Publio Virgilio

"A partire dallo studio dei toponimi, il testo esamina le peculiarità del territorio crispianese. In particolare, grazie alle nuove etimologie di San Simini (saltus liminis), del monte Trazzonara (tracheia Aulon, il famoso monte cantato anche da Virgilio e Orazio e noto anche grazie a Marziale, Porfirione e Servio) e di Crispiano (callis plana), l'Autore offre un nuovo preciso contesto a notizie ed eventi menzionati nella letteratura antica e medievale (circa la transumanza, l'allevamento e l'agricoltura intensiva). Ne deriva che Crispiano, fin dai primi tempi della colonizzazione greca, ha vissuto eventi di un tale rilievo economico e sociale che alcune ipotesi qui avanzate hanno conseguenze anche sulla storia della Puglia e dell'Italia.
La ricostruzione della storia antica permette di esaminare con occhi nuovi anche l'età altomedievale e di includere Crispiano (identificata come parte del 'confine' longobardo) tra i territori donati da Arechi II ai Benedettini di Santa Sofia (Benevento): un nuovo legame con la storia già nota dell'Abbazia di Santa Maria di Crispiano e con la Regia Dogana per la Mena delle Pecore, ossia con la storia economica più recente, opportunamente rivisitata."

Qui si pubblica l'indice dell'opera.

O gênero épico tinha por objetivo mais nobre a preservação de histórias contadas por gerações e nessas histórias, narradas por versos cantados – elemento antigo para memorização –, preservavam os nomes de heróis, pais fundadores, espaços míticos, cotidiano antigo, pensamentos arcaicos, buscava-se preservar o máximo de um contexto ao qual os ouvintes já não faziam mais parte ou, notavam resquícios de um tempo que não conheceram. Foi a escrita que eternizou, na melhor das hipóteses, todo esse elemento épico que estava por ameaça constante do esquecimento.

This paper will examine the claims of the excudent alii ('others will hammer out') priamel of Aeneid 6.847–53 within the immediate context of the parade's end, where Marcellus, parading the spolia opima, is used to exemplify the claims made about ne and speculative arts belonging to the Greeks, and war and the arts of empire to the Romans. It will be shown that certain, highly specic memories of the elder Marcellus are cued by the priamel that run directly counter to Anchises' claims. The paper will look at how these claims are spoken in character, and driven by specic narrative motives, and it will relate the mismatch of exemplied to exemplier to certain larger patterns within the Aeneid of things being left unsaid only to stand out all the more by being left unsaid. The paper concludes with a speculative essay on the necessary reductions and revisions that go into the making, and reading, of culturally instrumentalized monuments.

L'11 e il 12 novembre, presso l'Università di Macerata, si sono svolte le giornate interdisciplinari di studio "Virgilio, la terra, gli eroi" organizzate dalla Professoressa Francesca Boldrer, docente di lingua e letteratura latina. Professori di varie università d'Italia e d'Europa si sono confrontati su questo tema, evidenziando aspetti connessi alla figura di Virgilio, al tempo in cui visse, alle sue opere e alla sua grande fortuna.

Translating Virgil’s Bucolics is a hard challenge for the Italian translators, both for the inherent musicality of the text and because of the long literary tradition of Arcadia. The analysis of the different approaches to the text during the XX century and the comparison between the solutions can give a measure of these difficulties, but also illuminate historical and ideological influences.
Key words: Virgil’s Bucolics; translation; Italian literary taste in XX century; fascism.

The many allusions to Virgil’s Georgics 3 and 4 in Horace Carm. II 9 can be explained as a part of a conversation between these two poets. After Virgil had responded in Georg. III 41 to Horace’s judgment of Eclogues (Sat. I 10,44), Horace acknowledges the impressive pro¬gresses made by his friend’s poetry; nevertheless he reminds him that some vestiges of molle epos can still be traced in the Orpheus epyllion in Georg. 4.  Virgil gives his last response to Horace in Aeneid VIII 722ff. where the description of Augustus’ triumph at Actium follows the ‘updating’ of Carm. II 9

Cum Euryali matrem Vergilius describat, Homeri Andromacham in Iliados libro XXII delineatam imitatur. Sed in imitatione sua praesertim matris perturbationem et inopinati doloris novitatem, ad augendam erga mulierem miserationem, exprimit. Euryali mater etiam Vergilii Andromacham in Aeneidos libro III depictam imitatur propter communem fatum, dolorem et perenem suorum amissorum memoriam. Matris lamentum, denique, Euryali et Nisi gestorum narrationem omnino concludit, ut magis infirmorum dolor quam heroum gloria emineat.

Lo studio esamina due apostrofi virgiliane dedicate a giovani morti in guerra e seguite dai lamenti dei loro genitori. In tal modo il poeta esprime un duplice punto di vista su questi eventi, quello della gloria e quello del dolore incolmabile della perdita.

In questo saggio cercherò di tracciare il percorso narrativo del personaggio di Polifemo attraverso varie opere e in diverse epoche storiche e letterarie. Attraverso quest'analisi tenterò di descrivere come ogni autore trasformi e adatti questo personaggio inserendolo ogni volta in un'opera diversa ma senza mai dimenticare l'eredità dei testi che lo precedono.

A la manera de una invitación a sentir la lengua latina, la lengua de Virgilio, de la mano de Borges, vamos a recurrir a siete versos virgilianos que representan siete modalidades o aspectos esenciales de la traducción borgesiana de Virgilio.

This paper seeks to offer an image of Aeneas` journey into the underworld. The hero`s travel into the realm of Hades represents a way of searching the origins of a nation and also the intrinsic values of an ancient hero. The wandering of Aeneas has a cathartic role, meant to reveal a true hero and founder of a great city and empire, who is trying to accomplish his fate. Sibyl, Apollo and Hecate`s priestess, is the guide of the hero into his kathabasis, counselling his acts and guiding his steps into the inferno, where he will meet the sinners, the punishers and the elated ones. The gnoseological travel into the underworld displays a geography that passes the limits of the unreal world, getting to show a social geography of Rome. The  initiatory route is designed around the journey on the Mediterranean Sea and into the realm of Hades, demonstrating that the long itinerary of Aeneas represents a spiritual and maturity quest.
Key words: the underworld, Aeneas, Sibyl, kathabasis, gnoseological travel, social geography,  maturity quest.

Virgil's opinion about love is influenced by the rising Gallus' love elegy and by the literary dialogue with that poet, as is revealed by some 'elegiac' characters in ecll. 2, 8 and -of course- 10. Love is also in the Georgics a painful passion, in the excursus at III, 209-283 and in the tragic Orpheus' story. In the Aeneid it is even more ruinous, because is a self-centered feeling and diverts from duties to the community.

In Virgil’s Eclogues, beside the main model of Theocritus, there is a strong influence of the new Latin love elegy by Gallus. This is particularly evident in the ecll. 2, 8 and 10, Theocritean in form, but marked by a new vision of love and poetry.

L’articolo anticipa e compendia la monografia edita, nella sua versione integrale, da Carocci Editore (2021) col titolo "Pirandello e l'ossessione dantesca. Uno, nessuno centomila riscrittura allegorica della Commedia" (introduzione di Lia Fava Guzzetta), con la quale l’autrice analizza - alla luce di Dante - le scelte stilistiche, gli snodi dell’intreccio, i personaggi e gli oggetti messi in campo da Luigi Pirandello nel suo ultimo romanzo. Si svela così una tessitura narrativa mai casuale, generata da un'intensa manipolazione stilistica del sotto-testo dantesco (doppi sensi, omografie, paraetimologie, sinonimie di natura etimologica, uso intensivo delle figure della dispositio, delle leggi della fonetica e della grammatica storica). Emerge, cioè, un'operazione stilistica che riscrive pedissequamente e ridà vita alla biografia e all'opera  di Dante di cui Vitangelo Moscarda è in tutto fedele reincarnazione, naso storto incluso. L'opera, ridotta troppo spesso a "romanzo filosofico", si dimostra così  un grandioso omaggio a Dante, e opera letteraria nel senso pieno della parola, in cui Pirandello (dantista appassionato e autore di saggi danteschi sfortunatamente poco studiati) nell'arco di quindici anni ha profuso la sua raffinata cultura umanistica e una profonda conoscenza stilistica della nostra più nobile tradizione letteraria. Il pdf propone il manoscritto nella versione originariamente consegnata per la pubblicazione alla Rivista di Letteratura Italiana.

La fundación de Roma supone un gran misterio para los historiadores. Durante la época de esplendor de la civilización romana existía una leyenda “  según la cuál los romanos eran troyanos descendientes de Eneas. Éste había huido de Troya cuando la cuidad cayó en poder de los griegos ” Esta leyenda es la que poetizará Virgilio en una de sus obras: “ la Eneida”.

Quest'articolo intende studiare il ruolo e il significato del mito di Orfeo nelle Consolazione di Filosofia di Boezio (III m. 12). Partendo dalla constatazione che l'opera del filosofo romano è costruita ad arte e segue un piano determinato, l'autore desidera mostrare che tanto la posizione del poema nella Consolazione, quanto la scelta del metro gliconico, come pure i rapporti tra il poema e le altre parti dell'opera, sono strettamente connessi e perseguono lo stesso obiettivo. Attraverso l'analisi filologica del testo e l'individuazione delle principali fonti letterarie e filosofiche si può recepire l'importanza del poema nella complessità dell'opera. In breve, si può dire che la fabula di Orfeo illustra il pericolo incontrato da chi cerca di elevarsi fino al sommo Bene, pericolo che consiste nell' interrompere, anche solo per un attimo, l'ascensione, per rivolgersi a guardare con rimpianto le realtà inferiori che sono sul punto d'essere abbandonate. Questa via conduce ad uno sacco e non deve essere seguita. Il poema, introdotto alla fine del terzo libro, invita il prigioniero, che può essere identificato tanto con Boezio quanto con il lettore dell'opera, a riflettere sul cammino già percorso, per trarne lezioni che lo aiutino ad affrontare il proprio futuro.

Si prende in esame il componimento poetico con cui si chiude il terzo libro della Consolatio (riprodotto, con traduzione francese a fronte, in appendice a pp. 65-66) per sostenere che sia la scelta del metro che la collocazione della fabula nell’opera boeziana mirano a porre in forte evidenza il pericolo corso da chi, nell’ascensione al sommo Bene, si volga a guardare con rimpianto il cammino già fatto. Bibliografia boeziana a pp. 67-72.

Attraverso una lettura comparata dei tre autori della poesia bucolica latina (Virgilio, Calpurnio Siculo e Nemesiano), in questo lavoro si valuta in ogni suo aspetto il valore del tema della musica per questo genere letterario. Dagli strumenti musicali citati ai "landscapes" sonori, che fanno da sfondo al canto dei pastori, si offre una chiave di lettura "musicale" con il fine di rivalutare l'importanza di un aspetto spesso trascurato nello studio della letteratura greca e latina, sia dal punto di vista performativo che da quello tematico.

In questo contributo esamino l'uso delle fonti poetiche, Virgilio e Bertran de Born, in Inferno XXVIII, in modo da far emergere invece l'importanza di un'altra fonte, Livio, che è evocato nel canto come "Livio che non erra", definizione di cui tento di spiegare il significato

This paper studies the treatment of the Sibyl and Virgil in a speech attributed to Constantine the Great. Scholars generally focus on the role played by one or the other of these two figures in that writing. To do justice to the economy of the work, it seems necessary to keep them together. As a result, the Sibyl and Virgil serve as pagan counterparts to the witnesses of Moses and Daniel about the divinity of the Crucified. A prophetess initially attached to Apollinian oracular centers, the Sibyl becomes a prophetess of the one Christian God. That is illustrated by the famous acrostic poem Jesus Christ Son of God Saviour Cross that she is said to have uttered. As for Virgil, it is through the exegesis of the Fourth Eclogue, of which several verses are glossed and translated into Greek, that he is also Christianised.


Cet article étudie le traitement réservé à la Sibylle et à Virgile dans un discours attribué à l’empereur Constantin. La recherche s’interroge habituellement sur le rôle et la place de l’une ou l’autre des deux figures dans cet écrit. Pour rendre justice à l’économie de l’œuvre, il semble préférable de les tenir ensemble. Il en ressort que la Sibylle et Virgile servent de contreparties païennes aux témoignages de Moïse et Daniel sur la divinité du Crucifié. De prophétesse rattachée à des centres oraculaires apolliniens, la Sibylle devient prophétesse du seul vrai Dieu des chrétiens, ce qu’illustre le célèbre acrostiche Jésus Christ Fils de Dieu Sauveur Croix qu’elle aurait prononcé. Quant à Virgile, c’est par l’exégèse de la Quatrième Églogue, dont plusieurs vers sont glosés et traduits en grec, qu’il est lui aussi christianisé.

Lo scopo primario del presente lavoro consiste nell‟individuazione e nell'analisi dei principali filoni di interesse che caratterizzano nella sua peculiarità l'esegesi serviana alle Georgiche. Nonostante il carattere collettaneo del commento di Servio nelle sue due redazioni, recenti analisi hanno dimostrato che ciò non sembra precludere la possibilità di rintracciare e seguire interessi specifici all'interno di un lavoro esegetico che non è affatto privo di una sua continuità e di una sua coerenza interna. Tuttavia, a fronte del rifiorire generale degli studi su Servio che ha caratterizzato gli ultimi decenni, scarsa attenzione ha suscitato proprio quest'ultima parte del suo lavoro esegetico. Il presente lavoro di tesi si propone di colmare, almeno in parte, proprio questa lacuna negli studi serviani.

Questo articolo vuole analizzate l'interpretazione dantesca del peccato di Didone, mettendo in evidenza le cause della sua dannazione e le ragioni sottese alla sua collocazione nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi, a fonte dell'esplicito riferimento al suicidio della regina di Cartagine.

Il saggio, concepito come capitolo di uno studio sulla volontà salvifica universale di Dio nei teologi tra XIII e XIV secolo, approfondisce il tema nella Commedia dantesca, mostrando come, pur senza affermarlo esplicitamente, Dante inserisca nel poema molteplici indizi per sperare in una forma di salvezza per le anime del limbo

The meaning of the Arcadia in Virgil’s Eclogues, often misunderstood, is understandable chiefly in ecl. 10. Here Arcadia symbolizes Virgil’s bucolic poetry, original in comparison with that of Theocritus: for this purpose the poet imagines ancient and noble origins in the land of Pan. Even the myth of the descent of the Romans from the Arcadians is perhaps useful for Virgil to assert the originality of his poetry.

Da tempo le antologie latine Lyra ed Epos sono considerate di fondamentale importanza per lo studio della poesia, della poetica e della cultura di Pascoli. Ma non solo: sempre più se ne apprezza il valore intrinseco, l’originale prospettiva aperta sui classici. Questo libro si concentra su Epos, e in particolare sul suo ampio commento all’Eneide: via d’accesso alla poesia e al pensiero di Pascoli, e insieme specchio del ‘suo’ Virgilio. Come alcune figure dell’immaginario pascoliano nascono dallo stretto dialogo con l’Eneide, così l’esegesi si fa trasmissione e trasfigurazione della parola epica, in un’«era», quella di Pascoli e nostra, in cui alle favole antiche è subentrata la luce radente della scienza, all’epos le forme desublimanti del romanzo.


SOMMARIO

Introduzione............................................................................................... pag. 7

Nota bibliografica....................................................................................... » 15

Abbreviazioni............................................................................................. » 19

I. Proice tela manu: Virgilio e I due fanciulli............................................ » 21

1. «Ma senza quella terza parte…», p. 22; – 2. Eco ed echi, p. 27 – 3. Virgilio, p. 30; – 4. “I due fanciulli” explicit dei “Poemetti” 1897, p. 35; – 5. Paulo maiora: il peso di un secondo libro, p. 38; – 6. Verso “Epos”, p. 40; – 7. Incontri di poeti, p. 47; – 8. Il passo virgiliano in “Epos”, p. 50; – 9. La storia, l’ideale: Enea e Augusto, p. 58; – 10. Una «conflagrazione del mondo»: i “Pensieri sull’arte poetica”, p. 64; – 11. Aspirazione alla pace e senso di minaccia: le “Georgiche”, p. 68; – 12. La mediazione di Dante, p. 73; – 13. Epilogo. Virgilio come personaggio, p. 75.

II. L’oggi con le parole del mito: Allecto................................................... » 79

1. Allecto: da personaggio a figura simbolica, p. 80; – 2. Una furia tra i grandi della terra, p. 82; – 3. In Virgilio: morfologia e sintassi del racconto, p. 86; – 4. Un suono più che umano (con un excursus su Pascoli e Sabbadini), p. 94; – 5. Verso il simbolo, p. 98; – 6. I dintorni di “Allecto”: metamorfosi del simbolo, p. 103.

III. Volgarizzare e vivificare: modi e intenzioni del commento ................ » 111

1. Enea come Renzo, I: la tensione al romanzo, p. 113; – 2. Enea come Renzo, II: Manzoni nel commento, p. 128; – 3. Un poeta sentimentale, p. 147; – 4. La realtà dietro il mito, p. 155; – 5. Una critica in penombra, p. 172; – 6. La scienza nel commento, p. 184.

IV. Discorso del mito e discorso della natura: Le Memnònidi .................. » 195

1. Oltre Omero, p. 196; – 2. Contraddire la tradizione: la verità della natura, p. 202; – 3. Fra pagine viventi, p. 206; – 4. Topografia (e archeologia) delle fonti, p. 219; – 5. Ritorno alla letteratura, p. 223.

Indice dei nomi ......................................................................................... » 235