Raccontare la storia è un servizio amorevole reso agli uomini, che in quanto è accaduto nel passato possono trovare alcune radici della storia presente, individuare le origini di determinate tradizioni, rendersi conto di alcuni toponimi...
moreRaccontare la storia è un servizio amorevole reso agli uomini, che in quanto è accaduto nel passato possono trovare alcune radici della storia presente, individuare le origini di determinate tradizioni, rendersi conto di alcuni toponimi del proprio territorio, ammirare le gesta compiute dai propri antenati, conservare la memoria del passato, custodendo tutto ciò che di tale passato è giunto fino a noi, individuare i motivi di vanto e di incitamento ad essere costruttori attenti della storia che si costruisce e si vive.
Il II Colloquio di Studi Storici della Calabria Ultra, svoltosi a S. Ilario dello Jonio nell’aprile dello scorso anno, è una delle tante iniziative culturali promosse sul territorio della Locride per raccontare la storia del nostro passato.
Il tema trattato nel predetto Colloquio è stato: “Confraternite, ospedali e benefici nell’età moderna”.
Questo mio scritto introduce la raccolta delle relazioni che in esso hanno tenuto eminenti studiosi.
Come afferma il prof. Naymo nell’introduzione, il tema sviluppato dalle dotte relazioni degli studiosi si è rivelato importante per la ricaduta significativa che queste istituzioni hanno avuto in campo socio-economico; lo studio di esse infatti ci aiuta “a conoscere meglio l’articolazione del tessuto sociale calabrese e le dinamiche presenti al suo interno durante il periodo dell’”ancien régime”. Viene evidenziato l’impegno sociale che sempre ha caratterizzato l’azione della Chiesa sul territorio. I Vescovi che visitano le singole realtà della Diocesi di Gerace non si preoccupano solo della trasmissione delle fede genuina, del mantenimento della disciplina ecclesiastica, della regolarità e solennità del culto, ma insistono, sollecitano, rimproverano se l’assistenza ai malati non è curata con attenzione e competenza. La relazione del prof. D’Agostino sull’Assistenza ospedaliera nella diocesi di Gerace, ci offre uno spaccato di vita ecclesiale in riferimento all’assistenza ai malati veramente eccezionale.
La relazione del prof. Naymo (Benefici laicali e Giuspatronati nel circondario di Gerace: Strategie economiche, sociali e familiari), ci aiuta a darci ragione di certi privilegi che le famiglie nobiliari hanno avuto nella Chiesa fino al Concilio Vaticano II ed alla conseguente riforma del Codice di Diritto Canonico. E ci rende edotti altresì di come si potesse strumentalizzare la Chiesa per intenti economici da parte dei nobili e del ceto medio, che nei secoli XVI e XVII cominciò la sua ascesa in Calabria. Il prof. Naymo conferma il ruolo importante avuto “dai benefici e dalle istituzioni ecclesiastiche in numerose dinamiche di natura economica e sociale della Calabria di età moderna… avere uno o più benefici in paese costituì una risorsa utile alla collettività”.
La ricerca storica sul passato dei nostri centri, ora piccoli e quasi spopolati, rivela invece una ricchezza di vita sociale, economica e religiosa, veramente eccezionale. Se Gerace aveva lustro e si imponeva sul territorio perché sede vescovile, altri centri avevano anch’essi notevole importanza. E’ quanto mette in luce, a proposito di Condojanni, la relazione di Alessio Bruno Bedini (Confraternite, altari e benefici nella contea di Condojanni). Oggi questo piccolo centro risulta essere una frazione di S. Ilario allo Jonio, ma nel passato era “un vero e proprio capoluogo di contea che arrivò ad avere alla metà del XV secolo circa mille abitanti”. L’interessante studio del Bedini conferma quanto lui stesso scrive, e cioè che “il territorio (ha) alle proprie spalle molta storia da riscoprire”. Dobbiamo essere grati al giovane studioso per questo excursus storico che ci consente di fare per le chiese di quella che fu la contea di Condojanni, perché egli stesso scrive che il suo è “uno dei primi studi scientifici in assoluto su questo territorio”. Le notizie minuziose offerte su ogni chiesa e altare vanno al di là del riferimento immediato, in quanto possono essere spunto per altri studiosi di spaziare su altri temi storici ai quali si collega la storia ecclesiastica del tempo.
La relazione di Filippo Racco (Juspatronati e confraternite laicali ne La Roccella), come attesta egli stesso, “intende presentare un quadro storico degli altari e degli juspatronati istituiti, nel corso dell’Età moderna, nelle chiese di Roccella Jonica, nonché delle confraternite laicali che in esse vi ebbero sede”. Nell’analizzare i contenuti giuridici del juspatronato nella legislazione canonica con riferimenti a quella italiana, egli riporta un intero documento, redatto nel 1692 da Carlo Maria Carafa per il suo Stato della Roccella, con il quale il principe “regolamentò, giuridicamente quanto pignolescamente, anche la libertà di religiosità dei sudditi feudali”. E’ una testimonianza di altri tempi sulla commistione di poteri e di assenza di vera libertà religiosa.
Esprimo gratitudine agli organizzatori e agli esimi relatori di questo Colloquio per il contributo dato alla conoscenza della storia della Chiesa della Locride, con l’augurio che tali studi possano suscitare, soprattutto nei giovani, l’amore al territorio e spingerli a continuare sulla linea di scoperta del passato, che ci aiuterà sicuramente a vivere il presente con maggiore impegno e dignità.
+ Giuseppe Fiorini Morosini
Vescovo di Locri – Gerace