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Edizioni Altravista, Redazione, Department Member
La cittadina di Lanuvio-centro urbano che si identifica con l'antica Lanuvium, posto su uno sprone di lava basaltica nella fascia Sudovest dei Colli Albani, di orgogliosa popolazione che a lungo contrastò l'ascesa di Roma-recentemente è... more
La cittadina di Lanuvio-centro urbano che si identifica con l'antica Lanuvium, posto su uno sprone di lava basaltica nella fascia Sudovest dei Colli Albani, di orgogliosa popolazione che a lungo contrastò l'ascesa di Roma-recentemente è divenuta punto di incontro di una intensa attività culturale cui hanno aderito diverse Amministrazioni, testimoniando la volontà di tramandare tradizioni, testimonianze e storie. Tra le più re-centi iniziative va sicuramente ricordata l'importante mostra, Sacra nemora, "dedicata alla cultura del Sacro, alle testimo-nianze dei riti e all'architettura sacrale nel particolare contesto dei santuari albani" 1. Come ha illustrato con grande dovizia Luca Attenni, diret-tore del Museo Civico Lanuvino nella sua appassionata presen-tazione del Colloquio, Lanuvio, è un centro archeologico noto anche per importanti ritrovamenti, come quelli della tomba del cosiddetto "duce lanuvino" (5° sec. a.C.), con uno splendido corredo oggi conservato presso il Museo Nazionale Romano; del complesso del tempio di Giunone Sospita-molto celebre nel Lazio antico-che ospitava gruppi scultorei in marmo di particolare pregio artistico, trasferiti a inizio Novecento presso il British Museum di Londra, dove sono conservati tuttora; o ancora della statua colossale di Claudio ritrovata negli scavi del Teatro di Lanuvio e conservata presso i Musei Vaticani. Tutte testimonianze dell'opulenza dell'antica Lanuvium, frutto del-la sua florida economia, ma anche dovuta all'aver dato i natali agli imperatori Antonino Pio e Commodo. Testimone e custode dell'antica storia della cittadina è il Museo Civico Lanuvino, istituito a seguito del rinvenimento di reperti archeologici a fine Ottocento durante la costruzione del Palazzo Comunale e dal 1913 collocato nei locali al piano terra dello stesso edificio.
Un contributo storico-naturalistico per la comprensione delle basi biologiche del linguaggio e delle lingue. Crollata con lo sviluppo delle conoscenze naturalistiche la millenaria sicurezza dell'uomo di essere qualcosa di intrinsecamente... more
Un contributo storico-naturalistico per la comprensione delle basi biologiche del linguaggio e delle lingue. Crollata con lo sviluppo delle conoscenze naturalistiche la millenaria sicurezza dell'uomo di essere qualcosa di intrinsecamente diverso dalle altre specie animali, la ricerca delle caratteristiche distintive dell'essere umano si è fatta più pressante. I progressi della biologia e delle scienze del comportamento hanno teso a focalizzare gli aspetti che fanno dell'uomo un "essere superiore", capace di vivere con una memoria storica. Tra questi attributi peculiari la possibilità di comunicare e tramandare elementi culturali attraverso l'utilizzo del linguaggio riveste certamente un ruolo di primaria importanza ed è la base su cui si fonda la storia. Benchè il linguaggio articolato sia la forma di comunicazione più complessa, la trasmissione di informazioni da un individuo ad un altro non è prerogativa esclusivamente umana e può avvenire con altre modalità.
Un percorso antropologico per scoprire i significati, i ruoli e le dinamiche culturali dell’acqua nel mondo contemporaneo. Dalle forme di distribuzione di un bene necessariamente “molto comune” agli impatti nella vita sociale, dalle... more
Un percorso antropologico per scoprire i significati, i ruoli e le dinamiche culturali dell’acqua nel mondo contemporaneo. Dalle forme di distribuzione di un bene necessariamente “molto comune” agli impatti nella vita sociale, dalle connessioni con i contesti di conflitto alle espressioni della diversità culturale il libro fornisce una attenta e dettagliata panoramica della multidimensionalità e della relazionalità dell’acqua, elementi cruciali e rimossi nelle dinamiche di globalizzazione e di mercificazione delle risorse naturali. Dai molteplici casi etnografici della letteratura sino all’analisi dell’agrobusiness nella antica valle del Giordano, un testo indispensabile per comprendere i significati e la diversità delle acque nella modernità.
Nello spazio sociale culturalmente differenziato l’incontro con l’altro è soprattutto corporeo. Il libro contribuisce alla conoscenza di come le giovani donne musulmane, a partire dal corpo e dalla sessualità, esplorano e affermano loro... more
Nello spazio sociale culturalmente differenziato l’incontro con l’altro è soprattutto corporeo. Il libro contribuisce alla conoscenza di come le giovani donne musulmane, a partire dal corpo e dalla sessualità, esplorano e affermano loro stesse nell’esperienza sociale quotidiana in Italia. Orientando il lavoro empirico verso un ascolto intimo, ne è scaturito un dialogo trasformativo per ricercatrici e donne intervistate attraverso il quale si sono mappati i flussi quotidiani che riguardano il corpo nel suo essere al tempo stesso soggetto al controllo e forza di resistenza e autogoverno. Lo sguardo sociologico è ampliato e arricchito dall’analisi dei lavori di artiste di cultura musulmana e da un’interpretazione d’impronta psicanalitica della fiaba islamica. Le autrici presentano un Islam quotidiano, situato e incarnato contro ogni astratto riduzionismo essenzialista.
Un percorso antropologico per scoprire i significati, i ruoli e le dinamiche culturali dell’acqua nel mondo contemporaneo. Dalle forme di distribuzione di un bene necessariamente “molto comune” agli impatti nella vita sociale, dalle... more
Un percorso antropologico per scoprire i significati, i ruoli e le dinamiche culturali dell’acqua nel mondo contemporaneo. Dalle forme di distribuzione di un bene necessariamente “molto comune” agli impatti nella vita sociale, dalle connessioni con i contesti di conflitto alle espressioni della diversità culturale il libro fornisce una attenta e dettagliata panoramica della multidimensionalità e della relazionalità dell’acqua, elementi cruciali e rimossi nelle dinamiche di globalizzazione e di mercificazione delle risorse naturali. Dai molteplici casi etnografici della letteratura sino all’analisi dell’agrobusiness nella antica valle del Giordano, un testo indispensabile per comprendere i significati e la diversità delle acque nella modernità.
Di fronte a quello che ciclicamente concepisce come un ridursi della sua utilità per il progresso sociale, la sociologia ritiene spesso di individuare nuove modalità di ricerca ed analisi con cui poi si illude di dare maggiore fondamento... more
Di fronte a quello che ciclicamente concepisce come un ridursi della sua utilità per il progresso sociale, la sociologia ritiene spesso di individuare nuove modalità di ricerca ed analisi con cui poi si illude di dare maggiore fondamento e spessore al suo ruolo critico ed emancipatorio e così infine di uscire dalla crisi in cui ha creduto di trovarsi. Questo breve libro si propone di mostrare la presenza di una confusione di fondo tra l’attività dello scienziato sociale e l’attività politica, che merita di essere affrontata prima di continuare a spingere la sociologia nell’ambito delle discussioni sui problemi critico-emancipativi come “soluzione” alla sua supposta “crisi disciplinare”. Si vedrà allora che il ricercatore engagé non inventa problemi pretestuosi o falsi, ma agisce da claim-maker, il quale – indifferente alla riflessione epistemologica – con la sua stessa attività diventa parte dei fenomeni sociali che studia e li politicizza attribuendo loro al contempo una dimensione morale, in cui subito viene stabilita dove sia la giusta direzione emancipativa e dove il bene e il giusto. Enrico Caniglia è professore associato di Sociologia e insegna “Sociologia della devianza” e “Comunicazione politica” presso l’Università di Perugia. Si occupa di Etnometodologia e Analisi della Conversazione applicate a diversi ambiti sociali, come il giornalismo, il linguaggio quotidiano e le pratiche cliniche. Tra le sue pubblicazioni: “La notizia” (2009), “Forme della comunicazione politica” (2013), “Devianza e interazione sociale” (2016), “Neurodiversità” (2018). Andrea Spreafico è professore associato di Sociologia e insegna “Sociologia corso avanzato” e “Metodologia della ricerca sociale” presso l’Università Roma Tre. Si occupa di Etnometodologia applicata all’uso delle categorie nelle interazioni sociali e di teoria sociologica. Tra le sue pubblicazioni: “La ricerca del sé nella teoria sociale” (2011), “Tracce di ‘sé’ e pratiche sociali. Un campo d’applicazione per una sociologia situata e visuale delle interazioni incarnate” (2016).
Il cibo è cultura, è storia, è geografia, e al di là delle mere logiche nutrizionali tutti noi utilizziamo il cibo per motivi sociali, culturali e simbolici radicati da sempre nelle civiltà. Antropologia del mangiare e del bere è un testo... more
Il cibo è cultura, è storia, è geografia, e al di là delle mere logiche nutrizionali tutti noi utilizziamo il cibo per motivi sociali, culturali e simbolici radicati da sempre nelle civiltà. Antropologia del mangiare e del bere è un testo fondamentale per analizzare la complessità dell’attuale paesaggio del cibo nel mondo occidentale. Dall'alimentazione come medium socio-culturale agli aspetti storici ed etnografici dello svezzamento, dalla storia antropologica della cucina italiana agli aspetti culturali del mondo del vino, dalla biodiversità all'erosione genetica delle varietà coltivate, sino a concludere con un'analisi dell’alimentazione odierna tra i poli del “locale” e del “globale”, in un mondo sempre più globalizzato.

Alessandra Guigoni
Guigoni Alessandra è dottore di ricerca in metodologie della ricerca etnoantropologica; collabora con la cattedra di Antropologia culturale dell’università di Cagliari e con quella di Etnologia dell’Università di Genova, occupandosi di antropologia dell’alimentazione. Si è anche interessata di civiltà indigene d’America, etnografia virtuale e interculturalismo. Ha al suo attivo una quarantina di pubblicazioni, tra cui i libri: Foodscapes. Stili mode e culture del cibo oggi (2004) e Saperi e sapori del mediterraneo (2006).
Nella società contemporanea l’apprendimento permanente ha assunto una funzione cruciale nella costruzione delle biografie individuali, non solo per l’aggiornamento e la riqualificazione professionale, ma anche per promuovere lo sviluppo... more
Nella società contemporanea l’apprendimento permanente ha assunto una funzione cruciale nella costruzione delle biografie individuali, non solo per l’aggiornamento e la riqualificazione professionale, ma anche per promuovere lo sviluppo personale, l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva.
L’estensione delle modalità di apprendimento dai contesti formali a quelli non formali e informali, la definizione delle competenze chiave, la complessificazione del concetto di alfabetizzazione prefigura una pluralità di attori, luoghi e contesti educativi. Ma come si traduce in pratica il discorso sull’apprendimento permanente? Attraverso quali esperienze? In che misura queste esperienze possono essere trasferibili? Quali sono le condizioni infrastrutturali che favoriscono lo sviluppo di pratiche di apprendimento permanente? Il volume prova a dare delle risposte a queste domande documentando alcune esperienze pratiche realizzate in contesti diversi (scolastici, universitari, sociali e sanitari).
Nella storia delle scoperte di resti umani fossili, appartenuti al più antico passato dell'uomo, furono i resti scheletrici di un bambino di circa 5-6 anni scoperti nella grotta di Engis in Belgio nel 1829, dal paleontologo belga... more
Nella storia delle scoperte di resti umani fossili, appartenuti al più antico passato dell'uomo, furono i resti scheletrici di un bambino di circa 5-6 anni scoperti nella grotta di Engis in Belgio nel 1829, dal paleontologo belga Schmerling, ad essere i primi, di neandertaliani, a venire alla luce e non quelli del ben più famoso uomo casualmente rinvenuto nel 1856, quindi una trentina di anni più tardi, nella grotta di Feldhofer nella valle di Neander (Neandertal in lingua tedesca) in Germania. Ritorna la nota collana edita dal laboratorio di Antropologia dell'Università di Firenze. Una raccolta di contributi autorevoli consente un'analisi ravvicinata delle strategie di sussistenza, della produzione di manufatti, delle dinamiche comportamentali, del Dna e delle nuove teorie sull'estinzione dei Neandertaliani.

Brunetto Chiarelli
Brunetto Chiarelli dal 1962 al 1979 insegna Antropologia, Primatologia ed Ecologia Umana all’Università di Torino. Dal 1969 è professore ordinario diAntropologia all’Università di Torino e dal 1979 si transferisce a Firenze. Ha tenuto corsi di Antropologia nelle Università di Palermo, Catania e Messina, ed Etnologia nelle Università di Torino e Firenze. Dal 1970 al 1975 è Visiting Professor al Dipartimento di Antropologia dell’Università di Toronto (Canada) dove tiene un corso di Evoluzione Umana e partecipa al progetto di ricerca l’Int. Biol. Program-HumanAdaptability, occupandosi della popolazione eschimese di Igloolik. Ha tenuto seminari e svolto attività di ricerca in vari paesi europei, in USA, ex Unione Sovietica, Giappone, Cina, Australia, Canada, Messico, Santo Domingo,Venezuela, Brasile, India, Kenia, Sudafrica. È autore di oltre 400 pubblicazioni scientifiche su problemi di genetica ed evoluzione dei Primati, biologia di popolazione umane (attuali e antiche) e di bioetica. Nel 1972 ha fondato e diretto fino al 1986, il Journal of Human Evolution. Ha poi fondato e dirige Human Evolution, l’International Journal of Anthropology (organo ufficiale della EuropeanAnthropologicalAssociation) e, in collaborazione con R. Van Potter, Global Bioethics, che affronta problemi di impatto delle nuove biotechnologie sull’Uomo e sull’Ambiente. È socio e membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, come l’AmericanAssociation ofAdvances of Sciences, la New York Academy of Sciences, l’Accademia delle Scienze di Torino; è stato presidente della European Anthropological Association e dell’Unione Antropologica Italiana. Attualmente è presidente dell’Associazione Antropologica Italiana, della European Association of Global Bioethics, dell’Intr. Institute for the Study of Man e vicepresidente dell’International Union ofAnthropological and Ethnological Scineces. Per il 2001 e il 2002 è stato incluso dalWho’sWho in theWorld fra le “500 Minds of Early 21st century”.
Di fronte a quello che ciclicamente concepisce come un ridursi della sua utilità per il progresso sociale, la sociologia ritiene spesso di individuare nuove modalità di ricerca ed analisi con cui poi si illude di dare maggiore fondamento... more
Di fronte a quello che ciclicamente concepisce come un ridursi della sua utilità per il progresso sociale, la sociologia ritiene spesso di individuare nuove modalità di ricerca ed analisi con cui poi si illude di dare maggiore fondamento e spessore al suo ruolo critico ed emancipatorio e così infine di uscire dalla crisi in cui ha creduto di trovarsi. Questo breve libro si propone di mostrare la presenza di una confusione di fondo tra l’attività dello scienziato sociale e l’attività politica, che merita di essere affrontata prima di continuare a spingere la sociologia nell’ambito delle discussioni sui problemi critico-emancipativi come “soluzione” alla sua supposta “crisi disciplinare”. Si vedrà allora che il ricercatore engagé non inventa problemi pretestuosi o falsi, ma agisce da claim-maker, il quale – indifferente alla riflessione epistemologica – con la sua stessa attività diventa parte dei fenomeni sociali che studia e li politicizza attribuendo loro al contempo una dimensione morale, in cui subito viene stabilita dove sia la giusta direzione emancipativa e dove il bene e il giusto.
L’Africa è spesso descritta come il continente più mobile al mondo, ma di quali circolazioni migratorie si sta esattamente parlando? La convinzione che nel prossimo futuro una parte consistente della popolazione africana si riverserà in... more
L’Africa è spesso descritta come il continente più mobile al mondo, ma di quali circolazioni migratorie si sta esattamente parlando? La convinzione che nel prossimo futuro una parte consistente della popolazione africana si riverserà in Europa ha un qualche fondamento concreto? Rispondere a queste domande è meno facile di quanto si potrebbe pensare. Disagio mentale, capitale sociale, reti familiari, rimesse e sviluppo, lavoro minorile, urbanizzazione e politiche migratorie sono alcuni dei concetti chiamati in causa. Un percorso dal Sahel alla Somalia, dal Bénin all’Uganda sino al Sud-Africa che vanta la capacità di collocare l’analisi della migrazione nel tessuto quotidiano delle società africane e di restituirci l’esperienza concreta di donne e uomini a vario titolo coinvolti nell’avventura migratoria.
Un percorso antropologico per scoprire i significati, i ruoli e le dinamiche culturali dell’acqua nel mondo contemporaneo. Dalle forme di distribuzione di un bene necessariamente “molto comune” agli impatti nella vita sociale, dalle... more
Un percorso antropologico per scoprire i significati, i ruoli e le dinamiche culturali dell’acqua nel mondo contemporaneo. Dalle forme di distribuzione di un bene necessariamente “molto comune” agli impatti nella vita sociale, dalle connessioni con i contesti di conflitto alle espressioni della diversità culturale il libro fornisce una attenta e dettagliata panoramica della multidimensionalità e della relazionalità dell’acqua, elementi cruciali e rimossi nelle dinamiche di globalizzazione e di mercificazione delle risorse naturali. Dai molteplici casi etnografici della letteratura sino all’analisi dell’agrobusiness nella antica valle del Giordano, un testo indispensabile per comprendere i significati e la diversità delle acque nella modernità.
Un’analisi dei fenomeni legati agli stati non ordinari di coscienza visti come aspetto fondamentale nel tessuto sociale ed evolutivo dell’uomo preistorico. Una realtà ancestrale spesso sottovalutata dalla storiografia a favore di una... more
Un’analisi dei fenomeni legati agli stati non ordinari di coscienza visti come aspetto fondamentale nel tessuto sociale ed evolutivo dell’uomo preistorico. Una realtà ancestrale spesso sottovalutata dalla storiografia a favore di una visione positivistica della società preistorica che senza molte difficoltà lascia comprendere quanto la nostra concezione degli antenati dell’uomo sia vittima di reinterpretazioni culturali. Dalle origini dello sciamanesimo alle espressioni testimoniate nell’arte rupestre, dalla figura dello sciamano alle testimonianze dei rituali associati, dalla comparazione dei fenomeni endoptici sino all’analisi delle sostanze allucinogene questo volume rappresenta una ricerca antropologica fondamentale per l’analisi degli stati non ordinari di coscienza, dei rituali, delle tecniche e delle sostanze legate alle pratiche sciamaniche e ci restituisce una visione evolutiva meno lineare, più insolita e complessa dell’evoluzione umana.
Frutto di ricerche etnografiche condotte tra contadine andine, devoti sufi egiziani, giovani donne marocchine, prostituti indonesiani, uomini e donne cubani, attiviste indiane che si battono contro la deforestazione, donne italiane che si... more
Frutto di ricerche etnografiche condotte tra contadine andine, devoti sufi egiziani, giovani donne marocchine, prostituti indonesiani, uomini e donne cubani, attiviste indiane che si battono contro la deforestazione, donne italiane che si oppongono all’aborto, studenti e studentesse malgasy, i saggi che il volume raccoglie indagano il genere come processo che forma i soggetti ed è da questi rimesso in gioco e trasformato. I vari contributi considerano gli immaginari e l’immaginazione come risorse per la costruzione di modi di vita e di progetti sociali. Suggeriscono inoltre che le relazioni (d’amore, d’amicizia, di parentela, ecc.), i corpi e gli affetti siano terreni privilegiati per la produzione del genere. Nella sfera delle relazioni intime, dei sentimenti e del sé si incarnano norme di genere, disparità di potere, definizioni del maschile e del femminile, concezioni del matrimonio e della maternità, forme di controllo e di violenza, ma prendono ugualmente forma desideri, sensibilità e vissuti che eccedono e sfidano gli immaginari di genere.
Il popolamento etrusco in Italia potrebbe avere origine anatolica? Questo nuovo volume di Systema Naturae, Dal bronzo al ferro propone nuove teorie sulla possibile origine anatolica degli Etruschi. È infatti noto che nella fase di... more
Il popolamento etrusco in Italia potrebbe avere origine anatolica? Questo nuovo volume di Systema Naturae, Dal bronzo al ferro propone nuove teorie sulla possibile origine anatolica degli Etruschi. È infatti noto che nella fase di transizione dall’età del Bronzo e l’età del Ferro, intorno a 1000 anni a.C., popolazioni diverse dell’Oriente si muovevano nel Mediterraneo alla ricerca di minerali che potessero sostituire con maggiore efficienza il Bronzo, per il quale fra l’altro esistevano difficoltà di reperimento dei due minerali di base: rame e stagno. L’idea di quest’origine anatolica degli Etruschi covava da tempo nella mente degli antropologi fiorentini e pisani. Negli anni 1991-93, l’allora International Institute for the study of Man aveva promosso un interessante serie di workshops a Firenze e Cortona dal titolo The Etruscan: skeletal biology and their way of life con l’intervento di studiosi italiani e americani, un progetto coordinato dal prof. Brunetto Chiarelli. Fra i partecipanti: G.J. Armelagos, Dip. Antropologia della Florida University, R.S. Corruccini, Dip. di Antropologia della Sououthern Illinois University, L. Donati, dell’istituto di Archeologia dell’Università di Firenze, E. Feruglio e E. Pacciani, delle Soprintendenze Archeologiche di Perugia e Firenze ed altri studiosi italiani e stranieri. Nei primi anni del 2000, quest’idea ha interessato la Turkish Historical Society di Ankara che, nel Giugno 2007, ha organizzato un interessante congresso internazionale nella città di Bodrum, l’antica Alicarnasso, avviando una cooperazione su queste tematiche con i ricercatori turchi. Questo volume analizza i processi storici, i collegamenti geografici e il popolamento umano nell'età del ferro, le ipotesi di Erodoto e Dionisio di Alicarnasso sulle origini degli Etruschi, la religione, la lingua e la cultura scritta di questo popolo, le specie vegetali coltivate in Etruria, le tecniche di fusione del ferro e la posizione delle donne nella società, senza scordare il dibattito sullo stato attuale delle ricerche antropologiche e bio-antropologiche.
Gli Stati Non Ordinari di Coscienza (SNOC) riguardano solo fenomeni come la trance? Restano confinati all’uso di sostanze allucinogene o a tecniche di meditazione orientale? La maggioranza della popolazione è quindi estranea da questa... more
Gli Stati Non Ordinari di Coscienza (SNOC) riguardano solo fenomeni come la trance? Restano confinati all’uso di sostanze allucinogene o a tecniche di meditazione orientale? La maggioranza della popolazione è quindi estranea da questa specificità culturale? Questo saggio affascinante ci mostra come risulta essere vero l’esatto contrario. Modifichiamo quotidianamente la nostra coscienza di base e di veglia con il sonno e i sogni, “perdiamo” la testa nell’innamoramento, nella sessualità, nelle “vertigini” stimolate da attività estreme e incidiamo sensibilmente sul piano percettivo ed emozionale con molteplici sostanze psicoattive. Dall’analisi del concetto di “realtà” alla dimensione trascendente e religiosa come cambiamento naturale, dallo studio antropologico della canapa e delle sue interazioni con la creatività e la spiritualità sino all’analisi del sogno come oggetto di interazione sociale, dal misticismo cristiano al fenomeno della dissociazione non patologica e rituale, il volume trascina il lettore pagina dopo pagina in un viaggio emozionante alla scoperta della quotidianità delle trasformazioni di coscienza.
Guardare alla bioetica nell’orizzonte della complessità significa proporre un collegamento tra le sue diverse dimensioni: quella medica, che riguarda la nascita dell’uomo, la sua salute, la sua morte dinanzi alle nuove possibilità offerte... more
Guardare alla bioetica nell’orizzonte della complessità significa proporre un collegamento tra le sue diverse dimensioni: quella medica, che riguarda la nascita dell’uomo, la sua salute, la sua morte dinanzi alle nuove possibilità offerte dalle biotecnologie; quella ambientale, che s’interessa alle questioni di valore connesse alle conseguenze pratiche del rapporto tra l’uomo e la natura; quella animale, che si occupa degli aspetti morali, sociali, giuridici delle relazioni dell’uomo con le altre specie. La riflessione filosofica è chiamata a un confronto critico con le diverse scienze della vita, dalla biologia alla medicina umana e veterinaria, dall’ecologia all’etologia. Da qui una serie di interrogativi, per molti aspetti inediti: quali sono i confini del nostro universo morale? Quali le nuove frontiere della giustizia? Come raccordare gli interessi dell’umanità attuale con quelli delle generazioni future, dell’ambiente e delle altre specie? La risposta è in un umanesimo capace di andare oltre le mura della Città dell’uomo, nel riconoscimento dei nuovi soggetti che appartengono anch’essi alla comunità di vita della terra.
La ricerca sui media e la comunicazione è ricorsa all’ottica comparativa come strumento per indagare differenze e similarità tra le molteplici declinazioni mediali che si affermano nei singoli stati o contesti. In questo volume si... more
La ricerca sui media e la comunicazione è ricorsa all’ottica comparativa come strumento per indagare differenze e similarità tra le molteplici declinazioni mediali che si affermano nei singoli stati o contesti. In questo volume si affronteranno vantaggi e criticità dell’analisi comparata in relazione al campo giornalistico e a un mondo dell’informazione attraversato da innovazioni tecnologiche e professionali imposte dall’ecosistema digitale. La comparazione tra i modelli di giornalismo nelle democrazie occidentali fornisce un percorso di indagine sull’efficacia delle pratiche di ricerca tradizionali nel complesso scenario contemporaneo. Una sfida metodologica che impone una riflessione che coinvolga presupposti teorici, tecniche di indagine e generalizzazione dei risultati. Le geografie variabili, i confini permeabili, l’ibridazione imposta dalla digitalizzazione determinano la negoziazione della localizzazione dei modelli, ormai translocali e cross-culturali.
Il libro si compone di due saggi tematici e sette saggi focalizzati su singoli studiosi, oltre ai saggi introduttivo e conclusivo. Nella ricchezza multidisciplinare, che programmaticamente caratterizza l’idea stessa del volume, è... more
Il libro si compone di due saggi tematici e sette saggi focalizzati su singoli studiosi, oltre ai saggi introduttivo e conclusivo. Nella ricchezza multidisciplinare, che programmaticamente caratterizza l’idea stessa del volume, è possibile rintracciare temi che la sociologia dei processi culturali e comunicativi condivide con la filosofia politica, con la linguistica e con altre scienze umane. Questo offre una risorsa intellettuale e scientifica utile anche a chi intenda affrontare quei temi con mirate ricerche empiriche.
Molte cose restavano da conoscere sul Settecento romano: studiando le carriere e le retribuzioni dei lavoratori, le diverse tipologie di impiego - nell’edilizia, nell’amministrazione, nell’assistenza, nelle professioni, nella logistica,... more
Molte cose restavano da conoscere sul Settecento romano: studiando le carriere e le retribuzioni dei lavoratori, le diverse tipologie di impiego - nell’edilizia, nell’amministrazione, nell’assistenza, nelle professioni, nella logistica, etc. – e, sul fronte dell’approvvigionamento alimentare, l’analisi del mercato e della distribuzione del grano, Renata Sabene colma un gran numero di queste lacune. L’autrice ha realizzato una ricerca complessa, risultato di un lungo e paziente lavoro di raccolta, depurazione e sistematizzazione dei dati che le consentono di rappresentare la società romana del Settecento con i suoi ritmi e le sue regole, di effettuare un’operazione di deflazione di lunga durata e di tracciare un fedele spaccato sulle dinamiche di mercato e delle forze in esso interagenti, in un contesto, quale quello della Roma settecentesca, in cui la conservazione del consenso e della pace sociale restavano uno degli obiettivi più importanti dell’azione dei Papi.
Il tema delle esperienze dei morenti o di chi, creduto morto, sia ritornato in vita, accompagna da sempre la storia dell’umanità, dai racconti di Omero e Platone sino alle odierne esperienze dei pazienti in condizioni di pericolo di vita.... more
Il tema delle esperienze dei morenti o di chi, creduto morto, sia ritornato in vita, accompagna da sempre la storia dell’umanità, dai racconti di Omero e Platone sino alle odierne esperienze dei pazienti in condizioni di pericolo di vita. Le esperienze di premorte (Near Death Experiences, o NDE), fenomeno clinico frequente e complesso, ripropongono concretamente la necessità di una loro spiegazione scientifica e la questione della plausibilità dell’idea di una vita oltre la vita. Un’analisi accurata degli elementi scientifici, psicologici e filosofici utili ad una riflessione critica sulla natura delle NDE e quindi sull’enigma fondamentale della condizione umana da esse posto. Un percorso che conduce il lettore a scoprire come la mente e il mondo fisico da essa percepito siano più ampi di quanto comunemente non si sia portati a credere: pur trattando della fine della vita, questo libro in realtà aiuta a riscoprire il misterioso fascino dell’esistenza e superare la paura della morte.
I diritti umani sono oggi la lingua franca delle relazioni internazionali e delle politiche di cooperazione tra gli Stati. Essi restano, tuttavia, strumenti fragili, a volte manipolati per l’avanzamento d’interessi nazionali. Come... more
I diritti umani sono oggi la lingua franca delle relazioni internazionali e delle politiche di cooperazione tra gli Stati. Essi restano, tuttavia, strumenti fragili, a volte manipolati per l’avanzamento d’interessi nazionali. Come possiamo restare fedeli ai principi universalistici dei diritti umani? Come si giustificano le prassi legittime derivate da questi? Quali sono i presupposti concettuali che dobbiamo considerare per una concezione che intenda porsi come valida rispetto a una molteplicità di culture e visioni del mondo? Questo libro intende esaminare questioni di natura filosofica e giuridica con lo scopo d’indicare le traiettorie politico-costituzionali che informano l’ideale di giustizia tra i popoli. Al centro del dibattito è la riflessione più recente di J.Habermas, massimo esponente della Teoria Critica oggi, e uno dei più importanti filosofi del novecento. L’autore si confronta con tale tradizione di pensiero, suggerendo che i diritti umani dischiudono una nuova dimensione di universalismo, un livello qui definito in termini di ‘universalismo pluralista’. Frutto di una ricerca decennale, il presente lavoro è apparso inizialmente per l’editore Springer Verlag di Dordrecht nel 2009. L’edizione qui pubblicata costituisce il frutto di un’ampia revisione che si è avvalsa dell’apporto di nuovi capitoli. Ne è risultata una ridefinizione della teoria supportata dall’illustrazione di casi tratti dagli ultimi sviluppi giudiziari in materia di protezione dei diritti umani.
Il lavoro del sociologo non può prescindere dall’uso dello sguardo, dall’osservazione di ciò che accade e dal tentativo di provare a “restituire” in qualche modo quella parte di realtà sociale cui si sta interessando. Se già il vedere ha... more
Il lavoro del sociologo non può prescindere dall’uso dello sguardo, dall’osservazione di ciò che accade e dal tentativo di provare a “restituire” in qualche modo quella parte di realtà sociale cui si sta interessando. Se già il vedere ha un rilevante valore sociologico, spesso messo da parte o non sufficientemente analizzato, la stretta interconnessione di visuale e linguistico compone l’attività sociologica stessa, un’attività pratica che nel suo intento descrittivo-interpretativo si avvale di determinate categorie e compie scelte che possono essere anche viste come piccoli esercizi di potere, che costituiscono ciò che descrivono mentre lo descrivono. Se l’iconic o pictorial turn ci spingesse, invece, a prendere le distanze dal rilievo che assume la dimensione linguistica, rivendicando l’autonomia di quella visuale e discutendo l’idea stessa di descrizione, si tratterebbe allora di mettere meglio a fuoco i compiti della sociologia. Questo volume dà spazio a diverse prospettive e approfondisce alcuni aspetti epistemico-metodologici della ricerca visuale, proponendo tecniche di integrazione tra scrittura accademica e dimensione visuale nella diffusione dei risultati di ricerca.
Nonostante la rappresentazione sociale dominante rimandi ad una centralità del vino nei consumi quotidiani degli italiani, il suo uso da quasi 50 anni a questa parte ha subito una sorprendente diminuzione valutabile intorno al 70%. Il... more
Nonostante la rappresentazione sociale dominante rimandi ad una centralità del vino nei consumi quotidiani degli italiani, il suo uso da quasi 50 anni a questa parte ha subito una sorprendente diminuzione valutabile intorno al 70%. Il fatto appare ancor più singolare giacché tale decremento si è prodotto in assenza di politiche di prevenzione o di consumo consapevole, e senza restringimenti significativi dell’offerta. Cosa è accaduto? Quali fattori sono intervenuti? E quali hanno contribuito a ridurre così drasticamente il consumo di vino? Il volume prende le mosse da tali interrogativi e, nel tentativo di rispondere, esplora dimensioni economiche, alimentari, demografiche, sociali e di costume. Dall’analisi emerge un affresco articolato, complesso, sfaccettato, legato al fatto che gli anni in cui la curva del consumo comincia a flettere (per non più riprendersi) rappresentano un periodo estremamente ricco di eventi sociali, economici, culturali, politici che hanno inesorabilmente mutato la fisionomia del nostro paese, investendo anche le modalità di consumo del vino.
Il saggio è un dialogo fra due amici romani, uno è Giovanni, scienziato di caratura internazionale, anzianotto ma ancora attivo nella ricerca sui vaccini, l’altro un esitante, Maurizio, un non più giovane sarto, elegante e danaroso, che... more
Il saggio è un dialogo fra due amici romani, uno è Giovanni, scienziato di caratura internazionale, anzianotto ma ancora attivo nella ricerca sui vaccini, l’altro un esitante, Maurizio, un non più giovane sarto, elegante e danaroso, che confuso da tutto quello che si legge nella rete, si interroga sui benefici ed i rischi delle vaccinazioni e ne cerca le prove. Così, gli argomenti chiave, cioè come sono fatti i vaccini, perché ci proteggono, con quali meccanismi, cos’è l’immunità di gregge , quali sono gli effetti avversi, il sì ed il no dell’obbligo vaccinale, cosa c’entra l’autismo coi vaccini e tutti gli altri del recente dibattito scientifico e sociale sui vaccini , con le relative certezze e dubbi, vengono trattati in forma di scambio di informazioni, ed il massimo rigore scientifico, all’interno di una comune quotidianità e di un forte rapporto di amicizia di due adulti. Finirà, Maurizio, con l’accettare i ragionamenti e le prove fornite da Giovanni?
Ancora un libro sul made in Italy, si dirà! È vero, ce ne sono tanti. Perché, quindi, sentire il bisogno di scriverne un altro? Sono stati scritti fiumi di parole: monografie, articoli, rubriche, dati, report, oltre a tante ricerche. Il... more
Ancora un libro sul made in Italy, si dirà! È vero, ce ne sono tanti. Perché, quindi, sentire il bisogno di scriverne un altro? Sono stati scritti fiumi di parole: monografie, articoli, rubriche, dati, report, oltre a tante ricerche. Il fatto è che, a nostro avviso, di made in Italy si parla sempre, più o meno, allo stesso modo. Generalmente, prevalgono due tendenze: quella economica, basata sui grandi numeri dell'export, delle strategie di mercato per le piccole e medie imprese italiane; e poi quella del marketing, del made in Italy come brand e delle sue caratteristiche che lo hanno reso celebre nel mondo. E questo, infatti, non è un libro sul made in Italy ma, non senza un pizzico di provocazione, sul Post-made in Italy. Ci siamo accorti che non esiste un testo sul made in Italy descritto da un punto di vista prevalentemente sociologico, rimasto generalmente ai margini, poco preso in considerazione, al massimo di sfuggita se l'analisi si apre al tema della globalizzazione. Non solo, abbiamo pensato che assumere questo sguardo potesse essere utile per non intrappolare il made in Italy negli ambiti sopracitati: politico-economico e di marketing strategico. Consapevoli che ci muoviamo in un campo, per dirla alla Bourdieu, minato, dove si muovono interessi e sono tanti gli attori sociali coinvolti, abbiamo avvertito la necessità di allargare lo sguardo, analizzando il made in Italy come fenomeno culturale. L'idea di un'etichetta da apporre sopra un prodotto non ci basta né tantomeno ci soddisfa. Abbiamo sentito la necessità di prendere le distanze dagli studi più diffusi sul tema, che, in parte, abbiamo riportato e descritto, riconoscendo, tuttavia, che alcuni cambiamenti sono in atto. Abbiamo tentato di far incontrare processi globali e casi concreti in una narrazione intrecciata. La cultura materiale, potrà sembrare anche banale affermarlo, ci racconta tantissimo dei processi culturali locali e globali che l'attraversano. Come sostiene il sociologo Secondulfo, si tratta
Di fronte a quello che ciclicamente concepisce come un ridursi della sua utilità per il progresso sociale, la sociologia ritiene spesso di individuare nuove modalità di ricerca ed analisi con cui poi si illude di dare maggiore fondamento... more
Di fronte a quello che ciclicamente concepisce come un ridursi della sua utilità per il progresso sociale, la sociologia ritiene spesso di individuare nuove modalità di ricerca ed analisi con cui poi si illude di dare maggiore fondamento e spessore al suo ruolo critico ed emancipatorio e così infine di uscire dalla crisi in cui ha creduto di trovarsi. Questo breve libro si propone di mostrare la presenza di una confusione di fondo tra l’attività dello scienziato sociale e l’attività politica, che merita di essere affrontata prima di continuare a spingere la sociologia nell’ambito delle discussioni sui problemi critico-emancipativi come “soluzione” alla sua supposta “crisi disciplinare”. Si vedrà allora che il ricercatore engagé non inventa problemi pretestuosi o falsi, ma agisce da claim-maker, il quale – indifferente alla riflessione epistemologica – con la sua stessa attività diventa parte dei fenomeni sociali che studia e li politicizza attribuendo loro al contempo una dimensione morale, in cui subito viene stabilita dove sia la giusta direzione emancipativa e dove il bene e il giusto.
Nello spazio sociale culturalmente differenziato l’incontro con l’altro è soprattutto corporeo. Il libro contribuisce alla conoscenza di come le giovani donne musulmane, a partire dal corpo e dalla sessualità, esplorano e affermano loro... more
Nello spazio sociale culturalmente differenziato l’incontro con l’altro è soprattutto corporeo. Il libro contribuisce alla conoscenza di come le giovani donne musulmane, a partire dal corpo e dalla sessualità, esplorano e affermano loro stesse nell’esperienza sociale quotidiana in Italia. Orientando il lavoro empirico verso un ascolto intimo, ne è scaturito un dialogo trasformativo per ricercatrici e donne intervistate attraverso il quale si sono mappati i flussi quotidiani che riguardano il corpo nel suo essere al tempo stesso soggetto al controllo e forza di resistenza e autogoverno. Lo sguardo sociologico è ampliato e arricchito dall’analisi dei lavori di artiste di cultura musulmana e da un’interpretazione d’impronta psicanalitica della fiaba islamica. Le autrici presentano un Islam quotidiano, situato e incarnato contro ogni astratto riduzionismo essenzialista.
Cos’è la realtà? Di cosa è fatto ciò che ci circonda? È tutto, davvero, come sembra? Quando Einstein salì sul palcoscenico della fisica movimentò l’intera trama del cosmo, riducendo lo spazio e il tempo a mere prospettive... more
Cos’è la realtà? Di cosa è fatto ciò che ci circonda? È tutto, davvero, come sembra? Quando Einstein salì sul palcoscenico della fisica movimentò l’intera trama del cosmo, riducendo lo spazio e il tempo a mere prospettive dell’osservatore, cornici di uno scenario labile e ingannevole. La scienza quantistica che ne seguì si spinse addirittura oltre, svelando nelle dimensioni invisibili dell’infinitamente piccolo un regno tanto surreale quanto ambiguo, dove non esiste nulla di preconfezionato ma solo un profluvio di possibilità da trasformare nei tangibili mattoni del nostro “macromondo” attraverso la misurazione, cioè una manifestazione di coscienza. E così, l’uomo si è ritrovato al centro dell’universo o, almeno, del proprio, cucito sulle percezioni dei propri sensi, codificate e assemblate diligentemente dal cervello. Dunque, non solo non sappiamo cosa ci sia là fuori ma, addirittura, se esista, un là fuori, se non nella forma di un flusso continuo d’informazione che s’incarna in quel caleidoscopio di forme e immagini che abbiamo imparato a riconoscere e censire. Ma tali stimoli, nel suscitare nell’organismo miriadi di stati emotivi, generano anche valanghe di molecole, padrone del suo stato di salute o malattia. Eccola, dunque, la filiera che ci conduce al cosmo: il sottile intreccio tra scienza e coscienza, il canale d’accesso per una nuova e rivoluzionaria visione del nostro ruolo nel Creato.
Che cos’è il made in Italy? Facile, tutto quello che è prodotto in Italia. Ma le risposte facili nascondono la complessità. Non tutti i prodotti made in Italy sono fatti in Italia, altri sono prodotti in Italia ma non fatti da italiani.... more
Che cos’è il made in Italy? Facile, tutto quello che è prodotto in Italia. Ma le risposte facili nascondono la complessità. Non tutti i prodotti made in Italy sono fatti in Italia, altri sono prodotti in Italia ma non fatti da italiani. Alcuni prodotti si presentano ingannevolmente come italiani, altri si posizionano in una zona di confine. Sono, piuttosto, la conseguenza della mobilità delle competenze e di contaminazioni culturali degli ambienti di lavoro. A volte sono qualcosa di totalmente nuovo, ma che s’ ispira all’immaginario dell’Italian way of life. Questo testo, partendo da una prospettiva sociologica, intende spiegare, attraverso argomentazioni e casi esemplari, i mutamenti socioculturali della relazione tra territorio, virtualizzazione dei processi e identità di prodotti e servizi del made in Italy. Ognuno tiri poi le proprie somme, ognuno azzardi con le proprie carte. Il gioco, però, non è più lo stesso. Siamo nell’era del Post-made in Italy.
Di fronte a quello che ciclicamente concepisce come un ridursi della sua utilità per il progresso sociale, la sociologia ritiene spesso di individuare nuove modalità di ricerca ed analisi con cui poi si illude di dare maggiore fondamento... more
Di fronte a quello che ciclicamente concepisce come un ridursi della sua utilità per il progresso sociale, la sociologia ritiene spesso di individuare nuove modalità di ricerca ed analisi con cui poi si illude di dare maggiore fondamento e spessore al suo ruolo critico ed emancipatorio e così infine di uscire dalla crisi in cui ha creduto di trovarsi. Questo breve libro si propone di mostrare la presenza di una confusione di fondo tra l’attività dello scienziato sociale e l’attività politica, che merita di essere affrontata prima di continuare a spingere la sociologia nell’ambito delle discussioni sui problemi critico-emancipativi come “soluzione” alla sua supposta “crisi disciplinare”. Si vedrà allora che il ricercatore engagé non inventa problemi pretestuosi o falsi, ma agisce da claim-maker, il quale – indifferente alla riflessione epistemologica – con la sua stessa attività diventa parte dei fenomeni sociali che studia e li politicizza attribuendo loro al contempo una dimensione morale, in cui subito viene stabilita dove sia la giusta direzione emancipativa e dove il bene e il giusto.

Enrico Caniglia è professore associato di Sociologia e insegna “Sociologia della devianza” e “Comunicazione politica” presso l’Università di Perugia. Si occupa di Etnometodologia e Analisi della Conversazione applicate a diversi ambiti sociali, come il giornalismo, il linguaggio quotidiano e le pratiche cliniche. Tra le sue pubblicazioni: “La notizia” (2009), “Forme della comunicazione politica” (2013), “Devianza e interazione sociale” (2016), “Neurodiversità” (2018).

Andrea Spreafico è professore associato di Sociologia e insegna “Sociologia corso avanzato” e “Metodologia della ricerca sociale” presso l’Università Roma Tre. Si occupa di Etnometodologia applicata all’uso delle categorie nelle interazioni sociali e di teoria sociologica. Tra le sue pubblicazioni: “La ricerca del sé nella teoria sociale” (2011), “Tracce di ‘sé’ e pratiche sociali. Un campo d’applicazione per una sociologia situata e visuale delle interazioni incarnate” (2016).
Questo libro è stato un’avventura fantastica e deve molto a tante donne, alle ricercatrici, alle studentesse che hanno voluto condividere con noi questa esperienza di ricerca, e a chi, soprattutto, ha scelto di farsi intervistare, donne... more
Questo libro è stato un’avventura fantastica e deve molto a tante donne, alle ricercatrici, alle studentesse che hanno voluto condividere con noi questa esperienza di ricerca, e a chi, soprattutto, ha scelto di farsi intervistare, donne che con grande generosità ci hanno donato il loro tempo, spesso ritagliandolo negli interstizi di una vita sociale pienamente occupata dal lavoro e dalla cura familiare.
La giornata di studi su “Lanuvio e il suo territorio nell’Età moderna: crocevia di storia e arte”, tenutasi il 20 ottobre 2018 e i cui atti sono ora raccolti nel presente volume, s’inserisce in un quadro di vivaci attività di conoscenza e... more
La giornata di studi su “Lanuvio e il suo territorio nell’Età moderna: crocevia di storia e arte”, tenutasi il 20 ottobre 2018 e i cui atti sono ora raccolti nel presente volume, s’inserisce in un quadro di vivaci attività di conoscenza e promozione della cittadina che si identifica con l’antica Lanuvium, posta su uno sperone di lava basaltica nella fascia sud-ovest dei Colli Albani, di orgogliosa popolazione che a lungo contrastò l’ascesa di Roma. Diffusamente studiata dal punto di vista archeologico, la vicenda storica di Lanuvio appare altrettanto ricca d’interesse in età medioevale e moderna, quando fu conosciuta con la denominazione di Civita Lavinia. Le diverse prospettive di osservazione raccolte in questo volume, frutto di diversi percorsi di ricerca, rimandano alla necessità di avviare una nuova stagione di studi che abbiano come protagonista la vasta provincia romana: qui transitarono molti grandi dell’arte, sperimentando tecniche e topoi estetici; qui si combatté per il possesso dei feudi e la conquista del potere nell’Urbe; di qui vennero uomini e risorse che servirono alle grandi famiglie romane per perseguire le proprie strategie politiche, militari o matrimoniali; questo infine il serbatoio delle risorse alimentari di Roma. Ognuno di questi aspetti testimonia della grande ricchezza della provincia romana, di cui Lanuvio è solo uno dei tanti esempi, una ricchezza tutta da riscoprire negli uomini, nelle pratiche, nella vita quotidiana.