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Si ringraziano per la preziosa collaborazione:
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Comune di Villadossola
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e tutti coloro che hanno fornito informazioni,
materiali, aiuto.
ARCHITETTURA E SPORT
PAOLO VIETTI VIOLI
Associazione Culturale Ossola Inferiore
Associazione Villarte Onlus
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Il mondo ossolano di un architetto internazionale a cinquant’anni dalla scomparsa
Il mondo internazionale di un architetto ossolano a cinquant’anni dalla scomparsa
Vogogna, Villa Lossetti Biraghi, 24 ottobre 2015 - 31 gennaio 2016
Villadossola, Centro Museale, 28 novembre 2015 - 31 gennaio 2016
DIREZIONE DELLE MOSTRE
Paolo Volorio
CATALOGO
PROGETTO, ALLESTIMENTI E GRAFICA
Carlo Villa, Paolo Volorio
COORDINAMENTO EDITORIALE
Paolo Volorio
REALIZZAZIONE ALLESTIMENTI
Samuele Aiello, Aldo Banchini, Gianni Coassolo,
Roberto De Gaudenzi, Luigi Manera, Paolo Negri,
Luca Riboni, Felino Sarazzi, Carlo Villa, Paolo Volorio
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE
Paolo Volorio
REDAZIONE
Maria Luisa Picchetti, Paolo Volorio
REDAZIONE TESTI
Maria Pia Malandra, Paolo Negri, Paolo Volorio, Gabriella
Zanoli
FOTOGRAFIE
Paolo Negri, Carlo Villa, Paolo Volorio
EDITING
Luisa Picchetti, Laura Schirru, Carlo Villa, Paolo Volorio
STAMPA
Mascotte s.r.l., Domodossola
ALBERO GENEALOGICO
Giorgio Stefanetta
CONSULENZA INFORMATICA
Roberto De Gaudenzi, Marco Felisatti
CONSULENZA INFORMATICA
Roberto De Gaudenzi, Marco Felisatti
Prima edizione aprile 2016
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Printed in Italy
ARCHITETTURA E SPORT
PAOLO VIETTI VIOLI
a cura di Paolo Volorio
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
INTRODUZIONE
Quando, il 25 dicembre 1965, Paolo Vietti Violi si spegneva a
Vogogna, da anni divenuta sua residenza e ‘patria’, la notizia
venne riportata soltanto dai settimanali locali1, mentre sotto
silenzio passò, nella stampa nazionale, la scomparsa di uno
dei più importanti protagonisti dell’architettura mondiale del
Novecento. A tale inspiegabile oblio dovette certo contribuire il ritiro vogognese, che lo aveva allontanato dai rilettori
tanto della stampa specialistica quanto di quella giornalistica, non certo una riduzione della sua attività, rimasta intensa
ino all’ultimo anche oltre i conini della patria, con il cantiere
dell’ippodromo di Lione.
Nel corso della sua vita tuttavia ben altra fortuna e notorietà
avevano avuto la igura e l’opera di Vietti Violi, in dalla sua
prima importante realizzazione in ambito sportivo: le tribune
dell’ippodromo milanese di San Siro delle quali aveva vinto,
assieme ad Arrigo Cantoni, il concorso indetto dalla S.I.R.E.2 e
poi autonomamente realizzato l’opera, ampiamente illustrata
sulle pagine della prestigiosa rivista “Il Monitore Tecnico”3.
Ancora maggiore interesse aveva suscitato un’altra impresa
a irma del trentanovenne architetto, quella del Palazzo dello sport alla Fiera Campionaria milanese, per il suo carattere
pionieristico in Italia e l’arditezza tecnologica e costruttiva,
illustrata non solo dal suo autore4, ma anche in due articoli di
nuovo in “Il Monitore Tecnico”5 e soprattutto su quella sorta
di ‘bibbia’ della progettazione che era il “Manuale dell’Ar-
1
- È morto il dr. ing. arch. Paolo Vietti Violi, in “Risveglio Ossolano”, 6 /1/1966; - È morto il dr. ing. arch.
Paolo Vietti Violi. Con il suo ingegno e la sua operosità
onorò la Patria, in “Popolo dell’Ossola”, 1/1/1966; Villadossola partecipa al lutto della famiglia Vietti Violi,
in “Popolo dell’Ossola”, 1/1/1966; - Onoranze funebri a Vogogna all’ ing. arch. Paolo Vietti Violi, in “Popolo dell’Ossola”, 7/1/1966; - Vogogna. Trigesima
dell’ arch. Paolo Vietti Violi, in “Popolo dell’Ossola”,
28/1/1966.
2
A. Cantoni, P. Vietti Violi, Progetto per il nuovo ippodromo di San Siro, Milano 1913.
3
E. Galassini, Il nuovo ippodromo di San Siro a Milano, in “Il Monitore Tecnico”, XXVI, 1920, n. 10, pp.
101-106.
4
P. Vietti Violi, Il palazzo dello sport alla Fiera Campionaria di Milano, in “Ingegneria”, II, 1923, n. 4, pp.
89-95.
5
G. Guerriero, La IV Fiera Campionaria Internazionale
di Milano. Aprile 1923. Sistemazione generale della Fiera, in “Il Monitore Tecnico”, XXIX, 1923, n. 11, pp121-128, ID., La IV Fiera Campionaria Internazionale di
Milano. Aprile 1923. Il Palazzo dell’Automobile e dello
Sport. La cupola in ferro, in “Il Monitore Tecnico”,
XXIX, 1923, n. 12, pp. 133-138.
7
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
chitetto” di Daniele Donghi6. Il volume del Manuale usciva
nel 1930, alla ine di un decennio durante il quale Vietti Violi
era stato in grado di porsi come uno dei massimi esperti di
una disciplina, l’architettura sportiva, che stava deinendo i
suoi principi e regole, sperimentando soluzioni innovative e
tipologie inedite. Gli anni ‘20 infatti lo videro impegnato nella realizzazione degli ippodromi di Grosseto e Monza (1923),
del trotto a Milano e Roma (1924; per quest’ultimo preferito
al più importante architetto del regime, Marcello Piacentini,
autore dell’ippodromo del galoppo), di Napoli (1926), nella
trasformazione di quello di Firenze (1928) ed autore dello staP. Vietti Violi, A. Cantoni, ippodromo del galoppo di
S. Siro, Chalet del Pesage (da P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per il nuovo ippodromo di San Siro).
dio di Genova S. Martino, allora considerato fra i più belli in
Italia7. La folgorante carriera di Vietti Violi gli valse un posto
d’onore nell’ambito dello sviluppo dello sport, che il regime
fascista prediligeva, ancor prima che per la sua potenzialità di
‘miglioramento della razza’, soprattutto per i connotati di dinamismo e velocità che, mutuati dall’etica e dall’estetica futu-
6
R. Fabbrichesi, M. Sarrocco, Impianti e fabbricati per
lo sport, in D. Donghi, Manuale dell’Architetto, vol. II,
Composizione Architettonica, parte prima - Distribuzione, Torino U.T.E.T., 1930, pp. 141-308; in part. pp.
183-186 e tav. III a pag. 183.
7
Illustrato anch’esso dal Manuale dell’architetto,
alle pp. 216-219. Lo stadio è descritto anche in G.
C. Eynard, Tendenze e sviluppi dell’edilizia sportiva in
Italia, in “Lo sport Fascista”, II, 1929, n. 6, pp. 17-22.
Il Manuale, nel paragrafo dedicato agli ippodromi,
riserva ampio spazio a quelli di San Siro (pp. 158165). della Capannelle a Roma (pp. 165-167); essi
sono anzi gli unici ad essere portati quali modelli e
ad essere dettagliatamente illustrati.
8
P. Rost, Un artista dell’edilizia sportiva, in “Lo sport
Fascista”, II, 1929, n. 12, pp. 59-65; P. Vietti Violi, Il
senso dell’arte nella concezione di un’opera sportiva, in
“Lo sport Fascista”, III, 1929, n. 4, pp. 116-118.
8
rista, aveva fatto propri in un’ottica di radicale rinnovamento
del paese. Naturale quindi che la rivista “Lo sport Fascista”,
organo uficiale del CONI, lo celebrasse quale “artista dell’edilizia sportiva”, dedicandogli un intero articolo e poi offrendogli la possibilità di illustrare, in un sintetico scritto, i propri
principi progettuali8.
Gli anni ‘30 per Vietti Violi videro una ancora maggiore crescita dell’attività professionale, anzitutto per importantissime
commesse in patria: dagli ippodromi del trotto di Bologna
(1930, con l’ing. Umberto Costanzini, cui viene tradizionalmente attribuito il progetto), Rimini, Varese (1930), Livorno
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
(1937-1938), Firenze e Torino (1938) e soprattutto Merano
(1935- 1937), quest’ultimo considerato, all’epoca, il più bello
al mondo, al centro polisportivo de L’Aquila (1930), al campo
sportivo di Milano Marittima (1931), alle piscine e palestre di
Milano, Saronno, l’Aquila, ed agli impianti sportivi del Lido di
Venezia, per tacere di una ricca serie di commesse provenienti
dal mondo dei privati. Ma il quarto decennio del Novecento
vide soprattutto l’ampliarsi del suo campo d’azione all’estero,
in Serbia, Polonia e Iugoslavia, e soprattutto in Turchia, dove
la vittoria, nel 1933, del concorso internazionale per l’ippodromo di Ankara avvierà un periodo di prodigiosa attività,
tanto da conferirgli il ruolo di massimo protagonista nel processo di ‘sportivizzazione’ del paese. Ancor prima però della
P. Vietti Violi, Ippodromo di Agnano, tribuna, sezione
trasversale (da P. Vietti Violi, Considerazioni generali
sull’architettura degli ippodromi).
grande avventura in Turchia, uno dei più importanti critici
d’architettura del periodo, Raffaele Calzini, aveva deciso di
dedicare a Vietti Violi ed al suo lavoro un volume, pubblicato
nella prestigiosa serie “Les Archives internationales. Série des
grandes architects” edita a Ginevra, dove avevano già avuto
risalto altre grandi igure di architetti, da Joseph Hoffmann
agli amici Giovanni Muzio e Giovanni Greppi9. Il volume di
Calzini10, edito nel 1932 con testo bilingue in italiano ed inglese, costituiva inora l’unico testo monograico dedicato a
Vietti Violi e rappresenta un importantissimo documento per
ricostruire l’attività dell’architetto, dai primi passi ino all’inizio degli anni ‘30, altrimenti pressoché ignota anche a causa
della distruzione dell’archivio milanese nel corso dei bombardamenti del febbraio 1943. Nonostante l’intensissima attività
in Turchia (a Istanbul, Ankara e in moltissime altre città) Viet-
9
Cfr. A. Weiser, Joseph Hoffmann, Les Archives internationales. Série des grandes architects, Genêve
1930; P. Torriano, Giovanni Muzio, Les Archives internationales. Série des grandes architects, Genêve
1931; R. Calzini, Giovanni Greppi, Les Archives internationales. Série des grandes architects, Genêve
1932. Altri architetti, meno noti, cui venne dedicata
attenzione nella collana sono Giuseppe Momo, Florestano di Fausto, Carlo Broggi, Jiri Kroha, Renzo
Gerla e Arrigo Tedesco-Rocca.
10
R. Calzini, Paolo Vietti Violi, Les Archives internationales. Série des grandes architects, Genêve 1931.
9
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
ti Violi trovò comunque, in questo decennio, il tempo di pubblicizzare il suo lavoro con una serie di articoli comparsi sulla
rivista milanese “Rassegna di architettura” edita tra il 1929
ed il 1940 e diretta da Giovanni Rocco. La rivista, che dava
grande spazio alla produzione contemporanea ed era aperta ad ampia collaborazione, aveva riservato grande attenzione proprio all’architettura sportiva, tanto che probabilmente
P. Vietti Violi, ippodromo di Ankara, tribuna presidenziale (da P. Vietti Violi, Il centro sportivo di Ankara).
all’inizio degli anni ‘40 (la pubblicazione è priva di data) una
selezione di articoli relativi a questo tema venne riunita e ristampata dall’editore Görlich col titolo “Ippodromi e campi
sportivi”. La rivista e la raccolta restituiscono misura dell’importanza e del ruolo in questo campo di Vietti Violi, il quale
infatti apriva la pubblicazione con il suo scritto “Considerazioni generali sull’architettura degli ippodromi”11. Lo scritto
(1932), che riprende il testo comparso su “Lo sport Fascista”,
lo amplia ed arricchisce, rappresenta forse il primo vero compendio di principi progettuali relativo a questa tipologia, che
P. Vietti Violi, stadio di Ankara, le tribune (da P. Vietti
Violi, Il centro sportivo di Ankara).
Vietti Violi illustra descrivendo le sue realizzazioni più prestigiose: Milano, Roma, Napoli, Rimini. Fu necessario attendere
il completamento di due grandi cantieri, l’ippodromo di Maia
a Merano e il centro sortivo di Ankara (1937), perché il Nostro
tornasse a comparire sulle pagine della rivista con due ampi
11
P. Vietti Violi, Considerazioni generali sull’architettura degli ippodromi, in “Rassegna di architettura”,
IV, 1932, nn. 7-8, pp. 293-304.
12
P. Vietti Violi, L’ippodromo di Maia Merano, in
“Rassegna di architettura”, VIII, 1937, nn. 7-8, p.
261-271. ID, Il centro sportivo di Ankara, in “Rassegna
di architettura”, VIII, 1937, n. 4, p. 129-135.
13
R. Rotschild, Lo stadio moderno, in “Rassegna di
architettura”, VI, 1934, n. 11, p. 439-442.
10
ed esaustivi articoli, che tuttavia fornivano solo un minimo
riscontro della vasta attività in Turchia12. A questa sorta di lacuna rimediava, in minima parte, R. Rotschild nel suo breve
saggio “Lo stadio moderno”, citando quello di Ankara ed accostandolo, per importanza, a quelli d’altra mano di Lione,
Vienna, Vancouver, Los Angeles, Belino, Firenze e Torino13.
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Nel frattempo anche la prestigiosa rivista “Casabella” dava
spazio a Vietti Violi il quale, riallacciandosi al tema del suo
primo contributo a “Rassegna di Architettura”, pubblicava un
breve saggio sulla tecnica delle costruzioni sportive14, ed altri dedicati ad alcune sue realizzazioni ‘minori’ e soprattutto
ad illustrazione della colonia montana Sciesopoli di Selvino
(BG)15, che la redazione accostava, in un numero monograico
dedicato alle colonie tanto montane quanto marine ed elioterapiche, all’opera fra gli altri di Giorgio Calza-Bini, Luigi
Carlo Daneri, Enrico Del Debbio e dei B.B.P.R, a conferma
della considerazione di cui egli godeva non solo nell’ambito
dell’architettura sportiva quale maestro dell’architettura contemporanea.
Considerazione ribadita l’anno successivo da Agnoldome-
P. Vietti Violi, prima pagina dell’articolo illustrante la
Sciesopoli di Selvino in ‘Casabella’.
nico Pica nel suo ampio quadro dell’architettura moderna in
Italia, includendo accanto ai principali nomi della produzione
contemporanea nazionale anche Vietti Violi, di cui illustrava,
con testo e fotograie, il centro polisportivo di Ankara e l’ippodromo di Merano16.
Sciesopoli fu l’ultima realizzazione ad avere un riscontro nella stampa specialistica nel dificile decennio degli anni ‘40,
nella quale l’attività di Vietti Violi si ridusse e si concentrò da
un lato in Turchia e dall’altro nella vallata d’origine, l’Ossola.
Solo con la ine del conlitto egli riprenderà l’attività di progettazione con gli ippodromi di Rapallo e Venezia (1947), di
Salerno (1949-1951) e gli impianti sportivi di Soia.
Con l’eccezione del libro, uscito già nel 1934, di Giuseppe de
Finetti dedicato agli stadi e che di Vietti Violi riporta come
14
P. Vietti Violi, Alcuni dati per le costruzioni sportive,
in “Casabella”, XI, 1933, n. 12.
15
P. Vietti Violi, La Sciesopoli di Selvino, in “Casabella-Costruzioni”, XX, 1941, n. 168, pp. 5-6. Altre sue
realizzazioni vennero pubblicate nella rivista con
suoi scritti: P. Vietti Violi, Villa Monti a Milano, in
“La Casa Bella”, I, 1928, n. 4, pp. 38-39; ID, Progetto
di piscina coperta a Milano, in “Casabella”, VI, 1933,
n. 62, pp. 43-46; ID., Concorso per casa Littoria a Roma,
in “Casabella”, XI, 1938, n. 122, pp. 20-29; ID, Applicazioni del vetrocemento, in “Casabella”, XV, 1942, n.
177, all. XXI.
16
A. Pica, Architettura moderna in Italia, Milano Hoepli, 1941. I lavori di Paolo Vietti Violi sono descritti
alle pp. 41-42, e nelle illustrazioni a pp. 152-157.
11
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
esemplari gli stadi di Genova, de L’Aquila, il velodromo del
Centro Sportivo di Ankara e il progetto per il Centro Spor17
G. De Finetti, Stadi. Esempi, tendenze, progetti, Milano Hoepli, 1934: pag. 61 stadio di Genova; p. 79-81
stadio dell’Aquila; velodromo del centro sportivo
di Ankara p. 122; progetto del centro sportivo per
Milano, pp. 123-124.
18
R. Campanini, B. Del Marco, Architettura e tecnica
degli impianti sportivi: sport spettacolari, sport medi,
sport particolari, Milano Vallardi, 1950. Nella parte
più tecnica gli autori portano quali modelli a p. 164
la pista coperta di allenamento a Trenno e alle pp.
167-168 la disposizione e tipologia delle lampade di
illuminazione all’ ippodromo di S. Siro.
19
R. Campanini, Documenti di architettura, composizione e tecnica moderna. Serie M: ediici sportivi, Milano
Vallardi, s.d.; p. 20 lo stadio olimpionico di Istanbul
1940-48; p. 53, piscina comunale de l’Aquila, 1934: p
90, ippodromi di San Siro, p. 99, ippodromo di Maia
Merano; p. 100, ippodromo di Ankara (1937); p. 101,
ippodromo e centro sportivo di Addis Abeba.
20
G. Carbonara (a cura di), Architettura pratica. 4.1.
Composizione degli ediici. Sezione 9, Ediici e impianti
per lo sport, Torino UTET, 1962. Il testo, che ha una
precisa connotazione quale manuale di progettazione, cita ripetutamente opere di Vietti Violi ad
illustrazione di principi e metodi di progettazione
degli ediici sportivi.
E Paoli, Gli ediici sportivi. Palazzi dello sport, stadi, piscine, palestre, Quaderni ‘Vitrum’, n. 5, Milano
Cromotipia E. Sormani, 1962(?), illustra alle pp. 6669 l’ippodromo di Tor di Valle a Roma (opera corale di A. Birago, J. Lafuente, G. Rebecchini, P. Vietti
Violi, C. Benedetti). Alle pagine I-VII l’autore poi
traccia una sintetica storia dei palazzi dello sport,
menzionando quale archetipo quello di Vietti Violi
a Milano.
21
22
C. Mercandino, Impianti sportivi. Lo sport nelle antiche e nelle moderne società - storia - urbanistica - architettura - tecnica delle costruzioni - attrezzature, 2 voll.,
Milano Görlich, 1966. In particolare gli impianti
ippici sono illustrati nel vol. 2 alle pp. 301-328. Di
Vietti Violi Mercadino cita gli impianti di Milano e
Firenze, illustrando nel dettaglio quelli di Roma Tor
di Valle (pp. 326-327) e Lione (p. 325).
12
tivo di Milano17, è solo a partire dagli anni ‘50 che la disciplina dell’architettura sportiva comincia ad avere le sue prime sistematizzazioni in testi specialistici, nei quali l’opera di
Vietti Violi non può venire ignorata e spesso è portata come
esemplare. Senza pretesa di esaustività cito “Architettura e
tecnica degli impianti sportivi” di Campanini e Del Marco,
dove per gli ippodromi gli autori si limitano alla illustrazione
di tre esempi: Kyoto, Amburgo e il complesso milanese del
Nostro18. Ed è ancora Campanini, nel volume “Documenti di
architettura” dedicato agli ediici sportivi, a riproporre Vietti
Violi quale autore di modelli signiicativi quali lo stadio olimpionico di Istanbul (1940-48) e la piscina comunale de L’Aquila (1934); nonché a conferirgli un posto di eccezionale rilievo nella sezione degli ippodromi, presentando nuovamente
quelli di Milano e Merano, aggiungendovi quindi quello di
Ankara (1937) ed il progetto per il centro sportivo di Addis
Abeba19.
Le pubblicazioni tecniche e d’architettura del decennio successivo non mancano di considerare Vietti Violi riferimento
obbligato soprattutto per la tipologia degli ippodromi, primo
fra tutti Giovanni Carbonara, curatore della monumentale
“Architettura pratica”, nel volume dedicato agli ediici sportivi20, ed ancora il Paoli nel quaderno di ‘Vitrum’ dedicato
all’architettura sportiva21.
Tutti questi trattati, con l’eccezione di quello di Cesare Mercandino, uscito poco dopo la scomparsa di Vietti Violi e che
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
dell’architetto illustra anche l’ippodromo di Lione ancora in
costruzione22, continuano a citare le opere anteguerra, igno23
rando quasi del tutto i progetti e le realizzazioni degli intensi
anni ‘50, da Valencia (Venezuela) a Nicosia, da Ormesson ad
Ascot, da Saratoga Spring (New York) a Ginevra, per citarne
solo alcuni.
Se i testi specialistici avevano dedicato comunque attenzione
all’architetto, ben diversa fu la fortuna nel campo della critica e della storiograia architettonica, che dimentica completamente Vietti Violi, tranne la lodevole eccezione, nel 1983,
di Richard Allan Etlin, che nel suo “Italian Rationalism”23 a
igure ormai canonizzate dalla storiograia quali Terragni, Libera, Mazzoni, De Renzi, accosta anche Vietti Violi in quella
che forse è la sua opera meno riconducibile al Razionalismo:
la sede del gruppo rionale fascista A. Sciesa a Milano. Bisogna attendere che la storiograia cominci ad abbandonare un
approccio ideologico e si dedichi a ricostruire effettivamente
la storia perché la igura di Vietti Violi torni ad essere citata
ed in parte approfondita, sia pure in studi settoriali dedicati a
contesti ed argomenti speciici, come quelli dedicati allo stadio di San Siro e alla Fiera Campionaria milanesi, nei contributi di Ornella Selvafolta ed Aldo Castellano24, o ancora allo
sviluppo di edilizia, architettura ed urbanistica in Lombardia,
in un saggio di Cecilia Colombo25, od inine alla relazione, recentemente approfondita, tra sport e Fascismo26.
Con la lodevole eccezione dell’architetto Giacomo Bonzani,
a cui si deve un nutrito corpus di articoli speciici, purtroppo
però in gran parte editi solo su periodici locali27, e di una Tesi
R. A Etlin, Italian Rationalism, in “Progressive architecture”, 1983, luglio, pp. 86-94.
24
O. Selvafolta, San Siro: la “Città dello Sport”, in S.
Sermisoni (a cura di), San Siro, storia di uno stadio,
Milano Electa, 1989, pp. 41-71, in part. pp. 41-47;
A. Castellano, Modelli espositivi e architettura della
Fiera di Milano, in A. Riccio (a cura di), Un percorso
tra economia e architettura. Fiera di Milano 1920-1955,
Milano Electa, 1995, pp. 84-139, in part. pp. 106-113.
25
C. Colombo, Gli impianti ippici di San Siro nella
Milano degli anni venti, in O. Selvafolta (a cura di),
Costruire in Lombardia 1880-1980. Impianti sportivi,
parchi e giardini, Milano Electa, 1990, pp. 69-79.
26
L. Rossi, Una capitale poco sportiva. Attività agonistica e luoghi di svago a Roma tra il 1870 e il 1940, in
M. Canella, S. Giuntini (a cura di), Sport e fascismo,
Milano Franco Angeli, 2009, pp. 259-278; L. Toschi,
Impianti sporti a Roma nell’”era fascista”, ibidem, pp.
279-303.
27
G. Bonzani, Un’opera giovanile di Paul Vietti Violi, architetto ossolano, in “Oscellana”, XXI 1991, n. 1,
pp. 33-39; ID, Ricordando Paolo Vietti Violi, Architetto di fama internazionale, in “Il Popolo dell’Ossola”
(PdO), 5/1/1991; ID, Paolo Vietti Violi ing. Arch., in
A. Airoldi, Storia di Vogogna”, Vol. 2, Vogogna;
ID, Una cappella di fronte al Monte Rosa, in “Oscellana”, XXIII, 1993, n.4, pp. 215–216; ID, Insigne Vietti
Violi, in “ Rivista Ossolana”, 1993, n. 10, pp. 29-31;
ID, Paolo Vietti Violi, Architetto ossolano di fama internazionale, in “Eco Risveglio Ossolano”, 12/9/1992;
ID, L’arch. Paolo Vietti Violi concorse per la stazione
Centrale di Milano, in “PdO”, 12/9/1992; ID, Paolo
Vietti Violi ed il suo progetto del Santuario - Ossario del
Lut di Premosello Chiovenda, in “PdO”, 27/2/1993;
ID, L’improvvisa scomparsa di Evelina Garbini Ravasenga, in “PdO”, 10/7/1993; ID, Il progetto per il
Santuario della Madonna delle Lacrime ci fa ricordare l’Arch. Paolo Vietti Violi, a 28 anni dalla morte, in
“PdO”, 25/12/1993; ID, Paolo Vietti Violi nella Resistenza Ossolana 1943-45, in “PdO”, 7/1/1995; ID,
Un architetto ossolano a Buenos Aires, in “ Le Rive”,
1995, n. 5, pp. 50-54; ID, L’Architettura religiosa di Paolo Vietti Violi nel concorso per la Basilica di S. Croce
a Milano, in “PdO”, 24/1/1998; ID, Cenni biograici
di Paolo Vietti Violi, in “Oscellana”, XXIX, 1999, n.
3, pp. 189-191; ID, In margine alla mostra sul Villag-
13
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
gio SISMA, in “PdO”, 13/11/1999; ID, Aldo Mazza e
Paolo Vietti Violi nella Macugnaga degli anni ’20 - Un
iorire di idee sulla parete est, in “Il Rosa”, 1999, n. 4,
ott.-dic.; ID, Il Papa buono e l’architetto burlone, in
“PdO”, 28/10/2000; ID, Villadossola: una chiesa due
architetti, in “PdO”, 9/2/2002; ID, Villa Biraghi di
Vogogna: una scelta indovinata che darà lustro all’antica capitale dell’ossola inferiore, in “PdO”, 23/11/2002;
G. Bonzani, S. Antiglio, P. A, Ragozza, Il progetto
dell’arch. Paolo Vietti Violi per un Sacrario al Lut, in Il
Santuario dei reduci di Lut - La chiesetta della Madonna SS. Annunziata tra fede, storia, arte ed architettura,
Ed. Parrocchia, Gruppo Edile S. Giulio, Comitato
restauri Lut, Premosello Chiovenda 2003, pp. 35-41;
G. Bonzani, A Premosello Chiovenda - il santuario dei
Reduci di Lut, un’opera a più mani presentata sabato 25
gennaio, in “PdO”, 15/2/2003; ID, Il vogognese Paolo Vietti Violi, un progettista ossolano per il Policlinico
San Matteo di Pavia, in “PdO”, 17/4/2004; ID, Un
ricordo dell’architetto Emanuele Vietti Violi a cento
anni dalla nascita e cinquanta dalla morte, in “PdO”,
13/12/2008; ID, Paolo Vietti Violi e Piero Portaluppi
ai piedi del Monte Rosa – Macugnaga uno chalet, un
artista e due architetti, in “Il Rosa”, 2012, n. 2; ID, Vogogna nella Villa Biraghi Lossetti è tornato uno storico
ritratto, in “PdO”, 19/10/2012; ID, Discussa da una
giovane oirese - Tesi di laurea ricorda l’architetto Vietti
Violi, in “PdO”, 11/1/2013.
28
M. Palumbo, Paolo Vietti Violi architetto (1982–
1965), Tesi di Laurea in Architettura, Politecnico di
Milano, a.a. 1999/2000.
di Laurea rimasta inedita28, ino ad oggi mancava una pubblicazione organica sulla igura e l’opera di Vietti Violi che
esplorasse tutta la sua attività. Questa lacuna andava certo
in parte ascritta alla mancanza di una documentazione suficientemente esaustiva; lacuna alla quale hanno posto rimedio
il fondo di disegni e fotograie presenti presso l’Associazione Culturale Ossola Inferiore di Vogogna, quello in deposito
presso l’Associazione Villarte relativo ai progetti per la Metallurgica Ossolana di Villadossola, i materiali pazientemente
raccolti in decenni di ricerca dall’architetto Giacomo Bonzani
e soprattutto un importantissimo ritrovamento, presso lo studio Visconti di Villa Carlo in Pieve Vergonte, di un nucleo di
disegni e di lastre fotograiche che documentano soprattutto
l’attività di Vietti Violi negli anni ‘50 e ‘60. È stato così possibile allestire le due mostre di Vogogna e Villadossola di cui la
presente pubblicazione costituisce il catalogo, ed al contempo
un testo che, senza aspirazioni di esaustività, costituisce sicuramente il primo contributo organico sulla igura e l’opera
di uno dei più signiicativi architetti sportivi del Novecento.
E che vuole porsi non come momento conclusivo, ma bensì come punto di partenza per una ricerca ben più ampia, in
grado inalmente di restituire a Paolo Vietti Violi il posto che
merita nella storia dell’architettura moderna.
Paolo Volorio
14
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
LA FAMIGLIA D’ORIGINE DI PAOLO VIETTI VIOLI
Maria Pia Malandra, Gabriella Zanoli
L’ingegner architetto Paolo Vietti Violi discende da una famiglia originaria di Crevoladossola. Il ramo d’appartenenza dei
suoi antenati fa capo a Violi Ursi Giovanni di Oira di Crevoladossola (1595).
Nonno dell’architetto è Giacomo, notaio, segretario e poi Sindaco di Crevoladossola verso la ine dell’800, insignito del
titolo di Cavaliere. Sposa il 16 luglio 1856 Cornelia Seraini
Parini dalla quale ha dieci igli.
Il primogenito, Paolo Giacomo Giuseppe (1858-1908) padre
Ritratto di Anna Zanoni di Varzo, madre di
Paolo Vietti Violi.
Ritratto di Paolo Giacomo Giuseppe Vietti
Violi di Oira, padre di Paolo.
Ritratto fotograico di Cornelia Vietti Violi,
sorella di Paolo.
15
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
dell’architetto, sposa nel 1881 Anna Zanoni di Varzo (18611931) ed ha cinque igli:
- Maria, la primogenita, sposa Giuseppe Dresco di Varzo;
- Paolo Giovanni, il secondogenito, sposa nel 1907 la vogognese Maria Biraghi Lossetti;
- Cornelia Aimé è maritata nel 1911 ad Alberto Bigoni, a capo
della stazione ferroviaria di Domodossola;
- Vittorina, che muore ancora piccola (1887-1891);
- Ernesto sposa nel 1913 la vogognese Giulia Ferrari.
Il padre dell’architetto Vietti Violi, giostraio di mestiere, dopo
un periodo lavorativo trascorso in Svizzera si trasferisce in
Francia e quindi in Inghilterra dove con un socio inglese crea
uno dei primi luna park di ine secolo con la gigantesca ruota,
la “gran rue”, il cui manifesto pubblicitario viene gelosamente conservato dal iglio Paolo nel proprio studio vogognese.
La madre, Anna, prima di maritarsi ha vissuto per un certo
Paolo Vietti Violi con il iglio Emanuele.
tempo alla corte dello zar in qualità di insegnante di francese
per lo “zarevic” Nicola, poi Nicola II, di sette anni più giovane
di lei. Di questo periodo serba in ricordo un prezioso samovar, omaggio dei Romanov. Quando nasce Paolo, il 20 giugno
1882, la famigliola Vietti Violi si trova ancora in Svizzera, a
Grandson.
Il 27 maggio 1908 a Vogogna nasce l’unico iglio di Paolo Vietti
Violi e sua moglie Maria Biraghi Lossetti: Emanuele, soprannominato e conosciuto dai più intimi come “Lele”, trascorre
infanzia e gioventù fra Vogogna e Milano dove, seguendo le
Paolo Vietti Violi e Maria Biraghi Lossetti con il iglio
Emanuele nel giardino della casa di Vogogna.
16
orme paterne, si laurea in Architettura nel novembre del 1936.
Di bassa statura, viene in un primo tempo dichiarato inidoneo
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
al servizio militare, ma nel corso del secondo conlitto mondiale viene richiamato alle armi presso il presidio militare del
7° Fanteria “Sant’Ambrogio” nei pressi di San Babila a Milano. Dopo il bombardamento di Milano del febbraio ’43, con
alcuni cugini ha modo di veriicare i danni subiti dall’abitazione milanese e dallo studio professionale. Successivamente
si fa apprezzare per un suo autonomo intervento di riordino
logistico in caserma che gli vale il conferimento di mansioni
di responsabilità.
Dopo l’armistizio del 1943 Emanuele si rifugia a Vogogna,
presso la madre e da qui, dopo non poche peripezie, segue i
genitori in Svizzera. Tornato nella tarda primavera del ’45 in
Italia, riprende la sua attività professionale a Milano e collabora con il padre fungendo da suo rappresentante in Italia.
Si idanza in età ormai matura ma non riuscirà ad arrivare al
Emanuele Vietti Violi con la bisnonna Ester Muoni
Lossetti nel giardino della casa di Vogogna.
matrimonio poiché muore a Milano a ine ottobre del 1958.
Emanuele Vietti Violi in automobile con un amico.
Emanuele nel giardino della casa di Vogogna.
17
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
PAOLO VIETTI VIOLI. CENNI BIOGRAFICI
Maria Pia Malandra, Gabriella Zanoli
Paolo Vietti Violi nasce a Grandson, nella Svizzera francese, il
20 giugno 1882 da Paolo di Oira ed Anna Zanoni di Varzo, in
quel paese per ragioni di lavoro. Studia a Ginevra ed a Parigi,
dove nel 1905 si laurea in Architettura alla Ècole Nationale
Spèciale des Beaux Arts, primo architetto italiano diplomato dal governo francese. Trasferitosi a Milano, apre un primo
studio in via della Spiga n. 40. Il 17 settembre 1907 sposa la
nobildonna vogognese Maria Biraghi Lossetti; gli sposi scelgono di vivere a Parigi. Nella tarda primavera del 1908, durante il viaggio di ritorno da Parigi, Maria fa tappa a Vogogna
presso la dimora paterna e qui dà alla luce prematuramente
il iglio Emanuele; dopo la nascita del bimbo i coniugi Vietti
Paolo Vietti Violi e Maria Biraghi Lossetti sposi.
La partecipazione di matrimonio.
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Paolo Vietti Violi neodiplomato e studente a Parigi.
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Paolo Vietti Violi con amici e collaboratori nello studi di Via della Spiga a Milano.
Violi si trasferiscono a Milano. Nel 1911 Paolo partecipa con
l’architetto Arrigo Cantoni al concorso internazionale per la
Paolo Vietti Violi in divisa da sottotenente
dell’esercito.
progettazione e la realizzazione dell’ippodromo di San Siro.
L’opera, ritardata dal sopravvenuto conlitto mondiale, verrà
ultimata solo nel 1920 ma segnerà l’avvio di una lorida carriera, in continua ascesa, di progettista di impianti sportivi.
Nel 1914, nei giorni 21, 22 e 23 gennaio, sostiene l’esame presso il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano per far riconoscere ed equiparare il proprio titolo di studio a quello di ingegnere-architetto. Durante il primo conlitto mondiale viene
arruolato come Uficiale di artiglieria, distaccato alle oficine
militari di Genova per la costruzione ed il collaudo di mortai.
Nel 1920, durante la cerimonia di inaugurazione dell’ippodromo di San Siro, viene nominato Cavaliere della Corona d’Italia
dal Duca di Aosta. Seguono anni di intensa attività lavorativa,
P. Vietti Violi con Ismet Pasa in visita al cantiere
dell’ippodromo di Ankara, 1934.
19
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
che lo condurranno frequentemente all’estero. Nel 1933 viene
invitato dal governo turco per un concorso internazionale riguardante la città sportiva di Ankara, per la progettazione di
un ippodromo del galoppo: ottiene il primo premio e l’incarico di esecuzione dell’opera. È l’inizio di un’attività trentennale che farà della Turchia la sua seconda patria. Lavora quindi
per le ambasciate di Italia e Francia in Turchia e collabora con
l’urbanista francese H. Prost per il piano regolatore sportivo
di Istanbul, in previsione delle Olimpiadi dei Balcani. Alternando progettazioni di impianti sportivi di atletica, stadi, ippodromi, palazzetti dello sport, piscine e cavallerizze realizza
opere a Smirne, Manissa, Adana, Samsun, Trabzon, Aydin,
Kütahya, Isparta ed altre città turche. Viene particolarmente
apprezzato da presidente Kemal Atatürk con cui stringe una
particolare amicizia; conoscerà e frequenterà anche il suo suc-
Paolo Vietti Violi con il Duca d’Aosta in visita all’ippodromo di Merano, 1935.
La tribuna dell’ippodromo di Smyrne, 1937 c.a..
20
Paolo Vietti Violi a 2200 metri in volo sopra l’Anatolia, giugno 1936.
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
cessore, Ismet Inönü, ed altri governanti turchi.
Durante il suo soggiorno in Turchia frequenta il Nunzio Apostolico Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. Per i continui
trasferimenti da Milano alla Turchia utilizza nel primo periodo il famoso “Orient-Express” e successivamente l’aereo.
Variegato è il suo universo progettuale che lo porta a lavorare
anche in Europa Orientale, India, Africa Orientale, USA e Sudamerica. Partecipa a numerosi concorsi di progettazione per
rilevanti opere civili: ospedali (Pavia), opiici, teatri (Genova),
La tribuna dello stadio di Manissa, Turchia, 1938.
basiliche, strutture pubbliche, villaggi operai, stazioni ferroviarie (Milano Centrale). La sua invidiabile professionalità lo
fa conoscere e stimare anche da sovrani, governanti e aristocratici che lo onorano con la loro gratiicante amicizia.
Paolo Vietti Violi si ricongiunge alla famiglia nei brevi periodi
di vacanza che trascorre a Vogogna. Durante questi soggiorni periodici l’instancabile architetto si dedica a progettazioni
in Ossola che si distinguono per riconosciuto stile e valore: il
Villaggio Operaio della Metallurgica Ossolana (poi SISMA) a
Villadossola, lo Stadio Curotti di Domodossola, Casa Castoldi
Paolo Vietti Violi con il presidente turco Celal Bayar
(in abito nero) ed il primo ministro Adnan Menderes
(al centro).
a Domodossola, lo chalet del pittore Mazza a Macugnaga, il
pronao della chiesa di Vogogna, lo Stadio dei Pini di Intra,
il progetto per la facciata del Santuario del Boden, progetti
per l’asilo e le scuole elementari di Vogogna, sede e palazzine per impiegati della Metallurgica Ossolana a Villadossola,
interventi a casa Ceretti a Masera, interventi di restauro a villa Biraghi Lossetti. Nel febbraio del 1943 si trova in Turchia
quando Milano subisce un pesante bombardamento che distrugge la casa, lo studio e l’archivio con i progetti vecchi e
Paolo Vietti Violi a Montecatini con la moglie di Winston Churchill, anni ‘50.
21
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
nuovi ivi conservati. Al rientro in patria si stabilisce a Vogogna presso villa Biraghi dove già all’inizio della guerra si era
trasferita la moglie; dopo l’armistizio dell’8 settembre viene
raggiunto anche dal iglio Emanuele. Nel 1944, durante la breve Repubblica dell’Ossola, in considerazione della sua levatura morale e professionale e del senso civico dimostrato in più
occasioni durante i dificili momenti dell’occupazione nazifascista, viene nominato Sindaco di Vogogna dal C.L.N. loca1943: il camion con i mobili superstiti dopo il bombardamento di Milano nel febbraio dello stesso anno.
le. In quell’anno redige il progetto di un sacrario dei Caduti
della Libertà da erigersi presso l’alpe Lut di Premosello; del
grandioso progetto, per ragioni economiche verrà realizzata
solo la cappella.Dopo la caduta della Repubblica è costretto
a riparare in Svizzera con la famiglia e vi rimane ino al 1945.
Tornato a Vogogna, riprende l’incarico di Sindaco che mantiene ino al 1946, quando lascia il borgo ossolano per recar-
Paolo Vietti Violi in età matura.
22
Paolo Vietti Violi sul cantiere dell’ippodromo di Lione al Bois Parilly, 1964 c.a..
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
si nuovamente in Turchia. Riprende quindi i suoi viaggi e la
sua febbrile attività internazionale ino al 1958 quando, alla
prematura morte del iglio Emanuele, si stabilisce deinitivamente a Vogogna. Trasferisce il suo studio in casa Biraghi avvalendosi della collaborazione di giovani professionisti locali
di talento tra cui Luigi Visconti e l’arch. Vladimiro Francioli e
continua il suo incessante lavoro di progettazione per opere
vicine e lontane. Mai estraneo a quanto interessa la sua terra
ossolana ed in particolare Vogogna, già avanzato negli anni,
1944: la famiglia Vietti Violi sfollata in Svizzera.
accetta la carica di Presidente della Casa di Riposo Presbitero
che dota di un moderno impianto di riscaldamento.
Quando si spegne, nelle prime ore del pomeriggio del 25 dicembre 1965, sta lavorando alla nuova chiesa intitolata a Cristo Risorto di Villadossola ed all’ippodromo Parilly di Lione.
Paolo Vietti Violi, Piano generale dell’ippodromo del Bois Parilly a Lione (lastra fotograica, Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
23
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
LA FORMAZIONE PARIGINA E IL SOFFERTO RICONOSCIMENTO IN PATRIA
Paolo Volorio
Quando nel 1911 Paolo Vietti Violi, assieme all’architetto Paolo Cantoni, vince il primo premio al concorso indetto per un
nuovo ippodromo a Milano, sono passati solo tre anni dal suo
trasferimento da Parigi a Milano, e sei da quando si è diplomato all’École Nationale Spéciale des Beaux Arts di Parigi.
I primi passi della sua straordinaria carriera sono però ostacolati da un rilevante problema burocratico: il riconoscimento in
Italia del suo titolo di studio per la irma dei suoi progetti. Già
numerosi, ma di necessità coirmati con altri professionisti,
P. Vietti Violi, due studi di foglia d’acanto, probabili saggi alla École des Beaux Arts di Ginevra (arch. ACOI).
24
P. Vietti Violi, studio per balaustra e caposcala, saggio dell’École parigina (arch. ACOI).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
dalle case Bonomi e Cantoni Pisa al brefotroio all’Acquabella
a Milano; e ugualmente per i concorsi a cui ha partecipato con
buoni risultati, da quello per la Stazione Centrale del capoluogo lombardo al Policlinico di Pavia.
Nel 1913 pertanto avvia le pratiche per il riconoscimento del
titolo di studio conseguito oltralpe, interpellando prima il
‘vate’ dell’architettura italiana Camillo Boito, poi il ministro
della Pubblica Istruzione Luigi Credaro, che trasferisce la pratica al Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano. Nel gennaio
del 1914 una commissione composta da importanti architetti
vaglia la domanda, alla quale Vietti Violi ha allegato una lettera del più famoso fra i colleghi milanesi, Luca Beltrami, a
garanzia della validità della scuola parigina, frequentata da
Un tema d’esame della sezione architettura, prima
classe, da J. Guadet, Éléments et théorie de l’architecture: cours professé à l’École nationale et spéciale des beaux-arts.
P. Vietti Violi, studio per alcova in stile barocco, saggio dell’École parigina (arch. ACOI).
P. Vietti Violi, A. Cantoni, progetto di concorso per la
stazione di Milano (da I concorsi di architettura in Italia).
25
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
entrambi. Una scuola che, come l’Istituto milanese, approfondiva tanto gli aspetti legati all’arte ed all’estetica quanto
quelli tecnici, tecnologici e attinenti alla pratica dell’architetto. Vi si impartivano insegnamenti tipicamente artistici - quali
Storia dell’Arte ed Estetica, Storia e Teoria dell’Architettura,
Prospettiva, Stereometria e Disegno Ornamentale e di Figura - afiancanti a materie prettamente scientiiche come Matematica, Meccanica, Geometria Descrittiva, Fisica e Chimica,
Scienza delle costruzioni, Anatomia e Geodesia, senza tralasciare la Legislazione dei Fabbricati, Storia generale, Storia ed
Archeologia e Letteratura, in modo da fornire allo studente
una formazione completa. Il metodo didattico non si limitava a lezioni orali, ma puntava molto sull’esperienza in atelier
sotto la guida di un maestro scelto dallo studente stesso e sul
confronto/competizione fra gli allievi, attraverso concorsi inP. Vietti Violi, Double entrée d’une cour d’honneur, saggio dell’École parigina, dicembre 1900 (arch. ACOI).
terni ed esami nei quali lo studente, a seconda dell’avanza-
P. Vietti Violi, Etude de portiques, saggio dell’École parigina, 27 settembre
1899 (arch. ACOI).
26
P. Vietti Violi, studio per cornicione e cimasa neocinquecenteschi, saggio
dell’École parigina, 27settembre 1899 (arch. ACOI).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
mento nell’iter formativo, si impegnava tanto in temi analitici
di particolari decorativi o costruttivi, quanto in prove di più
ampia composizione d’insieme. A giudicare gli elaborati, in
sei concorsi annuali per ciascun tema, una commissione di
trenta architetti, di cui alcuni membri dell’Institut de France,
sovrintesi dal direttore della scuola, ed alla ine la pubblica
arena con l’esposizione dei lavori. L’accesso al secondo anno,
dopo gli esami, permetteva agli allievi di seguire corsi approfonditi di carattere artistico, come il Disegno Ornamentale, il
Disegno di Figura dal vero e perino i Lavori in Plastica (quindi modellazione di igura con creta o gesso), ma soprattutto
P. Vietti Violi, Une souche des cheminées, seconda menzione all’École parigina (arch. ACOI).
P. Vietti Violi, Une partie d’enceinte monumentale,
saggio all’École, 1901 (arch. ACOI).
P. Vietti Violi, studio per interno con alcova in stile barocco, saggio dell’École parigina
(arch. ACOI).
27
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
di impegnarsi in quelli scientiici, ed in particolare nel corso
di Costruzione. In quest’ultimo l’allievo doveva elaborare tre
progetti, uno con l’uso della pietra applicandosi soprattutto
sulle volte e la loro resistenza, un secondo con il legno, studiando e veriicando solai, capriate, armature, ed un ultimo
di carattere generale sul ferro.
L’ammissione all’esame inale avveniva per suficiente cumulo di punteggi e premi ai concorsi interni, ma soprattutto
certiicando che il candidato aveva trascorso un anno come
assistente presso un architetto od ingegnere noti e che aveva
diretto personalmente almeno un cantiere. I pochi elaborati di Paolo Vietti Violi salvatisi dalla dispersione, ed esposti
P. Vietti Violi, saggio scolastico, 1898 (archivio
ACOI, Vogogna).
P. Vietti Violi, studi per portale ‘indiano’ e pannello
(archivio ACOI, Vogogna).
28
P. Vietti Violi, studio per ponte monumentale ‘all’antica’ di gusto piranesiano, saggio dell’
École parigina (archivio ACOI, Vogogna).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
in mostra, riguardano soprattutto il corso biennale di Storia
dell’Architettura, quelli di Architettura, di Disegno di Figura
dal vero con prove che testimoniano i progressi nel giovane
allievo. Essi testimoniano dell’orientamento stilistico privilegiato nella scuola, ossia quello barocco del secolo di Luigi
XIV e XV, analizzato e sviluppato tanto attraverso studi di
singoli elementi (caposcala, camini, ingressi di corti) quanto
di ambienti, resi con quella maestria graica che verrà riconosciuta anche dalla commissione del Regio Istituto Milanese;
unico tema generale è quello relativo ad un complesso architettonico, forse un ospedale, da riferirsi al corso di Composizione Architettonica. Ai disegni sono aggiunte rare fotograie
da giovane studente che, nella cameretta parigina, posa sullo
sfondo delle sue prove appese alla parete, ove si distinguono
P. Vietti Violi, Double entrée d’une cour
d’honneur, saggio dell’École parigina, dicembre 1900 (arch. ACOI).
due disegni, uno del Pantheon parigino e l’altro dell’Opéra di
Charles Garnier, oltre a studi di igura parzialmente visibili. Il
20 novembre 1914 una commissione composta dagli architetti
Moretti, Baroni, Stacchini, Giachi e Brusconi, visti i titoli di
Vietti Violi, valutati contenuti e modalità della scuola da lui
frequentata, analizzata la documentazione delle sue esperienze post diploma, lo ammetteva ad un tutt’altro che agevole
esame (che egli sostenne il 21, 22 e 23 gennaio 1915), nel quale
doveva svolgere un progetto scelto dalla commissione, darne
“dettagliata relazione tecnica” ed elaborarne un’altra relativa
“allo stile dato a risolvere”; ciò soprattutto per veriicare la
competenza tecnica del candidato, che spesso si era avvalso
della collaborazione di altri colleghi.
Esame comunque brillantemente superato.
P. Vietti Violi, saggio di composizione urbanistica all’École parigina (arch. ACOI).
29
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
LE PRIME OPERE
Paolo Volorio
II dubbi sulle competenze tecniche di Vietti Violi espressi dalla commissione che lo ammette all’esame per l’abilitazione in
Italia saranno fugati, ed abbondantemente, nel dopoguerra
quando può in tutta libertà irmare il progetto del Palazzo
dello Sport alla nuova Fiera di Milano (1921-1923), nella ex
Piazza d’Armi.
Qui dà prova di una straordinaria capacità progettuale e tecnologica non solo per la struttura e la grandiosa cupola vetrata, che Daniele Donghi, nel suo Manuale dell’architetto deiP. Vietti Violi, Progetto di concorso per il Policlinico di
Pavia, 1911 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Progetto per il Jockey Club di Buenos Aires, 1913 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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P. Vietti Violi, Progetto per la grande piscina coperta del Jockey Club di Buenos Aires, 1913 (da
R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
nisce “la più grande in Italia”, ma anche e soprattutto per la
concezione e gestione del cantiere, che consente la realizzazione dell’opera in meno di due anni.
Il Palazzo presenta però una facciata a metà tra Neobarocco e
Liberty, nel solco di una predilezione per lo stile del XVII secolo, derivato dalla formazione parigina, che caratterizza buona
parte dei suoi progetti in quegli anni, come già nei precedenti. In un Neobarocco esplosivo e ridondante ha infatti conigurato il progetto per il Jockey Club di Buenos Aires (1913),
per il palazzo delle Belle Arti (1915) e per l’Hotel Columbia
entrambi a Genova (1918); e lo stesso progetto di concorso
per la Stazione Centrale di Milano, redatto con l’amico Cantoni, fonde monumentalità barocca a rimandi evidenti all’Art
P. Vietti Violi, Progetto di concorso per il Palazzo delle Belle Arti di Genova, 1915 (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Palazzine degli Orai e degli Argentieri alla Fiera Campionaria di Milano, 1921
(da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Progetto per il Palace Hotel Columbia
a Genova, 1918 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
31
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto di concorso per la
Stazione Centrale a Milano, tettoia delle vetture, 1911
(da I concorsi di architettura in Italia).
P. Vietti Violi, Progetto per un teatro a Genova, 1926 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
Nouveau francese. Il Neobarocco però in Italia non gode di
grande fortuna, tranne in area piemontese, dove ha riscosso
gran successo all’Esposizione internazionale dell’Industria e
del Lavoro del 1911, che Paolo ha modo di visitare: Vietti Violi
comincia così a conigurare progetti in un linguaggio tendente maggiormente al Neocinquecento (che ha già caratterizzato
il salone delle partenze nel progetto per la Stazione Centrale),
come nelle tribune dell’Ippodromo di San Siro (1922), nelle
palazzine degli Orai alla Fiera (1921-1923) o nella villa milanese per Mario Locatelli (1925).
Sono questi gli anni in cui Vietti Violi applica indifferentemente tanto le conoscenze acquisite sugli stili storici, utilizzando il Neomedioevale nel milanese Brefotroio all’AcquaP. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto di concorso per la
Stazione Centrale a Milano, dettaglio della facciata,
1911 (da I concorsi di architettura in Italia).
32
bella in via Piceno (1911), nella basilica di S. Croce (1912) o
per la chiesa di Cermes (1925), quanto i più attuali linguaggi
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
‘modernisti’. Anzitutto la prima Secessione viennese di Josef
Hoffmann, che fonde ad elementi barocchi nel progetto per
un teatro a Genova (1926), o ad echi di Novecento alla Marcello Piacentini nel progetto per un Centro Polisportivo a Roma
(1926); e poi il Decò, quando deinisce la sua idea per l’albergo
di Perugia nel 1925, anno dell’esposizione parigina che consacra questo stile e che Paolo senza dubbio visita. Un linguaggio
che fa proprio con mirabile maestria, redigendo progetti e realizzando opere di notevole qualità, tanto da collaborare poi
con un maestro indiscusso quale Piero Portaluppi, del quale
diviene amico.
P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto di concorso per la Stazione Centrale a Milano, atrio delle
partenze, 1911 (da I concorsi di architettura in Italia).
P. Vietti Violi, Progetto per albergo a Perugia, 1925 (da
R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Sede del gruppo rionale fascista “A. Sciesa” a Milano, 1930 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
OPERE CIVILI
Paolo Volorio
Nella sua attività professionale Paolo Vietti Violi si specializza soprattutto nell’ambito dell’architettura sportiva. Tuttavia non per questo tralascia di dedicarsi a temi più consueti
nell’universo della progettazione. Soprattutto nei primi decenni della sua carriera sono numerosi i progetti di edilizia
civile e residenziale per una committenza privata borghese di
ampie possibilità economiche. Si tratta di ediici situati tanto
in ambito urbano quanto in periferie o in contesti ambientali
di grande valore paesaggistico. Una delle sue prime opere di
questo tipo è la casa Cantoni Pisa - oggi Brindicci Bonzani a Milano (1910), caratterizzata da un linguaggio assai vicino
P. Vietti Violi, Casa Cantoni Pisa, 1910 (da R.
Calzini, Paolo Vietti Violi).
all’architettura di Auguste Perret per la linearità dei volumi, la
quasi totale assenza di elementi decorativi (la ‘decorazione’ è
invece sapientemente afidata al gioco delle aperture e dell’articolazione dei volumi) e l’impiego di tetti a forte pendenza,
assai diffusi nell’architettura francese coeva. Una semplicità
che contrasta invece con i progetti in stile, dal Neomedioevale
del Brefotroio all’Acquabella (Milano, 1908-1912) al Neorinascimento delle tribune dell’Ippodromo di S. Siro (1914-1920) e
delle Palazzine degli Orai alla Fiera di Milano (1921), sino al
Neobarocco del Palazzo delle Belle Arti di Genova (1915) e del
Jockey Club di Buenos Aires (1914). Contrasto che si spiega
con il principio che gli ediici pubblici debbono distinguersi
P. Vietti Violi, Casa Guzzi a Milano, scalone,
1925 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
34
per una ricchezza decorativa che rimanda alla tradizione, non
necessaria invece per l’edilizia privata. In quest’ultima Vietti
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Violi dimostra un attento e continuo aggiornamento alle più
recenti sperimentazioni coeve e una capacità di adeguarvisi
non semplicemente adottandone il vocabolario di forme, ma
assimilandone i principi compositivi e progettuali, con esiti
di grande qualità. Così nella villa della marchesa Soragna in
via Monferrato a Milano (1924), pienamente Decò specie negli interni, o nella milanese casa Guzzi (1930) e nella coeva
sede rionale del Fascio A. Sciesa, dove già egli prelude agli
sviluppi del tardo Decò ispirato ad una radicale sempliicazione delle forme decorative settecentesche. Per non dire del
progetto per la Maison del France a Milano (ancora 1930) che,
P. Vietti Violi, Villa comm. Mario Locatelli a Milano,
1925 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Casa Guzzi a Milano, 1930 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Villa Marchesa Soragna a Milano, atrio,
1924 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
35
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
con la sede della società Sant Gobain nella stessa città, si avvia
già all’adozione di un modernismo razionalista che riiuta la
decorazione e privilegia il valore espressivo della struttura.
Peraltro Vietti Violi sa anche progettare in stili ‘geograici’,
come per lo Chalet basco per il comm. Pozzo al Colle dei
Giovi (1930), nel ‘walser’ Chalet Mazza a Macugnaga (1925)
o nelle scuderie dei numerosi ippodromi che realizza, dove
adotta uno stile ‘rurale’ alsaziano con strutture a graticcio e
tetti a forte pendenza, come si ritrovano per esempio nella
casa Castoldi di Domodossola (1930). Tanto al Colle dei Giovi
(con Gomez e Delico) quanto a Macugnaga (con Piero Portaluppi) Vietti Violi progetta con altri importanti professionisti, avviando una prassi che caratterizzerà tutta la sua carrieP. Vietti Violi, Sede del gruppo rionale fascista
“A. Sciesa” a Milano, cupola della sala riunioni,
1930 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Casa per la Soc. Saint Gobain a
Milano, 1930 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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P. Vietti Violi, Chalet ‘basco’ per il comm. Pozzo al Colle dei Giovi, 1930 (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Chalet ‘basco’ per il comm. Pozzo al Colle dei Giovi, salotto, 1930 (da R. Calzini,
Paolo Vietti Violi).
ra: quella della collaborazione-confronto, che sicuramente è
all’origine del suo continuo aggiornamento e dell’attenzione
ad altre sperimentazioni tanto tecniche quanto formali.
P. Vietti Violi, Progetto per la Maison de France a Milano, facciata posteriore, 1930 (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
L’attività progettuale extra sportiva di Paolo Vietti Violi non
si limita naturalmente a quella residenziale, ma si rivolge anche a strutture di enti o istituzioni, come nella sede del Gruppo rionale fascista A. Sciesa a Milano (cui egli apparteneva),
conigurato in un Decò assai vicino a quello di Ponti e Muzio,
ma soprattutto straordinario nella luminosa cupola del salone
centrale; o nel progetto per la Maison de France, sempre nel
capoluogo milanese, conigurata in un Novecento assai debitore ai modi di Emilio Lancia.
P. Vietti Violi, Casa di abitazione per l’impresa A. Simonelli ad Alessandria, 1952 (lastra fotograica, Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
IMPIANTI SPORTIVI E STADI. LA COMPETENZA TECNICA AL SERVIZIO DI UN PAESE IN CRESCITA
Paolo Volorio
Nel settore prevalente dell’attività di Paolo Vietti Violi, quello
dell’architettura sportiva, ha un rilievo considerevole la realizzazione, o anche solo la deinizione progettuale, di impianti
Cantiere del Palazzo dello Sport, visita di personalità
mentre si gettano i pilastri (archivio Fiera di Milano).
non speciicamente ippici. La prima, notevole opera di questo
genere fu il Palazzo dello Sport alla Fiera Campionaria di Milano (1921-1923), realizzato nella nuova sede della iera per
ospitare principalmente il Salone dell’automobile, ma anche
eventi sportivi di vario genere distribuiti lungo tutto l’arco
di un anno: Vietti Violi progetta una struttura caratterizzata
Cantiere del Palazzo dello Sport, l’armatura della cupola con i pilastri provvisori (arch. Fiera di Milano).
Cantiere del Palazzo dello Sport, il cantiere nella primavera del 1922 (archivio Fiera di Milano).
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P. Vietti Violi, Progetto per il Palazzo dello Sport alla Fiera Campionaria di Milano, veduta
prospettica notturna, 1921 (da Ingegneria, 1923).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Progetto per
il Palazzo dello Sport alla
Fiera Campionaria di Milano, pianta del piano terreno,
disposizione delle gradinate
e schema dei percorsi, 1921
c.a. (Studio Visconti-Villa,
Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per il Palazzo dello Sport alla Fiera Campionaria di Milano, particolare sezione trasversale, schema delle
gradinate, 1921 c.a. (Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
Interno del palazzo allestito a velodromo con la pista
in legno (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
dalla estrema versatilità, facilmente adattabile ai diversi usi
con grande rapidità, luminosissima grazie alle immense pareti vetrate e alla vastissima cupola con struttura in ferro (la
più grande allora in Italia) aperta in un grande lucernario e
col tamburo vetrato. Interessantissimo anche il sistema di costruzione, pensato per velocizzare il cantiere, con la cupola
costruita prima su tralicci per consentire ai pilastri di cemento
armato di ‘stagionare’ prima di essere caricati. Per il palazzo
Vietti Violi studia attentamente percorsi e metodi per un rapido delusso del pubblico che gli saranno preziosi nella progettazione di stadi, come quello per la società Nafta a Genova S.
Martino (1925), caratterizzato dalla tribuna coperta con tettoia
Veduta della facciata del Palazzo dello Sport alla iera Campionaria di Milano, 1923, facciata principale,
1930 c.a. (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
Stadio soc. ‘Nata’ a San Martino d’Albaro, Genova, veduta dello chalet della direzione dalla tribuna (da R.
Calzini, Paolo Vietti Violi).
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Stadio soc. ‘Nata’ a San Martino d’Albaro, Genova, veduta generale del complesso con a sinistra
chalet della direzione e la tribuna scoperta, a destra la tribuna coperta (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
in cemento armato dal considerevole sbalzo, ancora più ardita
nell’impianto di L’Aquila (1930-34). Pochi anni dopo, l’impegno nella realizzazione degli stadi diviene rilevante per Vietti
Violi in Turchia, dove progetta - spesso in collaborazione strutture di grandissime dimensioni, come a Istanbul (stadio
Dolmabaçe, 1939-1955; stadio Galatasaray, 1954), ad Ankara
(stadio Fenerbaçe, 1955) ed in altre numerose città di quel paese. Spesso gli stadi sono compresi in impianti sportivi generali che includono numerose strutture, quali piscine coperte e
scoperte, campi da tennis, palestre, campi di polo, teatri all’aperto, articolati in sistemazioni urbanistiche di vasto respiro;
il progetto forse più imponente è quello per il parco degli
sport di Istanbul (1937). L’esperienza per simili progetti è stata acquisita dall’architetto disegnando tanto complessi ippici
quanto strutture più limitate, come il Centro polisportivo di
Roma (1925, non realizzato) o speciiche, quali la piscina co-
P. Vietti Violi, Centro sportivo a L’Aquila, veduta assonometrica e piano generale (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Stadio Inonu ad Ankara, veduta del plastico, 1936 (da Rassegna di Architettura).
Stadio Inonu ad Ankara, veduta panoramica, 1938 c.a. (Archivio Soc. SNAI-Trenno,
Milano).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Stadio de L’Aquila, veduta, 1930-34 (cartolina postale).
Stadio de L’Aquila, veduta da sotto le tribune, 1930-34
(cartolina postale).
Piscina Comunale de L’Aquila, veduta interna, 1934
(cartolina postale).
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Paolo Vietti Violi, Progetto per il parco degli sport a Istanbul per le Olimpiadi balcaniche, 1937,
(lastra fotograica, Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
perta di l’Aquila (1934), una delle prime con struttura a travi
in cemento armato. Una soluzione che Vietti Violi ripropone
in modo spettacolare nella piscina coperta di Istanbul (1953),
facendo uso di travi curve.
Nel campo delle strutture balnearie l’architetto redige un
grandioso progetto per le nuove terme radioattive di Merano
(1954), non realizzate, in cui adotta in linguaggio progettuale
estremamente moderno, tra Razionalismo e Bauhaus, che si
ritrova anche nell’impegnativo disegno per l’insieme turistico di Floria, a Istanbul sulle rive del Bosforo (1955), anch’es-
P. Vietti Violi, Progetto di concorso per Centro polisportivo a Roma, 1926 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
so non costruito. Di notevole interesse è poi il progetto per
uno stadio coperto da 100.000 posti (piena capienza 118.000),
rimasto studio di massima, che da un lato mostra l’estrema
esperienza acquisita da Vietti Violi nella concezione di strut-
P. Vietti Violi, Progetto per Campo sportivo e casa del
Balilla a Saronno, facciata posteriore, 1931 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Ensemble touristique de Floria, amenagement d’ensemble, Istanbul, 1955 (lastra
fotograica, archivio Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per Campi sportivi a Milano
Marittima, 1931 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
ture a grande afluenza di pubblico, e dall’altro permette di
constatare l’estrema modernità del suo linguaggio che non
prescinde da una attenta ricerca estetica.
P. Vietti Violi, Kapali yuzme avuzu - Piscine couverte, croquis perspectifs, Istanbul, 1953 (lastra
fotograica, archivio Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per terme radioattive, planimetria generale, Merano, 1954 (lastra fotograica, archivio Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per terme radioattive, Merano,
1954, due vedute del plastico (lastre fotograiche, archivio Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
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P. Vietti Violi, Kapali yuzme avuzu - Piscine couverte, perspective generale, Istanbul, 1953 (lastra
fotograica, archivio Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Progetto per
terme radioattive, sezione,
Merano, 1954 (lastra fotograica, archivio Studio
Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per lo Stadio Fenerbaçe, sezione longitudinale, Istanbul, 1955 (archivio Studio Visconti-Villa, Pieve
Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per lo Stadio Galata Saray, Istanbul, 1954 (archivio Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per lo Stadio Fenerbaçe, planimetria delle tribune, Istanbul, 1955 (archivio Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Progetto per Stadio da 100.000 posti “Meccano”, planimetria
generale ed assonometria (arch. Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per Stadio da 100.000 posti “Meccano”, planimetria
generale (lastra fotograica, arch. Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per Stadio da
100.000 posti “Meccano”, facciata dello
stadio (lastra fotograica, arch. Studio
Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto per Stadio da
100.000 posti “Meccano”, sezione trasversale (lastra fotograica, arch. Studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
LA SPECIALIZZAZIONE. GLI IPPODROMI
Paolo Volorio
Quella della progettazione delle strutture sportive ippiche è
l’attività che dà a Paolo Vietti Violi fama internazionale, facendone uno dei massimi esperti del Novecento.
Quando nel 1911, assieme ad Antonio Cantoni, vince il concorso indetto dalla Società Lombarda per le corse di Cavalli
per il nuovo Ippodromo del galoppo di Milano, queste par-
P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per l’Ippodromo di S.
Siro a Milano, chalet del Pesage, fronte verso il giardino,
1911 (da P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per il nuovo Ippodromo di San Siro).
P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per l’Ippodromo di S. Siro a Milano, tribuna del Pesage, fronte verso il Pesage, 1911 (da P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per il nuovo Ippodromo di San Siro).
P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per l’Ippodromo di S. Siro a Milano, tribuna secondaria, fronte posteriore, 1911 (da P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto
per il nuovo Ippodromo di San Siro).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per l’Ippodromo di
S. Siro a Milano, tribuna del Pesage, sezione trasversale, 1911 (da P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per il
nuovo Ippodromo di San Siro).
P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per l’Ippodromo di S. Siro a Milano, schizzo prospettico, 1911
(da P. Vietti Violi, A. Cantoni, Progetto per il nuovo Ippodromo di San Siro).
ticolari strutture hanno già una storia, soprattutto in ambito
inglese e francese, ma non una vera e propria codiicazione
tipologica e progettuale univocamente deinita. I due professionisti devono ampiamente documentarsi, e propongono
una soluzione che risulta certo tecnicamente all’avanguardia
(compatibilmente con lo sviluppo, ai suoi albori, della tecnica del cemento armato), ma che esteticamente risponde al
gusto dei frequentatori di simili strutture, cioè nobili e ricca
borghesia: tanto nella tribuna, che ricorda un’ampia serra con
torri, strutture in legno a graticcio e grandi vetrate (sul fronte
d’ingresso), quanto nello chalet del Pesage, conigurato come
un villino Liberty alla Ernesto Basile, ino alla ‘nordica’ abitazione del custode. Nella realizzazione (1920-21) Vietti Violi,
Ippodromo di S. Siro a Milano, palazzina del Pesage,
giardino e ristornate, 1920 c.a. (cartoline postali).
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ormai unico responsabile, dà alle tribune una veste più classica in facciata utilizzando, per il lato pista, gli ultimi ritrovati
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Progetto esecutivo per l’Ippodromo di galoppo di S. Siro a Milano,
planimetria generale, ridis. 1945 (lastra
fotograica, arch. Visconti-Villa Pieve
Vergonte).
della tecnica con coperture e forte sbalzo senza sostegni intermedi, riservando alle scuderie lo stile ‘rurale’ con strutture a
graticcio che rivelano il modello dell’architettura tradizionale
alsaziana. L’eccellente risultato milanese, riconfermato nel
1924 con l’Ippodromo del trotto, apre le porte a Vietti Violi
per la progettazione di altre importanti strutture, dapprima
P. Vietti Violi, Progetto esecutivo per l’Ippodromo di galoppo di S. Siro a Milano, tribuna secondaria, pianta piano terreno, 1916-45 (lastra fotograica, arch. Visconti-Villa Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Progetto esecutivo per l’Ippodromo di galoppo di S. Siro a Milano, tribuna secondaria, sezione
trasversale, 1916-45 (lastra fotograica, arch. Visconti-Villa Pieve Vergonte).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
in Italia e poi all’estero. Del 1923 è l’Ippodromo di Mirabello
a Monza, dagli ediici che, attraverso l’impiego della struttura
a graticcio vogliono ambientarsi nel contesto del Parco Reale,
mentre al 1924 risale l’Ippodromo delle Capannelle a Roma,
con le sue tribune in un sobrio stile tra Decò ed inlussi di
architettura coloniale, riprese in parte in quello del trotto a
Bologna (1930, realizzato collaborando con l’arch. Costanzini). Più articolato il progetto per Napoli Agnano, con le piste
Ippodromo di galoppo di S. Siro a Milano, tribuna secondaria, veduta dalla pista, 1922 c.a. (da R. Calzini,
Paolo Vietti Violi).
di trotto, galoppo ed ostacoli (1926). Gli anni ’30 sono caratterizzati dal primo intervento di trasformazione (1925-26) e poi
dal rifacimento (1935-36) dell’Ippodromo di Maia a Merano,
ritenuto all’epoca della sua costruzione il più bello in Italia;
Ippodromo di S. Siro a Milano, tribuna, facciata posteriore, 1920 c.a. (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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Ippodromo di S. Siro a Milano, tribuna del Pesage e parco, lato verso la pista, 1920 c.a. (da Album
di San Siro Milano).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Centro ippico di S. Siro a Milano, planimetria d’insieme (lastra fotograica, arch. Visconti-Villa Pieve Vergonte).
nel suo contesto Vietti Violi realizza anche il Borgo Andreina,
foresteria per i fantini e gli ospiti, che si pone quale prototipo
del villaggio operaio di Villadossola (1938-1940). Contemporaneamente a questi lavori in Italia prende avvio l’attività in
Turchia, con la vittoria nel 1933 al concorso per l’ippodromo
di Ankara e la sua realizzazione, cui fanno seguito, in successione sempre più serrata, gli incarichi per Istanbul (1934
- 1937 per le Olimpiadi Balcaniche), Adana (1937), Küthaya
(1937) e in seguito molti altri. Oltre che in Turchia, Vietti Violi
progetta e lavora in Serbia (Smederevo, 1937), Polonia (Varsavia, 1937), Iugoslavia (Zemun, 1937), Etiopia (Addis Abe-
Veduta aerea del complesso sportivo di S. Siro a Milano, in primo piano l’Ippodromo del trotto e lo stadio,
1927-27 c.a. (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Ippodromo di trotto di S. Siro a Milano, tribuna pista e
torre della giuria, 1926 c.a. (da R. Calzini, Paolo Vietti
Violi).
Ippodromo di trotto di S. Siro a Milano, la tribuna vista dall’esterno, 1926 c.a. (da R. Calzini,
Paolo Vietti Violi).
ba, dove pare di dedichi anche alla progettazione di villaggi coloniali, di cui non abbiamo però documentazione). Non
mancano naturalmente incarichi anche in Italia, da Viareggio
a Firenze, a Livorno, a Grosseto e in molte altre località. Durante la guerra lavora all’estero, e soprattutto gli anni ’50 sono
particolarmente intensi, tanto in Turchia quanto in Venezuela, Stati Uniti (pista di Saratoga Spring, N.Y., 1954), nella natia Svizzera (progetti per Ginevra e Lucerna, 1957), a Cipro
(Nicosia Race Club, 1958) ed in Francia, dove nel 1961 vede
approvato il suo progetto per l’Ippodromo nel Bois Parilly a
Lione (la prima versione è del 1953). I lavori a Lione iniziano
però solo nel 1964 e Paolo Vietti Violi, anziano ma infaticabile,
Ippodromo di trotto di S. Siro a Milano, tribuna e palco
reale, 1926 c.a. (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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non rinuncia a recarsi su quel lontano cantiere, che però non
potrà personalmente portare a termine a causa della morte.
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Ippodromo di Mirabello a Monza, veduta esterna delle
tribune, 1925 c.a. (arch. A.C.O.I., Vogogna).
Ippodromo di galoppo di S. Siro a Milano, scuderie, 1922 c.a. (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
Ippodromo di Mirabello a Monza, veduta esterna delle
tribune, 1925 c.a. (cartolina postale).
P. Vietti Violi, Ippodromo delle Capannelle a Roma, pianta generale dei fabbricati, e Tribuna
del Pesage. fronte posteriore, 1924 (arch. Soc. SNAI-Trenno, Milano).
P. Vietti Violi, Ippodromo delle Capannelle a Roma,
chalet Pesage. 1924 (arch. Soc. SNAI-Trenno, Milano).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Ippodromo delle Capannelle a Roma, tribuna soci e patronesse, fronte posteriore, 1924 (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
Ippodromo delle Capannelle a Roma, tribuna della direzione, fronte verso la pista, 1924 (da R.
Calzini, Paolo Vietti Violi).
Ippodromo delle Capannelle a Roma, tribune, fronte
posteriore, 1924 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
Ippodromo delle Capannelle a Roma, tribuna Pesage,
fronte posteriore, 1924 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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P. Vietti Violi, Ippodromo di Agnano Napoli, planimetria generale, 1926 (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Ippodromo di Bologna, fabbricato delle
tribune, prospetto laterale, 1930 (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Ippodromo di Rimini, planimetria generale, 1930 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Ippodromo di Bologna, fabbricato delle tribune, prospetto posteriore, 1930 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
P. Vietti Violi, Ippodromo di Maia Merano, tribuna, prospetto principale, 1936 (lastra fotograica - arch. Visconti Villa, Pieve Vergonte).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Ippodromo di Maia Merano, tribuna, sezione trasversale CD, 1936 (lastra fotograica - arch. Visconti Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Ippodromo di Maia Merano, tribuna, svista del ianco, 1936 (lastra fotograica - arch. Visconti Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Ippodromo di Maia Merano, tribuna, prospetto
verso pista, 1936 (lastra fotograica - arch.
Visconti Villa, Pieve
Vergonte).
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P. Vietti Violi, Comune di Merano, impianti ippici della città, 1937
(stampa fotograica - arch. soc. SNAI-Trenno, Milano).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Ippodromo di Maia Merano, tribuna, veduta dalla pista, 1938 c.a. Ippodromo di Maia Merano, tribuna, veduta del fronte posteriore, 1938 c.a. (archi(archivio ACOI, Vogogna).
vio ACOI, Vogogna).
P. Vietti Violi, Ippodromo di Genova Quinto,
1942 (arch. soc. SNAI-Trenno, Milano).
P. Vietti Violi, Centro sportivo ed ippico di Addis Abeba, veduta del plastico, 1939 (stampa fotograica, archivio soc. SNAI-Trenno, Milano).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
FORMA E CARATTERISTICHE DEGLI IPPODROMI. NOTE
ESSENZIALI
Paolo Volorio
Gli ippodromi sono strutture particolarmente complesse ed
articolate e riteniamo che dare una descrizione della loro
struttura ed uso possa contribuire a far ben comprendere la
P. Vietti Violi, Ippodromo di Rapallo, veduta assonometrica, 1947 (stampa fotograica - arch. soc. SNAI-Trenno, Milano).
qualità dell’opera di Paolo Vietti Violi.
Va subito detto che essi consentono lo svolgimento di un settore degli sport equestri, quelli della corsa vera e propria, che
può essere di due tipi: di galoppo e di trotto. Le corse al ga-
P. Vietti Violi, Ippodromo di
Rapallo, planimetria generale,
1947 (arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Ippodromo di trotto e
galoppo in località Valle Christi, Rapallo, progetto di massima, planimetria generale, 1957 (arch. studio
Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
loppo si suddividono in piane e ad ostacoli, i quali possono
essere siepi, steeple chase (siepi, sieponi, travi, muri, ecc.) e
cross-countries (gli ostacoli possono essere elementi naturali,
come guadi, asperità del terreno, tortuosità del percorso). Le
corse di trotto, che richiedono piste meno lunghe, si disputano con particolari carrozzini in ferro detti sulkies, leggerissimi (12 kg c.a.). Ciascun tipo di competizione richiede piste
differenti, in genere ad andamento anulare ma anche, per il
galoppo, ‘a otto’ o più complesso: devono avere sottofondo
particolarmente curato, e pare che Vietti Violi fosse uno dei
massimi esperti al mondo in tal senso. Spesso queste piste non
P. Vietti Violi, Ippodromo di Genova Molassana, pianta generale, 1947 (stampa fotograica - arch. soc.
SNAI-Trenno, Milano).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Ippodromo Carabobo di Valencia (Venezuela), planimetria
generale, 1950 (lastra fotograica, arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Ippodromo di galoppo e trotto di Viareggio, progetto di massima planimetria generale, 1949 (stampa fotograica, arch. soc. SNAI-Trenno, Milano).
sono separate, ma sono fuse o concentriche le une alle altre
(come al Parilly di Lione). Attorno alle piste si disloca una
costellazione assai articolata di strutture e dotazioni: per gli
atleti, per il pubblico, per ricovero ed allenamento degli animali, per la direzione della struttura e delle gare, ed inine per
la manutenzione del complesso. Per gli atleti, fantini o gentlemen, spesso, ma non sempre, i maggiori impianti hanno alloggi e foresterie (come il Borgo Andreina a Merano), mentre
indispensabili sono spogliatoi, servizi, pronto soccorso e una
sala di ritrovo.
Al pubblico, che viene suddiviso nettamente, sono destinati
tre settori precisi: il Peso o Pesage, il Recinto secondario ed il
Prato, il cui accesso deve essere separato e ben individuato,
nonché dotato di biglietteria, uficio reclami e simili. Nel Peso
sono collocate le tribune per il pubblico, per i soci e, inine, per
P. Vietti Violi, Ippodromo Carabobo di Valencia (Venezuela), box di sellaggio e paddock di riposo, planimetria,
1951 (arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
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i fantini e gli allenatori, di dimensione progressivamente decrescente. Queste tribune sono, per una migliore visione, leg-
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
germente inclinate rispetto alla pista se il traguardo è unico, o
parallele ad essa se vi sono più traguardi, come a S. Siro. Tra
una corsa e l’altra la mobilità del pubblico è intensa: si scende
per esaminare i cavalli nel paddock ( lo speciale recinto di presentazione), per eventualmente partecipare all’asta del loro
acquisto, per scommettere, per passeggiare. Ne consegue che
gli accessi alle tribune, che sono a più piani e devono essere
coperte, vanno attentamente studiati per favorire la rapidità e
comodità degli spostamenti. Le scommesse sono di due tipi:
con totalizzatore, una sorta di uficio a sportelli, o con i book-
Ippodromo del trotti di S. Siro a Milano, veduta del ristorante, 1921 c.a. (da album Ippodromo di S. Siro Milano).
makers, ospitati in piccoli chioschi isolati o tribunette. Presso
le tribune sono collocati, negli impianti maggiori, bar o ristoranti. La tribuna della direzione è generalmente una torretta
su esili pilastri, spesso posta nel prato all’interno della pista
e collegata con l’esterno per mezzo di un sottopasso. Essa
P. Vietti Violi, Ippodromo del trotto di Ormesson, progetto di massima, plani- P. Vietti Violi, Ippodromo di trotto di S. Siro, Milano, impianto di illuminazione per le
metria, 1950 (lastra fotograica, arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte). corse di sera, planimetria, 1944 (arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
61
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Ippodromo Sesana di Montecatini Terme, pianta generale, 195152 (lastra fotograica, arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Impianti sportivi dell’Angellara, Salerno, veduta assonometrica,
1953 (arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
ospita i giudici di gara, l’impianto per ripresa fotograica o
cinematograica dell’arrivo, i cronometristi, le postazioni del
giudice di arrivo e dei suoi collaboratori, ed inine quelli per i
commissari di gara. Alla tribuna sono annessi i tabelloni con
gli elenchi dei cavalli ed i risultati delle corse.
Il Recinto, destinato al pubblico comune, ha strutture, dotazioni e servizi identici a quelle del Peso. Il Prato è collocato
o in continuità del Recinto, oppure entro la pista, e prevede
solo posti in piedi; gli spettatori possono essere protetti da
basse tettoie, e dispongono di servizi igienici e strutture per le
scommesse, nonché di sottopassi se il Prato è entro il circuito.
Racecourses di Saratoga Spring (New York), veduta con
impianto di illuminazione, 1954 (lastra fotograica,
arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
62
Ambienti speciali sono riservati al Presidente ed alla Direzione, alla giuria ed alle commissioni, alla segreteria; il fotografo
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Ippodromo Veli Efendi, Istanbul, planimetria generale, 1953-55 (lastra fotograica,
archivio studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
Racecourses di Saratoga Spring (New York), veduta con
impianto di illuminazione, 1954 (lastra fotograica,
arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
ha un suo spazio apposito, ed esiste una sala per il Jockey
Club. Importantissimi sono la sala delle bilance per pesare i
fantini prima e dopo la corsa, e i locali per i servizi di informazione: sala stampa, sala radio, telescrivente, telefoni e televisione. Per il ricovero ed allenamento degli animali nel complesso dell’ippodromo sorgono scuderie con box, infermeria,
P. Vietti Violi, Ippodromo di Izmir (Turchia), pianta generale, 1955 (lastra
fotograica, arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Ippodromo di Adana (Turchia), planimetria generale, 1955 (lastra
fotograica, arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
63
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
sala operatoria, selleria, maniscalcìa, ienili, bagni per i cavalli, rimesse dei veicoli, depositi attrezzi e laboratori. Ampi recinti, anch’essi denominati paddocks, sono destinati al pascolo dei cavalli, e spesso vi sono piste separate di allenamento.
Inine la manutenzione del complesso richiede rimesse per le
attrezzature, depositi, impianti di irrigazione.
Analoghe sono naturalmente le dotazioni per un ippodromo
di trotto, anche se assumono uno sviluppo dimensionale più
Ippodromo di trotto di S. Siro a Milano, scuderie di via
Aldobrandini, interno, 1952 (lastra fotograica, arch.
studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
ridotto.
Ippodromo di trotto di S. Siro a Milano, scuderie di via
Aldobrandini, 1952 (lastra fotograica, arch. studio
Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Ippodromo di Tor di Valle a Roma, pianta generale, 1955 P. Vietti Violi, A. Morando, Ippodromo del Solaro a San Remo, pianta generale, 1955
(lastra fotograica, arch. studio Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
(stampa fotograica, arch. soc. SNAI-Trenno, Milano).
64
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Ippodromo al Bois
Parilly a Lione, progetto di massima, planimetria generale, 1960
(arch. studio Visconti-Villa, Pieve
Vergonte).
P. Vietti Violi, Ippodromo al Bois
Parilly a Lione, progetto di massima, tribuna del Pesage, prospetto
verso la pista, 1961 (arch. studio
Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Ippodromo al Bois
Parilly a Lione, progetto di massima, variante Guichet, Tribuna del
Pesage, pianta del pianoterreno,
1961 (arch. studio Visconti-Villa,
Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Ippodromo al Bois
Parilly a Lione, progetto di massima, tribuna del Pesage, sezioni
trasversali 1 2 3, 1961 (arch. studio
Visconti-Villa, Pieve Vergonte).
65
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
OPERE OSSOLANE
Paolo Volorio
La maggior parte dell’attività di Paolo Vietti Violi si svolge
fuori dall’Ossola. Tuttavia, soprattutto nei brevi periodi di vacanza a Vogogna, l’architetto non disdegna di lavorare anche
per la sua terra d’origine, con piccoli, parziali progetti per privati o per ediici religiosi, come per la sala giuochi e l’ingresso
della villa Carlo Ceretti a Masera, o il progetto per un ampliamento e sistemazione del santuario del Boden ad Ornavasso.
Fanno eccezione tre opere, effettivamente realizzate: il villag-
P. Vietti Violi, Progetto di trasformazione del Santuario del Boden a Ornavasso, 1929 (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
66
P. Vietti Violi, Villa sig. C. Ceretti Masera, sala giuco bambini, 1938 (archivio studio Visconti - Villa,
Pieve Vergonte).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Villa sig. C. Ceretti Masera, nuovo cancello,
1938 (archivio studio Visconti
- Villa, Pieve Vergonte).
gio operaio per la Metallurgica Ossolana a Villadossola (193840), la casa per il commerciante Luciano Castoldi a Domodossola (1930) e lo Stadio Curotti nella stessa città (1935). Se
quest’ultimo si distingue, specie nell’ingresso (demolito), per
uno stile ‘di regime’, le altre due realizzazioni danno forma
ad uno stile ‘ossolano’, nel quale Vietti Violi individua alcuni
elementi caratteristici come i tetti in beola, le logge ed i portici
a tozze colonne che richiamano senza imitarli i loggiati delle
più ricche abitazioni della valle. Il villaggio operaio di Villadossola riprende e rielabora le soluzioni adottate per il Borgo
Andreina di Merano, in un impianto urbanistico di grande coerenza; il complesso è esemplare per forma, requisiti igienico
Villaggio operaio per la Metallurgica Ossolana a Villadossola (Cartolina postale).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
sanitari e qualità esecutiva.
A queste realizzazioni ossolane va aggiunta anche la villa per
il commendatore G. B. Marchese a Magognino, sul lago Maggiore (1928) che negli esterni prelude all’ultima declinazione
del Decò lombardo ispirata al barocchetto, ampiamente praticata da Tommaso Buzzi, mentre negli interni fa larghissimo
uso del legno, nelle riquadrature delle inestre, nelle alte zoccolature delle pareti, nello scalone e perino nell’incorniciatuVilla sig. Luciano Castoldi a Domodossola, 1930 (da R.
Calzini, Paolo Vietti Violi).
ra dei monumentali camini, riprendendo almeno in parte il
carattere ‘basco’ dello chalet Pozzo al Colle dei Giovi, ma con
Villa sig. Luciano Castoldi a Domodossola, 1930 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
una declinazione formale che richiama il Neocinquecento.
L’ultima opera, la nuova chiesa parrocchiale di Villadossola (1964), testimonia invece della sua profonda evoluzione
tecnologica e stilistica a partire dagli anni ’50: l’ediicio, con
i suoi archi portanti a catenaria, riprende infatti soluzioni
strutturali già sperimentate in progetti come la piscina coperta di Istanbul (1953) e linguaggio formale razionalista come
nell’ensemble turistico Floria nella stessa città.
Casa comm. G. B. Marchese a Magognino, esterno, 1928 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
Villa sig. Luciano Castoldi a Domodossola, veduta della
sala da pranzo, 1930 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
Casa comm. G. B. Marchese a Magognino, salottino, 1928 (da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Casa comm. G. B. Marchese a Magognino, salone, 1928 (da R. Calzini, Paolo
Vietti Violi).
Chalet del pittore Aldo Mazza, in collaborazione con Piero Portaluppi, 1925
(da R. Calzini, Paolo Vietti Violi).
Casa comm. G. B. Marchese
a Magognino, salone, 1928
(da R. Calzini, Paolo Vietti
Violi).
Casa comm. G. B. Marchese
a Magognino, scalone, 1928
(da R. Calzini, Paolo Vietti
Violi).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
OPERE VOGOGNESI
Paolo Volorio
Nei brevi periodi di vacanza dall’intensissima attività svolta in mezzo mondo, Paolo Vietti Violi soggiorna a Vogogna
nell’antica dimora nobiliare della famiglia di sua moglie Maria, palazzo Biraghi Lossetti, oggi sede del Parco Nazionale
Val Grande. Qui l’architetto, incapace di prolungata inattività, si dedica alla redazione di alcuni progetti per le istituzioni
P. Vietti Violi, Vogogna (Ossola), pulpito, pianta, 1922
(courtesy arch. G. Bonzani, Villette).
del paese.
Fra quanto è sopravvissuto del suo archivio spicca un progetto precedente alla prima guerra mondiale per un nuovo
asilo, mai realizzato. L’ediicio, a unico piano, con una forte
predominanza delle linee orizzontali, aperto con grandi ine-
P. Vietti Violi, Casa Biraghi Lossetti, Vogogna, progetto di riforma,
1915 (archivio ACOI, Vogogna).
Casa Biraghi Lossetti a Vogogna, il cortile dopo gli interventi di P. Vietti Violi (arch. Ester
Maimeri, Firenze).
71
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
stroni ad illuminare le aule, caratterizzato dal sapiente gioco
ad incastri e sovrapposizioni delle falde di copertura che predominano nella volumetria complessiva, rivela un’attenzione
di Vietti Violi per le opere di Frank Lloyd Wright a cavallo tra
XIX e XX secolo, e prelude alle soluzioni poi adottate nel Borgo Andreina di Bolzano e nel villaggio operaio di Villadossola. Posteriori sono invece alcuni disegni per una tettoia da
aggiungere all’asilo, realizzata con variazioni non rilevanti.
Casa Biraghi Lossetti a Vogogna, prima degli interventi
di P. Vietti Violi, 1890 ca. (arch. Ester Maimeri, Firenze).
L’attenzione e l’ispirazione alle più avanzate esperienze in
architettura non impedisce a Paul di rispolverare il sapere acquisito nella sua formazione Beaux Arts e di disegnare, ancora nel 1922, un pulpito neobarocco ed un portorio neogotico
per la statua della Madonna per la chiesa nuova di Vogogna,
realizzata tra 1894 e 1904 su progetto del dilettante di architettura Ercole Marietti. Progetto completato da Vietti Violi in
Casa Biraghi Lossetti a Vogogna, prima degli interventi
di P. Vietti Violi, 1890 ca. (arch. Ester Maimeri, Firenze).
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Casa Biraghi Lossetti a Vogogna, dopo gli interventi di P. Vietti Violi. (arch. Ester Maimeri, Firenze).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
puro stile neogotico nel 1909 con un portale dotato di piccolo protiro: il disegno, esposto in mostra in copia cianograica,
reca la dicitura “Nota bene: questo disegno annulla tutti i precedenti”, a testimoniare che devono essere state redatte altre
soluzioni in precedenza. Sono gli stessi anni in cui l’architetto
lavora alla riplasmazione di casa Biraghi Lossetti, cancellandone l’immagine neomedioevale datale nell’ultimo ventennio
dell’Ottocento e sostituendola con una ispirata al Quattrocento lombardo, stile che nel secondo decennio del Novecento
P. Vietti Violi, Palestra Asilo Infantile, dettagli costruttivi,
Vogogna (archivio ACOI, Vogogna).
suscita grande interesse storiograico, soprattutto in Italia settentrionale, ed ha notevole fortuna in ambito milanese: basti
osservare le opere contemporanee di Piero Portaluppi, al quale peraltro Paolo Vietti Violi è legato non solo da rapporti di
collaborazione professionale (nel villino Mazza a Macugnaga)
ma anche da vincoli d’amicizia, resi forse anche più profondi
dalla comune e dolorosa esperienza della perdita di un iglio.
P. Vietti Violi, Progetto per Asilo Infantile a Vogogna, fronte delle aule, 1938 (archivio studio Visconti - Villa, Pieve Vergonte).
P. Vietti Violi, Palestra Asilo Infantile, Vogogna (archivio
ACOI, Vogogna).
73
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
IL SANTUARIO DI LUT A PREMOSELLO CHIOVENDA
Maria Pia Malandra, Paolo Volorio, Gabriella Zanoli
La bianca chiesetta di Lut, che si distingue nettamente sulle alture sovrastanti Colloro e Premosello, era in origine una cappelletta successivamente modiicata ed ampliata a più riprese
come ex voto dei combattenti e reduci di guerra, a ricordo dei
caduti di ogni epoca per la libertà. Nell’ultimo conlitto, dopo
Santuario del Lut a Premosello Chiovenda fraz. Colloro, prima degli interventi di P. Vietti Violi (arch. soc.
SNAI-Trenno, Milano).
l’8 settembre, l’alpeggio di Lut, sulla strada per la Val Grande,
è zona di transito di partigiani che calano a valle per le loro
azioni e dei nazifascisti che intraprendono i rastrellamenti in
montagna. Quando nel settembre del ’44 l’Ossola viene liberata, all’architetto Vietti Violi viene afidato l’incarico di progettare, in questo luogo simbolico, un sacrario dei Caduti per
P. Vietti Violi, Progetto per il Santuario del Lut a Premosello Chiovenda, facciata laterale, 1947 (courtesy arch.
Giacomo Bonzani, Villette).
74
P. Vietti Violi, Progetto per il Santuario del Lut a Premosello Chiovenda, pianta, 1947 (courtesy arch.
Giacomo Bonzani, Villette).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Progetto per il Santuario del Lut a Premosello Chiovenda, fronte verso la valle, 1947
(courtesy arch. Giacomo Bonzani,
Villette).
la Libertà partendo dalla preesistente chiesetta.
Il progetto di Vietti Violi comprende una chiesa ed un ossario.
Quest’ultimo è costituito da un fabbricato a tre maniche aperte a portico con colonne binate, su pianta rettangolare di 27 x
15 metri circa, con copertura a padiglione. Le pareti di fondo
del portico ospitano i 312 loculi. Il portico delimita uno spazio
verde sopraelevato, a giardino con aiuole, siepi e due cipressi
simmetricamente disposti, a cui si accede tramite una gradinata afiancata da due statue su basamento; altri due accessi
laterali immettono sul portico. Sull’architrave le iscrizioni dei
nomi delle località ossolane colpite dagli ultimi lutti bellici:
Premosello, Ornavasso, Vogogna, Colloro, Cuzzago, Piedimulera, Masone, Villadossola, Finnero, Valgrande…
Il complesso architettonico comprende la “Lanterna dei morti”, moderno obelisco con evidente richiamo al simbolismo
classico. Il santuario, alto 8 metri su pianta di metri 8 x 6, vie-
P. Vietti Violi, Progetto per il Santuario del Lut a Premosello Chiovenda, fronte verso valle, 1947 (courtesy arch.
Giacomo Bonzani, Villette).
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
ne ipotizzato a est di quello già esistente, con abside orientato
a nord; il campanile, posto ad ovest, supera di poco i 13 metri.
L’abside ospita un altare al centro e tre luci radiali. Il piccolo
transetto conduce alla piccola cappella originaria, che Vietti
Violi intende conservare nella sua interezza modiicandone
solo lo spiovente di copertura. Verso valle, la facciata dell’oP. Vietti Violi, Progetto per il Santuario del Lut a Premosello Chiovenda, fronte verso la valle (arch. ACOI, Vogogna)
ratorio è caratterizzata da un pronao a timpano con tre arcate:
la centrale, di dimensioni maggiori, poggia su colonne binate
che richiamano il portico. All’oratorio si accede anche dall’ossario. Il progetto, mai realizzato per le modeste disponibilità
inanziarie, col tempo viene ridimensionato. Nel 1947 lo stesso Vietti Violi concentra l’attenzione sulla cappella votiva riprendendo in alcune parti il suo disegno originale; nei primi
anni ’50 si pone mano all’ampliamento ed alla trasformazione
dell’esistente cappella in oratorio. Dell’ambiziosa costruzione
ideata nel ’44 dall’architetto vogognese rimangono degli ela-
P. Vietti Violi, Plastico del progetto per il santurario del
Lut a Premosello Chiovenda (arch. ACOI, Vogogna)
P. Vietti Violi, Plastico del progetto per il santurario del
Lut a Premosello Chiovenda (arch. ACOI, Vogogna)
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borati graici ed un plastico, conservato a Domodossola presso il museo di Palazzo Silva.
P. Vietti Violi, Plastico del progetto per il santurario del Lut a Premosello Chiovenda (arch. ACOI,
Vogogna)
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
IL PALAZZO DELLA DIREZIONE E UFFICI, LE CASE
IMPIEGATI PER LA METALLURGICA OSSOLANA A
VILLADOSSOLA
Paolo Negri
Nel corso dell’anno 1892 i fratelli Vittore ed Enrico Ceretti si
separano dall’azienda paterna, la “Pietro Maria Ceretti” di Villadossola, fondando una piccola impresa siderurgica dedita al
comparto della bulloneria: è la “V. E. F.lli Ceretti”. I lavori del
Traforo del Sempione (1892-1905) danno impulso all’azienda
e, dopo la morte di Enrico nel 1900, il fratello Vittore nel 1907
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Palazzo della direzione e degli
uici, piante del seminterrato, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
P. Vietti Violi, Zona di abitazione per impiegati ed operai, soluzione F, planimetria, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Palazzo della direzione e degli
uici, piante del piano terreno, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
77
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Palazzo della direzione e degli
uici, ianco e sezione, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
la trasforma nella S.p.A. “Metallurgica Ossolana” potenziandone gli impianti grazie all’acquisizione della Ditta Longoni.
La localizzazione dei capannoni occupa la parte di Villadossola a sud del torrente Ovesca, e la società amplia l’attività nel
campo della produzione di energia elettrica ottenendo la con-
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Palazzo della direzione e degli uici,
pianta del seminterrato, soluzione 2, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
78
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Palazzo della direzione e degli uici,
pianta del piano terreno, soluzione 2, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Palazzo della direzione e degli uici,
pianta del primo piano, soluzione 2, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Palazzo della direzione e degli uici,
pianta del secondo piano, soluzione 2, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
cessione di sfruttamento delle acque del torrente Isorno. Nel
1936 la “Metallurgica Ossolana” occupa circa 1300 persone e
l’anno seguente si ingrandisce ulteriormente sino a trasformarsi, il 20 novembre del 1940, nella società S.I.S.M.A. (Società
Industrie Siderurgiche Meccaniche ed Afini). Dal 1940 agli
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Palazzo della direzione e degli
uici, facciata secondaria, soluzione 2, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
79
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Casa degli impiegati scapoli, facciata posteriore, 1940 (archivio Villarte, Villadossola).
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Palazzo della direzione e degli
uici, abitazioni degli impiegati, planimetria generale, 1938 (archivio
Villarte, Villadossola).
anni ’80 grazie ad una profonda ristrutturazione, ricalibrata
sulle nuove dotazioni di energia elettrica acquisite, l’azienda
quadruplica sia la produzione che la manodopera occupata.
Inizia alla ine del secolo il lento declino che oggi vede l’attivi-
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Casa degli impiegati scapoli, seminterrato, P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Casa degli impiegati scapoli, piano rialza1938 (archivio Villarte, Villadossola).
to, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
80
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Casa degli impiegati scapoli,
piano terreno rialzato, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
tà dell’azienda, nel comparto villadossolese, completamente
cessata. In seguito allo sviluppo dell’impresa di inizio ’900,
ben presto lo spostamento e la successiva concentrazione di
personale afluente da tutta l’Ossola a Villadossola suggerisce
alla “V. E. F.lli Ceretti” di porre rimedio al problema crescente
relativo al reperimento di case d’abitazione per gli operai e
gli impiegati. Gradualmente la ditta realizza varie abitazioni
nel 1901, 1910 e 1912 poste a ponente della strada provinciale
e a sud dell’Ovesca. I igli di Vittore, Carlo, Eugenio e Giuseppe incrementano nel 1926 il numero di case destinate ai
dipendenti dell’azienda. Nell’anno 1938 la “Metallurgica Ossolana” decide inoltre di ediicare un palazzo direzionale che
possa accogliere gli impiegati della ditta, e di costruire ediici
residenziali destinati per questi ultimi. Della progettazione
viene incaricato l’architetto Paolo Vietti Violi, che deinisce
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Casa degli impiegati scapoli, facciata laterale, 1940 (archivio Villarte,
Villadossola).
81
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Casa degli impiegati scapoli, sezione
- camera tipo, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Casa degli impiegati ammogliati, pianta del
piano tipo, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
differenti soluzioni per la sistemazione urbanistica dell’area
antistante i capannoni industriali, delimitata dal corso del tor-
P. Vietti Violi, Metallurgica
Ossolana, Casa degli impiegati ammogliati, facciata principale, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
82
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
rente Ovesca, dalla strada nazionale e dall’antica via del Sempione. L’area, già dotata di P.R.C. d’ampliamento urbanistico
sin dall’inizio del secolo (per mano dell’ing. Carlo Tinivella),
viene attrezzata con il palazzo direzionale, le case per gli impiegati, il municipio ed il nuovo ediicio religioso per una popolazione in continuo accrescimento. La progettazione del palazzo direzionale, nel corso dello stesso anno, vede impegnato
Vietti Violi nella redazione di due proposte formalizzate in
un corpo rettangolare allungato con corpo centrale di scale
e con un’attenzione particolare alla separazione dei percorsi
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Casa degli impiegati ammogliati, facciata secondaria, 1938 (archivio Villarte, Villadossola).
83
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
d’ingresso fra corpo dirigenziale ed impiegatizio. L’ediicio, a
due piani, risolve elegantemente la funzionalità dei percorsi
e rivela piena adesione alla nuova architettura modernista in
voga al tempo. Con lo stesso impegno il progettista delinea i
corpi residenziali per gli impiegati, rigorosamente separati in
due ediici: il primo, dotato di monolocali con bagno e balcone privato, ad uso degli impiegati scapoli; il secondo, modulato con appartamenti di 2, 3 e 4 vani, destinato agli impiegati
ammogliati. A breve quindi viene richiesto un ulteriore sforzo
al progettista per la deinizione urbanistica di un più amplio
villaggio che possa risolvere anche la questione dell’alloggio
delle famiglie degli operai occupati nell’azienda.
IL VILLAGGIO OPERAIO PER LA METALLURGICA
P. Vietti Violi, Metallurgica
Ossolana, Casa degli impiegati ammogliati, ianco,
sezione, 1938 (archivio
Villarte, Villadossola).
84
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
OSSOLANA A VILLADOSSOLA
Paolo Negri
Gli eventi che portano alla progettazione e alla realizzazione
del villaggio operaio della “Metallurgica Ossolana” comunemente noto come Villaggio S.I.S.M.A. hanno origine dalla relazione del Podestà Eugenio Ceretti sulla “insuficienza delle
abitazioni e sulla condizione igienico sanitaria delle abitazioni esistenti”, risalente al 1 gennaio 1938. Essa viene in seguito
avvalorata da un rapporto dell’Uficiale Sanitario dott. Rondolini, del 28 gennaio dello stesso anno, che sostanzialmente
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Villaggio Operaio,
casa operaia per 2 alloggi 8 locali, prospetti e planimetrie
(archivio Villarte, Villadossola).
avvalla le argomentazioni del Podestà. Il 20 aprile del 1938 la
“Metallurgica Ossolana” comunica al Podestà l’intenzione di
P. Vietti Violi, M. O. Villadossola, Villaggio Operaio, planimetria generale, 1939 (archivio Villarte,
Villadossola).
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Villaggio Operaio,
casa oper. 6 camere, lobbia, servizi, prospetto e planimetria (archivio Villarte, Villadossola).
85
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
ediicare un villaggio operaio di circa 400 alloggi, completo di
infrastrutture e servizi, su un terreno di 250.000 mq. A seguito della scelta dell’area, individuata nella zona delle frazioni
Croppo e Murata, e al sorgere di questioni legate agli espropri
dei terreni, la ditta inoltra alla Regia Prefettura, in data 18 giugno 1938, l’istanza per la dichiarazione di “opera di pubblica
utilità ai sensi della legge 25 giugno 1865” ai ini della concessione degli espropri coatti necessari.
La progettazione viene afidata a Paolo Vietti Violi, ormai
progettista di iducia della famiglia Ceretti dopo i progetti
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana Villadossola, casa
operaia, prospetto (archivio Villarte, Villadossola).
per il palazzo direzionale e le residenze degli impiegati della
“Metallurgica Ossolana”.
I primi approcci al progetto, dificoltosi per la morfologia del
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Villaggio Operaio,
casa operaia, prospetti e prospettiva, 1939 (archivio Villarte, Villadossola).
86
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Villaggio Operaio, planimetria generale,
(archivio Villarte, Villadossola).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
luogo scelto, in una zona non completamente pianeggiante
e in presenza di un camposanto, nonché in un’area parallela
all’arteria della strada nazionale del Sempione, non impediscono di procedere velocemente alla redazione della planimetria generale, che viene approvata dalla Commissione Edilizia
Comunale il 7 luglio del 1938 in due varianti, la seconda delle
quali individua quale sede deinitiva una zona più pianeggiante a ridosso della ferrovia, luogo comunque differente
dalla collocazione inale. L’esperienza progettuale di Vietti
Violi ricorre alle idee sviluppate qualche anno prime nella realizzazione del Borgo Andreina, dipendenza dell’Ippodromo
di Merano. Allo schema urbanistico meranese l’architetto lega
le modiiche delle unità abitative, intelligentemente connotate
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Villaggio Operaio,
casa operaia, prospetti e planimetria (archivio Villarte,
Villadossola).
da maggior adesione ai modi e ai materiali della tradizione
ossolana.
Lo scoppio del secondo conlitto mondiale e la resistenza ad
alcuni espropri di terreni consigliano una riformulazione ridotta del progetto ed una diversa localizzazione della quale, negli elaborati graici presentati ed approvati dalla Commissione Edilizia nel marzo del 1940, con v’è tuttavia traccia.
Rimane a testimonianza del progetto eseguito il plastico,
purtroppo oggi documentabile solo fotograicamente, con la
collocazione inale stabilita fra la ferrovia e la strada statale.
La cerimonia della posa della prima pietra del villaggio, alla
presenza del Ministro delle Corporazioni Renato Ricci, del
Vescovo di Novara mons. Giuseppe Castelli, di Lino Olivelli
e Palladino, segretari del PNF, degli ingegneri Michele Picchio e Piero Ferrerio, del progettista Paul Vietti Violi e di Car-
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Villaggio Operaio,
casa operaia, prospetto (archivio Villarte, Villadossola).
87
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
lo Ceretti, presidente della Metallurgica Ossolana, avviene il
31 marzo 1940. In quella occasione viene anche coniata una
medaglia bronzea commemorativa, realizzata da Soc. A. Pagani recante la dicitura: “VILLADOSSOLA 31 MARZO 1940
- XVIII, Nihil est domi luce dulcius”.
LA CHIESA DI CRISTO RISORTO A VILLADOSSOLA
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Villaggio
Operaio, fronte principale
A. Negozi, 1940 (archivio
Villarte, Villadossola).
P. Vietti Violi, Metallurgica Ossolana, Villaggio
Operaio, fronte posteriore
C. Negozi, 1940 (archivio
Villarte, Villadossola).
88
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
Paolo Negri
A seguito dello sviluppo di Villadossola quale importante centro industriale e al conseguente aumento demograico, nell’agosto del 1926 si decise di restituire le funzioni parrocchiali
alla chiesa di San Bartolomeo abbandonata, per carenze strutturali, nel secolo XVIII (1743, anno del Decreto di trasferimento delle funzioni parrocchiali alla frazione Noga) onde poter
meglio servire l’accresciuta popolazione di Villa residente al
Modello della chiesa di Cristo Risorto a Villadossola,
(Parrocchia di S. Bartolomeo, Villadossola).
piano. L’esiguità dello spazio dell’antica chiesa consiglia comunque il vescovo S. E. Mons. Castelli, in occasione delle visite pastorali del decennio 1930-1940, di aprire la questione della
costruzione di una nuova e più spaziosa chiesa a Villadossola,
ed allo scopo fa acquisire alla Parrocchia un terreno apposito tramite una donazione dalla S.I.S.M.A. Nel 1951 è quindi
don Giuseppe Gambaro, parroco di Villadossola dal 1931, ad
P. Vietti Violi, Villadossola, Progetto per la nuova chiesa, facciate, 1963 (archivio Parrocchia di S. Bartolomeo, Villadossola).
P. Vietti Violi, Villadossola, Progetto per la nuova chiesa, facciata laterale, 1963
(archivio Parrocchia di S. Bartolomeo, Villadossola).
89
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
afidare al M. R. Padre Giovanni da Novara Cappuccino, residente a Vigevano, il primo progetto, presentato nel 1953 alla
Pontiicia Commissione per l’Arte Sacra; progetto che però
non ha seguito. Don Camillo Nobile, parroco di Villa dal 1954,
nel 1957 incarica della redazione di un secondo progetto gli architetti Madini e Moretti di Milano, che propongono un’avveniristica e singolare architettura a forma di nave. Anche questo
progetto non ha miglior fortuna del precedente. Don Camillo affermava che fosse stata la Provvidenza a fargli conoscere
Paolo Vietti Violi; incontro tutto sommato quasi obbligato, visto l’impegno progettuale che il professionista aveva profuso
a Villadossola per la Metallurgica Ossolana - S.I.S.M.A.. Egli
P. Vietti Violi, Villadossola, Progetto per la nuova chiesa, pianta piano terreno, 1963 (archivio Parrocchia di S.
Bartolomeo, Villadossola).
Cantiere della nuova chiesa di Cristo Risorto a Villadossola (archivio Villarte, Villadossola).
90
dunque lo incarica di un progetto che entusiasma per primi
i membri del Comitato esecutivo dell’erigenda Chiesa di Cri-
P. Vietti Violi, Villadossola, Progetto per la nuova chiesa, sezioni, 1963 (archivio Parrocchia di S.
Bartolomeo, Villadossola).
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
sto Risorto, presieduto dall’ing. Augusto Ceretti, e che lungo
il necessario iter burocratico raccoglie il consenso della Pontiicia Commissione per l’Arte Sacra il 4 settembre 1962, l’approvazione della Soprintendenza ai Monumenti di Torino il 17
ottobre 1963 e l’assenso della Commissione Comunale per l’Edilizia il 23 novembre 1963. Dopo la benedizione del Vescovo
P. M. Cambiaghi della prima pietra, il cantiere è afidato alla
locale impresa Petrulli e Stringara. Alla morte di Paolo Vietti
Violi, il cantiere della nuova parrocchiale è allo stato di nudo
scheletro strutturale in cemento armato, incentrato sugli archi
Cantiere della nuova chiesa di Cristo Risorto a Villadossola (archivio Villarte, Villadossola).
parabolici che deiniscono l’unitario spazio interno. In breve
tempo Don Camillo trova nell’architetto Carlo Ravarelli di Novara un competente continuatore dell’opera; costui provvede,
apportando modiiche anche signiicative al disegno di Vietti
Violi, alla progettazione degli spazi interni, dei tamponamenti
esterni, della facciata e alla scelta dei materiali per le riiniture
inali. Collaborano con lui per la facciata il pittore Giulio Cesare Mussi, per l’arredo interno e il Monumento al Lavoro lo
scultore Luigi Bagna. Così lo stesso Ravarelli deinisce l’opera
del predecessore: “L’ampia, unica navata deinisce uno spazio continuo, luente, che unisce i fedeli e i ministri del culto nel possente abbraccio delle grandi arcate. Non c’è frattura tra la navata ed il presbiterio, come non c’è frattura tra il borgo ed il sagrato, tra il sagrato e la
chiesa… Il grande campanile equivale ad una presenza viva, energica
tra le fabbriche sonanti e le strade tumultuose… L’architettura della
chiesa non indulge a romantici composti atteggiamenti, ma è tesa
alle dimensioni del domani, alle forme di realtà nuove ed incalzanti”.
Cantiere della nuova chiesa di Cristo Risorto a Villadossola (archivio Villarte, Villadossola).
91
APPARATI
elenco delle opere
titoli ed onoriicenze
scritti
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
ELENCO DELLE OPERE
1908-1910, Milano, Immobile A. Bellerio in viale Vittoria
1908-1910, Milano, Casa Bonomi in via Monforte
1908-1910, Milano, Immobile e studio Paolo Vietti Violi in via Monte di Pietà
23, con G. Santamaria, trasformazioni
1908-1912, Milano, Brefotroio all’Acquabella, in collaborazione con Vincenzo Sarti ed Eugenio Denti dell’Uficio Tecnico Provinciale di Milano
1908-1910, Vimercate (MI), S. Maria Molgora, Villa Marchesa Soragna Melzi,
aggiunte e trasformazioni
1909, Vogogna (VB), Pronao della chiesa parrocchiale nuova
1910, Milano, Casa Cantoni-Pisa in via Guerrazzi, in collaborazione con Angelo Cantoni
1910, Pavia, Nuovo Policlinico, padiglione della Medicina, progetto di concorso
1910-1913, Sesto Calende (VA), Villa Ingegnoli, collaborazione con Angelo
Cantoni
1911, Milano, San Siro, Ippodromo del galoppo, concorso vinto
1911, Milano, Stazione Centrale, progetto di concorso, con Angelo Cantoni
1911, Pavia, Nuovo Policlinico, progetto di concorso
1912, Milano, Chiesa di Santa Croce per i padri Stigmatini in via Sidoli e Galdoni, progetto di concorso
1912, Vogogna (VB), Pulpito della chiesa parrocchiale nuova, progetto
1913, Buenos Aires, Argentina, Jockey Club, sede, progetto
di concorso
1915, Genova, Palazzo delle Belle Arti, progetto di concorso
1915, Vogogna (VB), Casa Biraghi-Lossetti, trasformazione
1918, Genova, Hotel Palace “Columbia”, progetto
1921, Milano, Fiera di Milano, Palazzo dello Sport (completato
nel 1923)
1921, Milano, Fiera di Milano, Palazzine degli Orai (completate nel 1923)
1921, Pietrasanta (LU), fraz. Fiumetto, Albergo, progetto
1923, Grosseto, Ippodromo del trotto e galoppo
1923, Monza (MB), Ippodromo di Mirabello, inaugurato nel 1925
1924, Bombay, India, Ippodromo, progetto
1924, Genova, San Martino, Centro sportivo San Martino
per la Società ‘Nafta’ (ine lavori nel 1927)
1924, Milano, San Siro, Ippodromo del trotto
1924, Milano, Villa Marchesa Soragna in via Monferrato
1924, Poona, India, Ippodromo, progetto
1924, Roma, Capannelle, Ippodromo
1925, Cermes (BZ), Chiesa e casa parrocchiale, progetto di concorso
1925, Macugnaga (VB), Chalet Mazza, con Piero Portaluppi
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ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
1925, Milano, San Siro, Ippodromo, scuderie
1925, Milano, Villa Comm. Mario Locatelli
1925, Perugia, Albergo, progetto di concorso
1926, Genova, Sede della Società ‘Nafta’, progetto di concorso
1926, Genova, Teatro Littorio, primo concorso, progetto
1926, Napoli, Agnano, Ippodromo
1926, Roma, Centro polisportivo, progetto di concorso
1927, Genova, Teatro Littorio, secondo concorso, progetto
1928, Firenze, Le Cascine, Ippodromo, trasformazione
1928, Milano, San Siro, Cinodromo, progetto
1928, Stresa (VB), Casa G.B. Marchese in frazione Magognino
1929, Milano, San Siro (?), Cavallerizza, progetto
1929, Ornavasso (VB), Santuario del Boden, facciata, progetto
di concorso
1930, Alessandria d’Egitto, Egitto, Ippodromo, progetto
1930, Alzate Brianza (CO), Scuderia Crespi, “Razza del Soldo”
1930, Ankara, Turchia, Impianti sportivi, concorso, 1° premio ed esecuzione
lavori
1930, Bologna, Arcoveggio, Ippodromo del trotto, collaborazione con Umberto Costanzini
1930, Colle dei Giovi (GE), Chalet A. Pozzo, con Delico e Gomez
1930, Domodossola (VB), Casa Luciano Castoldi
1930, Intra (VB), Stadio
1930, L’Aquila, Stadio Municipale (terminato nel 1934)
1930, Milano, Casa Guzzi
1930, Milano, Casa di abitazione per la Società Italiana Saint Gobain
1930, Milano, Concorso per tipi case rurali bandito dal “Popolo
d’Italia”, 3° premio medaglia d’oro del Municipio di Milano
1930, Milano, Cimitero Monumentale, Tomba F. Mataloni
1930, Milano, Sede gruppo rionale fascista A. Sciesa
1930, Milano, Sede Maison de France
1930, Lucca, Cimitero, Tomba Famiglia Martinelli
1930, Rimini (RN), Ippodromo, progetto
1930, Saronno (VA), Stadio
1931, Milano, Piscina coperta, progetto
1931, Milano Marittima (RA), Campo sportivo, progetto
1931, Saronno (VA), Palestra della Casa del Balilla
1932, Progetto per colonia marittima, con Giovanni Romano
1933, Ankara, Turchia, Ippodromo del galoppo, (concorso
internazionale: 1° premio ed esecuzione lavori)
1933, Selvino (B G), Colonia alpina di Sciesopoli
1934, Istanbul, Turchia, Ippodromo, progetto di massima
1934, L’Aquila, Piscina Comunale
1935, Domodossola (VB), Stadio Curotti
95
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
1935, Merano (BZ), Ippodromo, prima trasformazione per la “Corsa dei Milioni”: ampliamento della pista e delle tribune e
realizzazione delle scuderie “Borgo Andreina”
1935, Saronno (VA), Scuole municipali, concorso
1937, Ankara, Palazzo del parlamento, concorso (con Alexandre Courtois)
1937, Adana, Turchia, Ippodromo, progetto esecutivo
1937, Istanbul, Turchia, Ippodromo, 2° progetto per la realizzazione delle
Olimpiadi Balcaniche
1937, Küthaya, Turchia, Ippodromo, progetto esecutivo
1937, Livorno, Ardenza, Ippodromo, trasformazione e illuminazione della pista
1937, Merano (BZ), Maia, Ippodromo, ampliamento deinitivo
1937, Milano, San Siro, Ippodromo del trotto, ampliamento e
trasformazioni
1937, Smederevo, Serbia, Ippodromo, progetto esecutivo
1937, Varsavia, Polonia, Ippodromo, progetto
1937, Zemun, Iugoslavia, Ippodromo, progetto esecutivo
1938, Firenze, La Cascine, Ippodromo del trotto, trasformazione
1938, Livorno, Ardenza, Ippodromo, trasformazione deinitiva
1938, Masera (VB), Villa Carlo Ceretti, nuovo cancello, progetto
1938, Masera (VB), Villa Carlo Ceretti, sala giochi bambini, progetto
1938, Milano, San Siro, Ippodromo del galoppo, trasformazione
1938, Torino, Miraiori, Ippodromo, trasformazione
1938, Varzo (VB), Chalet Dresco, progetto
1938, Venezia, Lido, Impianti sportivi, progetto di massima
1939, Addis Abeba, Etiopia, Ippodromo, trasformazione e
ristrutturazione del vecchio impianto
1939, Brussa, Turchia, Ippodromo, cavallerizza e scuderie,
progetto
1939, Istanbul, Turchia, Stadio Dolmabaçe, con Sinasi Rasid Sahingiray e Fazil
Aysu
1939, Merano (BZ), Realizzazione del campo di concorso ippico
1939, Milano, San Siro, Ippodromo, cavallerizza e scuderie, progetto
1939, Milano, Casa signorile in via Visconti di Modrone, progetto
1939, Manissa, Turchia, Impianti sportivi
1939, Edirne, Turchia, Impianti sportivi
1939, Smirne, Turchia, Impianti sportivi
1939, Tekirdag, Turchia, Impianti sportivi
1939, Samsun, Turchia, Impianti sportivi
1939, Isparta, Turchia, Impianti sportivi
1939, Trabzon, Turchia, Impianti sportivi
1939, Kütahya, Turchia, Impianti sportivi
1939, Afyonkarahisar, Turchia, Impianti sportivi
1939, Brussa, Turchia, Impianti sportivi
96
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
1939, Aydin, Turchia, Impianti sportivi
1939, Erzurum, Turchia, Impianti sportivi
1939, Kirklareli, Turchia, Impianti sportivi
1940, Addis Abeba, Etiopia, Impianti sportivi di Tepe Basci (piscine, tennis,
stadio), progetto, in collaboraz. con A. Valtolina
1940, Ankara, Turchia, Mausoleo di Kemal Atatürk, progetto di concorso
1940, Manissa, Turchia, Ippodromo, cavallerizza, progetto
1940, Varese, Le Bettole, Ippodromo, trasformazioni
1940, Villadossola (VB), Villaggio Operaio Metallurgica Ossolana
1940, Villadossola (VB), Palazzo ufici, abitazioni impiegati
Metallurgica Ossolana
1944, Premosello Chiovenda (VB), Santuario del Lut, ampliamento, 1° progetto
1944, Vogogna (VB), Casa Biraghi Lossetti, modiiche
1947, Premosello Chiovenda (VB), Santuario del Lut, ampliamento, 2° progetto
1947, Rapallo (GE), Le Fornaci, Ippodromo, progetto
1947, Venezia, Ippodromo, progetto, con Duilio Torres
1948, Soia, Romania, Impianti sportivi completi, studio di massima commissionato dal governo bulgaro
1949-1951, Salerno, Angellara, ippodromo, progetto
1950, Valencia, Venezuela, Carabobo, Ippodromo, trasformazione.
1950, Ormesson, Francia, Ippodromo del trotto, progetto
1951, Ascot, Inghilterra, Ippodromo, progetto
1951, Milano, San Siro, Ippodromo del trotto, scuderie
1952, Nicosia, Cipro, Nicosia Race Club, progetto generale
1952, Alessandria, Casa di abitazione Augusto Simonelli
1952, Milano, Lampugnano, Casa canonica e ricreatorio per la
gioventù, progetto
1952-1953, Milano, San Siro, Ippodromo, scuderie in via
Aldobrandini
1952-1954, Montecatini (PT), Sesana, Ippodromo, trasformazioni, in collaborazione con Venturini
1953, Firenze, Le Cascine, ippodromo del trotto, trasformazioni
1953, Lione, Francia, Ippodromo Parilly, primo progetto
1953, Salerno, Angellara, ippodromo, progetto
1953, Istanbul, Turchia, Piscina coperta
1953-1954, Istanbul, Turchia, Veli Efendi, Ippodromo
1954, Istanbul, Turchia, Stadio Galatasaray
1954, Merano (BZ), Terme radioattive, progetto
1954, Saratoga Springs, New York, USA, Pista di gara per corse ippiche
1955, Istanbul, centro turistico Floria, progetto.
1955, Ankara, Turchia, Stadio Fenerbhaçe
1955, Firenze, Le Mulina, ippodromo
97
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
1955, Istanbul, Turchia, Veli Efendi, Ippodromo
1955, Roma, Tor di Valle, Ippodromo
1955, San Remo (IM), Ippodromo
1957, Adana, Turchia, Ippodromo, trasformazioni
1957, Ankara, Turchia, Stadio Fenerbaçe, ampliamenti e ristrutturazione
1957, Cecen (Turchia?), Stadio
1957, Ginevra, Svizzera, Ippodromo, progetto
1957, Lucerna, Svizzera, Ippodromo, progetto
1957, Smirne, Turchia, Ippodromo, trasformazioni
1958, Nicosia, Cipro, Nicosia Race Club, pista, progetto
1959, Roma, Tor di Valle, Ippodromo
1961, Lione, Francia, Ippodromo Parilly, 2° progetto; inizio lavori nel 1964
1962, Vogogna (VB), Chiesa parrocchiale nuova, portantina per statua devozionale
1963-1964, Villadossola (VB), Chiesa parrocchiale di Cristo Risorto, progetto e
parziale realizzazione
s.d., Bolzano, Prefettura, progetto
s.d., Milano, Sede della Maison de France
s.d., s.l., Chioschi distributori Società Shell
s.d., s.l., Progetto di massima per uno stadio coperto
da 100.000 posti “Meccano”
98
ARCHITETTURA E SPORT. PAOLO VIETTI VIOLI
TITOLI ED ONORIFICENZE
1905, laurea in Architettura alla École Nationale Spéciale des Beaux Arts di
Parigi
1914, riconoscimento del proprio titolo di studio presso il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano ed equiparazione al titolo di ingegnere-architetto
1914, membro onorario dell’Accademia di Brera di Milano
1916, sottotenente di artiglieria
1916, tenente di artiglieria
1919, 20 maggio Cavaliere della Corona d’Italia
1921, 30 settembre Cavaliere Uficiale della Corona d’Italia
1924, 30 aprile Commendatore della Corona d’Italia
1928, Grande Medaglia d’argento del Ministero della Pubblica Istruzione per
il Concorso d’Arte della IX Olimpiade di Amsterdam
1930, 29 giugno Grand’uficiale della Corona d’Italia
1932, 14 gennaio Cavaliere dei SS Maurizio e Lazzaro
1932, capitano d’Artiglieria ( di complemento)
1933, Uficiale della Legion d’Onore francese
1936, 9 dicembre Cavaliere Uficiale della Legion d’Onore francese
1945, Sindaco del Comune di Vogogna
1949, novembre membro corrispondente dell’Accademia di Belle Arti, Istituto
di Francia
1950, giugno membro corrispondente dell’Accademia di Architettura di Parigi
SCRITTI
- (con A. Cantoni), Progetto per il nuovo Ippodromo di San Siro, Milano, 1913.
- Il palazzo dello sport alla Fiera Campionaria di Milano, in “Ingegneria”, II, 1923,
n. 4, pp. 89-95.
P. Vietti Violi, Il senso dell’arte nella concezione di un’opera sportiva, in “Lo sport
Fascista”, III, 1929, n. 4, pp. 116-118.
- Considerazioni generali sull’architettura degli ippodromi, in “Rassegna di architettura”, IV, 1932, nn. 7-8, p. 293-305.
- Progetto di piscina coperta a Milano, in “Casabella”, VI, 1933, n. 62, pp. 43-46.
- Alcuni dati per le costruzioni sportive, in “Casabella”, 1933, n. 62.
- L’ippodromo di Maia Merano, in “Rassegna di architettura”, 1937, nn. 7-8, p.
261-271.
- Il centro sportivo di Ankara, in “Rassegna di architettura”, 1937, n.4, p. 129-135.
- Concorso per casa Littoria a Roma, in “Casabella”, XI, 1938, n. 122, pp. 20-29
- La Sciesopoli di Selvino, in “Casabella-Costruzioni”, 1941, n. 168, p. 5-6.
- Applicazioni del vetrocemento, in “Casabella”, XV, 1942, n. 177, all. XXI
- Scuderie di trotto a San Siro, in “Edilizia moderna”, 1953, n. 51, pp. 55-56.
99
SOMMARIO
INTRODUZIONE
Paolo Volorio
pag. 7
LA FAMIGLIA D’ORIGINE DI PAOLO VIETTI VIOLI
Maria Pia Malandra, Gabriella Zanoli
pag. 15
PAOLO VIETTI VIOLI. CENNI BIOGRAFICI
Maria Pia Malandra, Gabriella Zanoli
pag. 18
LA FORMAZIONE PARIGINA E IL SOFFERTO RICONOSCIMENTO IN PATRIA
Paolo Volorio
pag. 24
LE PRIME OPERE
Paolo Volorio
pag. 30
OPERE CIVILI
Paolo Volorio
pag. 34
IMPIANTI SPORTIVI E STADI. LA COMPETENZA TECNICA AL SERVIZIO DI UN
PAESE IN CRESCITA
Paolo Volorio
pag. 38
LA SPECIALIZZAZIONE. GLI IPPODROMI
Paolo Volorio
pag. 47
FORMA E CARATTERISTICHE DEGLI IPPODROMI. NOTE ESSENZIALI
Paolo Volorio
pag. 58
OPERE OSSOLANE
Paolo Volorio
pag. 66
OPERE VOGOGNESI
Paolo Volorio
pag. 71
IL SANTUARIO DI LUT A PREMOSELLO CHIOVENDA
Maria Pia Malandra, Paolo Volorio, Gabriella Zanoli
pag. 74
IL PALAZZO DELLA DIREZIONE E UFFICI, LE CASE IMPIEGATI PER LA METALLURGICA OSSOLANA A VILLADOSSOLA
Paolo Negri
pag. 77
IL VILLAGGIO OPERAIO PER LA METALLURGICA OSSOLANA
A VILLADOSSOLA
Paolo Negri
pag. 85
LA CHIESA DI CRISTO RISORTO A VILLADOSSOLA
Paolo Negri
pag. 89
APPARATI. ELENCO DELLE OPERE,.TITOLI ED ONORIFICENZE. SCRITTI
pag. 93