Nell'ambito di un numero monografico della Rivista per l'istruzione finalizzato a fare il punto sulle prospettive d’ammodernamento delle strutture scolastiche dell'obbligo, il contributo indica nel Piano strutturale scolastico un...
moreNell'ambito di un numero monografico della Rivista per l'istruzione finalizzato a fare il punto sulle prospettive d’ammodernamento delle strutture scolastiche dell'obbligo, il contributo indica nel Piano strutturale scolastico un strumento strategico efficace con cui superare la logica del quotidiano, delle emergenze e come ricordano passate disgrazie del tragicamente inatteso. Uno strumento che, sull'esempio del Facility Master Plan promosso dallo stato federale della California, non rappresenta solo un mezzo per razionalizzare i costi, ma come opportunità per la generazione di valore: per introdurre anche nel sistema scolastico quelle logiche di effectivenss per valutare e gestire l'intervento pubblico già operanti in altri contesti. Uno strumento che dovrebbe riferirsi a modelli di gestione e contrattuali avanzati basati sulla generazione e gestione del valore (value management), sulla capacità di collaborare come team; obiettivo condiviso sul medio e lungo termine e strategia consapevole d’attuazione promossa e gestita in piena conformità con il contesto socio-culturale d’appartenenza e mediante l’attribuzione di responsabilità “all’autorità territorialmente e funzionalmente più vicina ai cittadini interessati”.
Nell’articolo è chiarito come, in ambito scolastico, il Piano strutturale rappresenti un metodo di programmazione dal basso e di sperimentazione locale da riassorbire ai livelli superiori regionali e nazionali secondo i principi della sussidiarietà oltre che strumento capace d’inquadrare e integrare singoli interventi “a sistema”. Quindi, complesso e, probabilmente proprio per questa sua caratteristica, raro a vedersi nella gestione del patrimonio scolastico.
In maniera esplicativa, all'interno dell'articolo vengono riferiti gli elementi che contraddistinguono il FMP californiano con particolare attenzione alle sue modalità attuative. Si fa notare che un piano strutturale scolastico è più di un travaso di alunni, di un intervento sul singolo edificio. È un disegno d’insieme con compendio di regole comportamentali, prefigurazione di standard quantitativi e qualitativi da soddisfare. A più riprese, nella metodologia proposta per la sua realizzazione, si sottolinea l’importanza di attivare un processo conoscitivo e decisionale più vasto possibile, con il coinvolgimento di un’ampia rappresentanza di stakeholders e finalizzato a individuare oltre alla soluzione anche i più efficaci modelli di processo e di procurement.
Il Facilities Master Plan dovrebbe essere curato e mantenuto da un apposito District Board con il coinvolgimento di uno staff di insegnanti capace di coinvolgere organi di governo scolastico e territoriale oltre a differenti rappresentanti della comunità in un’ottica che è quella della generazione di valore e del reciproco beneficio.
Milestone delle sue fasi di sviluppo e obiettivo primario dei suoi risultati è la redazione del Joint Use, documento che raccoglie la partecipazione concorrente di enti, associazioni o soggetti privati sulla base delle opportunità presenti e che dovrebbe formalizzarsi in veri e propri atti d’interesse e contrattuali con ripartizione di compiti, responsabilità, oneri e utili. Tra le varie opportunità offerte da questa compartecipazione viene prospettata la possibilità di condividere l’uso delle strutture e prefigurati i benefici derivabili da eventuali rendite di posizione, dalla partecipazione diretta alla gestione degli edifici, dall’ottenimento di permute e compensazioni: in maniera più ampia, i benefici associabili alla riqualificazione di determinate aree e quartieri urbani in cui risultano inseriti i singolo plessi scolastici.
L’articolo si conclude analizzando possibilità e raccomandazioni per il suo impiego nel contesto italiano ove, oltre alla messa in sicurezza degli edifici, sarebbe necessario mettere in campo azioni di valorizzazione di tipo sistemico. In tal senso, l’auspicio è per l’adozione di nuove formule manageriali capaci di introdurre e governare modalità miste di promozione e finanziamento degli interventi ma anche e finalmente per la diffusione di approcci fondati su programmi sinergicamente integrati alla programmazione urbanistica.
Mutamenti culturali e operativi che impongono la predisposizione degli opportuni strumenti, anche di carattere normativo, non limitati al sistema edificio e al conseguimento dei suoi livelli qualitativi minimi, ma che si estendano alla gestione dei processi da formalizzare in azioni formative, in guide d’indirizzo nazionale e da praticare nella specificità dei singoli piani strutturali scolastici degli enti scolastici locali.