Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                
Skip to main content

Marco Bazzini

The monetary portraits of Odoardo Farnese (1622-1646) are essentially of one type. For more than two decades, on coins produced in the mints of Parma and Piacenza, the Duke was in fact represented as a young, short-haired adolescent in... more
The monetary portraits of Odoardo Farnese (1622-1646) are essentially of one type. For more than two decades, on coins produced in the mints of Parma and Piacenza, the Duke was in fact represented as a young, short-haired adolescent in armor and wearing a broad, high pleated ruff.
Exceptions to this monotonous series are some very rare gold pieces worth five doubles and half ducats in silver produced in the Piacenza mint in an uncertain period, but surely between 1633 and 1636. On these Odoardo is portrayed as a grown man with a broad lace collar falling over his shoulders; his hair, tousled and rather long, covers his forehead while his face, round with a slight double-chin, is framed by a mustache and goatee. These are extremely rare coins of which only four examples are known (one in gold, two in silver and one, of uncertain value, in copper). They were minted to seal the alliance with the France of King Louis XIII in the war against Spain and used as gifts for nobles who served the Duke of Parma during his stay in Paris in early 1636.

I ritratti monetali di Odoardo Farnese (1622-1646) sono sostanzialmente di un’unica tipologia. Per oltre vent’anni, sulle monete prodotte nelle zecche di Parma e di Piacenza il duca fu infatti rappresentato come un giovane adolescente dai capelli corti, in armatura e con una larga e alta gorgiera plissettata.
In questa serie monotona fanno eccezione alcuni rarissimi pezzi in oro dal valore di cinque doppie e mezzi ducatoni in argento prodotti nella zecca di Piacenza in un periodo incerto ma sicuramente compreso tra il 1633 e il 1636. Su di essi Odoardo è effigiato come uomo adulto, con un ampio colletto di pizzo che gli ricade sulle spalle; i capelli, scompigliati e piuttosto lunghi, gli coprono la fronte mentre il volto, tondo e con un leggero doppio mento, è incorniciato da mustacchi e pizzetto. Si tratta di monete rarissime delle quali sono conosciuti solamente quattro esemplari (uno in oro, due in argento e uno, dal valore incerto, in rame). Furono coniate per suggellare l’alleanza con la Francia di re Luigi XIII nella guerra contro la Spagna e utilizzate come donativi per i nobili che servirono il duca di Parma durante il suo soggiorno a Parigi nei primi mesi del 1636.
In February 2011 the Guardia Di Finanza of Milan seized 636 medieval coins. During the investigation it emerged that the coins had been removed from a construction site at Via Bubba 16, in the southern suburbs of Piacenza. The coins were... more
In February 2011 the Guardia Di Finanza of Milan seized 636 medieval coins.
During the investigation it emerged that the coins had been removed from a construction site at Via Bubba 16, in the southern suburbs of Piacenza.
The coins were reported to have been found during excavation work at a building site.
Preliminary analysis of the coins identified a large core consisting of 354 Venetian matapans.
Several imitations of the Venetian grosso originating from the North Italian and Balkan areas were also present.
Thirty coins were gros tournois from France and Provence.
From the ongoing study of the coins, various hypotheses regarding the formation of the hoard have been made.
Whether they all belong to a single treasury is uncertain.

Nel febbraio del 2011 la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito il sequestro di 636 monete medievali.
Da quanto emerso dall’istruttoria, le monete erano state asportate dall’interno di un cantiere edile aperto nella periferia sud di Piacenza, in Via Bubba 16.
Il materiale numismatico sarebbe stato rinvenuto all’interno dello scavo eseguito per la costruzione di un edificio.
Un’analisi preliminare dei pezzi ha consentito di identificare un grande nucleo costituito da 354 matapan di Venezia.
Sono presenti anche diverse imitazioni del grosso di Venezia, sia di area norditalica sia di area balcanica.
Trenta monete sono gros tournois di Francia e di Provenza.
Lo studio delle monete, in questo momento ancora in corso, ha inoltre permesso di fare alcune ipotesi sulla formazione del ripostiglio.
La loro appartenenza ad un unico tesoretto non è certa.
Una moneta inedita della collezione numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma-Complesso Monumentale della Pilotta potrebbe essere l’unico esemplare superstite di un’emissione di tornesi in mistura d’argento coniati nella zecca... more
Una moneta inedita della collezione numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma-Complesso Monumentale della Pilotta potrebbe essere l’unico esemplare superstite di un’emissione di tornesi in mistura d’argento coniati nella zecca di Napoli nel 1572, durante il regno di Filippo II d’Asburgo-Spagna (1554-1598) oppure, ma meno probabilmente, nel 1606, all’epoca di Filippo III (1598-1621). La moneta reca uno stemma con fascia che ricorda tipologicamente quello inciso su di un grano in rame del Museo Nazionale di Napoli illustrato da Fiorelli nel 1871 e ritenuto da tutti gli studiosi di monetazione napoletana un ‘‘saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città’’.

An unpublished coin, from the numismatic collection of the National Archaeo- logical Museum of Parma-Complesso Monumentale della Pilotta, could be the only surviving specimen of an issue of tournois in silver billion, struck by the mint of Naples in 1572, during the reign of Philip II of Spain (1554-1598) or, although less likely, in 1606, at the time of Philip III (1598-1621). The coat of arms with a fess on the coin looks like by type to the one engraved on a copper grain (grano) of the National Museum of Naples, illustrated by Giuseppe Fiorelli in 1871, and considered a "saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città", by all the scholars studying the Neapolitan coinage.

Une monnaie inédite de la collection numismatique du Musée Arch́eologique National de Parme-Complexe Monumental de la Pilotta, pourrait être le seul spécimen survivant d’une émission de tournois de billon, frappés dans l’atelier de Naples en 1572, sous le règne de Philippe II d’Espagne (1554-1598) ou – bien que cela soit moins plausible – en 1606, à l’ ́epoque de Philippe III (1598-1621). Le blason avec une fasce gravé sur la monnaie rappelle typologiquement celui incise ́sur un grano en cuivre du Musée National de Naples, et illusté ́par Giuseppe Fiorelli en 1871. Le grano est réputé être un ‘‘saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città’’, par tous les spécialistes de numismatique napolitaine.
Il recente riordino della collezione di monete medievali e moderne del Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Parma ha permesso di riscoprire un esemplare della lira con legenda PACI PONTIFICIAE emessa dalla zecca di Bologna nel... more
Il recente riordino della collezione di monete medievali e moderne del Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Parma ha permesso di riscoprire un esemplare della lira con legenda PACI PONTIFICIAE emessa dalla zecca di Bologna nel 1538, durante il pontificato di papa Paolo III (1534-1549). Si tratta della moneta descritta da Saverio Scilla nel 1715 e della quale fino ad oggi si era persa ogni traccia.

The recent reorganization of the collection of the medieval and modern coins of the Museo Archeologico Nazionale of Parma has allowed to rediscover a copy of the lira, with the legend PACI PONTIFICIAE, issued by the mint of Bologna in 1538, during the pontificate of Pope Paul III (1534-1549). This coin, described by Saverio Scilla in 1715, was thought to be lost until today.

La récente réorganisation de la collection de monnaies médiévales, et modernes, du Museo Archeologico Nazionale de Parme a permis de rede ́couvrir un exemplaire de lire, avec l ́egende PACI PONTIFICIAE, frappé par l’atelier de Bologne en 1538, sous le pontificat du pape Paul III (1534-1549). Jusqu’à présent, on croyait que cette piéce, décrite par Saverio Scilla en 1715, était perdue.
Alcuni esemplari di grossi “con le stelle” apparsi recentemente sul mercato commerciale, insieme ad alcuni altri, musealizzati, consentono, a parere dell’autore, di integrare il quadro delle emissioni di moneta grossa della zecca di... more
Alcuni esemplari di grossi “con le stelle” apparsi recentemente sul mercato commerciale, insieme ad alcuni altri, musealizzati, consentono, a parere dell’autore, di integrare il quadro delle emissioni di moneta grossa della zecca di Tortona e di proporne una nuova cronologia.
In località Forno (Pontremoli, MS), alla testata del Rio Serralunga, accanto alle rovine della cascina Romualdo Piagneri, sono stati individuati due siti con materiali archeologici d'epoca romana, l'uno a monte e l'altro a valle... more
In località Forno (Pontremoli, MS), alla testata del Rio Serralunga, accanto alle rovine della cascina Romualdo Piagneri, sono stati individuati due siti con materiali archeologici d'epoca romana, l'uno a monte e l'altro a valle dell'antica strada acciottolata che, risalendo da Versòla, si portava a Logàrghena per proseguire in direzione Serravalle-Caprio-Ponticello-Sorano. Si tratta di un percorso storico ancora in uso un secolo fa, a testimonianza di una modalità di attraversamento del territorio di lunghissima durata. I reperti numismatici e metallici ne documentano e testimoniano l'utilizzo nella passata romanità. I siti si trovano a circa 6 km in linea d'aria dalla Sella del Valoria, e indicano inequivocabilmente l'andamento e un punto di riferimento accertato della via romana Parma-Luni. Insieme ad altre tipologie di materiali, sono state recuperate anche 27 monete, tutte in giacitura secondaria.
Una citazione contenuta nella Cronaca parmense di Leonardo (Leone) Smagliati (1450/58-1524) consente di precisare meglio il valore di una moneta coniata nella zecca di Milano durante il periodo di Luigi XII d’Orléans, re di Francia e duca... more
Una citazione contenuta nella Cronaca parmense di Leonardo (Leone) Smagliati (1450/58-1524) consente di precisare meglio il valore di una moneta coniata nella zecca di Milano durante il periodo di Luigi XII d’Orléans, re di Francia e duca di Milano (1500-1512).
Nel suo volume Opus monetale Cigoi, Lodovico Brunetti attribuisce a Luigi Cigoi la contraffazione del grosso aquilino di Parma senza però riportare nelle tavole l’illustrazione di alcun esemplare. In questa sede si ripercorre la storia... more
Nel suo volume Opus monetale Cigoi, Lodovico Brunetti attribuisce a Luigi Cigoi la contraffazione del grosso aquilino di Parma senza però riportare nelle tavole l’illustrazione di alcun esemplare. In questa sede si ripercorre la storia degli studi che hanno riguardato la moneta originale, facendo notare come le prime falsificazioni siano apparse circa a metà Ottocento, il momento d’oro nell’attività del grande falsario di Udine. Dei falsi aquilini oggi noti, tuttavia, solo alcuni sarebbero da ascrivere all’opera del Cigoi mentre altri, per le loro caratteristiche, potrebbero essere produzioni più recenti.
Nel luglio 2011 veniva scoperto un antico valico d'età romana alla Sella del Valoria (m 1224 slm), due km ad est della Cisa (m 1041 slm), sul massimo crinale appenninico tra Parmense e Lunigiana. Le tre campagne di scavi archeologici in... more
Nel luglio 2011 veniva scoperto un antico valico d'età romana alla Sella del Valoria (m 1224 slm), due km ad est della Cisa (m 1041 slm), sul massimo crinale appenninico tra Parmense e Lunigiana. Le tre campagne di scavi archeologici in regime di concessione ministeriale dirette dall'archeologo Angelo Ghiretti per ISCUM-Genova hanno permesso di identificare, direttamente sul valico, un'area sacra frequentata in età romana repubblicana e tardo-antica, priva dunque di testimonianze afferenti ai primi tre secoli dell'impero. Tale circostanza viene ricondotta ad uno spostamento del percorso verso l'attuale Passo della Cisa, che i ritrovamenti monetali suggeriscono essersi verificato in periodo augusteo, forse condizionato da una frana che interruppe il tracciato sul versante lunigianese. La strada in direzione della Cisa rimase attiva  fino all'intero III secolo, quando la crisi economico-militare dovette causare, per carenza di manutenzione, l'abbandono delle infrastrutture di cui quel tracciato doveva essere dotato. La pista di crinale del Valoria, percorso naturale privo di strutture manutentive, riprese così ad essere frequentata, dal IV secolo  fino alla calata longobarda; con Liutprando e la fondazione dell'abbazia regia bercetese i transiti ripresero nuovamente dalla Cisa e il Valoria ebbe da allora un'importanza unicamente locale. L'area sacra sulla Sella si caratterizza per un insieme di piccole fossette votive contenenti la moneta da offrire al dio pro itu et reditu, ingraziandosi così il buon esito del viaggio di andata e ritorno. I materiali rinvenuti, oltre seicento reperti d'età romana tra cui 316 monete, offrono nuovi spunti di ricerca sulla ricostruzione della viabilità Parma-Luni in età repubblicana e tardoantica.
La ricognizione della Collezione Numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma, avviata alcuni anni fa, ha consentito a chi scrive di poter individuare con maggior esattezza di quanto non fosse stato fatto fino ad oggi la... more
La ricognizione della Collezione Numismatica del Museo Archeologico Nazionale di Parma, avviata alcuni anni fa, ha consentito a chi scrive di poter individuare con maggior esattezza di quanto non fosse stato fatto fino ad oggi la consistenza del fondo di monete medievali e moderne dell’istituzione museale parmigiana.
Benché al momento il censimento del fondo non sia stata ancora completato, è comunque stata catalogata e fotografata la grande maggioranza dei pezzi presenti in medagliere.
Si tratta di circa 4700 monete di zecche italiane, alle quali vanno sommate 51 oselle di Venezia. È inoltre stata individuata un’importante serie di pesi monetali (213) e di tessere e/o gettoni (86 pezzi, dei quali 34 di Parma, per gran parte riferibili al periodo ducale, 20 di varie città italiane e 32 esteri). I quarteruoli medievali  finora identificati sono invece 35. È infine risultato presente anche un piccolo ma interessante nucleo di monete ‘estere’ (circa 150 pezzi).
Nel corso di uno scavo archeologico nel centro di Parma (Emilia-Romagna, Italia), è stato rinvenuto un tesoro composto da 290 monete di zecche italiane e estere. Cinque sono d’oro mentre il rimanente è d’argento. Sono presenti monete di... more
Nel corso di uno scavo archeologico nel centro di Parma (Emilia-Romagna, Italia), è stato rinvenuto un tesoro composto da 290 monete di zecche italiane e estere. Cinque sono d’oro mentre il rimanente è d’argento. Sono presenti monete di diverse zecche dell’Italia Settentrionale e della Toscana ma la maggioranza degli esemplari sono grossi tornesi  a nome dei re di Francia (138 esemplari) e di Carlo d’Angiò re di Sicilia e conte di Provenza (72 esemplari).  Un grosso tornese è attribuibile a Jean II duca di Brabante (1294-1312); un altro a Thibaut II de Lorraine, signore di Florennes (1281-1312).
Se si esclude un bolognino di Bologna databile a circa la prima metà del XIII secolo e due matapan di Venezia, della prima metà del Duecento, tutte le altre monete appartengono alla seconda metà del Duecento, con un addensamento soprattutto negli ultimissimi decenni del secolo e nei primi anni di quello successivo.
Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate presso il Museo Nazionale Romano. Il presente volume cataloga le monete del periodo compreso tra il 1402 ed il 1412.
Research Interests:
Viene pubblicato un documento del 1409 nel quale sono elencate trenta monete utilizzate come lasciapassare o contrassegni segreti (signa) da presentare alle porte delle città di Parma e Reggio Emilia e in alcune fortezze del territorio... more
Viene pubblicato un documento del 1409 nel quale sono elencate trenta monete utilizzate come lasciapassare o contrassegni segreti (signa) da presentare alle porte delle città di Parma e Reggio Emilia e in alcune fortezze del territorio circostante per farsi identificare e potervi accedere. Le monete, sia di zecche italiane che straniere, sono spesso descritte con grande dettaglio. Si riporta la trascrizione integrale del documento e la traduzione delle parti di testo relative alle monete, delle quali si propone una identificazione insieme ad alcune considerazioni numismatiche.

This paper presents the edition of a document of 1409 listing thirty coins used as ‘passport’ or secret token of identity to have access at the gates of the cities of Parma and Reggio Emilia and fortresses of the surrounding territory. The coins are described in detail and can be identified; they are billon or silver coins of various Italian and foreign mints. This is the first evidence of such a use of coins.
Nel volume sono presentati i numerosi oggetti di carattere sacro (portelle, crocefissi da rosario, medagliette devozionali, medaglie reliquiario, fermagli, cantonali, ecc.) rinvenuti nelle campagne di scavo archeologico condotte nel borgo... more
Nel volume sono presentati i numerosi oggetti di carattere sacro (portelle, crocefissi da rosario, medagliette devozionali, medaglie reliquiario, fermagli, cantonali, ecc.) rinvenuti nelle campagne di scavo archeologico condotte nel borgo rupestre del Castello di Borzano (Reggio Emilia). Nel sepolcreto, caratterizzato da fosse di forma antropomorfa scavate nella roccia di gesso, sono state recuperate anche alcune monete delle quali è qui offerto il catalogo.
Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate presso il Museo Nazionale Romano. Il presente volume cataloga le monete del periodo compreso tra il 1330 ed il 1378
Research Interests:
Catalogo delle monete di Milano della collezione di Vittorio Emanuele III di Savoia, conservate presso il Museo Nazionale Romano. Il volume cataloga le monete del periodo compreso dalla metà del XIII secolo al 1330 circa
Research Interests:
A Hoard of 3rd cent. AD Roman Coins Found in Videzzàte di Groppallo (Comune di Farini, Piacenza) The small parcel of antoniniani published here was found in unknown circumstances and was immediately dispersed by the founder. It... more
A Hoard of 3rd cent. AD Roman Coins Found in Videzzàte di Groppallo (Comune di Farini, Piacenza)

The small parcel of antoniniani published here was found in unknown circumstances and was immediately dispersed by the founder. It consisted originally of around one thousand pieces and only recently a part was reported to the  local  Soprintendenza Archeologica. This part consists of 108 antoniniani issued by Gallienus (sole reign, 260-268, including four in the name of Salonina), Claudius  Gothicus (268-270) and  Quintillus (early 270), of the mints of Rome, Milan and Siscia. There are no specimens of the Claudius’ divus type. The chronological frame is rather close, from 260 to early 270, a period of severe instability in the area, with prolonged wars between the imperial forces and Alamannic groups.
Nei mesi di giugno-luglio 2013 è stata condotta la seconda campagna di scavi archeologici alla Sella di monte Valoria, sul più alto crinale appenninico tra Emilia e Toscana, due km ad est del valico della Cisa (Tav. 1). Questa ricerca,... more
Nei mesi di giugno-luglio 2013 è stata condotta la seconda campagna di
scavi archeologici alla Sella di monte Valoria, sul più alto crinale appenninico tra Emilia e Toscana, due km ad est del valico della Cisa (Tav. 1). Questa ricerca, diretta dallo scrivente in concessione ministeriale per ISCUM (Istituto di Storia della Cultura Materiale, Genova), si proponeva di
proseguire l’esplorazione dell’area di valico destinata ad offerte votive d’età romana1), terminando l’indagine sulle concentrazioni rimaste dalla campagna precedente e programmando alcune trincee esplorative per accertare l’eventuale presenza di un sacello sull’antico passo. Gli scavi hanno sostanzialmente delimitato e terminato l’indagine sulle concentrazioni di offerte votive, le quali si sono mostrate in assoluta coerenza cronologica e culturale con quelle esaminate in precedenza. Il risultato complessivo per le campagne 2012-13 ha prodotto 303 monete romane in gran parte entro propria fossetta votiva. [...]
In June of 2011, following a field survey carried out on the highest ridge of the Appennines, a Roman shrine was located two kilometres east of the Cisa pass, at the Sella del Valoria (1224 m asl), frequented from the second century BC... more
In June of 2011, following a field survey carried out on the highest ridge of the Appennines, a Roman shrine was located two kilometres east of the Cisa pass, at the Sella del Valoria (1224 m asl), frequented from the second century BC until the fourth century AD and beyond. A first excavation campaign, carried out as a concession in 2012 on an area of 64 m2, identified a stretch of votive offerings which consisted of the deposition of a coin in a small pit, pro itu et reditu. In rare cases, in place of the coin was found a small bronze: a forearm with a hand, perhaps making the gesture of the Latin benedictio of Jupiter Sabatius, or other bodily fragments (a small foot in bronze, a foot held in a lead base). The analysis of the numismatic documentation, comprising 168 coins, indicates that the use of the sanctuary was particularly intense during the second and first centuries BC. The pass was abandoned in the first two centuries AD, probably in favour of the actual Cisa pass, but was significantly restored in the third and fourth centuries. Around 300 metres away from Sella del Valoria, along the line of the Via Francigena that comes up from the Po Valley, was found an inscription bearing two letters in a pre-Roman alphabet datable between the end of the third and the beginning of the second century BC.
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Research Interests:
Durante gli scavi archeologici in località Groppallo di Farini (Piacenza), sono state rinvenute tre monete: un denaro della zecca di Pavia del X secolo e un’altro della medesima zecca dell’XI secolo. La terza moneta è un mezzo denaro... more
Durante gli scavi archeologici in località Groppallo di Farini (Piacenza), sono state rinvenute tre monete: un denaro della zecca di Pavia del X secolo e un’altro della medesima zecca dell’XI secolo. La terza moneta è un mezzo denaro (medaglia) della zecca di Piacenza databile tra il 1140 e il 1162. Si tratta del primo esemplare conosciuto di questa specifica tipologia di mezzi denari piacentini, finora noti esclusivamente da citazioni documentarie. le monete sono considerate inserendole nel contesto della circolazione monetaria dell’area, tra l’XI e il XII secolo.

During excavations at Groppallo di Farini (Piacenza) three medieval coins have been found: one denaro of Pavia dating to the 10th century and another denaro of Pavia dating to the 11th century. The third coin is a half denaro of Piacenza of 1140-62, and it is the first known specimen although this denomination is recorded in written documents. The coins are considered in the context of monetary circulation in the area in the 11th-12th centuries.
Información del artículo Un 'officina per la lavorazione della steatite (X-XII secolo) ed un granaio carbonizzato (inizi XI) al Monte Castellaro di Groppallo (comune di Farini, media valle del Nure, Piacenza): prima... more
Información del artículo Un 'officina per la lavorazione della steatite (X-XII secolo) ed un granaio carbonizzato (inizi XI) al Monte Castellaro di Groppallo (comune di Farini, media valle del Nure, Piacenza): prima campagna di scavo (2006-2007).
La vendita in asta, nel novembre 2008, di un vitalino (moneta dal valore prima di tre e in seguito di quattro quattrini) di Odoardo Farnese (duca di Parma e Piacenza tra il 1622 e il 1646) recante la data 1644 e fino a quel momento... more
La vendita in asta, nel novembre 2008, di un vitalino (moneta dal valore prima di tre e in seguito di quattro quattrini) di Odoardo Farnese (duca di Parma e Piacenza tra il 1622 e il 1646) recante la data 1644 e fino a quel momento inedito, serve da spunto per uno sguardo generale sulla produzione monetaria nella zecca di Parma del quinto duca di casa Farnese.
Vengono presentati i risultati di uno scavo archeologico, condotto in regime di concessione ministeriale, in località Forno di Versola (Comune di Pontremoli, MS). Sono stati identificati due siti d'età romana, connessi ad un punto di... more
Vengono presentati i risultati di uno scavo archeologico, condotto in regime di concessione ministeriale, in località Forno di Versola (Comune di Pontremoli, MS). Sono stati identificati due siti d'età romana, connessi ad un punto di sosta con sorgente, lambiti da un percorso francigeno acciottolato in corrispondenza del quale transitava un tratto della romana Parma-Luni. Reperti dal II secolo a.C. al V-VI d.C.
Research Interests: