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Negli ultimi anni la figura di Guglielmo Giannini, fondatore del giornale e movimento politico dell’Uomo qualunque, è ritornata di pubblico interesse in seguito al successo elettorale di formazioni apparentemente affini, ma che in realtà... more
Negli ultimi anni la figura di Guglielmo Giannini, fondatore del giornale e movimento politico dell’Uomo qualunque, è ritornata di pubblico interesse in seguito al successo elettorale di formazioni apparentemente affini, ma che in realtà hanno poco o nulla in comune con lui. Il presente lavoro intende fornire una ricostruzione autentica e complessa delle vicende, non soltanto politiche, che riguardarono il giornalista-scrittore nell’irripetibile contesto storico del secondo dopoguerra, ripercorrendo la genesi del suo pensiero politico, i rapporti con i maggiori partiti che si contesero la scena italiana tra il 1944 e il 1948, la rapida ascesa e l’altrettanto repentina parabola discendente del suo movimento. Di Giannini sono messi in luce anche i tratti della sua napoletanità, un marchio di origine non sempre considerato a pieno in altre ricerche, che lo rendeva un personaggio scomodo e dissacrante della politica ufficiale dell’epoca, in grado di procurarsi un ampio seguito grazie alle sue esilaranti battute di spirito in Parlamento o durante i comizi nelle piazze. Ne scaturisce il ritratto di un commediografo-politico che aveva però idee ben solide e radicate, perseguite con coerenza e dignità, senza deroghe, cosa che lo rese in certa misura un ingenuo nell’agone pubblico del tempo, in cui primeggiavano professionisti della politica quali De Gasperi, Togliatti e Nenni, con i quali non poteva certo competere. Di qui la sua inevitabile e rovinosa caduta.
Il 5 novembre del 1923 veniva ufficialmente inaugurata l’Accademia Aeronautica, istituto di formazione per allievi ufficiali dell’Aeronautica Militare, che pochi mesi prima (il 28 marzo) si era costituita in forza armata indipendente.... more
Il 5 novembre del 1923 veniva ufficialmente inaugurata l’Accademia Aeronautica, istituto di formazione per allievi ufficiali dell’Aeronautica Militare, che pochi mesi prima (il 28 marzo) si era costituita in forza armata indipendente. Dopo un breve periodo iniziale in cui fu ospitato presso l’Accademia Navale di Livorno (1923-1925), l’Istituto ha sempre avuto sede in Campania: prima a Caserta (1926-1943), poi a Nisida (1945-1962) e infine a Pozzuoli (dal 1963). Una presenza ormai radicata nella regione, in particolare nella zona dei Campi Flegrei, che evidenzia l’importante ruolo che la città di Napoli ha avuto nella storia del volo: non solo il suo territorio fu teatro di memorabili imprese aviatorie, ma alcuni pionieri dell’aeronautica erano napoletani o si erano formati nella locale Università degli Studi. In occasione del Centenario dell’Arma aerea, il presente volume ripercorre l’intera vicenda storica dell’Accademia Aeronautica attraverso giornali, riviste, foto d’epoca e un’ampia documentazione proveniente dagli Archivi dell’Ufficio Storico dell’Aeronautica Militare.
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Sembra la trama di un romanzo bellico o il copione di un film neorealista ambientato nella Seconda guerra mondiale, invece è la storia vera e documentata di un giovane soldato modenese, Ugo Giugnarelli (1923-1996), che dopo l’8 settembre... more
Sembra la trama di un romanzo bellico o il copione di un film neorealista ambientato nella Seconda guerra mondiale, invece è la storia vera e documentata di un giovane soldato modenese, Ugo Giugnarelli (1923-1996), che dopo l’8 settembre 1943 militò nella X Flottiglia MAS e in altre divisioni volontarie della Repubblica Sociale Italiana, combattendo in Slovenia, ad Anzio-Nettuno, in Piemonte e in Emilia-Romagna. Originariamente redatto nel 1970 attraverso una serie di audiointerviste, il Diario di Giugnarelli fornisce un’interessante e inedita testimonianza sulla guerra civile che insanguinò l’Italia tra il 1943 e il 1945. Il testo, ora per la prima volta pubblicato, è preceduto da un saggio introduttivo di Maurizio Erto che ricostruisce le ultime vicende del fascismo repubblicano e l’intera carriera militare del protagonista, compresa la successiva esperienza nella Legione straniera francese e il ritorno alla vita civile trascorsa a Pozzuoli, in provincia di Napoli. Oltre a numerose immagini e documenti d’epoca, completano il volume un’appendice di fotografie e la testimonianza dei figli di Giugnarelli.
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Basandosi su una documentazione in gran parte inedita, proveniente da archivi pubblici e privati, il volume ricostruisce per la prima volta una storia dell’antifascismo a Pozzuoli, città industriale e di tradizioni socialiste. Accanto a... more
Basandosi su una documentazione in gran parte inedita, proveniente da archivi pubblici e privati, il volume ricostruisce per la prima volta una storia dell’antifascismo a Pozzuoli, città industriale e di tradizioni socialiste. Accanto a una mappa dei principali gruppi di opposizione al regime mussoliniano, sono raccolte oltre trenta biografie di antifascisti attivi nell’area flegrea, di cui si ripercorrono le attività di propaganda, la vicenda personale e giudiziaria. L’intento dell’autore è quello di fornire un quadro il più possibile completo e obiettivo, che metta in luce il coraggio e l’indomito spirito di libertà che animava i protagonisti di quella stagione di lotte, ma anche i limiti ideologici, gli errori strategici e le sconfitte a cui andarono incontro, soprattutto negli anni del consenso al regime. Il testo è corredato da numerose foto d’epoca, un’appendice di documenti e il diario della moglie di un antifascista, che fornisce una rara testimonianza, tutta al femminile, sull’esperienza del carcere e del confino politico.
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Nel marzo del 1970, durante una grave crisi bradisismica, avveniva lo sgombero del Rione Ter-ra, che per decenni sarebbe rimasto in uno stato di abbandono e degrado. A cinquant’anni di distan-za dall’evento che ha segnato la storia più... more
Nel marzo del 1970, durante una grave crisi bradisismica, avveniva lo sgombero del Rione Ter-ra, che per decenni sarebbe rimasto in uno stato di abbandono e degrado. A cinquant’anni di distan-za dall’evento che ha segnato la storia più recente di Pozzuoli, un gruppo di studiosi, giornalisti e artisti rende omaggio alla storia millenaria della rocca puteolana, alla memoria e alle tradizioni dei suoi abitanti.
Hanno contribuito al volume:
Maurizio Erto
Eleonora Puntillo
Roberto Scandone
Lisetta Giacomelli
Giovanna Buonanno
Ciro Biondi
Costanza Gialanella
Gennaro Di Fraia
Fabio Cutolo
Angela Schiavone
Angela Giustino
Gemma Russo
Gennaro Gaudino
Luisa de Franchis
Antonio Isabettini
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Il volume raccoglie 76 scatti inediti effettuati dal fotografo Antonio Grassi nel marzo 1970 durante lo sgombero del Rione Terra di Pozzuoli. Oggi sono conservati nell’Archivio sul bradisismo dell’Associazione culturale Lux in... more
Il volume raccoglie 76 scatti inediti
effettuati dal fotografo Antonio Grassi
nel marzo 1970 durante lo sgombero
del Rione Terra di Pozzuoli. Oggi sono
conservati nell’Archivio sul bradisismo
dell’Associazione culturale Lux in Fabula.
Completano la collezione 10 foto aeree
della rocca puteolana realizzate nel 1979.
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Raimondo Annecchino (1874-1954), discendente da una famiglia di antiche tradizioni liberali e mazziniane, intraprese la carriera di avvocato e di giornalista, scrivendo per diversi giornali flegrei tra cui Il Risveglio, L’Operaio e il... more
Raimondo Annecchino (1874-1954), discendente da una famiglia di antiche tradizioni liberali e mazziniane, intraprese la carriera di avvocato e di giornalista, scrivendo per diversi giornali flegrei tra cui Il Risveglio, L’Operaio e il Corriere Puteolano. Formatosi alla scuola politica e filosofica di Giovanni Bovio, aderì giovanissimo al socialismo e nel 1898 fondò la prima sezione puteolana del Partito insieme ad alcuni operai dello Stabilimento Armstrong. Fu anche direttore e animatore di al-cuni fogli locali, tra cui il Don Checco (1892) e il Puteoli (1903), e si distinse nell’amministrazione locale come assessore onesto e capace. Nel 1915 fu convinto assertore dell’intervento dell’Italia in guerra, considerato come premessa per il completamento del moto risorgimentale. Durante il Fasci-smo, rinunciò alla politica attiva ma rimase fedele ai suoi ideali socialisti, per cui infatti il suo nome fu inserito nell’elenco dei sovversivi. Per tutta la vita si interessò di cultura, storia e archeologia dei Campi Flegrei, di cui scrisse diffusamente e con rara competenza di studioso. Nel maggio del 1944, su proposta del Comitato di Liberazione Provinciale di Napoli, fu nominato sindaco di Pozzuoli, ca-rica che ebbe riconfermata alle elezioni del 1946 e mantenne fino al 1952, quando fu eletto consi-gliere provinciale. Morì nella città natale all’età di ottant’anni. Nel 1960 fu pubblicata postuma la sua Storia di Pozzuoli e della zona flegrea, ancora oggi considerata opera di riferimento.

Il volume raccoglie una serie di scritti inediti di Raimondo Annecchino (discorsi, testi di confe-renze, recensioni e appunti vari) composti per lo più in anni giovanili. Donati a suo tempo dal figlio, avv. Achille, al prof. Antonio Alosco, curatore della raccolta, sono ora per la prima volta pubblicati con un saggio storico-critico e una nota esplicativa sul loro ritrovamento. La raccolta fornisce un in-teressante spaccato sulla vita politica, sociale e culturale di Pozzuoli tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’40 del Novecento. Integra la raccolta di scritti una ricca appendice documentaria di corrispondenze tenute da Annecchino con personalità di primo piano del mondo politico ed ecclesiastico nazionale.
Pubblicato in occasione del centenario dell’autonomia amministrativa di Bacoli (1919-2019), il volume raccoglie 12 contributi di studiosi e artisti flegrei su aspetti significativi della storia locale. Un viaggio attraverso le vicende... more
Pubblicato in occasione del centenario dell’autonomia amministrativa di Bacoli (1919-2019), il volume raccoglie 12 contributi di studiosi e artisti flegrei su aspetti significativi della storia locale. Un viaggio attraverso le vicende civili, l’arte, l’archeologia, la cultura, gli sport e le tradizioni popolari del territorio bacolese.
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The Lexicon collects all the words (except for proper and geographic names) used in the so-called Letter of Aristeas to Philocrates, a Jewish Hellenistic work containing the most ancient account about the origins of the Septuagint, the... more
The Lexicon collects all the words (except for proper and geographic names) used in the so-called Letter of Aristeas to Philocrates, a Jewish Hellenistic work containing the most ancient account about the origins of the Septuagint, the first translation of the Torah in Greek. The index of lemmas is based on the Pelletier’s 1962 edition, but the principal variants of both Wendland and Thackeray’s 1900 editions, as well as the conjectures proposed by others scholars are also pointed out. Each entry includes: an Italian translation of the word quoted in all its contexts; a brief explanation of the meaning and/ or usage where necessary; parallel or related texts of the Septuagint, New Testament, other Jewish and pagan writings, papyri and inscriptions from Hellenistic era, especially in the case of technical terms, rare words and neologisms. Thus the work provides a useful tool not only for biblical studies, but also for lexicographical research in the field of Hellenistic Greek.
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Fino al secolo scorso l'esistenza di uno scritto di Tommaso Campanella in difesa delle Scuole Pie era nota solo attraverso due notizie indirette: l'una contenuta nel Syntagma de libris propriis, l'altra in una lettera di tale Giovan... more
Fino al secolo scorso l'esistenza di uno scritto di Tommaso Campanella in difesa delle Scuole Pie era nota solo attraverso due notizie indirette: l'una contenuta nel Syntagma de libris propriis, l'altra in una lettera di tale Giovan Battista Costantini a Giuseppe Calasanzio, fondatore dell'Istituto e dell'Ordine dei Chierici Regolari delle Scuole Pie o Scolopi. Composta tra il 1631 e il 1632, l'Apologia pro Scholis Piis non ebbe mai un'edizione a stampa e dovette circolare in un numero esiguo di copie, finendo più tardi nella lista di scritti perduti o irreperibili del frate calabrese. Solo nel 1932 l'allora Procuratore Generale delle Scuole Pie, L. Picanyol, rinvenne nell'Archivio Provinciale del collegio scolopico di Carcare (Liguria) un manoscritto non originale dell'opera, recante il titolo di Liber apologeticus contra impugnantes Institutum Scholarum Piarum, che resta ancora oggi l'unico esemplare superstite. Il testo suscitò da subito grande interesse tra gli studiosi, sia perché contribuiva a far luce su un periodo allora poco conosciuto della vita di Campanella (gli anni trascorsi a Roma dopo la prigionia napoletana), sia perché forniva diretta testimonianza sul soccorso da lui prestato a un istituto controriformistico che lo storico Ludwig von Pastor definirà «la prima scuola pubblica popolare gratuita d'Europa». L'opuscolo in difesa delle Scuole Pie testimonia non soltanto l'interesse con cui Campanella guardò a quella fioritura di esperienze scolastiche, legate a congregazioni e ordini religiosi che tra il XVI e il XVII secolo posero le basi pedagogiche del moderno sistema di istruzione; ma anche il tentativo compiuto dal frate calabrese di trovare una propria collocazione in un settore culturale allora in pieno fermento e foriero di sviluppi: gli Scolopi rivolgevano la propria missione educativa prevalentemente alle classi più povere e marginali e avevano un atteggiamento di apertura nei confronti delle correnti scientifiche contemporanee, proponendo un modello culturale alternativo rispetto a quello dei Gesuiti, più saldamente legati all'autorità dogmatica della Curia romana. Basato sullo schema dialettico della quaestio o disputatio, tipico dei trattati della Scolastica, il Liber apologeticus si presenta come una sorta di memoriale di difesa delle Scuole Pie articolato in due capitoli, ciascuno indirizzato a una diversa categoria di avversari, rispettivamente i «politici» e i «religiosi». All'inizio, sono passati in rassegna gli argomenti a sostegno dell'accusa e i testi autoritativi che sembrano avallarli; quindi viene sinteticamente formulata la tesi difensiva, basata su argomenti opposti ma suffragati da testi di pari autorità; infine sono confutate punto per punto le tesi avversarie. Il volume presenta il testo latino e una nuova traduzione del curatore, con ampia introduzione e apparato di note. L'apparato critico al testo latino registra tutte le differenze rispetto al manoscritto e al testo delle precedenti edizioni.

Sommario: Maurizio Erto, Introduzione. Nota al testo. Libro apologetico contro gli avversari dell'Istituto delle Scuole Pie; Liber apologeticus contra impugnantes Institutum Scholarum Piarum. Abbreviazioni e sigle.
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Con questo libro, che esce per celebrare il 79° anniversario delle Quattro Giornate di Napoli, si prosegue la collana di biografie di antifascisti campani, inaugurata nel 2021. I saggi che ricostruiscono le loro vite, scritti da dodici... more
Con questo libro, che esce per celebrare il 79° anniversario delle Quattro Giornate di Napoli, si prosegue la collana di biografie di antifascisti campani, inaugurata nel 2021. I saggi che ricostruiscono le loro vite, scritti da dodici collaboratori del nostro Istituto, sono diseguali, per impostazione e dimensione ma tutti consentono di fare una lettura bella, importante e appassionante. Cinque dei biografati sono combattenti delle Quattro Giornate, in alcuni casi già perseguitati prima della rivolta, in altri casi sono giovani che continuano la lotta e diventano partigiani nell'Italia settentrionale: l'avvocato massone Ermanno Solimene, una delle menti dell'insurrezione, e sua figlia Angela Maria; Luigi Stimolo, fratello del più noto Vincenzo; Gino Vittorio e Guglielmo Chianese che non è altri che il cantante Sergio Bruni, ferito in combattimento. Gli altri biografati sono per lo più comunisti perseguitati durante il regime: gli operai di Pozzuoli o Castellammare Gennaro Musto, Enrico Vellinati e Filippo Russo; i poco conosciuti, tirati fuori dall'oblio, Giuseppe Persiani, Carlo Amato e Mario Capuano. Più noti sono Francesco Frezza, primo sindaco di Giugliano dopo il Referendum costituzionale e Margherita Troili, attivista comunista e femminista capuana. Ma non vi sono solo comunisti: il quaderno contiene anche le biografie dei puteolani Emanuele Visone, anarchico, e Pasquale Russo, pastore evangelico; ed ancora dello stabiese Achille Gaeta, difficilmente collocabile politicamante, ma antifascista irriducibile come pochi; del cattolico casertano Clemente Piscitelli; del dirigente azionista Adolfo Tino; dell'altro massone Ettore Busan, e infine del giovanissimo Luigi Castriota Scanderbeg, trucidato in Valsesia nel luglio 1944, quando non aveva ancora compiuto vent'anni.
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Nel biennio 1631-1632, Tommaso Campanella scrisse l’Apologia pro Scholis Piis per difendere i padri delle Scuole Pie dagli attacchi provenienti dal patriziato civile e dalla Compagnia di Gesù. Alcuni decenni più tardi, contro i Gesuiti si... more
Nel biennio 1631-1632, Tommaso Campanella scrisse l’Apologia pro Scholis Piis per difendere i padri delle Scuole Pie dagli attacchi provenienti dal patriziato civile e dalla Compagnia di Gesù. Alcuni decenni più tardi, contro i Gesuiti si scatenò un’aspra polemica, continuata addirittura fino agli inizi del Novecento, che si richiamava esplicitamente alle posizioni di Campanella, in larga misura forzando il suo pensiero e le ragioni stesse che lo avevano indotto a schierarsi al fianco degli Scolopi.
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