Diritto processuale penale

L’errore giudiziario è una manchevolezza che può derivare, e non di rado deriva, da un uso inadeguato degli strumenti lato sensu logici che il giudice ha a disposizione.
La presente indagine si propone di approfondire proprio il rapporto tra logica del giudice ed errore giudiziario, seguendo un percorso tanto lineare quanto impegnativo.
Innanzitutto, illustrerò le caratteristiche generali dell’errore umano, le peculiarità dell’errore giudiziario e le varie accezioni di “errore giudiziario” che queste consentono di definire (in senso latissimo, lato, stretto e strettissimo) (§ 2).
Inoltre, ponendomi nella prospettiva delle due grandi concezioni della conoscenza giudiziale (intellettualismo e razionalismo), tratterò le cause salienti delle due componenti dell’errore giudiziario (errore qualificatorio ed errore probatorio), in particolare le cause razionali (suddistinte in cause ineluttabili e cause contrastabili dal giudice) (§ 3).

RESUMO: Na primeira parte são apresentados as etapas fundamentais do procedimento probatório (admissibilidade, produção, valoração) e alguns conceitos estruturantes do léxico da prova. Na parte segunda é discutido o sentido e alcance do princípio da legalidade, evidenciando-se as limitações que as proibições de prova e as regras legais do procedimento probatório impõem à (assim designada) liberdade ou não taxatividade dos meios de prova. Estas limitações são ilustradas com exemplos retirados da disciplina do reconhecimento, da reconstituição do facto, do testemunho, etc.

ABSTRACT: The first section presents the essential moments of the evidentiary procedure (admissibility, production and appreciation) and some fundamental concepts in the evidence lexica. In the second section we discuss the meaning and amplitude of the rule of law in criminal evidence, demonstrating the limitations that exclusionary rules and legal rules of evidence poses to the free admissibility of evidence. These limitations are illustrated with examples drawn from visual identification, reconstitution, testimony, etc. 

PALAVRAS-CHAVE: procedimento probatório; admissibilidade; produção; valoração; objecto da prova; legalidade da prova; proibições de prova; não taxatividade dos meios de prova; livre apreciação da prova; provas atípicas; reconhecimentos informais; reconstituição do facto; conversas informais; testemunho extra-judicial.

KEYWORDS: evidentiary procedure; admissibility; production; appreciation; subject of evidence; rules of evidence; exclusionary rules; free admissibility of evidence; free appreciation of evidence; non-typical evidence; informal visual identification methods; reconstitution; informal conversations; extra-procedural testimony.

Lo scopo di questo lavoro non è quello di stabilire cosa siano e in cosa consistano la “buona scienza” e la “cattiva scienza”, né tantomeno di ricapitolare il dibattito epistemologico che da oltre centotrenta anni vede confrontarsi le scienze della natura e le scienze dello spirito, quanto di aprire una discussione sui criteri che consentano di valutare l’ammissibilità dei prodotti e dei contributi delle scienze sociali nel contesto del processo penale, e segnatamente, nei procedimenti che abbiano per oggetto l’impatto sociale, culturale e psicologico delle attività di valutazione, gestione e comunicazione del rischio. Il lavoro muove da una premessa di natura pragmatica, cioè la necessità di allineare la valutazione del giurista non già a un’idea normativa su cosa debbano essere le scienze sociali, ma al modo in cui queste sono effettivamente praticate nel contesto della ricerca teorica ed applicata. Quest’operazione è impossibile se non si considera la riconosciuta pluralità di paradigmi, orientamenti teorici e strumenti che ne caratterizzano l’operare insieme alla forte caratterizzazione inter, multi e transdisciplinare che contraddistingue il campo della risk research.

According to the Council of Europe annual penal statistics (Space I) the Italian penitentiary system is always affected by prison overcrowding and it is often in the last positions of this particular ranking. Nevertheless, the overall number of people detained in Italy is lower than the European average and median.
The publication of these statistics stimulates, on a regular basis, newspapers reports and even scientific papers offering opposite solutions: sometimes increasing the total number of places available in penal institutions for the accommodation of the inmates, more often reducing the number of persons detained. Actually, the annual reports of the Council of Europe are not useful to understand the real extent of the phenomenon of prison overcrowding and do not even allow comparisons between the various national penitentiary systems. This is explicitly stated by the same researchers drafting the Space I reports. Unfortunately, however, this correct warning is not mentioned by Council of Europe press releases, which, in a misleading way, merely propose the “ranking” of the States where the prison density is higher, without informing the reader of its unreliability.
The Authors underline how this behavior of the Council of Europe Press Office is not new and ends up inducing, indirectly, the Member States to provide more and more incomplete data on the issue of prison overcrowding. Therefore, it seems indispensable that, in the near future, such a prestigious International Organization should make its communication clearer on a sensitive and important topic for the image of the Member States, such as prison overcrowding.

Il Master in Diritto Penale dell'Impresa (MiDPI), giunto alla sua sesta edizione, nasce su iniziativa della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e dell'Alta Scuola "Federico Stella" sulla Giustizia penale (ASGP).

Il MiDPI si caratterizza per un profilo di estrema innovatività, offrendo ai partecipanti un insegnamento di alto livello scientifico e di carattere interdisciplinare, rivolto all'analisi dei problemi teorici e pratici in materia di Diritto penale dell'economia.

Il tema delle intercettazioni è di nuovo sotto la lente del legislatore e con esso anche quello del captatore informatico. Ancora una volta si assiste all’ennesima insoddisfacente modifica della disciplina legislativa di questo mezzo di ricerca della prova. Per comprenderne i motivi di biasimo si analizzano brevemente le potenzialità tecniche del captatore e l’evoluzione “storica” della normativa, per giungere, infine, ad alcune brevi osservazioni circa le lacune e le incompletezze che permeano l’attuale disciplina codicistica.

Wiretappings are again under the magnifying glass of the legislator and, with them, the trojan horse too. One more time we are facing to the umpteenth and unsatisfactory legislative amendment of this evidence instrument. In order to comprehend the reason of the blame, we will briefly analyse the technical potentials of the trojan horse and the “historical” evolution of the law, to eventually reach some short observation of the gap and incompleteness of the current codex legislation.

Este trabalho pretende analisar os questionamentos jurídicos abordados recentemente pela Corte constitucional italiana com a sentença número 200 de 2016 em matéria de bis in idem processual e concurso formal de crimes. Tal decisão declarou ilegítimo o art. 649 c.p.p. italiano na parte em que exclui que o fato seja o mesmo somente pela circunstância de que exista um concurso formal entre ilícitos já processados com sentença transitada em julgado e o crime pelo qual iniciou-se o novo procedimento penal. Questiona-se, portanto, quais são os limites à finalidade perseguida pela justiça criminal, em alguns casos, para prevalecer sobre a estabilidade da garantia processual concernente à proibição de dupla persecução penal.

La Filosofia del diritto di Gustav Radbruch è l’opera maggiore del filosofo del diritto tedesco più noto e influente del secolo scorso. Si può senz’altro affermare che essa, qui presentata per la prima volta in lingua italiana, nell’edizione del 1932, l’ultima da lui curata, costituisce insieme alla Dottrina pura del diritto di Kelsen e a Il concetto di diritto di Hart il trittico dei grandi classici della disciplina. Nella sua poliedricità, l’opera è peraltro in grado di suscitare interesse non solo nei filosofi del diritto, ma anche nei giuristi e negli uomini di cultura in generale. Innanzitutto, per lo stile elegante e icastico, esaltato dalla non comune inclinazione a riflettere sui problemi del diritto in costante dialogo con i giganti della filosofia (Seneca, Pascal, Kant, Hegel, Marx, Nietzsche, Windelband, Rickert, Weber), del pensiero religioso (Silesio, Lutero) e della letteratura (Dante, Shakespeare, Goethe¸ Schiller, Dostoevskij, Tolstoj). In secondo luogo, perché costituisce la base necessaria per comprendere la celeberrima “Formula di Radbruch”, che identifica nella giustizia la ratio essendi del diritto ed è stata utilizzata dai Tribunali tedeschi nel secondo dopoguerra e dopo la caduta del Muro di Berlino per giudicare le atrocità commesse sotto i regimi abbattuti. Infine, perché il relativismo virtuoso che ispira la Filosofia del diritto rivela una spiccata affinità con l’impronta neocostituzionalistica di numerosi ordinamenti contemporanei, tanto da conservare intatta ancora oggi la propria attualità.

La progressiva affermazione della prova scientifica nel processo penale come nuova regina probationum ha innescato una lenta, ma inesorabile sollecitazione delle logiche qualitative del ragionamento probabilistico, così come descritte dalla sentenza Franzese. Gli argomenti allora utilizzati per confutare gli sterili e opposti approcci quantitativi all’accertamento del nesso causale si scontrano con i recenti tentativi di applicare la matematica alla valutazione e combinazione delle prove. Dagli Stati Uniti d’America e dalla Scandinavia è giunta l’eco travolgente di raffinate teorie per l’algoritmizzazione del giudizio attraverso la quantificazione della credenza soggettiva in un’ipotesi alla luce delle risultanze istruttorie. Compito del giurista e del legislatore è analizzare tali approcci comprendendone il funzionamento, approntando i necessari strumenti per resistere al rischio di degenerazioni meccanicistiche del ricorso ai big data, senza rinunciare agli indubbi vantaggi che i mathematical tools offrono al processo. Invero, l’attuale diffusione anche su scala europea di applicazioni sperimentali del teorema di Bayes e dell’E.V.M. sta cambiando silenziosamente il ragionamento probatorio, proponendo sfide inimmaginabili fino al decennio scorso.
http://www.questionegiustizia.it/rivista/pdf/QG_2018-4_16.pdf

Nas últimas duas décadas, os progressos vertiginosos na área da neurobiologia e da genética médica abriram caminho à ilusória possibilidade de conhecimento integral da «natureza humana». Um conhecimento — sublinhe-se — logrado já não no patamar teorético das elucubrações filosóficas, mas no terreno concreto e situado da experimentação empírica.
É nesta promessa de acesso franqueado ao âmago mais nuclear do «ser-se pessoa» que reside o fascínio das neurociências. Conhecer os mecanismos e motivações da ação humana, antecipar comportamentos perigosos ou desviantes, aceder aos pensamentos privados e à memória dos outros não seriam já meras hipóteses situadas no plano da utopia. Tratar-se-ia, agora, de possibilidades reais e tangíveis com sérias implicações éticas e, sobretudo, jurídicas.
A notícia destes progressos foi causa de justificada apreensão entre os académicos, pelas implicações que deles poderiam resultar sobre a «gramática profunda» e a estrutura fundamental do direito penal. Com efeito, se todos os comportamentos humanos fossem predeterminados pela atividade neuronal e, como (alguns) neurocientistas sustentam, pudessem ser explicados e antecipados com base nas conexões entre zonas diversas do cérebro, então perderiam sentido os conceitos da dogmática penal assentes nas ideias de liberdade e culpa, tornando-se necessária, à primeira vista, uma reconfiguração integral dessas categorias nucleares. E dizemos «à primeira vista» porque ulteriores reflexões sobre o tema revelaram ser manifestamente exagerada a morte anunciada ao direito penal da culpa.
Ao nível do processo penal, as descobertas recentes têm sido recebidas com sentimentos de ambivalência. Se, por um lado, parece sedutora a perspetiva de utilizar métodos neurocientíficos para controlar a veracidade das declarações prestadas às autoridades ou recuperar memórias ocultas com relevo para a investigação, por outro, teme-se que ceder ao «canto de sereia» representado por estas novas possibilidades de «leitura da mente» signifique a capitulação do Estado-de-Direito e das liberdades individuais em favor de uma eficácia repressiva «a todo o custo».
As considerações seguintes situam-se, estritamente, no domínio processual, dirigindo-se à valoração epistemológica destes meios de descoberta da verdade e à discussão da sua compatibilidade com os direitos à privacidade (do pensamento) e à não autoincriminação.

Trata-se de resenha do livro “The Right to Counsel and the Protection of Attorney-Client Privilege in Criminal Proceedings”, organizado por Bachmaier, Thaman e Lynn. A partir de pers- pectiva de direito comparado, a coletânea publi- cada na série “Ius Comparatum – Global Studies in Comparative Law” apresenta estudos sobre o direito de defesa, a assistência por defensor téc- nico e o sigilo nas relações entre cliente e ad- vogado no processo penal, especialmente com enfoque em questões contemporâneas, como (1) o impacto das novas tecnologias, investiga- ções digitais no sigilo advogado-cliente, (2) a expansão das relações de cooperação jurídica internacional e produção de prova estrangeira que viole prerrogativas, (3) o papel de advogados na implementação de programas de compliance e prerrogativas de advogados internos (in-hou- se) e (4) a persecução internacional de lavagem de dinheiro e terrorismo, deveres de comuni- cação e sigilo advogado-cliente. Nesta resenha, apresentam-se contribuições relevantes dos ar- tigos publicados na coletânea, relacionando-se com o ordenamento jurídico brasileiro e os deba- tes doutrinários e jurisprudenciais atuais no país.

La condizione delle detenute madri nell’ordinamento italiano
Autore:Adriana Caforio
Materia:Diritto Penale
Collana:Periferie Esistenziali
Anno 11/2020, 198p

https://www.keyeditore.it/libri/la-condizione-delle-detenute-madri-nellordinamento-italiano/

Questo libro è il frutto di una profonda riflessione, della mia grande passione per il Diritto, per i Diritti!

La condizione delle detenute madri è una delle questioni più delicate e controverse degli ultimi anni.
La reclusione delle detenute con i propri figli conduce all’inevitabile paradosso di dover scegliere tra diritti fondamentali, tra pena della madre e libertà del minore.
Vittime indiscusse sono i bambini che, oltre a subire la perdita degli affetti esterni, sono “prigionieri senza colpa”, costretti a vivere l’infanzia in condizioni diverse rispetto ai propri coetanei.
Un bilanciamento d’interessi delicato quanto complesso che ricorda l'essenza della società oltre che una celebre frase di Pitagora:

«Educa i bambini e non sarà necessario punire gli uomini»

Who should prove the existence or nonexistence of some fact in a judicial proceeding? Should the Claimant help the Defendant to prove asserts of truth of particular facts or vice versa? Is there a new rule within all the rules governing the presentation of facts and proof in proceedings before courts? Those are issues of a great importance studied by scholars and courts in the last years relating to the law of evidence and this essay which provides a framework for further research gives a particularly and critic point of view influenced by a vision of the process as an instrument of freedom or as a right that point to protect freedoms.

L'Autore, dopo aver ripercorso il caso della cosiddetta “guerra alla droga” nelle Filippine, attualmente pendente presso la Procura della Corte Penale Internazionale, si sofferma su tre principali problematiche: quella sostanziale, riguardante le fattispecie di reato previste dallo Statuto di Roma; quelle processuali, attinenti alle questioni di giurisdizione ed alle le condizioni di procedibilità, con un approfondimento della preliminary examination e del principio di complementarità.

The Author, after examining the situation of the so-called “war on drugs” in the Philippines, currently under the attention of the Office of the Prosecutor of the International Criminal Court, dwells on three main issues: one concerning the crimes established in the Rome Statute; the other two regarding the procedural issues of jurisdiction and admissibility, with a thorough analysis of both the preliminary examination and the complementarity principle.

Sommario 1. Introduzione: il contesto filippino durante la presidenza di Rodrigo Duterte e l’avvio della “War on Drugs”; 2. Le denunce alla Corte Penale Internazionale e l’avvio della preliminary examination: le “extra-judicial killings” possono costituire crimini contro l’umanità? 3. I profili processuali: cenni sulla preliminary examination. 3.1 Una sintesi dei requisiti procedimentali per poter avviare una investigation e lo “statutory-based approach” a quattro fasi della Procura della CPI; 3.2 Le questioni di giurisdizione: la problematica del difetto di competenza della CPI alla luce del recesso del Filippine dallo Statuto di Roma. Il precedente, seppur “parziale”, del Burundi; 3.3 Le condizioni di procedibilità: la valutazione del principio di complementarità a seguito delle indagini nazionali delle autorità filippine; 4. Riflessioni conclusive alla luce del del caso Iraq/UK e del Report 2020 sulle preliminary examination.

1) Il vizio di mente nel codice penale italiano del 1930: breve premessa normativa sull'imputabilità; 2) Cenni sulla capacità di intendere e di volere; 3) Il vizio parziale di mente, la cosiddetta "semi-infermità": cenni sulle opinioni della dottrina giuridica italiana; 4) Il vizio parziale di mente nella giurisprudenza di merito e di legittimità: casi pratici; 4.1) questioni sostanziali; 4.2) questioni processuali.

Fame e tortura hanno molto in comune. Anche la fame  come la tortura, costituisce un “evento” in cui l’uomo cessa di esser persona e diventa cosa, per parafrasare Cesare Beccaria.
Della tortura, d’altronde, si potrebbe dire quello che De Castro, ex Presidente della Fao, ha detto della fame e cioè che costituisce un punto di non ritorno, la negazione estrema della dignità: «Si tratta di una forma moderna di esilio. È la morte in vita».
Anche la tortura (e con essa i trattamenti inumani o degradanti) al pari della iniqua distribuzione planetaria delle risorse alimentari, può violare, tra gli altri, il diritto di accedere al cibo in modo qualitativamente e quantitativamente adeguato.
Della fame, inoltre, si potrebbe dire quello che si dice della tortura, nella cui stessa radice del termine è intrinseco il concetto di “torto” che, alla lettera, è concetto radicalmente opposto a quello di “diritto”: anche la fame, cioè, è un torto estremo, è assenza del diritto.
Tra “il diritto di essere liberi dalla fame” – e dalla paura della fame – e il “diritto di essere liberi dalla tortura” – e dalla paura di essere torturati – vi sono dunque denominatori comuni.

This number of the review is called EU-WESTERN BALKANS
COOPERATION
ON JUSTICE AND HOME AFFAIRS
ESSAYS
edited by
TERESA RUSSO, ANNA ORIOLO, GASPARE DALIA


This Special Issue collects some of the essays of the Jean Monnet Module
“EU-Western Balkans Cooperation on Justice and Home Affairs”
(EUWEB) admitted to financing by the European Commission for the
period 2019-2022. It is edited by: Teresa Russo (Coordinator of the
EUWEB Module), Anna Oriolo and Gaspare Dalia (Key Staff Members of
the EUWEB Module).

Il presente lavoro si propone di esaminare la sentenza n. 1783/2017 della Corte di Cassazione. In tale pronuncia, il Supremo Collegio ha confermato la lettura, da tempo dominante, secondo cui la L. n. 47/2015, in materia di motivazione cautelare, si sarebbe limitata a “codificare” gli arresti della passata giurisprudenza, che riconoscevano al Tribunale del riesame il potere di annullare l’ordinanza solo ove fosse affetta dalla mancanza, “formale” o “sostanziale”, del compendio argomentativo. Una simile conclusione, tuttavia, lascia irrisolte alcune problematiche, superabili solo aderendo alle posizioni della dottrina più garantista, che estende l’annullamento ai casi di motivazione incompleta, illogica o contraddittoria.

The paper analyses the recent Court of Justice judgment of 2 march 2021 about data retention regulation. Having revisited the developments on the subject matter both in European and Italian legislation and case law, this research assesses the conceivable internal consequences that such judgement might create in our own legal system.

ÍNDICE PARTE I - A delimitação do problema da intimidação e proteção das testemunhas CAPITULO I - O dever do estado de proteção das testemunhas CAPITULO II - Os níveis e os instrumentos de proteção das testemunhas CAPITULO III - Os instrumentos tradicionais na proteção processual das testemunhas CAPITULO IV - A insuficiência dos remédios tradicionais e o esboço de novas soluções PARTE II - A proteção de testemunhas no campo de tensão de interesses conflituantes CAPITULO I - A compreensão dos instrumentos de proteção nos quadros de uma estrutura basicamente acusatória CAPITULO II - A valoração das declarações probatórias de testemunhas protegidas Bibliografia

L’Autore commenta una recente decisione con cui la Cassazione ha escluso la necessità di rinnovare il dibattimento in caso di rivalutazione di un atto d’indagine acquisito a dibattimento di primo grado per ‘‘provata condotta illecita’’ (art. 500, 4o comma, c. p.p.). Tematizzando gli argomenti alla base della soluzione prescelta, vengono tratteggiati i rapporti tra regola ed eccezioni al contraddittorio nella formazione della prova in appello, misurandone la resistenza rispetto al canone europeo del diritto al confronto.

La Corte di cassazione sul pericolo nella bancarotta fraudolenta pre-fallimentare: un'altra rondine in attesa di primavera? Ersi BozhEku Sommario: 1. Una piccola premessa.-2. Pericolo presunto vs. pericolo concreto: brevi cenni in ordine ad un lungo dibattito.-3. Cenni sugli opposti approcci della Corte di cassazione in merito al pericolo nel delitto di bancarotta fraudolenta pre-fallimentare.-4. Gli ultimi dicta (in sintesi) del Suprema Collegio in materia di pericolo nella bancarotta fraudolenta.-5. Alcune ulteriori considerazioni sul pericolo nella struttura del delitto di bancarotta fraudolenta prefalimentare.-6. Qualche considerazione (flash) in merito alle possibili ricadute sull'elemento psicologico.-7. Chiose finali.

Por meio de abrangente levantamento bibliográfico, exauriente pesquisa jurisprudencial e de diversos acordos  rmados recentemente na Operação Lava-Jato, este livro realiza estudo dogmático da colaboração premiada no processo penal brasileiro, explorando de modo sistemático os temas e problemas relacionados ao instituto negocial atualmente em destaque e exponencial ampliação. A partir de premissas críticas, analisa-se o regime introduzido pela Lei 12.850/13 e o cenário amplo da justiça criminal negocial, examinando-se, por exemplo, os seguintes problemas: Quais os pressupostos de admissibilidade e requisitos de validade da colaboração premiada? É voluntário o consenso de colaborador preso? Quais são os poderes do julgador no juízo homologatório do acordo? Quais critérios devem guiar a determinação concreta do benefício? O que realmente quer dizer a regra de corroboração? Quais os limites para a retratação do delator? Como se deve assegurar os direitos de defesa e ao confronto dos coimputados incriminados? Eles possuem legitimidade e interesse para im- pugnar eventual acordo ilegal? Se houver ilicitude em acordo  rmado, quais serão os re exos nas provas eventualmente produzidas em sua decorrência?
Trata-se, portanto, de um livro imprescindível para a atuação na Justiça Criminal, tanto aos defensores como a promotores, juízes e professores, por sua abordagem didática e remis- são exauriente aos julgados dos tribunais superiores (STJ e STF) sobre a matéria, apontando e propondo soluções aos principais problemas relacionados à colaboração premiada. Contudo, este estudo não deixa de lado a fundamentação sólida na doutrina, e, por meio de abrangente levantamento bibliográ co, embasa suas ideias nos trabalhos cientí cos publicados em âmbi- to brasileiro, especialmente após o surgimento da Lei 12.850/13. Assim, adotando orientação cienti camente consistente, são apresentadas as visões jurisprudencial e doutrinária, além de propostas de soluções para problemas teóricos e práticos da colaboração premiada.