the environmental context, paying attention at the most suitable insertions of the architecture in landscape, through geometric shapes studies. Orthophrenic Institute in Potenza herringbone pattern, strongly set as a macro-sign, takes into account the best location for each buildings, considering the narrow and rough terrain; it also promotes connections among the pavilions, as well as the “maximum freedom degree and enjoyment of the view from all rooms”. The taller brutalist building, with the porter’s lodge, stands on the others, covered by a practicable terrace, with a Lecorbusian shelter. In the lower buildings, animated by curvilinear profiles, with the brisesoleil facades, the hospital rooms overlook the gardens. In the post-World War II multifaceted period, D’Olivo appears as a figure speeding up questions debated during the Sixties, without utopian abstractions, in search of an invariant, and respecting the changing reality.
Urbanistica per la villeggiatura e per il turismo nel Novecento a cura di Ferruccio Canali
Urbanistica tra utopia e realtà nella "città a spirale": Lignano Pineta da Marcello D'Olivo a Luigi Piccinato2016 •
Tra il 1952 e il 1954 Marcello D’Olivo su incarico della Società Lignano Pineta realizza la nuova città delle vacanze nella pineta tra il Tagliamento, gli alberi e il mare. Quella che Leonardo Sinisgalli definirà una “città sulla luna” viene disegnata in forma di spirale, una scelta innovativa che manifesta l’attenzione con la quale D’Olivo rielabora l’architettura di Frank Lloyd Wright che annovera molti estimatori tra gli architetti friulani e veneti. La ricognizione delle fonti documentarie e archivistiche ha consentito di ricostruire la complessa vicenda del piano urbanistico per Lignano e in seguito del comune di Latisana, costellato da interessi contrastanti ma anche da incomprensioni per le scelte effettuate dall’architetto D’Olivo. Particolare significato assume la critica rivolta da Luigi Piccinato alla visione urbanistica di D’Olivo, un contrasto che diventa emblematico di un approccio alla disciplina che, pur dichiarandosi organico, diverge da quello dell’architetto friulano, consentendo di delineare il multiforme contesto della cultura architettonica e urbanistica italiana degli anni Cinquanta. Between 1952 and 1954 Marcello D ' Olivo on behalf of the company Lignano Pineta realizes the new city of holidays in the pine forest between the Tagliamento river, the trees and the sea. The "City on the Moon" as Leonardo Sinisgalli will define the new town, is drawn into spirals, an innovative choice that manifests the attention with which D'Olivo reworks the architecture of Frank Lloyd Wright that many architects in Friuli and Veneto appreciated. The survey of archival and documentary sources allowed to reconstruct the complex history of the master plan for the municipality of Latisana, Lignano and then filled with conflicting interests but also by misunderstanding for the choices made by the architect D'Olivo. Special significance takes the criticism by Luigi Piccinato addressed to D’Olivo urban vision, a contrast that became emblematic of an approach to the discipline that, while claiming to be organic, diverges from that of the Friulan architect, allowing to outline the multifaceted urban planning and architectural context of Italian culture in the 1950s.
Rappresentazione in pianta, prospetto, sezioni e modello 3D di un progetto inedito dell'architetto friulano Marcello D'Olivo, con un'introduzione di confronto tra Marcello D'Olivo e altri architetti fonte di ispirazione: Frank Lloyd Wright e Le Corbusier.
Il disegno della nuova città di villeggiatura di Lignano Pineta, ideato nel 1952 dall'architetto Marcello D'Olivo, costituisce uno straordinario esempio di utopia urbanistica e architettonica allo stesso tempo: la scelta dell'originale tracciato costituisce un capitolo quasi sconosciuto della diffusione dell'architettura organica in Italia. Attraverso una nuova lettura di tavole originali riferentesi al progetto urbanistico per Pineta, viene tracciata la genesi della spirale, o della chiocciola, una scelta che è opera della originalità creativa dell'architetto D'Olivo e dello stimolante confronto intercorso con Leonardo Sinisgalli, poeta ingegnere e la grande lezione di Wright.
the paper investigates the period of the protests of 1968 in the Italian school of architecture
Rebuild Italy identity and modern international style. An Italian way the neo realism. Historical environment and modern language. After rational architecture organic architecture. Zevi and architectural criticism. Quaroni, Ridolfi, versus Moretti. Albini, Gardella versus Ponti.
new museums Carlo Scarpa, Franco Albini and BBPR. Planning historical towns: Assisi, Urbino, Bologna. After Modernism, neo liberty Gabetti Isola and the grammar of architecture Aldo Rossi. Gregotti and the legacy of modernism.
Environment, urban and country landscape, the concern with context, restoring urban suburbs, architecture and tourism.
2010 •
Abstract La Puglia è una regione che ha scoperto la sua vocazione turistica molto tardi: solo a partire dai primi anni Sessanta del Novecento, infatti, il litorale pugliese ha conosciuto un primo relativo flusso di turisti entrando così nel ‘circuito turistico’ nazionale prima nel Gargano e poi, nell’arco di un decennio, nel Salento. I primi grandi centri turistici che sono stati allora fondati rappresentarono un consistente volano per lo sviluppo economico del settore: nel Gargano annoveriamo il complesso di Manacore di Peschici (FG), progettato dall’Architetto Marcello D’Olivo (1959-1962); nel Salento, il complesso turistico promosso dal Club Mediterranée fondato ad Otranto (LE) presso i Laghi Alimini e progettato dall’architetto francese Janet Noëlle. Due esempi speculari, diametralmente opposti concettualmente e come ‘filosofia del Villeggiare’, che hanno fortemente contribuito entrambi al lancio turistico delle due aree geograficamente agli antipodi della regione, e che hanno anche avuto un non trascurabile eco sulle riviste nazionali ed internazionali. A questi due esempi ha poi fatto seguito una serie di fondazioni non meno importanti contribuendo sempre più a incrementare le potenzialità turistiche regionali fino agli anni Duemila. Il saggio si concentra su come le varie realizzazioni siano state documentate e pubblicizzate nelle riviste di Architettura in un arco di circa trent’anni, mostrando la paradigmaticità di quegli interventi o valutandone il problema dell’impatto paesaggistico. Non va poi dimenticato che ben due complessi turistici pugliesi hanno vinto, alla fine degli anni Sessanta, il prestigioso premio architettonico italiano "In/Arch": nel 1966 Marcello D’Olivo per il complesso dell’ “Hotel Gusmay” a Manacore sul Gargano; nel 1969 gli Architetti guidati da Luisa Anversa Ferretti per l’“Hotel Villaggio Valtur” di Marina di Ostuni. Apulia is an Italian region that has discovered its vocation for Tourism very late: only since the early Sixties of the Twentieth century, in fact, the area experienced its first flow of tourists thus entering the '' national tourist circuit” before, first in Gargano then, within a decade, in the Salento. The first big resorts that are founded represented a significant driving force for the economic development of the sector: in the Gargano we include the Manacore complex of Peschici (FG), designed by architect Marcello D'Olivo (1959-1962); in Salento, however, mention the tourist complex realized by Club Med was founded in Otranto (LE) from the Alimini Lakes and designed by the French architect Janet Noëlle. Two examples, geographically and conceptually opposed, which have greatly contributed to the tourist launch of two areas of the region also having had a significant echo on national and international architectural reviews. In both of these examples are then followed a series of foundations, not least by contributing more and more to boost regional tourism potential until the Twenty-first century. The analysis focuses on how the various realizzations had been documented and publicized in Architecture review for about thirty years, showing the different models, or evaluating the landscape impact problems. It should not be forgotten that two Apulian tourist complexes have won, at the end of the Sixties, the prestigious Italian architectural prize "In / Arch": in 1966, Marcello D'Olivo for the complex of the "Hotel Gusmay" in Manacore, Gargano; in 1969, the architects led by Luisa Anversa Ferretti for the "Hotel Villaggio Valtur" in Marina di Ostuni, Brindisi.
Steinhäuser Verlag, Wuppertal
La nostra città è tutta la terra. Leonardo Ricci architetto (1918-1994)2021 •
2011 •
2019 •
"Pier Luigi Nervi. Architettura come Sfida. Torino, la committenza industriale e la cultura architettonica italiana", ed. by di S. Pace, Silvana editoriale, Milano 2011
"La concordia discors tra Pier Luigi Nervi e Ernesto Nathan Rogers"Gustavo Giovannoni e l’architetto integrale
La fortuna critica di Giovannoni negli scritti e nelle opere di Angiolo Mazzoni in Colombia per il restauro architettonico e urbano della Candelaria di Bogotá2019 •
Gustavo Giovannoni e l’architetto integrale - convegno internazionale
Il controverso lascito di Giovannoni tra politica e cultura architettonica / Francesco Moschini, Giuseppe Bonaccorso“AAA”, Bollettino dell’Associazione Nazionale degli Archivi di Architettura, n. 7/2007, p. 19 (con Francesca Varalli)
Il Novecento a Milano e in Lombardia: una guida on-line attraverso archivi ed opere2007 •
Alessandro Anselmi Frammenti di Futuro
Alessandro Anselmi Frammenti di Futuro2015 •
Per Alvise Trincanato. Saggi in memoria di un giovane studioso impaziente
A. Franchini, “Una struttura sociale. La casa-albergo a Castelfranco Veneto di Giuseppe Davanzo e Livia Musini”, in: M. Bulgarelli (a cura di), Per Alvise Trincanato. Studi in memoria di un giovane studioso impaziente, Campisano, Roma 2020, pp. 17-272020 •
Gustavo Giovannoni e l'architetto integrale, a cura di Giuseppe Bonaccorso, Francesco Moschini
I contemporanei di Giovannoni: le delegazioni straniere al XIII Congresso internazionale degli Architetti (Roma, 1935)2019 •
Anfione e Zeto. Rivista di architettura e arti n. 24, pp. 115-125
Roma verso sud: dall’oggetto architettonico “spiazzato” alla ricerca di un’identità consolidata della periferia2012 •