Libretti

In questo volume sono raccolti tredici studi dedicati ad altrettanti libretti italiani otto e novecenteschi, testi per la più gran parte celebri, ideati per la musica di Donizetti, Verdi, Boito, Franchetti e Puccini: "Lucia di Lammermoor", "Pia de’ Tolomei", "Luisa Miller" e "Il trovatore" di Cammarano, "I masnadieri" di Maffei, il primo "Mefistofele", "Otello" e "Falstaff" di Boito, "Asrael" di Fontana, "Manon Lescaut" di Oliva e Illica, "La fanciulla del West" di Civinini e Zangarini, "Gianni Schicchi" di Forzano e "Turandot" di Adami e Simoni. Prodotti letterari destinati indubbiamente all’intonazione ma con caratteristiche autoriali proprie, i tredici libretti sono analizzati, nei limiti del possibile, dalla parte dei librettisti, prima della loro trasformazione in testi musicati, come drammi per musica leggibili come tali: «una “lettura” che, puntando sul testo letterario, offre una base imprescindibile per identificare lo spessore culturale, storico, estetico delle stesse opere compiute» (dalla prefazione di Giulio Ferroni).

Nei primi mesi del 1868 il "Mefistofele" di Arrigo Boito (Padova 1842 - Milano 1918), «opera» di soggetto fantastico e filosofico, insolitamente lunga, tutt'altro che convenzionale e in odore di eresia germanico-wagnerista, riscrittura dell'intero Faust goethiano composta da un artista ventiseienne, scapigliato, autore sia della poesia sia della musica, operista esordiente improvvisatosi maestro concertatore e direttore d'orchestra nientemeno che alla Scala, incarnava la quintessenza dell'anomalia. E assolutamente atipica era anche la pubblicazione anticipata del rivoluzionario libretto, dramma in versi del quale l'autore rivendicava con forza la qualità letteraria, qui presentato per la prima volta in edizione critica, corredato di un ampio commento, che include il riscontro puntuale col capolavoro di Goethe e le sue traduzioni francesi e italiane, e introdotto da un saggio che, dalla genesi discontinua al glorioso fiasco del 5 marzo, svela la complessa natura della versione originaria del problematico capolavoro boitiano, del primo dei «due Mefistofeli», due testi in buona parte sovrapponibili ma distinti, non confondibili e nati con ottiche e obiettivi differenti, inconciliabili.

Tekst dotyczy teoretycznych dyskusji na temat libretta. Długo nie cieszyło się ono zainteresowaniem badaczy. Stwierdzenia, że jest to niepełny, niewartościowy twór ni to literacki, ni to muzyczny można znaleźć w poważnych opracowaniach jeszcze w latach sześćdziesiątych dwudziestego wieku, choć i obecnie nie brak głosów utyskujących na wartość literacką librett. Postrzeganie libretta jako utworu równorzędnego z dramatem jest zasługą refleksji naukowej uprawianej od lat siedemdziesiątych – w tekście podsumowane zostały najnowsze badania z zakresu librettologii.

At the opening, in 1875, 'Carmen' was considered a fall, which would be forgotten as soon as the scandal caused by the main character’s blatantly libertinism would vanish. But, 136 years after that, 'Carmen' is one of the most staged operas in the repertoire, and also one of the most cited operas in literature, film and even cartoons. For a time it has been the icon of the feminist movement and, also, the icon of South American Revolution.  The value, the reputation and the force of this operatic work comes undoubtedly from the music, but also from the strong fascination awaken in the audience by the main character. Considering this later fact as a dramatic virtue and opera as music in action, in this paper we will seek the changes made by the two librettists, Henri Meilhac and Ludovic Halévy to Mérimée’s novel, by translating in librettist dramatic languages, and how this changes enhance Bizet music.

This is a short paper sketches out very briefly Wagner's transition from traditional operatic texts with rhymes and metre to the unique "Stabreim" poetry he created for the "Ring". The paper originated as a "pop-up talk" I presented at the "Insights: Discover the Ring" event at the Royal Opera House, London, on 14 October 2018.

Il mio lavoro si propone di analizzare le liriche delle singole raccolte che costituiscono Il canzoniere (1900-1954) di Umberto Saba, in corrispondenza con alcune opere melodrammatiche dei più grandi compositori e librettisti italiani e stranieri dell’Ottocento. Cogliendo la proposta del critico Luca Carlo Rossi di valorizzare l’indicazione che lo stesso poeta fornisce in Storia e cronistoria del Canzoniere (≪Saba è stato un appassionato lettore di libretti d’opera, nei quali pretendeva di trovare una specie di “humus” formato dai detriti della grande poesia del passato≫), ho continuato il suo lavoro di lettore in ascolto commentando i suoi riscontri e illustrando altri riferimenti testuali.

Nuovi dati sulla ricezione risorgimentale dei "Lombardi alla prima crociata" negli anni Quaranta, con un discorso sulla censura asburgica e borbonica, che dopo il Quarantotto si interessò con meticolosa precisione al soggetto operistico, per via della sovrapposizione fra i protagonisti lombardi del libretto e gli scenari lombardi della recente guerra di liberazione italiana.

The article publishes the first "libretto" ever written. That is an unknown manuscript version of "Dafne" by Ottavio Rinuccini, the poet who then wrote "Euridice" (1600) the "opera in musica" staged at the wedding of Maria de' Medici and king Henry IV of France. The article, by analyzing the metric forms, reconsidering the theatrical genre, comparing the inedit text and what remains of its music, and shed new light on the cultural and social context which led to the birth of opera.

Il riconoscimento dei tasselli della tradizione letteraria italiana impiegati nella traduzione/interpretazione dei passi dell'ipotesto inglese permette una nuova analisi delle dinamiche di riscrittura della commedia shakespeariana dal punto di vista intertestuale.

Antes do libreto homônimo para a ópera em um ato de Pietro Mascanni em 1889, a
trágica narrativa em torno do relacionamento entre Santuzza e Turiddu, criada por Giovanni
Verga (1840-1922) encontrou sua forma em um conto publicado na coletânea Vita dei campi, em
1880, o qual foi adaptado pelo próprio autor para o teatro em 1884.

Shakespeare's Othello and Verdi's and Boito's Otello are compared, stressing differences in structure, lexical choices and characters' psychology. The aesthetic achievements of its score and libretto make the opera as great a masterpiece as the tragedy.

O texto trata da Ópera Dulcineia e Trancoso, composta em 2009 por Eli-Eri Moura, sobre libreto de W J Solha. A obra foi comissionada pelos diretores do Festival Internacional Virtuosi, Ana Lúcia Altino e Rafael Garcia (casal a quem é dedicada), tendo sido estreada neste Festival, na cidade do Recife, Brasil, em dezembro de 2009 e remontada no Rio de Janeiro, no projeto Ópera na UNIRIO, em 2017. Unindo elementos da cultura ibérica e do Nordeste brasileiro, a ópera tem como protagonista Trancoso, cuja missão é defender duas rochas mágicas (A Pedra do Reino) contra dragões, que, como em Dom Quixote, existem apenas em sua imaginação. Após perder a vida, junto com sua amada Dulcinéia, na batalha contra os dragões, Trancoso ressurge de dentro das pedras destruídas – numa alusão à lenda do Rei português Dom Sebastião, morto em uma das cruzadas cristãs – para eliminar a miséria do povo do sertão brasileiro. A música adentra diversos universos sonoros, incluindo manifestações populares do Nordeste e alusões à música ibérica da Renascença. Eli-Eri Moura traz para a ópera toda sua experiência como autor de diversas trilhas sonoras para teatro e cinema, enfatizando a rica sucessão de momentos cômicos e dramáticos do texto de W. J. Solha, um dos mais premiados autores brasileiros da atualidade.

Bersagliato da critiche asperrime o esaltato come genio incompreso, il librettista Francesco Maria Piave (1810-1876) è indissolubilmente legato a Giuseppe Verdi, per il quale scrisse i versi di ben dieci opere, tra cui "Ernani", "Macbeth" (con Andrea Maffei), "Stiffelio", "Rigoletto", "La traviata" e "La forza del destino". Questa piccola monografia, che non è una biografia, né un’agiografia e neppure un libello, è un’estesa analisi sul più assiduo collaboratore verdiano tesa a fare un po’ d’ordine nel mare magnum di giudizi e pregiudizi vecchi e nuovi, uno screziato mosaico di voci tra Alberto Savinio, Umberto Saba e recensori e studiosi di ieri e di oggi all’ombra titanica di Verdi.

Between the eighteenth and nineteenth centuries many literary, figurative, and musical works took inspiration from the lives of celebrated ancient and modern artists. In particular, the unhappy events in the life of Torquato Tasso were of the greatest appeal; the author of Aminta and La Gerusalemme liberata became an emblem of the romantic artist, constantly in conflict with the surrounding world. Among these works, Ferretti’s and Donizetti’s melodramma semiserio Torquato Tasso (1833) is unique in the fact that the authors let the character Tasso to deliver poetic fragments extracted from the works of the real Tasso, interspersed throughout the dramatic dialogue. This device is aimed to outline the portrait of the hero in his complex relationship with the courtly society, and to show the poet in the very act of creating; it is highlighted both in the libretto (by the use of italics) and in the music: citations appear only in recitative sections, within which some of them are emphasized by the use of the arioso singing. The essay shows how this calculated use of literary and musical devices generates a multi-layered game of mirrors. Through it one can listen, as in perspective, different voices: that of the character; that of the real poet, or rather of the image the posterity has constructed of him. Lastly, the voice of the opera’s authors, who use Tasso’s poetry in order to express their concerns about of the Italian literary and musical tradition, in a historical juncture in which its identity is being challenged.

Words appear in music scores with a variety of roles; they can be used as music notation themselves, or spell text to be sung, or be part of paratexts such as forewords and critical commentaries in printed score publications. This article explores the relationships between music and words in the context of digital editing, particularly with a focus on operatic libretti, which carry the spoken and sung words of operas. How can the hypertextual nature of the digital medium be exploited to model and publish these complex and important relationships?

During the XIX th century, the European theatre contributed to the modernization of the Romanian culture. In this period, the appropriation of Western models was an objective for the Romanian intellectuals, who organized a huge campaign of translations and an intense activity of cultural management: in their opinion, the translations were an important instrument for the development of the Romanian culture. This study intends to investigate how the translations of the tragedies by Alfieri and by Voltaire and of the libretto Norma by Felice Romani had a strong relation with the political ideas against despotism of 1848 Romanian writers like Heliade Rădulescu and Constantin Aristia.

Parmi les nombreuses options pour renouveler et varier le répertoire de l’Académie royale de musique durant le dernier tiers du XVIIIe siècle, la réévaluation du comique – à la fois en tant que style, que genre et qu’emploi – est l’une des plus considérées, tant par l’administration que par les auteurs et les penseurs du théâtre lyrique. C’est au cœur de cette problématique que se développe la pratique de la traduction et de l’adaptation de partitions et de livrets italiens, pratique qui connaîtra une vogue durable sur plusieurs théâtres tant à la Cour que dans la capitale.  À l’Académie royale, l’opéra italien intéresse sous toutes ses formes : musique et poésie, seria et buffa. De 1774 à 1790, une quinzaine de projets voient le jour, piochant dans les partitions et les livrets ultramontains pour tenter de donner à l’institution un nouveau souffle.

A Londra Lorenzo Da Ponte fu poeta del King’s Theatre
per otto stagioni d’opera tra il 1794 e il 1804, durante le quali
scrisse nove libretti per musicisti come Martín y Soler,
Mazzinghi, Bianchi e Winter, insieme a traduzioni, intermezzi
e adattamenti di libretti di altri autori.
Questo ricchissimo materiale è per la prima volta pubblicato
integralmente, corredato di note che segnalano gli
esemplari individuati, la trama delle opere, le fonti letterarie,
le rappresentazioni londinesi e le recensioni apparse sui principali
giornali dell’epoca, il tutto accompagnato dalla narrazione
delle vicende del soggiorno di Da Ponte a Londra,
proponendo così anche uno spaccato della vita musicale londinese a cavallo tra Sette e Ottocento.

Sulla possibilità o meno di applicare alla cosiddetta canzone leggera le categorie e i metodi della critica testuale e letteraria classica. Sul valore e disvalore dei testi di Bob Dylan e Vasco Rossi. Sulla necessità di considerare la canzone un fenomeno eminentemente performativo. Sull'importanza delle voci. Su nichilismo e canzone leggera.

Viene analizzata la lingua dei libretti di Gaetano Gasbarri, librettista napoletano pochissimo noto attivo tra la fine del '700 e i primi dell'800, autore di opere buffe tra le quali L'Equivoco stravagante per G. Rossini. Spiccano i giochi di parole, i doppi sensi osceni, le figure dell'esitazione e dell'intreccio di registri, l'ironia sui linguaggi settoriali. Notevole la serie dei prestiti goldoniani.

The role of the scenographer The scenographer in Italy emerges during the first thirty years of the XVII century as a versatile artist, with wide knowledges in different sciences, as well as engineer, architect, scholar, machine inventor and even constructor of the new theatre buildings that go beyond the faithful copy of the greco-latin model with wider functions, that required more complex transversal supervision. A professional figure with an enormous amount of social prestige such as in the cases of Giulio Parigi (1571-1635) in the Florence of the Medici and in the environment of Padania, Gian Battista Aleotti (1546-1636), known as " Argenta 1 " , who worked for Alfonso II as his court architect, military engineer, supervisor of the water network and remarkable expert in mechanics, translating eventhe illustrated and commented works of Hieron of Alexandria. He had designed for the Gonzaga family of Mantua the setsfor the performance of the famous Pastor Fido, Gian Battista Guarini's pastoral play, in 1598, even though he can be found settled in Ferrara at the beginning of the next century, in a close intellectual and creative collaboration with one of the most brilliant men of his time, which was Enzo Bentovoglio, the perfect courtier described by Castiglione, with whom he achieved the specific training to obtain the maximum propagandistic effect of the sets of the new show ceremonial. Shortly after 1600 he founded,with other remarkable scholars from Ferrara, like GuidobaldoBonarelli, the Academy of the Bold, which is one of the first examples of cultural promotion institutions under the aegis of their aristocratic sponsors, as a source of legitimacy of their power. These institutions can be traced back to the 1. To enhance the role of Aleotti in relation with predecessors and peers, like Parigi, Torelli, Chenda or Guitti, it is necessary to recall the fact that Aleotti designed built La Pilotta theatre because it sets the pattern of theatrical architecture during the XVII and XVIII centuries for the playful celebrations of the european courts. However, there are not many works available about this fascinating individual. Amongst them can be found (Fiocca, 1998) and (Mattei, 2010) Abstract: Parma, the capital of the lands ruled by the Farnese family, was one of the most active centres in Italy in the design of architectures for shows. A proposal for an approach to the history of Italian scenography during the Seicento is presented here – a some what in depth view is presented as it is not very well known in Spain – using iconological and semiotic analyses of the decorations for the staging of the libretti, beginning with the scenographic creations of Giovan Battista Aleotti, and finishing with Carlo Pasetti, one of his most fruitful heirs, focusing on his work with the opera La Filo overo Giunonerepacificata con Ercole, created by Francesco Berni (1631), a preserved copy of which can be found in the Library of the El Escorial Monastery (Madrid), a rare fact amongst the works with Florentine origin collected in Spanish document repositories, even though it became, with other scenographies of the same author, a powerful inspiration for several courtesan parties (theatre shows, choreographed dance or carousels) in Spain during the XVII and XVIII centuries.

In:  Johann Wolfgang Goethe, Christian August Vulpius. Circe. Oper mit der Musik von Pasquale Anfossi. Übersetzung und Bearbeitung des italienischen Librettos für das Weimarer Theater. Mit einer Einführung hrsg. von Waltraud Maierhofer. (Theatertexte 12.) Hannover: Wehrhahn, 2007.  S. 5-27.

[This is the introduction to the edition. Section headings:]

Circe: Von Rom nach Weimar
Die Autographen und die Weimarer Aufführung
Theaterdichter Vulpius
Der Gegenstand der Oper: Die Zauberin, Verwandlungen und Geschlechterrollen
Zur Übersetzung
Der erweiterte Text (das Düsseldorfer Manuskript): Nationalcharakter und Situationskomik

Abbildung Titelseite der Abschrift des italienischen Librettos