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L’emergenza climatica non è solo un’emergenza tra le emergenze. È una questione che potrebbe avere un impatto potenzialmente catastrofico sulle condizioni di vita nella cosmopolis e che funge da “acceleratore esponenziale” di altre... more
L’emergenza climatica non è solo un’emergenza tra le emergenze. È una questione che potrebbe avere un impatto potenzialmente catastrofico sulle condizioni di vita nella cosmopolis e che funge da “acceleratore esponenziale” di altre emergenze, prima tra tutte quella legata alle disuguaglianze di ordine economico e sociale le quali impattano, a cascata, sui diritti, sul lavoro, sui migranti, sul benessere, l’accesso ai servizi, la povertà.
Un’emergenza che va affrontata ora o mai più e per la quale un ruolo importante deve essere svolto dalla società civile. Gli attori sociali possono, difatti, sprigionare quell’energia politica in grado di costruire, tassello dopo tassello, una sfera pubblica transnazio- nale che può utilizzare gli strumenti offerti dal diritto climatico e dal diritto dei diritti umani per pretendere che gli Stati prendano su serio la crisi climatica.
In questo scenario, la prospettiva cosmopolitica è l’unica possibile per realizzare quel cambio di passo necessario per evitare che la crisi climatica determini un radicale peggioramento delle condizioni di vita sulla Terra, con tutti i riflessi che tale peggioramento potrebbe determinare anche sulla tenuta degli Stati liberal-democratici.
El volumen reúne cinco ensayos escritos en el marco de casi veinte años. No obstante la distancia que en el tiempo separa su primera publicación, los ensayos son complementarios entre sí y el análisis que en ellos se propone integra una... more
El volumen reúne cinco ensayos escritos en el marco de casi veinte años. No obstante la distancia que en el tiempo separa su primera publicación, los ensayos son complementarios entre sí y el análisis que en ellos se propone integra una lectura coherente de algunos de los problemas en materia de análisis lógico del derecho, esto es, de lógica, derecho y derechos. Una lectura, a veces incómoda, que, diversamente de lo que podrían sospechar los partidarios de las tesis “políticamente correctas” sobre la racionalidad de las decisiones judiciales y sobre la actuación y tutela jurídica de los derechos fundamentales, no es en absoluto ni un tributo al irracionalismo judicial ni un ataque (el enésimo) a la doctrina y la cultura de los derechos.
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L'ipotesi centrale di questo lavoro è che l'apparato categoriale della logica fuzzy possa fornire strumenti idonei a delineare un modello esplicativo delle decisioni giudiziali in grado di superare la contrapposizione fra razionalismo e... more
L'ipotesi centrale di questo lavoro è che l'apparato categoriale della logica fuzzy possa fornire strumenti idonei a delineare un modello esplicativo delle decisioni giudiziali in grado di superare la contrapposizione fra razionalismo e irrazionalismo normativo. Tale ipotesi si basa su tre assunti. Il primo assunto è che la contrapposizione fra razionalismo e irrazionalismo normativo, così come essa si presenta in molte analisi in tema di decisioni giudiziali, sia espressione di assunzioni di matrice ideologica, e non di argomentazioni di natura teoretica. In altri termini, il primo assunto è che la contrapposizione fra razionalismo e irrazionalismo normativo abbia una valenza emotiva e ideologica, e non esplicativa. Il secondo assunto è che la fuzziness (determinata, ad esempio, da indeterminatezza e/o vaghezza e/o genericità) sia un tratto distintivo dei diversi tipi di linguaggio giuridico, che intervengono sia nelle diverse fasi in cui si articola una decisione giudiziale in quanto attività (in quanto processo decisorio), sia nelle diverse componenti in cui si articola la redazione di una decisione giudiziale in quanto risultato (in quanto prodotto di un processo decisorio). Il terzo assunto è che le diverse forme di ragionamento giudiziale abbiano natura approssimata, e ciò in ragione della fuzziness che caratterizza i diversi tipi di linguaggio giuridico che intervengono nelle differenti fasi in cui una decisione giudiziale si articola.
Research Interests:
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Nella raccolta di contributi che si propone, a un testo introduttivo nel quale si tenta un inventario dei principali problemi che hanno condizionato e/o sono stati condizionati dalle misure di contrasto al Covid-19 o dalla loro (mancata)... more
Nella raccolta di contributi che si propone, a un testo introduttivo nel quale si tenta un inventario dei principali problemi che hanno condizionato e/o sono stati condizionati dalle misure di contrasto al Covid-19 o dalla loro (mancata) attuazione, seguono tre testi che richiamano l’attenzione sulla specificità delle condizioni e dei bisogni di tre classi di soggetti vulnerabili: (i) il primo, di Paola Parolari, riguarda chi, vittima di violenza domestica (donne, ma anche anziani, minori o disabili), si è visto costretto a casa, in una rischiosa coabitazione con i responsabili delle proprie vessazioni; (ii) il secondo, di Alessandra Sciurba, si sofferma sul dramma di chi, anche in tempo di pandemia, non ha alternativa al migrare e si avventura in un Mediterraneo nel quale si tenta di precludere loro lo sbarco; (iii) il terzo, di Emilio Santoro, tratta di chi, sottoposto a detenzione carceraria, è particolarmente esposto al rischio di contagio in carceri sovraffollate e da sempre prive di strutture idonee a garantire l’isolamento e/o un’adeguata assistenza sanitaria. In chiusura, ancora due saggi. Uno, della processual-civilista Loriana Zanuttigh, che con manifesta preoccupazione si interroga sulle sorti del giusto processo che, in nome della tutela della salute pubblica, è (stato) oggetto di misure che rischiano di snaturarne i principi fondanti. L’altro, del costituzionalista Mario Dogliani che, per un verso, deplora il ricorso sempre più disinvolto a una cattiva retorica dei diritti fondamentali come strumento di critica e di rifiuto delle misure che in questi mesi sono (state) prese per contrastare il Covid-19, e, per altro verso, stigmatizza una dilagante confusione di alcune forme dello stesso lessico della teoria dei diritti fondamentali che spiega la cattiva retorica che spesso accompagna le rivendicazioni di chi confonde fra pretese di parte e diritti fondamentali.
Due gli spunti, casuali, dai quali ha preso le mosse l’organizzazione di un incontro a Brescia, il 26 settembre del 2014, per discutere di Diritti delle coppie omosessuali: la sentenza della Cas-sazione 4184 del marzo 2012 e la... more
Due gli spunti, casuali, dai quali ha preso le mosse l’organizzazione di un incontro a Brescia, il 26 settembre del 2014, per discutere di Diritti delle coppie omosessuali: la sentenza della Cas-sazione 4184 del marzo 2012 e la pubblicazione, l’anno successivo, del bel libro di Fabrizio Mastromartino, Il matrimonio conteso. Le unioni omosessuali davanti ai giudici delle leggi del quale avevo pensato di organizzare una presentazione.
L’interesse per il tema e per la pluralità di profili dei quali sollecita una riflessione critica e un attento approfondimento ha però portato, poco per volta, a trasformare quello che doveva essere un incontro per discutere il libro di Mastromartino in una giornata di studi articolata in due sessioni.
La prima, dedicata a una ricognizione dei principali pregiudizi (gius)filosofici che, ancora oggi, accompagnano e condizionano il dibattito fra chi denuncia una discriminazione nei confronti delle coppie omosessuali e chi, invece, magari negando che si tratti di una discriminazione, mette in guardia dai rischi che un pieno riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali potrebbe com- portare. Presieduta dal filosofo della politica Giacomo Marramao, alla prima sessione hanno par- tecipato, con me, l’antropologo culturale Francesco Remotti e i filosofi del diritto Persio Tincani e Francesco Zanetti.
La seconda, dedicata invece a quella che, secondo punti di vista differenti, è considerata la specificità o piuttosto l’anomalia del caso italiano rispetto alla normativa della quasi totalità degli altri paesi europei. In particolare, nei suoi diversi interventi, la seconda sessione si è concentrata sull’analisi dei mancati interventi del legislatore e sulla giurisprudenza italiana degli ultimi anni (dalle sentenze della Corte costituzionale del 2010 e della Corte di cassazione del marzo 2012 alle più recenti sentenze che, sempre più incalzanti, negli ultimi mesi sembrano voler imprimere un’accelerazione non solo in tema di riconoscimento di same-sex marriage celebrati all’estero ma anche in tema di adozione). Presieduta dal Consigliere della Corte di Cassazione Roberto Giovanni Conti, alla seconda sessione hanno partecipano Carla Lendaro, giudice della Corte d’Appello di Brescia e Presidente dell’Associazione Donne Magistrato, il privatista Francesco Bilotta e i filosofi del diritto Francesco Mastromartino e Giacomo Viggiani.
La parte monografica di questo numero di «Diritto & Questioni pubbliche» raccoglie (ad eccezione di quelli di Giacomo Marramao e di Carla Lendaro) i contributi dell’incontro bresciano; l’ordine seguito nella loro successione è quello della loro presentazione.
La scelta di dedicare questo numero di “Ragion Pratica” all’interrogativo sulle condizioni che (eventualmente) consentano di giudicare etica una guerra è stata sollecitata dalla guerra in Kosovo. La decisione è stata presa mentre la... more
La scelta di dedicare questo numero di “Ragion Pratica” all’interrogativo sulle condizioni che (eventualmente) consentano di giudicare etica una guerra è stata sollecitata dalla guerra in Kosovo. La decisione è stata presa mentre la guerra era ancora in corso e i dubbi sulla sua liceità, legittimità e giustificabilità particolarmente drammatici e laceranti. Drammatici sia per il bilancio di vittime e di distruzioni di giorno in giorno sempre più grave, sia per i timori sui suoi possibili sviluppi ed esiti; laceranti perché la tutela e la difesa dei diritti umani, nel cui nome si stava combattendo, erano la comune preoccupazione sia di chi consentiva con il ricorso alla guerra, sia di chi da tale ricorso dissentiva.
Psicologicamente meno urgenti e coinvolgenti (l’informazione ha bisogno di drammi, tragedie e catastrofi sempre nuove per tener desto l’interesse), i dubbi sulla liceità, legittimità e giustificabilità della guerra in Kosovo ancora oggi sono, però, drammatici e laceranti, nonostante la guerra sia ormai conclusa (formalmente, almeno, dato che violenze e vendette hanno, in realtà, continuato ad essere cronaca quotidiana).
Il volume raccoglie i testi di un ciclo di incontri organizzati per gli studenti bresciani del corso di Filosofia del diritto. In appendice, si riproduce il testo di Stefano Rodotà del 2012: Beni comuni: una strategia globale contro lo... more
Il volume raccoglie i testi di un ciclo di incontri organizzati per gli studenti bresciani del corso di Filosofia del diritto. In appendice, si riproduce il testo di Stefano Rodotà del 2012: Beni comuni: una strategia globale contro lo human devide ; testo chiave  per comprendere la portata (della costituzionalizzazione o quantomeno della regimentazione giuridica) di una declinazione congiunta della tutela dei diritti fondamentali e dei beni comuni. La scelta del tema – la necessaria sinergia fra diritti fondamentali e beni comuni per affrontare le principali sfide dell’era globale – e, in particolare, quella del fenomeno migratorio, così come la scelta degli ospiti – Valerio Calzolaio, Roberto Cammarata, Antonello Ciervo, Ulderico Pomarici, Maurizio Tira – e dei temi dei quali ciascuno di loro avrebbe dovuto occuparsi, erano state prese, tutte prima del manifestarsi delle prime avvisaglie del diffondersi del virus Covid-19 e prima dell’apprensione e dell’affanno di dover far fronte a quella che rapidamente si è andata configurando come una pandemia.
Una vera emergenza quella del deflagrare della pandemia da Covid-19 che nella sua drammaticità era facile pensare che avrebbe potuto destituire di interesse il tema della necessaria sinergia fra diritti fondamentali e beni comuni. Al contrario, questa inattesa emergenza ha contribuito a mostrare invece la drammatica urgenza di individuare e attuare misure in grado di garantire un’effettiva tutela degli uni e degli altri nella loro manifesta complementarità, almeno sotto due profili.
Per un verso, ha contribuito, infatti, a denunciare gli effetti sempre più nefasti che l’alterazione dell’ambiente e dell’ecosistema globale produce per la salute del genere umano, e, per altro verso, ha riproposto in una prospettiva forse per la prima volta veramente globale, la vexata quaestio relativa ai medicinali salva vita da considerare beni comuni ai quali tutti devono poter accedere.
La connotazione sempre più multiculturale (multietnica, multireligiosa, “multirazziale”) di un crescente numero di paesi, anche ma non solo dell’“occidente” ricco e democratico, meta dei flussi migratori successivi alla fine della guerra... more
La connotazione sempre più multiculturale (multietnica, multireligiosa, “multirazziale”) di un crescente numero di paesi, anche ma non solo dell’“occidente” ricco e democratico, meta dei flussi migratori successivi alla fine della guerra fredda, ripropone il tema della tutela e attuazione dei diritti fondamentali in una prospettiva nuova (anche se non del tutto inedita). Una prospettiva che sollecita interrogativi e mostra difficoltà che, per un verso, sul piano della riflessione ed elaborazione teorica, concorrono a rimettere in discussione i termini abituali con i quali si è spesso scandito l’antagonismo fra chi rivendica e chi invece contesta l’universalismo dei diritti fondamentali, la loro inviolabilità, inderogabilità e indivisibilità, e, per altro verso, sul piano dell’individuazione e della scelta delle politiche governative da adottare in società sempre più complesse e plurali, sollecitano una riflessione su quali trasformazioni del diritto (inter)nazionale possano consentire, nella molteplicità delle loro possibili traduzioni, il dialogo, il confronto e soprattutto l’interazione e la convivenza fra genti (fra individui) di tradizioni differenti.
Questo, nella loro specifica diversità e nella loro reciproca complementarità, il comune ambito tematico dei saggi di Pietro Costa, Orsetta Giolo, Tecla Mazzarese, Paola Parolari, Baldassare Pastore, Cesare Pinelli, Giorgio Pino, Francesco Remotti, Alison Dundes Renteln e Rodolfo Sacco, raccolti in questo volume.
Research Interests:
Il 2 dicembre del 2011, a Brescia, si è tenuto il Convegno "Teoria generale del diritto e filosofia analitica", per ricordare Giacomo Gavazzi nel quinto anniversario dalla sua scomparsa; relatori: Ernesto Bettinelli, Paolo Comanducci,... more
Il 2 dicembre del 2011, a Brescia, si è tenuto il Convegno "Teoria generale del diritto e filosofia analitica", per ricordare Giacomo Gavazzi nel quinto anniversario dalla sua scomparsa; relatori: Ernesto Bettinelli, Paolo Comanducci, Luigi Ferrajoli, Jordi Ferrer, Riccardo Guastini, Tecla Mazzarese, José Juan Moreso, Alessan- dro Pace, Michele Taruffo.
Questo volume ne raccoglie i contributi.
Ma non solo. Il volume include anche altri contributi: quelli di alcuni allievi di Gavazzi che hanno scelto una carriera diversa da quella accademica: Giorgio Danesi, Piero Pollastro e Stefano Vicariotto, e quelli di alcuni teorici e filosofi del diritto di indirizzo analitico: Silvana Castignone, Pier- luigi Chiassoni, Enrico Diciotti (in un lavoro a doppia firma con il costitu- zionalista Mario Perini), Mario G. Losano, Claudio Luzzati, Giorgio Pino.
In appendice, infine, due testi: una Nota bio-bibliografica relativa a Giacomo Gavazzi e, di particolare interesse e rilievo, un’intervista inedita del 1989 con la quale si chiude la tesi di laurea di Marco Pesaresi Aspetti della teoria generale del diritto di Giacomo Gavazzi.
Eugenio Bulygin is a distinguished representative of legal science and legal philosophy as they are known on the European continent - no accident, given the role of the civil law tradition in his home country, Argentina. Over the past... more
Eugenio Bulygin is a distinguished representative of legal science and legal philosophy as they are known on the European continent - no accident, given the role of the civil law tradition in his home country, Argentina. Over the past half-century, Bulygin has engaged virtually all major legal philosophers in the English-speaking countries, including H.L.A. Hart, Ronald Dworkin, and Joseph Raz. Bulygin's essays, several written together with his eminent colleague and close friend Carlos E. Alchourrón, reflect the genre familiar from Alf Ross's On Law and Justice, Hans Kelsen's Pure Theory of Law, and Georg Henrik von Wright's Norm and Action. Bulygin's wide-ranging interests include most of the topics found under the rubric of analytical jurisprudence - interpretation and judicial reasoning, validity and efficacy of law, legal positivism and the problem of normativity, completeness and consistency of the legal system, the nature of legal norms, and the role of deontic logic in the law. The reader will take delight in the often agreeably unorthodox character of Bulygin's views and in his hard-hitting arguments in defence of them. He challenges the received opinion on gaps in the law, on legal efficacy, on permissory norms, and on the criteria for legal validity. Bulygin's essays have been wellnigh inaccessible in the past, appearing in specialized journals, often in Spanish or German. They are now available for the first time in an English-language collection.
A sessant’anni dalla Dichiarazione universale del 1948, i saggi raccolti nella prima parte del volume richiamano l’attenzione sui ritardi, le promesse mancate e i numerosi aspetti etici e teoretici che rendono complesse e problematiche la... more
A sessant’anni dalla Dichiarazione universale del 1948, i saggi raccolti nella prima parte del volume richiamano l’attenzione sui ritardi, le promesse mancate e i numerosi aspetti etici e teoretici che rendono complesse e problematiche la dottrina e la cultura dei diritti ma anche, e in particolare, sulle nuove sfide e i tentativi di delegittimazione con cui, oggi, l’una e l’altra sono sempre più spesso chiamate a confrontarsi. Questa attenzione non è sollecitata, però, dall’intento di contribuire a quella che da qualche tempo è diventata la contestazione sempre più corale dei principi e dei valori di cui la dottrina e la cultura dei diritti sono espressione, quanto, piuttosto, dall’intento di ritrovare e riproporre, dell’una e dell’altra, le “buone ragioni” che le fondano e le giustificano.
Completa e integra la prima parte del volume un’ampia appendice che, dopo il testo della Dichiarazione universale del 1948 e quello di due sue anticipazioni di fine settecento (la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 e la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina scritta da Olympe de Gouges nel 1791), propone una vasta ricognizione delle carte regionali nelle quali, a partire dal 1948, il catalogo dei diritti della Dichiarazione universale ha trovato (una parziale e non sempre concorde) riformulazione.
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L'opera e la figura di Ernesto Garzn Valds sono ancora in buona misura poco note in Italia. Filosofo politico fra i pi influenti nel vasto mondo di lingua spagnola, in un panorama editoriale quasi totalmente dominato dagli autori... more
L'opera e la figura di Ernesto Garzn Valds sono ancora in buona misura poco note in Italia. Filosofo politico fra i pi influenti nel vasto mondo di lingua spagnola, in un panorama editoriale quasi totalmente dominato dagli autori anglosassoni, Garzn Valds , al pari di Bobbio, una delle poche voci "latine" di levatura internazionale, capaci di una riflessione autonoma e originale. Questo libro intende mettere a disposizione del lettore italiano una scelta ragionata - curata da Paolo Comanducci e Tecla Mazzarese - di alcuni suoi lavori rappresentativi. Si tratta di analisi su temi-chiave della filosofia morale e politica contemporanea: dal problema della tolleranza in una societ multietnica a quello della corruzione e a quello della rappresentanza democratica, fino alle classiche questioni della definizione dei concetti di responsabilit e di ragionevolezza. Scritti cui la vicenda biografica dell'autore, che ha conosciuto la protervia della dittatura argentina e un lungo esilio, conferisce particolare pregnanza.
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Altalenante, tanto in letteratura quanto nelle politiche dei singoli Stati e di una sempre più traballante governance regionale e internazionale, l’interesse per i beni comuni, nonostante le sfide dell’era globale mostrino l’urgenza di... more
Altalenante, tanto in letteratura quanto nelle politiche dei singoli Stati e di una sempre più traballante governance regionale e internazionale, l’interesse per i beni comuni, nonostante le sfide dell’era globale mostrino l’urgenza di una loro costituzionalizzazione e di un’attenta declinazione delle istituzioni di governo e delle istituzioni di garanzia che ne assicurino tanto la salvaguardia quanto l’accesso.
Esemplare, in letteratura e soprattutto nelle politiche sovra e/o (inter)nazionali, la scarsa attenzione nei confronti di due temi: (i) il primo è quello della necessaria sinergia fra affermazione e tutela dei diritti fondamentali, da una parte, e, dall’altra, salvaguardia e accesso ai beni comuni; (ii) il secondo è quello relativo alla sfida delle (nuove) migrazioni nella sua manifesta interdipendenza con le principali sfide dell’era globale, siano esse risalenti – come quella della fame, della povertà, delle diverse forme di diseguaglianza e del continuo riproporsi di conflitti armati – o più recenti – come quella delle diverse forme di inquinamento, del cambiamento climatico, del riscaldamento globale e, da ultimo, quella del rischio del progressivo riproporsi di sempre nuove pandemie.
Il principale rilievo mosso al volume che Ferrajoli dedica alla denuncia di "dieci aporie" nel pensiero Kelseniano è che la valutazione critica della reine Rechteslhere e delle tesi in cui si articola, non deriva da un confronto diretto... more
Il principale rilievo mosso al volume che Ferrajoli dedica alla denuncia di "dieci aporie" nel pensiero Kelseniano è che la valutazione critica della reine Rechteslhere e delle tesi in cui si articola, non deriva da un confronto diretto con le forme e i modi in cui il diritto di volta in volta può contingentemente configurarsi quanto piuttosto da un parallelo con la propria teoria e con le tesi di cui essa si compone. Procedimento, questo, che elude la principale critica da rivolgere (non tanto a Kelsen e alla sua reine Rechtslhere nelle forme e nei modi in cui si è andata configurando nel corso dei decenni quanto piuttosto) a un acritico kelsenismo ancora imperante che sembra ignorare che un apparato categoriale come quello di Kelsen, elaborato per render conto dei rapporti fra ordinamenti statali e fra singoli ordinamenti statali e il diritto internazionale, da decenn risulta ormai radicalmente inadeguato a render conto della pluralità e complessità di rapporti fra forme di diritto statale, infrastatuale, astatuale, transnazionale, sovranazionale e internazionale nell’imperversare di un pluralismo confuso e diffuso di fonti del diritto.
In questo lavoro, il tema del diritto dei migranti ad essere diversi nelle società multiculturali è affrontato prestando particolare attenzione al con- testo più generale del costituzionalismo (inter)nazionale e della crisi che negli... more
In questo lavoro, il tema del diritto dei migranti ad essere diversi nelle società multiculturali è affrontato prestando particolare attenzione al con- testo più generale del costituzionalismo (inter)nazionale e della crisi che negli ultimi decenni ne investe non solo singoli principi ma l’intero progetto politico e giuridico nel suo complesso. Così, in particolare, prima di tentare qualche ri- flessione finale sulla necessità di liberarsi dai preconcetti che condizionano le istanze a (non) tutelare il diritto dei migranti ad essere diversi nelle società delle quali sono diventati parte integrante, per un verso, sono presi in esame gli ar- gomenti che consentono di affermare che quello ad essere diversi, non è estra- neo al costituzionalismo (inte)rnazionale ma ne individua invece il principio ul- timo e fondante e, per altro verso, si segnalano le principali reticenze che osta- colano la declinazione del diritto ad essere diversi nel caso dei migranti nelle società multiculturali.
El derecho a ser diversos es uno de los principales tratos distintivos de la concepción de los derechos fundamentales que caracteriza al constitucionalismo (inter)nacional del segundo posguerra. En la pluralidad de sus reformulaciones,... more
El derecho a ser diversos es uno de los principales tratos distintivos de la concepción de los derechos fundamentales que caracteriza al constitucionalismo (inter)nacional del segundo posguerra.
En la pluralidad de sus reformulaciones, las diversas declinaciones del catálogo de los derechos fundamentales que, a partir de la Declaración de 1948, se han subseguido en el derecho internacional, regional y estatal, comparten, en efecto, la afirmación de un mismo principio de igualdad en los derechos que no niega, ni ignora, sino al contrario, sanciona igual dignidad para la variedad de diferencias que, en sus mutables combinaciones, concurren a la definición de la específica identidad de cada individuo. Igual dignidad, en particular, por las diferencias que recurrentemente, han sido utilizadas en el curso de la historia como razón de discriminación si no de persecución y exterminio.
A menudo infravalorado o ignorado, una mayor atención por el relieve del derecho a ser diversos en la concepción de los derechos que caracteriza al constitucionalismo (inter)nacional del segundo posguerra consentiría en mostrar la gratuidad de muchas críticas y prejuicios que connotan gran parte de las controversias sobre el (no) universalismo de los derechos y/o sobre la matriz (no) occidental de los valores de los cuales son expresión. Consentiría, en particular, en limpiar el campo de críticas y prejuicios cuando tales controversias se refieren al carácter siempre más multicultural, multiétnico y multireligioso, de las sociedades de los países meta de los nuevos flujos migratorios en los últimos veinticinco años.
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Nonostante la sua fortuna nella lettura, connotazione, interpretazione e valutazione di molte dinamiche sociali, quando non addirittura il rilievo del suo ruolo nell’ingenerarle o condizionarle, quella fra “noi” e “gli altri” è una... more
Nonostante la sua fortuna nella lettura, connotazione, interpretazione e valutazione di molte dinamiche sociali, quando non addirittura il rilievo del suo ruolo nell’ingenerarle o condizionarle, quella fra “noi” e “gli altri” è una contrapposizione tanto problematica sotto il profilo empirico-descrittivo e teorico-esplicativo quanto insidiosa sotto il profilo assiologico-normativo. Sia il carattere problematico sia il carattere insidioso della contrapposizione trovano entrambi un’esemplificazione paradigmatica quando “gli altri” sta ad indicare coloro che, migranti, appartengono a una cultura differente da quella dei cittadini del paese in cui vivono e a lavorano e “noi”, invece, i cittadini delle democrazie costituzionali dei paesi che, negli ultimi venticinque anni sono (stati) la principale meta dei flussi migratori. Se preso sul serio, infatti, il costituzionalismo che informa le democrazie e l’ordinamento giuridico di questi paesi non giustifica né dovrebbe ammettere la liceità e la legittimità di una linea di demarcazione e discriminazione fra coloro che si riconosce (“noi”, i cittadini) e coloro che invece si contesta (“gli altri”, gli stranieri migranti) possano essere titolari dei diritti enunciati nelle carte costituzionali del diritto interno e in una pluralità di patti e convenzioni regionali e internazionali. Questa, in estrema sintesi, la tesi che intendo argomentare in questo intervento (§ 4). Preliminarmente, però, nelle pagine che seguono propongo una ricognizione di alcuni argomenti che, in generale, giustificano l’affermazione del carattere non solo problematico ma anche e forse soprattutto insidioso della contrapposizione fra “noi” e “gli altri” (§ 2), e, in particolare, di alcuni argomenti che giustificano questa affermazione quando la contrapposizione, oggi, è utilizzata nelle società multiculturali delle democrazie costituzionali per (ri)mettere in discussione l’universalismo dei diritti fondamentali e per (ri)definire l’insieme dei soggetti che (non) possono esserne considerati titolari (§ 3).
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Manifestamente problematico per l’antagonismo fra chi ne rivendica e chi invece ne contesta l’affermazione, l’attuazione e la tutela, quello dei diritti fondamentali è un tema complesso e insidioso in relazione al quale in letteratura non... more
Manifestamente problematico per l’antagonismo fra chi ne rivendica e chi invece ne contesta l’affermazione, l’attuazione e la tutela, quello dei diritti fondamentali è un tema complesso e insidioso in relazione al quale in letteratura non c’è forse un solo profilo che non sia (stato) ragione di aspro e radicale dissenso.
E ancora, a partire dalla seconda metà del novecento, è un tema complesso e insidioso non solo in letteratura ma, non meno significativamente, anche nella realtà delle successive trasformazioni del diritto e della politica (inter)nazionale.
Ora, non ignorando né volendo sottovalutare il rilievo della varietà di argomenti che giustificano e fondano dissensi e contrapposizioni nell’analisi della loro nozione, l’attenzione di queste pagine sarà principalmente rivolta alla duplice dimensione, giuridica e politica, dei termini nei quali, a partire dal secondo novecento, i diritti fondamentali (non) sono stati oggetto di affermazione, attuazione e tutela.
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Son dos las cuestiones principales tomadas en consideración en este ensayo. La primera cuestión concierne a los términos en los que Kelsen (re)propone la doctrina de la guerra justa para afirmar el principio de la “paz a través del... more
Son dos las cuestiones principales tomadas en consideración en este ensayo.
La primera cuestión concierne a los términos en los que Kelsen (re)propone la doctrina de la guerra justa para afirmar el principio de la “paz a través del derecho”, entendido éste como instrumento necesario para la conservación de la paz?
La segunda cuestión concierne, en cambio, a la plausibilidad que los términos con los cuales Kelsen formula el problema de la afirmación del principio de la “paz a través del derecho” puede prescindir, contrariamente a lo que parece asumir Kelsen, de la identificación y de la definición de los casos en los cuales una guerra puede decirse (i)legítima.
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Il principale intento di questo lavoro è quello di proporre una (ri)lettura dell’articolo 3 della costituzione, e della congiunzione dei suoi due commi, che evidenzi il tratto distintivo e innovativo a un tempo della concezione del... more
Il principale intento di questo lavoro è quello di proporre una (ri)lettura dell’articolo 3 della costituzione, e della congiunzione dei suoi due commi, che evidenzi il tratto distintivo e innovativo a un tempo della concezione del principio d’eguaglianza che nel secondo dopoguerra si afferma e si diffonde negli ordinamenti giuridici di un numero sempre più ampio di paesi a regime democratico. Rilettura, quella che si intende proporre, che consente di individuare un criterio, se non per decidere sempre ed univocamente, almeno per ridurre i margini di incertezza relativi alla pluralità ed eterogeneità di casi nei quali si dà tensione dialettica fra differenze da tutelare ed eguaglianza alla quale non derogare.
Il lavoro si propone, in primo luogo, di render conto, per quanto sommariamente, sia della pluralità di concetti e concezioni del neocostituzionalismo (§ 1.), sia dei principali ordini di difficoltà che rendono controversa la nozione di... more
Il lavoro si propone, in primo luogo, di render conto, per quanto sommariamente, sia della pluralità di concetti e concezioni del neocostituzionalismo (§ 1.), sia dei principali ordini di difficoltà che rendono controversa la nozione di diritti fondamentali (§ 2.); in secondo luogo, di prendere in esame come l’attuazione e la tutela dei diritti fondamentali, entrambi momenti centrali e tratti distintivi del neocostituzionalismo, possano reagire sull’interpretazione (§ 3.), e sull’applicazione (giudiziale) del diritto (§ 4.); e, da ultimo, in terzo luogo, di accennare a quella che può essere considerata la dimensione sovranazionale dei diritti fondamentali, al ruolo, cioè, che il loro riconoscimento giuridico ha (avuto) nella (ri)definizione del rapporto fra diritto interno dei singoli stati e diritto inter- nazionale (§ 5.).
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Taking as a main point of reference Bulygin's paper on “Cognition and Interpretation of Law”, the paper concentrates on the question of whether, in legal decision-making, any relation between cognition and interpretation of law can be... more
Taking as a main point of reference  Bulygin's paper on “Cognition and Interpretation of Law”, the paper concentrates on the question of whether, in legal decision-making, any relation between cognition and interpretation of law can be said to hold both with respect to legal norms to be applied and with respect to the facts to be assessed in legal decisions. With an eye to this question I will focus on the two main tenets of Bulygin's analysis, as I understand it. The first tenet is that there is no theoretical barrier standing in the way of the cognition of the fact(s) to be assessed in order to decide a given legal case. I will devote the first part of my paper to an analysis of this claim. The second tenet is that there is no theoretical barrier standing in the way of the cognition of the legal norm(s) to be applied in order to decide a given legal case. I will devote the second part of my paper to an analysis of this claim.
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The paper concentrates on Kelsen's view on the possibility of a logical analysis of (legal) norms using truth-functional principles; norms, that is to say, that are ordered in a dynamic system. In particular, firstly, I will show that... more
The paper concentrates on Kelsen's view on the possibility of a logical analysis of (legal) norms using truth-functional principles; norms, that is to say, that are ordered in a dynamic system. In particular, firstly, I will show that Kelsen already mentions the problem in his early works but that he only begins to be aware of its theoretical complications after 1969. Secondly, I will show that Kelsen's thesis on law and logic in his later work is neither inconsistent nor incoherent vis-à-vis the main tenets of his Pure Theory of Law.
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In the perspective of an ongoing confrontation with Danilo Zolo’s view, this paper focuses on two main factors increasingly affecting the crisis of the State and its sovereignty since the second half of the last century: the (dis)ordered... more
In the perspective of an ongoing confrontation with Danilo Zolo’s view, this paper focuses on two main factors increasingly affecting the crisis of the State and its sovereignty since the second half of the last century: the (dis)ordered development of the (inter)national fundamental rights law, on the one side and, on the other, the always more pervasive diffusion of the lex mercatoria in its different forms. Rarely considered in the symmetrical opposition that connotes their impact on today’s sovereignty crisis, the two factors together show that the main point is not whether to support sovereignty once again but rather how to choose between two alternative and irreconcilable systems of values: that of the neoliber(al)ism with its straight defense of economic profit and partisan interests, or that of the constitutionalism of the second half of last century based on solidarity and the protection of dignity, fundamental rights and commons.
Il testo si incentra, in particolare, sul confronto con le risposte proposte da Eugenio Bulygin alle domande: "Perché la logica?”, “Perché non occuparsi della relatà giuridica?"
Presentazione di "costituente terra", della sua genesi e del suo progetto
Before examining which can be considered the main challenges with which legal translation has been dealing with in the last decades, the work attempts to outline a map of its traditional problems, starting from a twofold ambiguity of... more
Before examining which can be considered the main challenges with which legal translation has been dealing with in the last decades, the work attempts to outline a map of its traditional problems, starting from a twofold ambiguity of “legal language”. The first ambiguity stems from its double dimension as ordinary and technical language. The second ambiguity con- cerns the three different uses of “legal language” according to which it can refer to (i) the language of law, (ii) the language of legal dogmatics, and (iii) the language of adjudication. Prior to the map of the traditional problems of legal translation deriving from the combina- torial result of the terms of either ambiguity, attention will be paid to the interdisciplinary nature of legal translation and to the semantic and pragmatic main features of legal language.Rivista di Filosofia del diritto
In a close comparison both with Luigi Ferrajoli’s theory of law and democracy and with Stefano Rodotà’s position, the intent of these pages is to focus on the claim for a consciously systemic strategy to face the main challenges of the... more
In a close comparison both with Luigi Ferrajoli’s theory of law and democracy and with Stefano Rodotà’s position, the intent of these pages is to focus on the claim for a consciously systemic strategy to face the main challenges of the global era. Thus, in particular, reference will be made to forms of the mutual conditioning between funda- mental rights and commons, as well as to the evaluation of the consequences that the legal regimentation of their respective guarantees may involve with regard to a possible (re)definition of national and international law. Preliminarily, paying attention to some of the arguments underestimating or contrasting the need for a legal regulation of the guarantees of fundamental rights in their interaction with commons, a brief survey of some profiles in relation to which the notion of commons is the target of sharp contro- versies will be provided.
In aperto dissenso con chi, dall'8 agosto 1991, continua a parlarne e ad affrontarli in termini emergenziali, in questo lavoro, i flussi migratori non sono considerati eccentriche ed episodiche emergenze ma fenomeni strutturalmente... more
In aperto dissenso con chi, dall'8 agosto 1991, continua a parlarne e ad affrontarli in termini emergenziali, in questo lavoro, i flussi migratori non sono considerati eccentriche ed episodiche emergenze ma fenomeni strutturalmente sistemici, complessi e plurali nella molteplicità di variabili che li condizionano e connotano. Da qui le due affermazioni difese in questo lavoro: (i) la necessità di una ridefinizione organicamente complessiva dei termini della tutela e attuazione dei diritti fondamentali che, nell'indivisibilità del loro insieme e nel loro doppio legame con la salvaguardia dei beni fondamentali, individuano l'unica strategia per porre fine a quelle forme di migrazione di chi vi è costretto dal venir meno delle condizioni minime della propria sopravvivenza; (ii) la necessità che anche gli interventi per porre finalmente rimedio alle troppe reticenze e incertezze del diritto (inter)nazionale nella declinazione delle garanzie per rendere effettivo il diritto di migrare e per tutelare i diritti di chi migra, debbano essere pensati e posti in essere nella prospettiva di una ridefinizione complessiva della tutela dei diritti fondamenti nella loro totalità e della loro interazione con la salvaguardia dei beni fondamentali. Abstract: Contrary to those who continue to address them in emergency terms since 8 August 1991, in this work migratory flows will be dealt with not as eccentric and episodic emergencies but as structurally systemic, complex and plural phenomena in the multiplicity of variables that condition and characterize them. Hence the two statements that will be defended in these pages are: (i) the need for an organically comprehensive redefinition of the protection and implementation of fundamental rights which, in their indivisibility and double bind with the safeguarding of fundamental goods, identify the only strategy to put an end to the forms of migration of those forced by the loss of minimum conditions for their survival; (ii) the need that the also the interventions to finally remedy the uncertainties and delays of the (inter)national law concerning the right to migrate and the protection of the rights of those who migrate, are to be conceived as part of the overall redefinition of the protection of fundamental rights in their interaction with the safeguarding of fundamental goods.
Difficile eludere, nonostante la persistente e quasi tendenza a rimuoverle, le nuove sfide che il diritto nazionale e internazionale si trova ad affrontare, nell’immediato, in relazione al tentativo di arginare la diffusione del contagio... more
Difficile eludere, nonostante la persistente e quasi tendenza a rimuoverle, le nuove sfide che il diritto nazionale e internazionale si trova ad affrontare, nell’immediato, in relazione al tentativo di arginare la diffusione del contagio da Covid-19, e, nel medio e lun- go periodo, in relazione al profilarsi di una realtà in cui il succedersi di epidemie e/o pandemie individuerà una costante sistemica. Fra le diverse sfide poste al diritto (inter)nazionale quella più drammaticamente urgente è proprio quella con cui il modello politico-economico è più refrattario a confrontarsi; è la sfida, cioè, relativa alla sua radicata matrice neoliber(al)ista e al rifiuto anche solo di prendere in considerazione la possibilità di una sua alternativa.
Prima però di indicare con maggiore precisione i termini del dilemma di cui questa sfida è espressione, l’attenzione, sarà rivolta non solo, in generale, allo specifico rilievo della normativa (d’emergenza) sul contenimento della pandemia in relazione ai diversi momenti dell’interpretazione giuridica e, più in par- ticolare, alla distinzione di due ordini di criticità con cui tale normativa (d’emergenza) si è confrontata e continua a confrontarsi, ma anche ad alcune notazioni sul preteso e ormai già radicato cambiamento, determinato dall’attuale pandemia, in coloro che ne stanno vivendo l’esperienza.
At the end of 2017, Gustavo Zagrebelsky launches a radically critical attack on fundamental rights and raises the question «whether the injustices and the evils of the world [...] are at fault or because of the rights». Taking a start... more
At the end of 2017, Gustavo Zagrebelsky launches a radically critical attack on fundamental rights and raises the question «whether the injustices and the evils of the world [...] are at fault or because of the rights». Taking a start from such a confusing doubt and from the solicitation for «a jurisprudence that [put in relation] the claims of rights with the problem of justice», this work focuses on the specific difficulties that today affects the conjugation of law and justice within the coordinates of the principles of (inter)national constitutionalism and, in particular, with reference to its founding principle of protection and implementation of fundamental rights. In particular, in order to clarify and justify the reply to the “disorienting question” by Zagrebelsky (§ IV), first, it will be specified in what a sense it is plausible to maintain that the political and legal project of (inter)national constitutionalism identifies the terms for an unprecedented conjugation of justice and law (§ II), and then attention will be directed to the difficulties with which the (inter)national jurisdiction is confronted when it wants to conform to the basic principle of (inter)national constitutionalism of the protection and implementation of fundamental rights (§ III).
Esta contribución se propone llamar la atención sobre la urgencia de una filosofía del derecho que confronte con los cambios en el derecho que en los últimos setenta años han sido condicionados por el constitucionalismo (inter)nacional y... more
Esta contribución se propone llamar la atención sobre la urgencia de una filosofía del derecho que confronte con los cambios en el derecho que en los últimos setenta años han sido condicionados por el constitucionalismo (inter)nacional y las respuestas a sus desafíos; cambios heterogéneos con los cuales hace mucho tiempo se confrontan los juristas y sobretodo los jueces que, incluso en sus transformaciones no siempre unívocas, deben justificar sus decisiones en el derecho. En particular, después de haber recordado sus rasgos distintivos y especificado las razones de su denominación, del constitucionalismo (inter)nacional se distinguirán dos órdenes de desafíos que en su conjunción permiten delinear un marco unitario de la configuración actual de la diversas formas de derecho que están afectadas por una proliferación desordenada y confusa de nuevas formas de producción jurídica. ABSTRACT This contribution has as purpose drawing attention on the urgency of a Philosophy of Law that confront with the changes in law which in the last seventy years have been conditioned by (inter) national constitutionalism and its challenges answers; heterogeneous changes which many time ago jurists and especially judges have confronted with, even in its not always univocal transformations, must justify their decisions in Law. Particularly, after remembering its distinctive features and specifying reasons of its denomination, from (inter) national constitutionalism will be distinguish two challenge orders that in conjunction allows to delineate a unitary frame of actual configuration of diverse ways of law that are affected by a disordered and unclear proliferation of new ways of legal production.
Prendendo come punto di riferimento e di riferimento il volume di A. Morrone, Le fonti normative (2018), in queste pagine, dopo alcune notazioni preliminari sulla scelta della locuzione “fonti normative”, si prenderanno in esame due... more
Prendendo come punto di riferimento e di riferimento il volume di A. Morrone, Le fonti normative (2018), in queste pagine, dopo alcune notazioni preliminari sulla scelta della locuzione “fonti normative”, si prenderanno in esame due profili del (dis)ordine delle fonti.
Il primo, relativo a dubbi e incertezze sull’individuazione e selezione delle forme di produzione giuridica, riguarda, in particolare, la perplessità (i) se sia opportuno scegliere di restringere il campo d’analisi solo alla triangolazione fra diritto interno statale, diritto regionale e diritto internazionale o (ii) se sia invece necessario interrogarsi anche sui condizionamenti che, sulle forme e i modi di tale triangolazione, possono determinare altre forme di produzione giuridica oggi sempre più presenti e pervasive nella regolamentazione di molte materie.
Il secondo profilo riguarda invece tre ordini di interrogativi, di carattere giusfilosofico e giuspolitico, sollecitati dalla proliferazione, ad oggi priva di qualsiasi regimentazione, di forme di produzione giuridica; tre ordini di interrogativi, distinti ma fra loro non irrelati, relativi (i) a quello che può essere denominato “disordinamento giuridico”  e alla necessità di un nuovo apparato teorico-concettuale per renderne conto; (ii) al preteso “attivismo” dei giudici nazionali e internazionali, e, non ultimo, (iii) ai rischi della “tenuta” del principio della separazione dei poteri.
At the end of 2017, Gustavo Zagrebelsky launches a radically critical attack on fundamental rights and raises the question «whether the injustices and the evils of the world [...] are at fault or because of the rights». Taking a start... more
At the end of 2017, Gustavo Zagrebelsky launches a radically critical attack on fundamental rights and raises the question «whether the injustices and the evils of the world [...] are at fault or because of the rights». Taking a start from such a confusing doubt and from the solicitation for «a jurisprudence that [put in relation] the claims of rights with the problem of justice», this work focuses on the distinctive features and specific difficulties that today affects the conjugation of law and justice within the coordinates, well defined even in their dynamic flexibility, of the principles of (inter)national constitutionalism and, in particular, with reference to its founding principle of protection and implementation of fundamental rights. In particular, in order to clarify and justify the reply to the “disorienting question” by Zagrebelsky (§ 4), first, it will be specified in what a sense it is plausible to maintain that the political and legal project of (inter)national constitutionalism identifies the terms for an unprecedented conjugation of justice and law (§ 2), and then attention will be directed to the difficulties with which the (inter)national jurisdiction is increasingly confronted when it wants to adhere to the founding principle of (inter)national constitutionalism of the protection and implementation of fundamental rights (§ 3).
Norm and Action is an undoubtedly corner stone in the almost fifty years of researches devoted by von Wright to deontic logic. Nevertheless, as usual with any philosophical topic he has ever investigated, von Wright never conceived of its... more
Norm and Action is an undoubtedly corner stone in the almost fifty years of researches devoted by von Wright to deontic logic. Nevertheless, as usual with any philosophical topic he has ever investigated, von Wright never conceived of its results as an ultimate and definitive achievement. Actually he was never content with his tentative answers concerning the ontological status of (legal) norms nor convinced of the jurists' expectation to conceive of deontic calculi as a suitable logic of legal norms.
No doubt that von Wright’s deontic logic has been a radical innovative contribution to philosophical logics in the variety of their developments in the second half of last century. Nevertheless, despite the great interest for his calculi... more
No doubt that von Wright’s deontic logic has been a radical innovative contribution to philosophical logics in the variety of their developments in the second half of last century. Nevertheless, despite the great interest for his calculi among legal logicians and legal theorists, (standard) deontic calculi do not provide a suitable means to capture the logical behaviour (if any) of (the formulations of) legal norms. This is the conclusion of von Wright himself, after fifty years of researches and reformulations of his (standard) calculi. The very same negative conclusion towards the explicative power of deontic logic with regard of any allegedly logical behaviour of legal norms holds good nowadays in front of a configuration of law which does not match anymore the traditional model of a legal order.
Questo lavoro si propone di offrire una ricognizione dei quasi settant’anni di sfide del costituzionalismo (inter)nazionale e, soprattutto, di indicarne la particolare incidenza tanto sul sempre più destabilizzante disordine delle fonti... more
Questo lavoro si propone di offrire una ricognizione dei quasi settant’anni di sfide del costituzionalismo (inter)nazionale e, soprattutto, di indicarne la particolare incidenza tanto sul sempre più destabilizzante disordine delle fonti del diritto (nazionale e internazionale) quanto sulla crescente incertezza dei termini in cui (continuare) a garantire la tutela dei diritti fondamentali e la salvaguardia dei beni fondamentali (§ 5). In particolare, dopo un breve cenno agli (in)successi della sua storia (§ 2), saranno distinti due ordini di sfide del costituzionalismo (inter)nazionale: (i) le sfide (risalenti) che, già prima della conclusione del secondo conflitto mondiale, ne hanno segnato gli inizi e la lenta ma progressiva affermazione dei principi ultimi (§ 3), e, dall’altra parte, le (nuove) sfide che, a conclusione della guerra fredda nel contesto di un nuovo disordine geopolitico, ne hanno cominciato a minacciare non solo i risultati faticosamente raggiunti ma anche lo stesso impianto valoriale del suo progetto giuridico e politico (§ 4).
Abstract Sono molte le criticità della riforma costituzionale. Da qui la scelta di richiamare l’attenzione sul linguaggio, e sulle insidie dei suoi diversi usi, non solo con riferimento agli espedienti retorico-persuasivi di chi... more
Abstract Sono molte le criticità della riforma costituzionale. Da qui la scelta di richiamare l’attenzione sul linguaggio, e sulle insidie dei suoi diversi usi, non solo con riferimento agli espedienti retorico-persuasivi di chi sollecita il consenso sulla riforma, ma anche, preliminarmente, con riferimento alle sgrammaticature del testo della riforma approvata dal Parlamento e alla formulazione del quesito referendario.
Research Interests:
Dissensi e divergenze radicali in tema di diritti e (coppie) omosessuali esemplificano un caso duplicemente paradigmatico dei problemi e degli ostacoli con i quali si confronta la tutela dei diritti fondamentali. La prima ragione di... more
Dissensi e divergenze radicali in tema di diritti e (coppie) omosessuali esemplificano un caso duplicemente paradigmatico dei problemi e degli ostacoli con i quali si confronta la tutela dei diritti fondamentali. La prima ragione di interesse riguarda i termini nei quali il diritto (inter)nazionale dei diritti fondamentali (non) tiene conto e/o (non) tutela la diversità degli esseri umani riguardo alla diversità di orientamento sessuale. La seconda ragione di interesse riguarda invece i termini che definiscono o condizionano la (il)legittimità di sentenze giudiziali (e/o di ordinanze amministrative) in tema di diritti e (coppie) omosessuali. La prima ragione rinvia, cioè, a problemi ricorrenti della teoria dei diritti fondamentali, la seconda, rinvia invece a temi e problemi tradizionali della teoria del diritto e, in particolare, alla necessità di configurare e definire un nuovo apparato concettuale riguardo all'unità e identità degli ordinamenti giuridici ma anche del sistema delle loro fonti.
... Al contrario, una posizione non solo scettica, ma drasticamente critica, è espressa, ad esempio, da Danilo Zolo quando scrive: «autori come Falk e Held sono interessati a divulgare alcune parole d'ordine suggestive - global... more
... Al contrario, una posizione non solo scettica, ma drasticamente critica, è espressa, ad esempio, da Danilo Zolo quando scrive: «autori come Falk e Held sono interessati a divulgare alcune parole d'ordine suggestive - global civil society, global constitutionalism, global ...
If judicial decisions can be maintained to conform to some logical form, attention should be devoted to fuzzy and/or non monotonic logic rather than to classical logic, usually conceived as the only standard of their «rationality». Such a... more
If judicial decisions can be maintained to conform to some logical form, attention should be devoted to fuzzy and/or non monotonic logic rather than to classical logic, usually conceived as the only standard of their «rationality». Such a contention holds good regardless of the sort of dispute under consideration. Namely, since it might be controversial which of them are to be given judicial protection and how the values they express are to be interpreted, such a contention holds good also when judicial implementation of fundamental rights or, as the case may be, their derogation are at issue. Politically incorrect as they might sound, both the tenet on the logical form of judicial decisions and the tenet on the controversial aspects of fundamental rights aim at providing a better understanding of the distinguishing features of judicial reasoning as well as of the (meta)legal shortcomings challenging the doctrine and culture of rights.
Per quanto ancora controverso nella sua caratterizzazione e, forse ancora di più nella sua valutazione, quello della progressiva denazionalizzazione degli stati e dei loro ordinamenti giuridici è un fenomeno sempre più al centro... more
Per quanto ancora controverso nella sua caratterizzazione e, forse ancora di più nella sua valutazione, quello della progressiva denazionalizzazione degli stati e dei loro ordinamenti giuridici è un fenomeno sempre più al centro dell’attenzione di molte discipline, giuridiche e non; è un fenomeno, in particolare, che sollecita a rivisitare e rimettere in discussione nozioni e categorie concettuali da tempo consolidate e largamente condivise. Da qui l’interrogativo se il processo di progressiva denazionalizzazione degli stati e dei loro ordinamenti giuridici condizioni, sollecitando una loro riformulazione, anche i temi e i problemi che tradizionalmente sono stati oggetto d’attenzione nella letteratura sulla traduzione in ambito giuridico. Prima di indicare alcune delle ragioni che giustificano la formulazione di questo interrogativo e che ne suggeriscono una risposta affermativa (§ 3), saranno sommariamente richiamati sia alcuni degli argomenti che tradizionalmente sono (stati) al centro dell’attenzione dei giuristi e dei linguisti che si sono occupati di traduzione e diritto (§ 1), sia le principali innovazioni e trasformazioni che negli ultimi decenni hanno sempre più diffusamente interessato gli ordinamenti giuridici nazionali, rendendo problematica l’usuale caratterizzazione tanto della loro specifica identità quanto della varietà dei loro rapporti con altri ordinamenti giuridici nazionali e con il diritto internazionale (§ 2).
Principia iuris, de L. FERRAJOLI, ofrece una teoría comprehensiva del Derecho y de la democracia de una importancia singular en la literatura internacional de las últimas décadas. Después de hacer referencia a algunas de sus... more
Principia iuris, de L. FERRAJOLI, ofrece una teoría comprehensiva del Derecho y de la democracia de una importancia singular en la literatura internacional de las últimas décadas. Después de hacer referencia a algunas de sus principales características distintivas, este artícu- lo pone el énfasis en la significación del aparato teórico y argumentativo de Principia iuris, que permite a quien esté preocupado por su protección, reaccionar y responder a la diaria y progre- siva deslegitimación de la doctrina y la cultura de los derechos fundamentales. En especial, el artículo se centra en la significación de la teoría de FERRAJOLI para responder a cinco alegacio- nes generalizadas que pretenden socavar la doctrina y la cultura de los derechos fundamentales: a) el restablecimiento de la guerra como forma de protección internacional; b) la advertencia con- tra sus connotaciones occidentales e imperialistas; c) la pretensión de una redefinición minima- lista de su catálogo; d) el cuestionamiento de si el Derecho es necesario para asegurar su pro- tección y ejecución, y e) el rechazo de sus declaraciones jurídicas internacionales y de su protec- ción judicial como principales medios que llevan a su violación.
Questo saggio si propone una rilettura dei lavori di Letizia Gianformaggio sulla tensione dialettica fra eguaglianza e differenze. In particolare, queste pagine sono dedicate ad una ricognizione di alcuni tratti distintivi dell’analisi di... more
Questo saggio si propone una rilettura dei lavori di Letizia Gianformaggio sulla tensione dialettica fra eguaglianza e differenze. In particolare, queste pagine sono dedicate ad una ricognizione di alcuni tratti distintivi dell’analisi di Letizia Gianformaggio (§ 1) e a un tentativo di bilancio della fortuna delle sue tesi fra giuristi, filosofi del diritto e filosofi della politica (§ 3), ma sono rivolte, inoltre, all’individuazione dei termini in cui la sua analisi e le sue tesi si coniugano, implicitamente anche se non sempre esplicitamente, con il tema dei diritti fondamentali e con l’istanza della loro tutela e attuazione (§ 2).
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L’abuso del linguaggio dei diritti e la proliferazione delle loro retoriche ingenerano un’immediata diffidenza e un malcelato sospetto nei confronti di qualunque analisi si proponga di riaffermare o di difendere le buone ragioni della... more
L’abuso del linguaggio dei diritti e la proliferazione delle loro retoriche ingenerano un’immediata diffidenza e un malcelato sospetto nei confronti di qualunque analisi si proponga di riaffermare o di difendere le buone ragioni della cultura dei diritti. Se proprio si vuole continuare a scrivere e a parlare di diritti, l’imperativo sembra essere, infatti, quello di denunciare e criticare severamente aporie, incongruenze, insufficienze e fallimenti della dottrina che, nel secondo dopoguerra, ha condizionato e caratterizzato quella che Norberto Bobbio, con espressione felice, ha denominato l’età dei diritti. In dichiarata controtendenza con questa dilagante retorica dell’antiretorica dei diritti, l’intenzione di questo lavoro è quella di sollevare alcune perplessità e di prendere in esame alcune incongruenze relative ad una proposta che, improntata all’antiretorica dei diritti, sembra godere di un diffuso consenso tanto nella letteratura più recente quanto, e di certo più significativamente, nelle politiche amministrative di molti paesi (occidentali): la proposta, cioè, di un minimalismo dei diritti e di una loro politica deflazionista.
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Nella letteratura di filosofia e teoria generale del diritto, anche in quella più recente, forse per la tradizione dei grandi classici del novecento (Hans Kelsen, Alf Ross, Herbert Hart, Joseph Raz, e, in Italia, Santi Romano, Norberto... more
Nella letteratura di filosofia e teoria generale del diritto, anche in quella più recente, forse per la tradizione dei grandi classici del novecento (Hans Kelsen, Alf Ross, Herbert Hart, Joseph Raz, e, in Italia, Santi Romano, Norberto Bobbio, Uberto Scarpelli e Giovanni Tarello), ma non esclusivamente per loro influenza, continua ad essere condiviso e indiscusso un modello teorico di giuspositivismo che scandisce e declina la nozione di «diritto» in termini di ordinamento giuridico (statale). Paradigmatico, fra i tanti e numerosissimi esempi che testimoniano quanto questo modello sia ancora dominante nella letteratura di filosofia e di teoria generale del diritto,  il recente volume sul positivismo giuridico di Eugenio Bulygin. Ora, nonostante il consenso di cui continua a godere, il quesito che sembra opportuno cominciare a porsi è se il modello teorico del positivismo giuridico di matrice otto-novecentesca sia ancora idoneo a render conto delle più recenti trasformazioni del diritto positivo dovute tanto alla progressiva denazionalizzazione degli stati quanto alla moltiplicazione di sempre nuove forme di diritto regionale, transnazionale e sovranazionale che interagiscono e interferiscono con il diritto nazionale interno dei singoli stati. Ora, prima di prendere in considerazione le ragioni di una ridefinizione del modello teorico del giuspositivismo che consenta di render conto delle diverse forme della globalizzazione del diritto e della varietà delle loro interazioni (§ 4.), questo saggio ricorda che quello otto-novecentesco non è l’unico possibile modello teorico del giuspositivismo (§ 2.), e segnala che forse proprio l’assolutizzazione del modello otto-novecentesco ha contribuito a confondere l’affermazione di un nuovo paradigma del diritto positivo, quello del neocostituzionalismo, con una presunta crisi del giuspositivismo (§ 3.).
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Since the 11 September terrorist attack on US or to be sure, even before, with the end of the cold war, the age of rights appears to be going through a radical crisis. Far from having been properly and definitely acknowledged as it was... more
Since the 11 September terrorist attack on US or to be sure, even before, with the end of the cold war, the age of rights appears to be going through a radical crisis. Far from having been properly and definitely acknowledged as it was expected at the end of cold war, its ultimate constitutive principles as maintenance of peace, defence of democracy and (inter)national protection of fundamental rights, are actually more and more challenged and disregarded. Moreover, the culture of rights itself is getting more and more questioned and discredited. Against the overwhelming critical attitude towards the culture of rights and its distinguishing values, this paper aims at showing the weakness and inconsistency of some of the main arguments which pretend to support it. A preliminary account is provided of the age of rights, its main contentions, its different stages of development and its most problematic underpinnings.
War and law might appear a topic which does not deserve attention any longer either because war is taken to be a straight denial of law or, though quite surprisingly, because «war is supposed to have vanished long ago, with the League of... more
War and law might appear a topic which does not deserve attention any longer either because war is taken to be a straight denial of law or, though quite surprisingly, because «war is supposed to have vanished long ago, with the League of Nations and the outlawing of aggression». Contrary to these two views, the main contention of this paper is that the topic at stake is worth of being paid attention in order to figure out whether law can still be conceived of, along with Kelsen’s famous contention, as a means to maintaing peace. In other words, the aim of this paper is to inquire whether and to what an extent, despite of all the shortcomings it can be blamed of, law can still be taken to be a necessary means to protect fundamental rights, further democracy and secure the maintainance of peace. In order to attempt an aswer to such a query, both a recognition of current international and domestic legal provisions on warfare, and a survey of some main (un)lawful characters of the three main armed conflicts in the last decade will be previously taken into account.
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Along with a widespread opinion, neo-constitutionalism, despite any difference in the way it may happen to be phrased and argued for, is mainly, if not exclusively, a form of natural law; i.e., one of the different forms natural law has... more
Along with a widespread  opinion, neo-constitutionalism, despite any difference in the way it may happen to be phrased and argued for, is mainly, if not exclusively, a form of natural law; i.e., one of the different forms natural law has been given as the time goes by. Despite such a dominant opinion, actually there is no reason why neo-constitutionalism shouldn’t be conceived of as a form of positive law rather than as a form of natural law. To the contrary, it seems sound to maintain that, both as a matter of fact and as a matter of law, neo-constitutionalism deserves and requires a legal positivist reading in order to account for its true distinguishing feature: the demand for a new definition of the notion of law because of the radical changes a great number of positive legal systems have been going through since the statement and the protection of fundamental rights have been taken to be their grounding constitutive components.Thus, the ultimate contention of this paper is the attempt to vindicate a legal positivist reading of neo-constitutionalism. But, before venturing it (§ 3.), a few remarks are devoted to an introductory characterization of the notion of neo-constitutionalism (§ 1.) and to the distinction of some of its different understandings because of the two crucial notions it relies on (§ 2.): the notion of constitutionalism (§ 2.1.) and the notion of fundamental rights ( 2.2.).
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Este trabajo se articula en tres partes principales. La primera parte (§ 1.) está dedicada a una sumaria relación de algunas de las críticas y/o reservas principales formuladas por los lingüistas a la noción de ‘significado literal’. La... more
Este trabajo se articula en tres partes principales. La primera parte (§ 1.) está dedicada a una sumaria relación de algunas de las críticas y/o reservas principales formuladas por los lingüistas a la noción de ‘significado literal’. La segunda parte (§ 2), en cambio, llamará la atención sobre los distintos usos que hacen los juristas del término ‘literal’ en las locuciones ‘significado literal’ e ‘interpretación literal’ (§ 2.1.) y del término ‘interpretación’ en la locución ‘interpretación literal’ (§ 2.2.). La tercera parte (§ 3.), finalmente, ofrecerá algunos comentarios acerca del carácter ideológicamente comprometido de la decisión de los juristas de defender las dos nociones examinadas
Distinzione e analisi di tre principali contesti d'uso di 'norma' e 'regola': (i) quello delle forme dell'organizzazione dell'agire sociale; (ii) quello delle forme del conoscere, della sua fondazione e giustificazione, della sua... more
Distinzione e analisi di tre principali contesti d'uso di 'norma' e 'regola': (i) quello delle forme dell'organizzazione dell'agire sociale; (ii) quello delle forme del conoscere, della sua fondazione e giustificazione, della sua espressione e comunicazione; e (iii) quello relativo alle forme di elaborazione e/o sistematizzazione dei dati empirici o fenomenici di aspetti diversi della realtà naturale
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Permesso forte e permesso debole: note a margine * 0. Introduzione Sono due i lavori in cui von Wright, per primo, formula, seppure in termini non totalmente coincidenti, la distinzione fra permesso forte e permesso debole: The Logic of... more
Permesso forte e permesso debole: note a margine * 0. Introduzione Sono due i lavori in cui von Wright, per primo, formula, seppure in termini non totalmente coincidenti, la distinzione fra permesso forte e permesso debole: The Logic of Negation del 1959, e Norm and Action del 1963. La formulazione della distinzione è dettata anche (ma non esclusivamente) dall'esigenza di un apparato categoriale della logica deontica più attento, di quello elaborato nei primi calcoli formali degli inizi degli anni cinquanta, alle peculiarità delle norme giuridiche e alla complessità del fenomeno giuridico. Due, in particolare, gli interrogativi di manifesta matrice giuridica cui la distinzione rinvia. Il primo interrogativo concerne la plausibilità della caratterizzazione della nozione di 'permesso' come categoria normativa autonoma. Il secondo interrogativo, strettamente connesso con il primo, concerne, invece, la problematicità di caratterizzare la nozione di 'lacuna' e/o la nozione di 'completezza di un ordinamento giuridico' facendo ricorso alla nozione di 'permesso', se ed in quanto si assuma che questa configuri una categoria normativa autonoma. Nonostante l'esplicito richiamo ad interrogativi dichiaratamente giuridici, il dibattito sulla portata euristica della distinzione è rimasto circoscritto quasi esclusivamente alla letteratura di logica deontica, trovando scarsa eco nella letteratura di teoria del diritto. La scarsa fortuna di questa distinzione ha, probabilmente, una duplice ragion d'essere: per quanto suggestiva, la distinzione fra permesso forte e permesso debole, si rivela, infatti, se indagata con attenzione, dubbia e problematica ad un tempo. Più precisamente, la distinzione si rivela dubbia sotto un profilo logicoformale e problematica sotto un profilo concettuale. La prima parte di questo lavoro è dedicata alla genesi della distinzione e ad alcune critiche e/o riformulazioni di cui la distinzione è stata oggetto nella letteratura di logica deontica.
The analysis focuses on the question as to whether judicial decision-making is to be conceived as constitutive or, instead, as declarative in nature. The question is mainly dealt with from an epistemological perspective, leaving aside the... more
The analysis focuses on the question as to whether judicial decision-making is to be conceived as constitutive or, instead, as declarative in nature. The question is mainly dealt with from an epistemological perspective, leaving aside the significance that it can be acknowledged from a logical point of view. In particular, attention is devoted to arguments which allow us to make it explicit that in judicial decision-making both the quaestio facti and the quaestio juris are a matter of decision -according to the constitutive view- rather than a matter of mere cognition -as it is maintained by the declarative view.
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Alla distinzione fra contesto di scoperta e contesto di giustificazione è spesso attribuito un rilievo centrale nelle analisi che hanno ad oggetto l’applicazione giudiziale del diritto. Nonostante la manifesta fortuna di cui gode è però... more
Alla distinzione fra contesto di scoperta e contesto di giustificazione è spesso attribuito un rilievo centrale nelle analisi che hanno ad oggetto l’applicazione giudiziale del diritto.
Nonostante la manifesta fortuna di cui gode è però tutt’altro che ovvio e aproblematico stabilire quale sia, in àmbito giudiziale, la possibile valenza esplicativa della distinzione fra contesto di scoperta e contesto di giustificazione. La valenza di tale distinzione, infatti, è dubbia, in primo luogo, quale possibile strumento di comprensione della struttura e dell’articolazione delle diverse fasi in cui si configura l’applicazione giudiziale del diritto, e, in secondo luogo, quale possibile strumento di comprensione delle specifiche forme di razionalità che si può assumere contraddistinguano il ragionamento giudiziale nelle diverse fasi in cui si configura l’applicazione giudiziale del diritto.
The twofold contention of this paper is to argue that insofar as judicial decision-making is concerned (a) the opposition between norm-rationalism and norm-irrationalism is misleading since is grounded on arguments which are ideological... more
The twofold contention of this paper is to argue that insofar as judicial decision-making is concerned (a) the opposition between norm-rationalism and norm-irrationalism is misleading since is grounded on arguments which are ideological rather than theoretical in nature, and (b) that fuzzy logic might acquire a relevant rôle in showing a way out from this sterile and deceptive opposition.
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