Valcamonica

New discoveries of rock art in Valcamonica, as well as some recent fundamental findings from archaeological sites (the Brandopferplatz of Spinéra near Breno), have unfolded unexpected data about the importance of birds inside the imagery of the local protohistoric tradition. Birds, although not so frequent in respect to other zoomorphic categories (with remarkable exceptions in some areas or on specific rocks), show up today a few emblematic cases, in a way that can directly put new light into some inner aspects of the native ideologies and into the foreign cultural influences recognizable sometimes in the indigenous rock art. Indirectly it can also open up some of the “meanings” connected to the bird theme that can be found in many archaeological artifacts from the italic and central European cultures of the same period (Iron Age, I mill. BC). The present study focuses first on the morphological trends of this category (due to time, space, personal style, etc.) through the main rock art areas and then on the possible correlations between form, function in the iconographic context and related localization on the territory, and secondly to the latest proofs regarding a peculiar representation in Valcamonica rock art of the “travel of the dead” theme.

The article explores the condition of the woman and children in the society of Camunni. The importance of the patronymic, the low number of female names and the lack of daughters names in the family lists on Latin funerary inscriptions of Valcamonica suggest a patriarchal society. When a woman becomes eventually a wife, a mother or a grandmother, she deserves a place on a funerary inscription. Meanwhile, women of Valcamonica appear alone on sacred and honorary inscriptions, when they can pay out of their own pockets for an inscription.

This paper deals with an ancient noble family, that operated in the middle of Valcamonica since XIV century, called Nobiles de Locio or Nobili di Lozio.
The chronological period covered by the study starts from XIV century, when we can find the first records about the family, until the second half of the XVI century.
After this limit, the history of the Nobili does not end, but their social and economic role changes, and it loses importance into a book dedicated to the «Lord of the Alps».

La presente ricerca ha come oggetto una famiglia nobiliare, attiva almeno dal XIV secolo nella media Valcamonica, che ha assunto nel tempo la denominazione di Nobiles de Locio, ovvero Nobili di Lozio. Gli estremi cronologici di questa ricerca vanno dagli inizi del sec. XIV, data in cui si trovano i primi documenti riconducibili alla famiglia, fino alla metà del sec. XVI. Oltrepassato questo limite, la storia della famiglia non termina, ma la sua condizione sociale ed economica si trasforma, così da escluderla da un volume che ha come oggetto i «Signori delle Alpi».

Il libro "Naturalmente divisi" è nato a seguito di un convegno che aveva il proposito di fornire una panoramica sufficientemente completa e criticamente aggiornata sulla storia sociale delle antiche comunità delle Alpi. La prospettiva nella quale si è operato è stata l'analisi storica e politica di singole valli attraverso lo studio delle autonomie da loro guadagnate nel corso dei secoli: aree montane privilegiate che hanno più volte rimarcato la "naturale divisione" dalle grandi città della pianura attorno alle quali gravitavano. La complessità di questo rapporto è stato sintetizzato nel presente volume che si propone come una valida guida per chi volesse avvicinarsi con curiosità all'argomento. Particolare attenzione è stata rivolta alle vallate centrali delle Alpi (dalla Valle Camonica alla Valsassina), per quanto i contributi spazino dalle Alpi Cozie fino alla Carnia, con un excursus riservato alle antiche comunità alpine in epoca romana.

L'associazione «Camini fumanti» trae origine da un antico legato disposto da Bartolomeo Panzerini (a volte chiamato Bortolo nei documenti), nel suo testamento rogato il 9 febbraio 1727. L'analisi dei documenti degli archivi locali permette di tracciare la storia di questa istituzione di beneficienza.

The Associazione Camini Fumanti arises from an ancient bequest created by Bartolomeo (Bortolo) Panzerini with his testament of February 9th, 1727. The history of this charity organization can be traced from the analysis of the documents, mostly preserved in the local archives of Ponte di Legno.

Enigmatici labirinti, eroici guerrieri, grandi uccelli, centinaia di capanne e impronte di piede. Ma accanto a queste anche castelli merlati, croci, chiavi e un vasto, oscuro intrico di segni di epoca storica in bilico fra cronaca e stregoneria. Tutto questo è Campanine di Cimbergo, una grande area poco conosciuta che nasconde millenni di storia e capitoli inediti di un passato perduto e oggi in parte ritrovato grazie al paziente lavoro degli archeologi. Questo volume, frutto di una intensa giornata di comunicazioni e dibattiti tenutasi nel 2005 presso il Museo della Riserva Regionale Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo, Paspardo a Nadro di Ceto, offre un primo sguardo analitico su una delle più affascinanti aree rupestri della Media Valcamonica e propone alcune fra le più recenti e innovative ricerche in campo archeologico, storico-artistico e antropologico. L’insieme di 87 rocce istoriate ne risulta appena scalfito nella sua complessità e nella sua plurimillenaria storia. Lasciamo quindi immaginare al lettore quanti tesori di arte e di cultura siano in Valcamonica, ma non solo, ancora da riscoprire, comprendere e offrire agli occhi del mondo moderno.

Ustrinum or Brandopferplatz?: the archaelogical area of Capo di Ponte (Brescia), Le Sante.
In 1976, an excavation at Le Sante, in Capo di Ponte (BS-Italy), revealed a deep carbonic layer containing abundant ceramic, glass, and metallic material, mostly broken and partly altered by fire, as well as several bone fragments, and rock structures. The findings were interpreted as the ustrinum of a necropolis active during the Roman Age.
The peculiar structural organization of the area, featuring an artificial dip surrounded by an elliptical stone wall and
a heap of black carbonic earth, with plentiful material suggests a similarity with the votive bonfires of the Alps and the
prehistoric sanctuary recently unveiled in Breno, at Spinera, in middle Valcamonica. The analysis of such material, still
unpublished, shows a prevalence of offer cups (including numerous Henkeldellenbecher-style jugs and small cups in thin
walled pottery and in Terra Sigillata), ritually broken and scattered. Similarities with sites in Alto Adige (Rungger Egg in
the Alpe di Siusi and Noafer Bühl, above Gries) suggest to interpret the Capo di Ponte environment as a votive funerary
bonfire, a sort of Brandopferplatz in use from the late Iron Age to the 4th century AD.

La Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo custodisce al suo interno una parte cospicua del patrimonio di arte rupestre preistorica dell’intera Valcamonica, primo sito italiano ad essere stato inserito nella World Heritage List dall’UNESCO. Tra le aree di maggior interesse archeologico e artistico vi è Foppe di Nadro che, contando una settantina di superfici istoriate, costituisce una delle località più visitate dal pubblico. Questo volume raccoglie una serie di contributi che spaziano dalla storia delle ricerche, alla documentazione monografica di singole rocce, alle analisi tematiche di alcuni tra i temi iconografici maggiormente rappresentati (le capanne, gli oranti) e costituisce una significativa panoramica degli studi più recenti. Differenti approcci metodologici ed interpretativi si confrontano dando vita ad un dibattito che intende rivolgersi sia agli studiosi e agli operatori del settore, sia agli appassionati di una tra le più antiche manifestazioni artistiche della nostra eredità culturale.

in this paper, we compare the Minerva sanctuaries of Travo (Piacenza province, Emilia, northern Italy), Cividate Camuno (Valcamonica, Lombardy, northern Italy) and Bath (England), all built in Roman times but showing signs of previous frequentation in Celtic times. We argue that although the Latin epigraphy of Travo and Bath shows a possible connection between the two sites, the similarities among the three sanctuaries are better explained by a common "Celtic" sensibility, hiding behind the veil of Romanity. This is both valid in in Cisalpine Gaul and in Britain, despite the fact that Cisalpine Gaul started to be Romanized much earlier.

LE PIÙ ANTICHE TESTIMONIANZE ICONOGRAFICHE NELLA STORIA DELL’AGRICOLTURA E DELLA TOPOGRAFIA. Esiste uno strumento a disposizione dell’archeologo per “leggere” l’articolazione dei paesaggi antropizzati della preistoria: è fornito dall’archeologia rupestre, e in particolare dall’analisi delle immagini depositate in quell’immenso archivio litico figurativo che è l’arte rupestre alpina ed europea.
Una parte di queste immagini assume caratteristiche fortemente geometriche, ripetitive nella moltiplicazione di moduli rettangolari, quadrati, circolari, allineamenti di pallini e linee perimetrali; sono composizioni che appartengono principalmente a due fasi cronologiche: quella antica, pertinente al passaggio Neolitico-età del rame, e quella recente, di quasi tre millenni più giovane, da riferire alla media età del Ferro. Tali composizioni sono state da più autori interpretate come raffigurazioni del territorio, e in particolare del territorio antropico; mostrano cioè nella loro articolazione geometrica quelli che possono essere verosimilmente interpretati come campi coltivati e/o veri e propri insediamenti agricoli.
Nell’area di Paspardo (Valcamonica) le composizioni topografiche sono ampiamente diffuse; è un patrimonio che rende tale territorio una zona privilegiata, grazie alla presenza di raffigurazioni topografiche antiche (IV-III millennio a.c.), che costituiscono nei fatti le prime rappresentazioni iconografiche sulla nascita dell’agricoltura.
La fase topografica dell’arte rupestre di Paspardo testimonia e racconta della nascita delle più antiche comunità stanziali, dell’originaria messa a coltura dei terreni, delle prime mietiture e delle arature pionieristiche. A questi primati se ne aggiungono altri, relativi alla storia della cartografia, con le più antiche rappresentazioni zenitali di un territorio antropizzato, e soprattutto alla storia dell’agricoltura, con le prime testimonianze iconografiche delle pratiche di coltivazione, in primis riguardo all’introduzione dell’aratro. E' dunque la cultura figurativa di Paspardo che ci parla della coltura del suo territorio, grazie alle solide capacità di conservazione del più straordinario archivio mai lasciato in eredità dalle comunità che hanno popolato nei millenni il territorio alpino, il libro di pietra dell’arte rupestre di Paspardo e della Valcamonica.

Nel corso del primo Cinquecento la Valle Camonica, al tempo territorio della Repubblica di Venezia, fu interessata da una virulenta azione inquisitoriale volta a reprimere casi di stregoneria ed eresia. In particolare, a partire dal 1518, si effettuarono oltre sessanta roghi, cui venne posto termine a seguito di un’intesa politica tra la Serenissima e lo Stato della Chiesa. L’intervento intende illustrare gli avvenimenti intercorsi inquadrandoli nel contesto storico-politico-religioso del tempo tramite l’ausilio di testi provenienti dalle fonti coeve. L’analisi intende inoltre fornire alcuni spunti di riflessione sulle superstizioni popolari e sul loro utilizzo strumentale in contesti di repressione.

ABSTRACT. — Rupestrian Archaeology in Valcamonica: the case of Dos Cüi. — The Dos Cüi rock is placed on the left orographic slope of Valcamonica, at 475 m of altitude, inside the Regional protected area of “Ceto-Cimbergo-Paspardo engraved rocks”. The place-name Dos Cüi means an outcrop situated near some rock shelters, which can be found at the base of the nearby rock cliff. Dos Cüi engravings were discovered in 1957-58 by Giovanni Rivetta. In 1962 and 1963 the figures were traced by Rivetta with the team guided by E. Anati, then published in 1967. The author of the present paper recently performed a new complete contact-tracing under close examination by grazing light. The tracing was subsequently transformed in a vector digitised drawing. This is the first time for such a methodology to be applied for a Valcamonica engraved rock. The 240 figures of the Dos Cüi rock have been recorded into a specific database, composed by a rock record and a figure record. They have been inserted into eight typological tables, which represent a logical grouping on the base of the alphabetic categories utilised in the figure record (schematic anthropomorphic figures, weaponed figures, other anthropomorphic figures, oxen and ploughings, weapons, topographies, geometric figures). A particular interest is given by the study of the superimpositions, which demonstrates a very long and detailed chronological frame. The chronological differentiation corresponds to a different distribution over the engraved surface. The first engraving phase is constituted by the representation of irregularly shaped cultivated fields (Neolithic), followed by topographical representations constituted by contour-traced rectangles (end of Neolithic – first Copper Age), by full Copper Age daggers and ploughing scenes, by late Bronze Age human figures and finally by Iron Age warriors and granaries. What is noteworthy is the possibility of comparing the engraved weapons with the corresponding archaeological finds: Dos Cüi engraved daggers can be easily compared with the remedellian kind copper daggers (triangular blade), dated to the first half of the 3rd millennium BC, while the engraved swords of the sector D can be dated to second half of VII cent. BC – first half of the VI cent. BC by comparison with western hallstatt kind swords. The presence of Copper Age subjects (ploughings and daggers), normally strictly reserved to monumental standing stones, is to be regarded as peculiar; it can be utilized as an interpretative key, suggesting a more individual engraving practice, eventually connected to the nearby shelter, not yet archaeologically studied.

RÉSUMÉ. — Archéologie rupestre dans le Valcamonica: le cas du Dos Cüi. — La roche de Dos Cüi se trouve à 475 m d’altitude sur le versant orographique gauche du Valcamonica, dans la Réserve Régionale Gravures Rupestres Ceto-Cimbergo-Paspardo, zone de Foppe di Nadro. La toponymie se réfère à un dos situé aux environs d’abris sous roche, à la base de la proche paroi rocheuse. La surface gravée fut découverte en 1957-58 par Giovanni Rivetta, puis relevée en 1962 et en 1963 par Rivetta lui-même avec l’équipe de E. Anati. La publication date de 1967. J’ai moi-même effectué un nouveau relevé intégral, tracé à contact à l’aide de la lumière rasante. Pour la première fois dans le Valcamonica, ce relevé a été restitué sous forme de graphique vectoriel. Les 240 figures du Dos Cüi ont été insérées dans une base de données spécifique, qui se compose d’une fiche de roche et d’une fiche de figure. Ont été élaborées huit tables typologiques, selon la catégorisation de la fiche de figure (anthropomorphes schématiques, autres anthropomorphes, armés, bovidés et attelages, armes, figures géométriques topographiques, autres figures géométriques). L’étude des superpositions a été fondamentale, car elles confirment une séquence chronologique très longue et détaillée correspondant en outre à une distribution différenciée des phases sur la surface gravée. La première phase des gravures est constituée par la représentation des champs cultivés à la forme irrégulière (Néolithique) suivis de figures topographiques composées de rectangles à contour (Néolithique final - début du Chalcolithique), de poignards et d’attelages du Chalcolithique, d’anthropomorphes schématiques de l’âge du Bronze Récent - Final et, enfin, de guerriers et de greniers de l’âge du Fer. Il est remarquable de pouvoir comparer les figures gravées avec les objets correspondants de la culture matérielle, en particulier en ce qui concerne les poignards du type Remedello (première moitié du IIIe millénaire av. J.- C.) et les épées à antennes du type hallstattien occidental (deuxième moitié du VIIIe siècle av. J.-C. - première moitié du VIe siècle av. J.-C). Très particulière, la présence de scènes et de figures du Chalcolithique (poignards et attelages) qui sont normalement réservées aux compositions monumentales ; ceci peut fournir une clé de lecture qui suggère une pratique de gravure individuelle et un lien avec l’abri sous roche avoisinant, qui n’a pas encore fait l’objet de fouilles archéologiques.

TOPOGRAPHICAL ENGRAVINGS AND AGRICULTURAL LANDSCAPES IN VALCAMONICA AND MT. BEGO ROCK ART

The so called topographical engravings or "maps" are constituted by regularly repeated geometric figures and are diffused in the Alps, mainly in Valcamonica, Valtellina (I), Mt. Bego and Maurienne Valley (F). The analysis of superimpositions show two main phases; the first one can be dated to the final Neolithic-first Copper Age, while the second one can be attributed to the middle Iron Age. Close similarities can be observed between Valcamonica and Mt. Bego "maps" of the Neolithic-first Copper Age; they probably represent the most ancient post-Palaeolithic engravings, marking the beginning of the entire open-air orck art cycle in the Alps. In Valcamonica and Mt. Bego they have been executed over a very suitable rock, a siliceous sandstone which represents, with few other kinds of rocks, a conditio sine qua non for the existence of the wide open air engraved areas.

The themes represented by the "maps" are completely different from those recurring during the Bronze and Iron ages, with recurrent figures of weapons and warriors. The interpretation of the topographical engravings is strictly related to the representation of an anthropised landscape, in particular of a sort of protected agricultural units, where ploughed fields and cereal sheaves seem to be the core of each representation.

Engraving maps could be interpreted as a sort of territorial marking, executed by local people to affirm their farmer identity, to perform a propitiatory rite, or make a virtual offering.

Il saggio offre uno studio su un opuscolo "sine notis" riguardante un episodio di caccia alle streghe avvenuto nel 1517 in Valcamonica e ne propone l'attribuzione al tipografo veneziano Guglielmo da Fontaneto. Quest'opera, conservata in copia unica presso la Biblioteca Casanatense, è dedicata a Isabella d'Este

"A labyrinth figure, an ancient initiatic game, lies on the rock 1 of the National Park of the Rock Engravings of Naquane, Capo di Ponte, just in the centre of a site that  once was simply known as Aquane . This probably was one of the most important areas of cultual activities related to the rock art tradition in Valcamonica. Looking at this rock with the eyes of a non expert visitor, the surface will appear as a confused set of figures: men and dogs are hunting deer, while women are working on looms, duellists are fighting while warriors follow an horseman fully armed, probably a  chief . Most of the figures appear connected to other engravings: cup marks, shovels, footprints, huts. All this imagery, depicted on the rock all around the labyrinth, is the witness of the last prehistoric rock art phase on this surface: that of the Iron Age, a period where rock art appears as the production of the male warrior class of the Camunnian society . Women are not present among this art. Scholars think that almost the 80% of the 300,000 engravings of the Valcamonica rock art tradition belongs to this period, the first Millennium BC. Is all the rock art tradition a construction of the male classes or is it possible to define themes and figures related to female activities? The basis idea of the present paper is, in fact, that would be still possible today:
• to go back to the origins of specific rock art activities in some Valcamonica sites, as Naquane, Foppe di Nadro, Luine, In Valle and other sites
• to correlate these activities to a special group, the women of the local aristocracy
• to create a reading key useful to understand the modality of engravings the rocks at the sites
"

Recent finds of bronze and stone decorated artefacts at archaeological sites in Valcamonica cast new light on the archaeology of images beyond that found solely in rock art, and suggest new evidence of a possible close relationship between artisans and rock art makers. By analysing similarities in techniques and figurative programmes between rock art and decorated objects this paper suggests the existence of specific negotiators responsible for translating forms and themes across different media and geographical areas. Some carved animal styles, which appear to have been graphically dependent on the European Bronze Age tradition of bronze decoration, and the sun-boat theme specifically, are analysed. Rock art from Valcamonica, with its susceptibility to external influences as well as its capacity to be reinterpreted according to local traits, indicates that there were robust links connecting Alpine peoples, Mediterranean areas and Central Europe between the Bronze Age and the Iron Age and that a vast heritage of Bronze Age symbols was still thriving in the core ideology of Iron Age communities.

Besides the classical figurative themes (human beings, animals, artefacts, symbols, etc.) rock art of Valcamonica and Valtellina offers a substantial – and perhaps unique – set of geometric-abstract representations, in some cases of very complex structure (e.g. Bedolina), which since the beginning of research has been interpreted in topographical terms, i.e. as representations – realistic or merely symbolic according to different scholars – of the ancient landscape as transformed by human activity (crops, trails, etc.). However recent researches, especially from the western side of the Central Valcamonica, pose interesting questions against the traditional topographic interpretation of the subject and highlight some aspects: the marked increase of rocks with “maps” surveyed over the past years, their peculiar geographical distribution, the widening in variety of types and structures, the need to study the phenomenon in a systematic way considering micro– (rock surface) and macro-topography (spatial context of the rocks with “maps”). This paper discusses some important unpublished cases of engraved “maps”, with the aim of provoking a debate about the state of research.

La cronologia degli oranti, attualmente alla base degli stili I e II (Neolitico) della seriazione camuna, viene affrontata partendo dalle revisioni in atto. Viene illustrata una serie di sovrapposizioni di oranti a figure dell’età del Rame, del Bronzo e della prima età del Ferro. Sulla base di tali sovrapposizioni, della ripetuta contiguità spaziale con figure dell’età del Ferro e del studio della Rupe Magna di Grosio si ipotizza una cronologia Bronzo Medio-Recente Bronzo Finale, con attardamenti fino alla prima età del Ferro. Nella presenza di coppie di oranti e di oranti armati si riconosce un’anticipazione delle tematiche connesse alle prove di abilità e di forza dell’età del Ferro, con la possibile raffigurazione di lotte a corpo libero e con un aggancio alle scene di danza per quanto riguarda le figure femminili, in un contesto iconografico legato ad eventi di rito-gioco-festa. Si sottolinea la forte problematicità delle prime due fasi della seriazione stilistica camuna e si propone di assegnare allo Stile I il periodo proto-camuno e allo Stile II le incisioni topografiche.